A me sembra che si integri benissimo nella mia teoria (l'amore, l'essere amati e l'amare sono cose molto piacevoli)
bene, allora vi lancio una sfida (amichevole, non intendo offendere la sensibilità di nessuno )
Io dico che l'uomo agisce in base all'autoconservazione, al piacere e al dolore.
Facciamo un piccolo esperimento: tu credi di essere tu stessa, attraverso la tua volontà, attraverso la tua magnifica natura e i tuoi buoni sentimenti, ad operare le scelte della vita.
Invece non decidi un bel niente, sei schiava del piacere e del dolore, la materialità è più forte della volontà.
L'esperimento che ti propongo è questo: se veramente ti credi libera dal piacere e dal dolore, un notte vai in cucina, prendi una padella, entra di soppiatto nella camera dei tuoi genitori e sbattiglila in testa con tutta la forza che hai.
Io sono sicuro che non lo farai, ma non perchè non vuoi, bensì perchè non puoi.
:unsure: :blink: ^_^ ....NO COMMENT... :D -_- -_-
quindi secondo te un giudizio può essere "oggettivo"... nonsense
Ma tu stavi parlando di teorie scientifiche,e io su quelle ho ribattuto,che ci azzecca il guidizio?
A oggi, se una nazione scatenasse una guerra per estendere il proprio territorio non sarebbe vista esattamente bene, mentre al tempo di Cesare era normale; ed è esattamente questo che intendevo: è considerato un grande, fosse nato in un'altra epoca sarebbe stato considerato un signore della guerra, un guerrafondaio (con tutte le considerazioni fatte nello scorso messaggio, non sto a ripeterle).
Inoltre, è vero che nulla ci vieta di pensare che Cesare, nascendo un duemila anni dopo, si sarebbe comportato come Napoleone; ma non possiamo esserne certi.
E' esattamente quello che dico dal princio :unsure: Cioè, Cesare ha agito secondo criteri diffusi nella cultura dell'epoca. Ed era impossibilitato ad agire diversamente, gli mancavano infatti i 2000 e più anni di storia (rivoluzioni sociali in primo luogo) che hanno prodotto la mentalità moderna. E che gli avrebbero permesso una visione differente. Per questo commettiamo uno sbaglio se lo giudichiamo in base alla nostra visione odierna. Sarebbe come pretendere che lui vedesse nel futuro e conoscesse fatti che si sarebbero verificati solo anni o secoli dopo. Questo infatti implica come dice Mornon che non possiamo sapere come avrebbe agito se nato all'interno di un differente contesto sociale. Come dice un mio professore di archeologia, "cambia il contesto, cambia la lettura dell'immagine". Non possiamo applicare sistemi di giudizio fissi perchè rischiamo di cadere nell'errore.
mi pare che siamo un po tutti d'accordo su questo punto, ossia che un fatto può essere analizzato solo ed esclusivamente all'interno del proprio contesto....
Sulla questione del giudizio: non mi sembra che un uomo qualsiasi possa arrogarsi il diritto di decidere arbitrariamente se i miliardi di avvenimenti successi nella storia universale dell'Uomo siano giusti o sbagliati in base al proprio metro di giudizio, ritengo invece che l'uomo possa dare un'opinione, legittimamente diversa individuo per individuo ed epoca per epoca, ma il concetto di giudicare preferisco lasciarlo ad un qualche super-partes, ossia Dio. Che poi uno ci creda o meno in Dio è una questione personale ma il fatto di non ritenersi superiore al punto di giudicare il comportamento di altre persone sulla base del fatto che sono vissute per esempio (a parere puramente personale) in civiltà più "arretrate o primitive o anteriori" alla propria ritengo sia una questione di maturità intellettuale.
