1)Ah se lo dici tu allora è sicuramente un Dogma. Ti assicuro, per fortuna no. Se 1 miliardo e 500 milioni di persone pensassero ed agissero come stai blaterando tu da 10 pagine, avremo tutti una bomba in casa. Se qualche migliaia di estremisti uccide ed 1,4998Mrd non lo fa è che magari la loro filosofia di vita è ben diversa da ció che dici. Hai amici mussulmani? Hai mai conosciuto o parlato con qualche credente? Hai vissuto o visitato una città cosmopolita? Sei mai entrato in una moschea? Oppure ti limiti a copiare qua e là versetti random? Dopo 10 pagine m'interesserebbe leggere una conclusione: come dovremo comportarci a tuo avviso (in uno stato che si dice laico) noi cristiani, tolleranti, amorevoli, verso queste persone musulmane?2.1 La Bibbia è soggetta a interpretazione e lettura critica.2.2 Il corano è un libro esplicito.
E Dieudonné non è un caso a parte, è un caso significativo, una rappresentanza di una buona fetta di popolazione musulmana. Che del resto non è che si è fatta pregare in questi giorni per esprimere la propria vicinanza agli attentatori. E del resto, in quelle vignette si prendevano in giro musulmani, cristiani, ebrei. Solo musulmani hanno reagito ammazzando. E fra questi solo i musulmani erano autorizzati a farlo. Vedi tu se è un caso. La probabilità, il buon senso, l'intelligenza, dicono di no.
2) Dieudonné è un caso a parte nel senso che lavora nel mondo dello spettacolo e piú dice cose che sconcertano, piú guadagna soldi, visibilità su YouTube, sui giornali, in Tv. Personalmente credo che sia un estremista, pericoloso di cui i veri "discepoli" non porteranno nulla di buono; allo stesso tempo peró non si puó prendere alla lettera quello che dice perchè è un "comico" e su 63 milioni di francesi il suo numero di fan non basta a riempire le tappe dei suoi spettacoli. In alcune date c'erano poco meno di 40 persone, ma nonostante questo Valls ne ha fatto un caso nazionale ed è seguito molto da vicino.
Ti suggerisco una (ri)lettura de La Bibbia, perchè morte e schiavitú sono presenti anche nel Vangelo, altro che evoluzione (La storia insegna, non mi pare che dopo Gesù i cristiani siano stati buoni buoni... "Qualche" guerra c'è stata.), tu confondi l'essere mussulmano con l'essere un terrorista islamico.
Infine no, non tutti i terroristi sono musulmani.
No vi basta? "Non tutti i musulmani sono terroristi, ma tutti i terroristi sono musulmani!"
Difficile risponderti se non capisci cosa stai quotando :)
Ti ho appena fatto notare che i musulmani stessi si pongono il problema: il problema c'è.
E sul dogma che dico io...
Il corano è un libro esplicito, non lo dico certo io
Per cortesia, leggi bene i messaggi prima di rispondere altrimenti stiamo a perdere tempo :)
@Beric: secondo me però, entro certi limiti, la nostra civiltà/cultura/sistema si connota per una maggiore razionalità rispetto ad altre. Ovvero: si è pervenuti a enunciare quei principi fondamentali a partire da una riflessione (filosofica, giuridica, scientifica), appunto, razionale e a mio avviso, condotta tutto sommato correttamente, sulla natura umana e sui vari meccansmi sociali, economici e psicologici che caratterizzano la convivenza. A differenza di altri che enunciano i principi fondamentali in quanto rivelati da un entità superiore una volta e per sempre (vedi Islam e altre religioni) oppure basandosi sì su un ragionamento ma inficiato da gravi errori logici e osservazioni/deduzioni sbagliate (tipo il comunismo).
Ovviamente nessuno mi assicura che la ragione (e ciò che ne deriva) sia intrinsecamente superiore alla Fede o all'intuizione o alla tradizione o altro, ma è un paramentro che, per come è fatto e pensa l'Uomo, ha comunque il suo peso e nei fatti risulta irrinunziabile.
