Ser Matthews:
Che l'uomo faccia del male non coscientemente, mi dispiace, ma è proprio sbagliato.
Il sadismo non esisterebbe, la perversione nemmeno.
Intere organizzazioni malavitose sono basate sul concetto del "frega il tuo prossimo come meglio ti riesce".
poi:
Non è vero che l'umanità non abbia il potenziale per distruggere la terra, intesa come vita sulla stessa.
Tra armi atomiche e batteriologiche, senza dimenticare esperimenti... vabbeh... niente
Il bene e il male saranno(come sono in effetti) concetti umani, importanti.
Ma io sono sicuro che le mie gattine mi vogliono proprio bene, non perché hanno fame, non perché hanno una casa.
No no, è qualcos' altro, e questo o lo si comprende, o no, un po' come la fede in una religione, solo un pochino più... comprovata, se me lo consentite
Modifico il post...
aggiungendo, proprio il fatto che l'essere umano è anche l'unico ad agire nel bene consapevolmente, come mi ribadisce Joramun, aggrava il suo agire nel male, perché sa esattamente che le due cose sono antitetiche.
Per cui, resta il solo risultato che, l'unico essere che persegue degli scopi gretti ed opinabili, per sua stessa consapevolezza, è l'essere umano.
aggiungendo, proprio il fatto che l'essere umano è anche l'unico ad agire nel bene consapevolmente, come mi ribadisce Joramun, aggrava il suo agire nel male, perché sa esattamente che le due cose sono antitetiche.
Per cui, resta il solo risultato che, l'unico essere che persegue degli scopi gretti ed opinabili, per sua stessa consapevolezza, è l'essere umano.
Non lo trovo comunque un motivo valido per parlare di inferiorità dell'uomo rispetto agli altri animali.
Tale posizione implica la convinzione che gli altri animali, se avessero anche loro la moralità, sarebbero tutti molto più buoni e altruisti dell'uomo. Mi sembra una supposizione piuttosto arbitraria e infondata. Se psicologicamente i sentimenti di empatia sono spesso sorpassati da impulsi egoistici, non vedo per quale motivo essere così convinti che per gli altri animali funzionerebbe diversamente.
Il fatto poi che l'uomo sia in grado di distruggere persino il pianeta in cui vive me lo rende ancora più affascinante. E' proprio il raggiungimento di tale potere in un essere apparentemente debolissimo che trovo parecchio interessante e suggestivo (e al tempo stesso inquietante, ovviamente).
Ripeto che con questo non voglio dire che sia sbagliato porsi problemi etici nei confronti degli animali.
Infatti...
beh, e perché la vostra si applica a tutti gli animali forse? Anche agli insetti? Ai pidocchi? E ai batteri? E alle piante/vegetali? A tutto il regno degli organismi viventi? Scommetto che un sacco di animalisti quando si pigliano un raffreddore non esitano a sterminare miliardi di piccoli innocenti creaturine con medicine o altre stravaganti pozioni, o ha annientare miliardi di simpatici batteri facendosi un bello shampo dopo la palestra.
Un animalista vegano/vegetariano ti direbbe che i batteri li hanno attaccati e loro hanno bisogno di ucciderli per difendersi, mentre altri insetti uccisi involontariamente vengono appunto uccisi senza volerlo, o comunque perché è inevitabile/necessario. E' un po' come la differenza tra uno che uccide una persona per motivi frivoli e uno che la uccide per difesa, per necessità o involontariamente. Non sono due cose sullo stesso piano.
Inoltre ti direbbero che, anche se se sanno che è impossibile smettere di fare del male a qualsiasi forma vivente, loro cercano di estendere il loro campo di empatia e rispetto a più esseri viventi possibili (allo stesso modo in cui i non animalisti possono estendere il loro campo di empatia alle persone esterne alla propria famiglia o alla propria nazione).
Io non sono né animalista né vegetariana/vegana, però trovo che questi temi siano interessanti e degni di riflessione senza essere sottovalutati.
Per le piante, di solito rispondono che a differenza degli animali le piante non sono in grado di provare sofferenza, per questo di solito le mangiano senza sentirsi in colpa.
E infatti qui sta un punto che non mi convince per niente: se usi questo argomento, allora il criterio per decidere se poter uccidere/non poter uccidere è la sofferenza, non la vita in sé. Quindi per logica non dovrebbero aver problemi a mangiare un animale ucciso senza farlo soffrire... e invece no, per loro non va mangiato e basta in quanto animale. Lo trovo abbastanza irrazionale questo.
La capacità di provare soddisfazione nella sofferenza altrui... non credo altri esseri conosciuti ce l'abbiano.
Non per fare il polemico, ma hai mai osservato un gatto torturare un topo, prima di ucciderlo?
