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Eutanasia
M di Mornon
creato il 01 giugno 2006

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Silk
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Silk
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Inviato il 02 giugno 2006 2:28

Sono Favorevole!

vorrei che in casi di incapacità di decidere per se stessi lo stato permetesse ad un parente designato di farlo per suo conto..esempio se mi capitasse causa incidente di finire come un vegetale..ma vivo.

Per le malattie mentali dalla depressione,comportamenti maniacali ed ecc.. fino alle più gravi penso solo dopo aver escluso la possibilità di una cura,ma ritengo che i casi dovrebbero essere quelli fisici non psicologici,cioè malattie terminali in stadio avanzato,incidenti e cosi via.

La libertà di morire secondo determinate circostanze,non "mi sveglio una mattina mi perdo una rotella vado in comune e mi danno la PISTOLA PER UCCIDERMI ^_^ "


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Darrosquall
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Inviato il 02 giugno 2006 10:18

Favorevolissimo,una persona in grado di comunicarlo dovrebbe avere il pieno diritto di morire. Libertà di scelta in ogni caso,senza se e senza ma. Se io non posso disporre della mia vita,quale altro diritto mi resta?


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Ser Arthur Dayne
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Inviato il 02 giugno 2006 12:57

io in teoria son per la libertà. se uno sceglie d farla finita non lo fa a cuor leggero nè con superficialità, credo che sia sempre sintomo di una situazione disperata; d'altro canto se vedessi una persona cara nell'atto di togliersi la vita sarebbe un'assurdità voltarle le spalle pensando "beh, è una sua scelta", dubito che qualcuno agirebbe così.

 

Per altro non so se questo discorso valga anche quando la vita si trasforma in sofferenza indicibile e cronica, come nel caso di malati terminali, qui bisogna fare un discorso realistico: che senso ha mantenere una persona in vita costringendola a soffrire sapendo che ha una prospettiva di vita di max 10 anni e sapendo che la cura per la sua malattia potrebbe arrivare tra 50 anni? solo sperando nella probabilità che la malattia regredisca o ci sia un'improvvisa e fortunata intuizione di qualche medico?

 

analogo discorso si potrebbe fare anche per i malati psichiatrici irrecuperabili con tendenze suicide, prima venivano tenuti con la camicia di forza in stanze dalle pareti imbottite, ora questo credo non si faccia più, quindi di fatto potrebbero commettere suicidio, forse si potrebbe dare questa possibilità, insieme a tutte le altre, anche ai malati terminali che comunque in certi casi son pienamente consapevoli delle proprie azioni


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Alekseij Targaryen
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Alekseij Targaryen
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Inviato il 02 giugno 2006 14:34

Sono favorevole all'eutansia in casi estremi.

 

Per la legge italiana l'eutanasia non è ammissibile in quanto colpisce un diritto soggettivo indisponibile, che è appunto la vita.


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Faedys Targaryen
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Faedys Targaryen
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Inviato il 02 giugno 2006 14:41

A prescindere che sono completamente per la libertà individuale, se essa non interferisce con quella di altri (quindi pedofilia MAI MAI E POI MAI), in tutti i campi ma sono particolarmente a favore dell'eutanasia.

Una persona dovrebbe poter scegliere in piena coscienza se decidere di sopportare una vita di sofferenze che fisicamente non sono sopportabili, o di scegliere l'oblio. Ho letto nei post precedenti che uno dei dubbi di chi è a favore dell'eutanasia è per come regolarsi in caso di impossibilità di comunicare la propria scelta x incapacità di intendere o volere o per coma o altri casi... Da qualche anno ogni maggiorenne dovrebbe tenere nel proprio portafoglio un fogliettino blu che dichiara se si autorizza o meno la donazione dei propri organi; sarebbe poi così diversa la cosa se si facessero dichiarazioni simili per l'eutanasia?

Altro discorso è per i bambini o per le persone che non hanno mai potuto intendere e volere... in quel caso credo che la decisione sarebbe molto più delicata e presa dai tutori legali con l'appoggio di uno staff qualificato, di medici (ci sono concrete possibilità, anche minime, di guarigione?) e di psicologi.

