Tendiamo a pensare che la civiltà implichi l'abolizione della pena di morte in punto di principio, ma leggendo in altre discussioni mi è venuta l'idea che il "no alla pena di morte" non sia condiviso da tutti i barrieristi.
In ogni caso, si arriva al SI o al NO seguendo riflessioni e motivazioni anche molto differenti. Quali sono le vostre?
ho votato inefficace, sia come forma di somministrazione di giustizia, sia come deterrente.
Cesare Beccaria sosteneva che la pena di morte non fosse un deterrente, una punizione più efficace sarebbe l'incarcerazione a vita, con l'obbligo di eseguire lavori duri e socialmente utili.
E' un argomento mooolto delicato...devo dire che sono solo parzialmente favorevole....o meglio, lo sono,ma c'è sempre il rischio ke non ci sia la certezza assoluta della colpevolezza.... quando però è così.....assolutamente favorevole....
per quanto mi riguarda la darei perfino per lo stupro e i pedofili....ma qui sarebbe ancora più difficile da applicare.
pronto per gli attacchi =PPP
Saluti
La pena di morte, in Europa Occidentale ed al di là delle chiacchiere da bar, è questione chiusa. Grazie a Dio.
Ingiusta, inefficace, e soprattutto priva di significato.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Ah!Io voterei per un "inefficace ma giusta" ke nn c'è
Saluti
Nonostante sia il primo a dire che ci sono diversi problemi, sono favorevole e la ritengo parzialmente efficace. Se uno è colpevole al 100 %, per me la merita, non come qua in italia dove per un omicidio si corre il rischio di uscire di galera dopo soli 5 anni.
non come qua in italia dove per un omicidio si corre il rischio di uscire di galera dopo soli 5 anni.
infatti...probabilmente se in italia le pene fossero più giuste (i due idioti di Novi Ligure fosse stato per me nn ci uscivano più dal carcere,ma solo per fare uno dei mille esempi....) avrei un'idea differente....
Saluti
La pena di morte, in Europa Occidentale ed al di là delle chiacchiere da bar, è questione chiusa. Grazie a Dio.
Ingiusta, inefficace, e soprattutto priva di significato.
Quoto MezzoUomo!
Vari elementi per il mio no.
In primo luogo bisogna chiarire... per quali reati è accettabile una pena come quella? Credo non ci siano ragioni valide che consentano di togliere la vita a una persona. L'omicidio? Non credo. Non sarebbe utile. Una persona che non ha rispetto per la vita di un'altra persona (magari addirittura di un bambino come a volte capita) non ne ha probabilmente nemmeno per la propria e quindi come deterrente non sarebbe efficace.
Secondo, questa ipotesi è forse campata in aria, ma per ME e sottilineo per ME è più che sufficiente. Quali sono le prove che ci consentono di sapere per certo che l'assassino (o il colpevole in generale) è LUI/LEI? Nessuna. Le certezze non esistono, in nessun caso, perchè non esistono certezze nella vita stessa, nemmeno in quel che si è certi di avere visto con i propri occhi. Come si può allora decidere della morte di qualcuno? Fino a prova contraria non possiamo tornare indietro dalla morte e dunque un eventuale errore non sarebbe riparabile. Se ti metto in carcere e sei innocente ok, al limite ti rilascio. Nulla ti restituirà quegli anni di vita, ma, si spera, ne avrai ancora altri da vivere per recuperare. Dopo che uno è morto che fai? Gli fai scrivere innocente sulla lapide? Ci sono errori "accettabili" ed errori che non lo sono... questo non lo è.
Terzo, ed è il motivo più cinico... non sappiamo cosa ci sia dopo la morte... chi ci dice che uccidere sia una punizione? Magari dopo la morte si finisce tutti in un bellissimo posto pieno di vergini che ci sollazzano dalla mattina alla sera e il nostro caro assassino ha avuto il suo premio per aver tolto la vita ad una altro essere umano, che magari, nel suo colpo di sfiga immensa, è finito in un inferno di fuoco e fiamme... il tutto solo perchè cosa si trova dopo la morte è un'immensa ruota del caos. Allora se mi si permette, forse ho detto una stronzata, ma se devo punire qualcuno voglio tenerlo sotto controllo ed essere sicuro che paghi, soffra e si penta (se possibile) di ciò che ha fatto.