Qualcuno dirà che lo fa per puro istinto, senza rendersi conto di cosa fa. Forse, ma fatto sta che mentre lo fa, il gatto proprio si diverte... per lui è un gioco.
Questo per dire che io non sottovaluterei gli animali, sia in termine di cattiveria che di bontà che di 'autoconsapevolezza'.
Ci sono immagini in rete, che documentano un orangutan mentre salva la vita ad un uccellino che stava annegando...
Mai detto che l'uomo è inferiore o potenzialmente tale, anzi, ho detto che nella sua posizione(nostra, sono umano anche io), avrebbe davvero la possibilità di fare qualcosa degna di nota in eterno.
Sono solo deluso che non ci riesca, e che persegue scopi alla fine... troppo egoistici.
Per il resto di solito sono in disaccordo con ogni estremismo, e la tua riflessione sul dolore la trovo valida, infatti l'ho citata anche io parlando di mattatoi e batterie d'allevamento, che odio...
Ma non sono vegetariano, e nemmeno animalista se è per questo, anche se la mia morale mi porta a "battermi" per il più debole, finché posso
La capacità di provare soddisfazione nella sofferenza altrui... non credo altri esseri conosciuti ce l'abbiano.
Non per fare il polemico, ma hai mai osservato un gatto torturare un topo, prima di ucciderlo?
Qualcuno dirà che lo fa per puro istinto, senza rendersi conto di cosa fa. Forse, ma fatto sta che mentre lo fa, il gatto proprio si diverte... per lui è un gioco.
Questo per dire che io non sottovaluterei gli animali, sia in termine di cattiveria che di bontà che di 'autoconsapevolezza'.
Ci sono immagini in rete, che documentano un orangutan mentre salva la vita ad un uccellino che stava annegando...
Quella del gatto crudele è storia vecchia, non è crudeltà, è ricerca della sicurezza nell'impossibilità della preda di reagire.
Il gatto di solito attacca ogni cosa di piccole medie dimensioni, che si muova, e ci "gioca", accertandosi se sia o no commestibile, e che non rappresenti un pericolo... basta provare con un qualsiasi "giochetto", finchè gli lasci l'iniziativa, si sente al sicuro e gioca in tutti i modi, se fai fare qualche movimento inaspettato, che mina la sua sicurezza, il gatto cambia posizione, cercando nuova certezza, e se non la trova, non gioca più col giochetto, preferisce andarsene.
Quella dell'orango invece, mi piace proprio, non lo sapevo, e mi stupisce, anche se non più di tanto, trattandosi di un animale notoriamente simile nei comportamenti, proprio all'uomo...
In ogni caso, per non essere io stesso irremovibile nelle mie convinzioni, di certo metto in dubbio anche il fatto che gli animali non sappiano essere capaci di percepire "bene e male", non si sa mai, sai l'evoluzione? " />
Bene? Male? Sopravvalutate l'uomo. " />
Personalmente rifiuto tesi creazionistiche che ci assegnino qualche diritto di origine superiore sulle altre specie animali (o sui nostri simili, se è per questo).
Ritengo invece che questa posibilità derivi semplicemente dal fatto che abbiamo il potere di esercitare la nostra forza su di loro.
Io sono in grado di prendere un ratto e usarlo per i miei esperimenti per fargli diventare la pelliccia fosforescente? Sì. Il ratto è in grado di ribellarsi? No. Fine. Posso farlo.
Un alieno ipertecnologico è in grado di prendere me per darmi come spuntino alla sua melma gelatinosa domestica del pianeta Sgnurz? E io non posso difendermi? Fine, può farlo e io soccombo.
Io la penso esattamente come Balon. Siamo guidati tutti indistintamente dal desiderio di perseguire il nostro piacere personale.
In primo luogo la sopravvivenza. Quando siamo in pericolo non c'è santo che tenga. Anche senza arrivare al pericolo di vita vero e proprio, basta vedere quando due persone lottano per un solo posto di lavoro. Non c'è amicizia, correttezza o altro che tenga.
Poi c'è il benessere. Io voglio stare meglio, e qui do ragione ad hack quando dice che l'uomo è capace di una malvagità abietta, quando misura il proprio benessere non solo in funzione di quanto sta bene ma in funzione di quanto gli altri stanno peggio di lui.
Quando il benssere è sufficientemente diffuso al punto che non ci sentiamo in pericolo né di vita né di peggiorare il nostro stile di vita... allora possiamo permetterci di essere "buoni", di provare quell'appagamento che si ha quando stiamo talmente bene da poter concedere agli esseri su cui esercitiamo il nostro potere di stare meglio a loro volta.
