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Superiorità vera o presunta dell'uomo sugli animali
di AryaSnow
creato il 13 gennaio 2014

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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 21 gennaio 2014 9:16

Ok, vada per questa volta, ma ricordati che non si possono fare quote e poi postarli senza dare un minimo di spiegazione o mettere solo faccine (aka i mozzarelloni)

 

Darklady...

 

Guarda che io ho risposto e anche tanto, non ho fatto solo quote e faccine!

 

E che cavolo almeno leggilo quello che ho scritto!

 

Mah...



AryaSnow
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AryaSnow
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17764 messaggi
Inviato il 21 gennaio 2014 9:41 Autore

Forse ho capito male io.

State davvero discutendo da giorni sul fatto che l'homo sapiens (sapiens) sia più intelligente delle altre specie animali?

Ma soprattutto non ho capito l'utilità di questa discussione per prendere posizione riguardo all' "atteggiamento dell'uomo verso gli altri animali". Dalla maggiore/minore/uguale intelligenza dell'uomo si dedurrebbe il diritto o la mancanza di diritto di maltrattare gli animali?

Ragionando così, un genio non farebbe niente di sbagliato a uccidere o torturare una persona di intelligenza media, e noi dovremmo maltrattare tutte le persone afflitte da ritardo mentale.


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Inviato il 21 gennaio 2014 9:53

 

Ok, vada per questa volta, ma ricordati che non si possono fare quote e poi postarli senza dare un minimo di spiegazione o mettere solo faccine (aka i mozzarelloni)

 

Darklady...

 

Guarda che io ho risposto e anche tanto, non ho fatto solo quote e faccine!

 

E che cavolo almeno leggilo quello che ho scritto!

 

Mah...

 

 

hacktuhana, quello che Darklady ha scritto è il principio generale della regola, non il riferimento totale al tuo caso specifico. È infatti chiaro a tutti che non hai messo solo mozzarelloni, ma è anche vero che mettere il messaggio in quel modo, come un unico quote totale, con la spiegazione nascosta dentro lo stesso quote, può confondere. Per questo in genere è buona norma mettere i quote a parte e le proprie risposte da un'altra. È sicuramente un procedimento più lungo (vuol dire quotare singolarmente ogni pezzo a cui si vuole rispondere), ma favorisce una comprensione migliore. Al massimo, se proprio uno non vuole farlo, si mette la propria "dichiarazione d'intenti" ("Vado a mettere in grassetto le mie risposte al post di Tizio") in maniera che sia pienamente visibile (per esempio mettendola in grassetto e colorandola di rosso, la butto là) e che sia chiaro che il quote gigantesco è in realtà l'unione di post di riferimento e proprie risposte.

Ti assicuro che noi leggiamo bene tutti i post, solo che a volte anche noi, come un qualunque altro utente, possiamo faticare a comprendere quello che scrive un altro utente (pensa ad esempio a chi scrive senza punteggiatura o maiuscole, cosa che affatica non poco la lettura). È per questo che sarebbe buona norma ricorrere a certe semplici regole, tutto qui :).

In ogni caso, visto che un'ulteriore discussione dell'argomento su questo lido rischierebbe di essere OT, se hai qualche dubbio o perplessità, t'invito a scriverci via MP. Siamo sempre a disposizione per qualunque chiarimento :) .


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 21 gennaio 2014 14:50

scusa Exall mai io continuo a vederci una differenza sostanziale.

esistono bastoni che sbucano fuori dai corsi d'acqua? sì, e i gorilla replicano

esistono buche d'acqua coperte da fogliame/detriti leggeri/altro? sì, e gli elefanti replicano

rientrano nella categoria le dighe di castoro per dire... replicano gli "ingorghi" naturali che si formano naturalmente per intrappolare i pesci.

 

insomma gli animali imitano la natura. Lo fanno in modi sorprendenti, spesso intelligenti, anche con un minimo di "crafting" e rielaborazione, ma sempre imitazione resta.