 

Per quanto riguarda la possibilità del detto "finchè c'è vita c'è speranza", io ritengo che si possa parlare di eutanasia solo in casi di malattie allo stato terminale (prima è poco diversa da un suicidio ed è un altro discorso) e se una malattia entra in questo stato è molto vicina alla fine ultima. Mettere fine a giorni di infinite sofferenze è per me un segno di rispetto.

 

Scusatemi se non sono stata abbastanza chiara, ma ho ancora vividi nella mia mente gli ultimi giorni di una mia parente, delle sue grida e le lacrime. Non è un discorso che riesco a prendere con la dovuta freddezza... spero di non aver offeso nessuno.


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Lord Lupo
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Lord Lupo
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Inviato il 02 giugno 2006 17:42

Guarda,quello che so io è che sostanzialmente in Italia oggi il suicidio dovrebbe esser esente da pena,e non costituisce reato dal punto di vista penale.Questo vale anche per il "tentato suicidio".Invece l'ordinamento punisce le attività che lo agevolano (aiuto e istigazione al suicidio).E credo che questa seconda parte sia interessante da valutare quando si parla di eutanasia...anche perchè,se non erro,il bene tutelato nei casi di cui sopra,è la vita.Questo almeno è ciò che so,poi gli avvocati della barriera posson darci una mano in merito =P

 

E' vero in Italia il suicidio non è reato, ragion per cui non lo è neanche il tentativo :D

Un piccolo appunto sul riferimento all'eutanasia...in realtà la norma penale collegata è quella relativa all'omicidio del consenziente (norma questa strettamente connessa all'art. 5 del codice civile, che vieta a chiunque di commettere atti di disposizione del proprio corpo) che, al contrario del suicidio, è sanzionato penalmente anche se in modo meno grave rispetto all'omicidio volontario. Attualmente è questo l'ostacolo normativo al libero esercizio dell'eutanasia.

Personalmente sono favorevole solo su espressa richiesta dell'interessato e solo se, dal punto di vista strettamente medico, il recupero è impossibile...

 

p.s.: scusa Loras, ma tu non studi legge?


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Ser Loras Tyrell
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Inviato il 02 giugno 2006 18:35

p.s.: scusa Loras, ma tu non studi legge?

 

 

OT

 

No Lord,io studio economia della gestione =P Nel piano di studi abbiam una sfilza immensa di diritti,e ti dirò che mi appassionano =P E l'anno prossimo visto il curricola in libera professione per la specialistica,ne sarò sommerso =PPPP

 

FINE OT


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Scuotivento
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Inviato il 02 giugno 2006 19:32

"non ritengo giusto che uno possa decidere se e quando lasciarsi morire/uccidersi. Cessano le sofferenze, ma cessano anche le speranze che, anche se infinitesimali, impediscono cmq di poter dire con certezza assoluta e totale che la situazione non si capovolgerà mai.

Di conseguenza, penso che sia giusto cercare di impedire di compiere questo passo."

 

 

La risposta fondamentale,aldilà di tutte le considerazioni etiche è "Fatti i cavoli tuoi".

Che diritto abbiamo noi di interferire su decisioni estremamente personali,che non ci riguardano e che sopratutto NON DANNO ALCUN DANNO A TERZI?


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Yaenrhys
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Inviato il 02 giugno 2006 20:41

"non ritengo giusto che uno possa decidere se e quando lasciarsi morire/uccidersi. Cessano le sofferenze, ma cessano anche le speranze che, anche se infinitesimali, impediscono cmq di poter dire con certezza assoluta e totale che la situazione non si capovolgerà mai.

Di conseguenza, penso che sia giusto cercare di impedire di compiere questo passo."

 

 

La risposta fondamentale,aldilà di tutte le considerazioni etiche è "Fatti i cavoli tuoi".

Che diritto abbiamo noi di interferire su decisioni estremamente personali,che non ci riguardano e che sopratutto NON DANNO ALCUN DANNO A TERZI?

 

Semplicemente, non posso accettare che la risposta fondamentale vada aldilà di considerazioni etiche.

In caso contrario, e in maniera altrettato semplice, per me non è una risposta accettabile.


