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Contestualizzare la storia
E di Erin
creato il 27 gennaio 2008

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sharingan
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Inviato il 30 gennaio 2008 15:51

 

Che Nerone fosse un genio, un folle o un gran bast(biiiiip)ardo sono cavoli suoi e dei romani del 50d.C., il lavoro dello storico è dire cos'ha fatto durante il suo regno ed in quali circostanze, punto. I giudizi sono individuali e non appartengono all'analisi storica.

Non stiamo discutendo sul metro di giudizio (che non deve esistere!)ma sulla necessità di contestualizzare la storia.

 

Scusa ma questa è un opinione come un'altra. Non esistendo alcuna Legge Assoluta dello Storico tu non puoi dire cosa deve o non deve fare lo storico. Chi te l'ha detto che lo storico non dà giudizi. Ci sono storici che si limitano a raccontare i fatti pedissequamente e ce ne sono altri che danno anche giudizi. Certo se devo dare un libro di storia a un ragazzo delle elementari o delle medie gli darò un libro semplice semplice che si limita a raccontare gli eventi per quelli che sono ma agli studenti universitari si consigliano libri più complessi dove l'autore fornisce anche dei giudizi sull'operato del tal re/comandante/politico/etc. in modo che la sua visione dei fatti possa far nascere un dibattito. Se no scusa perchè si scrivono libri di storia su gli stessi eventi ma con interpretazioni del tutto differenti? Per esempio alcuni storici sono convinti che Pio XII fosse un salva-ebrei altri che fosse un nazista coperto...


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Ser Balon Swann
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Inviato il 30 gennaio 2008 16:39
Balon, a quanto pare ti stai impantanando sempre di più da solo nei tuoi dogmi...

 

 

perchè? vediamo di fare un po' di chiarezza.

 

L'argomento è "contestualizzare la storia".

 

 

Dunque, cosa studia la storia? studia l'insieme degli eventi umani e il loro svolgimento.

Ha quindi come oggetto l'uomo e il suo agire.

 

Abbiamo visto che l'uomo agisce in base a'

1 istinto di autoconservazione

2 ricerca del piacere

3 rifiuto del dolore

 

I piacere e il dolore variano da individuo a individuo (soprattutto per quanto concerne i valori: c'è a chi piace fare la carità e a chi piace prendere a mazzate i barboni), ma i valori dipendono da fattori neuronali, genetici e cerebrali.

 

Le differenze/uguaglianza tra concezioni di Piacere portano gli uomini a

1. unirsi in gruppi più o meno vasti e complessi per perseguire obbiettivi comuni

2. trovarsi in conflitto con altri gruppi a causa di differenze/uguaglianze di scopi

 

 

Detto questo, abbiamo risposto alla domanda "perchè l'uomo agisce in un certo modo?"

 

 

A questo punto lo storico deve solo elencare gli eventi e metterli in relazione tra loro (la cosiddetta analisi)

 

 

Fatto questo, se vuole (è facoltativo) può anche esprimere un proprio giudizio sugli eventi che ha elencato.

 

Ad esempio, può affermare che Cesare era un violento sanguinario, oppure può giudicare Cesare come magnanimo e misericordioso.

 

Ma questo giudizio sarà sempre e comunque personale e individualissimo.

 

Dovrà giusticare questo suo giudizio sulla base delle sue convinzioni morali/religiose/sociali/culturali, e non sulla base delle convinzioni morali/religiose/sociali/culturali degli antichi romani.

 

Lo storico durante l'analisi potrà dire "i romani erano una società altamente militarizzata, e pertanto i massacri che Cesare fece in Gallia non furono criticati dalla maggioranza dei suoi concittadini"

 

Ma durante il giudizio non potrà dire "i romani erano una società altamente militarizzata, e pertanto i massacri che Cesare fece in Gallia sono da considerarsi accettabili anche per noi"

 

Non lo potrà dire perchè termini come "accettabile, buono, cattivo, malvagio, amorale ecc" sono relativi e individuali; variano da persona a persona.