 

ma la lancia "composita" o l'arco o la cerbottana o la fionda o l'accensione del fuoco con sfregamento non imitano niente in modo diretto, sono la COMBINAZIONE ORIGINALE di due o più fenomeni osservabili risultante nella produzione di qualcosa di completamente nuovo.

 

@aryasnow: il punto è proprio quello, se si nega (imho a torto: vedi sopra) che l'uomo abbia un intelligenza/doti qualitativamente diverse da quelle degli animali, idonee a tracciare una linea di demarcazione ben definita, ma l'intelligenza sia solo quantitativamente e neanche più di tanto (come tra un genio e una persona normale) e in realtà l'unica differenza sono dinamiche di branco leggermente più efficaci, è ovvio che il nostro atteggiamento verso gli animali diventa deplorevole, soprattutto quando assume i connotati di sfruttamento e totale disposizione..


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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 21 gennaio 2014 15:40

SER BALON SCRIVE:

@aryasnow: il punto è proprio quello, se si nega (imho a torto: vedi sopra) che l'uomo abbia un intelligenza/doti qualitativamente diverse da quelle degli animali, idonee a tracciare una linea di demarcazione ben definita, ma l'intelligenza sia solo quantitativamente e neanche più di tanto (come tra un genio e una persona normale) e in realtà l'unica differenza sono dinamiche di branco leggermente più efficaci, è ovvio che il nostro atteggiamento verso gli animali diventa deplorevole, soprattutto quando assume i connotati di sfruttamento e totale disposizione..

Ottimo! Rispondo io, punto centrato in pieno!



joramun
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joramun
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Inviato il 21 gennaio 2014 15:49

 

Ma soprattutto non ho capito l'utilità di questa discussione per prendere posizione riguardo all' "atteggiamento dell'uomo verso gli altri animali". Dalla maggiore/minore/uguale intelligenza dell'uomo si dedurrebbe il diritto o la mancanza di diritto di maltrattare gli animali?

 

Personalmente parlando...nessuna. Infatti non lo penso. È solo che trovo che negare ciò che è evidente quanto il sole che sorge a Est sia qualcosa ti terribilmente fastidioso.



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
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Lord Beric
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Inviato il 21 gennaio 2014 16:15

hack, il tuo post è un garbuglio pazzesco (in termini di formattazione e quote, intendo) <img alt=" /> , quoto solo pezzettini piccoli che è meglio. <img alt=" />

 

Modificare l'ambiente circostante è proprio una delle responsabilità che OGGI, l'essere umano, secondo me, potrebbe essere in grado di valutare al meglio. Senza utilizzare sostanze tossiche, senza costruire con materiali dannosi, e via dicendo.

Secondo me sei troppo ottimista.

Ti faccio un esempio estremo: così come i lemming compiono i suicidi periodici di cui parlavi prima e su cui torno dopo, un comportamento apparentemente irragionevole e dannosissimo per il singolo individuo potrebbe essere salvifico nel tenere la popolazione sotto controllo.

Quindi inquinamento, modifiche del clima, guerre dettate dal bisogno d'acqua... potrebbero essere proprio quell'elemento che impedisce alla popolazione umana di esplodere demograficamente e avere danni maggiori in futuro. Tu lo sai? Io no. E nemmeno lo ritengo probabile, tra l'altro, ma potrebbe essere.

Non lo sappiamo, oggi non abbiamo gli strumenti per saperlo; a differenza degli altri esseri viventi però ci interroghiamo in merito e speriamo prima o poi di avere delle risposte.

 

Su questo sinceramente non metterei la mano sul fuoco, ossia, non credo che siamo "immuni" da mutazioni fisiche, visto che in passato ne abbiamo avute, e impercettibilmente le stiamo ancora avendo, tipo altezza media, calvizie, e altri fenomeni più ipotizzabili che altro, che vengono dal ragionamento logico sull'utilizzo di determinate parti del corpo, che continuando così, come per la coda, potremmo perdere, o mutare, nel caso del pollice contrapposto al piede(non siamo quadrumani, me forse lo eravamo).

