cosa devono essere ispirate queste regole?
1. non nuocere a nessuno
2. a ciascuno il suo
N.B non "a ciascuno in egual misura", ma "a ciascuno quello che riesce a guadagnarsi per intraprendenza/fortuna/parsimonia"
1. Stato ieri: aveva dei bei sassoni piantati in mezzo alla brughiera (Stonehenge) e ogni tanto ci andavano i druidi a salmodiare idiozie
2. Stato oggi: quei sassoni sono considerati un attrazione miliardaria, e fruttano all'inghilterra metà del bilancio solo in cartoline
3. Stato domani: finalmente tutti ne avranno piene le pal*e di Stonehenge, che verrà dimenticato
c'è differenza nel valutare la ricchezza anche se si tratta dalla stessa identica quantità di "risorse"?
La ricchezza effettiva sta nel valore della pietra in quanto pietra.
Stonehenge è di (?)granito(?), pesa X tonnellate, il granito viene Y euro a tonnellata, il valore di Stonehenge è X per Y.
Poi, se la sovrastruttura umana crea un bisogno (turismo, necessità di calcolare i solstizi per sgozzare i capretti sacrificali, nonsocosa) a causa del quale il valore percepito di Stonehenge è superiore, è un altro discorso.
Le tele di Raffaello costano 30 euro scarsi in termini di materiali e colori, immagino, eppure hanno un prezzo potenzialmente infinito, perché c'è gente disposta a pagare quel prezzo, perché c'è gente che ritiene che dal possesso della tela di Raffaello o della visione di Stonehenge derivi un benessere, che in queste situazioni possiamo definire con il bello e il sublime di kantiana definizione, che trascende completamente dal valore effettivo dei materiali usati.
Io per primo pagherei il biglietto di ingresso per andare a vedere Stonehenge o i Musei Vaticani, perché ritengo che per il mio benessere, in termini di appagamento estetico, di cultura generale e di curiosità visiva, valga la pena spenderne il prezzo.
Ciò non toglie che, ad esempio, quando erano in ballo problemi maggiori come la sopravvivenza, gli abitanti della Roma medievale usassero il Colosseo come cava. Magari lo trovavano bello anche loro. Magari avrebbero preferito non saccheggiare un simbolo di Roma. Francamente non lo so. Ma la necessità di avere un tetto sopra la testa ha prevalso, e il valore del Colosseo è sceso bruscamente al suo valore reale, quello dei mattoni che lo compongono.
Riguardo al resto, esattamente cosa intendi per "paniere di consumo"? Il numero di beni a cui una persona può accedere?
cosa devono essere ispirate queste regole?
1. non nuocere a nessuno
2. a ciascuno il suo
N.B non "a ciascuno in egual misura", ma "a ciascuno quello che riesce a guadagnarsi per intraprendenza/fortuna/parsimonia"
Se la prima regola fosse rispettata, il mondo sarebbe MOLTO diverso... :D
paniere di consumo: le combinazioni di beni e servizi a cui è possibile accedere dato un certo reddito e dati i prezzi.
regola 1: non nuocere a nessuno. in cosa consiste?
sulla regola 2 sono ovviamente d'accordo, ma nemmeno l'ho mai messa in discussione. ottenere giustizia sociale non significa dare a tutti in egual misura.
regola 1: non nuocere a nessuno. in cosa consiste?
non imbrogliare; non rubare; rispettare i contratti; in caso di conflitto di interessi, rimane ferma l'intangibilità della proprità: se io proprietario voglio linceziare X, e tu Stato me lo permetti, danneggi X, se non me lo permetti, danneggi me e la mia proprietà.
Quindi il conflitto va risolto a favore del propritario.
Quello che io cerco di farti capire, è che in un mercato dove le persone e le merci sono assolutamente libere di muoversi e commericare senza restrizioni, un imprenditore che licenzia gli operai senza rispettare i contratti fallirà, perchè ce ne sarà uno più furbo che li tratterà bene, e andranno da lui (Berlusconi ha costruito la sua fortuna su questo assunto, e anche Mr Ford); ma perchè questo sia possibile non devono esserci incentivi statali alle imprese, ne tutele contro la proprietà, perchè chi è crudele e stupido deve essere lasciato libero di dimostrare tutta la sua stupidità e incompetenza, in modo che coloro i migliori emergano facilmente.
Lo Stato deve, deve, DEVE, e questa forse è la sua unica funzione, impedire che oltre le grandi imprese colludano o formino monopoli, e quindi creino delle "gilde" (ihih..), insomma facciano patti sottobanco per controllare il mercato.