Insomma se sommiamo la maggiore efficacia e la maggiore razionalità, possiamo ben dire che in questo senso la nostra civiltà è "superiore" nel improntare la ricerca di una convivenza ottimale
Come possiamo dire che la Scienza è superiore ad altri metodi, proprio in virtù di una maggiore efficacia e razionalità logica, nell'imporntare la ricerca della conoscenza.
Secondo me entrambi i parametri (razionalità ed efficacia) vanno difesi e preservati; e il primo, se possibile, in misura ancora maggiore, in quanto è altamente plausibile sia causa diretta del secondo, e in ogni caso è un fattore di grande vantaggio nel dibattito/scontro che eventualmente si instaurerà con altri contendenti (e, anche qualora essi rifiutassero il dialogo ragionevole, esso resta convincente e persuasivo nei confronti del "fronte interno")
e quindi passo a rispondere
@ joramun
personalmente ritengo che la libertà smisurata in tutti i campi - in nessun campo - non possa esistere.
Le libertà sono intimamente collegate le une alle altre, e quasi sempre all'espandersi di una deve per forza seguire il comprimersi di un altra. Se io elimino completamente i paletti alla libertà d'espressione e lascio campo libero agli insulti/discorsi razzisti, antisemiti ecc. (e ai contro-insulti razzisti/antisemiti ecc.), dovrò vigilare affinché la situazione non degeneri in scontri e violenze, e qualora - inevitabilmente - degeneri prendere gli idonei provvedimenti. Questo significa maggiori controlli e maggiore repressione da parte delle forze dell'ordine e dell'apparato giudiziario.
Possiamo ipotizzare che io riesca a creare un clima intellettuale tale per cui lo scontro, per quanto duro e tostissimo, rimane a livello orale e non degenera mai in violenze "fisiche", ma per creare questo clima deve predisporre una serie di strumenti (per esempio, nel campo dell'educazione, dell'informazione, della politica) che lo favoriscano: ed è comunque una diminuzione della libertà in senso "dirigistico-paternalistico" (es. fin dall'infazia inculcare a tutti i bambini i valori del rispetto assoluto e della non-violenza).
Chiudo con questa considerazione.
Tu dici " arriveremo mai a far nostro il principio di base che alle cattive idee si risponde con le buone idee?".
Ho come l'impressione che, come nel mondo della moneta, anche nel mondo della idee valga in buona misura la legge di Gresham: la moneta(idea) cattiva tende a scacciare quella buona.
Lo Stato continua a "battere" buoni principi, ma se in circolazione ci sono troppe cattive idee, i cittadini prendono quanto di buono per sè ma ripagano il prossimo e lo Stato con le cattive idee (classico dei classici: voglio una politica più onesta ma nel frattempo non pago il biglietto del treno; oppure: approfitto delle agevolazioni previste dagli Stati occidentali per costruire la moschea ma poi picchio mia moglie), finché alla fine queste ultime non raggiungono una massa critica e prendono il sopravvento.
Lo Stato per me dunque, come con la moneta, non deve "lasciare le cose al suo corso", ma ben fa a vigilare e non limitarsi a "rispondere con le buone idee", ma cercare attivamente di estirpare/vietare - o quantomeno rendere difficile la vita - a queste cattive idee, quando ne ravvisa l'esistenza.
Sono in contraddizione nel momento in cui si fa una manifestazione sulla libertà di espressione, nonostante alcune vignette siano state comunque oggetto di denunce, quindi in qualche modo, attraverso la manifestazione, rendi legittimo qualcosa che di fatto non è così scontato che lo sia (in base alla legge) e subito dopo, valuti la frase "Mi sento Charlie Coulibaly" come apologia di terrorismo. Non tanto per la frase in sè, ma perchè l'ha detta qualcuno con dei precedenti.