Considerata la lentezza delle mutazioni fisiche (oggi esistono individui con sei dita delle mani, ma ammesso e non concesso che un sesto dito renda l'individuo più adatto all'ambiente ci vorranno millenni prima che tali individui possano riprodursi fino a diventare una percentuale anche solo rilevante della nostra società) non le considererei rilevanti in questo ambito.

Inoltre ho insistito sulle mutazioni comportamentali proprio perché queste - o per meglio dire il fatto che l'uomo può farle in maniera consapevole, se si impegna - sono una delle più grandi differenze tra noi e gli animali.

Anche gli animali cambiano comportamento se serve: una pozza d'acqua si secca e ne cercano altre, per dire. Noi ci interroghiamo sulle implicazioni che ne derivano, anche se non riusciamo a coglierle se non in minima parte. È una delle caratteristiche secondo me fondamentali che ci distinguono dagli altri animali assieme alla nostra capacità di apprendere nozioni e trasmetterle a nostra volta.

 

Quindi sono pienamente d'accordo con te nel sostenere che darsi un BOH come risposta è già qualcosa perché significa che almeno ci si fanno delle domande. Da semplice "ammiratore" della teoria della complessità mi rendo però conto che non abbiamo ancora gli strumenti necessari per valutare gli impatti delle nostre scelte. Insomma, solo negli ultimi anni le previsioni del tempo hanno raggiunto un'affidabilità a tre giorni superiore al 70%! E qui stiamo parlando di un sistema infinitamente più complesso della già terribilmente complessa atmosfera terrestre.

 

Gli animali hanno un istinto di conservazione collettivo, almeno provabile in certe occasioni, tipo quando un bel numero di topi in Australia si suicidò apparentemente senza ragioni, andando a buttarsi a mare, dopo miglia di corsa...

Erano troppi per la loro specie in quel posto! Incredibile eh? Eppure...

Ecco: perché lo fanno? Da quale raptus sono colti, per suicidarsi in tal modo? Sono consapevoli che così facendo salveranno il resto della loro specie? In che modo viene deciso quale individuo si salva e quale si suicida? Penso che i topi australiani, così come i lemmings, non si pongano queste domande.

Credere che sia un meccanismo evolutivo in questo significa ammettere la possibilità che certe azioni umane che devastano singoli individui o intere comunità abbiano il significato di salvaguardare la specie nel suo complesso, e se così fosse il nostro grado di consapevolezza sarebbe addirittura più basso di quello che ho ipotizzato fino ad ora nei miei post.

 

 

In ogni caso, altrimenti AryaSnow si arrabbia, noi abbiamo potere di esercitare la nostra volontà sugli altri esseri viventi perché in questo momento storico della vita del pianeta siamo più forti di loro. Potere, non diritto: il diritto ce lo inventiamo noi per evitare quei conflitti che sarebbero troppo cruenti.

C'è una giustificazione evolutiva nel fatto che noi abbiamo il potere di influire sulla sopravvivenza degli ippopotami come specie mentre loro non possono fare altrettanto con noi? Evidentemente sì, se no al nostro posto ci sarebbero loro.

 

 

 

 

 

PS: qualsiasi mio riferimento agli ippopotami nei miei post non è puramente casuale, come Ser Balon ricorderà. <img alt=" />


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The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]


AryaSnow
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Inviato il 21 gennaio 2014 17:25 Autore

@aryasnow: il punto è proprio quello, se si nega (imho a torto: vedi sopra) che l'uomo abbia un intelligenza/doti qualitativamente diverse da quelle degli animali, idonee a tracciare una linea di demarcazione ben definita, ma l'intelligenza sia solo quantitativamente e neanche più di tanto (come tra un genio e una persona normale) e in realtà l'unica differenza sono dinamiche di branco leggermente più efficaci, è ovvio che il nostro atteggiamento verso gli animali diventa deplorevole, soprattutto quando assume i connotati di sfruttamento e totale disposizione..

