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La tolleranza ha dei limiti
S di Ser Garlan Tyrell
creato il 06 giugno 2005

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Calinn Vojnngat
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Inviato il 28 giugno 2005 23:36
ma io quando lo dico ci metto l'accento , quindi bè

 

Allora scrivi "quíndi", non quindi :D

Non so se "be'" sia atona o mantenga l'accento di "bene", so che al pari di "po'" non andrebbe scritto con l'accento :stralol:

OT

 

mhhh l'accento che metto su "bè" è come quello di "è"... po' va con l'apostrofo, ma per comodità sul pc lo metto con l'accento

 

OT


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xaytar
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Inviato il 28 giugno 2005 23:39
A mio parere ci sarebbe: una lingua è pur sempre patrimonio culturale, ancor piú se è particolare; da cui perderla sarebbe una perdita culturale.

 

tranquillo, nn ci saranno perdite culturali di lingua per via di nostra "stupidità".

insomma, prima si parlavano altre lingue e si sono evolute in queste, quello che di culturale è rimasto è rimasto in queste, prendiamo italiano e latino ad esempio... le lingue non muoiono, perchè se le attacchi si rafforzano, al massimo si suicidano, ma anche questo nn è giusto dirlo perchè in fin dei conti si evolvono o si spostano in altre direzioni per variare del clima culturale.

in conclusione: se tra cent'anni parleremo tutti inglese, non ci sarà nessuna perdita culturale: perchè ci sarà al massimo o una situazione di "iper-inglese", con vari "dialetti nazionali" caricati dei significati culturali propri della lingua precedente di quei posti, oppure una situazione di bilinguismo. quindi nn vi preoccupate, anche se ci si mettessero d'impegno uomini politici senza scrupoli il patrimonio culturale linguistico nn scomparirà ( o perlomeno scomparirà allo stesso modo di come è accaduto nella storia )

 

A quanto ne so ci sono; magari non precisi a livello di precisione scientifica, ma ci sono.

 

son curioso..quali? perchè nei miei studi linguistici mi han detto che le "regole" passate si sono scontrate con la linguistica dei nativi americani ed adesso siamo arrivati al punto in cui una lingua non è un dialetto perchè si decide così per motivo socio-politici. esempio: il sardo e il napoletano.

 

Forse è piú giusto il contrario: La maggioranza della popolazione italiana non è, checché se ne dica, cattolica, in quanto non tutti i battezzati, anzi, sono tali. E non so quanto possa bastare un'appartenza formale, per imporre un simbolo.

 

 

scatta il quotone :stralol:

 

Forse il problema è che questo non è un Comandamento, e in quanto tale molti lo vedono come "secondario"...

 

bè penso che sia da perseguire a maggior ragione: i comandamenti sono più per gli ebrei, gli insegnamenti di cristo più per i cristiani :D

come diceva benigni: ama e fai ciò che vuoi (non conta se l'hanno detto altri, lui lo diceva meglio XD)


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Mornon
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Inviato il 28 giugno 2005 23:41
l'accento che metto su "bè" è come quello di "è"... po' va con l'apostrofo, ma per comodità sul pc lo metto con l'accento

 

La "è" ha l'accento per motivi storici e pratici, ossia non confonderla con la "e" congiunzione (fa parte dei monosillabi che hanno l'accento per questo motivo), il "be'" appartiene alla stessa classe di "po'" (l'uno elisione di "bene", l'altro di "poco"), e quindi dovrebbe avere l'apostrofo; che io sappia, non ci sarebbero motivi di motiare l'accento, se non un'eventuale accentazione fonica, che però porterebbe a considerare esatti "pò" "mà" "stà" e simili :stralol:

Per "po'", da parte mia evito l'accento in quanto sbagliato :D

 

Poi forse converrebbe continuare in privato :stralol:



Lord Beric
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Inviato il 28 giugno 2005 23:43

A dire il vero "ama il prossimo tuo come te stesso" ed il padre nostro sono tra le pochissime cose lasciateci direttamente, almeno stando ai Vangeli, da Gesù.