Dieudonnè non è nuovo a queste uscite e non smetterà certo di farle. Sono sicuro purtroppo o per fortuna che lui creda fermamente in quel che dice, ma usare una frase del genere per discostarsi da una manifestazione, in cui hanno partecipato cani e porci solo per salire sul carro delle vittime, avere visibilità e poter trasmettere qualsiasi tipo di messaggio, non lo vedo così terribilmente sbagliato.
Ci sarebbero stati altri modi, sicuramente anche più divertenti, ma quello sta a lui valutarlo. Se non altro la regola "tragedia + tempo" l'ha presa alla grande.
Libertà di fare apologia del reato e libertà di offendere una religione non sono la stessa cosa.
Possiamo discutere se è ammissibile solo una di queste due libertà, se sono da ammettere entrambe, se nessuna delle due... ma resta il fatto che tra le due cose c'è una differenza che va tenuta a mente.
Non riduciamo tutto ad una semplicistico "libertà sì o no? Bisogna essere coerenti!", perché la realtà e il funzionamento di una società sono un tantino più complessi di così
Specifico che il mio ragionamento è volutamente provocatorio: per me i 4/5 di quelli che in questa settimana hanno manifestato in favore di Charlie Hebdò, lo hanno fatto perchè in gioco non c'erano i propri principi. Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che in quella passeggiata ci fosse in prima fila il ministro degli esteri di un paese (la Russia) in cui agli organi di stampa è fatto divieto di parlare in termini positivi dell'omosessualità. Incoerenza, si.
Non vogliamo chiamarla totale libertà di espressione? Vogliamo darle il nome che dovrebbe avere in politica? La chiamiamo laicità? Fa lo stesso: nel momento in cui si sancisce che i valori della società occidentale sono tolleranza, laicità, libertà d'espressione, eccetera..... allora vale tutto quanto compreso in questi tre concetti.
Le libertà sono intimamente collegate le une alle altre, e quasi sempre all'espandersi di una deve per forza seguire il comprimersi di un altra. Se io elimino completamente i paletti alla libertà d'espressione e lascio campo libero agli insulti/discorsi razzisti, antisemiti ecc. (e ai contro-insulti razzisti/antisemiti ecc.), dovrò vigilare affinché la situazione non degeneri in scontri e violenze, e qualora - inevitabilmente - degeneri prendere gli idonei provvedimenti. Questo significa maggiori controlli e maggiore repressione da parte delle forze dell'ordine e dell'apparato giudiziario.
Per questo domandavo se fossimo pronti ad una tale accezione di "società occidentale". Il mio ragionamento era semplicemente volto a chiarire che, date le premesse A, la necessaria conclusione è quella B. Se la conclusione B non piace va benissimo....basta cambiare la premessa A.
A quel punto però mi domando cosa ca**o abbiano difeso i Difensori della Civiltà Occidentale in questa settimana.
Sul tema della libertà e dei diritti chiarisco che comunque, tendenzialmente, sono un popperiano convinto: l'unico giusto limite da imporre alla tolleranza e alla libertà è quello verso gli intolleranti. E mi pare che il buon Karl cada a fagiuolo nella situazione attuale.
Non vogliamo chiamarla totale libertà di espressione? Vogliamo darle il nome che dovrebbe avere in politica? La chiamiamo laicità? Fa lo stesso: nel momento in cui si sancisce che i valori della società occidentale sono tolleranza, laicità, libertà d'espressione, eccetera..... allora vale tutto quanto compreso in questi tre concetti.
Ti faccio un esempio.. un giornale satirico, finanziato e pubblicizzato (liberamente) da un gruppo di ricchi imprenditori e uomini d'affari, che (liberamente) simpatizza per un certo partito politico di medio livello (che conta su diversi rappresentanti democraticamente eletti), quotidianamente mette in prima pagina vignette antisemite, che più o meno ironicamente alludono al fatto che gli ebrei sono usurai, deicidi, comunisti, massoni, brutti sporchi e cattivi e che pertanto è necessario difendersi da costoro (senza alludere esplicitamente alla violenza, ma senza neanche deplorarla).
sicuramente c'è compatibilità con la libertà d'espressione... con la laicità forse pure. Con la tutela delle minoranze? Mica tanto. Con la tolleranza? Men che meno. Con l'ordine pubblico? Difficilmente. Eccetera.
non necessariamente qualcosa che è pienamente compreso in uno o più dei 10 (o 8, o 5 o 3) "concetti fondamentali" della nostra civiltà lo è in TUTTI tali concetti.
