Si,tutti parlate bene e dite che nessuno può immaginare come si può sentire suo padre,e vi do ragione,nessuno può saperlo....però io (almeno che non sia informata male) so che Eluana non è in casa col padre,ma in una struttura dove viene assistita,quindi non è lui ad assisterla direttamente...di sicuro gli costerà una bella cifra....
Scusami ma sono proprio commenti cattivi come questi che mi fanno andare il sangue alla testa. Eluana non sta a casa sua perchè vive attaccata a delle macchine, non sta a casa sua perchè ha bisogno di un'assistenza medica 24 ore su 24. Chi ti dice che il padre non la vegli e non le faccia compagnia tutto il giorno. Eluana è virtualmente morta, Eluana non è capace di vivere autonomamente. Se, come tutti vanno urlando, è giusto lasciare che la morte faccia il suo decorso natuarale Eluana sarebbe dovuta morire 17 anni fa perchè Eluana non vive da sola Eluana vive artificialmente.
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
al di là del caso concreto, la domanda di fondo credo sia una: come definiamo la parola vita? o meglio, come definiamo il concetto di vita umana? perchè è questo il punto.
se per vita umana intendiamo una mera funzione biologica, o un insieme di funzioni, allora eluana è viva, e forse si avrebbe ragione a mantenerla in vita.
se, come io credo, per vita umana intendiamo un qualcosa di più complesso del respiro o della capacità di procreare; se la intendiamo come la possibilità di vivere una vita dignitosa; se una vita umana è tale perchè ci permette di metterci in relazione con i nostri simili, in modo più o meno ampio; se intendiamo la vita umana come tutto questo ed altro, allora eluana è morta da quasi 20 anni, manca solo l'ufficialità. da parte mia, continuo a sostenere che è giusto lasciarla morire e che è indegno il teatrino messo su dalla politica e dalla chiesa, ma è ma MIA opinione.
però, dobbiamo risponderci, come cittadini, come esseri umani, come (eventualmente e soprattuto) credenti, cosa sia la vita umana. se riusciamo a rispondere a questo, o meglio, se il dibattito comincia da questo punto, allora la vicenda sarà servita a qualcosa. altrimenti è solo sciacallaggio (ovviamente da parte delle istituzioni, non certo del comune cittadino come noi)
al di là del caso concreto, la domanda di fondo credo sia una: come definiamo la parola vita? o meglio, come definiamo il concetto di vita umana? perchè è questo il punto.
se per vita umana intendiamo una mera funzione biologica, o un insieme di funzioni, allora eluana è viva, e forse si avrebbe ragione a mantenerla in vita.
se, come io credo, per vita umana intendiamo un qualcosa di più complesso del respiro o della capacità di procreare; se la intendiamo come la possibilità di vivere una vita dignitosa; se una vita umana è tale perchè ci permette di metterci in relazione con i nostri simili, in modo più o meno ampio; se intendiamo la vita umana come tutto questo ed altro, allora eluana è morta da quasi 20 anni, manca solo l'ufficialità. da parte mia, continuo a sostenere che è giusto lasciarla morire e che è indegno il teatrino messo su dalla politica e dalla chiesa, ma è ma MIA opinione.
però, dobbiamo risponderci, come cittadini, come esseri umani, come (eventualmente e soprattuto) credenti, cosa sia la vita umana. se riusciamo a rispondere a questo, o meglio, se il dibattito comincia da questo punto, allora la vicenda sarà servita a qualcosa. altrimenti è solo sciacallaggio (ovviamente da parte delle istituzioni, non certo del comune cittadino come noi)
Nel momento in cui ciascuno avesse modo di disporre della propria vita come crede, applicando su sé stesso la propria definizione di vita, il problema non sussisterebbe neppure, credo.
Il problema sorge nel momento in cui si ricercano delle definizioni universali, e si decide di uniformare l'idea di tutti alla definizione data.
Tuttavia, mi chiedo, che bisogno c'è che, sulla propria vita, ci sia una visione unica?
Laicità è, come giustamente riporta Barbara Spinelli sulla Stampa riprendendo la filosofia di Henry-Levy, la sintesi in cui visioni diverse giungono a convivere.
