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Animalisti Integralisti
M di Manna
creato il 31 gennaio 2015

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Pegli
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Inviato il 14 ottobre 2015 20:27

Ser Balon, io la linea non la traccio proprio.

I punti 1 e 3 non riguardano l'aspetto etico, mentre il punto 2 mi sembra alquanto superficiale.

 

Te la ribalto: perchè una morte rapida e indolore dev'essere accettabile per un totano e non per un cane? O un uomo?



AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 14 ottobre 2015 22:12

Te la ribalto: perchè una morte rapida e indolore dev'essere accettabile per un totano e non per un cane? O un uomo?

Perché per un uomo, oltre alla sofferenza fisica (che in caso di morte rapida e indolore sarebbe assente o comunque estremamente breve), va valutato come danno o sofferenza anche:

 

- Il dolore psicologico che precede la morte (se si legalizzasse l'omicidio o addirittura l'allevamento di uomini, è probabile che la gente vivrebbe nel terrore perché tutti saprebbero del destino che li aspetta o che rischiano altamente di subire. Il livello di consapevolezza e di comunicazione di non è uguale per tutti gli animali, e la sofferenza varia molto anche in base a questi fattori)

- Il dolore causato ai famigliari, agli amici e a tutti quelli che tenevano un qualche modo a quella persona.

- Il dolore psicologico causato anche ad estranei, che farebbero il ragionamento "se si uccide con tanta disinvoltura quel tizio X, magari la prossima volta toccherà a me." Ragionamento che, di nuovo, per essere fatto richiede un certo livello di consapevolezza e comunicazione.

- Il danno più strettamente "pratico" causato alla società nel caso in cui quella persona facesse qualcosa di socialmente utile, o fosse "destinata" a fare qualcosa di socialmente utile.

 

Stesso discorso ovviamente quando si fra il confronto tra specie non umane diverse, che infatti non sono tutte uguali e imho non meritano tutte lo stesso livello di tutela.

 

In questo senso trovo più che legittimo essere "specisti", non solo egoisticamente (cosa che trovo comunque "naturale" e comprensibile), ma anche da un punto di vista etico.

Questo non contrasta necessariamente con un certo interesse per la tutela degli animali. Semplicemente si tratta di non porre tutti gli animali sullo stesso livello per il semplice fatto che "sono animali", cosa che personalmente non mi convince molto.


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Pegli
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Inviato il 15 ottobre 2015 7:07

Continuo a trovare assurdo che sia chi sceglie di non uccidere a dover trovare giustificazioni e non il contrario. Scusatemi se su questo non vi seguo.


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Il Lord
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Inviato il 15 ottobre 2015 9:42

In realtà è l'esatto contrario, siete voi vegetariani a metterci sotto accusa, l'onere della prova spetta a noi e da bravi imputati vi spieghiamo che mangiamo carne per aver un'alimentazione completa e che le prove raccolte dall'accusa sono insufficienti e/o contradditorie.


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Ser Balon Swann
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Inviato il 15 ottobre 2015 9:48

 

 

Te la ribalto: perchè una morte rapida e indolore dev'essere accettabile per un totano e non per un cane? O un uomo?

 

poiché è accettabile per l'insalata e per il molti insetti... immagino che trattare una piantina di insalata in modo crudele (tipo bruciacchiare le foglie, lasciarla deliberatamente senz'acqua o luce facendola deperire lentamente e soffrire) non sia ammissibile, dico bene?

Del pari, l'eliminazione programmata di miliardi di insetti in campo agricolo è tollerata solo fintanto che vengono gassati rapidamente o, se proprio siamo bio bio, fatti mangiare dei loro predatori naturali (coccinelle ecc.), introdotti deliberatamente sul posto affinché massacrino gli insetti sgraditi.

Insomma, le morti rapide e indolori di insalata e insetti sono tutto sommato ok, accettabili.

 

ora... perché il totano o la vongola è più meritevole dell'insalata o dei moscerini? Perché la loro morte rapide e indolore NON sarebbe ok?



