A tutti coloro che si oppongono all'eutanasia io auguro di ammalarsi di sclerosi laterale amiotrofica e di finire completamente paralizzati e attaccati a un respiratore: allora mi sapranno dire se vivere in quelle condizioni è vera vita.
Capisco la rabbia, ma augurare le malattie e la morte a chi la pensa diversamente non è il massimo.
Anche aiutare a morire non è compito semplice.
Un medico ha la possibilità di rendere la morte il più "delicata" possibile.
Credo che solo il medico abbia le capacità per scegliere la modalità giusta per rendere meno doloroso il passaggio alla morte...
Anche staccare un respiratore in alcuni casi può essere accanimento se prima non somministri un sedativo.
Il fatto è che solo il medico conosce le reali condizioni del suo paziente e solo lui può, in accordo con l'ammalato, decidere che tipo di modalità usare.
Puntura o staccare un respiratore? In che modo? Con quale tempistica? Chi deve essere presente?
Anche far abortire era qualcosa che sapevano fare moltissime "persone"... spilloni, raggi di ruote delle bici, pezzi di metallo da tenersi dentro per due giorni...
E' soprattutto per evitare che "cani e porci" continuassero a disseminare morte che è stato fatto il referendum sull'aborto..al di là del diritto o meno di poterlo fare.
La stessa cosa vale per l'eutanasia. Se un giorno dovessi decidere per la mia eutanasia, vorrei conoscere la persona che mi aiuterà a morire, sapere che ha ben compreso la mia scelta, le mie motivazioni.
Solo un medico sensibile alla sofferenza umana e con determinate caratteristiche potrà aiutarmi a morire con dignità.
E proprio per questo dovrebbero esserci medici preposti a questo compito.
Aiutare a morire una persona non è facile. Anche se sai di non aver speranza, anche se stai soffrendo... non credo che sia facile scegliere di andarsene. E avere accanto una persona che partecipa al tuo dolore, che ti comprende e che ti accompagna, senza giudicarti, in questo percorso e che sai che ti sarà vicino fino alla fine... ecco, penso ti dia molto coraggio e molta serenità.
L'aborto è un altro paio di maniche in quanto se si agisce in condizioni non sterili si rischia la morte della madre. Da qui la necessità di un intervento vero e proprio.
Fare un'iniezione letale non è poi sta grande difficoltà invece. E' una puntura come le altre, cambia la sostanza (le complicanze di un'iniezione fatta male in questo caso non vanno considerate...). Come a casa si fanno le punture senza andare in ospedale si dovrebbe poter fare anche quella, no? A me sembra più vigliaccheria quella di non voler prendersi carico dell'uccisione di qualcuno scaricandola sulle spalle del medico. Troppo facile.
Provengo da una famiglia cattolica abbastanza osservante. Mia madre crede davvero in Cristo, ma, allo stesso tempo, non ha potuto fare a meno di commuoversi e capire il gesto di Piergiorgo Welby (morto, appunto, per eutanasia).
Negare ad un uomo la fine di indicibili sofferenze? lasciarlo in un letto d'ospedale agonizzante con metri di tubi quando soffre anche solo a respirare? Questa è vita?
No.
Vi cito un testo pragmatico del catechismo del 1992: Ciascuno è responsabile della propria vita di fronte a Dio che gliel'ha donata. è lui che ne rimane il sovrano padrone. Noi siamo gli amministratori, non i proprietari della vita che Dio ci ha affidato.
Non ne disponiamo.
L'eutanasia, come il suicidio, mette a nudo il problema stesso del senso della vita: cos'è la vita? è un dono? Un dovere? Un tragitto? Un bene di consumo? Da usare o da gettare via a piacimento? L'uomo è l'amministratore o il padrone della sua vita?
Mi dispiace tanto ma io penso che tutti vogliano essere padroni della propria vita. E ognuno è libero di fare le sue scelte e se ne prende le responsabilità.
Un conto è avere un parere contrario (sono contro l'eutanasia, stop) un conto è voler imporre con una legge il proprio parere (sono contro l'eutanasia, non potete morire finchè non ve lo dico io). Un conto è non staccare la spina ad un uomo che è in coma e non ha nessuna percezione di quello che gli succede intorno, perciò nemmeno sofferenza, un conto è costringere a vivere un uomo che non è più un uomo, ma il prolungamento di macchinari, che soffre orribilmente.
Magari sarebbe meglio affidare il compito ad un medico specializzato come diceva V_Eyev. La mia madrina che è medico, per esempio, si è indignata alla morte di Welby. "Il nostro lavoro è far vivere" Se dovesse mai essere approvato un referendum non bisognerà costringere tutti i medici a farlo, solo a chi vuole.