Uno stato in cui io definisco il concetto di MIA vita, accettando e rispettando ciò che gli altri scelgono per la LORO, è così assurdo?
Guardando l'estero, direi di no. Eppure...
Uno stato in cui io definisco il concetto di MIA vita, accettando e rispettando ciò che gli altri scelgono per la LORO, è così assurdo?Guardando l'estero, direi di no. Eppure...
non potrebbero sorgere dei problemi? tipo la mia concezione di vita è indissolubilmente legata al concetto di dignità/libertà, nel momento in cui rnunciamo a una definizione giuridica universale non sarei legittimato andarmene i giro a far fuori malati terminali, perchè secondo me loro non sono "vivi"?
Balon, sono certo che la tua era una mezza battuta, ma nella parte che hai quotato ho espressamente indicato "rispettando ciò che gli altri scelgono per la LORO" :figo:
Uccidere i malati terminali perché secondo te la loro non è vita non è, come dire, molto rispettoso. :wub:
Uccidere i malati terminali perché secondo te la loro non è vita non è, come dire, molto rispettoso.
ok, mettiamola così: io dico che me l'hanno chiesto loro. li ho aiutati... ho eseguito le loro volontà. come mi condanni se ammetti giuridicamente che ognuno può disporre come e quando vuole delle sua vita?
oppure, come la mettiamo nel caso di persone vive ma che non hanno la benchè minima capacità di intendere e volere? chi ha la potestà di vita e di morte su di loro? i genitori? lo stato? nessuno?
ok, mettiamola così: io dico che me l'hanno chiesto loro. li ho aiutati... ho eseguito le loro volontà. come mi condanni se ammetti giuridicamente che ognuno può disporre come e quando vuole delle sua vita?
oppure, come la mettiamo nel caso di persone vive ma che non hanno la benchè minima capacità di intendere e volere? chi ha la potestà di vita e di morte su di loro? i genitori? lo stato? nessuno?
stabilire per legge che un cittadino possa disporre come e quando vuole della propria vita avrebbe conseguenze un tantino pericolose. Significherebbe non soccorrere i suicidi, o tossicodipendenti o chiunque leda la propria salute volontariamente.
A me sta benissimo che uno stato cerchi di preservare la salute dei propri cittadini, le legislazioni sulla "morte" le ritengo utili solo appunto per i casi limite, quali appunto malati incurabili e terribilmente sofferenti, che già adesso hanno il diritto di rifiutare la terapia, anche se in taluni casi comporta conseguenze poco sopportabili, e quindi un'eutanasia vera e propria sarebbe preferibile.
Per i casi come eluana, penso che una legge che consenta ai parenti di decidere al posto dell'interessato sia necessaria, ovviamente entro precisi limiti, ovvero che il paziente sia irrecuperabile (quindi in quello stato da molto tempo).
Non è una cosa che mi piaccia decidere per gli altri, ma una legislazione è necessaria, anche per evitare queste incresciose lotte di potere dove nel teatrino ci vanno di mezzo quei poveri disgraziati,come se davvero qualcuno si stesse battendo per loro, invece che per evitare lo "smacco al potere" che significherebbe portare a termine legalmente un'azione del genere.
Clandestinamente già la si fa' l'eutanasia anche in Italia, ma finchè non è legale a nessuno importa se avviene lo stesso.
ok, mettiamola così: io dico che me l'hanno chiesto loro. li ho aiutati... ho eseguito le loro volontà. come mi condanni se ammetti giuridicamente che ognuno può disporre come e quando vuole delle sua vita?
oppure, come la mettiamo nel caso di persone vive ma che non hanno la benchè minima capacità di intendere e volere? chi ha la potestà di vita e di morte su di loro? i genitori? lo stato? nessuno?
:figo:
Ma nel tuo esempio puoi dimostrare che esegui la loro volontà? Se sì, non vedo quale sia il problema. Se no, è naturale che è omicidio, insomma...
Se mi stai chiedendo un ddl preciso in materia, non ho il tempo di buttarlo giù. :wub:
Semplicemente, sostengo che filosoficamente concedere a ciascuno piena potestà e potere di vita e morte sul proprio corpo non mi pare una cosa così abominevole.
