Non me la prendo per la pressione sociale ma perché sono circondata dal bigottismo, è quello che mi crea noia.
A me da fastidio che delle persone possano così semplicisticamente giudicare o sindacare i sentimenti di una coppia che fa scelte diverse dalle loro.
A me single possono dire quello che vogliono, sto bene con me stessa...e comunque so che la maggior parte delle donne sposate che mi fa battutine, rimpiange la vita da single quindi proprio olè
Daenerys Armada
Nel contesto sociale in cui vivo io (centro Italia, Ancona), ad esempio, che uno conviva o si sposi fondamentalmente non frega molto a nessuno, perlomeno tra le persone che conosco e frequento. Di conseguenza io faccio fatica a riconoscere la pressione sociale come fattore che potrebbe indurre al matrimonio, anche se comprendo che in altri contesti le cose possano andare diversamente.
Volevo solo puntualizzare che il mio commento precedente non era un modo per censurare le opinioni altrui, ci mancherebbe; ho semplicemente notato, forse erroneamente, che da diversi commenti traspariva una certa convinzione sulle principali (o forse sole?) motivazioni che inducono una coppia a decidere di sposarsi, e ho voluto fare presente come ne esistano anche altre. Stop. Se ho recato offesa a qualcuno, male interpretando le sue parole, mi scuso.
Nel contesto sociale in cui vivo io (centro Italia, Ancona), ad esempio, che uno conviva o si sposi fondamentalmente non frega molto a nessuno,
Ah! Quindi il contrario di quanto accade a Shiera.
Il bello è che, se non ho capito male, siete della stessa regione e mi sa addirittura della stessa città
Ah sì?? Non l'avevo capito!
Nel contesto sociale in cui vivo io (centro Italia, Ancona), ad esempio,
Uhauhah ma tu guarda il destino!!! Io vivo ad una ventina di km di distanza più o meno (Osimo) ed invece qua la mentalità è molto più chiusa. Poi ovviamente non è che ti puntino una lupara alla testa se convivi, ma non mancano mai quelle osservazioni, a mio avviso, assai infelici
mi sa addirittura della stessa città
Uè non offendiamo un po' come dire pisano ad un livornese u.u ovviamente in simpatia Eveline ;)
Daenerys Armada
In ogni caso, non bisogna arrivare nelle Marche profonde per avere un certo tipo di giudizi: ci sono post in questa discussione (non di Eveline) dove viene fatto passare il messaggio indirettamente (e in alcuni casi direttamente) che se ti sposi fai sul serio/sei serio, se non ti sposi, no.
Tu pensa le coincidenze del web!
Comunque per amore di verità non sono proprio anconetana, anche se abito in provincia di Ancona. Sono di un piccolo paesello dell'entroterra, Corinaldo, 5000 anime dalla mentalità tutto sommato piuttosto aperta!
Io condivido la sensazione di eveline per quel che riguarda me ed il contesto che mi sta vicino, ma so anche che in una fascia un po' più collaterale le cose sono più come dice Shiera: imho dipende senz'altro da città/paesi, ma penso dipenda molto anche da famiglia a famiglia. Qualche anno fa invece la situazione era senz'altro quasi sempre quella descritta da Shiera e Metamorfo.
Comunque, per me il punto cruciale sta nel commento di Darklady:
Si è "sposati" con l'altra persona nella mente e nel cuore e non serve un pezzo di carta per stabilire che sia davvero così: se non per meri motivi buocratici e legali.
Il fatto è questo: il matrimonio come elemento formale non conta nulla per la stabilità della coppia, ma l'atteggiamento con cui si sta insieme imho conta tutto.
