Dico anche la mia a questo punto
Innanzitutto, oggi la Chiesa prevede anche riti che prevedono che solo uno degli sposi sia credente e l'altro sposo non riceva i sacramenti. Quindi la parte religiosa riguarda solo uno dei due, mentre il sacerdote funge da ufficiale civile per entrambi.
Penso, quindi, che ci sia poco di ipocrita se lo si dichiara fin dall'inizio e si approfitta di questa possibilità. Si concede, così, a entrambi di salvaguardare le proprie convinzioni.
Non chiedetemi come funziona esattamente... non lo so. So che c'è questa possibilità ma non mi sono informata nel dettaglio.
Quanto ai matrimoni civili, non credo sia vero che manchino di atmosfera, ritualità o altro rispetto ai matrimoni religiosi. Solo che in questo caso dipende interamente dagli sposi.
Certo la cerimonia civile in sè è di una tristezza immensa... lettura di 3 articoli di legge, un paio di firme e via.
Però il bello dei matrimoni civili è che puoi personalizzarli tantissimo e farli "su misura". Ad esempio, due miei amici che si sono sposati civilmente hanno scelto di farlo nella rocca di Verucchio, che già di per sè è una location fantastica.
In più si sposavano a dicembre, così hanno fatto addobbi a tema. Alla semplice lettura degli articoli hanno aggiunto lo scambio delle promesse e una piccola cerimonia con le candele, il tutto accompagnato da flauto e arpa. Fuori dalla sala ci aspettava il vin brulé. E lei era vestita di bianco.
In più hanno chiesto che a celebrare il matrimonio non fosse il sindaco ma un'amica (cioè io). Perchè il bello delle cerimonie civili è anche che chiunque goda dei diritti di cittadinanza passiva (cioè possa essere eletto) può essere delegato dal sindaco a celebrare un matrimonio, quindi potreste farvi sposare da vostro fratello o dal vostro migliore amico.
Insomma, non è detto che un matrimonio civile debba essere tristemente asettico.
Può essere emozionante e carico di significato quanto uno religioso... basta volerlo (tra l'altro so che tutto questo ai miei amici è costato relativamente poco, se vogliamo parlare anche dell'aspetto puramente economico della cosa :P).E lo dico da credente che un giorno vorrebbe sposarsi nella stessa chiesa in cui è stata battezzata ^_*
Sono contento di vedere che qualcuno conferma quella voce che avevo sentito, cioè il matrimonio in chiesa ma "separato" .
Quanto al discorso sul matrimonio civile, sono pienamente d'accordo. Una coppia dei miei amici più cari si è sposata in un comune fuori Roma, all'interno di una villa con giardino nel quale hanno fatto il matrimonio "all'americana all'aperto", cioè le sedie messe a semicerchio intorno, l'arco in ferro battuto coi rampicanti e l'ufficiale di stato civile (il vicesindaco del comune in cui si sposavano) ad officiare la cerimonia. I fratelli degli sposi hanno letto poi delle poesie per l'occasione e la madre della sposa ha letto invece le sue parole scritte alla figlia per quel giorno. È stato molto emozionante ed è durato una decina di minuti appena. I due piccioncini hanno poi fatto le foto in un'altra parte del giardino della villa (forse definirlo parco è meglio) e tutti quanti abbiamo mangiato nel mega salone al piano terra. Rito civile, ma matrimonio spettacolare che non ha nulla da invidiare a quelli religiosi. E la sposa aveva un abito bianco davvero bello.
Confermo tutto. Al tempo la cosa aveva fatto un certo scalpore in parrocchia, nel bene o nel male dipendeva da chi era il tuo interlocutore
Ricordo che se ne era parlato parecchio. Il tutto era nato dal fatto che si stessero moltiplicando i matrimoni intereligiosi o casi di coppie in cui solo uno dei due era credente. Allora mi ero anche informata un po' più a fondo, ma si parla di una decina di anni fa e non ricordo assolutamente i dettagli... in più qualcosa potrebbe essere cambiato nel frattempo.
