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Pena di morte
I di Iskall Ytterligare
creato il 26 gennaio 2005

Questa discussione è stata archiviata, non è più possibile rispondere.
La pena di morte è: 74 votanti
La pena di morte è:
inefficace e ingiusta
43.2% (32 voti)
inefficace
13.5% (10 voti)
efficace ma ingiusta
10.8% (8 voti)
efficace
10.8% (8 voti)
altro
13.5% (10 voti)
Le votazioni sono chiuse
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Mornon
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Mornon
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Inviato il 27 gennaio 2005 23:40
I soldi e la vita umana son cose su piani ben diversi

 

Ovviamente, era solo per indicare come il fatto che lo stato abbia il diritto legale a fare una cosa non dia lo stesso diritto al singolo cittadino...

 

 

Le tasse sono affare dello Stato, il diritto di giudicare se uno ha diritto a vivere no, reputo che solo Dio abbia questa facoltà

 

Questione di opinioni, piaccia o no; chi non crede in qualche dio non ha giudizio superiore.


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Blindevil
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Blindevil
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Inviato il 27 gennaio 2005 23:54

Il problema, o meglio la fortuna, è che non tutti credono in un dio. E allora la giustizia deve essere fatta dagli uomini.


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xaytar
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xaytar
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Inviato il 28 gennaio 2005 2:47

Non credo in dio, tantomeno nella giustizia. credo solo nelle persone e nelle loro potenzialità, e lotto per un futuro sempre migliore.


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MezzoUomo
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MezzoUomo
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Inviato il 28 gennaio 2005 10:26
Il problema, o meglio la fortuna, è che non tutti credono in un dio. E allora la giustizia deve essere fatta dagli uomini.

BlindDevil, l'abbiamo capito che non credi in Dio, visto che in questo 3d l'hai ripetuto un post sì e l'altro pure....

 

Come vedi non sei l'unico, ma l'essere ateo non c'entra una mazza con la pena di morte...e fallo 'sto sforzo di comprensione...........


Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.

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Lyga Stark
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Lyga Stark
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Inviato il 28 gennaio 2005 13:23

Assolutamente ingiusta e inefficace.

Io aggiungerei anche assurda.

Sono dell'opinione che solo chi ha il potere di dare la vita potrebbe avere, in linea di principio, il potere di toglierla.

Condannando a morte una persona, l'uomo si appropria illegittimamente di un potere che solo Dio, se esistesse(cosa di cui non sono assolutamente certo), potrebbe eventualmente avere. Inoltre colui che condanna a morte un uomo si pone sullo stesso piano di un assassino qualunque. Un omicidio rimane sempre un omicidio, che sia legale o meno.

Come ha scritto Mezzuomo, in Europa Occidentale oramai è questione chiusa. E non posso far altro che rallegrarmene.

 

Lyga

 

p.s. il mio era un voto abbastanza scontato dato che sostengo Amnesty International da quasi tre anni...


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Mornon
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Mornon
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Inviato il 28 gennaio 2005 13:35
Sono dell'opinione che solo chi ha il potere di dare la vita potrebbe avere, in linea di principio, il potere di toglierla

 

Se Dio non esiste, allora non sarebbe vero che solo lui ha quel diritto; se lui non esistesse, quel diritto non lo avrebbe nessuno? Anche perché, a voler ben vedere, l'Uomo ha il potere di dare la vita: anche senza considerare tecnologie varie, tramite la procreazione...

 

 

colui che condanna a morte un uomo si pone sullo stesso piano di un assassino qualunque

 

Non condivido: chi condanna a morte un Uomo innanzitutto non sceglie da solo; poi dà a quell'uomo la possibilità di difendersi; la pena di morte è una cosa aspettata a priori, negli stati dove è legale, l'omicida non è che dia necessariamente un preavviso alla vittima; poi il condannato ha alle spalle un reato da pena di morte, l'assassinato? Non è detto, anzi.

Che lo stato farebbe la stessa cosa dell'omicida (e non dell'assassino, per i motivi già detti), ossia uccidere, sarebbe vero; che si metterebbe sullo stesso piano... no, non condivido. Si può essere favorevoli o contrari alla pena di morte, ma tra omicidio e pena di morte ci sono delle differenze non da poco, che non possono essere ignorate.


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Mornon
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Mornon
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Inviato il 28 gennaio 2005 13:44
chi condanna a morte un Uomo innanzitutto non sceglie da solo; poi dà a quell'uomo la possibilità di difendersi

 

Dimenticavo: chi è processato per pena di morte ha diritto ad appello, e a piú di uno; chi viene assassinato no.


