quando dico appartiene intendo dire che è un dono che Lui ci ha fatto e che è un peccato enorme buttarla via o rinunciarci (il suicidio infatti è un peccato molto grave), non intendo dire che Lui deve decidere della nostra vita, anche perchè la libertà è uno dei più grandi doni che ci ha fatto
E allora perché un altro avrebbe il diritto di decidere al mio posto di quella libertà? ;)
per quanto riguarda il referendum non ho ancora capito questa cosa dell'imposizione:provo a spiegarmi con un esempio: io Stato decido che drogarsi è sbagliato e metto in galera chi abbia più di un tot. di droga. ma anche qui allora è un imposizione, sono io che decido se drogarmi o meno, non cambia niente agli altri. non so se mi sono spiegato
Ci sono non poche differenze: se tu ti droghi, poi le spese mediche le pago io ("io" inteso come popolazione). Se da drogato guidi e causi un incidente, ci rimetto io. Se nell'incidente diventi invalido, la pensione te la pago io. Se mi firmi una liberatoria in cui rinunci a ogni spesa sanitaria e a ogni pensione d'invalidità, nonché a mezzi motorizzati (anche se resterebbe il problema di essere certi che comunque tu non ti metta alla guida, nonché altri come per esempio eccessi di violenza dovuti allo stato alterato, ma al momento ignoriamoli)... liberissimo di drogarti.
Inoltre, c'è un'altra differenza sostanziale: vietare la droga deriva da considerazioni di carattere pratico, vietare l'eutanasia da considerazione di carattere etico derivanti dal cattolicesimo. Ma siamo in uno stato laico, l'etica cattolica non dovrebbe, a livello legale, avere piú peso delle altre.
Ci sono non poche differenze: se tu ti droghi, poi le spese mediche le pago io ("io" inteso come popolazione). Se da drogato guidi e causi un incidente, ci rimetto io. Se nell'incidente diventi invalido, la pensione te la pago io. Se mi firmi una liberatoria in cui rinunci a ogni spesa sanitaria e a ogni pensione d'invalidità, nonché a mezzi motorizzati (anche se resterebbe il problema di essere certi che comunque tu non ti metta alla guida, nonché altri come per esempio eccessi di violenza dovuti allo stato alterato, ma al momento ignoriamoli)... liberissimo di drogarti.
premetto che son d'accordo con te riguardo l'eutanasia ma riguardo a questo mi vien da pensare che tutti i comportamenti che tu hai descritto sono perfettamente ascrivibili, non esclusivamente si intende, all'alcool, che in Italia è perfettamente legale; magari è anche giusto il tuo ragionamento ma non mi pare che esso sia usato come criterio almeno qui da noi
mi vien da pensare che tutti i comportamenti che tu hai descritto sono perfettamente ascrivibili, non esclusivamente si intende, all'alcool, che in Italia è perfettamente legale
Vero, sicuramente nella legge si possono trovare delle incongruenze; una differenza, però, almeno con le droghe pesanti c'è: mediamente un bicchiere di vino non fa nulla (anzi, se rosso fa bene), una dose di droga altera pesantemente lo stato di coscienza. E l'alterazione dello stato di coscienza per alcol (l'ubriachezza) è illegale.
Vero, sicuramente nella legge si possono trovare delle incongruenze; una differenza, però, almeno con le droghe pesanti c'è: mediamente un bicchiere di vino non fa nulla (anzi, se rosso fa bene), una dose di droga altera pesantemente lo stato di coscienza. E l'alterazione dello stato di coscienza per alcol (l'ubriachezza) è illegale.