Quanto ai matrimoni civili (ma anche per quelli religiosi), se lo scopo è quello descritto da Eveline ci vuole poco a rendere la giornata speciale e meravigliosa per tutti quelli che partecipano.
Poi legittimo anche considerare il matrimonio un semplice contratto civile, un fastidio burocratico da levarsi il più alla svelta possibile (si può anche andare in comune in pausa pranzo con il messo comunale come testimone, lettura degli articoli di legge, due firme e via).
Ribadisco che dipende interamente dagli sposi.
Scusate un attimo, però...
Mi pare di capire (forse sbaglio) che si pensi che un divorzio sia un "affare" per una donna. Prendete un abbaglio, nel caso.
I divorzi ed in generale le separazioni sono di norma faccende piuttosto dolorose (e costose) per ambo le parti.
Laddove ci sono due adulti che lavorano senza figli (e sono parecchi) ognuno mantiene se stesso e nessuno deve nulla a nessuno. Gli alimenti sono per il mantenimento degli eventuali figli (non so come ci si regola con cani e gatti) o del coniuge non lavoratore, per cui l'altro si deve "impegnare" a far mantenere a lui/lei lo stesso tenore di vita avuto durante l'unione.
Che poi ci siano casi di uomini che sono tornati a vivere con i genitori ecc. è vero, ma - di nuovo - non generalizziamo.
E poi? Matrimoni non registrati, unioni del tipo "oggi sto con te, ma se domani mi rompo le ba**e, tieni conto che me ne vado"... Con queste premesse, lasciate perdere perché è come andare in vacanza al mare e portare l'ombrello e non il costume "'ché tanto piove tutta la settimana".
Il matrimonio non è un obbligo. Non si deve fare con lo spirito "stringi le chia**e, e vai". Lei vuole sposarsi, magari in Chiesa, e voi proprio no. Lo dite e non lo fate. Se per lei questo non è accettabile, ecco, questa è una di quelle disparità di opinione, di modi di vivere, che non rende possibile la vostra vita insieme.
Il mio consiglio spassionato è: se decidete di sposarvi, con il rito che vi pare, dovete avere la volontà forte di farlo durare. Certo, poi tutto può succedere, ma in quel momento, almeno voi, dovete credere che sia per tutta la vita. Se così non è, siete nel posto sbagliato, al momento sbagliato e con la persona sbagliata.
Non so, io ho sempre visto il matrimonio come il riconoscimento ufficiale di fronte alla società non solo dell'amore tra due persone ma soprattutto del loro impegno ad amarsi e a condividere le rispettive vite l'una con l'altra.
Credo che una relazione d'amore richieda un grande impegno, non penso che possa funzionare per grazia ricevuta né che basti il sentimento. Il sentimento è la condicio sine qua non naturalmente, ma lasciato a se stesso senza essere coltivato penso che neppure l'amore possa bastare per far funzionare un rapporto. Mi piace l'idea che la mia volontà di impegnarmi e quella di mio marito siano sancite di fronte alle persone che amiamo e, per me che sono credente, anche di fronte a Dio.
Applausi per eveline.
Topic interessante, ma io non ho idea di cosa scegliere xD
Ad oggi direi Single a tempo indeterminato!! (alla fine ho votato altro)
Poi credo che prima o poi arriverò a cambiare idea, ma non ho assolutamente fretta. Poi chissà...
Figli in futuro ne vorrei, ma tra diversi anni.
Il Matrimonio non saprei invece. E se fosse non avrei problemi a fare anche la funziona religiosa; non sono credente ma non mi darebbe fastidio farla.
Innanzitutto, oggi la Chiesa prevede anche riti che prevedono che solo uno degli sposi sia credente e l'altro sposo non riceva i sacramenti. Quindi la parte religiosa riguarda solo uno dei due, mentre il sacerdote funge da ufficiale civile per entrambi.
Penso, quindi, che ci sia poco di ipocrita se lo si dichiara fin dall'inizio e si approfitta di questa possibilità. Si concede, così, a entrambi di salvaguardare le proprie convinzioni.