In poche parole, comunque, la mia idea sarebbe una legge sul testamento biologico solo che, invece che presentarla nella forma "se oltrepassi il limite X fissato dalla legge cosa vuoi fare?" io la metterei "quale limite vuoi fissare perché ti stacchino la spina?".
Sulle persone senza capacità di intendere e di volere, già ora queste dipendono sostanzialmente da chi si prende cura di loro. Solo che ora come ora la legge impone queste cure, che pertanto potrebbero essere eseguite da qualcuno con amore, e da qualcun altro essere viste solo come un dovere.
Chissà perché c'è bisogno di un obbligo, mi chiedo... Forse perché, se lo togliessimo, scopriremmo che i casi di cure per amore sono pochi pochi? Forse avremmo paura di guardare il menefreghismo che la libertà di scelta porterebbe allo scoperto? Forse è per questo che c'è un obbligo...
stabilire per legge che un cittadino possa disporre come e quando vuole della propria vita avrebbe conseguenze un tantino pericolose. Significherebbe non soccorrere i suicidi, o tossicodipendenti o chiunque leda la propria salute volontariamente.
Un tossicodipendente generalmente non agisce sotto un volontario impulso di autodistruzione, quindi non lo farei rientrare nel caso.
Per quanto riguarda i suicidi... Se una persona vuole suicidarsi, chi sono io per fermarlo mentre sta per buttarsi giù dal 15° piano? Potrei provare a convincerlo a non farlo, in modo che lui decida di non buttarsi... Ma non gli impedirei fisicamente contro la sua volontà di agire.
Opinione mia, eh. ^_^
Credo che però questo sia un discorso che potrebbe scivolare facilmente nell'OT, quindi blocchiamo qui la parte divergente del discorso, magari riprendendola altrove. ^_^
Non avrei mai pensato che in vita mia avrei mai scritto una frase come questa,ma sono d'accordo con Andreotti:ci sono circostanze in cui lo Stato deve avere la decenza di fermarsi sulla soglia e rispettare le decisioni dell'individuo.
Noi possiamo fare tutti i discorsi di questo mondo,su quale sia la scelta più giusta,e non ci muoveremmo di un millimetro dal puro e semplice "feticismo morale".Quà il punto è stabilire che deve prendere la decisione,e personalmente ritengo inaccettabile che la mia decisione (basata sui MIEI principi morali,sulla MIA esperienza di vita,sulle MIE convinzioni) venga sovvertita dalle istituzioni,sulla base di un arroganza che lascia loro supporre di avere la verità assoluta.E se io in prima persona non sono in grado di esprimere la mia decisione,è giusto che siano coloro che mi hanno dato la vita,o che l'hanno resa degna di essere vissuta (i miei genitori,i miei amici,la mia donna)......non un qualsiasi Sacconi del c***o.
Il mio pensiero è riassunto bene in questa intervista a Lorenzo Jovanotti.Lui ne parla a proposito della pena di morte,ma è un discorso che personalmente applicherei anche a situazioni del genere.
(basata sui MIEI principi morali,sulla MIA esperienza di vita,sulle MIE convinzioni)
Nessuno credo metta in dubbio la volontà personale, quanto i casi dove questa volontà non è ben chiara.
Quindi a mio parere o c'è il consenso dell'interessato (serve la legge sul testamento biologico, è chiaro) o non si dovrebbe fare niente. In questo sono molto individualista. Non accetterei che neanche mio padre decidesse per me, nè la Magistratura o tantomeno il Governo.
Quindi per riassumere la mia posizione sul caso-Eluana:
Non sappiamo con certezza quale fosse il volere di Eluana.
Il padre ritiene che non volesse sopravvivere in questo modo e chiede il parere dei magistrati.
Questi fanno un'indagine e ritengono di dar ragione al padre desumendo che Eluana volesse veramente non vivere attaccata a un sondino. Per me è uno sbaglio, perchè di prove certe non ne hanno e in questi casi prima di emettere sentenza bisognerebbe avere la totale certezza di ciò che si fa.
Il Governo decide di fare un decreto per ribaltare la sentenza sapendo che il Presidenza della Repubblica non lo firmerà. E fa uno sbaglio ancora più grosso. Perchè comunque la sentenza, per quanto sbagliata, è stata emessa e va rispettata.