Se definisci un evento "accettabile, buono, cattivo ecc." lo sarà per te, solo per te, esclusivamente per te.

 

Non si può giustificare una propria convinzione morale giustificandola con l'ipotesi che altri individui condividessero tale convinzione morale.



joramun
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Inviato il 30 gennaio 2008 16:46
per giudicare servono dei valori

 

i valori per definizione sono relativi e indiviudiali

 

ergo ogni giudizio avrà un approcio relativo e individualistico

 

il sillogismo perfetto

"Dio e` amore" + "L`amore e` cieco"= "Dio e` cieco"

 

"Dio e' cieco" + "Stevie Wonder e` cieco" = "STEVIE WONDER E DIO!!!"

 

I ragionamenti sillogistici sono sempre FORMALMENTE perfetti,cio non vuol dire che siano anche empiricamente validi.Tra l`altro hanno smesso di essere considerati un esimio esempio di logica da circa trecento anni.

 

Tornando IT - ad uno storico,per affermare che i trattati tra le nazioni vincitrici della prima guerra mondiale furono fatti a c++zo di cane,non servono affatto dei "valori":gli basta sapere le conseguenze disastrose che questi ebbero a livello internazionale,i sentimenti di rivalsa che suscitarono nell`opinione pubblica dei paesi sconfitti (ai quali furono inflitte sanzioni pesantissime),il disaccordo che generarono tra le stesse potenze vincitrici.

:unsure: ^_^ :D



joramun
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joramun
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Inviato il 30 gennaio 2008 17:10
Abbiamo visto che l'uomo agisce in base a'

1 istinto di autoconservazione

2 ricerca del piacere

3 rifiuto del dolore

Chi lo ha visto?Questi sono solo le tue personalissime affermazioni,che tra l`altro ritengo assai superficiali:se uno ti chiede quali sono le motivazioni dell`agire umano e tu gli rispondi con quei tre punti da te citati,e` come se qualcuno ti chiedesse perche Dante colloca Farinata degli Uberti tra gli eretici e tu gli rispondessi "beh,perche lo riteneva un peccatore!".Non e` inesatto,e` semplicementee troppo poco.

 

i valori dipendono da fattori neuronali, genetici e cerebrali

Perdonami ma,da studente di psicologia,questa e` la piu grossa inesattezza che si possa dire:equivale a dire che ognuno di noi nasce gia con la consapevolezza di cosa e` male e cosa e` bene,di cosa e` giusto e cosa e` sbagliato.Cio e` assolutamente inesatto:i valori dipendono dal contesto in cui l`individuo si sviluppa,dalla societa in cui vive,dall`educazione ricevuta.Altro che geni e fattori cerebrali!


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 30 gennaio 2008 18:12
Chi lo ha visto?Questi sono solo le tue personalissime affermazioni,che tra l`altro ritengo assai superficiali:se uno ti chiede quali sono le motivazioni dell`agire umano e tu gli rispondi con quei tre punti da te citati,e` come se qualcuno ti chiedesse perche Dante colloca Farinata degli Uberti tra gli eretici e tu gli rispondessi "beh,perche lo riteneva un peccatore!".Non e` inesatto,e` semplicementee troppo poco.

 

 

Lo colloca all'inferno perchè era un eretico e un traditore della partia e per altri motivi. Dante odiava gli eretici e si considerava un grande patriota.

Ha voluto dare sfogo alla sua frustrazione per quello che non è stato (un grande condottiero) e auto gratificarsi per quello che invece è stato (sempre fedele a Firenze)

 

Tuttavia, visto che Farinata si era opposto alla distruzione di Firenze, cosa che sicuramente a Dante aveva fatto piacere, riserva a Farinata un trattamento tutto sommato onorevole.