Non chiedetemi come funziona esattamente... non lo so. So che c'è questa possibilità ma non mi sono informata nel dettaglio.
Perché da non credente dovrei considerare come ufficiale civile un sacerdote? Lo trovo un furbesco escamotage dell'istituzione per garantirsi comunque il monopolio del rito matrimoniale di stampo cattolico.
Non so se si attui in tutte le parrocchie comunque, ad un mio amico senza cresima che ha chiesto di sposarsi, il sacerdote ha imposto tassativamente il sacramento con la giustificazione "si fa così, altrimenti andate a fingere di sposarvi in comune". Ovviamente la sposa praticante amareggiata da come il parrocco ha trattato il suo futuro compagno di vita, ha preferito la soluzione civile piuttosto che il rito cattolico che vedeva il mio amico come quasi un reietto...insomma ha scelto l'amore sull'istituzione.
Da atea troverei comunque questa soluzione altrettanto ipocrita, rabbrividisco al pensiero di un sacerdote in duplice veste istituzionale...no mi dispiace, non fa proprio per me.
Daenerys Armada
Rispondendo alla tua prima domanda, perché esiste un concordato tra Chiesa e Stato italiano, che quindi influenza anche te, in quanto cittadina italiana. Naturalmente la cosa può non piacere (a me non piace), ma legalmente un prete è anche ufficiale di stato civile, tant'è che, terminato di celebrare il matrimonio religioso, passa appunto a leggere gli articoli.
Rispondendo alla tua prima domanda, perché esiste un concordato tra Chiesa e Stato italiano, che quindi influenza anche te, in quanto cittadina italiana. Naturalmente la cosa può non piacere (a me non piace), ma legalmente un prete è anche ufficiale di stato civile, tant'è che, terminato di celebrare il matrimonio religioso, passa appunto a leggere gli articoli.
So perfettamente che esiste il Concordato, la mia era una domanda retorica.
Infatti a me fa senso questa cosa, ma viviamo in Italia...
Daenerys Armada
Mi pare di capire (forse sbaglio) che si pensi che un divorzio sia un "affare" per una donna. Prendete un abbaglio, nel caso.
I divorzi ed in generale le separazioni sono di norma faccende piuttosto dolorose (e costose) per ambo le parti.
Laddove ci sono due adulti che lavorano senza figli (e sono parecchi) ognuno mantiene se stesso e nessuno deve nulla a nessuno. Gli alimenti sono per il mantenimento degli eventuali figli (non so come ci si regola con cani e gatti) o del coniuge non lavoratore, per cui l'altro si deve "impegnare" a far mantenere a lui/lei lo stesso tenore di vita avuto durante l'unione.
Che poi ci siano casi di uomini che sono tornati a vivere con i genitori ecc. è vero, ma - di nuovo - non generalizziamo.
E poi? Matrimoni non registrati, unioni del tipo "oggi sto con te, ma se domani mi rompo le ba**e, tieni conto che me ne vado"... Con queste premesse, lasciate perdere perché è come andare in vacanza al mare e portare l'ombrello e non il costume "'ché tanto piove tutta la settimana".
Il matrimonio non è un obbligo. Non si deve fare con lo spirito "stringi le chia**e, e vai". Lei vuole sposarsi, magari in Chiesa, e voi proprio no. Lo dite e non lo fate. Se per lei questo non è accettabile, ecco, questa è una di quelle disparità di opinione, di modi di vivere, che non rende possibile la vostra vita insieme.
No, il divorzio non è un affare per nessuno. Il divorzio tendenzialmente IMPOVERISCE entrambi i coniugi. Detto questo, statisticamente solitamente impoverisce molto di più l'uomo, perché oggi come oggi la giurisprudenza tende a tutelare maggiormente la donna.