Balon, ti stai arrampicando sugli specchi con un relativismo fine a se stesso...
p.s. sorry xaytar se ti ho scomodato ma mi sembrava stessimo divergendo un po troppo dall'oggetto della discussione.
per il punto 1: un suicida agisce per autoconservazione?per il punto 2-3: un masochista per cosa agisce? Egli ricerca il piacere, ma di certo questo si accompagna al dolore. Quindi?
il suicida vince l'istinto di autoconservazione per
1. porre fine ad un dolore fisico/psicologico insopportabile
2. gratificare il proprio ego (nippo-kamikaze pronti a salvare la patria)
un msochista trae piacere dal dolore, quindi non vedo dove sia il problema
Appunto: se il suicida vince l'autoconservazione, essa è dunque vincibile; quindi come puoi dire che gli esseri umani agiscono sempre e solo in "rispetto" a tale istinto?
Sul masochista: il problema c'è, se dici che gli esseri umani agiscono solo per fuggire al dolore.
Voler spiegare i comportamenti umani applicando solo questi 3 "principi" da te individuati è estremamente riduttivo.
Per il resto, concordo con Joramun, Aija, Mornon e molti altri che hanno detto più o meno le stesse cose...
la storia che è come un corteo: "…e mentre questo si svolge,piegando ora a sinistra ora a destra, e talvolta ripiegando su se stesso, le posizioni relative dei vari settori mutano continuamente ….via via che il corteo avanza appaiono di continuo nuovi panorami, nuovi angoli visuale...Lo storico è parte della storia.L'angolo visuale da cui egli guarda il passato è determinato dalla posizione che egli occupa nel corteo."
Lo storico quindi fa esso stesso parte della storia, sente le pressioni, gli urti di chi gli sta vicino nel corteo, le accelerazioni e i rallentamenti di chi lo segue e di chi lo precede. Lo storico risente inevitabilmente dei sentimenti, delle emozioni , degli interessi suoi e della società in cui vive. Egli quindi non potrà mai essere imparziale, oggettivo, come spesso incongruamente si pretende da lui.
E allora,visto che dobbiamo citare wikipedia,citiamo come continua l`articolo (non solo i passi che corrispondono alla tua visione) riprendendo esattamente da dove tu lo interrompi (l`articolo e sulla storiografia):
La storia allora sarà sempre partigiana? No, se lo storico si sforzerà di pronunciare un giudizio storico basato sull'analisi razionale delle fonti, scevro da ogni mistificazione di parte con lo scopo non di imporre, di vincere con la sua interpretazione dei fatti storici ma di "convincere": "vincere insieme" con chi contrastava il suo punto di vista e che ora dal confronto razionale e civile sa qualcosa di più che prima non sapeva.
.......o piu avanti....
Ma tuttavia spesso lo storico,NON PIU STORICO, è trascinato dai propri sentimenti e passioni a condannare e giudicare colpevoli dinanzi al tribunale della storia. Vengono messi in campo supremi valori e principi in nome dei quali si pronunciano giudizi che non hanno senso storico e che non servono alla comprensione della storia. Valga come esempio il caso che si svolse nella Ginevra di Calvino a proposito della condanna al rogo dell'eretico antrinitario Michele Serveto. Su questo avvenimento B. Croce scrisse delle pagine chiarificatrici sulla differenza tra giudizio storico e giudizio morale nell'opera "Vite di avventure, di fede e di passione".
........e conclude......
Memoria e storia non sono affatto sinonimi, tutto le oppone. La memoria è sempre in evoluzione, soggetta a tutte le utilizzazioni e manipolazioni; la storia è la ricostruzione, sempre problematica e incompleta, di ciò che non c'è più. Carica di sentimenti e di magia, la memoria si nutre di ricordi sfumati; la storia, in quanto operazione intellettuale e laicizzante, richiede analisi e discorso critico. La memoria colloca il ricordo nell'ambito del sacro, la storia lo stana e lo rende prosaico.La memoria risente dunque delle nostre passioni e sentimenti. I ricordi si colorano o sfumano per un particolare rimasto impresso o dimenticato. È la memoria che ci porta al giudizio morale che ci fa deformare la storia e giudicarla secondo i nostri particolari interessi. La memoria appartiene a ciascuno di noi,così come ciascuno di noi formula il suo giudizio morale. La storia appartiene a tutti e nessuno se ne può fare unico sacerdote e interprete. Il giudizio storico è invece è sempre problematico, esige analisi critica, tempo e intelligenza
Piu chiaro di cosi!