Maya
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Inviato il 15 ottobre 2015 10:03

Continuo a trovare assurdo che sia chi sceglie di non uccidere a dover trovare giustificazioni e non il contrario. Scusatemi se su questo non vi seguo.

 

Io penso che il punto sia solo cercare di capire in buona sostanza qual è il limite, come diceva Balon.

 

Nessuno (o per lo meno io) ti giudica per la tua scelta. Anzi, io la ritengo coraggiosa. Non sarei capace di essere così ferma nel perseguire uno stile di vita come quello che ci hai accennato. :)

 

Il punto su cui ci stiamo arrovellando, mi sembra, è il fatto che ci sia in questo animale ed animale. Non dico che sia sbagliato in sé il fatto di distinguere tra un pidocchio ed un cane. Per me è una scelta talmente immediata che non mi pongo proprio il problema.

 

Quello che mi confonde è il principio. Se si dice, ad esempio, "ho fatto questa scelta (vivere vegano, mangiare vegetariano, rispettare la biodiversità ecc.), e condanno apertamente chi non la fa, perché ritengo che nessun essere umano abbia il diritto di infliggere dolore ad un essere vivente ed uccidere una vita per proprio tornaconto personale", allora per come la vedo io il pidocchio, il cane, la carota, la barbabietola sono tutti sullo stesso piano in quanto esseri viventi, inseriti in un ecosistema e potenzialmente importanti per la sua preservazione.

 

Da quello che vedo - non parlo di te, perché non ti conosco, ma in generale - al principio base si applicano invece tutta una serie di "concetti-deroga" che, nota bene, per me sono assolutamente condivisibili.

Ad esempio, si fa distinzione tra esseri viventi con cui si ha maggiore o minore empatia, che si ritengono capaci di provare maggiore o minore dolore (in base a cosa però?), con cui si innestano relazioni più intense, mettendo fuori gioco pidocchi, carote ecc. Si fa poi distinzione tra esseri viventi che che sono, ad un certo punto, indispensabili alla nostra sopravvivenza: se non mangio carne, uova, latticini ecc., non posso privarmi anche di frutta, verdura e cereali, sebbene si tratti di vita che nasce, cresce e muore anche in quei casi.

 

Allora, quello che io penso è che tra l'"animalista integralista" che non si ciba di carne, latticini, uova ecc., fa marce di protesta per gli animali, si batte per la fine degli allevamenti intensivi e lo sfruttamento animale e così via ed un più moderato amante degli animali che magari fa tutte o alcune delle cose di cui sopra, ma mangia senza rimorso le sue costine di maiale alla griglia, ci sia tutto sommato poca differenza in termini di coerenza. Entrambi hanno un principio forte simile che seguono e per cui magari si battano e n° "concetti-deroga" che hanno scelto/dovuto adottare.

 

Credo che ad essere sotto accusa non sia la scelta di vita vegana/vegetariana, ma la pretesa che questa scelta sia quella migliore, più giusta, più umana e vissuta con maggiore coerenza, nonché il fatto che questa pretesa sia spesso presentata in termini aggressivi tipo "se mangi carne sei un assassino", "se mangi un agnello non sei una buona madre perché l'agnello ha una mamma ecc.", "se mangi carne di animali morirai di malattie tremende e finirai pure all'Inferno" (sono sicuramente esagerazioni di una nicchia, ma è tanto per dare l'idea ;) ).

 

Non è l'essere animalista, vegano/vegetariano ad essere "sul banco degli imputati" (se mi passi la metafora), ma l'integralismo che a volte si accompagna a questa scelta.


"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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AryaSnow
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Inviato il 15 ottobre 2015 10:32

Continuo a trovare assurdo che sia chi sceglie di non uccidere a dover trovare giustificazioni e non il contrario. Scusatemi se su questo non vi seguo.

Non è una questione di chi, ma di cosa.

 

Stabilire i motivi per cui non uccidere, e più in generale i limiti morali per cui non fare determinate cose (qualsiasi cosa), è fondamentale.

 

Senza questi limiti, come sola giustificazione per fare qualsiasi cosa basterebbe il "mi piace" o "è li linea con i miei interessi". Se uno vuole fare X, perché dovrebbe privarsi della sua personale soddisfazione senza alcun motivo?