So che è difficile, ma si può fare. Gli Usa ci erano quasi riusciti, quasi. All'inizio del '900. Poi hanno sbagliato qualcosa; l'avidità, unita all'irrazionalità della morale puritana, ha prevalso: la fiducia nella borsa ha creato uno squilibrio tra ricchezza reale e ricchezza percepita, mentre il proibizionismo ha creato mafie e collusioni e corruzione, poi c'è stato il crac della borsa e il grande sogno è svanito.
Ma ce l'avevano quasi fatta.
e se per dire il licenziamento è discriminatorio? chi tutela il lavoratore licenziato ingiustamente? perchè, bada bene, il lavoratore con lo stipendio ci VIVE. il suo stipendio è la sua sussistenza. se è licenziato ingiustamente, chi lo tutela dal periodo che passerà disoccupato? se un lavoratore viene licenziato in un momento vicino alla pensione, chi tutela tale persona licenziata ingiustamente, che non troverà mai un lavoro vista la sua età?
se i conflitti si risolvono a favore dell'imprenditore, è la forma peggiore di giustizia sociale...
se i conflitti si risolvono a favore dell'imprenditore, è la forma peggiore di giustizia sociale...
ma non riesci proprio a ipotizzare che un imprenditore che tratta di mer*a i suoi dipendenti, e non ha il monopolio e nemmeno l'oligopolio (in quest'ultimo vanno maggiormente tutelari i dipendenti, diciamo che il contratto deve essere rispettato) venga subito spazzato via dai concorrenti?
se i conflitti si risolvono a favore dell'imprenditore, è la forma peggiore di giustizia sociale...
ma non riesci proprio a ipotizzare che un imprenditore che tratta di mer*a i suoi dipendenti, e non ha il monopolio e nemmeno l'oligopolio (in quest'ultimo vanno maggiormente tutelari i dipendenti, diciamo che il contratto deve essere rispettato) venga subito spazzato via dai concorrenti?
non ci riesco, semplicemente perchè i fatti dicono il contrario. perchè di gente disposta a lavorare ad ogni condizione, purtroppo, è pieno il mondo, perchè anche adesso, nonostante tutte le tutele a favore del lavoratore, di sfruttatori è pieno il mondo. inoltre, quello che sembri non cogliere TU, è la differenza tra il modello di concorrenza perfetta e il modello reale in cui, per stessa ammissione degli economisti, non potrà mai realizzarsi piena concorrenza basata su leggi di domanda ed offerta. perchè il modello economico è troppo semplicistico, non tiene conto di fattori come il bisogno personale, motivi intimi, imprevisti. se mia moglie è malata e ha bisogno di cure, io per curarla mi metto a lavorare con chiunque, perchè ho bisogno di soldi. se non metto d'accordo pranzo e cena, o se devo pagare il mutuo truffa delle banche, non sottilizzo. il mercato non è, e non può essere, l'unico parametro su cui basare un modello sociale.
inoltre, i conflitti andrebbero risolti secondo giustizia, non secondo l'interesse di una parte o dell'altra. se il mio capo mi licenzia perchè sono della lazio invece che della roma (brrr che brutta ipotesi...), non è un buon motivo per licenziarmi, e devo essere reintegrato o risarcito, in modo PUNITIVO per il discriminatore. se sono un assenteista, se produco poco, o cose simili, non solo devo essere licenziato, ma dovrei anche risarcire il datore di lavoro per il denaro che gli ho fatto perdere.
il mercato perfetto è irrealizzabile, ma non lo dico io, lo dicono i testi di economia...un motivo ci sarà non credi?
la differenza tra il modello di concorrenza perfetta e il modello reale in cui, per stessa ammissione degli economisti, non potrà mai realizzarsi piena concorrenza basata su leggi di domanda ed offerta
Se ben ricordo, la concorrenza perfetta ha tra i presupposti una perfetta informazione di tutti i consumatori, ossia tutti dovrebbero sapere veramente pregi, qualità, difetti, ecc. dei diversi prodotti; dubito si potrà mai raggiungere una cosa simile ^_^
il mercato perfetto è irrealizzabile, ma non lo dico io, lo dicono i testi di economia...un motivo ci sarà non credi?
infatti non credo che si possa realizzare il mercato perfetto, ma avvicinarsi molto sì.
comunque: se io ho un orto, e chiedo a un bambino se può aiutarmi a togliere le erbacce in cambio di caramelle e dolcetti, nessuno si sorprende se, una volta tolte tutte le erbacce, gli do il ben servito.
perchè dovrebbe essere diverso se invece dell'orto ho una fabbrica di tappi, e invece di un bambino c'è un operaio qualificato?