Se essere sposati significa credere e volersi impegnare per una relazione stabile, che duri tendenzialmente tutta la vita, e due persone vogliono questo e non si sposano in chiesa o in comune per le più svariate ragioni, beh, non vedo molte differenze se non quelle burocratiche ;) (e tra l'altro, a quel che vedo io spesso vengono chiamati marito e moglie anche se non sono sposati :p)
Se invece due si mettono insieme mettendo le mani avanti sul momento in cui dovranno lasciarsi, beh, credo che la situazione sia abbastanza diversa... ma c'é da dire che da quel che vedo capita di tanto in tanto che anche gli sposati ragionino così
Il tema del matrimonio alla fine si riduce a pura forma. Molto più complessa è la questione dei figli, per tanti motivi. Incide molto più a fondo nella vita della singola persona, della coppia e di uno più esseri viventi procreati.
Intanto, già la scelta può comportare un grosso problema all’interno della coppia. Se entrambi sono d’accordo sul averne o non averne, è tutto a posto.
Di solito c’è uno più convinto di una scelta e un altro indeciso, e in quel caso, l’indeciso viene trascinato nella scelta di quello convinto. Di solito, non ci sono problemi.
Se invece c’è una visione differente, e i due sono convinti delle loro opposte visioni, allora il problema è evidente.
Se uno dei due dovesse cedere alle necessità dell’altro, il rischio che covi risentimento è molto alto: quello che voleva figli, può in futuro sentire una mancanza forte, un desiderio di paternità/maternità frustrato; quello che non li voleva può sentirsi ingabbiato, privato del tempo e delle opportunità che ha dovuto sacrificare.
Entrambi, oltre a stare male, potrebbero facilmente imputare la loro insoddisfazione al partner.
Una cosa che bisognerebbe fare prima di decidere se fare figli, è capire se ci sono le condizioni.
- Sicurezza della coppia: la convinzione che la coppia possa essere duratura, e che si voglia davvero diventare genitore con l’altra persona (anche perché con la persona con cui fai un figlio, avrai un rapporto per sempre, anche dopo un’eventuale fine della storia e dopo un divorzio)
- Sicurezza economica: la ragionevole possibilità di poterlo mantenere in maniera dignitosa.
- Stabilità psicologica: la consapevolezza di avere una condizione psicologica-attitudinale che non si ripercuota negativamente sul figlio.
- Consapevolezza dei sacrifici e responsabilità: accettare una consistente perdita di libertà, di sonno, di tempo per sé. Assunzione della responsabilità totale di un’altra persona.
- Volontà di accudire: seguire con costanza, accompagnare, educare.
- Consapevolezza che oltre ai figli continua ad esistere un compagno/a e una relazione di coppia.
- Consapevolezza che oltre ai figli esiste una propria individualità, esistono ancora gli amici, una vita.
Sembrano cose scontate, ma non lo sono: molte persone non sono veramente consapevoli di quello che fanno quando decidono di mettere al mondo dei figli.
Ho visto/vedo tanti casi di persone che fanno figli con persona con cui non hanno un rapporto solido e/o senza alcuna garanzia di poterli mantenere.
Persone che sfogano sui figli i loro problemi psicologici e caratteriali e li rovinano per sempre.
Persone che pensavano di farsi un “cuccioletto” e poi crollano di fronte ai sacrifici e alle responsabilità quando realizzano che un figlio è di più.
Persone che hanno fatto figli perché “vabbè, adesso che facciamo, siamo sposati, facciamo un figlio”, oppure “vabbè, lo fanno tutti…”, "sono così dooolci...", "così non saremo soli in vecchiaia", ecc.
Persone che fanno i figli, se li spupazzano quando sono piccini e bellini, e poi se li dimenticano davanti alla TV per anni.
Persone (soprattutto donne) che hanno come unico scopo nella vita il figliare, e nel momento in cui hanno figli si dimenticano del compagno/a.
Persone che dopo aver figliato si dimenticano di essere persone singole e dimenticano amici ed hobbies.
Ora ho riportato quelle che dovrebbero essere le premesse all’essere genitori, e gli errori che si commettono di solito, ma ci sono anche bravi genitori che sanno cosa va/andrebbe fatto. E ne conosco qualcuno.
Una cosa che bisognerebbe fare prima di decidere se fare figli, è capire se ci sono le condizioni.