Ma secondo me nemmeno queste differenze qualitative, grosse quanto vuoi, sarebbero sufficienti a fornire una giustificazione morale.

Cioè... in che modo? Dove sta il senso logico del collegamento? Mi sembra che ci sia un rapporto tra premessa e conclusione fin troppo arbitrario e inconsistente.

 

L'affermazione "L'uomo ha capacità intellettuali profondamente e qualitativamente diverse da quelle dell'animale ---> quindi moralmente ha il diritto di esercitare il suo potere sull'animale come più gli piace" mi sembra razionalmente sullo stesso livello di "oggi piove--->quindi mi vesto di blu invece che di rosso". Il collegamento tra premessa e conclusione non mi sembra per niente convincente.

 

La morale, per come la intendo io, su basa sul banalissimo principio del non fare dei danni agli altri e di procurare eventualmente benefici agli altri. Per danno intendo "sofferenza", mentre per beneficio intendo "godimento". (Ovviamente poi la questione si articola in modo complesso, ma il principio di base è questo) Quindi l'unico criterio logicamente sensato per stabilire chi merita attenzione da un punto di vista morale è appunto la capacità di subire danni (=soffrire) e di godere dei benefici. Questo per definizione, a partire proprio dal suddetto principio di base della morale. E' proprio una conseguenza logica. Applicare la morale a un sasso ad esempio non ha senso, mentre a un animale sì.

Quindi secondo me quello dell'atteggiamento dell'uomo nei confronti degli altri animali è un problema che da un punto di vista etico si pone. Poi si può arrivare a conclusioni diverse, ma mi sembra giusto riconoscere l'esistenza del problema e farsi domande.

 

@Lord Beric: perché mi dovrei arrabbiare? <img alt=" />

Comunque, che l'uomo abbia il potere è indubbio ed è un dato di fatto :-P, a prescindere dalle cause che lo hanno portato ad averlo. Sul diritto già si può discutere, e personalmente non mi riferisco al diritto legale o alla convenienza politica, ma appunto al diritto morale così come l'ho appena definito.

Insomma, il motivo per cui se vedo per strada un bambino con un cellulare più bello del mio e non mi metto a picchiarlo per rubarglielo non è solo "perché poi mi arrestano" e nemmeno solo "perché se tutti prendessero esempio da me la società andrebbe a rotoli" (infatti non lo farei nemmeno se avessi la certezza di non essere scoperta e di non far sapere a nessuno l'accaduto, sinceramente). Questo esempio l'ho fatto giusto per farti capire cosa intendo per "diritto", a differenza di come lo intendi tu.


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Inviato il 21 gennaio 2014 17:32

Non abbiamo pieno potere, solo parte, e pensiamo di averne di più.

 

E' vero, sono ottimista, in effetti parte da questo ottimismo, poi la mia delusione di cui parlavo prima, nei post precedenti.

 

Tutto sommato, Beric, quello che dici lo trovo condivisibile e concreto, soprattutto.

Non ti sto contraddicendo, magari puntualizzavo e analizzavo alcune considerazioni, magari dovremmo renderci più responsabili, cerco di dire questo. Naturalmente siamo pur sempre limitati anche noi come specie, ed è giusto saperlo e rendersene conto, proprio questo vuol dire essere responsabili.

 

Riguardo il quote, volevo fare come hai fatto tu, ma non mi è uscito, e allora ho scritto, scusandomi anche, che rispondevo in grassetto.

Mettiamola sul ridere <img alt=" />

 

Sul diritto, ripeto(forse l'ho già detto) sono d'accordo.

 

Ok, per me va bene così... direi davvero amen stavolta <img alt=" />


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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 21 gennaio 2014 17:41

Arya Snow, stai parlando per caso di responsabilità da assumersi?