L'obbiettivo (e il difficile) dovrebbe essere trovare un punto di equilibrio... diciamo il modo per massimizzare l'applicazione dei concetti fondamenti in modo da garantire quante più libertà possibile. Massimizzare che però non coincide con l'assenza di limite, perché oltre un certo livello i contrasti/incompatibilità tra concetti diventano inevitabili.
Per quello ho citato Popper. Nella definizione di "intolleranti" mi pare ricadano a fagiuolo tanto i ricchi signori qui sopra quanto i miliziani di ISIS e compagnia cantante.
Capisco quello che vuoi dire ed in parte sono d'accordo, è pericoloso quando in modo arbitrario delle parole possono renderci liberi oppure terroristi. Lo Stato francese si stà indurendo, parlano di 200 arresti avvenuti questa settimana di persone (alcuni ubriachi nei bar) che hanno difeso Coulibaly, qualcuno rischia 5 anni di prigione. Nelle scuole durante il minuto di silenzio per i 17 morti, ci sono stati 150 casi di bambini di 10 anni che hanno rifiutato di rendere omaggio alle vittime (per i disegni su Maometto, altri per gli ebrei morti...), 40 addirittura sono stati mandati in caserma perchè erano al limite dell'incitamento al terrorismo (non ci sono ancora i dettagli), lo Stato vuole sorvegliare Twitter e FB.Sono in contraddizione nel momento in cui si fa una manifestazione sulla libertà di espressione, nonostante alcune vignette siano state comunque oggetto di denunce, quindi in qualche modo, attraverso la manifestazione, rendi legittimo qualcosa che di fatto non è così scontato che lo sia (in base alla legge) e subito dopo, valuti la frase "Mi sento Charlie Coulibaly" come apologia di terrorismo.
Sono giorni bui tuttavia, per tornare a Dieudonné, lui è accusato per tutti i suoi trascorsi: organizza riunioni nelle quali nega la Shoa, incita all'odio, all'antisemitismo, ha un Vlog, frequenta estremisti... Bisogna distinguere la comicità ed il nascondersi dietro "la libertà d'espressione" per incitare all'odio.
Infine, non ricordo chi l'ha scritto, ma ridurre la manifestazione di domenica a "C'erano cani e porci" è una vergogna. È la prima volta nella storia che 4 milioni di persone hanno camminato per strada, armati di matite, cantando l'inno nazionale, in cui non c'è stato nessun tipo d'incidente, nemmeno uno spintone.
È stato un episodio di fraternità ed unità ti razze e religioni, manifestanti che abbracciavano poliziotti: quella è stata la Francia. Credo che gli unici intrusi, se mai ce ne fossero, erano alcuni capi di Stato.
Concordo! :)Non è che adesso però, dal punto di vista della libertà di espressione, bisogna per forza scegliere "o tutto o niente". La libertà di espressione assoluta non so quanto sia infattibile e desiderabile per tenere insieme una società Libertà di fare apologia del reato e libertà di offendere una religione non sono la stessa cosa. Non riduciamo tutto ad una semplicistico "libertà sì o no? Bisogna essere coerenti!", perché la realtà e il funzionamento di una società sono un tantino più complessi di così
In risposta a chi sostiene che il nostro modello (occidentale) sia il migliore, il quale è stato dimostrato nei secoli, che i Paesi che si stanno sviluppando hanno ottenuto grandi risultati adoperandolo etc. Queste due frasi riassumono bene il mio pensiero sul modello occidentale. Non siamo perfetti, siamo dei barbari che sterminano le culture altrui, non guardiamo in faccia nessuno quando si tratta di soldi, le nostre aziende mettono in mezzo alla strada la loro stessa nazione per far lavorare persone sottopagate ed anche bambini di 5-6 anni all'altro lato del mondo.
