Il problema, mi sembra, è che non si può essere certi di interpretare correttamente le "ultime volontà" dell'interessato, né che queste sue volontà siano ancora valide dopo che sono state formulate.Al massimo potrebbero essere presi come una "deresponsabilizzazione": il paziente terminale ha firmato e ha accettato che in tali condizioni gli venga "staccata la spina", quindi il medico può agire senza problemi di coscienza. Ma sarebbe un po' cinico
Non mi parrebbe cinico: se una persona ha espresso una volontà per tutta la vita, è cinico applicarla quando arrivi il momento? forse è piú irrispettoso non applicarle perché decidiamo - su basi totalmente ipotetiche - che magari ha cambiato idea proprio quando non ha piú potuto comunicare, né verbalmente, né per scritto?
stai confondendo i due scenari che ho prospettato, temo.
Non sarebbe irrispettoso rispettare le sue volontà, ma il problema è essere certi che l'idea non sia stata cambiata. A questo punto si ritorna nel problema etico di prima, che dice che bisogna sperare fino all'ultimo. Insomma, temo che queste volontà non darebbero garanzie etiche sufficienti.
Ma sarebbe cinico se succedesse, e potrebbe succedere, che le volontà espresse vengano usate contro il malato terminale, cioè che a un dato momento il dottore si senta legittimato a praticare l'eutanasia, anche se magari a suo giudizio potrebbe non essere una cosa da farsi.
;) spero che sia più chiaro. E, ripeto, queste sono discussioni generali; io personalmente sono a favore dell'eutanasia e limito i miei problemi etici.
Moralmente per me il porre fine alla propria esistenza è un atto che non trova giustificazione alcuna.
Il problema sta tutto qui secondo me, moralmente per te non è accettabile ma per qualcun altro potrebbe esserlo o potrebbero non interessargli le possibili problematiche morali, ora a questo punto come si decide ? facciamo di tutta l'erba un fascio e applichiamo le convinzioni di alcuni (magari anche la maggioranza della popolazione) sulla vita di tutti gli altri ?
La vita è mia, perchè qualcun altro dovrebbe decidere su di essa ? con quale diritto ?
Si passerebbe dal diritto alla vita al dovere alla vita, anche a una vita di sofferenza, perchè qualcun altro comodamente seduto alla poltrona di casa possa sentirsi la coscienza apposto e andare a dormire sereno ? no mi spiace ma non lo posso accettare.
Non sarebbe irrispettoso rispettare le sue volontà, ma il problema è essere certi che l'idea non sia stata cambiata
Forse non era chiarissimo quello che intendevo ;) Io mi chiedevo se non applicarle sarebbe irrispettoso: certo, la possibilità che abbia cambiato idea esiste, ma quanto è probabile? Fino a un'ora fa poteva comunicare e non ha detto nulla, ha senso non eseguire le sue volontà perché magari proprio quando ha perso la possibilità di comunicare ci ha ripensato?
"Negli altri casi,ci son troppi "se",e nel dubbio scelgo la vita."
è sempre il solito argomento,e se invece negli altri casi scegliessi la morte? Come me lo impediresti, PERCHè dovresti imperdirmelo!?
E se lascio scritto che se son ridotto a vegetale dovete staccare la spina,è ovvio che,senza sterili distinguo, si DEVE ESEGUIRE LA MIA VOLONTà.
Il problema è che nella sofferenza molta gente cambia le proprie convinzioni.La madre della mia amica dopo il cancro ha cambiato radicalmente opinione, e proprio durante la malattia ha manifestato una rinnovata voglia di vivere e lottare.Io nel dubbio personalmente non mi sento di ammazzare nemmeno uno che me lo ha chiesto il mese o l'anno prima.Finchè c'è vita c'è qualche speranza,nella morte no.Probabilmente i medici non sarebbero d'accordo con me e ti accopperebbero senza pensarci comunque,stai sereno ;)
Moralmente per me il porre fine alla propria esistenza è un atto che non trova giustificazione alcuna [...] apro all'ipotesi dell'eutanasia,ma solo ed esclusivamente se figlia di una scelta consapevole,contemporanea alla fase terminale (a poche ore da quello che dovrebbe esser certificato come inevitabile decesso) ed individuale del malatoAnche in un caso come quello da me descritto (tra parentesi, caso reale), in cui la scienza non riusciva ad attenuare il dolore e la malattia era terminale all'ultimo stadio (a tutt'oggi causante fenomeni irreversibili), in cui aspettare "poche ore da quello che dovrebbe essere certificato come inevitabile decesso" significherebbe imporgli magari mesi di una simile sofferenza, nell'infinitesima speranza che si trovi un modo per guarirlo?