 

 

Tutto, ma propio tutto, è spiegabile attraverso autoconservazione, piacere, dolore

 

Comunque sto ancora aspettando un contro esempio efficace

 

 

 

Perdonami ma,da studente di psicologia,questa e` la piu grossa inesattezza che si possa dire:equivale a dire che ognuno di noi nasce gia con la consapevolezza di cosa e` male e cosa e` bene,di cosa e` giusto e cosa e` sbagliato.Cio e` assolutamente inesatto:i valori dipendono dal contesto in cui l`individuo si sviluppa,dalla societa in cui vive,dall`educazione ricevuta.Altro che geni e fattori cerebrali

 

 

come ho già detto in un altro post, certo che i fattori esterni influenzano la personalità, ma sempre e comunque a livello cerebrale.

 

 

 

"Dio e` amore" + "L`amore e` cieco"= "Dio e` cieco"

 

"Dio e' cieco" + "Stevie Wonder e` cieco" = "STEVIE WONDER E DIO!!!"

 

 

Suvvia, non scherziamo...

 

Intanto le premesse del sillogismo devono essere vere e dimostrabili: "Dio è amore" e "Dio è cieco" non significano niente e non sono dimostrabili, e "l'amore è cieco" ha ancora meno senso

 

invece dire che "alla base del giudizio ci sono dei valori" è una realtà innegabile, e così anche "i valori sono relativi".

 

il mio non era nemmeno un sillogismo, ma un semplice ragionamento logico basata sull'osservazione empirica della realtà.



joramun
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joramun
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Inviato il 30 gennaio 2008 18:29
Lo colloca all'inferno perchè era un eretico e un traditore della partia e per altri motivi. Dante odiava gli eretici e si considerava un grande patriota.

Ha voluto dare sfogo alla sua frustrazione per quello che non è stato (un grande condottiero) e auto gratificarsi per quello che invece è stato (sempre fedele a Firenze)

 

Tuttavia, visto che Farinata si era opposto alla distruzione di Firenze, cosa che sicuramente a Dante aveva fatto piacere, riserva a Farinata un trattamento tutto sommato onorevole.

 

 

Tutto, ma propio tutto, è spiegabile attraverso autoconservazione, piacere, dolore

 

Comunque sto ancora aspettando un contro esempio efficace

Non possiamo in alcun modo sapere come la pensasse un romano medio,pero possiamo immaginarci alla perfezione tutte le sfaccettature del pensiero di Dante?Ti contraddici!

 

Di fronte a un dogmatismo cosi assoluto non ci sono esempi che tengano:te ne sto facendo dall`inizio della discussione,ma tu ti limiti a reinterpretarli alla luce della "santissima trinita" (piacere autoconservazione e dolore),e arrivi a dire cose che non stanno ne in cielo ne in terra,tipo che Farinata (o ti riferivi a Dante?vabbe cambia poco...)era "frustrato"!


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Eddard Seaworth
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Inviato il 30 gennaio 2008 18:34
Ma durante il giudizio non potrà dire "i romani erano una società altamente militarizzata, e pertanto i massacri che Cesare fece in Gallia sono da considerarsi accettabili anche per noi"

 

Non lo potrà dire perchè termini come "accettabile, buono, cattivo, malvagio, amorale ecc" sono relativi e individuali; variano da persona a persona.

 

Uno storico vero non darà alcun giudizio. Ti darà una spiegazione - parziale ed individuale, perché basata sulla visione dell'importanza di determinati fatti rispetto ad altri - del perché questo è avvenuto, e forse di perché i proteagonisti delle vicende hanno agito così. Uno storico che dà un giudizio abdica al proprio ruolo di storico - umanissimo e comprensibile come gesto, peraltro - e la sua ricerca ne paga le conseguenze, senza per questo essere meno valida.


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nymerios
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Inviato il 30 gennaio 2008 19:00

 

Che Nerone fosse un genio, un folle o un gran bast(biiiiip)ardo sono cavoli suoi e dei romani del 50d.C., il lavoro dello storico è dire cos'ha fatto durante il suo regno ed in quali circostanze, punto. I giudizi sono individuali e non appartengono all'analisi storica.

Non stiamo discutendo sul metro di giudizio (che non deve esistere!)ma sulla necessità di contestualizzare la storia.