 

Ecco, proprio di quella cerco di parlare io... probabilmente sono ermetico e mi spiego male.

 

Secondo me comunque, nell'intervento finale di Ser Balon, c'è una giusta accentuazione dell'errore in caso di maltrattamento e piena disposizione degli altri animali, e questo vuol dire essere responsabili del proprio "peso", e cercare di comportarsi al meglio.

 

Forse più che di diritto, parlerei di DOVERE, nel tuo esempio, o comunque di tutti e due, ecco, visto che si pone la morale come "metro", ci dovrebbe essere un dovere morale di fare o non fare certe cose, e da questo cercare di ottenere diritto per qualcosa, ossia porre le basi per una consapevolezza generale e collettiva, condivisa dunque.



AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 21 gennaio 2014 18:02 Autore

Puoi legare il mio discorso al concetto di responsabilità, di diritto, di dovere... Come ti pare, l'importante è che sia chiaro che mi riferisco all'ambito morale e in che senso.

Invece Balon, da quel che ho capito, esclude proprio l' "atteggiamento dell'uomo verso gli altri animali" dall'ambito morale, e fonda tale esclusione sulle presunte differenze qualitative di intelligenza tra le specie. Ecco, secondo me tale esclusione non ha molto senso, a prescindere dall'esistenza o meno di queste grandi differenze di intelligenza. Non la trovo razionalmente fondata.


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Exall
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Inviato il 21 gennaio 2014 21:08

scusa Exall mai io continuo a vederci una differenza sostanziale.

esistono bastoni che sbucano fuori dai corsi d'acqua? sì, e i gorilla replicano

esistono buche d'acqua coperte da fogliame/detriti leggeri/altro? sì, e gli elefanti replicano

rientrano nella categoria le dighe di castoro per dire... replicano gli "ingorghi" naturali che si formano naturalmente per intrappolare i pesci.

 

insomma gli animali imitano la natura. Lo fanno in modi sorprendenti, spesso intelligenti, anche con un minimo di "crafting" e rielaborazione, ma sempre imitazione resta.

 

ma la lancia "composita" o l'arco o la cerbottana o la fionda o l'accensione del fuoco con sfregamento non imitano niente in modo diretto, sono la COMBINAZIONE ORIGINALE di due o più fenomeni osservabili risultante nella produzione di qualcosa di completamente nuovo.

 

@aryasnow: il punto è proprio quello, se si nega (imho a torto: vedi sopra) che l'uomo abbia un intelligenza/doti qualitativamente diverse da quelle degli animali, idonee a tracciare una linea di demarcazione ben definita, ma l'intelligenza sia solo quantitativamente e neanche più di tanto (come tra un genio e una persona normale) e in realtà l'unica differenza sono dinamiche di branco leggermente più efficaci, è ovvio che il nostro atteggiamento verso gli animali diventa deplorevole, soprattutto quando assume i connotati di sfruttamento e totale disposizione..

Ammetto che non ho capito la risposta ad Arya. Forse se la metti in forma più comprensibile assume un senso anche ai miei occhi stanchi. Comunque, Ti ripeto quello che ti ho detto:

1. gli attrezzi compositi vengono molto dopo che si è creata un'organizzazione e una divisione dei ruoli. Non viene prima l'accetta e poi la selce scheggiata in modo artigianale, ma il contrario. Vi è già un'organizzazione alle spalle dell'accetta e umani specializzati nella lavorazione della pietra.

2. non è il bastone nell'acqua, è un'utilizzo consapevole e non speculare di un'oggetto che si trova in natura, implica inventiva e immaginazione. Ancor di più nel caso del tappo fabbricato appositamente. Anzi, qui il comportamento dell'uomo base sarebbe nettamente più stupido e si limiterebbe a scoperchiare. Invece il tappo è la creazione di un'utensile non copiato e con utilizzo ripetuto nel tempo. Anzi, l'accetta lanciata è qualcosa di livello qualitativo tranquillamente inferiore col tuo metro di paragone. Già si sa che la selce scheggiata fa male. Tirare la pietra è naturale, semplicemente si tira meglio, si potrebbe tranquillamente aver avuto tra le mani un oggetto simile e averlo replicato, mera copia.