Innanzitutto è un caso estremo.Tuttavia è un caso possibile,dici tu stesso che è reale.In quel caso su espressa scelta individuale del malato,per me si potrebbe concedere.Ma non scomodiamo zii e parenti vari.deve essere volontà espressa e "contemporanea" del malato.
Moralmente per me il porre fine alla propria esistenza è un atto che non trova giustificazione alcuna.
Il problema sta tutto qui secondo me, moralmente per te non è accettabile ma per qualcun altro potrebbe esserlo o potrebbero non interessargli le possibili problematiche morali, ora a questo punto come si decide ? facciamo di tutta l'erba un fascio e applichiamo le convinzioni di alcuni (magari anche la maggioranza della popolazione) sulla vita di tutti gli altri ?
La vita è mia, perchè qualcun altro dovrebbe decidere su di essa ? con quale diritto ?
Si passerebbe dal diritto alla vita al dovere alla vita, anche a una vita di sofferenza, perchè qualcun altro comodamente seduto alla poltrona di casa possa sentirsi la coscienza apposto e andare a dormire sereno ? no mi spiace ma non lo posso accettare.
Si vabbè,ma almeno leggete tutto il post prima di rispondere porca miseria.Cosa ho scritto?PER ME MORALMENTE.Poi o proseguito e ho parlato di COMUNITA'.Il concetto comunità comprende gli altri,e agli altri ho detto che non volgio imporre nulla,ed infatti ho aperto all'eutanasia in casi critici e particolari.Ed è la stessa cosa che ho scritto nel primo reply.Se poi esprimere opinioni personali e aprire in certi casi è imposizione,allora evito anche di replicare.
riguardo all'eutanasia sono d'accordo,ma solo quando ormai non vi è certezza di guarigione,e sopratutto bisogna stare molto attenti e andarci coi piedi di piombo o arriveremo a vedere cose molto brutte...
poi mi ritrovo col pensiero di fra mi pare di dare una morte dignitosa a chi è arrivato alla fine,e questo non mi sembra certo un insulto alla vita anzi mi pare un gesto di carità!
poi ovviamente l'argomento ha tante sfacettature e l'ora è tarda domani magari mi spiego meglio!
Discutendo altrove sull'eutanasia, mi è venuta in mente una considerazione: in caso di referendum sull'eutanasia, molti cattolici voterebbero contro; ma a questo punto vorrei che mi spiegassero due cose: Dio ci ha dato il libero arbitrio. Chi sono loro per togliermelo? E... la seconda è delicata, vi chiederei alcune cose: non equivocatela, non prendetela per generalizzante (ossia, quando dirò che parte di un gruppo fa una cosa, non voglio dire che tutto il gruppo la faccia), non leggete ciò che non è scritto. La seconda: molti quando arriva un immigrato che vuole farci seguire la sua cultura se la prendono; parte degli stessi cattolici non vogliono queste "intromissioni" (vedi presepi, crocifissi, ecc.); quando un terrorista fa un attentato con l'idea che la nostra cultura sia sbagliata, tutti ci indignamo; quando un islamico cerca di fare in modo di imporre il culto coranico, non lo accettiamo.
Ora, domanda: a parte che nei mezzi, qual è la differenza tra un islamico che voglia imporre la sua ideologia (il Corano, cercando di imporre la legge coranica), un terrorista che voglia imporre la sua ideologia (contro il capitalismo, attentato), e un cattolico che voglia imporre la sua ideologia (niente eutanasia, referendum)? Sono tre casi in cui le persone sono convinte che esista una sola morale, che questa unica morale sia la propria, che gli altri si ingannino credendo diversamente, tre persone che, con mezzi diversi (e diversamente condannabili), di fatto cercano di imporre la propria ideologia agli altri; a questo punto un cattolico che voterebbe "no" a quel teorico referendum, ma che si indignasse quando un islamico volesse imporgli il Corano, qualora a dargli fastidio sia l'imposizione mi spieghi, al di là dei mezzi, quale sarebbe la differenza; e spieghi perché io (impersonale), ateo, dovrei condannare il comportamento dell'islamico, ma accettare quello del cattolico. Sono casi perfettamente analoghi, il cattolico teorico dell'esempio condanna una cosa perché non gli si impongano ideologie, e poi fa la stessa cosa, imponendo ideologie.
secondo me un cattolico non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione, che tra
parentesi è anche quella della cosituzione...... poi una persona può essere più o meno d'accordo e
"condannare" questa idea. premettendo che sono cattolico e che a un referendum sull'eutanasia voterei no ameno che non fosse con regole ferree e solo per malati in punto di morte certa, se si dovesse fare un referendum i cattolici è vero che rispettano il libero arbitrio, ma è anche vero che la vita è un dono di dio e l'uomo non ha il diritto di distruggerla agli altri, omicidio, ne di togliersela da solo, suicidio. secondo me il punto di vista deella chiesa è questo e può essere più o meno condivisibile.
ciao :)
secondo me un cattolico non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione, che tra
parentesi è anche quella della cosituzione...... poi una persona può essere più o meno d'accordo e
"condannare" questa idea. premettendo che sono cattolico e che a un referendum sull'eutanasia voterei no ameno che non fosse con regole ferree e solo per malati in punto di morte certa, se si dovesse fare un referendum i cattolici è vero che rispettano il libero arbitrio, ma è anche vero che la vita è un dono di dio e l'uomo non ha il diritto di distruggerla agli altri, omicidio, ne di togliersela da solo, suicidio. secondo me il punto di vista deella chiesa è questo e può essere più o meno condivisibile.
ciao :)
Sì ma votando a un referendum non rimarebbe solo un loro punto di vista ma vorrebbe che si diventasse il punto di vista di tutti. Perchè chi è cattolico non si limita ad applicare la propria morale alla propria vita e non lascia fare lo stesso agli altri ? parlo ovviamente riguardo sola alla scelta di un eutanasia personale non su altri
certo, ma questo mi sembra giusto.....
tu quando vai a votare ad un referendum vai a votare ciò che per te è giusto e se vinci anche chi non
è d'accordo lo deve accettare, non vedo perchè in questo caso e perchè ci sono i cristiani la cosa dovrebbe risultare diversa
certo, ma questo mi sembra giusto.....
tu quando vai a votare ad un referendum vai a votare ciò che per te è giusto e se vinci anche chi non
è d'accordo lo deve accettare, non vedo perchè in questo caso e perchè ci sono i cristiani la cosa dovrebbe risultare diversa
C'è una differenza sostanziale (sostanziale almeno per me), che se si apporova l'eutanasia personale chi ha votato a favore potrà fare ciò che ritiene giusto (cioè eutanasia) così chi ha votato contro avrà ugualmente ciò che per lui è giusto ( cioè è libero di non praticarla se lo ritiene innaccettabile). Nel caso opposto invece avremmo una parte che non viene accontentata.
Ovviamente mi si potrebbe dire che un cattolico non ritiene giusto che nemmeno qualcun altro possa praticare l'eutanasia e quindi sentirsi in dovere di impedirlo se può; effettivamente è così.
Però in questo caso io metto la libertà personale al primo posto, questione di POV
secondo me un cattolico non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione, che tra parentesi è anche quella della cosituzione[...]
se si dovesse fare un referendum i cattolici è vero che rispettano il libero arbitrio, ma è anche vero che la vita è un dono di dio e l'uomo non ha il diritto di distruggerla agli altri, omicidio, ne di togliersela da solo, suicidio
Però se Dio ci ha dato la libertà di scelta, chi è l'Uomo per toglierla? Dici che "l'uomo non ha il diritto di distruggerla [la vita] agli altri, omicidio, ne di togliersela da solo, suicidio"; a parte la soggettività di questo (non c'è niente a provare che non abbia il diritto di togliersela), replico "Che diritto ha l'Uomo di negare quel libero arbitrio che Dio stesso gli ha donato?". Anche fosse vero che non ha diritto sulla vita, se i cattolici rispettano il libero arbitrio allora non impongono la scelta, sarà poi Dio a decidere (il Giudice è Dio, no?); se negano tale scelta, vanno contro ciò che dovrebbero rispettare, togliendo ciò che Dio ha dato.
Sull'imposizione, perché non lo sarebbe? La sua ideologia contempla "No all'eutanasia", e seppur con mezzi legali cerca di far sí che questa sia imposta a tutti, anche a chi non la condivide; è imposizione, di fatto.
Secondo il tuo ragionamento si potrebbe dire che "un islamico non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione", che "un terrorista non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione"; certo, i mezzi usati per tale difesa sono differenti, e nel caso del terrorista sono anche estremi e violenti; ma perché non caso del cattolico non sarebbe imposizione? Personalmente non vedo la differenza, se non, come detto, nei mezzi. E nel fatto che il cattolicesimo è piú vicino alla nostra cultura, ma sempre di imposizione si tratta.
È vero che quello che esce da un referendum deve venire accettato da tutti, e che il referendum è legale, infatti ho esplicitamente parlato di differenza di mezzi; però una cosa è un referendum che tocchi la vita di tutti (federalismo), un'altra è uno che non tocca i cattolici, se questi scelgono di non applicarlo (eutanasia). Se io (impersonale) cattolico sono contro l'eutanasia, e, nonostante il fatto che la tua (impersonale) scelta di applicarla non mi tocchi minimamente, scelgo di negarti la possibilità di scelta, cosa sto facendo se non imporre l'ideologia cattolica?
Come giustamente detto, introdurre la possibilità dell'eutanasia non impone ideologie (sei contrario? non la applichi. Sei favorevole? la applichi), mentre negare tale possibilità ne impone.
mi si potrebbe dire che un cattolico non ritiene giusto che nemmeno qualcun altro possa praticare l'eutanasia e quindi sentirsi in dovere di impedirlo se può; effettivamente è così
Però si rientra in quanto da me detto: imposizione della propria ideologia sugli altri, e negazione di quel libero arbitrio che, per i cattolici, Dio stesso ci ha donato.
secondo me un cattolico non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione, che tra parentesi è anche quella della cosituzione[...]
se si dovesse fare un referendum i cattolici è vero che rispettano il libero arbitrio, ma è anche vero che la vita è un dono di dio e l'uomo non ha il diritto di distruggerla agli altri, omicidio, ne di togliersela da solo, suicidio
Però se Dio ci ha dato la libertà di scelta, chi è l'Uomo per toglierla? Dici che "l'uomo non ha il diritto di distruggerla [la vita] agli altri, omicidio, ne di togliersela da solo, suicidio"; a parte la soggettività di questo (non c'è niente a provare che non abbia il diritto di togliersela), replico "Che diritto ha l'Uomo di negare quel libero arbitrio che Dio stesso gli ha donato?". Anche fosse vero che non ha diritto sulla vita, se i cattolici rispettano il libero arbitrio allora non impongono la scelta, sarà poi Dio a decidere (il Giudice è Dio, no?); se negano tale scelta, vanno contro ciò che dovrebbero rispettare, togliendo ciò che Dio ha dato.
Sull'imposizione, perché non lo sarebbe? La sua ideologia contempla "No all'eutanasia", e seppur con mezzi legali cerca di far sí che questa sia imposta a tutti, anche a chi non la condivide; è imposizione, di fatto.
Secondo il tuo ragionamento si potrebbe dire che "un islamico non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione", che "un terrorista non impone ideologie, cerca solo di difendere la sua posizione"; certo, i mezzi usati per tale difesa sono differenti, e nel caso del terrorista sono anche estremi e violenti; ma perché non caso del cattolico non sarebbe imposizione? Personalmente non vedo la differenza, se non, come detto, nei mezzi. E nel fatto che il cattolicesimo è piú vicino alla nostra cultura, ma sempre di imposizione si tratta.
È vero che quello che esce da un referendum deve venire accettato da tutti, e che il referendum è legale, infatti ho esplicitamente parlato di differenza di mezzi; però una cosa è un referendum che tocchi la vita di tutti (federalismo), un'altra è uno che non tocca i cattolici, se questi scelgono di non applicarlo (eutanasia). Se io (impersonale) cattolico sono contro l'eutanasia, e, nonostante il fatto che la tua (impersonale) scelta di applicarla non mi tocchi minimamente, scelgo di negarti la possibilità di scelta, cosa sto facendo se non imporre l'ideologia cattolica?
Come giustamente detto, introdurre la possibilità dell'eutanasia non impone ideologie (sei contrario? non la applichi. Sei favorevole? la applichi), mentre negare tale possibilità ne impone.
il mio punto di vista però è: io cattolico sto cmq difendendo una mia posizione che poi è la stessa della coastituzione,
perchè di fatto per ora è così. sono d'accordo sul fatto che se si vince può sembrare un imposizione dell'ideologia cattolica, ma secondo me non è così, perchè in un referendum dubito fortemente che la metà dei votanti siano cattolici.
cmq non avevo compreso bene il vostro punto di vista, più che legittimo tra parentesi. dico che personalmente non sono del tutto a sfavore dell'eutanasia, la reputo attuabile però, come ho già detto, solo in casi veramente estremi.