Come metamorfo, io conosco uomini ridotti non dico sul lastrico dal divorzio ma quasi, mentre donne nessuna. Sarà un caso.
la norma del tenore di vita è appunto un abominio da evitare come la peste, perché per mantenere lo stesso tenore di vita da separati servono non dico il doppio, ma un buon 30-40% delle risorse in più. Se poi ci sono figli (quasi sempre affidati alla donna, e dunque ulteriore fattore di sbilanciamento: a parità di entrate, chi ha i figli riceve di più.) non ne parliamo.
E l'unico modo per evitare questa inchiappettata legale è non sposarsi. O sposarsi in chiesa e non trascrivere.
Io posso anche voler stare insieme a una persona per l'eternità, e volerlo fortemente e sinceramente, ma non vivo nel mondo delle principesse Disney. Possono succedere cose (per colpa mia, sua, del karma, del caso, di Pippo pappo) per cui l'amore finisce, e nasce l'esigenza di chiudere la storia. Non possono scartare questa eventualità, visto che è statisticamente abbastanza probabile.
E visto che il matrimonio civile rischia concretamente di rivelarsi una solenne fregatura per me stesso medesimo (che, grazie a Dio e incrociando le dita, non sono miliardario ma sto bene), perché mai dovrei sposarmi con rito civile? Non c'è NESSUNA necessità.
Vuoi la festa da sogno? Basta il matrimonio religioso
Vuoi la ritualità e la solennità? Basta il matrimonio religioso
Vuoi le tutele per i figli? Ci sono già, basta riconoscerli.
Vuoi tutele per i rispettivi patrimoni? Ci sono già senza bisogno di strani accordi e separazioni, i miei beni sono miei e i tuoi sono tuoi, esattamente come ieri.
Vuoi essere sicura che io sia sincero quando prometto? O ti fidi o non ti fidi, cosa cambia se prometto davanti al sindaco o al parroco? Vuoi forse dire che visto che temo l'eventualità statistica di cui sopra non sono sincero? L'amore deve dunque derogare il buon senso?
A una donna che, davanti a questa spiegazione perfettamente razionale, mi imponesse di contrarre anche il matrimonio civile... beh comincerei a nutrire forti sospetti sul suo essere disinteressata al mio patrimonio.
Potrei capirlo in due casi: se trattasi di atea devota o mangiapreti militante, o di signorina nettamente più benestante di me.
E poi? Matrimoni non registrati, unioni del tipo "oggi sto con te, ma se domani mi rompo le ba**e, tieni conto che me ne vado"... Con queste premesse, lasciate perdere perché è come andare in vacanza al mare e portare l'ombrello e non il costume "'ché tanto piove tutta la settimana".
E' pieno il mondo di coppie che sentivano questa impellente esigenza di mostrare a Dio e agli uomini il loro impegno. E dopo qualche anno si odiavano a sangue. Ma pieno pieno eh.
Ed è pieno il mondo di coppie che non hanno trovato nessuna necessità di formalizzare con un atto convenzionale qualcosa di implicito per loro e che, pur consapevoli che la vita prende strade impreviste e i rapporti possono finire, sono invece rimasti legati insieme (convivendo o a distanza) per sempre.
Riguardo all'altra questione, nessuno ha parlato di "affare per le donne": si è parlato di rischio (quindi possibiità, non certezza) di tragedia per gli uomini. A meno che, non si voglia andare da quelli che vivono di stenti perchè devono pagare il mutuo su una casa che hanno dovuto lasciare alla moglie (più gli alimenti) e convincerli che va tutto bene.
E quando quella con i soldi è lei?
Vi sta bene che questo discorso ve lo faccia una donna che magari guadagna più di voi oppure ne ha di più alla base ecc.?
Vi sta bene non essere "niente di definitivo e certo"?
Vi sta bene che la donna che (forse) amate vi proponga una cosa del genere mettendogli il bel vestito "beh, ma amore, se ti fidi di me che problema c'è"?
Se questa donna che, ribadisco magari voi per qualche assurda congiuntura astrale vi trovate ad amare (pare che accada anche ai più refrattari), vi racconti questa storia, magari convincendovi che in quanto uomini per voi il matrimonio è proprio una fregatura, a voi sta bene?
