Il governo, cioè i ministri bindi e pollastrini, ha proposto la una legge sulle coppie di fatto, omo ed eterosessuali, che poi passerà in parlamento, dove ricordo che quelli che ci siedono hanno già da anni ormai per i loro conviventi alcuni dei diritti scritti in questa legge.
Ho letto il testo e mi sembra che dia i diritti civili minimi richiesti da più parti da anni ormai, mettendo dei paletti anche sugli anni minimi di convivenza per avere certi diritti e andando in contro alle esigenze di una popolazione che sta innegabilemente evolvendosi, come in ogni parte del mondo del resto.
Certamente è migliorabile, specie per quanto riguarda la parte sull'eredità della locazione di un appartamento, sulla questione del permesso di soggiorno se uno dei due è extracomunitario e magari anche sul fatto delle badanti e dei badati, nonostante gia si dica nel punto 2 (mi sembra) che unioni di questo tipo non rientrano nella categoria.
Da quello che ho sentito da più parti rispetto alle corrispettive leggi straniere (olanda, spagna e francia ad esempio), questa sembra essere all'acqua di rose, infatti non prevede né l'adozione per coppie omosessuali né l'equiparazione al matrimonio tradizionale, cose verso cui personalmente ho dei dubbi, nonostante sia molto favorevole a una legge sulle convivenze.
Non capisco perciò, dato il fatto che la legge è molto leggera, l'accanimento di alcuni politici (mastella e casini per esempio, ma anche an) verso questa legge, che volenti o nolenti siamo l'unico paese europeo di un certo spessore a non avere. A me sembra che alcuni politici non abbiano capito la differenza tra una legge che da alcuni diritti civili di base, ma anche doveri, e l'equiparazione delle coppie di fatto al matrimonio, cosa che al momento sono a richiedere solo una piccola minoranza di estrema sinistra. Secondo me molti politici si nascondono dietro un dito tirando fuori la tiritera della famiglia come unico nucleo previsto in italia, mentre la popolazione, certo non tutta, ha esigenze diverse in continuo mutamente.
Sono convinto che la politica debba seguire più da vicino le mutazioni dei costumi e usi della sua popolazione e legiferare in tal senso per dare diritti minimi a tutti, qualunque idea di vita abbiano.
Inoltre, c'è anche l'intervento della chiesa, molto forte e sostenuto nei toni, ma non capisco il perché in altri paesi dove ci sono state leggi molte più profonde di questa la reazione della chiesa sia stata minore.
Voi che ne pensate di tutto questo?
Si introducono normative cavillose (dichiarazione contestuale invece che congiunta, così si potrà dire che le coppie di fatto deforestano il pianeta :saiyan: ) quando bastava permettere il matrimonio civile omosessuale per risolvere tutto.
Ma siamo in Italia, e certe cose non si possono (ancora?) fare.
Questo provvedimento mi piace sì e no, nel senso che imho ci sono ancora troppe discriminazioni, e alcuni requisiti sono assurdi (del tipo durate minime di convivenza, per avere certi diritti, maggiori alla durata di molti matrimoni)... Però di più era oggettivamente impossibile pretendere.
Diciamo che imho è un passo avanti.
Sulle critiche politiche e clericali, mi sono già espresso nel topic sul dibattito religioso, direi che non ho nulla da aggiungere.
Vorrei che però mi si spiegasse:
1 - perché la famiglia fondata sul matrimonio è "naturale" (e se lo è chi ha celebrato il matrimonio di Adamo ed Eva :saiyan: ), viste le differenze culturali che in materia ci sono nel mondo
2 - in che modo l'esistenza di coppie di fatto può nuocere alla famiglia. Io ci ho provato ad ascoltare i politici che lo sostengono, giuro, ma non l'ho capito.
Comunque, questa legge non passerà mai in Parlamento.
Non ho così fiducia nella classe politica italiana.