E anche questo è vero ^^ anche se non esattamente, in Italia è vietata l'ubriachezza molesta, la guida in stato di ubriachezza e altro che non so probabilmente, ma il fatto che esistano queste distinzioni indica che l'ubriachezza in sè non è reato, così come non è illegale la sostanza che la provoca. in pratica si lascia al buonsenso del cittadino ubriaco, che è una contraddizione in termini, la decisione se mettersi alla guida oppure no...
mi scuso perchè siamo ampiamente OT, finito ora ; )
in Italia è vietata l'ubriachezza molesta, la guida in stato di ubriachezza e altro che non so probabilmente, ma il fatto che esistano queste distinzioni indica che l'ubriachezza in sè non è reato
Esistono anche altri reati con diverse categorie (il furto?), pur essendo l'atto in sé reato, no? >) Chiederò informazioni, qualche tempo fa mi era stato detto che l'ubriachezza in sé è reato (ossia, se ti prendessero ubriaco per strada, anche se non stai facendo nulla di male, saresti nell'illegalità).
mi scuso perchè siamo ampiamente OT, finito ora
Fuori tema magari, ma penso non troppo: direi che sono tutte argomentazioni per capire se il ragionamento su cui si basa la risposta a una posizione portata sia valido :figo:
Esistono anche altri reati con diverse categorie (il furto?), pur essendo l'atto in sé reato, no? :figo: Chiederò informazioni, qualche tempo fa mi era stato detto che l'ubriachezza in sé è reato (ossia, se ti prendessero ubriaco per strada, anche se non stai facendo nulla di male, saresti nell'illegalità).
non so ma non credo sia così, perchè se non sbaglio neanche il consumo di aòltri stupefacienti è illegale, sono illegali la vendita e la produzione, sarebbe un controsenso decisamente troppo evidente: in un caso permetti il consumo e vieti la sostanza e nell'altro permetti la sostanza e vieti il consumo(l'abuso in effetti)?
Dovrebbe essere passata la legge che permette di fare da un notaio il testamento bioetico, in cui la persona può opporsi ad accanimento terapeutico e rianimazioni continue (anche ad altro?), con relativo esecutore testamentario per rendere noto ai medici tale testamento.
Riporto da tolta bambina a due lesbiche in spagna (cercate i messaggi miei e di Aggo):
E che la spina te la stacchi tua moglie o tuo figlio. Non serve un medico per morire. Basta un boia. Di pazienti che vogliono morire ce ne sono a migliaia, addirittura anche se non sono terminali. Che si deve fare? Uccidiamo chiunque ce lo chiede? Da guaritori professionali ci trasformiamo in serial killer? La morte è un discorso che deve riguardare loro, non il medico. Va bene evitare l'accanimento terapeutico, ma la morte assistita è un'altra cosa. Parlare di morte come terapia per il dolore, ripeto, è un'antitesi. Se uno vuol morire che si faccia ammazzare da qualcun altro
Intanto, allora rendiamo legale che la moglie o il figlio possano staccare la spina. Poi, no, non uccidiamo chiunque lo chieda, si mettono dei limiti, per esempio la terminalità della malattia e ("e" logico) la sofferenza, dando agli altri assistenza anche psicologica per capire perché vogliono farla finita e per cercare di farli desistere.
Comunque, non vedo perché il medico, se è disposto a farlo, non dovrebbe poterlo fare; e continuo a vedere l'incongruenza. Questo ovviamente non significa che tutti debbano scegliere la strada che sceglierei io, ma comunque l'incongruenza c'è, e continuo a non capire perché si debba scegliere la strada sofferenza con poi morte certa, invece di quella morte senza sofferenza. Morte per morte, perché deve soffrire? Perché a te pare immorale? E chi sei tu per decidere che sulla base della tua morale lui deve soffrire? Non mi pare una motivazione valida. Libero di scegliere di non applicare a te stesso l'eutanasia, ma lascia agli altri la stessa libertà.
Io non parlo di morte come terapia del dolore, ma di morte quando nemmeno la terapia del dolore funziona.
Ripeto: chi sei tu per farmi soffrire, quando, malato terminale, sotto morfina sei volte al giorno mi si sente urlare a una decina di stanze di distanza, senza considerare corridoi, porte e rampe di scale vari, quando tanto morirò dopo pochi mesi? La vita è la mia, non la tua, ed è facile scegliere sulla pelle degli altri, quando tanto a soffrire non siamo noi. Tienti la tua morale, ma visto che non ti danneggia lascia agli altri la propria.
Alt alt alt. Se vuoi morire sei libero di farlo per me. Per una legge che permetta in caso di malattia terminale certificata di delegare qualcuno che volontariamente ti assista alla morte sono daccordo. Quello che non accetto è che questo sia inteso come dovere del medico e ascritto nel significato del giuramento di Ippocrate. Perchè morire può non ledere la tua morale, ma obbligarmi a ucciderti può ledere la mia.