Perchè se non ho bisogno/non voglio quel lavorato nella mia proprietà (non proprietà dello Stato, ma MIA MIA MIA) dovrei tenermelo?
oppure guarda, io non ho nessun probema con il socialismo, potrebbe anche essere una buona strada: ma bisogna farlo bene bene, non alla caxxo di cane, mixando proprietà privata, sindacati ecc
bisognerebbe introdurre una specie di corporativismo...
satai rispolverando teorie similfasciste e socialismo mischiandoli insieme. la proprietà sarà pure tua, ma da momento che decidi di assumere qualcuno ti prendi un rischio di impresa, che è quello di un salario. la proprietà, checchè tu ne dica, HA una funzione sociale, quando è volta alla produzione di beni o servizi, perchè semplicemente dà da mangiare alle persone. e tu non puoi sbatterle per strada privandole dei loro mezzi di sussistenza perchè un giorno ti piace così. il lavoratore non è tua proprietà, e la tua proprietà è volta ad uno scopo sociale, dal giorno in cui hai impiantato una azienda ed hai assunto dei dipendenti, ti piaccia o no.
non vuoi il lavoratore nella tua proprietà mentre lo hai assunto, poniamo a tempo indeterminato? bene, allora se non c'è un valido motivo per licenziarlo, lo indennizzi, ma l'indennizzo deve coprire il danno che il lavoratore ingiustamente subisce. oppure taci e te lo tieni. nella vita le scelte si pagano. hai scelto di investire? il rischio è dover trattare con i dipendenti e, se del caso, risarcirli. il fatto che tu sia un imprenditore non ti dà il potere assoluto sulla tua impresa nè, tantomeno, sui tuoi dipendenti.
e poi, domanda. parliamo dei licenziamenti, ma le assunzioni? in che modo assumere in avoratore? che contratto applicare? singolo? collettivo?
satai rispolverando teorie similfasciste
infatti, economicamente parlando il nazionalsocialismo era uno sforna-benessere mica da ridere...
il fatto che tu sia un imprenditore non ti dà il potere assoluto sulla tua impresa nè, tantomeno, sui tuoi dipendenti.
secondo me sì, da questo punto di vista non c'è differenza tra un campo di patate e la fiat, ma è un discorso fideistico... tu credi di no, io credo di sì, stallo.
e poi, domanda. parliamo dei licenziamenti, ma le assunzioni? in che modo assumere in avoratore? che contratto applicare? singolo? collettivo?
sia l'imprenditore che il dipendente dovrebbero essere in soggezione... se uno decide di stracciare il contratto, ha chiuso.
io però torno a ribadire che un imprenditore che si fa la fama di straccia-contratti dura poco.
cosa diavolo significa essere in soggezione?
cioè, se uno decide di stracciare il contratto l'altro non può farci niente... è così che si dice no? come quando la PA decide di espropriarti, il cittadino è in soggezione
se la pubblica amministrazione, indirizzando le sue azioni verso il bene pubblico, può espropriarti/licenziarti a rigor di logica il privato, indirizzando le sue azioni verso il suo bene privato, può cacciarti dalla sua proprietà.
comunque io sono contrario alle privatizzazioni, anzi potenzierei le competenze dello Stato (ferrovie, strade, energia ecc.): ma mentre chi vuole un posto sicuro ecc. si impegherà nel settore pubblico, chi vuole arricchirsi, far girare i soldi ecc. si impegherà nel privato, ma a suo rischio e pericolo.
non si dice in soggezione. si parla di libertà contrattuale. e i contratti tra privati, come insegnano i manuali di diritto, non possono essere rescissi unilateralmente SENZA UN VALIDO MOTIVO, contemplato nel contratto: inadempienza, tanto per dire, non certo diverse visioni calcistiche (per quanto il razzismo antilaziale sia apprezzabile ^_^ ).
l'esempio della PA che porti non è corretto. infatti l'interesse pubblico è ben diverso dall'interesse privato. il primo è considerato sempre superiore, semplicemente perchè è l'interesse di tutti. e l'atto della PA è un atto di imperio, non un contratto. se la PA fa un contratto, non lo rescinde quando vuole unilaterlamente, perchè con un contratto agisce da privato. OGNI contratto di lavoro tra privati è un contratto che vincola ENTRAMBE LE PARTI. quindi, non può essere rescisso unilateralmente. nel caso di licenziamento ingiustificato, abbiamo una chiara inadempienza contrattuale, e come tale ogni ordinamento la sanziona.
quindi, se invochi la libertà contrattuale nei rapporti di lavoro, non puoi invocare anche la libertà di licenziamento ingiustificato, perchè sono 2 cose del tutto incompatibili tra loro. in sostanza vorresti che le parti fossero libere di vincolarsi, ma una delle 2 potrebbe essere libera di restare inadempiente...un controsenso. e tale controsenso è ancora più evidente se pensi che le sanzioni ci sono anche per il lavoratore che non adempie: licenziamento, e se si licenzia lui senza preavviso è sanzionato... perchè il datore di lavor dovrebbe licenziare a scelta senza conseguenze?