- Sicurezza della coppia: la convinzione che la coppia possa essere duratura, e che si voglia davvero diventare genitore con l’altra persona (anche perché con la persona con cui fai un figlio, avrai un rapporto per sempre, anche dopo un’eventuale fine della storia e dopo un divorzio)
- Sicurezza economica: la ragionevole possibilità di poterlo mantenere in maniera dignitosa.
- Stabilità psicologica: la consapevolezza di avere una condizione psicologica-attitudinale che non si ripercuota negativamente sul figlio.
- Consapevolezza dei sacrifici e responsabilità: accettare una consistente perdita di libertà, di sonno, di tempo per sé. Assunzione della responsabilità totale di un’altra persona.
- Volontà di accudire: seguire con costanza, accompagnare, educare.
- Consapevolezza che oltre ai figli continua ad esistere un compagno/a e una relazione di coppia.
- Consapevolezza che oltre ai figli esiste una propria individualità, esistono ancora gli amici, una vita.
Mamma mia vista così mi fa quasi spavento il pensiero di procreare però è vero che quando decidi di mettere al mondo un bambino che non ha chiesto di nascere, devi avere quasi un senso assoluto di responsabilità; io non ne sarei capace (al momento), già tanto che sono responsabile di me stessa...
Comunque evidenziavo in neretto perché mi chiedevo come vedi, come vedete tutti un single felice di esserlo ma che decide di avere un bambino (magari con un'inseminazione artificiale o con un utero in affitto)? Lo trovate un atto egoistico o un'esigenza legittima?
Daenerys Armada
Comunque evidenziavo in neretto perché mi chiedevo come vedi, come vedete tutti un single felice di esserlo ma che decide di avere un bambino (magari con un'inseminazione artificiale o con un utero in affitto)? Lo trovate un atto egoistico o un'esigenza legittima?
Innanzitutto, secondo me ogni scelta è egoistica, nel senso che viene fatta pensando a cosa è meglio per se stessi.
Detto questo, io non vedo niente di male se un single voglia avere un figlio.
Se si è in grado di mantenere, amare ed educare il figlio, non ci sono grandi problemi.
Per come la vedo io, tutte le menate sulla necessità di entrambe le figure paterna/materna, sulla famiglia "tradizionale", sono inutili chiodi fissi di benpensanti.
E' pieno di famiglie tradizionali in cui uno o entrambi i genitori non filano i figli, non li amano, non li curano. Padri (soprattutto) e madri assenti o che dopo il divorzio abbandonano i figli.
Genitori incapaci che rovinano la vita presente e futura di bambini.
Ben vengano famiglie con un solo genitore o con genitori dello stesso sesso che siano in grado di far crescere bambini sani, amati, educati, felici.
Io ho votato convivenza senza figli, per una combinazione dei motivi già ben enucleati da Metamorfo e Balon.
Però ho postato per intervenire sulla questione ora posta da Shiera.
Se consideriamo egoista un genitore single che voglia avere un bambino, allora anche tutte le coppie sposate e non che hanno figli sono egoiste, in fondo. Dunque non mi pare ci siano problemi sotto questo punto di vista.
Ci sono invece problemi pratici, perché se tutte le "sicurezze" elencate da metamorfo in una coppia sono divise in due, ricadono invece raddoppiate nel nostro caso su una sola persona! E specie all'inizio io credo che sia incredibilmente distruttivo per quella persona.
Specie se il single è maschio e dunque nemmeno biologicamente e psicologicamente attrezzato.
Certo se vive con parenti è un altro discorso, ma è comunque più difficile: torni a vivere dai tuoi eccetera.
Io avrei pensato più ad un gruppo di tre o quattro persone "genitrici" che si dividono i compiti...
No no momento io personalmente non lo reputo affatto un atto di egoismo, non credendo affatto nella famiglia "tradizionale" però questa considerazione l'ho sentita parecchio.