:unsure: :blink: ^_^
Joramun....mi inchino, lo hai smontato magistralmente XD XD
Facciamo un piccolo esperimento: tu credi di essere tu stessa, attraverso la tua volontà, attraverso la tua magnifica natura e i tuoi buoni sentimenti, ad operare le scelte della vita.
Invece non decidi un bel niente, sei schiava del piacere e del dolore, la materialità è più forte della volontà.
L'esperimento che ti propongo è questo: se veramente ti credi libera dal piacere e dal dolore, un notte vai in cucina, prendi una padella, entra di soppiatto nella camera dei tuoi genitori e sbattigliela in testa con tutta la forza che hai.
Io sono sicuro che non lo farai, ma non perchè non vuoi, bensì perchè non puoi.
Per questo commettiamo uno sbaglio se lo giudichiamo in base alla nostra visione odierna
ma tu puoi giudicare solo in base alla tua visione delle cose!!!
Non puoi giudicare con la mente di un altro, per il semplice ed evidente motivo che tu non sei un altro!!!
citando Wikipedia
la storia che è come un corteo: "…e mentre questo si svolge,piegando ora a sinistra ora a destra, e talvolta ripiegando su se stesso, le posizioni relative dei vari settori mutano continuamente ….via via che il corteo avanza appaiono di continuo nuovi panorami, nuovi angoli visuale...Lo storico è parte della storia.
L'angolo visuale da cui egli guarda il passato è determinato dalla posizione che egli occupa nel corteo."
Lo storico quindi fa esso stesso parte della storia, sente le pressioni, gli urti di chi gli sta vicino nel corteo, le accelerazioni e i rallentamenti di chi lo segue e di chi lo precede. Lo storico risente inevitabilmente dei sentimenti, delle emozioni , degli interessi suoi e della società in cui vive. Egli quindi non potrà mai essere imparziale, oggettivo, come spesso incongruamente si pretende da lui.
Punto 1- E' risaputo che io ho una Magnifica natura umana ^_^
Punto 2- Il tuo esperimento continua a non riscontrare in me alcuna traccia di convincimento. Il fatto che io sia schiava del piacere e del dolore (cosa su cui ti do assolutamente ragione) non significa nulla. Tu riduci in maniera superficiale le varie sfaccettature dei sentimenti dell'animo umano in 2 semplici punti. Il piacere è una cosa, l'affetto un'altra. E comunque non fare troppi esperimenti con me, perchè ai miei la padella in testa non la do, ma ti assicuro che non mi metterei gli stessi problemi per altri :D
Punto 3- Non è il "mio" punto di vista che adotto per leggere gli avvenimenti storici, o i personaggi storici. Non è semplicemente il mio personale il metro di giudizio. Io osservo in base alla loro cultura, che non è inventata da me o frutto di una mia opinione. E' quella e basta. E Wikipedia non è la fonte della verità, se citi fonti, cita anche la bocca da dove escono... Così chi legge ne valuta l'attendibilità.
Punto 4- Non mettere punti esclamativi o parole in grassetto, non sono sensibile a questi eccessi di rude forza maschile. :unsure: :blink: -_- -_-
Punto 2- Il tuo esperimento continua a non riscontrare in me alcuna traccia di convincimento. Il fatto che io sia schiava del piacere e del dolore (cosa su cui ti do assolutamente ragione) non significa nulla. Tu riduci in maniera superficiale le varie sfaccettature dei sentimenti dell'animo umano in 2 semplici punti. Il piacere è una cosa, l'affetto un'altra. E comunque non fare troppi esperimenti con me, perchè ai miei la padella in testa non la do, ma ti assicuro che non mi metterei gli stessi problemi per altri :D
Punto 4- Non mettere punti esclamativi o parole in grassetto, non sono sensibile a questi eccessi di rude forza maschile. :blink: ^_^ -_- -_-
Concordo con la parte in corsivo. E soprattutto grazie per le grasse risate che mi hai fatto fare con la fine del punto 2 e col punto 4 :unsure:
[Cesare] era impossibilitato ad agire diversamente
Su questo non saprei: era estremamente improbabile, difficile, se lo avesse fatto sarebbe stata un'eccezione, ecc., ma casi di persone che si sono estraniate dalla normalità culturale dell'epoca ci sono state, quindi anche per Cesare sarebbe potuto essere possibile, no?