Siete disponibili a stare accanto a qualcuno che vuole impegnarsi con voi, sì, ma... fino ad un certo punto, perché "sai, quel che è mio e mio e non vorrei mai che... meglio tenere le cose separate. E poi è lo stesso. Sei d'accordo anche tu, vero"?
Le statistiche sono una bella cosa, ma la vota non è una statistica. Potreste essere il caso che fa media.
A una donna che, davanti a questa spiegazione perfettamente razionale, mi imponesse di contrarre anche il matrimonio civile... beh comincerei a nutrire forti sospetti sul suo essere disinteressata al mio patrimonio.
Potrei capirlo in due casi: se trattasi di atea devota o mangiapreti militante, o di signorina nettamente più benestante di me.
Visto che mi si calza alla perfezione la descrizione di atea devota mangiapreti militante, io non imporrei mai neppure il matrimonio civile per quanto lo preferisca nettamente nella malaugurata ipotesi decidessi di verbalizzare l'unione.
La butto sul piano romantico (non me ne vogliano gli sposati o quelli che credono nel vincolo matrimoniale): per me una coppia che decide di solo di convivere sia veramente animata da un sentimento profondo, perché sono così sicuri della loro relazione che non sentono l'esigenza di rafforzarla con scartoffie burocratiche o con la benedizione di entità astratte.
Poi oh questo è il mio personale pensiero da persona che trova bellissimo e gratificante anche un rapporto dove "ci amiamo tanto ma ognuno a casa propria".
Daenerys Armada
Ho votato convivenza senza figli.
Sto insieme al mio ragazzo da 17 anni di cui 4 di convivenza; ammetto che da piccola sognavo il matrimonio in pompa magna, ma questo solo fino ai 10 anni....ero una sponchiosa principessa sul pisello, quanto di più odioso esista sotto forma di marmocchio.
Crescendo la mia visione del matrimonio si è sempre più logorata fino alla, se vogliamo, sterile scelta della convivenza; vorrei sposarmi solo per legalizzare la nostra unione, ma lo farei in forma molto informale e senza alcun tipo di "pubblico ritrovo al ristorante per lauto pranzo a suggello delle firme", perché tanto ci sarebbe sempre qualcuno che criticherà le varie scelte fatte; purtroppo un terzo dei (pochi, anzi pochissimi!) che dovrebbero presenziare ad un mio eventuale matrimonio, è credente e praticante nel modo più bigotto ed ottuso possibile.....
Figli; non sono tagliata per fare la madre, non sopporto i bambini per più di un paio d'ore a settimana e detesto fortemente quando, mio malgrado, (evviva dio è capitato solo un paio di volte in 4 anni!!!) me li ritrovo in giro per casa a toccarmi tutto e a tentare di aprire i cassetti ed i mobili (grazie arredamento moderno che hai inventato la possibilità di non usare maniglie!!! ;) ). Ho due meravigliosi gatti, in compenso! I figli li lascio fare a chi ha la vera vocazione del genitore; che per me è la stessa che hanno i veri medici ed i veri preti/suore......io purtroppo o per fortuna sono intollerante a quegli esserini......
E aperta parentesi.
Ci sono uomini che il divorzio ha gettato sul lastrico, vero, ma anche donne che una mattina si sono svegliate e si sono ritrovate sole, con i figli a carico, il mutuo da pagare, un lavoro precario ed il contro corrente svuotato da un omuncolo che se n'è andato chissà dove e non ha avuto nemmeno il coraggio di chiedere un divorzio.
La parità dei sessi riguarda pure le fregature!
E quando quella con i soldi è lei?
Vi sta bene che questo discorso ve lo faccia una donna che magari guadagna più di voi oppure ne ha di più alla base ecc.?
chiaro, il discorso è identico. Il mio caldo consiglio anche per loro è: non sposatevi e se vi sposate non trascrivete.
tuttavia, la donna ricca gode, in Italia, oggi come oggi, di due "vantaggi" rispetto all'uomo ricco:
1. tendenzialmente vige un certo favore giurisdizionale e interpretativo. Probabilmente frutto di una vetusta ideologia maschilista che vede ancora oggila donna come "l'elemento debole della coppia che va maggiormente tutelato" che presto scompariranno, ma tant'è. Io vivo nel mondo di oggi, non di domani.