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 21 gennaio 2014 21:13

@Beric: <img alt=" /> ahah gli ippo! che tempi!

 

@AryaSnow: non so se sia razionalmente fondata, ma è empiricamente fondata. Giusnaturalisticamente fondata, volendo.

La morale, comunque la si voglia definire e qualunque contenuto le si voglia dare, alla fin fine sono regole di condotta che un soggetto si auto-impone.

Ma l'auto-imposizione, la limitazione degli istinti, è possibile e efficace solo fino a un certo livello. Ci sarà un certo livello oltre il quale, per quanto forte sia il mio senso etico, dirò "beh chi se ne sbatte insomma, non pensiamoci e facciamo quel che ci pare". Perché? Perché lo sforzo "artificioso" di autolimitazione non è più supportato dalla naturale empatia. Non ci sono più le basi naturali che lo rendono possibile.

E questo non dipende solo dalla situazione, dal desiderio o dal pericolo in gioco, ma anche dal soggetto/oggetto verso cui è diretta detta morale.

 

E' facile, naturale, poco faticoso, per me e credo per quasi tutti, essere tutto sommato morali e corretti, non fare danni e anzi fare del bene, a chi ci è più vicino, familiari, amici stretti, partner. Ci si potrebbe anche sacrificare per il loro bene.

Nei confronti dei amici meno stretti/parenti lontani la cosa già scema un po'. Però resta sempre abbastanza naturale, siamo corretti quasi senza sforzo almeno finché va tutto bene, perfino disposti ad aiutare magari. Già però il sacrificio diventa problematico.

Poi a seconda dei casi può venire la propria etnia, la propria nazione, l'umanità in generale. Già qui è più difficile trovare persone DAVVERO morali nei confronti dell'intera umanità o di un così vasto numero di persone. Più che altro ci si limita al neminem laedere diretto (quello indiretto invece è raro: probabilmente metà delle cose che mangiamo/indossiamo/usiamo sono il prodotto dello sfruttamento del terzo mondo, ma preferiamo non pensarci, autoassolverci e andare avanti).

Poi ci sono gli animali. Una vaga empatia per alcuni di essi magari c'è, ma ce li pappiamo, li alleviamo, li usiamo per i nostri scopi anche in modi discutibili. E anche qui la vicinanza è fondamentale: magari Tizio sarebbe anche disposto a buttarsi sotto un treno per salvarlo, al suo micio miao fa solo del bene e nessun danno, ma poi la domenica gli piace magnarse le pappardelle al sugo di cinghiale e quando vede un ragno in caso non lo porta fuori ma lo spiaccica direttamente senza manco pensarci.

Ci sono gli animalisti duri e puri, sì, ma sono una minoranza. Praticamente inesistente fuori dai paesi industrializzati. E anche quelli sono soggetti allo stesso meccanismo: sono sempre meno via via che ci si allontana dai mammiferi, dai vertebrati di taglia media, dagli animali in generale... quelli che difendono le piante le difendono per previdenza, non per senso morale.

la morale svanisce quasi del tutto con i microorganismi, di fare del bene e non fare danni a batteri e microbi ce ne sbattiamo tutti altamente.

 

 

quindi, più cala l'empatia naturale, più sforzo richiede essere morali, applicare tutte quelle belle regole per limitare il nostro egoismo e la nostra avidità.