Si puó considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perchè non puó mantenere o educare i suoi figli? Non parlo dell'India ma dell'Italia e dell'altra metà dei Paesi europei: chi si salva, l'UK, Francia, Germania, Italia del Nord, Svezia, Norvegia e Danimarca?
L'unica speranza delle nostre società per evitare guerre civili è la Laicità, Charlie voleva desacralizzare e far ridere, non speravano in provvedimenti come incitamento all'odio, sterminare comunità dei residenti in Francia o Europa: erano i piú grandi sostenitori della Laicità. Le vittime dell'IS e di Al Quaeda sono i mussulmani del Medio-Oriente, ricordiamoci le persone decapitate in Siria un paio di mesi fà...
Le vittime dell'Isis sono "anche" i musulmani. In buona parte sciiti e tutti quanti secondo loro hanno collaborato con gli sciiti (e sempre il corano autorizza combatterli, terrorizzarli etc. etc.). Ma nel rullo compressore ci passano tutte le minoranze, in buona parte cristiani e yazidi.
In egitto i fratelli musulmani hanno subito attaccato i cristiani copti, già nel passato trasformati in minoranza.
In Nigeria Boko haram combatte per imporre la legge islamica, obbligando a seguirla a tutte le comunità e sterminando chi vi si oppone. Dato che vi si oppongono soprattutto non musulmani, ne consegue la "pulizia religiosa".
E stessa cosa a suo tempo in India, in Spagna, in italia, in Turchia etc. etc.
Oggi uscita dell'edizione della prima puntata del dopo strage: ovvie e praticamente scontate condanne delle massime autorità religiose e anche civili di alcuni paesi musulmani.
Ma direi che il caso più significativo ed emblematico è la turchia:
Da baluardo della laicità, è stato sufficiente l'avvento di un personaggio, inutile fare nomi, che ha deciso di fare della religione il fulcro e il catalizzatore del suo potere.
Risultato? La turchia è un paese che si sta muovendo verso quello che potremmo definire "integralismo".
E qui direi che saltano anche alcuni schemi che sono stati proposti:
- diventando mediamente benestanti se ne fregheranno? Ma anche no. Abbandonate questa speranza.
- La laicità è un baluardo? No. In qualsiasi momento può venire fuori un capo carismatico che riporta la situazione al medioevo. E con tutte le giustificazioni e le motivazioni dalla sua parte.
Ti faccio un esempio.. un giornale satirico, finanziato e pubblicizzato (liberamente) da un gruppo di ricchi imprenditori e uomini d'affari, che (liberamente) simpatizza per un certo partito politico di medio livello (che conta su diversi rappresentanti democraticamente eletti), quotidianamente mette in prima pagina vignette antisemite, che più o meno ironicamente alludono al fatto che gli ebrei sono usurai, deicidi, comunisti, massoni, brutti sporchi e cattivi e che pertanto è necessario difendersi da costoro (senza alludere esplicitamente alla violenza, ma senza neanche deplorarla).
sicuramente c'è compatibilità con la libertà d'espressione... con la laicità forse pure. Con la tutela delle minoranze? Mica tanto. Con la tolleranza? Men che meno. Con l'ordine pubblico? Difficilmente. Eccetera.
non necessariamente qualcosa che è pienamente compreso in uno o più dei 10 (o 8, o 5 o 3) "concetti fondamentali" della nostra civiltà lo è in TUTTI tali concetti.
L'obbiettivo (e il difficile) dovrebbe essere trovare un punto di equilibrio... diciamo il modo per massimizzare l'applicazione dei concetti fondamenti in modo da garantire quante più libertà possibile. Massimizzare che però non coincide con l'assenza di limite, perché oltre un certo livello i contrasti/incompatibilità tra concetti diventano inevitabili.