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Arvin Sloane
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Inviato il 03 giugno 2006 13:25

Dunque anche quì come nella discussione sulle staminali si pone un problema etico e morale. Chi siamo noi per scegliere quando porre fine alla nostra esistenza ????? O spetta a Dio, sempre ammesso che uno ci creda, porre fine alla nostra vita. Io credo che non sia giusto giocare con la vita, ma non è neppure giusto vedere una persona soffrire che non chiede altro che un po' di misericordia e di smettere di soffrire senza poter far nulla. Con ciò non dico di prendere tutti i malati e ammazzarli tutti come fece Hitler. Bisogna solo rispettare la volontà della persona e avere un briciolo di compassione e misericordia per chi ormai non può più nulla, e aiutarli in un trapasso sereno.

 

:D :wacko: :lol:


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Mornon
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Inviato il 05 giugno 2006 15:52 Autore
Il discorso si fa più complesso se la persona è in stato di malattia terminale, coma o simili, impossibilitata a comunicare come la pensa sull'argomento, e allora la decisione in teoria dovrebbe spettare ai familiari o ai parenti più vicini

In questo caso si potrebbe avere una dichiarazione precedente dell'interessato; lo trovereste accettabile?

 

 

Moralmente mi è impossibile accettare l'eutanasia,come il suicidio (in fondo la vita è la mia no?).Dal punto di vista sociale, son favorevole all'uso di qualsiasi sostanza per alleviare le sofferenze ai malati terminali e favorevole alla possibilità di scegliere individualmente e consapevolmente di porre fine alla propria vita a poche ore dal "manifesto inevitabile decesso"

Potresti approfondire? :D

 

 

Considerando la vita un dono indisponibile [...] non ritengo giusto che uno possa decidere se e quando lasciarsi morire/uccidersi. Cessano le sofferenze, ma cessano anche le speranze che, anche se infinitesimali, impediscono cmq di poter dire con certezza assoluta e totale che la situazione non si capovolgerà mai.

Di conseguenza, penso che sia giusto cercare di impedire di compiere questo passo

E a fronte di queste possibilità infinitesimali è giusto imporre la propria visione morale del mondo a chi non la condivide, a chi magari ha parametri culturali diversi, condannandolo a una vita di sofferenze che non possiamo nemmeno immaginare?

Parentesi: se un diritto è indisponibile, se non posso rinunciarci, è ancora un diritto, o diventa un dovere? Se io non posso porre fine alla mia vita non è diritto alla vita, è dovere di vita.

Sul fatto che i principi di una persona emergano non in condizioni particolari, ma in condizioni normali, onestamente non condivido: per contro si potrebbe dire, e mi pare sensato, che è fin troppo facile avere dei principi, finché questi non vengono messi pesantemente in discussione, mentre i veri principi sono quelli che reggono anche alle pressioni piú forti. Da cui, il vero principio non si vedrebbe nelle situazioni normali, ma proprio in quelle con grandi fattori esterni. I veri principi si vedono quando non c'è nulla che li metta seriamente in discussione? Come dire che l'essere contro la pena di morte per pedofilia esce quando sono i figli degli altri ad aver subito abuso, e non quando sono i nostri; se sono i nostri e i principi vengono meno non importa, perché è una condizione che ci ha messo sotto pressione? Come discorso non mi convince molto...

Per il suicidio da depressione, penso ci sia una differenza non da poco tra una malattia attualmente - e magari da decenni - inguaribile, e una depressione.

 

 

non posso accettare che la risposta fondamentale vada aldilà di considerazioni etiche

Attento a una cosa: non va al di là di considerazioni etiche, al massimo al di là delle tue considerazioni etiche: chi dice "Se non danneggia terzi lascia che decida da solo senza intromettersi" non dà una risposta che ignora considerazioni etiche, ma una che è basata su quelle che sono le sue convinzioni; il punto è che negando l'eutanasia si impongono ad altre persone le proprie convinzioni, in pratica si va al di là delle loro considerazioni etiche, ignorandole.


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khal Rakharo
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Inviato il 05 giugno 2006 18:39
Il discorso si fa più complesso se la persona è in stato di malattia terminale, coma o simili, impossibilitata a comunicare come la pensa sull'argomento, e allora la decisione in teoria dovrebbe spettare ai familiari o ai parenti più vicini

In questo caso si potrebbe avere una dichiarazione precedente dell'interessato; lo trovereste accettabile?