La questione della famiglia tradizionale, se difesa sulla base religiosa mi trova d'accordo: altrimenti non ha senso scientifico (il diritto naturale? ma stiamo scherzando?), ma non è questo il problema di questi Dico, che come hai detto tu sono "all'acqua di rose" rispetto ad altri paesi. La discussione sarebbe sensata se ci fosse una legge tipo quella degli altri paesi, con adozioni gay eccetera, e mi sembra normalissimo che ci siano pro e contro queste cose! ma su questi blandi diritti per talune coppie, sarebbe vergognoso se nel 2007 in Italia non passassero, e non aggiungo altro :saiyan:
Così su due piedi, neanche io riesco a comprendere la ratio dei limiti temporali :saiyan:
Al contrario di te, invece, penso che in Parlamento passerà, sicuramente modificata, ma passerà
Tanto per dare modo di discutere della faccenda e commentare gli effettivi provvedimenti, ecco la bozza approvata dal Consiglio dei Ministri.
Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi (DICO) (Bozza del provvedimento)
Art. 1 Ambito e modalità di applicazione
1. Due persone maggiorenni e capaci, anche dello stesso sesso, unite da reciproci vincoli affettivi, che convivono stabilmente e si prestano assistenza e solidarietà materiale e morale, non legate da vincoli di matrimonio, parentela in linea retta entro il secondo grado, affinità in linea retta entro il secondo grado, adozione, affiliazione, tutela, curatela o amministrazione di sostegno, sono titolari dei diritti, dei doveri e delle facoltà stabiliti dalla presente legge.
2. La convivenza di cui al comma 1 è provata dalle risultanze anagrafiche in conformità agli articoli 4, 13, comma 1 lettera b), 21 e 33 del decreto del Presidente della repubblica 30 maggio 1989, n. 223, secondo le modalità stabilite nel medesimo decreto per l'iscrizione, il mutamento o la cancellazione. E' fatta salva la prova contraria sulla sussistenza degli elementi di cui al comma 1 e delle cause di esclusione di cui all'articolo 2. chiunque ne abbia interesse può fornire la prova che la convivenza è iniziata successivamente o è terminata in data diversa rispetto alle risultanze anagrafiche.
3. relativamente alla convivenza di cui al comma 1, qualora la dichiarazione all'ufficio anagrafe di cui all'articolo 13 comma 1, lettera b), del decreto del Presidente della repubblica 30 maggio 1989, n. 223, non sia resa contestualmente da entrambi i conviventi, il convivente che l'ha resa ha l'onere di darne comunicazione mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento all'altro convivente; la mancata comunicazione preclude la possibilità di utilizzare le risultanze anagrafiche a fini probatori ai sensi della presente legge.
4. L'esercizio dei diritti e delle facoltà previsti dalla presente legge presuppone l'attualità della convivenza.
5. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano anche all'anagrafe degli italiani residenti all'estero.
6. Ai fini della presente legge i soggetti di cui al comma 1 sono definiti "conviventi".
Art.2 Esclusioni
1. Le disposizioni della presente legge non si applicano alle persone:
a) delle quali l'una sia stata condannata per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra o sulla persona con la quale l'altra conviveva ai sensi dell'art. 1, comma 1, ovvero sulla base di analoga disciplina prevista da altri ordinamenti;
b) delle quali l'una sia stata rinviata a giudizio, ovvero sottoposta a misura cautelare, per i reati di cui alla lettera a);
c) legate da rapporti contrattuali, anche lavoratori, che comportino necessariamente l'abitare in comune.
Art. 3 Sanzioni
1. Salvo che il fatto costituisca piu' grave reato, chiunque, al fine di beneficiare delle disposizioni della presente legge, chiede l'iscrizione anagrafica in assenza di coabitazione ovvero dichiara falsamente di essere convivente ai sensi della presente legge, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 3000 a euro 10000.
2. La falsa dichiarazione di cui al comma 1 produce la nullità degli atti conseguiti; i pagamenti eseguiti sono ripetibili ai sensi dell'articolo 2033 del codice civile.