 

Scusa ma questa è un opinione come un'altra. Non esistendo alcuna Legge Assoluta dello Storico tu non puoi dire cosa deve o non deve fare lo storico. Chi te l'ha detto che lo storico non dà giudizi. Ci sono storici che si limitano a raccontare i fatti pedissequamente e ce ne sono altri che danno anche giudizi. Certo se devo dare un libro di storia a un ragazzo delle elementari o delle medie gli darò un libro semplice semplice che si limita a raccontare gli eventi per quelli che sono ma agli studenti universitari si consigliano libri più complessi dove l'autore fornisce anche dei giudizi sull'operato del tal re/comandante/politico/etc. in modo che la sua visione dei fatti possa far nascere un dibattito. Se no scusa perchè si scrivono libri di storia su gli stessi eventi ma con interpretazioni del tutto differenti? Per esempio alcuni storici sono convinti che Pio XII fosse un salva-ebrei altri che fosse un nazista coperto...

 

 

Purtroppo per te (e per le tesi del buon Balon) la storia è la mia passione, il mio studio quotidiano ed il mio lavoro e posso dirti che il lavoro dello storico è tutto tranne che dare giudizi. Al massimo può esprimere le sue opinioni esponendo ed argomentando una tesi confutabile su dati oggettivi ed inequivocabili, ma dare opinioni di testa propria basandosi solo su un'idea sua che si è fatto partendo dalla propria cultura, moralità, ecc... lo esautora dal mestiere di storico e gli vale al massimo la qualifica di opinionista.

Uno storico serio e professionista al massimo darà una spiegazione del fatto e delle circostanze, ma in quel caso lo specifica chiaramente e la da solo nel caso abbia una tesi verificabile da qualsiasi altro collega con una metodologia chiara ed inequivocabile, come un qualsiasi esperimento per essere confutato deve utilizzare nella sua procedura il metodo scientifico.


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sharingan
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Inviato il 30 gennaio 2008 19:22

 

Che Nerone fosse un genio, un folle o un gran bast(biiiiip)ardo sono cavoli suoi e dei romani del 50d.C., il lavoro dello storico è dire cos'ha fatto durante il suo regno ed in quali circostanze, punto. I giudizi sono individuali e non appartengono all'analisi storica.

Non stiamo discutendo sul metro di giudizio (che non deve esistere!)ma sulla necessità di contestualizzare la storia.

 

Scusa ma questa è un opinione come un'altra. Non esistendo alcuna Legge Assoluta dello Storico tu non puoi dire cosa deve o non deve fare lo storico. Chi te l'ha detto che lo storico non dà giudizi. Ci sono storici che si limitano a raccontare i fatti pedissequamente e ce ne sono altri che danno anche giudizi. Certo se devo dare un libro di storia a un ragazzo delle elementari o delle medie gli darò un libro semplice semplice che si limita a raccontare gli eventi per quelli che sono ma agli studenti universitari si consigliano libri più complessi dove l'autore fornisce anche dei giudizi sull'operato del tal re/comandante/politico/etc. in modo che la sua visione dei fatti possa far nascere un dibattito. Se no scusa perchè si scrivono libri di storia su gli stessi eventi ma con interpretazioni del tutto differenti? Per esempio alcuni storici sono convinti che Pio XII fosse un salva-ebrei altri che fosse un nazista coperto...

 

 

Purtroppo per te (e per le tesi del buon Balon) la storia è la mia passione, il mio studio quotidiano ed il mio lavoro e posso dirti che il lavoro dello storico è tutto tranne che dare giudizi. Al massimo può esprimere le sue opinioni esponendo ed argomentando una tesi confutabile su dati oggettivi ed inequivocabili, ma dare opinioni di testa propria basandosi solo su un'idea sua che si è fatto partendo dalla propria cultura, moralità, ecc... lo esautora dal mestiere di storico e gli vale al massimo la qualifica di opinionista.

Uno storico serio e professionista SE deve dare una propria opinione lo specifica chiaramente e la da solo nel caso abbia una tesi verificabile da qualsiasi altro collega con una metodologia chiara ed inequivocabile, come un qualsiasi esperimento per essere confutato deve utilizzare nella sua procedura il metodo scientifico.

 

Intanto che la storia sia la tua passione non mi procura alcun turbamento quindi quel ''purtroppo per te'' lo trovo del tutto fuori luogo e anche un po' ridicolo... se ti ritieni più bravo o intelligente degli altri solo perchè la storia è il tuo pane quotidiano allora non dovresti neanche discutere con me visto che la mia perizia storica è inferiore alla tua (cosa che comunque possiamo solo supporre)...

In secondo luogo io non rispondo per Balon che sa difendersi benissimo da solo quindi sarebbe meglio non fare confusione... io non ho mai detto che il lavoro dello storico è quello di dare giudizi senza tener conto dei dati di fatto(che in storia poi sono assai pochi) ma che non si può escludere il giudizio dal lavoro dello storico. Questi cerca le fonti, giudica quali sono affidabili e quali no, elenca i fatti e poi alla fine ci dà un giudizio su questi eventi.... perchè dire che Annibale è stato un condottiero magistrale non è dare un giudizio? Se uno storico afferma che la battaglia di Canne è stata vinta grazie a un capolavoro di tattica militare vuol dire che questi è venuto meno al suo compito?

Poi lo stesso vaglio delle fonti non è un'operazione arbitraria? Perchè alcuni studiosi ritengono alcune fonti attendibili mentre altri no? La soggettività è un elemento che si può limitare ma non eliminare del tutto... è come un Presidente eletto che afferma che sarà il Presidente di tutti... ma se la sua cultura politica è quella, sarà sempre influenzato da questa cultura... e così lo storico. Prova a dire a uno storico di ideologia anti-clericale di fare un libro sulla Storia dei Papa e poi chiedi la stessa cosa a un cattolico praticante. Sei convinto che il risultato sarà lo stesso?


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
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The lone and level sands stretch far away. »

 

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Ser Balon Swann
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Inviato il 30 gennaio 2008 19:35
Non possiamo in alcun modo sapere come la pensasse un romano medio,pero possiamo immaginarci alla perfezione tutte le sfaccettature del pensiero di Dante?Ti contraddici!

 

 

effetivamente quella frase è stata un po' infelice... mi sono espresso molto male: noi possiamo sapere quali fossero le convinzioni e le credenze più diffuse del tempo.

 

Quello che non possiamo fare è dare giudizi su cose o persone affermando poi che "se ai romani andava bene, allora va bene anche a me", in quanto ogni opinione/giudizio è per definizione personalissima e individualissima e relativissima

 

Concordi?

 

 

 

Di fronte a un dogmatismo cosi assoluto non ci sono esempi che tengano:te ne sto facendo dall`inizio della discussione,ma tu ti limiti a reinterpretarli alla luce della "santissima trinita" (piacere autoconservazione e dolore),e arrivi a dire cose che non stanno ne in cielo ne in terra,tipo che Farinata (o ti riferivi a Dante?vabbe cambia poco...)era "frustrato"!

 

 

te li ho smontati uno a uno e non sei stato in grado di ribattere.

Io posso "reinterpretarli" proprio perchè la mia interpretazione è corretta

 

 

Dante era chiaramente un frustrato, sia sessualmente (Beatrice e compagnia) che socialmente (tu il proverai come sa di sal lo pane altrui e come e' duro calle lo scendere e salir l'altrui scale)

 

 

Purtroppo per te (e per le tesi del buon Balon) la storia è la mia passione, il mio studio quotidiano ed il mio lavoro e posso dirti che il lavoro dello storico è tutto tranne che dare giudizi.

 

me ne compiaccio. e non me ne importa neanche più di tanto, ti dirò.

 

Io dico che se a uno storico o a uno psicologo o a un imbianchino viene voglia di esprimere un giudizio su i romani, dovrà giusticare questo suo giudizio sulla base delle sue convinzioni morali/religiose/sociali/culturali, e non sulla base delle convinzioni morali/religiose/sociali/culturali degli antichi romani.

 

termini come "accettabile, buono, cattivo, malvagio, amorale ecc" sono relativi e individuali; variano da persona a persona.

Se definisci un evento "accettabile, buono, cattivo ecc." lo sarà per te, solo per te, esclusivamente per te.

 

Non si può giustificare una propria convinzione morale giustificandola con l'ipotesi che altri individui condividessero tale convinzione morale.


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Alekseij Targaryen
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Alekseij Targaryen
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Inviato il 30 gennaio 2008 19:39

1 istinto di autoconservazione

2 ricerca del piacere

3 rifiuto del dolore

 

I tre punti da te già citati in altre occasioni sono espressione delal tua personale filosofia, di certo non sono dogmi rivelati da Dio. In particolare vorrei chiederti,

 

per il punto 1: un suicida agisce per autoconservazione?

per il punto 2-3: un masochista per cosa agisce? Egli ricerca il piacere, ma di certo questo si accompagna al dolore. Quindi?

 

 

termini come "accettabile, buono, cattivo, malvagio, amorale ecc" sono relativi e individuali; variano da persona a persona.

Se definisci un evento "accettabile, buono, cattivo ecc." lo sarà per te, solo per te, esclusivamente per te.

 

Quindi per te a cosa si riduce il concetto di morale?



joramun
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joramun
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Inviato il 30 gennaio 2008 19:46
io non ho mai detto che il lavoro dello storico è quello di dare giudizi senza tener conto dei dati di fatto(che in storia poi sono assai pochi) ma che non si può escludere il giudizio dal lavoro dello storico. Questi cerca le fonti, giudica quali sono affidabili e quali no, elenca i fatti e poi alla fine ci dà un giudizio su questi eventi.... perchè dire che Annibale è stato un condottiero magistrale non è dare un giudizio? Se uno storico afferma che la battaglia di Canne è stata vinta grazie a un capolavoro di tattica militare vuol dire che questi è venuto meno al suo compito

No affatto......ma quelli che tu citi non sono giudizi,sono costatazioni.....come l`esempio che ho fatto prima dei trattati post-priam guerra mondiale:dire che furono fatti a ca++o di cane (per i motivi che ho detto) non e` un arbitraria opinione ma un dato di fatto.

Non ho capito poi perche dici che i fatti storici sono pochi...... :unsure:

^_^ :D :D


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Aija
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Aija
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Inviato il 30 gennaio 2008 19:47

Sono tornataaaaaaaaaaaa! :D Manco 2 giorni e si va avanti senza la mia autorevole presenza... :D

A parte gli scherzi...

 

Innanzi tutto, Ser Balon, hai dichiarato smontabile il mio esempio, fatto nei primi post. Purtroppo non c'ero e non ho potuto replicare. Ma recupero in fretta...

 

 

Abbiamo visto che l'uomo agisce in base a'

1 istinto di autoconservazione

2 ricerca del piacere

3 rifiuto del dolore

 

Le differenze/uguaglianza tra concezioni di Piacere portano gli uomini a

1. unirsi in gruppi più o meno vasti e complessi per perseguire obbiettivi comuni

2. trovarsi in conflitto con altri gruppi a causa di differenze/uguaglianze di scopi

 

 

Per un tratto andrò leggermente OT.

Purtroppo Joramun mi ha già preso la battuta, perchè il "abbiamo visto" è fantastico... :unsure: Io non ho visto proprio nulla.

C'eravamo fermati allo scoglio dei bisogni dunque. Io ritengo che i bisogni stessi variano con il mutare della società. L'uomo passa da uno stato di vita nomade e strettamente familiare, un sistema molto semplice, per arrivare alle società moderna (anche se permangono in alcuni popoli caratteri delle società primitive, ricordiamolo) molto complessa e sfaccettata.

Questi punti che Ser Balon si ostina a propinarmi non reggono. E il non-seguire questi punti non significa (come Balon afferma) necessariamente essere costretti a farlo. Se io aiuto mia nonna che sta a casa e sta male a quale bisogno sto adempiendo? Non perseguo l'autoconservazione, non cerco piacere e il dolore lo guardo in faccia. Eppure lo faccio, e un dovere e un bisogno umano. Proprio tu che parli di umanità.

 

Lasciando stare l'argomento dei bisogni che decisamente non mi riguarda, torno alla storia.

Da archeologa :D ^_^ ci tengo a ribadire un concetto. L'archeologia è una scienza, non ci limitiamo a dare opinioni personali, innanzitutto raccontiamo i fatti storici (analisi delle fonti, letterarie e archeologiche e confronti tra le due, se la letteratura è presente) e diamo spiegazioni (che possono essere, ovviamente, più o meno valide), che non sono dettate dai nostri gusti personali, ma supportate sempre da confronti tra diverse tesi e anni di studi nel corso di anni e secoli a volte.

Detto questo non dovrebbe neanche esserci bisogno di aggiungere altro riguardo alla "contestualizzazione degli eventi storici" perchè con la mia introduzione sugli studi archeologici e storici miravo a spiegare come secoli e millenni di storia mettono l'uomo moderno dinnanzi ad una visuale più ampia.

 

Con ciò voglio dire che potete assimilare Hitler a Cesare quanto vi pare, potete inorridire dinnanzi ai massacri in altrettanta maniera. Resta il fatto che tra Hitler e Cesare ci sono più di 2000 anni di storia. Storia che ha cambiato il volto del mondo. Storia che Cesare non conosceva e non poteva conoscere, ma Hitler si.

 

E ribadisco un'altra volta il concetto che "ogni uomo è cittadino del suo tempo". In base al suo tempo deve essere giudicato.


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sharingan
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sharingan
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Inviato il 30 gennaio 2008 19:58
io non ho mai detto che il lavoro dello storico è quello di dare giudizi senza tener conto dei dati di fatto(che in storia poi sono assai pochi) ma che non si può escludere il giudizio dal lavoro dello storico. Questi cerca le fonti, giudica quali sono affidabili e quali no, elenca i fatti e poi alla fine ci dà un giudizio su questi eventi.... perchè dire che Annibale è stato un condottiero magistrale non è dare un giudizio? Se uno storico afferma che la battaglia di Canne è stata vinta grazie a un capolavoro di tattica militare vuol dire che questi è venuto meno al suo compito

No affatto......ma quelli che tu citi non sono giudizi,sono costatazioni.....come l`esempio che ho fatto prima dei trattati post-priam guerra mondiale:dire che furono fatti a ca++o di cane (per i motivi che ho detto) non e` un arbitraria opinione ma un dato di fatto.

Non ho capito poi perche dici che i fatti storici sono pochi...... :unsure:

^_^ :D :D

 

Quando parliamo di eventi dell'età classica di dati di fatto ce ne sono ben pochi perchè per forza di cose gli elementi a disposizione sono pochi. Possiamo supporre certi eventi con una certa probabilità ma non possiamo dire che sono certi. Oggi con le tecnologie a disposizione la storia ha basi molto più solide e fonti più attendibili ma molti eventi del passato sono piuttosto nebulosi. Lo storico quindi si trova di fronte a diverse fonti alcune magari contrastanti e quindi a questo punto interviene il giudizio che per forza di cose sarà personale.

Infine io credo che lo storico debba rimanere aderente ai fatti ma l'individualismo dell'uomo è troppo potente per far sì che le proprie opinioni non incidano nell'analisi...


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
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Inviato il 30 gennaio 2008 20:04
Dante era chiaramente un frustrato, sia sessualmente (Beatrice e compagnia) che socialmente (tu il proverai come sa di sal lo pane altrui e come e' duro calle lo scendere e salir l'altrui scale)

A parte la straordinaria maestria letteraria di Dante,i versi che citi dimostrano ben poco e costituiscono,permettimelo,una ben poco strutturata argomentazione per asserire che uno dei nostri piu grandi scrittori era un "frustrato".

:unsure: ^_^ :D


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