Iniziata su Partito dei pedofili.
La domanda è facile, l'argomento di meno: siete d'accordo con l'eutanasia? Perché?
Intanto rispondo all'ultimo messaggio ^_^
[su Partito dei pedofili]Questo perché non me la sento di escludere a priori cambiamenti o evoluzioni, innescati da comportamenti propri, altrui, casuali o voluti che possano portare a una modifica anche radicale della situazione
Ma ti senti per una probabilità magari infinitesima di imporre una vita di sofferenze grandissime a una persona, di fatto scegliendo che deve vivere? Una cosa è non scegliere di applicare l'eutanasia, un'altra è imporre di non poter scegliere agli altri.
Una persona perde tutti i risparmi di una vita perchè la società nella quale ha investito fallisce.Soffrendo atrocemente, decide consapevolmente di farla finita
Questo non rientrerebbe nel caso dell'eutanasia: non mischiamo il suicidio dovuto a depressione con lo scegliere di porre fine a una vita che porta sofferenze psico-fisiche grandissime dovute a una malattia incurabile, sofferenze che nemmeno morfina e simili riescono ad attenuare.
qual è la differenza tra il familiare che vede ucciso un suo parente e che vuole vendetta ma non la può ottenere? Questi può rinfacciare a chiunque la sua situazione particolare. Cionondimento, tutto ciò è generalmente accettato: nessuno, ancorchè vittima di un torto, può disporre della vita d'altri
Qui si andrebbe sulla pena di morte, per cui ti rimando alla discussione dedicata ^_^
Comunque, differenze ce ne sarebbero: la differenza tra il disporre della propria vita e della vita altrui; la differenza tra porre fine alla propria vita per eccessiva sofferenza, oppure a quella di un altro per vendetta; ecc.
Io, considerando la vita un dono indisponibile, sono per il no. Va da sè che ho il sacrosanto diritto di pretendere che chi di dovere metta in opera ogni più piccolo accorgimento volto a migliorare la mia condizione.C'è chi invece considera la vita un "bene", ed è per il sì
La questione è considerare la vita un bene? oppure l'accettare che in condizioni di estrema sofferenza anche porre fine a tale vita può essere un diritto? È giusto, ha senso imporre a un'altra persona una vita di sofferenza, magari come nell'esempio da me fatto?
Il problema è che è fin troppo facile dirsi contrario a simili cose, quando il nostro piú grande problema è scegliere se andare al cinema o in pizzeria; poi se qualcuno riuscisse a mantenersi saldo nei suoi principi anche in una simile situazione avrebbe tutto il mio rispetto. Ma anche in una simile situazione, dove comunque accetterei già di piú il dirsi contrario all'eutanasia, vanno bene i principi; ma, parlando di diritti, abbiamo il diritto di imporre i nostri principi, talvolta anche religiosi, alle altre persone, al punto da obbligarle a sofferenze decisamente non da poco?
Qui si va anche nel discorso del morire con dignità, ma è molto soggettivo...
L'esempio da me fatto è quello di una persona che sotto morfina, somministrata sei volte al giorno, viene sentito urlare a distanza di svariate stanze, porte e scale.
Se la domanda è: una persona ha il diritto di scegliere di morire, io dico sì ne ha tutto il diritto, dal mio punto di vista una persona ha il pieno diritto di morire nella maniera che ritiene più giusta. Ovviamente non devo essere sollecitato a farlo anzi nella maggior parte delle situazioni si può cercare di fargli cambiare idea ma io non me la sentirei di impedirgli di farlo se lo desidera ... la vita è sua e di nessun altro e deve deciderne lui e nessun altro in un verso o nell'altro, tutto imho chiaramente
Ma intendi una persona anche non malata?
la vita è sua e di nessun altro e deve deciderne lui e nessun altro in un verso o nell'altro
tanto mi basta, e quoto in pieno.
Ma intendi una persona anche non malata?
Come per quelle malate fisicamente bisogna cercare di capire le ragioni profonde di questa sua volontà e se possibile e/o lo si ritiene giusto cercare con tutte le forze di fargli cambiare proposito MA se lei decide coscientemente di continuare comunque su questa via, sì io rispetto la sua scelta.
Favorevole all'eutanasia.
Innanzitutto chiarisco che non conosco perfettamente le implicazioni legali italiane dell'eutanasia...
In generale, sono favorevole. Se una persona malata vuole avere una "dolce morte", penso che il nostro stato debba concederglielo, è una sua libera scelta.