se aiuto mia nonna non è per gratificare un bel fico secco, né mi sento in colpa se non lo faccio... Si chiama affetto... E corrisponde vediamo un pò, a nessuno dei tuoi punti
Personalmente penso ci rientri: se aiuto una persone cui voglio bene, mi fa piacere, e quindi può benissimo rientrare nella ricerca del piacere; inoltre, può anche rientrare nell'autoconservazione, nell'ottica che, se io aiuto te quanto hai bisogno, se in futuro avrò bisogno io sarai piú propensa ad aiutarmi. Poi il discorso può benissimo essere piú articolato, ma penso che possa rientrare nei punti descritti.
secondo te un giudizio può essere "oggettivo"
Forse dipende da cosa si intende con "oggettivo" e da cosa si intende con "giudizio": in un compito di algebra con base dieci vedo "1 + 1 = 2", e lo giudico giusto visto che è coerente con le regole dell'algebra in base dieci.
non mi sembra che un uomo qualsiasi possa arrogarsi il diritto di decidere arbitrariamente se i miliardi di avvenimenti successi nella storia universale dell'Uomo siano giusti o sbagliati in base al proprio metro di giudizio
E perché no? Se non io, chi altri può decidere se secondo il mio metro di giudizio qualcosa è giusto o sbagliato? Magari tu ti stai riferendo al passo successivo, ossia stabilire che quanto io ho deciso è assolutamente vero, è la Verità; ma questo è un'altra cosa, rispetto al semplice decidere se una cosa secondo il mio metro di giudizio è giusta o no...
Appunto: se il suicida vince l'autoconservazione, essa è dunque vincibile; quindi come puoi dire che gli esseri umani agiscono sempre e solo in "rispetto" a tale istinto?
Sul masochista: il problema c'è, se dici che gli esseri umani agiscono solo per fuggire al dolore.
si può vincere l'autoconservazione per raggiungere un piacere, si può rinunciare a un piacere per autoconservarsi, si può accettare un dolore per autoconservarsi o per raggiungere un piacere maggiore, e così via.
non c'è una gerarchia fissa.
NO COMMENT
infatti non c'è niente da dire. Supponendo che il tuo sistema nervoso e ormonale e affettivo sia sano, posso dirti con sicurezza che non farai mai tale esperimento.
Anche se lo volessi. Il problema è che non puoi volerlo. Sei schiava degli ormoni, dei neuroni, e della tua natura.
Ma tu stavi parlando di teorie scientifiche,e io su quelle ho ribattuto,che ci azzecca il guidizio?
lo sai che il positivismo è superato da un pezzo, vero? Credo che la pretesa di assoluta oggettività della scienza sia morta circa cento anni fa...
Che poi uno ci creda o meno in Dio è una questione personale ma il fatto di non ritenersi superiore al punto di giudicare il comportamento di altre persone sulla base del fatto che sono vissute per esempio (a parere puramente personale) in civiltà più "arretrate o primitive o anteriori" alla propria ritengo sia una questione di maturità intellettuale.
Se io vi chiedo di giudicare un evento/persona da un punto di vista etico e morale, voi lo giudicherete sulla base delle vostre-personalissime-indivualissime opinioni.
La vostra opinione può benissimo essere "Cesare è cresciuto in un clima violento, e quindi non me la sento di giudicarlo troppo negativamente", ci mancherebbe.