Siccome si tratta comunque di una legge individuale e non collettiva che mirerebbe ad un numero (grazie al cielo) molto ristretto, possibilmente di casi realmente estremi, con nessuna speranza, non vedo perchè non approvarlo. La vita può essere tua oppure di Dio, ma di certo non ne sono padroni gli altri, perciò se uno decide di morire lo deve fare consapevolmente e magari troverà un Dio a giudicarlo, dopo, ma è affare suo, non di tutti.
:mellow:
La mia madrina che è medico, per esempio, si è indignata alla morte di Welby. "Il nostro lavoro è far vivere" Se dovesse mai essere approvato un referendum non bisognerà costringere tutti i medici a farlo, solo a chi vuole.
Mi sa tanto che solo chi fa parte della categoria avverte il problema per il medico...
E' esattamente quello che dico io. Il nostro lavoro è far vivere. L'uccisione non deve essere prerogativa del medico.
non quoto, anche perchè non mi riesce... :mellow:
ma soprattutto perchè alla fine per me il discorso si riduce ad un assunto molto semplice...
penso che l'eutanasia rappresenti una scelta che va data, individualmente, ad ognuno, a certe condizioni. esattamente come l'aborto, o la possibilità di sancire un'unione di fatto.
non tanto perchè io sia favorevole a tutte queste cose, quanto perchè la scelta deve essere garantita.
con riguardo all'eutanasia, poi ,sono d'accordo, e mi spiego, iniziando con una domanda:
quando è che la vita non c'è più? quando si ferma il cervello? quando si smette di respirare? quando il cuore si ferma?
secondo me no. secondo me la vita smette di essere vita quando diventa una semplice esistenza. rimanere bloccati su un letto, muovendo solo gli occhi, non è vita. è esistenza. e sono due cose ben diverse. abbiamo una coscienza, dei sentimenti, dei desideri, dei rimpianti, tutti quanti noi. e soprattutto abbiamo una dignità, anche morendo. e allora mi chiedo che dignità ci può essere nel dover vivere in una stanza attaccati ad una macchina che pompa ossigeno, che dignità c'è nel non potersi lavare, o controllare il proprio intestino. siamo alla pura e semplice esistenza. la vita è vita perchè c'è la morte, inutile negarlo. altrimenti è esistenza. ma la vita è vita anche e specialmente perchè è un'attività relazionale, dinamica, multiforme. il malato terminale questa vita non ce l'ha. e chiedere di porre fine ad un'esistenza non è sbagliato. è solo giusto.
circa gli aspetti giuridici, lo so che la vita è un diritto indisponibile. ma qui ritorna il concetto del limite. giuridicamente, possiamo anche domandarci se la vita in uno stato del genere sia ancora vita, e risponderci che mantenere in esistenza un malato come welby, o nuvoli, o chi altro, è solo una violenza. nemmeno un accanimento, ma una violenza.
lasciamo che siano gli interessati a decidere, lasciamo che, a certe condizioni da specificare, si possa scegliere di morire dignitosamente, oppure continuare a stare così. ma lasciamo la scelta.
è la possibilità di scelta che ci rende umani.
Il nostro lavoro è far vivere. L'uccisione non deve essere prerogativa del medico.
Concordo in pieno. Il medico non può essere obbligato a togliere la vita ad una persona. Fermo restando che questà facoltà può benissimo essere attribuita ad altri.
Che il lavoro del medico sia far vivere non lo trovo ragionevole.
Primo non si tratterebbe di un obbligo, ma di una scelta.
Un medico può scegliere di "specializzarsi" o più semplicemente di aiutare una persona a non soffrire più.
Compito del medico è curare, dove possibile, la malattia. E non è mantenere in vita tutti a tutti i costi.
Se davvero siete convinti che il compito del medico è far vivere a tutti i costi... beh..a mio parere vi state considerando alla pari di Dio. Pensate di avere il potere di decidere della vita degli altri al loro posto.
Credo si debba fare ogni tentativo per salvare vite umane e aiutare le persone più deboli o malate.
Ma se consapevolmente una di queste persone volesse mettere fine alla sua vita, chi sono io per negare questa sua scelta?
Quando bambini di 3-4 anni malati di cancro terminale chiedono di morire perchè la sofferenza è insopportabile, come fate a guardarli negli occhi e dire "no, devi vivere perchè io sono un medico e salvo vite umane"? Quando i loro genitori vi supplicano con gli occhi di far cessare la sofferenza e il dolore del loro bambino... come fate a dir loro "no, vostro figlio deve vivere"?
Concordo pienamente con Skie Lannister: la vita smette di essere tale quando si riduce ad esistenza.
E... non tutti i medici la pensano come te, Aggo, basti pensare al medico cattolico che si sta muovendo per rendere possibile l'eutanasia.