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Derfel Cadarn
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Derfel Cadarn
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Inviato il 28 gennaio 2005 15:54

E poi, se nessuno può arrogarsi il diritto di uccidere un altro, la legittima difesa? È un esempio limite, lo so, ma lo faccio proprio per interrogare sul fatto se l'affermazione che nessuno ha il diritto di interrompere una vita possa avere dei limiti...

Questo non ha molto senso....la legittima difesa è un caso estremo in cui ci si vede costretti a scegliere tra la propria vita e quella di una persona che sta volutamente provando a privarvene.Quindi,essendo io nel giusto(partendo dal presupposto che NESSUNO può arrogarsi il diritto di togliere la vita a un altro essere umano)devo fare di tutto per proteggere me stesso che non ho fatto nulla di male,a discapito della salute del mio aggressore.Ma in fondo lui sapeva a cosa andava incontro e lo ha accettato,io non l'ho mai fatto,mi sono solo trovato in mezzo a questa situazione.Dunque se si dovesse arrivare a uccidere per legittima difesa(e teniamo presente che uccidere per legittima difesa non vuol dire immobilizzare il proprio aggressore e poi giustiziarlo...)non si tratterebbe di omicidio,bensì di incidente causato dalla volontà dell'aggressore/vittima


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Mornon
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Mornon
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Inviato il 28 gennaio 2005 16:00

So che era un esempio limite, l'ho specificato io stesso, era solo, come detto, per interrogarsi sui limiti dell'affermazione secondo cui nessuno ha il diritto di interrompere una vita.

Solo una nota:

 

in fondo lui sapeva a cosa andava incontro e lo ha accettato

 

Questo giustifica l'uccisione, o fa venire meno che nessuno ha il diritto di interrompere una vita? Perché parimenti si potrebbe usare questa affermazione per la pena di morte: chi compie un reato punito in quel modo "in fondo [...] sapeva a cosa andava incontro e lo ha accettato".

 

 

mi sono solo trovato in mezzo a questa situazione

 

Stessa cosa per la vittima del reato.

Sia chiaro, non sto dicendo che legittima difesa e pena di morte siano la stessa cosa; semplicemente, quelle due affermazioni, soprattutto la prima, mi paiono applicabile anche a tale pena, e ho voluto farlo notare.


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xaytar
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xaytar
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Inviato il 28 gennaio 2005 16:02

su che base un uomo ha il diritto alla vita o alla morte? Nessuna. E se saremo d'accordo su questo, allora nemmeno ci uccideremmo più a vicenda. E' inutile imboccare tunnel mentali, il problema non è la pena di morte. Essa è solamente un tentativo di soluzione ad un altro problema. PErchè non cerchiamo di eliminare il problema invece che rincoglionirci su varie alternative, che poi a seconda dalle opinioni possono essere difese da argomentazioni razionali più o meno valide?

 

Sono contento che in europa occidentale sia ormai una questione chiusa, vuol dire che perlomeno a livello culturale l'europa è un passo avanti all'america.

 

Se si vuol continuare a citare legittima difesa, diritti umani sulla morte, differenza tra omicidio legalizzato e criminale: non ho mai detto che è giusto uccidere per legittima difesa, uccidere è sbagliato. Ovviamente si dice: meglio lui che io. Si cerca di evitare di arrivare a quel punto, ma in casi estremi la legge, a ben ragione, difende chi ha ucciso per legittima difesa. Ovviamente la cosa nn viene trattata con leggerezza, e il tizio in questione ha la coscienza a posto solo se ha utilizzato l'ultima risorsa.

Differenza tra i due tipi di omicidio: entrambi sono omicidi volontari. Cercando una differenza sul piano legale, non è altro che cercare una differenza in un campo in cui le regole sono dettate dagli uomini stessi che le applicano. Stessa cosa per quanto dirò qua sotto.

Diritti umani sulla morte: l'uomo ha il potere di dare la vita e la morte, è vero, perchè è capace di fare entrambe le cose. Ma il DIRITTO è un altra cosa. il diritto è un invenzione umana (chi ha mai parlato di diritti nello stato di natura?), e appellarsi ad un diritto per fare qualcosa è come dire: il gioco è mio e le regole le decido io. Grazie, bello sforzo. Gioca da solo allora.

 

Poi, sulla recuperabilità: continuerò a difendere l'idea dell'incarcerazione non come pena, ma come riabilitazione. Questo per costruire un futuro migliore, ma siccome forse è un idea che nn a tutti piace, perchè molti nn vogliono il futuro migliore ma il bene per se stessi qui ed ora ed uno stato funziona finchè protegge i suoi interessi individuali e gli fa comodo, lascerò perdere quest'argomento.