Paradossalmente un single potrebbe sentirsi più vincolato da un figlio con tutte le responsabilità elevate che ne derivano, piuttosto che dall'unione con un'altra persona.
Daenerys Armada
Ah ma si era capito che non lo pensavi, non preoccuparti
Sono io che magari ho dato l'impressione sbagliata :)
Paradossalmente, sì. A patto che non lo schiaccino, o che finisca per crescere un simil-joffrey (viziatissimo insomma). Perché credo che in due c'è un attimo di prospettiva, le scelte sono necessariamente analizzate da un numero di punti di vista maggiore, c'è meno apprensione, stress. Ci sono molte più probabilità di cadere nell'eccesso o nel difetto di qualsiasi cosa. Questo almeno secondo me, e prendendo un essere umano medio.
Mamma mia, quanto scrivete!!!
Vediamo un po'... spero di non dimenticare nulla.
Questione 1: matrimonio vs convivenza
Ho già espresso la mia opinione. Credo nel matrimonio religioso ed è quello che desidero per me.
Come molti di voi, però, ritengo che la cosa più importante sia l'impegno reciproco che i componenti di una coppia prendono, che sia o meno sancito dalla società/comunità in cui essi vivono. Senza di esso, tutte le carte e i riti del mondo non serviranno a far durare una coppia, anzi, saranno solo appesantimenti inutili, orpelli che riusciranno solo a esacerbare i rapporti una volta che la coppia sia scoppiata.
Quello che non capisco bene è quando una coppia convivente, che ha rifiutato consapevolmente di sposarsi (e qui mi riferisco in particolare al matrimonio civile) e quindi tutto quello che questo può significare, pretende però di avere tutte le tutele di una coppia sposata... cioè, tu rifiuti una cosa, ma vuoi lo stesso quella cosa, ma solo negli aspetti che ti fanno comodo?
Non è così per tutti, badate, eh... non voglio generalizzare. Ma mi è capitato di sentire questi discorsi da parte di coppie conviventi.
Poi altro discorso è quello dell'iter del divorzio. Lì penso che ci sarebbe parecchio da poter fare per semplificare il tutto ed evitare di rendere nemici due coniugi che decidono di separarsi.
Questione 2: single e figli
Qui credo che sì, ci sia una certa dose di egoismo nell'essere single e volere dei figli comunque.
Questo non significa che non si sarà in grado di garantire agli eventuali figli amore, stabilità, ecc ecc. Ci sono fior di esempi di persone che hanno cresciuto (benissimo) i figli da sole, per scelta o perchè si sono trovate a farlo loro malgrado.
Però avere dei figli da soli significa decidere di privare a priori il bambino del rapporto con un genitore (al di là della necessità della figura materna/paterna, che io ritengo comunque importanti, pur consapevole che un bambino può crescere bene anche in assenza di una di esse). E se, nel caso dell'adozione, non è certo stata una scelta del/dei genitore/i adottivo/i, nel caso in cui si ricorra a inseminazione artificiale o utero in affitto c'è stata proprio una scelta consapevole del genitore.
Considero una scelta egoistica anche non avere figli.
Badate, però, che non intendo giudicare chi fa queste scelte. Per farmi capire, ritengo di essere io stessa egoista in certi aspetti della mia vita e penso anche che un po' di egoismo non sia un male. Purchè non vada a scapito degli altri.
Mettere al mondo dei figli (o adottarne) dovrebbe essere una scelta consapevole, per il bene dei figli che in tutto questo non hanno alcuna possibilità di scelta.
Se una persona non si sente di avere figli, fa bene a non farne. Ritengo ci sia una certa dose di egoismo in questo, ma non vuol dire che non sia una scelta accettabile e condivisibile.
Idem per il single che decide, invece, di avere dei figli pur in assenza di un partner.
Se si decide di fare figli, con un partner o da soli, dovrebbe sempre esserci una bella riflessione sulle motivazioni che ci spingono, perchè alla fine chi subirà le conseguenze sarà anche una persona che non ha avuto modo di dire la sua e questo non va mai dimenticato.