Ma questa considerazione non rende la vostra opinione meno soggettiva (o più oggettiva), in quanto
- supporre che crescendo in una società violenta si diventi a propria volta violenti risponde ad una vostra-personalissima-indivualissima opinione
- supporre che una società violenta e guerrafondaia sia da giudicarsi più negativamente rispetto a una società pacifica e illuministica risponde ad una vostra-personalissima-indivualissima opinione
Quindi, in definitiva, la pretesa che "calandosi nel contesto" il giudizio etico/morale sarà più oggettivo, non ha alcun senso, in quanto è sempre il soggetto a decidere se calarsi nel contesto e come giudicare quel contesto, in base alle sue personalissime-indivualissime opinioni
Spero che almeno Mornon (dopo tante discussioni sul relativismo :blink: ) sia d'accordo su questo punto... :unsure:
[Cesare] era impossibilitato ad agire diversamente
Su questo non saprei: era estremamente improbabile, difficile, se lo avesse fatto sarebbe stata un'eccezione, ecc., ma casi di persone che si sono estraniate dalla normalità culturale dell'epoca ci sono state, quindi anche per Cesare sarebbe potuto essere possibile, no?
se aiuto mia nonna non è per gratificare un bel fico secco, né mi sento in colpa se non lo faccio... Si chiama affetto... E corrisponde vediamo un pò, a nessuno dei tuoi punti
Personalmente penso ci rientri: se aiuto una persone cui voglio bene, mi fa piacere, e quindi può benissimo rientrare nella ricerca del piacere; inoltre, può anche rientrare nell'autoconservazione, nell'ottica che, se io aiuto te quanto hai bisogno, se in futuro avrò bisogno io sarai piú propensa ad aiutarmi. Poi il discorso può benissimo essere piú articolato, ma penso che possa rientrare nei punti descritti.
Nel primo caso hai ragione, è assolutamente vero. Sono esistite persone che tu definisci "estraniate" dalla realtà culturale dell'epoca. In realtà qui l'argomento entra ancora più nello specifico: alcuni casi vanno valutati in base alla cultura e alla vita stessa del singolo individuo. Comunque si dice che le culture sono frutto dell'incontro di vari fattori, politici, economici, sociali, ecc ecc. che permettono il verificarsi di eventi e il formarsi di specifiche culture. Non è un caso che Roma nasca e si sviluppi in quel punto e in quell'epoca. Se in un'altro luogo e in un'altra epoca non sarebbe accaduto o forse si, non si può dire. Lo stesso vale per il singolo, ci sono vari fattori che ci portano ad agire in un determinato modo piuttosto che in un altro. Bisognerebbe analizzare ogni singolo elemento. E in ogni caso, stiamo parlando come dici tu stesso di eccezioni. Allora si può dare la colpa a Cesare di essere stato meno illuminato di altri? (ti prego non dirlo Erin ti ammazza) Egli vive nel suo tempo, e secondo il suo tempo ha agito. Tra l'altro ingrandendo notevolmente i possedimenti di Roma e gettando le basi per il rinnovamento politico successivo. Non si può dire non avesse un illuminazione. Che poi fosse poco misericordioso questo lo deduciamo in base sopratutto a ideologie post-repubblicane romane. E non citiamo Virgilio per cortesia che mi alzo le sottane e corro via urlando. :unsure: :blink: ^_^
Per l'altro discorso continuo ad insistere, il piacere è una cosa differente. E' un senso del dovere insito nella natura umana. E nessuno lo fa aspettandosi il ricambio in un futuro più o meno prossimo. Ne ci da piacere vedere il dolore nelle persone. E si è nell'impotenza di porre rimedio. E non venite a parlarmi di doveri morali che la morale non so neanche dove l'ho messa. (comunque preciso che il mio è un'esempio fittizio se avessi citato mia nonna avrei già smontato l'esempio :D -_- )
balon non svicolare dal discorso, non stiamo parlando di opinioni bensì di analisi della storia, nessuno mette in dubbio che l'opinione in quanto personale sia influenzata pesantemente dalla propria individualità...
Mornon: probabilmente la nostra divergenza è puramente linguistica, io calco la differenza tra l'esprimere un giudizio e l'esprimere un'opinione puntando sul fatto che la seconda risente di tutte le variabili di cui si parla nel discorso sull'individualità, mentre la prima assume i caratteri universalistici e dogmatici di una Verità in quanto per giudicare si necessita di conoscere alla perfezione ciò che si giudica applicandovi una formula assoluta...insomma il tuo concetto di giudizio personale collima con il mio di opinione...