Il discorso si fa più complesso se la persona è in stato di malattia terminale, coma o simili, impossibilitata a comunicare come la pensa sull'argomento, e allora la decisione in teoria dovrebbe spettare ai familiari o ai parenti più vicini... Da una parte c'è la possibilità che un "miracolo" lo salvi, dall'altra c'è il dolore dei familiari nel vederlo soffrire... e rischia di diventare una scelta egoistica dei familiari mascherata d'altruismo, ovvero porre fine alle sue sofferenze per porre fine anche alle proprie di vederlo star male. Tuttavia, se si tratta di familiari o di persone vicine, ritengo anche che sia una più forte possibilità che sappiano cosa vuole il malato in una tale occasione... possibilità da entrambe le parti, non certezze, ma mettendole sulla mia bilancia personale, mi fanno pendere di più sul "sono d'accordo anche in questo caso all'eutanasia".
Sul fatto dei valori alti, si entra a mio avviso in un campo in cui non può non entrare il relativismo... libertà VS vita, in questo caso... per qualcuno la libertà è più importante della vita (alla braveheart?) per altri viceversa, per altri sono a parimerito, per altri qualche altro caso... E questo vale anche per una società intera e le sue leggi ne risentiranno. Se si mette la libertà come valore più alto, allora via libera all'eutanasia, se si mette la vita come valore più alto, allora lo stato ha il dovere di preservare la vita dei suoi cittadini come la cosa più importante, e la minima possibilità di sopravvivenza e di miracolo giustifica il dolore e la mancanza di libertà sull'argomento (e ugualmente per il suicidio e casi simili). Guardando superficialmente la morale italiana, mi sembra che i due valori siano più o meno a parimerito; dal punto di vista legislativo e struttura dello stato, mi sembra più orientato verso la vita, come dimostrano questi casi e anche quello sul "non si può disporre a piacimento del proprio corpo, tipo automutilarsi eccetera". Quindi verrebbe da dire che tra poco l'eutanasia sarà legale anche in Italia, se il ragionamento è corretto...
Mi ricordo ad esempio che Berlusconi affermò che la libertà era il valore più grande di tutti, quindi suppongo sia a favore dell'eutanasia (non vuole essere un discorso politico, solo un esempio).
Se la domanda è: una persona ha il diritto di scegliere di morire, io dico sì ne ha tutto il diritto, dal mio punto di vista una persona ha il pieno diritto di morire nella maniera che ritiene più giusta. Ovviamente non devo essere sollecitato a farlo anzi nella maggior parte delle situazioni si può cercare di fargli cambiare idea ma io non me la sentirei di impedirgli di farlo se lo desidera ... la vita è sua e di nessun altro e deve deciderne lui e nessun altro in un verso o nell'altro, tutto imho chiaramente
su questo sono d'accordo.
la domanda che mi pongo io è: cosa si fa però quando una persona non è più in grado di intendere e di volere?
penso che il vero problema dell'eutanasia sia questo, se una persona cosciente dicide di essere staccata dalle macchine può farlo. ^_^
Se la domanda è: una persona ha il diritto di scegliere di morire, io dico sì ne ha tutto il diritto, dal mio punto di vista una persona ha il pieno diritto di morire nella maniera che ritiene più giusta. Ovviamente non devo essere sollecitato a farlo anzi nella maggior parte delle situazioni si può cercare di fargli cambiare idea ma io non me la sentirei di impedirgli di farlo se lo desidera ... la vita è sua e di nessun altro e deve deciderne lui e nessun altro in un verso o nell'altro, tutto imho chiaramente
su questo sono d'accordo.
la domanda che mi pongo io è: cosa si fa però quando una persona non è più in grado di intendere e di volere?
penso che il vero problema dell'eutanasia sia questo, se una persona cosciente dicide di essere staccata dalle macchine può farlo. ^_^
Per i casi in cui la decisione dovrebbe essere presa da qualcuin altro, come casi di coma irreversibili o comuque incapacità di intendere, con ho una posizione ben definita, anche perchè vedrei delle enormi difficoltà a stabilire i limiti del sì e del no e comunque si passerebbe al dover decidere della vita di qualcun altro e non della propria e in questo caso non so se si possa.