Scusa Aggo, ma come esistono obiettori per l'aborto ci possono essere medici obiettori e medici disposti ad aiutare una persona sofferente e senza alcuna speranza a morire con dignità.
Il problema è se la morale di alcuni deve ledere la libertà di altri.
Per questo discorso ma anche per altri... penso alla fecondazione per le coppie sterili.
Se decido di morire perchè ho un cancro che mi divora dentro, se non posso alzarmi dal letto perchè non riesco a stare in piedi, se mi posso nutrire solo tramite flebo perchè persino ingoiare la saliva mi provoca spaventosi e dolorosi spasmi, se devono somministrarmi morfina ogni due ore, se non riconsoco più le persone che amo... chi sei tu per impedirmi di morire con dignità?
La mia decisione di morire lede una tua libertà? Un tuo diritto? No, non mi pare.
E se un medico decide di aiutarmi, lede forse una tua libertà?
La morale, come la religione, è qualcosa di personale e tale deve restare.
Lo Stato ha il compito di tutelare tutti e deve farlo senza abbracciare una specifica morale o una specifica religione.
Lo Stato non deve togliere la libertà di scelta (cosa che per altro ha fatto con la legge sulla fecondazione assistita) ma deve darla. Io scelgo di morire, tu scegli di continuare a vivere.
Starà a noi convivere con le scelte che facciamo.
Grosso equivoco, allora :wacko:
Sottolineando l'incongruenza che vedo nel Giuramento di Ippocrate non volevo dire che l'ovvia conclusione è "Il medico deve fare eutanasia"; personalmente, per i motivi detti, non vedo il senso del voler far continuare a rimanere in vita, in determinate situazioni; ma, come detto, "Questo ovviamente non significa che tutti debbano scegliere la strada che sceglierei io" ;)
Semplicemente, ricollegandosi alla discussione di partenza, quell'incongruenza, stante l'accordo del medico nel praticare l'eutanasia, a differenza che nel caso del giudice non mi fa vedere un venire meno al proprio dovere (o, se si preferisce, sarebbe venuto meno anche se non l'avesse fatto).
Ho letto un pò i vostri post,
veramente interessanti!!!
Da laico penso che lo Stato dovrebbe permettere a tutti la possibilità di porre fine alla propria vita. Da cattolico penso che la vita abbia una dignità che deve essere rispettata e quindi riuscirei a contemplare la cessazione della vita per i malati terminali.
Che dire su di un eventuale referendum? L'unica cosa che mi viene in mente è abolire il quorum in quanto è diventato uno strumento di anti-democrazia. Io comunque voterei a favore.
Concordo pienamente sull'abolizione del quorum.
Se non voti significa che non ti interessa, non che sei o meno d'accordo sui quesiti.
E pure io voterei a favore.
Sono favorevole all'eutanasia, senza riserve: non c'è nulla che temo di più di una malattia che costringa a vivere completamente paralizzati e tenuti in vita da tubature varie. Il fatto che non esista in Italia questo sacrosanto diritto di scegliere quando e come morire dignitosamente è una cosa che mi preoccupa e mi sconcerta. A tutti coloro che si oppongono all'eutanasia io auguro di ammalarsi di sclerosi laterale amiotrofica e di finire completamente paralizzati e attaccati a un respiratore: allora mi sapranno dire se vivere in quelle condizioni è vera vita.
Scusa Aggo, ma come esistono obiettori per l'aborto ci possono essere medici obiettori e medici disposti ad aiutare una persona sofferente e senza alcuna speranza a morire con dignità.
L'aborto necessita di mantenere in vita la madre, ergo conoscenze mediche, e solo un medico può farlo. Staccare un respiratore o fare una puntura è una cosa che possono fare tutti, quindi non vedo perchè debba essere una prerogativa di un medico.
Senza contare che essere "eutanasisti" diventerebbe un tacito obbligo al momento dell'ammissione alle scuole di specializzazione, come successe a suo tempo con l'aborto.