 

per alcuni lo stacco dell'empatia arriva presto (i mafiosi al primo livello, conta la famigghia e tutto il resto si fo**a), per altri dopo, ma prima o poi lo stacco arriva.

lo stacco, almeno per me, è il passaggio umanità-animali.

tuttavia, se dovesse proprio dipendere solo dall'empatia, lo stacco potrebbe avvenire ben prima di umanità-animali. Non è che io provi chissà quale empatia naturale per il resto del genere umano eh. Intendiamoci, non odio nessuno, ma non è che non dormo la notte se so che in Siria vengono massacrati a migliaia tutti i giorni. E credo che sia qualcosa di comune a molti. Le meccaniche del branco sono forti, il "mio piccolo gruppo" contro gli altri eccetera. Lega nord docet.

Però, essendo io razionale, posso bilanciare questa scarsezza di empatia naturale con una sorta di empatia artificiale, razionale. Il Logos può, entro certi limiti, temperare il Pathos.

Osservando che facciamo parte della stessa specie, che forse abbiamo la stessa eva mitocondriale, che siamo il miracolo dell'evoluzione, siamo coscienti dell'autocoscienza, sappiamo creare e immaginare nuovi oggetti e fenomeni eccetera posso far nascere una nuova empatia, in grado di sostenere la mia morale.

Intendiamoci, è possibile fare questo discorso anche per allargare la morale agli animali. Siamo tutti vivi, abitiamo sullo stesso pianeta, soffrimo/moriamo/ci riproduciamo, secondo Exall siamo molto più simili ai nostri amici pelosi di quanto pensiamo e via discorrendo. Ok tutto bene

Io però, in quanto credo che l'uomo sia qualitativamente diversi dagli animali, un unicum nell'evoluzione delle capacità cognitiva e applicative, non lo allargo, perché sarebbe un allargamento basato su assunti che non ritengo corretti e dunque non convincenti quindi inidonei a incidere sull'empatia nel senso che ho spiegato sopra..

 

quindi... ecco perché le differenze/somiglianza uomo-animale rilevano per l'atteggiamento uomo vs animali. Più sono le differenze e dunque cresce la lontananza, più difficile è allargare la propria morale agli animali e viceversa.



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
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Inviato il 21 gennaio 2014 21:43

Però Balon, il tuo concetto di vicinanza può benissimo valere senza il distinguo della specie. Scommetto che una buona fetta di persone ha più a cuore la sorte del proprio gatto di quella dell'operaio della Foxxcon in Cina.

 

Non è che prima vengono tutti gli umani poi tutti gli animali, per molti non è così. Forse possiamo dire che a parità di livello di vicinanza e affetto prima vengono gli uomini e poi gli animali, ma questo rende la specie un parametro di valutazione come tanti, e forse nemmeno quello principale.


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Inviato il 21 gennaio 2014 21:46

Exall, mi dispiace continuare a ripetere le stesse cose, ma no.

in natura esistono i pezzi di radici/foglie/corteccia che, magari a seguito di un temporale o di una piena, si addensano andando a coprire delle buche con dell'acqua.

gli efelanti si limitano a copiare bene, magari anche in modo più efficace, madre natura, ma non creano nulla di originale.

stesso discorso per i bastoni/tronchi/rami conficcati/incastrati nei corsi d'acqua, e che a seconda del livello dell'acqua vengono sommersi o emergono.

i gorilla imitano.

 

in natura non si addensano né si incastrano nel letto dei torrenti dei bastoni a cui è legata una corda che assicura vi assicura una pietra. E già questo basterebbe, ma anche ammettendo che esiste qualcosa di vagamente simile, magari un bastone dalla forma particolare, tale bastone giace nel sottobosco, non vola portato dal vento per conficcarsi nella dura pelle dei mammut.

ripeto, è la combinazione originale che è unica.

 

la scimmia può usare (anche craftare) un bastone appuntito che ha notato penetrare bene nella carne per infilzare animaletti. Può lanciare oggetti contundenti (anche craftati) che ha notato fare male quando ti cadono o rotolano per lanciarteli in testa. Ma non le viene in mente di lanciare il bastone e usare l'oggetto contundente per infilzare.

 

comunque oh, amen. Si vede che come tutte le cose anche la concezione di imitazione della natura vs creazione originale è soggetta a interpretazione personale


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