Mmm...sono rimasto piuttosto indietro...
E poi la Storia è piena zeppa di ideologie, religioni, passioni, etc. che sono anti-scientifiche. Non ci sono solo uomini, guerre, battaglie ma anche linee di pensiero, culture che sono già di loro non-scientifiche e attingono ad un altro piano della sfera umana che per forza di cose è intima e personale. Di fronte alla Seconda Guerra Mondiale si può ragionevolmente utilizzare un metodo per così dire scientifico perchè parliamo di un evento ben preciso ma se dobbiamo parlare del Romanticismo quale parte può avere la scienza e quale parte invece il pensiero, l'etica, la filosofia? L'uomo non è una macchina,
Scusa...ma non lo vedi che ti contraddici da solo?
L'uomo non è una macchina, appunto. E' un essere pensante animato da emozioni e sentimenti, che ragiona per conto proprio e prende le proprie decisioni sulla base di una serie di stimoli e di riflessioni...gran parte dei quali assolutamente non-scientifici, o non spiegabili scientificamente. Decisioni che portano a delle azioni, che a loro volta hanno delle conseguenze...che possono essere modificate da altri fattori esterni o interni o meno. Tutto questo contribuisce a concatenare una serie di vicende e avvenimenti che quando le hai sotto gli occhi si chiamano cronaca, e quando le studiano i tuoi nipoti cinquant'anni più tardi si chiamano storia - quanto è breve la differenza!
Tu parli di ideologie, culture, etc...tutte cose che trovi nei libri di storia, e che chiami in causa per spiegare le vicende del passato. E magari definisci superstizioni e non-scientifiche quelle stesse "arti" che un secolo prima erano ritenute serissime, valide, ed assolutamente scientifiche, sulla base delle quali uomini del loro tempo hanno spiegato le vicende vissute.
Per quanto riguarda l'assurdità di processare Cesare (o Napoleone, o Carlo V, o chi vi pare)...è inutile dire "se fosse vissuto ai nostri giorni". Ai nostri giorni non sarebbe vissuto come allora, semplicemente perché sarebbe stata una persona educata e cresciuta in modo diverso, con valori e parametri completamente diversi. Si potrebbe cavillare che "se non fosse vissuto oggi le cose sarebbero diverse", ma ho imparato che la Storia non si fa con i "ma" e con i "se".
Posso dire che Hitler è stato un assassino? Sì, sia da uomo che da storico: ma posso farlo perché sono un uomo del suo stesso tempo, con valori comuni (e in un certo senso figli dei suoi). Posso dirlo dei conquistadores che distrussero le civiltà precolombiane? Forse sì da uomo, non da storico: devo ricordarmi che all'epoca il senso della morte e dell'uccisione, della distruzione di una cultura riconosciuta come estranea (e perfino superiore, per certi versi) è sentito in altra maniera, completamente diversa dalla mia, e giustificata da un'ideologia che tu definisci irrazionale e non scientifica, ma che all'epoca ha il potere di muovere forze immani; altrimenti dovrei usare lo stesso peso e la stessa misura, e definire assassini anche i precolombiani per via dei loro sacrifici umani...
La storia appartiene a tutti e nessuno se ne può fare unico sacerdote e interprete. Il giudizio storico è invece è sempre problematico, esige analisi critica, tempo e intelligenza
Piu chiaro di cosi!
queste sono le discutibili idee di Benedetto Croce, noto per essere un idealista e sostenistore della credenza che ci fosse uno spirito che pervade la storia. Tu credi che ci sia uno spirito che pervade la storia?
Sei anche tu una neo-idealista?
Punto 2- Il tuo esperimento continua a non riscontrare in me alcuna traccia di convincimento. Il fatto che io sia schiava del piacere e del dolore (cosa su cui ti do assolutamente ragione) non significa nulla. Tu riduci in maniera superficiale le varie sfaccettature dei sentimenti dell'animo umano in 2 semplici punti. Il piacere è una cosa, l'affetto un'altra. E comunque non fare troppi esperimenti con me, perchè ai miei la padella in testa non la do, ma ti assicuro che non mi metterei gli stessi problemi per altri
il piacere può essere inteso come sensoriale, intellettivo e/o ego gratificante. L'affetto è sia l'uno che l'altro... certo un piacere più complesso che mangiare la torta al cioccolato, ma pur sempre piacere.