Quarto... di natura etica... si può punire una colpa con lo stesso identico trattamento? Quali diritti abbiamo noi (che lui non aveva) per mettere fine alla sua vita? Che siamo di più? Che siamo più f***i? O forse saremmo solo così ciechi da illuderci che noi abbiamo fatto la cosa più giusta perchè l'aveva fatto lui e allora se lo meritava? Io non lo penso.
Tutto ciò che ho detto e asserito spero di non averlo asserito con il tono di chi la sa più lunga degli altri... semplicemente io la penso così e lascio liberi gli altri di pensarla a loro modo.
Chiedo scusa per essere stato così prolisso.
Paolo.
non come qua in italia dove per un omicidio si corre il rischio di uscire di galera dopo soli 5 anni.
infatti...probabilmente se in italia le pene fossero più giuste (i due idioti di Novi Ligure fosse stato per me nn ci uscivano più dal carcere,ma solo per fare uno dei mille esempi....) avrei un'idea differente....
Anch'io lascerei dentro a vita i due elementi in questione, ma sono contraria nel modo più totale alla pena di morte. Il fatto che Erica e Omar, per esempio, siano due criminali, non significa che noi dobbiamo abbassarci al loro livello. Piuttosto cambierei la legge in modo da esser certa che non escano più di galera. E non mi interessa se si "redimono": chi ha tolto una vita non può pretendere di vivere la sua.
E la pena di morte non funziona come deterrente, altrimenti perché anche in posti cosiddetti civili (vedi Stati Uniti) c'è così tanta gente nel "braccio della morte"?
Io infatti ho detto che crea molti problemi.
Comunque io, prendetemi pure per un barbaro o incivile, rimango fedele al vecchio motto "occhio per occhio, dente per dente". De gustibus
Contrarissimo alla pena di morte!!!
Sia per questioni mie etiche (sono cattolico) che per questioni sociali.
Aggiungo anche, a quello che hanno già detto i "contrari" come me, che bisogna dare a tutte le persone và data la possibilità di riscattarsi dai propri errori.
Oggigiorno il carcere in Italia viene visto sotto quest'ottica (che poi i magistrati ne facciano altro, questo esula dal discorso...).
Contrario alla pena di morte in quanto la reputo inefficace.
Al contrario il concetto di giustizia od ingiustizia, in questo caso, è troppo opinabile. Ci saranno sempre persone a che la riterranno giusta e chi il contrario. Dipende dalle motivazioni.
Se colpissero un mio familiare penso che la riterrei giusta, in altri casi potrei essere più incline a considerarla un'ingiustizia. Dipende dalla situazione emotiva
Come prima risposta mando un messaggio che avevo già mandato in una discussione analoga, unito a una domanda posta sempre nella stessa situazione; la discussione era stata aperta in relazione a pena di morte e pedofilia, ma il discorso può essere valido anche per altri tipi di reati:
Il discorso, come tutti quelli che toccano simili argomenti, è estremamente complesso e delicato; è giusto che chi si macchia di simili atti paghi con la vita? o ci sono altri modi? e come rapportarsi con chi vive il dramma e il dolore della morte di una persona amata? Il problema di un simile fatto non è solo la morte della persona in sé, ma è anche tutto quanto gli sta attorno: parenti, amici, persone care, molte vite vengono stravolte, rovinate, da una simile cosa. Per cosa deve pagare? Per l'omicidio? per una vita stroncata ancora prima di iniziare? per aver infierito su chi non poteva proteggersi? o anche per le vite rovinate indirettamente?
Certo, sono domande che vengono subito in mente, ma la risposta non è semplice... La rabbia può portare a dire di sí, il ragionamento magari di no; la legge dice di no, ma sempre la legge dice la cosa giusta? A tutto questo si affianca un grosso problema: vendetta o punizione? Rivalsa o giustizia? Perché la pena di morte, perché una giustizia personale? Perché si vuole giustizia, o perché si vuole vendetta? Non è facile rispondere nemmeno qui, sono due aspetti che penso si intreccino profondamente, in simili occasioni... a fronte della vita di una persona cara, di tutto il dolore che quella morte ha causato, di tutto quello che ha comportato, di certo qualche anno in prigione sembra poco. Magari poi si conclude con un patteggiamento, e il colpevole prende due o tre anni; o magari è un pedofilo che tra attenuanti varie riceve, a fronte di un crimine ripetuto piú volte, otto mesi (successo veramente). È giustizia?, è la prima cosa che ci viene da chiederci. Una vita stroncata, a fronte di tre anni? Esistenze rovinate, per otto mesi?