Quindi è indispensabile dire per quali motivi non bisogna fare determinate cose, cioè fornire le ragioni per cui qualcuno dovrebbe autolimitarsi. Mica uno si priva di qualcosa che gli piace solo "perché sì".

 

Questo ovviamente è un concetto molto generale che si applica in qualsiasi ambito. Non parlo nello specifico solo di animalismo, veganesimo ecc ecc

Dico solo che in generale è normale che si chiedono motivi convincenti per una certa autolimitazione fatta per motivi etici, visto che si chiede anche agli altri di compiere questa autolimitazione. Può essere noioso o seccante sentirsi fare domande su questi motivi, ma mi sembra abbastanza normale che tali domande ci siano.


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Jon Black
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Inviato il 15 ottobre 2015 14:13

Continuo a trovare assurdo che sia chi sceglie di non uccidere a dover trovare giustificazioni

 

Se mangi una bistecca, non diventi automaticamente un assassino, semmai un "mangiatore di carcasse cotte".
Gli onnivori non sono tutti "assassini" (o uccisori, forse più corretto), come molti vegani integralisti ingenuamente affermano.
Solo nel caso dovessi uccidere un pollo per farci il brodo, ad esempio, non mi recherebbe alcun fastidio essere definito in tal modo, poiché di fatto avrei compiuto l'atto di uccidere (in quanto uccidere non vuol dire esclusivamente compiere un omicidio [assassinio di un uomo], il significato si estende a qualunque cosa viene privata della vita [anche una pianta]). La parola ha una valenza negativa, questo è vero, ma il lemma va visto nel senso strettamente semantico.

Pegli ma lo capirai anche tu che se è facile provare tenerezza/compassione, nonché un certo grado di affinità, per vitelli, agnelli, gatti e cani, lo è un po' meno provarla, nell'ordine, per vongole, totani, lumache, polpi, sardine e piccioni e tacchini (esattamente come non si prova tenerezza e affinità con carote e pidocchi)

 

Insomma dove tracci la linea? E perché la tracci lì?

 

Non si tratta sempre di sola affinità/empatia (con una balena o con un elefante raramente ci entri in contatto, eppure non li devi uccidere, né tanto meno mangiare)
La selezione degli animali da non uccidere/mangiare viene palesemente fatta (da tutti gli animalisti, vegan e non) secondo fattori che il più delle volte risultano parziali. Attualmente me ne vengono in mente tre:
- l'intelligenza/coscienza/autocoscienza (un maiale è più "cosciente" di un totano; un uomo è più cosciente di un maiale)
- la simpatia/empatia/immedesimazione (ci affezioniamo più facilmente ad un cavallo che ad una mosca; soffriamo di più per un nostro simile)
- la potenziale estinzione (non è il caso di andare a mangiare/usare come pelliccia gli orsi polari, considerata la scarsità di esemplari)
Molti vegetariani/vegani puristi credo convergano più sul primo e sul terzo fattore che ho elencato (anche se spesso si rivela il secondo ad influenzarli realmente). Gran parte degli onnivori, invece, compie la selezione dando maggiore peso al secondo e al terzo fattore, e minore considerazione al primo.
Gli animalisti o, ancora meglio, gli esseri umani anti-specisti, a mio parere, sono sempre più una "leggenda". Non metto in dubbio che là fuori vi sia chi si etichetta in questo modo, ma è praticamente impossibile rimanere coerenti a tale definizione fino in fondo. Una persona del genere dovrebbe quanto meno compiere karakiri alla sola consapevolezza che i globuli bianchi presenti nel suo organismo uccidono i virus, i batteri e i parassiti che vi si insinuano all'interno.
Anche il vegano che considera sacrilego uccidere una vongola o schiacciare un millepiedi, difficilmente resterà coerente con quello che dice.
Le scelte etiche dei vegani/vegetariani/animalisti (estremisti e non) non sono affatto "illibate", ciò è appurato.
Taluni loro comportamenti, però, sono ampiamente condivisibili da un punto di vista ambientalistico (preservazione dell'ecosistema e della rete ecologica, impatto sull'ambiente in generale, ecc...), su questo credo non ci sia dubbio.
Quindi, secondo me, va bene generalizzare, ma è meglio non farlo troppo: non tutti gli animalisti sono estremisti, non tutti gli estremisti sono salutisti, non tutti i salutisti sono vegani; allo stesso modo non tutti gli onnivori sono assassini, incuranti della propria salute o irrispettosi nei confronti dell'ambiente.