Prima di tutto sarebbe da fare una distinzione tra:
- Offendere specifiche persone o interi gruppi di persone (direi che le offese contro gli ebrei rientrano in questa categoria).
- Offendere le idee, le credenze, i valori e le passioni di una persona o di un gruppo di persone. In questa categoria ci metto anche la religione e quindi le varie offese ad essa: non vedo perché la religione debba avere un grado tutela maggiore e privilegiato rispetto a tutti i tipi di idee e passioni non religiose. E' un atteggiamento in contraddizione con la laicità e inoltre implica l'infondata convinzione che un ateo/agnostico non possa avere profondamente a cuore i suoi valori non-religiosi.
Il tema della libertà di espressione è molto complesso a in alcuni ambiti non è facile definire un confine, ma iniziare a fare chiarezza su questa distinzione forse è già un buon inizio, visto che c'è un po' la tendenza a confondere le due cose.
Poi certo, un religioso può sentirsi indirettamente offeso come persona anche dall'insulto alla religione ("se mi dici che la mia religione fa schifo stai implicitamente anche dando del cretino a me che ci credo"), ma è una deduzione personale non necessaria e i due concetti restano comunque diversi. Secondo questo ragionamento dovrebbe essere illegale anche dire "il lavoro/campo di studi che tanto ti appassiona e a cui hai dedicato la vita fa schifo e non serve a nulla" o "le tue idee sono delle stupidaggini".
Direi che non si possono vietare tutte queste cose e non mi sembra nemmeno desiderabile farlo.
Poi su quando è lecito e quando non è lecito offendere le persone si può discutere (in molti casi io ammetterei pure questo, ma non sempre), ma prima imho bisogna ripulire il campo da questa confusione.
Nella definizione di "intolleranti" mi pare ricadano a fagiuolo tanto i ricchi signori qui sopra quanto i miliziani di ISIS e compagnia cantante.
Giusto, e imho non dico che ci ricadesse pure Charlie Hebdo, ma ci navigava vicino, con qualche puntatina al di là (rispetto a quel famoso limite tra esercizio della libertà d'espressione e rispetto per i valori della tolleranza, tutela dell'ordine pubblico eccetera)
- Offendere specifiche persone o interi gruppi di persone (direi che le offese contro gli ebrei rientrano in questa categoria).
se stai dicendo che "essere intolleranti con tutti è come non essere intolleranti con nessuno" non sono d'accordo.
la satira prende di mira sempre specifiche persone o gruppi di persone, ha i suoi bersagli preferiti a seconda dei tempi e luoghi, è inevitabile, difficile fare satira "sull'umanità"... la par condicio non è mai rispettata.
Il punto è come la si fa, non su chi la si fa.
Woody Allen prende tantissimo in giro gli ebrei, ma lo fa con garbo e intelligenza. Julius Streicher come percentuali era là ma il modo era MOOOOOOLTO diverso.
Che poi un giornale satirico spari più o meno su tutti o su molti a turno (anche se bisognerebbe vedere le percentuali) può essere un indizio sul fatto che si tratti di un gruppo di simpatici anarchici e liberi pensatori e non un gruppo organizzato e con precisi riferimenti ideologici e politici, e quindi nei fatti più debole e meno pericoloso, ma non per questo dovrebbero poter essere violati - o messi a rischio - i principi di tolleranza o ordine pubblico ecc.
Offendere le idee, le credenze, i valori e le passioni di una persona o di un gruppo di persone. In questa categoria ci metto anche la religione e quindi le varie offese ad essa: non vedo perché la religione debba avere un grado tutela maggiore e privilegiato rispetto a tutti i tipi di idee e passioni non religiose. E' un atteggiamento in contraddizione con la laicità e inoltre implica l'infondata convinzione che un ateo/agnostico non possa avere profondamente a cuore i suoi valori non-religiosi
infatti non andrebbero fatte campagne di sfottimento pesante e insultante nei confronti di nessuna credenza, valore e passione e sentimento, compreso l'ateismo/agnosticismo.
il fattore religione, e ci aggiungo anche il fattore razza/etnia, orientamento sessuale e orientamento politico, meritano un'attenzione un po' superiore rispetto, chessò, al fattore tifo calcistico o ai gusti culinari o alla bruttezza fisica o alle differenti interpretazioni della meccanica quantistica (cose che magari per certe persone sono la ragione di vita) per il semplice motivo che, storicamente, a più riprese, quando sono insorti forti contrasti o si sono affermate determinate opinioni "estreme" intorno alla prima serie di fattori, molta gente si è fatta male e nazioni intere sono andate a scatafascio.