Mi ha colpito anche una frase detta dal filosofo Emanuele Severino: "E' uno scontro tra due violenze. Vincerà la più forte". Credo proprio che abbia ragione.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Mi ha colpito anche una frase detta dal filosofo Emanuele Severino: "E' uno scontro tra due violenze. Vincerà la più forte". Credo proprio che abbia ragione.
Scusa ma di quale violenza può essere accusato Beppino Englaro......è solo un padre che sta cercando di dare una degna fine a sua figlia,che chiede di poter decidere lui (in quanto padre) cosa sia meglio per Eluana.
In molti lo hanno trattato come una me**a (la Mussolini ha detto che lei toglirebbe a lui i sondini),e ha risposto con una grandissima umiltà,chiedendo (alle stesse persone che lo avevano trattato una me**a) di andare con lui a verificare di persona le reali condizioni della figlia.....io non me la sento proprio di accusarlo di una qualsivoglia violenza.
Mi ha colpito anche una frase detta dal filosofo Emanuele Severino: "E' uno scontro tra due violenze. Vincerà la più forte". Credo proprio che abbia ragione.Scusa ma di quale violenza può essere accusato Beppino Englaro......è solo un padre che sta cercando di dare una degna fine a sua figlia,che chiede di poter decidere lui (in quanto padre) cosa sia meglio per Eluana.
In molti lo hanno trattato come una me**a (la Mussolini ha detto che lei toglirebbe a lui i sondini),e ha risposto con una grandissima umiltà,chiedendo (alle stesse persone che lo avevano trattato una me**a) di andare con lui a verificare di persona le reali condizioni della figlia.....io non me la sento proprio di accusarlo di una qualsivoglia violenza.
Non parla del padre. Guarda qui: Link
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Proprio perchè non si hanno certezze,l'imposizione di una scelta rispetto ad un altra è l'errore più grande.Vorrei chiarire che direi la stessa cosa anche se il padre di Eluana avesse deciso di farla vivere e il governo avesse deciso per la morte.E l'imposizione che non mi trova d'accordo.
Per il resto mi limito a ripetere ciò che era implicito nel mio messaggio di prima:chi è maggiormente in grado di comprendere cosa sia meglio per eluana.....i familiari o Sacconi?
Quindi a mio parere o c'è il consenso dell'interessato (serve la legge sul testamento biologico, è chiaro) o non si dovrebbe fare niente. In questo sono molto individualista. Non accetterei che neanche mio padre decidesse per me, nè la Magistratura o tantomeno il Governo.
Quindi per riassumere la mia posizione sul caso-Eluana:
Non sappiamo con certezza quale fosse il volere di Eluana.
Il padre ritiene che non volesse sopravvivere in questo modo e chiede il parere dei magistrati.
secondo me è una situazione abbastanza speculare all'aborto: come un feto, eluana è in grandissima misura dipendente da apparati "estranei" (nel caso del feto sono organici, nel suo caso artificiali) e non la minima capacità di intendere e volere; non può nemmeno esprimere una vaga e irrazionalissima preferenza sul suo destino (come può invece fare il tossico)
quindi sarebbe così sbagliato ricondurre il destino di eluana sotto la potestà assoluta di vita e di morte che hanno i genitori (o i parenti strettissimi) nei confronti del feto?
Ma nel tuo esempio puoi dimostrare che esegui la loro volontà? Se sì, non vedo quale sia il problema. Se no, è naturale che è omicidio, insomma...
no è che se non dai una definizione generale e astratta di vita, ma lasci che sia il singolo a determinare LEGITTIMAMENTE caso x caso cosa sia, potrebbero nascere dei seri problemi.
secondo me è una situazione abbastanza speculare all'aborto: come un feto, eluana è in grandissima misura dipendente da apparati "estranei" (nel caso del feto sono organici, nel suo caso artificiali) e non la minima capacità di intendere e volere; non può nemmeno esprimere una vaga e irrazionalissima preferenza sul suo destino (come può invece fare il tossico)
quindi sarebbe così sbagliato ricondurre il destino di eluana sotto la potestà assoluta di vita e di morte che hanno i genitori (o i parenti strettissimi) nei confronti del feto?
concordo, la situzione non è poi così diversa.
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."