Moralmente mi è impossibile accettare l'eutanasia,come il suicidio (in fondo la vita è la mia no?).Dal punto di vista sociale, son favorevole all'uso di qualsiasi sostanza per alleviare le sofferenze ai malati terminali e favorevole alla possibilità di scegliere individualmente e consapevolmente di porre fine alla propria vita a poche ore dal "manifesto inevitabile decesso".Contro l'eutanasia quindi,favorevole a quello che tempo fa sentii chiamare come "diritto alla buona morte".
Sarà interessante valutare l'eventuale problema etico che sorgerebbe nella professione del "medico" che l'eutanasia dovrebbe applicarla...
Sì hai fatto bene ad aprire una discussione apposita.
Dunque, mi sembra che Xaytar abbia ricapitolato bene il mio punto di vista: da una parte la libertà, intesa in questo caso come la possibilità di disporre anche della propria vita, dall'altra la tutela di questa, diciamo pure ad oltranza.
Come ho già detto anche prima, io sono orientato più su quest'ultima.
Considerando la vita un dono indisponibile (riguardo a questo, per esempio, anche lo Stato difende i cosiddetti diritti personalissimi, ovvero i diritti inalienabili di ogni singolo, tra i quali è ricompresa l'integrità fisica, definendoli indisponibili e non patrimonializzabili) non ritengo giusto che uno possa decidere se e quando lasciarsi morire/uccidersi. Cessano le sofferenze, ma cessano anche le speranze che, anche se infinitesimali, impediscono cmq di poter dire con certezza assoluta e totale che la situazione non si capovolgerà mai.
Di conseguenza, penso che sia giusto cercare di impedire di compiere questo passo.
Ripeto che so di portare avanti una posizione facilmente tacciabile di leggerezza e mancanza di esperienza diretta, ma vorrei far notare una cosa.
Le convinzioni di una persona e i suoi principi emergono non quando fattori esterni gravi o penetranti (dolore fisico, depressione) la influenzano, ma in situazioni normali.
Chi ci garantisce che una persona depressa in maniera pesante sappia davvero quale è il suo interesse?
Penso inoltre che in questo senso le speranze non siano poi tanto infintesimali, nella maggioranza dei casi. La scienza ha dimostrato che malattie incurabili fino a pochi anni fa si possono ora combattere, e niente fa pensare che in futuro l'andazzo sarà diverso.
Capitolo suicidio da depressione: io non farei una distinzione aprioristica talmente ampia tra dolore fisico/psicico e disagio psicologico. A mio avviso, una depressione coi fiocchi può portare a una sofferenza anche maggiore rispetto ad una malattia.
Innanzitutto chiarisco che non conosco perfettamente le implicazioni legali italiane dell'eutanasia...
Guarda,quello che so io è che sostanzialmente in Italia oggi il suicidio dovrebbe esser esente da pena,e non costituisce reato dal punto di vista penale.Questo vale anche per il "tentato suicidio".Invece l'ordinamento punisce le attività che lo agevolano (aiuto e istigazione al suicidio).E credo che questa seconda parte sia interessante da valutare quando si parla di eutanasia...anche perchè,se non erro,il bene tutelato nei casi di cui sopra,è la vita.Questo almeno è ciò che so,poi gli avvocati della barriera posson darci una mano in merito =P
Favorevole.
Credo che lo Stato dovrebbe fornire la più ampia libertà in modo da permettere che tutte le scelte eticamente possibili possano essere decise solo e unicamente dal punto vista morale, e non da quello legale.
Guarda,quello che so io è che sostanzialmente in Italia oggi il suicidio dovrebbe esser esente da pena,e non costituisce reato dal punto di vista penale.
^_^ ^_^
Sulla decisione personale mi sembra che siamo tutti favorevoli, il problema sta quindi in quei casi in cui il malato non possa comunicare.
Io sono per il dare la scelta ai famigliari più vicini: genitori, coniugi, figli (maggiorenni), fratelli... le uniche persone che penserebbero solamente al bene della persona. Ovviamente ci vorrebbe prima il benestare dei medici, che, copo avere accertato che non c'è più niente da fare, lasciano la decisione alla famiglia.
Condivido questa affermazione, sia se riferita all'eutanasia che se riferita al suicidio:
Se la domanda è: una persona ha il diritto di scegliere di morire, io dico sì ne ha tutto il diritto, dal mio punto di vista una persona ha il pieno diritto di morire nella maniera che ritiene più giusta.
Forse perchè ho molta più paura della sofferenza che della morte riterrei disumano che, in nome di una presunta indisponibilità della mia vita, mi fosse legalmente imposta la sofferenza impossibilitando un medico consenziente ad aiutarmi a porvi fine.