 

Il resto o si rifà al credo preesistente, o sono dogmi apprsi in seguito. :D


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Ser Arthur Dayne
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Inviato il 28 giugno 2005 23:43

come diceva benigni: ama e fai ciò che vuoi (non conta se l'hanno detto altri, lui lo diceva meglio XD)

sempre benigni dixit:

 

"crescete e moltiplicatevi" cioè "mangiate e trom**te"

 

:D:stralol::stralol::mellow::mellow::mellow:


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Mornon
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Inviato il 28 giugno 2005 23:46
se tra cent'anni parleremo tutti inglese, non ci sarà nessuna perdita culturale: perchè ci sarà al massimo o una situazione di "iper-inglese", con vari "dialetti nazionali" caricati dei significati culturali propri della lingua precedente di quei posti, oppure una situazione di bilinguismo. quindi nn vi preoccupate, anche se ci si mettessero d'impegno uomini politici senza scrupoli il patrimonio culturale linguistico nn scomparirà

 

Il che mi parrebbe comunque una perdita, si arriverebbe a un quasi appiattimento linguistico, con la scomparsa di molte particolarità delle singole lingue, anche di quelle che sono nate per motivi unici o quasi :stralol:

 

 

son curioso..quali? perchè nei miei studi linguistici mi han detto che le "regole" passate si sono scontrate con la linguistica dei nativi americani ed adesso siamo arrivati al punto in cui una lingua non è un dialetto perchè si decide così per motivo socio-politici. esempio: il sardo e il napoletano

 

Il Sardo è una questione particolare, il Napoletano non so se ricada nella stessa questione; comunque cercherò meglio e manderò, so che per esempio serve un'unità linguistica (per esempio, ci sono mille diversi tipi di Piemontese, uno per ogni zona) che nei dialetti non c'è, in quanto il significato delle stesse parole può cambiare in modo totale.

Comunque, oggi c'è anche un altro termine (che al momento mi sfugge) :D



Lord Beric
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Inviato il 28 giugno 2005 23:57

Mah, francamente, osservando l'evoluzione linguistica, mi sono reso conto che rassomiglia fortemente a quella biologica...

 

Le lingue si aggregano, si associano, si combattono, nascono, vivono, muoiono, si trasformano...

 

Quindi non dovrebbe stupire la scomparsa di una lingua...

Non dimentichiamo che le lingue sono in evoluzione, e spesso da un filone si distaccano parlate o dialetti, o anche solo espressioni, che arrivano a contraddistinguere una determinata regione... Fino ad essere chiamate lingua o dialetto.


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xaytar
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Inviato il 28 giugno 2005 23:58
se tra cent'anni parleremo tutti inglese, non ci sarà nessuna perdita culturale: perchè ci sarà al massimo o una situazione di "iper-inglese", con vari "dialetti nazionali" caricati dei significati culturali propri della lingua precedente di quei posti, oppure una situazione di bilinguismo. quindi nn vi preoccupate, anche se ci si mettessero d'impegno uomini politici senza scrupoli il patrimonio culturale linguistico nn scomparirà

 

Il che mi parrebbe comunque una perdita, si arriverebbe a un quasi appiattimento linguistico, con la scomparsa di molte particolarità delle singole lingue, anche di quelle che sono nate per motivi unici o quasi :stralol:

 

 

son curioso..quali? perchè nei miei studi linguistici mi han detto che le "regole" passate si sono scontrate con la linguistica dei nativi americani ed adesso siamo arrivati al punto in cui una lingua non è un dialetto perchè si decide così per motivo socio-politici. esempio: il sardo e il napoletano

 

Il Sardo è una questione particolare, il Napoletano non so se ricada nella stessa questione; comunque cercherò meglio e manderò, so che per esempio serve un'unità linguistica (per esempio, ci sono mille diversi tipi di Piemontese, uno per ogni zona) che nei dialetti non c'è, in quanto il significato delle stesse parole può cambiare in modo totale.

Comunque, oggi c'è anche un altro termine (che al momento mi sfugge) :D

1) bè, le particolarità che scompaiono sono quelle giudicate inutili. la perdita di quel tipo c'è già stata migliaia di volte, e non vedo nè possibilità nè motivi per andare "controcultura", altrimenti si rischia di mitizzare troppo le lingue, che in vacuo non esistono...anche il vocabolario in fin dei conti è una forzatura :stralol:

l'appiattimento linguistico, poi, cosa molto difficile, succederebbe solo con una sorta di "federazione terrestre" e forse nemmeno lì :P

 

2) mi hai incuriosito...se ritrovi quelle fonti son qua :mellow:

sapevo che il napoletano ha letteratura, canzoni e componimenti in napoletano, così come il sardo...tuttavia il napoletano non è una lingua perchè si è deciso così, e il sardo è una lingua perchè si è iniziato a dire che è una lingua...le differenze linguistiche potrebbero giustificare un passaggio a lingua di entrambi o a dialetto di entrambi :mellow:


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Calinn Vojnngat
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Inviato il 29 giugno 2005 0:17
l'accento che metto su "bè" è come quello di "è"... po' va con l'apostrofo, ma per comodità sul pc lo metto con l'accento

 