Il problema sotto certi aspetti si aggrava quando la morte non c'è: la bambina in questione si troverà con la vita rovinata, e chi le è accanto lo patirà, e non poco... mi viene in mente un film, dove una bambina sta vivendo da anni passando da una clinica all'altra, perché a causa di una violenza subita è chiusa in sé stessa, non parla, ha la vita rovinata. Cosa fare? A fronte di una simile domanda si sente molto spesso una risposta, forse la piú classica di chi contro la pena di morte si dice: "Troncare una vita non è mai giusto". Ma chi lo ha già fatto, non limitandosi nemmeno a quello? Spezzare una vita magari non sarà mai giusto, sarà un "crimine" inaccettabile; ma se questo fatto è tanto grave, cosí inaccettabile, allora mi chiedo se sia giusta una punizione detentiva, che magari si risolve in pochi anni, a fronte di un "crimine" cosí inaccettabile, talmente inaccettabile da non poter essere usato come punizione...
Non so, la questione è difficile, ma provo a mettermi nei panni di chi si trova in una simile situazione: avrei la forza di dirmi "No, non devo ucciderlo, cedere alla violenza, devo lasciar fare alla legge", o forse penserei che chi ha ucciso il mio angelo deve pagare, e che uno sputo di tempo vissuto a spese dello stato è troppo poco, che continuare a vivere non deve piú essere un suo diritto? Dopo lui uscirebbe, continuerebbe la sua vita, ma il mio angelo non ci sarebbe piú... Non so... provo a mettermi nei panni di un genitore in quella situazione, provo a pensare cosa proverei se una mia ipotetica figlia subisse simili cose... e provo sentimenti constrastanti, disparati. Rabbia, tristezza, sgomento, incredulità. Fino a poco tempo fa era lí, giocava, rideva, mi parlava dei suoi sogni, delle sue piccole speranze, di cosa avrebbe voluto fare, della vita che avrebbe avuto. Ne parlavamo, ne discutevamo, fantasticavamo, piccole cose solo a noi note, proprio per questo tanto preziose. E ora? Silenzio, ineluttabile silenzio che mi avvolge, contornato da un dolore indicibile e da una pletora di persone che non fanno altro che rivangarlo, con qualcuno che proteggerà chi lo ha fatto, e con la tortura di doverlo rivedere, di dover affrontare un processo... e sono tutti sentimenti che posso appena immaginare, perché non sono in quella situazione, e spero di non dovermici mai trovare. Non so. Mi metto nei suoi panni... e penso che anche io cederei, in tutta onestà. Un'arma e via, si elimina il *** che ha fatto una simile bruttura, che mi ha tolto il mio angelo, che lo ha trattato in un simile modo... ma non so nemmeno se avrei la forza di farlo, per il carico emotivo che mi accompagnerebbe.
In quel film che ho citato, il padre della bambina era difeso da un gruppo di avvocati, padre e figli... la figlia chiede al padre se lui ucciderebbe uno che si comportasse in quel modo con lei. Il padre risponde di no, ma che per quello, per non esserne in grado, si odierebbe. La giuria non sa decidere. Colpevole? È un padre con una vita rovinata, con la figlia distrutta... Innocente? Ha ucciso a sangue freddo... La giuria non si esprime, e forse è la scelta migliore. Si può pronunciarsi con un "colpevole" o con un "innocente", in simili casi? Di nuovo, non so...
Arrivo qui, dopo tante parole, e per dire cosa? È un argomento complesso, forse troppo complesso, ma... io mi metto nei loro panni, e, no, non mi sento di condannare i famigerati "giustizieri". Perché, al loro posto, non so se riuscirei a evitare di fare lo stesso, se avrei questa forza impensabile. Ma credo di no. E ringrazio di non doverlo scoprire.
La domanda: prova a immedesimarvi in una simile situazione: tu stessa, o tua figlia, venite trattate in quel modo... tua figlia, dopo, viene anche uccisa... prova a immedesimarti, a cercare di pensarti in una simile situazione, cosa proveresti, cosa vorresti. Vi chiedo solo una cosa: siete ancora sicuri, assolutamente sicuri, che riuscireste ancora a pensare che nessuno ha il diritto di togliere una vita?