Se proprio lo volete uccidere questo serial killer che odiate tanto, che vi costa lasciarlo in prigione a vita? Non parlate di costo economico, perchè i lavori forzati equivalgono la spesa. E nemmeno di possibile fuga, possibilità remota. E poi, siccome vi da tanto fastidio che le persone che giudicanoi criminali recuperati li lascino uscire (difendendo così la democrazia che lungo i secoli abbiamo conquistato) per timore di errori, bene allora per precauzione incarceriamo tutti. Anzi, facciamo così: uccido tutti e rimango da solo nel mondo, così son sicuro che nessuno mi ucciderà. Prevenire è meglio che curare.



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
Guardiani della Notte
25171 messaggi
Lord Beric
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Guardiani della Notte

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Inviato il 28 gennaio 2005 16:23

Giudici eletti, uomini di legge,

noi che danziam nei vostri sogni ancora

siamo l'umano, desolato gregge

di chi morì con il nodo alla gola.

Quanti innocenti all'orrenda agonia votaste,

decidendone la sorte,

e quanto giusta credete che sia

una sentenza che decreta morte?

 

 

Mi piacerebbe partire da questi versi di De André...

Allora, credo che la pena di morte sia un qualcosa di squallido, inutile e vigliacco. Nessuno dovrebbe avere il diritto di togliere la vita, a meno che non sia per la propria sopravvivenza. E non mi riferisco alla vita umana, parlo di vita in generale.

Questo solo per chiarire la mia posizione.

Allora, posso capire il desiderio di vendetta, posso capire la volontà di farsi giustizia da sé, ma non credo che la pena di morte sia la soluzione migliore. Come Ale, credo nel recupero, e credo anche sia una cosa fattibile, e per un motivo molto semplice: la società è intrinsecamente umana, e umana è pertanto la possibilità di decidere se una persona è in grado di farne parte o meno. La vita no. Noi viviamo la nostra vita, ma non ne siamo padroni. Non siamo nati di nostra spontanea volontà. Non possiamo giudicare se una persona è degna di vivere o meno perché non sappiamo cosa voglia dire "essere degni di vivere". Il serial killer che ha compiuto una strage può aver ucciso senza che nessuno lo sappia un futuro dittatore... Allora sarebbe un eroe, o resterebbe un assassino?

Altro piccolo appunto: se lo stato forse fornisse maggiori garanzie sulle pene detentive, forse ora non saremmo a discutere sulla pena di morte... Quindi, come giustamente sosteneva Mezzo, credo che una riforma dell'attuale sistema sia più che sufficiente...


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Mornon
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Inviato il 28 gennaio 2005 16:31
il problema non è la pena di morte. Essa è solamente un tentativo di soluzione ad un altro problema. PErchè non cerchiamo di eliminare il problema

 

Si può cercare di eliminare il problema; ma, finché questo c'è, mentre si tenta di eliminarlo si dovrà anche cercare qualche modo per arginarlo, no?

 

 

il diritto è un invenzione umana

 

Non saprei, onestamente: magari il lupo non avrà il concetto di diritto come il nostro, ma, per fare il primo esempio che mi viene in mente, prendere per primo la carne non è un diritto del capobranco?

Con questo, ripeto, non voglio dire che abbiano un concetto di diritto pari al nostro, ma semplicemente che non so se il diritto sia poi cosí assente in natura, "semplicemente" viene difeso in modo diverso.

 

 

continuerò a difendere l'idea dell'incarcerazione non come pena, ma come riabilitazione. Questo per costruire un futuro migliore, ma siccome forse è un idea che nn a tutti piace, perchè molti nn vogliono il futuro migliore ma il bene per se stessi qui ed ora ed uno stato funziona finchè protegge i suoi interessi individuali e gli fa comodo

 

Oppure è qualcuno che pensa che oltre al solo recupero ci vuole anche altro, in caso di reati, pur volendo un futuro migliore; è un'altra possibilità, senza andare nell'egoismo. Tacciare di egoismo le idee diverse dalle proprie in merito alle pene non mi pare la cosa migliore.

 

 

Se proprio lo volete uccidere questo serial killer che odiate tanto, che vi costa lasciarlo in prigione a vita? Non parlate di costo economico, perchè i lavori forzati equivalgono la spesa

 

Allora si parla di reinserimento dei lavori forzati. Come detto, qualcosa si dovrà pur fare, mentre si cerca di risolvere il problema.