Compito del medico è curare, dove possibile, la malattia. E non è mantenere in vita tutti a tutti i costi.
Il nostro lavoro è far vivere. L'uccisione non deve essere prerogativa del medico.
Da profano in materia trovo che entrambe le frasi in parte corrette e in parte non precise.
Il Medico offre un servizio, quello di assistenza sanitaria, ma il tipo di servizio lo decide il paziente. Se un malato decidere di porre fine alle sue sofferenze dopo mesi di agonia, è comunque una richiesta di assistenza sanitaria. Poi il medico può cercare di dire la sua e illustrare al paziente tutte le altre strade che si potrebbero prendere, ma se la volontà del paziente è quella di finirla con le sofferenze penso che debba essere rispettata.
Che il lavoro del medico sia far vivere non lo trovo ragionevole.
Primo non si tratterebbe di un obbligo, ma di una scelta.
Un medico può scegliere di "specializzarsi" o più semplicemente di aiutare una persona a non soffrire più.
Compito del medico è curare, dove possibile, la malattia. E non è mantenere in vita tutti a tutti i costi.
Se davvero siete convinti che il compito del medico è far vivere a tutti i costi... beh..a mio parere vi state considerando alla pari di Dio. Pensate di avere il potere di decidere della vita degli altri al loro posto.
Credo si debba fare ogni tentativo per salvare vite umane e aiutare le persone più deboli o malate.
Ma se consapevolmente una di queste persone volesse mettere fine alla sua vita, chi sono io per negare questa sua scelta?
Quando bambini di 3-4 anni malati di cancro terminale chiedono di morire perchè la sofferenza è insopportabile, come fate a guardarli negli occhi e dire "no, devi vivere perchè io sono un medico e salvo vite umane"? Quando i loro genitori vi supplicano con gli occhi di far cessare la sofferenza e il dolore del loro bambino... come fate a dir loro "no, vostro figlio deve vivere"?
Concordo pienamente con Skie Lannister: la vita smette di essere tale quando si riduce ad esistenza.
E... non tutti i medici la pensano come te, Aggo, basti pensare al medico cattolico che si sta muovendo per rendere possibile l'eutanasia.
Mettendo da parte il medico cattolico che si batte per l'eutanasia, prendi il generico medico che non se la sente di uccidere, per un qualsiasi motivo che può essere etico e/o religioso, un malato terminale. Cosa fai? lo costringi o cerchi invece qualche persone disposta a svolgere questo compito?
Libertà di scelta per un malato terminale, ma anche libertà di scelta per chi deve eseguire questo compito.
Libertà di scelta per un malato terminale, ma anche libertà di scelta per chi deve eseguire questo compito.
Giustissimo, si cerca qualcuno disposto a farlo. Non è detto che non lo possano fare anche i familiari. Naturalmente con la dovuto assistenza.
oh, è chiaro che la libertà di scelta deve esserci anche per i medici, esattamente come per la pratica dell'aborto...lo sottointendevo, ma è una cosa irrinunciabile...
Si, anche il medico deve avere libertà di scelta. Mi pareva chiaro.
Ci sono medici abortisti e medici obiettori. Lo stesso può essere per l'eutanasia.
Il medico che non se la sente è giusto che non sia obbligato. Altrimenti ritorniamo al problema di fondo che è la libertà di scegliere.
Compito del medico è curare, dove possibile, la malattia. E non è mantenere in vita tutti a tutti i costi.
Il suo compito è anche quello di non togliere deliberatamente la vita, però.
Ripeto, una scelta di coscienza non può essere imposta, non è giusto. Ci sono tante persone che possono "staccare la spina": lo facciano loro stesse, anzichè delegare.
non quoto, anche perchè non mi riesce
Il pulsante "quota" sotto ogni messaggio :mellow:
Comunque, tra aborto, almeno in alcuni casi, ed eutanasia vedo una differenza a mio parere non da poco, nel valutare se dare o no la possibilità d'obiezione.
Eutanasia: "Non voglio farlo"; si cerca qualcuno che voglia farlo, e il malato soffrirà un po' di piú. Discutibile se sia da fare, ma dopo aver sofferto quel po' di piú avrà ciò che vuole.
Aborto: "Non voglio farlo"; si cerca qualcuno che voglia farlo, e nel frattempo la madre muore.
Nel secondo caso, quando sia in pericolo la vita della madre, onestamente sarei dubbio sul dare il diritto d'obiezione...
Il suo compito è anche quello di non togliere deliberatamente la vita
Il suo compito è anche lenire la sofferenza; laddove queste due cose entrino in contrasto la scelta sta al singolo, ma penso non sia da dimenticare quel contrasto :wacko: