le leggi non dovrebbero essere fatte su base religiosa... ma in concreto è fattibile? cioè, forse possiamo anche escludere la formante religiosa, ma non la formante tradizionale (qual'èì il motivo che giustifica la bigamia? socialismo di fondo? parità tra uomo e donna? notevoli restrizioni alla libertà di identificare i propri eredi? giudice che applica il diritto e non crea? tutela del consumatore? la rispost è: tradizione)
sono regole che non sono state poste sulla base del non ledere i diritti altrui (bigamia, giudice buorocrate e non creatore del diritto... chi si dannaggia?), oppure causano discriminazioni (perchè non posso lasciare tutti i miei beni al gatto? perchè il consumatore deve essere più tutelato?), ma sulla base di tradizioni senza logica.
E queste tradizioni sono immensamente influenzate dalla religione...
quindi possiamo veramente dirci "sopra" ogni influeza religiosa?
ragazzi, la questione del crocifisso la state impostando male. perchè la vedete dal punto di vista dell'integrazione, e non da quello della laicità. se uno stato è sopra la religione, ma non contro, non c'è motivo per mantenere un simbolo religioso in classe (ben diverso se la ragione fosse l'integrazione di altre religioni. perchè lì si combatterebbero 2 religioni, e non si parlerebbe di laicità. in quel caso sarei d'accordo, come lo sono stato in casi recenti, nel mantenerlo). ora, però, togliere un crocifisso dalle classi viene visto ocme qualcosa CONTRO la religione cattolica, mentre è semplicemente una presa di posizione: lo stato è diverso dalla chiesa, quindi non ha niente a che vedere con la religione, quale che sia. non pongo la questione in termini di sensibilità personale, quanto in termini di semplice prevalenza delle istituzioni rispetto alla religione, che deve trovar posto in altri luoghi. e togliere il crocifisso non porta necessariamente all'abolizione del presepe, anche perchè non tutte le scuole lo fanno, o lo facevano. per esempio nella mia scuola elementare (e sto parlando degli anni 80) non si faceva. però magari facevamo la recita di natale. ora, fare o non fare un presepe è evento e decisione legata ad una ricorrenza festeggiata da tutti, e infatti da quel che so nessuno si è mai lamentato. se un musulmano si sente offeso, fatti suoi. se vuole che suo figlio conosca il corano lo mandi in moschea. così come se un cristiano vuole che suo figlio conosca il vangelo, lo mandi in chiesa. ma questo non c'entra con la celebrazione di una festa religiosa, che tutti indistintamente festeggiano, credenti o meno.
@balon: l'idea di sostituire il natale con la festa della dea ragione è l'esatto opposto della laicità di cui discutiamo. se lo stato laico non è contro, ma al di sopra della religione, allora non ha senso cambiare la festa in questo modo....
se lo stato laico non è contro, ma al di sopra della religione, allora non ha senso cambiare la festa in questo modo....
perchè no? le strade sono un luogo pubblico tanto quanto la scuola... perchè mai i cori dei bambini della parrocchia dovrebbero poter cantare "tu scendi dalle stelle"? o fare il presepe vivente?
qualcuno potrebbe offendersi...
prima di dire che i fratelli possono sposarsi, reputo che si dovrebbe rispondere (a livello statale per fare la legge, e personale nell'affrontare la questione) almeno a quei quesiti :wacko:
condivido...proprio per questo penso sia troppo semplicistico dire "se non fa male a nessuno..." essendo questo un principio troppo indeterminato.
quindi possiamo veramente dirci "sopra" ogni influeza religiosa?
è proprio questo il punto. La morale comune (perlomeno alla maggior parte delle coscienze ed in questo determinato momento storico) è infarcita di influenze religiosa anche se - fortunatamente - non è coincidente con questa e - ancor più fortunatamente - non è immutabile o quasi ma si trasforma e si adegua con l'evolversi della società, nel bene e nel male.
Per questo è importante - lo ripeterò fino alla nausea - avere dei principi determinati e chiari sui quali confrontarsi perchè l'indeterminatezza e l'ignoto generano incertezza, cosa che uno Stato (se vuole essere forte, nel senso di mantenere autorità sui consociati) non può permettere.
però è anche dimostrato in più occasioni la presenza di preti cattolici che non sono proprio dei "stinchi di santo" e direi che l'analogia ci stà tutta..
Premettendo che sono favorevole alla costruzione di moschee, seppur con un forte controllo dello Stato e con una limitazione al numero, l'analogia non la vedo proprio. E comunque il timore deve essere sentito dalla collettività non dal singolo. La collettività non è di certo spaventata dalla presenza delle parrocchie e degli oratori, anzi gli oratori sono da sempre una gran fi***a per ragazzini di ogni estrazione e/o religione.
ma mi rendo conto che per un credente di un'altra religione può essere offensivo, e quindi sarei daccordo per toglierlo, è un gesto civile che aiuta il dialogo e che non danneggia nessuno secondo me..
Si parte col togliere il crocefisso, poi il presepe, poi la maestra donna non andrà più bene e si finirà come in Inghilterra dove alcune corti di giustizia hanno ammesso l'uso della sharia in alcuni processi.
e vi dico che i principi della religione cattolica, sono molto molto molto vicini a quelli dell'ideale comunista
La dottrina comunista e quella cattolica possono a volte sembrare simili ma alla base c'è una differenza abissale. Materialismo contro spiritualismo: l'esatto opposto.
(ovviamente le vicende sovietiche non hanno niente a che vedere con il vero ideale comunista)
Sarà.... ma ogni qual volta che il comunismo è salito al potere l'esito è stato sempre lo stesso: dittatura con morti (tanti). Non escludo che in fondo in fondo il comunismo sia qualcos'altro ma finora non è mai stato dimostrato. Anzi il comunismo ha ormai definitivamente perso ogni ragione di esistere. E' stato sconfitto insomma.
:( :D
beh, penso che il numero di preti pedofili al mondo sia abbastnaza alto e abbastanza scandaloso per la collettività, e non credo che ci sia alcuna analogia tra togliere il crocefisso e diventare tato mussulmano..
e poi le minacce le creano i media, se uno si ricorda bene i sondaggi degli ultimi 10/15 anni, la "minaccia sociale" sono stati: anni '90 albanesi, serbi, curdi; primi anni 2000: arabi; ora: zingari, romeni, gente dell'est..
allora o che diventano tutti disonesti e onesti a "stagione" o c'è qualcosina che tocca :wacko:
p.s. siamo una famiglia comunista da quando è nato il p.c.i., e ti posso garantire che su questo fatto ti sbagli, tant'è vero che il p.c.u.s. ha attentato tante volte alla vita dei dirigenti comunisti italiani in quanto portatori di un comunismo vero che sbugiardava il loro regime che di comunista aveva solo la bandiera.
Sotto questo aspetto, è vero che se un prete dice che una legge non si deve fare non è ingerenza, ma è parimenti vero, a mio parere, che se il Papa lo dice invece è ingerenza: non perché lo ha detto il Papa, ma perché lo ha detto un capo di Stato.
Il Papa è anche un capo di Stato ma è soprattutto il vescovo di Roma e di conseguenza il Papa. Non che normalmente i capi di Stato non intervengano negli affari degli altri Stati comunque.
Cioè, scusa, ma se dici che non tutti possono permettersi di mandare i figli alle private, perché non sei d'accordo con me?Dato che non tutti possono, i fondi per le private andrebbero tolti e la statale andrebbe sistemata e ristrutturata una volta per tutte.
Perchè molti di questi fondi vanno proprio alle famiglie che scelgono di iscrivere i figli alle private.
E perché tutti dovrebbero poterselo permettere? Nel senso, lo Stato ti dà una scuola, la finanzia (da cui il senso di dirottare alla scuola pubblica i finanziamenti per quella privata), ti crea diverse strade (licei, istituti tecnici, ecc.); se tu scegli di non usare tale scuole, perché lo Stato dovrebbe pagartene un'altra?
A me interessa creare una classe dirigente valida e competitiva. Se uno non si fida delle statali è giusto che possa iscrivere il figlio alle private. E poi se le private diventano concorrenziali le pubbliche è più probabile che si daranno da fare.
se uno stato è sopra la religione, ma non contro, non c'è motivo per mantenere un simbolo religioso in classe (ben diverso se la ragione fosse l'integrazione di altre religioni. perchè lì si combatterebbero 2 religioni, e non si parlerebbe di laicità. in quel caso sarei d'accordo, come lo sono stato in casi recenti, nel mantenerlo). ora, però, togliere un crocifisso dalle classi viene visto ocme qualcosa CONTRO la religione cattolica, mentre è semplicemente una presa di posizione: lo stato è diverso dalla chiesa, quindi non ha niente a che vedere con la religione, quale che sia. non pongo la questione in termini di sensibilità personale, quanto in termini di semplice prevalenza delle istituzioni rispetto alla religione, che deve trovar posto in altri luoghi.
Io la vedo in un'altro modo. Per me il crocifisso ha un valore simbolico e rappresenta alla perfezione la cultura italiana, la tradizione. Per questo anche io che non sono cattolico come credenza sono a favore del crocefisso. L'Italia è culturalmente cristiana e credo che il crocefisso rappresenti alla perfezione il nostro Paese. Pensa alla letteratura: Divina Commedia, Promessi Sposi, Sepolcri, Orlando Furioso, etc.... se uno non è cattolico cosa fa? Si rifiuta di leggerli?
beh, penso che il numero di preti pedofili al mondo sia abbastnaza alto e abbastanza scandaloso per la collettività, e non credo che ci sia alcuna analogia tra togliere il crocefisso e diventare tato mussulmano..
E' dimostrabile che nella Chiesa ci sia un tasso di pedofili più alto che nella gente comune?
Mai detto che l'assenza del crocefisso porti a diventare mussulmani.
e poi le minacce le creano i media, se uno si ricorda bene i sondaggi degli ultimi 10/15 anni, la "minaccia sociale" sono stati: anni '90 albanesi, serbi, curdi; primi anni 2000: arabi; ora: zingari, romeni, gente dell'est..
Beh gli attentati di Madrid e Londra non sono dei fotomontaggi, nè le rivolte e le minacce di morte per le vignette su Maometto, l'uccisione di Theo Van Gogh per aver fatto un film anti-islam, Pym Fortuyn,etc...
p.s. siamo una famiglia comunista da quando è nato il p.c.i., e ti posso garantire che su questo fatto ti sbagli, tant'è vero che il p.c.u.s. ha attentato tante volte alla vita dei dirigenti comunisti italiani in quanto portatori di un comunismo vero che sbugiardava il loro regime che di comunista aveva solo la bandiera.
Non significa nulla. Il PCI ha sempre preso denaro dall'Unione Sovietica e ne avrà pure preso le distanze in certi casi ma nel complesso era organico al regime. Vedi 1956.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Il Papa è anche un capo di Stato ma è soprattutto il vescovo di Roma e di conseguenza il Papa. Non che normalmente i capi di Stato non intervengano negli affari degli altri Stati comunque
Il che non toglie che sia ingerenza: il fatto che il Papa sia anche un capo di Stato non significa che può venire meno a quanto tale ruolo comporta, ma che deve (dovrebbe) sottostare anche a quanto tale ruolo comporta.
A me interessa creare una classe dirigente valida e competitiva. Se uno non si fida delle statali è giusto che possa iscrivere il figlio alle private
Mai contestato questo, infatti nessuno vuole togliere questo diritto; la domanda che ho fatto, perché lo Stato dovrebbe pagare un'altra scuola qualora uno scegliesse di non sfruttare quella che già gli viene data, è ancora senza risposta: se io scelgo di non prendere il treno lo Stato non mi paga benzina e autostrada. Se scelgo di andare in una clinica privata costosissima lo Stato non mi paga il conto. Lo Stato ti mette a disposizione dei servizi, se scegli di non usufruirne non vedo perché dovrebbe pagarti anche un servizio alternativo; meglio, a questo punto, che usi tutti i soldi, quelli che vanno alle pubbliche e quelli che vanno alle private, per finanziare la scuola pubblica.
Anche perché è facile parlare di darsi piú da fare (a livello di scuola pubblica), ma se da una parte ci sono le rette e i finanziamenti pubblici, e dall'altra solo i finanziamenti pubblici, la situazione è sbilanciata in partenza.
Pensa alla letteratura: Divina Commedia, Promessi Sposi, Sepolcri, Orlando Furioso, etc.... se uno non è cattolico cosa fa? Si rifiuta di leggerli?
La differenza col crocefisso, che piaccia o no è il simbolo di una religione, è decisamente non trascurabile...
siamo una famiglia comunista da quando è nato il p.c.i., e ti posso garantire che su questo fatto ti sbagli, tant'è vero che il p.c.u.s. ha attentato tante volte alla vita dei dirigenti comunisti italiani in quanto portatori di un comunismo vero che sbugiardava il loro regime che di comunista aveva solo la bandiera
E magari loro avrebbero detto "in quanto portatori di un comunismo falso che screditava il loro regime che di comunista aveva tutto", quegli attentati non necessariamente dimostrano qualcosa, in tal senso :wacko:
Sulla questione del crocefisso nei luoghi pubblici, come le scuole, provo a pensare come agirebbe un ipotetico stato laico.
Lo Stato non segue dichiaratamente alcuna religione, quindi non offre di suo alcun simbolo religioso.
Tuttavia contempla, per definizione, due cose:
1 - la libertà religiosa, nei limiti della legge
2 - il rispetto per l'individuo
Parto dalla seconda: rispettare l'individuo, in questa situazione, vuol dire non offendersi se questo desidera un simbolo della sua religione nell'aula. Significa tollerare la presenza di un simbolo religioso diverso dal proprio.
Il primo punto, semplicemente, vuol dire che i singoli alunni, se lo desiderano, possono affiggere il simbolo della propria religione.
Cosa si ottiene in questo modo?
Si ottiene che l'ente statale offre una tavola bianca destinata non a restare tale, ma a colorarsi di tanti colori diversi a seconda delle esigenze e dei desideri dei diretti interessati, insegnanti e studenti.
Si ottiene il rispetto e la tolleranza reciproci nel rispettare l'idea che altri possano avere altre idee, nel tollerare la presenza di un simbolo diverso dal proprio.
Si ottiene che l'affissione di un simbolo diventa qualcosa di voluto, e non il classico sepolcro imbiancato pro-forma calato dall'alto e magari ignorato da tutti.
Cosa ci sarebbe di male in una visione del genere?
Lo sforzo individuale di partecipare attivamente per portare il simbolo nell'aula.
Il fatto che il proprio simbolo non sarebbe l'unico, ma sarebbe uno tra tanti.
Ecco che quindi, come indicavo precedentemente, chi avrebbe ragione di temere uno stato laico? Chi ritiene che la propria morale debba essere la morale di tutti, chi ritiene che la propria morale debba essere l'unica morale.
Chi dice che l'Italia non è uno Stato laico ha perfettamente ragione. Ma è inutile volgere lo sguardo ai banchi del Parlamento. L'Italia non è uno Stato laico perché gli italiani, o comunque la maggioranza degli italiani, non hanno una mentalità di quel genere. :wacko:
Per chi è laico questo sarà un male, per chi identifica invece la presa di posizione sulla morale come la difesa dell'identità sarà un bene.
Ecco che quindi, come indicavo precedentemente, chi avrebbe ragione di temere uno stato laico? Chi ritiene che la propria morale debba essere la morale di tutti, chi ritiene che la propria morale debba essere l'unica morale.
la soluzione del crocefisso mi sembra molto ragionevole... tuttavia anche chi ritiene che la propria morale sia superiore o che la propria morale debba essere l'unica morale non ha da temere da un Stato Laico, finchè detiene la maggioranza.
Ad esempio in una classe di 16 cattolici, 5 atei, 2 mussulmani e 7 indifferenti, il corcefisso verrà comunque appeso, e la mezzaluna no.
Se però i cattolici si accordano coi musulmani (anche se i musulmani sono la minoranza) si può egualmente affiggere la mezza luna alla parete nonostante l'inferiorità numerica dell'islam nell'ipotetica classe.
E poi perchè per i laici dovrebbe essere un male? Se il cattolico accetta la mezza luna e l'islamico accetta il crocifisso, l'ateo può benissimo sopportare i simboli religiosi perchè non sono un'imposizione ma la libera espressione di religiosi che si sono accordati civilmente. A meno che il laico non sia un intransigente integralista vivamente anti-religioso.
Sulla questione del crocefisso nei luoghi pubblici, come le scuole, provo a pensare come agirebbe un ipotetico stato laico.
Lo Stato non segue dichiaratamente alcuna religione, quindi non offre di suo alcun simbolo religioso.
Tuttavia contempla, per definizione, due cose:
1 - la libertà religiosa, nei limiti della legge
2 - il rispetto per l'individuo
Parto dalla seconda: rispettare l'individuo, in questa situazione, vuol dire non offendersi se questo desidera un simbolo della sua religione nell'aula. Significa tollerare la presenza di un simbolo religioso diverso dal proprio.
Il primo punto, semplicemente, vuol dire che i singoli alunni, se lo desiderano, possono affiggere il simbolo della propria religione.
Cosa si ottiene in questo modo?
Si ottiene che l'ente statale offre una tavola bianca destinata non a restare tale, ma a colorarsi di tanti colori diversi a seconda delle esigenze e dei desideri dei diretti interessati, insegnanti e studenti.
Si ottiene il rispetto e la tolleranza reciproci nel rispettare l'idea che altri possano avere altre idee, nel tollerare la presenza di un simbolo diverso dal proprio.
Si ottiene che l'affissione di un simbolo diventa qualcosa di voluto, e non il classico sepolcro imbiancato pro-forma calato dall'alto e magari ignorato da tutti.
Cosa ci sarebbe di male in una visione del genere?
Lo sforzo individuale di partecipare attivamente per portare il simbolo nell'aula.
Il fatto che il proprio simbolo non sarebbe l'unico, ma sarebbe uno tra tanti.
Chi dice che l'Italia non è uno Stato laico ha perfettamente ragione. Ma è inutile volgere lo sguardo ai banchi del Parlamento. L'Italia non è uno Stato laico perché gli italiani, o comunque la maggioranza degli italiani, non hanno una mentalità di quel genere. smile.gif
Per chi è laico questo sarà un male, per chi identifica invece la presa di posizione sulla morale come la difesa dell'identità sarà un bene.
Infatti!
Ben venga chi vuole portare i propri simboli religiosi a scuola. Ho sempre trovato insensate tutte le proposte di vietarlo.
Però il crocifisso nell'aula significa invece attribuire la cristianità alla scuola come istituzione, non a determinate persone che la frequentano. A me non frega nulla, nel senso che il crocifisso in sè è un'attribuzione della cristianità puramente simbolica, da un punto di vista pratico non cambia nulla. Io ai simboli solitamente dò ben poca importanza. Se la società si "scristianizza" per una trasformazione culturale, di certo non sarà il crocifisso a rallentare tale scristianizzazione. Se la società diventa ancora più attaccata alle radici religiose del paese, non credo proprio che il crocifisso ne avrebbe una responsabilità. Però, se devo prendere posizione in merito, dico che semplicemente tale crocifisso non ha ragione di esistere. Quello che mi "preoccupa" non è certo il crocifisso in sè, quando la strenua difesa con cui molti vogliono a tutti i costi che sia lì in aula. Se uno è profondamente cristiano e dà importanza al simbolo, può benissimo portarsi il crocifisso al collo, tenerselo sul banco, disegnarselo sulla maglietta, tatuarselo su ogni centimetro della pelle ecc ecc E' questo desiderio di averlo a tutti i costi come simbolo della scuola come istituzione che dal mio punto di vista è abbastanza "inquietante". Poi è ovvio che si tratta del mio punto di vista, del mio sistema morale. Ovvero: io sono laica, quindi per me questo è un male =P
E poi perchè per i laici dovrebbe essere un male? Se il cattolico accetta la mezza luna e l'islamico accetta il crocifisso, l'ateo può benissimo sopportare i simboli religiosi perchè non sono un'imposizione ma la libera espressione di religiosi che si sono accordati civilmente. A meno che il laico non sia un intransigente integralista vivamente anti-religioso.
Infatti non me ne frega niente infatti della presenza dei simboli religiosi in sè. Più che altro non ne vedo il senso.
- La scuola è un istituzione laica?--->allora perchè rappresentarla con un simbolo religioso? Cosa poi siano le singole persone (che siano essere in maggioranza o in quattro gatti) è un altro discorso. Facciamo a questo punto in modo che il singolo esprima la sua religione (se vuole, se ne ha una...) da sè. Mi sembra che ciò sia più funzionale allo scopo di "permettere alle persone di avere un simbolo che le rappresenta" (il criterio "si rappresenta solo la maggioranza" può essere talvolta una necessità, quando è impossibile rappresentare la maggioranza e la minoranza contemporaneamente. Ma quando invece tale criterio riduttivo non è per nulla necessario, non vedo perchè usarlo), e che non si si perda niente.
- La scuola è non è un'istituzione laica?---> beh, questo per me è grave. Poi qualcun altro può vederla diversamente...
Però il crocifisso nell'aula significa invece attribuire la cristianità alla scuola come istituzione, non a determinate persone che la frequentano. A me non frega nulla, nel senso che il crocifisso in sè è un'attribuzione della cristianità puramente simbolica, da un punto di vista pratico non cambia nulla. Io ai simboli solitamente dò ben poca importanza. Se la società si "scristianizza" per una trasformazione culturale, di certo non sarà il crocifisso a rallentare tale scristianizzazione. Se la società diventa ancora più attaccata alle radici religiose del paese, non credo proprio che il crocifisso ne avrebbe una responsabilità. Però, se devo prendere posizione in merito, dico che semplicemente tale crocifisso non ha ragione di esistere. Quello che mi "preoccupa" non è certo il crocifisso in sè, quando la strenua difesa con cui molti vogliono a tutti i costi che sia lì in aula. Se uno è profondamente cristiano e dà importanza al simbolo, può benissimo portarsi il crocifisso al collo, tenerselo sul banco, disegnarselo sulla maglietta, tatuarselo su ogni centimetro della pelle ecc ecc E' questo desiderio di averlo a tutti i costi come simbolo della scuola come istituzione che dal mio punto di vista è abbastanza "inquietante". Poi è ovvio che si tratta del mio punto di vista, del mio sistema morale. Ovvero: io sono laica, quindi per me questo è un male =P
Io intendo la questione in termini diversi. Il crocifisso non lo vedo solo come simbolo religioso, ma anche culturale/identitario. Uno può non riconoscersi nel Cristianesimo ma credo anche che la nostra vita sia inevitabilmente legata ad esso.
Prendiamo tutte le culture di derivazione Occidentale: Illuminismo, Rinascimento, Romanticismo, etc... Perchè hanno attechito meglio nei Paesi cristiani o ex-Cristiani? Non sarà che il Cristianesimo sia la vera base fondante dell'Occidente? Sto parlando del Cristianesimo in senso generale, non delle varie Chiese.
Per questo non trovo un male l'esibizione di questo simbolo in luoghi pubblici seppur io non sia credente.
Credo comunque che la de-simbolizzazione non sia un bene in sè stesso. Una società, per quanto frammentata, deve avere dei simboli di riferimento minimi, altrimenti perde di significato. Per gli inglesi sarà la Regina, per gli americani la Stars and Stripes, per i francesi La Marsigliese, etc...
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
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The lone and level sands stretch far away. »
Non è che lo trovi un male, a me del crocifisso in sè non frega proprio niente di niente, dovunque esso sia messo (a meno che qualcuno non me lo conficchi in un occhio) :D
Non sono i simboli a "dare significato" ad una società. Il significato della società per me è semplicemente quello di unirsi per una convivenza in comune, ottenendo in questo modo una vita più bella di quella che otterremmo standocene ognuno per i cavoli propri. Detto molto grezzamente, la società è questa.
Poi i simboli possono a volte aiutare la società in questo scopo. Dubito assai che siano una condizione necessaria e sufficiente per la società, ma a volte possono essere in qualche misura utili. Un esempio del cacchio: bisogna andare a combattere per difendere la patria, allora un bell'inno razionale potrebbe anche influire sulle emozioni della gente e contribuire a spingerla a combettere con più ardore. Cioè... ci può essere un'utilità molto indiretta. Da qui a considerare ogni simbolo importante ce ne passa...
Cioè, dai, in che modo un simbolo appeso alle pareti della scuola potrebbe aiutare la società? Mah...
Ma anche ammettendo di mettere un simbolo...
Su quale simbolo sia più adatto a rappresentare la nostra cultura non ci ho mai pensato più di tanto e sinceramente non mi interessa molto, visto che già i simboli in sè mi interessano molto relativamente...
Se si appende un simbolo, perchè ad esempio non sarebbe meglio una bandiera dell'Italia? Rappresenta lo stato di più e in più è un simbolo laico. Oppure, visto che la scuola è conoscenza, perchè non mettere una roba come questa?
Oppure, perchè in un'aula non si potrebbe appendere un bel poster fatto con photoshop, con i ritratti dei principali scienziati, artisti, letterati e filosofi italiani, con una bella bandiera dell'italia come aggiunta? Se una scuola togliesse il crocifisso lo sostituisse con una roba del genere, commetterebbe un reato. Perchè? Che senso ha ciò?
Come mai tutto questo ardore nel volere a tutti i costi un simbolo appeso in classe e addirittura che tale simbolo sia proprio il crocifisso e non qualcos'altro?
Non è il crocifisso in sè che mi infastidisce, ma quello che sta dietro al doverlo tenere appeso a tutti i costi.
Il motivo è che lo stato non è laico. E questo per me è eccome un male. Per qualcuno sarà un bene, punti di vista...
Vanno benissimo tutti i simboli che hai citato.
Resto però convinto che il crocefisso sia il simbolo più significativo dell'Occidente in generale e dell'Italia in particolare. Per questo mi andrebbe bene, ma solo se ci fosse una certa unanimità. Se però per molti non è significativo allora forse è meglio lasciare che ogni scuola si regoli da sè. E comunque a quanto mi risulta non è strettamente obbligatorio o sbaglio?
Sulla laicità non so. L'unica cosa che rende l'Italia uno Stato "meno laico" sono le agevolazioni fiscali verso il clero (di cui comunque conosco poco) e il fatto che esista un Concordato, per il resto per me l'Italia è uno Stato laico. Non considero gli interventi della Chiesa nella politica delle violazioni della laicità.
« I met a traveller from an antique land
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Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
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And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
E comunque a quanto mi risulta non è strettamente obbligatorio o sbaglio?
Mi risulta proprio di sì invece.