2. in caso vi siano figli minorenni, quasi sicuramente saranno affidati a lei, e questo è un non indifferente vantaggio per il proprio bilancio. Dover mantenere una o più persone con cui si convive è nettamente più economico del caso contrario (perché si beneficia, di riflesso, delle spese: es. compro un computer fisso megagalattico per i figli, ma di conseguenza lo posso usare anch'io. Se invece vivo dall'altra parte d'Italia, no)
comunque sì, il discorso si applica in entrambi i casi. Nel caso del maschio, vale la pena sottolinearlo un filo di più.
Ci sono uomini che il divorzio ha gettato sul lastrico, vero, ma anche donne che una mattina si sono svegliate e si sono ritrovate sole, con i figli a carico, il mutuo da pagare, un lavoro precario ed il contro corrente svuotato da un omuncolo che se n'è andato chissà dove e non ha avuto nemmeno il coraggio di chiedere un divorzio.
vero, ma non mi sembra rilevi il fatto di essersi sposati con rito civile, con rito concordatario, aver trascritto o meno, convivere e basta.
qui il problema sta a monte e riguarda la scelta di uomini, ominicchi, quaquaraquà ecc.
Infatti a me fa senso questa cosa, ma viviamo in Italia...
però la possiblità di sposarsi davanti al proprio ministro di culto e contemporaneamente fare in modo che si producano gli effetti civili del matrimonio vale per ogni religione che abbia stipulato un intesa con lo Stato italiano, non solo per la Chiesa cattolica.
@MetamorfoGuarda che io non dico che non sia vero che le unioni più forti possano fallire. Neppure sostengo che l'amore abbia necessità di essere formalizzato. Dico solo che stare con qualcuno con il pensiero che sia un "contratto a tempo determinato", per me non è una base per costruire una relazione duratura e meno che mai poi per mettere al mondo dei figli.
Il concetto non è che uno debba pensare pensare che la relazione sia un "contratto a tempo determinato". Intanto non si dovrebbe mai pensare a un contratto, neppure a tempo indeterminato, perchè la cosa migliore è la libertà.
Poi, la questione è che le relazioni possono finire o possono continuare per sempre, sia che si consideri la possibilità che possa finire, sia che non la si voglia considerare e, soprattutto, nessuna firma su un documento o parolina detta davanti a Dio e/o a testimoni, influirà sul destino di quella coppia.
E aperta parentesi.
Ci sono uomini che il divorzio ha gettato sul lastrico, vero, ma anche donne che una mattina si sono svegliate e si sono ritrovate sole, con i figli a carico, il mutuo da pagare, un lavoro precario ed il contro corrente svuotato da un omuncolo che se n'è andato chissà dove e non ha avuto nemmeno il coraggio di chiedere un divorzio.
La parità dei sessi riguarda pure le fregature!
No su questo non sono pienamente d'accordo, per quanto esistano mariti codardi (ahimè na caterva) esistono altrettante mogli che non si accorgono (o non vogliono accorgersi) dell'eventuale malessere del marito. Ci sarà una ragione per cui questo è fuggito? Spesso una volta accasate le conviventi ma in special modo le mogli e madri, danno molte cose per scontato in primis il rapporto di coppia con il proprio compagno/marito.
Le donne non sono sempre le "vittime" della situazione, le tradite e abbandonate...se vivi solo per i figli trascurando la persona con cui l'hai generati, beh se ti lascia, fa benone.
Prima che mi si possa accusare di maschilismo, ho subito un tradimento con abbandono e col senno del poi lo dico senza tanti patemi d'animo, me lo sono ampiamente meritato
Non giustifico un marito che abbandona i figli, ma un marito che abbandona una moglie ormai assente o incurante del rapporto di coppia, sì. Fa bene!
Daenerys Armada