La "è" ha l'accento per motivi storici e pratici, ossia non confonderla con la "e" congiunzione (fa parte dei monosillabi che hanno l'accento per questo motivo), il "be'" appartiene alla stessa classe di "po'" (l'uno elisione di "bene", l'altro di "poco"), e quindi dovrebbe avere l'apostrofo; che io sappia, non ci sarebbero motivi di motiare l'accento, se non un'eventuale accentazione fonica, che però porterebbe a considerare esatti "pò" "mà" "stà" e simili :)

Per "po'", da parte mia evito l'accento in quanto sbagliato :wub:

 

Poi forse converrebbe continuare in privato :D

io sapevo che po' è l'abbreviazione di poco ^_^ per quello si mette apostrofo...cmq bè è bè :figo:

 

/me apprezza le basi vere del credo in Dio ^_^


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Inviato il 29 giugno 2005 0:26
le particolarità che scompaiono sono quelle giudicate inutili. la perdita di quel tipo c'è già stata migliaia di volte, e non vedo nè possibilità nè motivi per andare "controcultura"

 

Magari sbaglio io, ma la perdita di lingue, soprattutto di quelle particolari, mi pare - appunto - una perdita: del Latino, per esempio, non sappiamo nemmeno l'esatta pronuncia; questa non è una perdita per la cultura mondiale?

 

 

sapevo che il napoletano ha letteratura, canzoni e componimenti in napoletano, così come il sardo...tuttavia il napoletano non è una lingua perchè si è deciso così, e il sardo è una lingua perchè si è iniziato a dire che è una lingua

 

Dipende anche dalla diversità, per fare un esempio: esiste effettivamente il Napoletano, o tante varianti che cambiano anche significato ai termini? ^_^

 

 

sapevo che po' è l'abbreviazione di poco per quello si mette apostrofo

 

E "be'" è l'abbreviazione di "bene", per quello si dovrebbe mettere l'apostrofo; dove sarebbe la differenza? ^_^

 

 

cmq bè è bè

 

E "stà" è "stà", "quí" è "quí", "sú" è "sú" e cosí via :wub:

 

 

/me apprezza le basi vere del credo in Dio

 

Quali basi, non si sa :figo:


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xaytar
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Inviato il 29 giugno 2005 0:29
le particolarità che scompaiono sono quelle giudicate inutili. la perdita di quel tipo c'è già stata migliaia di volte, e non vedo nè possibilità nè motivi per andare "controcultura"

 

Magari sbaglio io, ma la perdita di lingue, soprattutto di quelle particolari, mi pare - appunto - una perdita: del Latino, per esempio, non sappiamo nemmeno l'esatta pronuncia; questa non è una perdita per la cultura mondiale?

 

 

sapevo che il napoletano ha letteratura, canzoni e componimenti in napoletano, così come il sardo...tuttavia il napoletano non è una lingua perchè si è deciso così, e il sardo è una lingua perchè si è iniziato a dire che è una lingua

 

Dipende anche dalla diversità, per fare un esempio: esiste effettivamente il Napoletano, o tante varianti che cambiano anche significato ai termini? :figo:

1) perdita in senso letterale si. allora sorry, avevo capito male io.

pensavo intendessi perdita con annessa un'accezione negativa. perdita lo è, ma in fin dei conti cosa ce ne facciamo della pronuncia? se era una cosa culturalmente importante sarebbe rimasta ( a parte rari casi )

 

2) a quanto ne so, ci sono addirittura meno varianti di napoletano che di sardo ^_^


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Alyssa Arryn
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Alyssa Arryn
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Inviato il 29 giugno 2005 0:33

Non voglio fare un discorso di supremazia culturale dell'occidente, semplicemente vorrei che qui, nel mio Paese, a prevalere (anche evitando di sottoporsi a continue autocritiche) fosse la cultura in cui si riconosce chi in Italia, in Europa, in Occidente ci è nato e cresciuto.

 

Però io a questo punto mi chiedo quali siano i "confini culturali".Insomma,c'è una cultura che accomuna tutta l'Italia o tutta l'Europa?Già il dire che ce n'è una che accomuna tutta l'Europa vuol dire smentire la cultura che accomuna tutta l'Italia,come d'altronde l'Italia è frammentata in miriadi di diverse sottoculture tutte molto differenti tra loro.Prendete un abitante di Enna ed uno di Milano,la differenza in termini culturali si sente,e parecchio....e allora qual'è questa cultura che ci identifica e che dobbiamo proteggere?Io piuttostoparlarei di simile substrato culturale,e questo io,sinceramente,non lo vedo attaccato e continuerò a non vederlo attaccato finchè non si mineranno in seno allo Stato stesso principi come l'uguaglianza tra gli esseri umani,la parità dei sessi,la libertà di pensiero e di parola(anzi questi subiscono più minacce dall'interno a mio parere...),la democrazia e via discorrendo....

 

Come già detto da Silk credo che fra il substrato culturale dei paesi occidentali e quelli dei paesi che non fanno parte dell'area occidentale ci siano differenze molto più profonde di quelle presenti all' interno del mondo occidentale stesso; principi come l'uguaglianza fra gli esseri umani e fra i sessi, libertà di pensiero e di parola mi sembrano decisamente più radicati nell'occidente che altrove.

Non sono abbastanza competente in materia per affermarlo ma credo che questi concetti siano figli (spesso ancora fragili) proprio dell' evoluzione culturale del mondo occidentale.

Poi naturalmente sento più forte la mia identità italiana rispetto a quella europea, a sua volta percepita come più forte di una generica identità occidentale :figo:

 

Rispondo ad Alyssa.

Se io voglio il crocefisso come simbolo religioso mi metto una catenina con quel simbolo.

Perche' dovrei imporlo ad altri?

Il fatto che il simbolo religioso sia presente in classe e' una contradizione in termini.

Alcuni immigrati l'hanno fatto notare e da persone civili quali siamo abbiamo accolto la proposta.

Nemmeno io sono sarei favorevole perchè credo che lo Stato debba essere il più possibile laico, semplicemente la sua presenza non mi da affatto fastidio.

Ciò che invece mi da parecchio fastidio è la pretesa da parte di persone che sono ospiti nel nostro paese di interferire con le nostre usanze ed abitudini: se un italiano si lamenta per la presenza del Crocefisso in classe di solito è guardato come un mangiapreti retrogrado e vagamente intollerante, se a lamentarsene è un asiatico o un africano è un migrante che ha il diritto al rispetto delle sue tradizioni culturali, magari in barba alle nostre; non sono poi così infrequenti le maestre che evitano a scuola qualsiasi richiamo al Natale o alla Pasqua per "non turbare" i figli dei migranti di altre religioni.

Questo tipo di atteggiamento decisamente non mi sta bene.

 

Quando ai bei tempi io frequentavo le scuole medie e superiori, l'ora di religione era un ora di catechismo.

Mie sorelle durante l'ora di religione hanno studiato l'origine e la storia delle principali religioni.

Questa credo sia una differenza significativa.

Molto significativa (anch'io ho frequentato le ore di religione "vecchio modello") tanto più che attualmente almeno nelle scuole superiori l'ora di religione è facoltativa e gli studenti che non desiderano frequentarla possono finalmente evitarla senza problemi.


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Inviato il 29 giugno 2005 0:33
perdita in senso letterale si. allora sorry, avevo capito male io.

pensavo intendessi perdita con annessa un'accezione negativa. perdita lo è, ma in fin dei conti cosa ce ne facciamo della pronuncia? se era una cosa culturalmente importante sarebbe rimasta ( a parte rari casi )

 

Ovviamente può avere entrambi i significati, ma a mio parere ha un'accezione negativa (pur mantenendo il significato neutro): anche esulando dai casi particolari da te nominati (che comunque esistono), si è detto che non sarebbe una vera perdità perché le si potrebbero comunque studiare; come, se non se ne conosce la pronuncia?

 

 

a quanto ne so, ci sono addirittura meno varianti di napoletano che di sardo

 

Ma i sardi hanno messo su carta una versione univoca, ufficiale :figo:

Anche se forse a livello linguistico nemmeno il Sardo è una lingua...


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Calinn Vojnngat
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Inviato il 29 giugno 2005 0:43
sapevo che po' è l'abbreviazione di poco per quello si mette apostrofo

 

E "be'" è l'abbreviazione di "bene", per quello si dovrebbe mettere l'apostrofo; dove sarebbe la differenza? ^_^

mhhh allora vale la cosa del pò, sul pc lo metto con l'accento per comodità :figo: /me si salva in corner

 

 

cmq bè è bè

 

 

 

E "stà" è "stà", "quí" è "quí", "sú" è "sú" e cosí via

 

quoto.


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Ser Loras Tyrell
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Inviato il 29 giugno 2005 1:33

Non sarà un simbolo a fare di me un cristiano.Se un qualcosa preposto ad indicare la mia fede infastidisse un altro essere umano,lo leverò dal muro e lo terrò per me.Se io lo difendessi infatti,creerei solo discordia e divisione.E non fu certo la croce,a diffondere ciò in cui credo nel mondo.Se un simbolo si intromettesse tra me e colui che potrebbe avvicinarsi a ciò in cui credo,lo leverei subito.Anche senza carne lo spirito vive,anche senza simboli la fede non si spegne.

 

 

 

Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, anche voi amatevi gli uni gli altri. DA QUESTO CONOSCERANNO TUTTI che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri». (Giovanni 13:34-35)

 

 

 

:figo:


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