Non è che stiamo costruendo la prima società della storia senza punti di riferimento e senza esperienze pregresse, né siamo fessi quanto quei rivoluzionari francese che si illudevano di fare un bel reset globale: non possiamo pensare (né legiferare sul presupposto) che potenzialmente e astrattamente i miei gusti musicali potrebbero essere un rischio e/o essere a rischio tanto quanto i miei gusti sessuali, sappiamo e dobbiamo sapere quali sono i potenziali pericoli qui e ora, cosa va maggiormente tutelato e cosa va maggiormente represso.
Ed è un compito fondamentale dello stato democratico e liberale evitare, se possibile prevenendo, il degenerare di certe situazioni. Smussare gli angoli della libertà di espressione attraverso il divieto, per esempio, di arrivare a certi livelli "critici" di blasfemia o razzismo o sessismo, non mi pare certo una misura liberticida o esagerata, ma anzi perfettamente compatibile con i nostri principi fondamentali e la ricerca di un equilibrio che contemperi razionalità ed efficacia.
se stai dicendo che "essere intolleranti con tutti è come non essere intolleranti con nessuno" non sono d'accordo.
No, aspetta, non ho mai detto questo. Quello che sto dicendo non ha nulla a che fare con questo principio
Il punto del mio discorso era la differenza tra l'offendere le idee e l'offendere le persone (che siano uno, pochi, molti o tutti).
Sul divieto di offendere e prendere in giro le idee altrui inutile dirti che sono in totale disaccordo. Lo trovo estremamente liberticida e dittatoriale.
(E mi riferisco al divieto totale, non a quello limitato ad ambiti e contesti specifici. Ad esempio io posso anche decidere che nel mio forum è obbligatorio usare toni molto "moderati" e non offendere il punto di vista di nessuno, ma altri devono essere liberi, se vogliono, di aprire un loro forum o blog dove lasciare la libertà di usare toni più diretti e forti, senza che intervenga lo stato a multarli o arrestarli. Se attuassimo davvero un divieto simile, in tutti gli ambiti e forme espressive, ci sarebbe da fare davvero un sistematico lavoro di censura e controllo e mi vengono i brividi solo a pensarci).
A proposito di incoerenza e di fare i para**li sbraitando per difendere idee e valori a cui, in fondo in fondo, non si crede......... segnalo la clamorosa figura di sterco rimediata dal buon Corriere della Sera, che nel nobile intento di rimediare un po' di beneficenza in favore delle vittime dell'attentato di Parigi, ha preso le vignette pubblicate qui e li sui social network dai vari fumettisti italiani, senza chiedere il loro consenso in alcun modo, e le ha messe insieme in un bel libricino che ha poi rivenduto a 5 euro il pezzo.
Ecco le reazioni di Leo Ortolani (papà di Ratman) e di Roberto Recchioni (autore di Orfani e attuale curatore di Dylan Dog).
A proposito di incoerenza e di fare i para**li sbraitando per difendere idee e valori a cui, in fondo in fondo, non si crede......... segnalo la clamorosa figura di sterco rimediata dal buon Corriere della Sera, che nel nobile intento di rimediare un po' di beneficenza in favore delle vittime dell'attentato di Parigi, ha preso le vignette pubblicate qui e li sui social network dai vari fumettisti italiani, senza chiedere il loro consenso in alcun modo, e le ha messe insieme in un bel libricino che ha poi rivenduto a 5 euro il pezzo.