Art. 4 Assistenza per malattia o ricovero
1. Le strutture ospedaliere e di assistenza pubbliche e private disciplinano le modalità di esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza nel caso di malattia o ricovero dell'altro convivente.
Art. 5 Decisioni in materia di salute e per il caso di morte
1. Ciascun convivente può designare l'altro quale suo rappresentante:
a) in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, al fine di concorrere alle decisioni in materia di salute, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti.
b) in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie, nei limiti previsti dalle disposizioni vigenti.
2. La designazione è effettuata mediante atto scritto e autografo; in caso di impossibilità a redigerlo, viene formato un processo verbale alla presenza di tre testimoni, che lo sottoscrivono.
Art. 6 Permesso di soggiorno
1. allo straniero o all'apolide convivente con un cittadino italiano si applicano ai fini della concessione del permesso di soggiorno, le medesime regole previste per lo straniero o l'apolide convivente con un cittadino comunitario ai sensi dell'ordinamento del cittadino medesimo (in fase di rielaborazione).
2. Ai fini dell'applicazione della presente legge, rileva e può essere oggetto di prova esclusivamente la presenza del cittadino straniero o apolide sul territorio nazionale conforme alla normativa interna in materia di soggiorno.
Art. 7 Assegnazione di alloggi di edilizia pubblica
1. Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano tengono conto della convivenza di cui all'articolo 1 ai fini dell'assegnazione di alloggi di edilizia popolare o residenziale pubblica.
Art. 8 Successione nel contratto di locazione
1. In caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l'altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni ovvero vi siano figli comuni.
2. La disposizione di cui al comma 1 si applica anche nel caso di cessazione della convivenza nei confronti del convivente che intenda subentrare nel rapporto di locazione.
Art. 9 Agevolazioni e tutela in materie di lavoro
1. La legge e i contratti collettivi disciplinano i trasferimenti e le assegnazioni di sede dei conviventi dipendenti pubblici e privati al fine di agevolare il mantenimento della comune residenza, prevedendo tra i requisiti per l'accesso al beneficio una durata almeno triennale della convivenza.
2. Il convivente che abbia prestato attività lavorativa continuativa nell'impresa di cui sia titolare l'altro convivente può chiedere, salvo che l'attività medesima si basi su di un diverso rapporto, il riconoscimento della partecipazione agli utili dell'impresa, in proporzione dell'apporto finito.
Art. 10 Trattamenti previdenziali e pensionistici
1. In sede di riordino della normativa previdenziale e pensionistica, la legge disciplina i trattamenti da attribuire al convivente, stabilendo un requisito di durata minima della convivenza, commisurando le prestazioni alla durata della medesima e tenendo conto delle condizioni economiche e patrimoniali del convivente superstite.
Art. 11 Diritti successori
1. Trascorsi nove anni dall'inizio della convivenza, il convivente concorre alla successione legittima dell'altro convivente, secondo le disposizioni dei commi 2 e 3.
2. Il convivente ha diritto a un terzo dell'eredità se alla successione concorre un solo figlio e ad un quarto se concorrono due o piu' figli. In caso di concorso con ascendenti legittimi o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, ovvero con gli uni e con gli altri, al convivente è devoluta la metà dell'eredità.
3. In mancanza di figli, di ascendenti, di fratelli o sorelle, al convivente si devolvono i due terzi dell'eredità, e in assenza di altri parenti entro il terzo grado in linea collaterale, l'intera eredità.
4. Quando i beni ereditari di un convivente vengono devoluti, per testamento o per legge, all'altro convivente, l'aliquota sul valore complessivo netto dei beni prevista dall'articolo 2, comma 48, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, è stabilita nella misura del cinque per cento sul valore complessivo netto eccedente i 100.000 euro.
Art. 12 Obbligo alimentare
1. Nell'ipotesi in cui uno dei conviventi versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento, l'altro convivente è tenuto a prestare gli alimenti oltre la cessazione della convivenza, purché perdurante da almeno tre anni, con precedenza sugli altri obbligati, per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza. L'obbligo di prestare gli alimenti cessa qualora l'avente diritto contragga matrimonio o inizi una nuova convivenza ai sensi dell'art. 1.
Art. 13 Disposizioni transitorie e finali
1. I conviventi sono titolari dei diritti e degli obblighi previsti da altre disposizioni vigenti per le situazioni di convivenza, salvi in ogni caso i presupposti e le modalità dalle stesse previste.
2. Entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, può essere fornita la prova di una data di inizio della convivenza anteriore a quella delle certificazioni di cui all'articolo 1, comma 2. La disposizione di cui al presente comma non ha effetti relativamente ai diritti di cui all'articolo 10 della presente legge.
3. Il termine di cui al comma 2 viene computato escludendo i periodi in cui per uno o per entrambi i conviventi sussistevano i legami di cui all'articolo 1, comma 1, e le cause di esclusione di cui all'articolo 2.
4. In caso di scioglimento o di cessazione degli effetti civili nel matrimonio può essere fornita, entro tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, da parte di ciascuno dei conviventi o, in caso di morte intervenuta di un convivente, da parte del superstite, la prova di una data di inizio della convivenza anteriore a quella della iscrizione di cui all'articolo 1, comma 2, comunque successiva al triennio di separazione calcolato a far tempo dall'avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale.
5. I diritti patrimoniali, successori o previdenziali e le agevolazioni previsti dalle disposizioni vigenti a favore dell'ex coniuge cessano quando questi risulti convivente ai sensi della presente legge.
6. I diritti patrimoniali, successori o previdenziali e le agevolazioni previsti dalla presente legge cessano qualora uno dei conviventi contragga matrimonio.
Art. 14 Copertura finanziaria
1. All'onere derivante dall'articolo 11, pari ad euro 4 milioni e 600 mila per l'anno 2008 ed euro 5 milioni a decorrere dall'anno 2009 si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 1, comma 20, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, iscritta all'U.P.B. dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze per l'anno 2007. Il Ministero dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.
Quindi, riassumento, a quanto ho capito:
- apertura a coppie omosessuali
- dichiarazione contestuale e non congiunta
- visita e assistenza in caso di malattia
- disposizione in caso di impossiiblità di intendere e volere e morte
- iscrizione al registro dell'assegnazione delle case popolari
- riconoscimento delle coppie preesistenti
- "ereditarietà" del contratto di affitto (dopo 3 anni)
- tutela per i trasferimenti sul lavoro (dopo 3 anni)
- diritto agli alimenti in caso di separazione (dopo 3 anni)
- partecipazione all'eredità (dopo 9 anni)
- promessa che la reversibilità della pensione sarà trattata nella riforma previdenziale
Mi piacerebbe sapere di più sul trattamento fiscale, se sarà quello di due single oppure no, e sull'adozione... Ma non vedo nulla in merito... :saiyan:
Io ho seguito il dibattito a Porta a Porta con Pollastrini Bindi Vs Alemanno Buttiglione.
Mentre Bindi (strano) e Alemanno pur essendo contrapposti argomentavano decentemente le loro posizioni, e lasciavano intravedere la possibilità di un punto d'incontro, Pollastrini, ma soprattutto Buttiglione hanno dato il peggio di loro (perchè spero ci sia di meglio :saiyan: ).
Mi sono fatto l'idea di una legge per certi aspetti positiva, vedi soprattuto
- visita e assistenza in caso di malattia
- disposizione in caso di impossiiblità di intendere e volere e morte
Per altri invece, come la dichiarazione contestuale, non mi convince, in quanto è inutile porre questa cosa come contestuale quando è ovvio che sia congiunta: uno non è che convive da solo...
I soliti arzigogolii all'Italiana
Sulla base della bozza di disegno di legge che ho postato prima, qualcuno addentro alle questioni giuridiche potrebbe spiegare esattamente la differenza tra i diritti/doveri previsti dai DiCo e quelli invece previsti dal matrimonio?
Tralasciando quelle che sono le personali convinzioni religiose, mi sento di dire che questi "Dico" fanno abbastanza ridere. Mi spiego: o si fa una legge come si deve in materia o non si fa. In questo modo si è cercato di far contenti tutti con il risultato di fare un brutto pasticciaccio che verrà peggiorato in Parlamento.
Si deve avere il coraggio di prendere delle decisioni e non di scendere sempre a compromessi.
Personalmente sono contrario al riconoscimento delle unioni di fatto, sarebbe stato più logico rendere possibile agli omosessuali di sposarsi (senza avere la possibilità di adottare bambini); ma se si deve fare una legge in tal senso che si faccia con cognizione di causa.
Bye bye ;) ;)
Potresti spiegare cosa intendi per "fatta male"?
Nel senso... Cosa avresti fatto di differente?
Non capisco perciò, dato il fatto che la legge è molto leggera, l'accanimento di alcuni politici (mastella e casini per esempio, ma anche an) verso questa legge, che volenti o nolenti siamo l'unico paese europeo di un certo spessore a non avere.
...
Inoltre, c'è anche l'intervento della chiesa, molto forte e sostenuto nei toni, ma non capisco il perché in altri paesi dove ci sono state leggi molte più profonde di questa la reazione della chiesa sia stata minore.
Ti sei dato da solo la risposta ai tuoi dubbi. ;)
In Italia purtroppo il Papa (e i suoi cardinali) è un soggetto politico a tutti gli effetti, con GRAVISSIMI pregiudizi per la democrazia in quanto:
1- non è eletto dal popolo;
2- se qualcuno prova solo a criticarlo (vedi Pippo Baudo) o a non conformarsi alle sue disposizioni (vedi Lino Banfi) viene sottoposto alla "gogna pastorale" e tacciato dell'accusa di comportamento immorale (o di volergli tappare la bocca). Ovvio che ciò si applica anche a chi abbia l'ardire di osare una sua imitazione! Crozza, sei avvisato! In sostanza il diritto alla satira è garantito nei confronti di Prodi, del Berlusca, di Bush e di quant'altro, ma guai a chi tocca il Papa! Se non vuole satira e censure politiche che la smetta di comportarsi come un politico e che cominci a comportarsi come un capo spirituale. Non mi pare che ci sia così tanta satira nei confronti del Dalai Lama.
Questo provvedimento mi piace sì e no, nel senso che imho ci sono ancora troppe discriminazioni, e alcuni requisiti sono assurdi (del tipo durate minime di convivenza, per avere certi diritti, maggiori alla durata di molti matrimoni)... Però di più era oggettivamente impossibile pretendere.
Diciamo che imho è un passo avanti.
...
Vorrei che però mi si spiegasse:
1 - perché la famiglia fondata sul matrimonio è "naturale" (e se lo è chi ha celebrato il matrimonio di Adamo ed Eva ;) ), viste le differenze culturali che in materia ci sono nel mondo
2 - in che modo l'esistenza di coppie di fatto può nuocere alla famiglia. Io ci ho provato ad ascoltare i politici che lo sostengono, giuro, ma non l'ho capito.
Condivido appieno i tuoi giudizi, salvo quello sull'approvazione. Questo testo già all'acqua di rose verrà ulteriormente diluito in Parlamento in modo tale da consentirne il passaggio, così da non scontentare nessuno.
D'accordissimo anche sulle questioni che poni, piacerebbe sapere anche a me le argomentazioni sull'equazione "DiCo=minaccia per la famiglia", dato che un omosessuale in ogni caso una famiglia non la costituirebbe mai (a meno che non si tratti di una famiglia "di facciata"...meglio nessuna famiglia, a questo punto...).
Faccio anche notare che ci sono parecchie cose del vivere quotidiano che sono "contro natura": vestirsi è contro natura, viaggiare sull'aereo è contro natura, approvare leggi al di fuori di quelle stabilite dalla natura è contro natura, andare nello spazio è contro natura. E anche avere un Papa che si proclama rappresentante di Dio in terra (circondato da tutto l'apparato clericale) è contro natura.
Potresti spiegare cosa intendi per "fatta male"?
Nel senso... Cosa avresti fatto di differente?
Pensa a tutti i limiti temporali per il riconoscimento dei diritti.
Io avrei eliminato il discorso dei PACS o dei DiCo come come qualcosa di discriminante dei confronti delle coppie sposate. Mi spiego: o si estende il matrimonio a tutti (e quindi non c'è bisogno dei DiCo) oppure si elimina il matrimonio civile e si decide di dare a tutti i conviventi gli stessi diritti.
Bye bye ;) ;)
Se passerà in parlamento sarà un miracolo...ma come Beric non sono molto ottimista.
Di certo era il meglio che si potesse fare ora come ora. Un piccolo passo (minuscolissimo passo)....prima o poi le cose cambieranno davvero (spero).
Attenzione ;) ---> A tutte le famiglie ----> Muoversi la notte sarà pericoloso da ora in poi, con tutti questi DICO in giro!!!! ;)
Posso essere d'accordo con le obiezioni di John Umber, ma secondo me si tralascia la questione politica: i nostri politici pensano prima alle loro posizioni e ai problemi di partito che ai diritti civili.
Mi spiego: se viene fatta una legge per i matrimoni gay, gli unici a favore sono la sinistra estrema, magari qualcuno del pds, i radicali, e qualcuno di forza italia (solo che in parlamento non la voterà perchè opposizione - stessa cosa la fa la sinistra quando non è al governo), ovvero non passa. Una cosa del genere è l'unico modo per far passare la legge in parlamento con una maggioranza risicata: il problema non è della legge stessa ma politico (una volta veniva contestato il fatto che si equiparassero i matrimoni, ed adesso viene contestato che sono matrimoni di serie B! ma stiamo scherzando? Si contraddicono pure? E' ovviamente una questione politica, i nostri politici non sono così stupidi), quindi per chi certi diritti non ne ha, imho, meglio un pasticciaccio di partenza che nulla ;)
Spostandoci infatti sul piano politico ho sentito alcune dichiarazione dall'opposizione del tipo: "una mano al governo prodi non la daremo mai".
Secondo me questo è un ragionamento del menga, nel senso che un conto sono le questioni economiche o politiche e affini su cui è ovvio che l'opposizione dia battaglia anche in maniera ostruzionistica a volte, un conto sono le questioni etiche o morali che prescindono dallo schieramento politico e vanno alla coscienza del politico, perciò un conto è dire "non la voto perché sono cattolico e credo a quello che mi dice il papa" et similia, un conto è magari non essere proprio sfavorevoli a questo tipo di legge ma non votarla per motivi politici o per far cadere i governo avvesario.
Scusate ma sta cosa non sta nè in cielo nè in terra in una nazione normale!
Capisco quasi di più la posizione di mastella o fini che quella di berlusconi e forza italia che sembra lo facciano più per ripicca che per altre motivazioni morali...
Sulla base della bozza di disegno di legge che ho postato prima, qualcuno addentro alle questioni giuridiche potrebbe spiegare esattamente la differenza tra i diritti/doveri previsti dai DiCo e quelli invece previsti dal matrimonio?
Ne vuoi uno al volo? La fedeltà...
I Pacs, o Dico, a mio parere son inutili, per le coppie omosessuali sono insufficienti, per le coppie etero sono uno strumento che secondo me non andava istituito: 2 etero o si sposano o convivono in un puro regime di fatto, non vedo a che serva creare una terza figura di mezzo...
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.