poi resto dell'idea che la nostra vita "apartiene a Dio"
ciao ;)
sono d'accordo sul fatto che se si vince può sembrare un imposizione dell'ideologia cattolica, ma secondo me non è così, perchè in un referendum dubito fortemente che la metà dei votanti siano cattolici
Il fatto che nel referendum la metà devi votanti non sarebbe cattolica non toglie il fatto che la vittoria del "no" sarebbe un'imposizione: se in un simile referendum vincesse il "no", allora si avrebbe un'imposizione concreta. Ma il voler che vinca il "no" è volere che la morale cattolica venga imposta. A me non sembra un'imposizione, di fatto lo è. Potrò sbagliare, ma ancora non vedo come mai non sarebbe cosí.
non sono del tutto a sfavore dell'eutanasia, la reputo attuabile però, come ho già detto, solo in casi veramente estremi
Cosa intendi con "veramente estremi"? ;)
poi resto dell'idea che la nostra vita "apartiene a Dio"
E il mio libero arbitrio appartiene al prossimo? Non parlo del tuo caso specifico, visto che in casi estremi ti sei detto favorevole, in generale: se la vita appartiene a Dio (concetto discutibile), il mio libero arbitrio appartiene a un altro al punto che può dirmi "No, ti impongo di restare in vita"?
sono d'accordo sul fatto che se si vince può sembrare un imposizione dell'ideologia cattolica, ma secondo me non è così, perchè in un referendum dubito fortemente che la metà dei votanti siano cattoliciIl fatto che nel referendum la metà devi votanti non sarebbe cattolica non toglie il fatto che la vittoria del "no" sarebbe un'imposizione: se in un simile referendum vincesse il "no", allora si avrebbe un'imposizione concreta. Ma il voler che vinca il "no" è volere che la morale cattolica venga imposta. A me non sembra un'imposizione, di fatto lo è. Potrò sbagliare, ma ancora non vedo come mai non sarebbe cosí.
non sono del tutto a sfavore dell'eutanasia, la reputo attuabile però, come ho già detto, solo in casi veramente estremiCosa intendi con "veramente estremi"? ;)
poi resto dell'idea che la nostra vita "apartiene a Dio"E il mio libero arbitrio appartiene al prossimo? Non parlo del tuo caso specifico, visto che in casi estremi ti sei detto favorevole, in generale: se la vita appartiene a Dio (concetto discutibile), il mio libero arbitrio appartiene a un altro al punto che può dirmi "No, ti impongo di restare in vita"?
per casi estremi intendo in punto di morte certa e senza possibilità di concedere un trapasso indolore,
in quel caso penso che sarebbe un gesto caritatevole.
quando dico appartiene intendo dire che è un dono che Lui ci ha fatto e che è un peccato enorme buttarla via o rinunciarci (il suicidio infatti è un peccato molto grave), non intendo dire che Lui deve decidere della nostra vita, anche perchè la libertà è uno dei più grandi doni che ci ha fatto.
per quanto riguarda il referendum non ho ancora capito questa cosa dell'imposizione:
provo a spiegarmi con un esempio: io Stato decido che drogarsi è sbagliato e metto in galera chi abbia più di un tot. di droga. ma anche qui allora è un imposizione, sono io che decido se drogarmi o meno, non cambia niente agli altri. non so se mi sono spiegato.
ciao ^_^
per quanto riguarda il referendum non ho ancora capito questa cosa dell'imposizione:provo a spiegarmi con un esempio: io Stato decido che drogarsi è sbagliato e metto in galera chi abbia più di un tot. di droga. ma anche qui allora è un imposizione, sono io che decido se drogarmi o meno, non cambia niente agli altri. non so se mi sono spiegato.
ciao biggrin.gif
Vedi, secondo me uno stato non dovrebbe necessariamente legiferare su cosa sia "giusto" o "sbagliato", ma più che altro su cosa è "antisociale" o "meno", cioè se un comportamente compromette la stabilità della macchina sociale o mette in pericolo o crea danno ai membri della collettività.
Drogarsi non è sbagliato in senso assoluto solo può creare problemi sociali e per questo viene impedito; notare che comunque in altri paesi non è vietato a tutti i livelli.
Se invece io malato, anche non a un giorno dal decesso, decido di non voler comunque continuare per motivi miei , quale problema creo alla società ? quale peso in più do ? perchè mi dovrebbe essere imposto un qualocosa che non ha nessuna finalità sociale ?