Il problema, mi sembra, è che non si può essere certi di interpretare correttamente le "ultime volontà" dell'interessato, né che queste sue volontà siano ancora valide dopo che sono state formulate.

 

Al massimo potrebbero essere presi come una "deresponsabilizzazione": il paziente terminale ha firmato e ha accettato che in tali condizioni gli venga "staccata la spina", quindi il medico può agire senza problemi di coscienza. Ma sarebbe un po' cinico.

 

 

ah, tra l'altro, se non l'ho ancora detto, io sono favorevole. ;) ma era scontato da parte mia


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Inviato il 06 giugno 2006 14:56

 

Potresti approfondire? ;)

 

Moralmente per me il porre fine alla propria esistenza è un atto che non trova giustificazione alcuna.Al contrario,son favorevolissimo alla "buona morte",ovvero ad applicare tutte le terapie e le vie conosciute per permettere al malato terminale di soffrire il meno possibile,sia a livello fisico che psicologico,nelle varie fasi della malattia.Dal punto di vista della comunità invece,posso capire che ci sia gente che non crede nei miei stessi principi e che non ha il mio sistema valoriale.Pertanto,apro all'ipotesi dell'eutanasia,ma solo ed esclusivamente se figlia di una scelta consapevole,contemporanea alla fase terminale (a poche ore da quello che dovrebbe esser certificato come inevitabile decesso) ed individuale del malato.Negli altri casi,ci son troppi "se",e nel dubbio scelgo la vita.

 

 

Il problema, mi sembra, è che non si può essere certi di interpretare correttamente le "ultime volontà" dell'interessato, né che queste sue volontà siano ancora valide dopo che sono state formulate.

 

Al massimo potrebbero essere presi come una "deresponsabilizzazione": il paziente terminale ha firmato e ha accettato che in tali condizioni gli venga "staccata la spina", quindi il medico può agire senza problemi di coscienza. Ma sarebbe un po' cinico.

 

Esatto,concordo in toto >_>


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Inviato il 06 giugno 2006 18:23

"Negli altri casi,ci son troppi "se",e nel dubbio scelgo la vita."

 

è sempre il solito argomento,e se invece negli altri casi scegliessi la morte? Come me lo impediresti, PERCHè dovresti imperdirmelo!?

 

E se lascio scritto che se son ridotto a vegetale dovete staccare la spina,è ovvio che,senza sterili distinguo, si DEVE ESEGUIRE LA MIA VOLONTà.


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Inviato il 06 giugno 2006 20:24 Autore
Moralmente per me il porre fine alla propria esistenza è un atto che non trova giustificazione alcuna [...] apro all'ipotesi dell'eutanasia,ma solo ed esclusivamente se figlia di una scelta consapevole,contemporanea alla fase terminale (a poche ore da quello che dovrebbe esser certificato come inevitabile decesso) ed individuale del malato

Anche in un caso come quello da me descritto (tra parentesi, caso reale), in cui la scienza non riusciva ad attenuare il dolore e la malattia era terminale all'ultimo stadio (a tutt'oggi causante fenomeni irreversibili), in cui aspettare "poche ore da quello che dovrebbe essere certificato come inevitabile decesso" significherebbe imporgli magari mesi di una simile sofferenza, nell'infinitesima speranza che si trovi un modo per guarirlo?

 

 

Il problema, mi sembra, è che non si può essere certi di interpretare correttamente le "ultime volontà" dell'interessato, né che queste sue volontà siano ancora valide dopo che sono state formulate.

Al massimo potrebbero essere presi come una "deresponsabilizzazione": il paziente terminale ha firmato e ha accettato che in tali condizioni gli venga "staccata la spina", quindi il medico può agire senza problemi di coscienza. Ma sarebbe un po' cinico

Non mi parrebbe cinico: se una persona ha espresso una volontà per tutta la vita, è cinico applicarla quando arrivi il momento? forse è piú irrispettoso non applicarle perché decidiamo - su basi totalmente ipotetiche - che magari ha cambiato idea proprio quando non ha piú potuto comunicare, né verbalmente, né per scritto?


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