Altrimenti, se non sei d'accordo, prova a prendere a padellate tua nonna e poi ne riparliamo.
Punto 4- Non mettere punti esclamativi o parole in grassetto, non sono sensibile a questi eccessi di rude forza maschile
si vede che non sai cosa sia un vero eccesso di rude forza maschile... :blink:
balon non svicolare dal discorso, non stiamo parlando di opinioni bensì di analisi della storia, nessuno mette in dubbio che l'opinione in quanto personale sia influenzata pesantemente dalla propria individualità...
a me sembrava che anche xaytar avesse ribadito che invece si parlava proprio di opinioni... il che mi fa pensare che forse sei tu quello che svicola :unsure:
termini come "accettabile, buono, cattivo, malvagio, amorale ecc" sono relativi e individuali; variano da persona a persona.Se definisci un evento "accettabile, buono, cattivo ecc." lo sarà per te, solo per te, esclusivamente per te.
Quindi per te a cosa si riduce il concetto di morale?
Odio autoquotarmi, ma se ho ben riletto la discussione non hai risposto a questa domanda.
lo sai che il positivismo è superato da un pezzo, vero? Credo che la pretesa di assoluta oggettività della scienza sia morta circa cento anni fa...
La teoria della relativita di Einstein e del novecento:non e forse stata supportata da dati,esperienze sperimentali,formule matematiche?
infatti non c'è niente da dire. Supponendo che il tuo sistema nervoso e ormonale e affettivo sia sano, posso dirti con sicurezza che non farai mai tale esperimento.
Anche se lo volessi. Il problema è che non puoi volerlo. Sei schiava degli ormoni, dei neuroni, e della tua natura.
Se il mio prof. di neurofisiologia o quello di psicologia dinamica leggesse una cosa del genere,gli verrebbe
una sincope e morirebbe sul colpo.
queste sono le discutibili idee di Benedetto Croce, noto per essere un idealista e sostenistore della credenza che ci fosse uno spirito che pervade la storia. Tu credi che ci sia uno spirito che pervade la storia?
A parte che queste sono le righe conclusive di un intervento piu vasto,che spiegava perche lo storico non fa il suo lavoro a seconda di come si sveglia al mattino,non capisco perche le opinioni di uno dei maggiori storici italiani siano "discutibili" ,mentre quelle di Balon Woytila debbano essere prese come la Verita Assoluta.
Personalmente penso ci rientri: se aiuto una persone cui voglio bene, mi fa piacere, e quindi può benissimo rientrare nella ricerca del piacere; inoltre, può anche rientrare nell'autoconservazione, nell'ottica che, se io aiuto te quanto hai bisogno, se in futuro avrò bisogno io sarai piú propensa ad aiutarmi. Poi il discorso può benissimo essere piú articolato, ma penso che possa rientrare nei punti descritti.
Come ho detto in uno dei miei primi post,questa toria e` gia stata esposta in ambito psicologico,sia da Skinner che da Thorndike,e viene generalmente definita come "condizionamento strumentale".IO non dico che sia inesatta:dico semplicemente che e` una teoria NON ADATTA a spiegare l`immane varieta di atteggiamenti e azioni,di comportamenti ed emozioni provate o attuate dall`uomo.A prova di cio sta il fatto che il buon Balon la utilizza in maniera mooooooolto libera,come si evince dalla frase:
si può vincere l'autoconservazione per raggiungere un piacere, si può rinunciare a un piacere per autoconservarsi, si può accettare un dolore per autoconservarsi o per raggiungere un piacere maggiore, e così via.non c'è una gerarchia fissa.
Ah,un altra cosa.....
Sei anche tu unA neo-idealista?
Sei schiavA degli ormoni, dei neuroni, e della tua natura.
Ehi,profondo conoscitore della natura umana,guarda che sono un LUI non una LEI! :unsure:
:blink: ^_^ :D