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Inviato il 15 ottobre 2015 14:25

Suquesto tema, come ho detto, non ho più intenzione di tornare. Tremo all'idea di incontrare persone che pensano DAVVERO che uccidere un animale sia uguale a raccogliere un'insalata. Magari un giorno si uniranno altri animalisti e/o vgani che saranno interessati ad approfondire questo aspetto, io no.

Volevo solo preciare che chi usa la parola "assassino" per chi mangia carne (ribadisco: non è il mio caso... non abitualmente, almeno!) lo fa ovviamente estendendo il concetto alla "complicità" verso chi quell'animale lo ha ucciso direttamente.

Mi sembra ben poco credibile dire "io non uccido animali" quando se ne hanno brandelli nel piatto. Suvvia.


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Inviato il 15 ottobre 2015 14:42

Mi sembra ben poco credibile dire "io non uccido animali" quando se ne hanno brandelli nel piatto. Suvvia.

 

In quel caso non li uccidi, li mangi. Mi sembra corretto affermarlo.

Altrimenti dovremmo considerarci tutti assassini/uccisori, poiché non riusciamo o non facciamo niente per impedire che gli animali là fuori vengano uccisi.

 

(Senza considerare che tutti nella nostra esistenza abbiamo almeno una volta mangiato o ucciso un insetto, involontariamente o meno che sia stato).


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Inviato il 15 ottobre 2015 15:11

Mi sembra ben poco credibile dire "io non uccido animali" quando se ne hanno brandelli nel piatto. Suvvia.

 

Bha, a questa stregua non penso tu, e tutti gli altri vegani/vegetariani/animalisti sia/siate diverso/i da noi.....non penso tu/voi sia/siate vegano/i dalla nascita e, sicuramente avrai/avrete indossato scarpe/giacche di pelle almeno una volta nella tua/vostra "vita precedente"

Oggi giorno esistono capi di "eco-pelle" tanto più comodi ed economici della pelle vera che sono un vero bijoux; però non credo ti/vi sia/siate mai posto/i il problema seriamente prima di diventare vegano/vegetariano

 

Vedi, è proprio questo che da' fastidio; quest'aura da "dispensatori di saggezza", gli "intellettuali dell'ultima ora" che guardano dall'alto in basso gli esponenti della massa con compassionevole superiorità.

 

Nessuno sta dicendo che TU, personalmente sei così, tuttavia come anche tu parli in generale, noi pure tendiamo ad esprimerci nel medesimo modo; vedi, nessun attacco.



Maya
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Inviato il 15 ottobre 2015 17:46

 

 

Suquesto tema, come ho detto, non ho più intenzione di tornare. Tremo all'idea di incontrare persone che pensano DAVVERO che uccidere un animale sia uguale a raccogliere un'insalata.

Anche io tremo. Se però la ragione per cui non mangio carne è il principio "rispetto della vita" , la domanda sorge spontanea: come faccio distinzione tra una forma di vita e un'altra? E perché?

 

 

 

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joramun
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joramun
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Inviato il 15 ottobre 2015 23:10

Mi sembra ben poco credibile dire "io non uccido animali" quando se ne hanno brandelli nel piatto. Suvvia.

 

Non lì uccidi per crudeltà gratuita, nè per sport, nè per altri futili motivi. Li uccidi per mangiarli. L'uccisione di un altro essere vivente a fini nutritivi è una delle cose più elementari, comuni e naturali (e quindi avulsa da qualsiasi valutazione negativa) che esista sulla faccia della Terra. Fatevene una ragione.


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