Ecco le reazioni di Leo Ortolani (papà di Ratman) e di Roberto Recchioni (autore di Orfani e attuale curatore di Dylan Dog).
Ho letto stamattina... allucinante davvero.
A quanto pare c'è la libertà anche di rubare.
“Non mi sono piaciute per niente quelle accuse, no, no e no“ grugniva la scrofa, ancheggiando per il vialetto. La coniglietta e l’asina le consigliarono più giudizio, perché quanto successo all’ape regina non era piacevole. “Dai, suvvia, non esagerare… secondo me i rospetti son stati fuori luogo“ si impuntò in particolar modo la coniglietta, ma la scrofa, beh, ormai l’avrete capito anche voi, non gliene poteva fregare di meno. “Le è stato rubato un alveare, ma di cosa stiamo parlando!“
A proposito di incoerenza e di fare i para**li sbraitando per difendere idee e valori a cui, in fondo in fondo, non si crede......... segnalo la clamorosa figura di sterco rimediata dal buon Corriere della Sera, che nel nobile intento di rimediare un po' di beneficenza in favore delle vittime dell'attentato di Parigi, ha preso le vignette pubblicate qui e li sui social network dai vari fumettisti italiani, senza chiedere il loro consenso in alcun modo, e le ha messe insieme in un bel libricino che ha poi rivenduto a 5 euro il pezzo.
Ecco le reazioni di Leo Ortolani (papà di Ratman) e di Roberto Recchioni (autore di Orfani e attuale curatore di Dylan Dog).
Sempre restando in tema incoerenza, pare che ci sia stata una scrematura delle vignette ritenute più offensive
In redazione abbiamo discusso a lungo se pubblicare o meno alcune delle vignette che avevano destato la collera degli integralisti. Abbiamo deciso per il no perché, pur essendo convinti che tra le libertà fondamentali ci sia quello di esprimere liberamente qualunque pensiero, anche quelli blasfemi, siamo altrettanto convinti che ci siano sensibilità che vanno rispettate.
Non pubblichiamo vignette che siano blasfeme per i musulmani come non ne pubblichiamo che siano blasfeme per i cristiani e per il mondo ebraico. Quindi il libro contiene alcune vignette di Charlie Hebdo , ma non quelle considerate più offensive. Le altre, pubblicate su oltre 300 pagine, sono quasi tutte quelle circolate in Rete nelle ore immediatamente successive alla strage. Un modo per non dimenticare e per riaffermare la libertà di espressione, nel rispetto di tutti. fonte
La questione rispetto è sì spinosa e comunque si potrebbe arrivare a comprendere, pur non condividendo, le motivazioni di questa "censura", ma è la riprova dell'ipocrisia e della strumentalizzazione della faccenda. Mi dispiace Corsera, Tu n'es pas Charlie
Col post scriptum invece si arriva a livelli di ridicolaggine infinita
Post Scriptum (dopo le polemiche): Il ricavato di questa operazione, è bene ribadirlo, sarà devoluto interamente a favore delle vittime della strage e del giornale Charlie Hebdo. Aspettare di avere l’assenso formale di tutti gli autori, a nostro giudizio, avrebbe rallentato in maniera sensibile l’operazione. Comunque sul libro, in seconda pagina, c’è scritto con chiarezza che «l’editore dichiara la propria disponibilità verso gli aventi diritto che non fosse riuscito a reperire».
We do not Sow
"She would die as she had lived, with an axe in her hand and a laugh upon her lips
"I am Asha of House Greyjoy, aye. Opinions differ on whether I'm a lady."
Sansa - Jaime - Theon
Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
TEAM DILF: I know no DILF but the DILF in the North, whose name is ROOSE BOLTON
T.S.J Comitato per la Tutela e Salvaguardia delle Jeyne (D&D e il vostro malefico zampino!)
BOLTON POWER: The North Dismembers
Thramsay and Proud ♥
♥ 3 ♥
“You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith,” writes Archmaester Haereg,
“but when you look into his eyes, the sea will still be there,cold and grey and cruel.”