 

 

siccome vi da tanto fastidio che le persone che giudicanoi criminali recuperati li lascino uscire [...] per timore di errori, bene allora per precauzione incarceriamo tutti

 

Non mi pare che qualcuno abbia scritto che gli dà fastidio, quindi non travisiamo quanto detto; ma visto che si parla tanto di possibilità di errore nel decidere la colpa per la pena di morte, allora non ignoriamo che anche nel caso del recupero c'è questa possibilità di errore, sarebbe troppo comodo. Oppure nel caso dell'innocente condannato a morte scrivere sulla lapide "Ci siamo sbagliati, era innocente" è inaccettabile, ma per il bambino violentato e ucciso la scritta "Ci siamo sbagliati, non era recuperabile" basta?

È una domanda retorica, non sto dicendo che qualcuno lo pensi; ma se la pena di morte è inaccettabile anche "per timore di errori", allora consideriamo questi errori anche nel caso del recupero, in quanto di fatto ci sono, e non ha senso discutere come se uno dichiarato recuperato lo fosse sicuramente, ignorando quindi il potenziale pericolo che ripeta il reato. Ignorare quella possibilità di errore è superficiale. E considerarla solo per una delle due parti manchevole. Oppure gli errori sono inaccettabile per la pena di morte, ma accettabili - anzi ignorabili - per il recupero?

Per mettere tutti in prigione, non a caso nel mio esempio ho sottolineato una cosa: il reinserito, di fatto, ha già la colpa di un reato, deve essere recuperato; gli altri no.

 

 

facciamo così: uccido tutti e rimango da solo nel mondo, così son sicuro che nessuno mi ucciderà. Prevenire è meglio che curare

 

Direi che gli esempi portati indirizzano a ben altri discorsi...

 

 

Come Ale, credo nel recupero, e credo anche sia una cosa fattibile

 

Non ricordo una sola persona che abbia detto che è infattibile, almeno in un sistema che funzioni; semplicemente, sono stati sottolineati gli errori in cui si può incorrere, e le possibili conseguenze, in tale pratica, visto che lo stesso era stato fatto per la pena di morte.

A mio parere è questione di completezza e di coerenza.

 

 

la società è intrinsecamente umana, e umana è pertanto la possibilità di decidere se una persona è in grado di farne parte o meno

 

Intanto, anche nel mondo animale esistono gerarchie, leggi e simili; con "società intrinsecamente umana" cosa intendi? Solo per capire meglio...

Poi, la possibilità di decidere se una persona è in grado di fare o meno parte della società sarà anche dell'Uomo, ma questo toglie la possibilità d'errore? No, e proprio su questo verteva il mio esempio. Se il rischio c'è con la pena di morte, c'è anche con il recupero; e in entrambi i casi si mette a rischio la vita di un innocente.

Poi, come detto, si può essere contrari alla pena di morte, ma a mio parere ignorare i rischi derivanti dalla reale possibilità di errore nel recupero è superficiale e manchevole, oltre che scorretto.


S
Scuotivento
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Scuotivento
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S

Utente
858 messaggi
Inviato il 28 gennaio 2005 17:01

inefficace.

inoltre,ritengo più punitivi anni e anni di carcere,magari duro,senza permessi uscita,che la pena di morte.



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
Guardiani della Notte
25171 messaggi
Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri



Guardiani della Notte

25171 messaggi
Inviato il 28 gennaio 2005 17:55

Hai ragione Mornon, mi sono espresso male: intendevo dire umana nel senso di propria dell'uomo, creata dall'uomo... Forse avrei dovuto dire società umana...

 

Anche se il paragone con il mondo animale mi fa solo venire in mente che l'essere umano è l'unica specie che uccide i propri simili per punizione...

 

In ogni caso, sui rischi del reucupero VS rischi della pena di morte, vorrei sottolineare come in realtà la disparità sia immensa: un criminale appena reintrodotto in società può essere controllato e seguito con attenzione, per verificare il suo reinserimento... Cosa che lascia ben sperare che suoi nuovi atti contro la società o contro la vita possano essere adeguatamente prevenuti...

Una persona morta è morta e basta, senza appello, senza possibilità di rimediare.

 

Pensa se gli austriaci avessero ucciso Pellico. Per le loro leggi era un criminale, no? Eppure oggi lo studiamo tutti a scuola...

La morte non è mai una soluzione.


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Ser Arthur Dayne
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Utente
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Ser Arthur Dayne
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Inviato il 28 gennaio 2005 18:09

un altra domanda, secondo voi lo stato dovrebbe punire chi si fa giustizia da se? perche?


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