E allora vengono patti, contratti sociali, creazioni di autorità volte a vigilare su questi patti. Non perché siamo buoni, ma perché ci conviene. Possiamo chiamarla civiltà, se vogliamo.
E con questo non intendo dire che questa sia la strada giusta. Sto dicendo che va così. L'uomo, pur specie evoluta, non ha la capacità di valutare a lungo termine gli effetti del proprio comportamento. Non ha idea se sterminare gli ippopotami o i leoni o le balene avrà alla lunga impatti sulla propria sopravvivenza come specie. Va alla cieca, guidato da forze che crea (desiderio di benessere e appagamento) ma di cui non comprende le implicazioni.
Rispetto agli altri animali noi siamo in grado di maggiori capacità di pianificazione (alleviamo invece di cacciare, per dire), magari tra un milione di anni verrà una specie più lungimirante di noi.
Ottimo intervento Beric!
Il finale poi mi trova completamente d'accordo!
E forse si... devo aver sopravvalutato l'essere umano... sarà colpa di qualche insegnamento inculcatomi da piccolo...
Mah, per me i discorsi finalistici riguardo a quale scopo l'uomo debba perseguire o raggiungere, ed in base ai quali orientare la propria azione sulla terra (sia come specie che come individuo) lasciano il tempo che trovano. Specie quando questi scopi fanno riferimento agli astrattissimi e relativissimi concetti di "bene" e "male".
Senza contare che (IMHO) il nostro fine come specie è gia insito nel processo evolutivo: per citare un celebre etologo e biologo britannico, Richard Dawkins, "La vita intelligente su di un pianeta diventa tale quando, per la prima volta, elabora una ragione della propria esistenza. Se delle creature superiori provenienti dallo spazio mai visiteranno la Terra, la prima cosa che domanderanno, per stabilire il nostro livello di civilizzazione, sarà: «Avete già scoperto l'evoluzione?» Organismi viventi sono esistiti sulla terra per più di tre miliardi di anni, senza mai sapere perché, prima che uno di essi cominciasse a intravedere la verità."
Ripeto quanto detto nell'altra discussione: Gandhi, scriveva che "il consumo dei vegetali implica violenza", aggiungendo però subito dopo: "Ma trovo che non posso rinunciarvi". Da qui concludeva, giustamente che "la violenza è una necessità connaturata alla vita corporea". La nostra vita, in altri termini, per esistere si deve nutrire di altra vita che deve necessariamente sopprimere.
E, per restare in tema di grandi pensatori, Kant già nel 700 affermava "Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre come fine e mai solo come mezzo". L'aggiunta di quel "solo" sta a significare che un elemento di strumentalità è sempre connaturato al vivere, nel senso che ognuno di noi, in alcune circostanze, è anche un mezzo per la vita degli altri.
Possiamo discuterne quanto volete, ma da questo dato di fatto è impossibile sfuggire: ogni essere vivente, in misura maggiore o minore, finisce prima o poi per essere strumento di sussistenza per un altra forma di vita.
A parte che concordo con Joramun, comunque anche se ci fosse una guerra atomica o batteriologica, che succederebbe? La vita come la conosciamo non ci sarebbe più, e allora? Pensi che prima dell'uomo non ci siano mai state distruzioni a livello mondiale? Quando si estinsero i dinosauri, credi che morirono solo loro? No, si estinse quasi tutto, esattamente come miliardi di anni prima le prime piante che produssero ossigeno, misero in crisi quelle che erano le forme di vita dell'epoca. E pure nel Triassico (Prendila col beneficio del dubbio, non ho sotto mano i libri), morì il 95% delle specie. Quelle che restarono portano ad un rifiorire di vita.
La vita sa badare a se stessa, in un modo o nell'altro uscirà fuori sempre. L'essere umano può distruggere l'ambiente come lo conosciamo e distruggere se stesso, ma la vita e il pianeta... no, lui vive su scala molto più ampia della nostra e sopravviverà alla nostra venuta.
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Mah concedimi il beneficio del dubbio, visto che basterebbe alterare un po' più la quantità di gas tossici nell'aria, oppure rendere l'ossigeno del pianeta insufficiente per la vita, o ancora, sbilanciare il già delicato equilibrio che ci protegge dalle radiazioni solari, e poi ne riparliamo, anzi no, non potremmo più farlo.
La stessa Terra potrebbe contenere ancora vita, di qualunque tipo, quando il sole giganteggerà di rosso, e la spazzerà via.
Studiare qualche possibilità di continuazione della specie, visto che già ne siamo coscienti, non sarebbe male.
Magari ci riusciremo... ma ecco dov'è il punto, io ne dubito fortemente.
Le citazioni di filosofi come Kant, sono state messe in discussioni seimila volte, del resto la filosofia non è l'esatta materia per trattare l'evoluzione, ma non biasimiamo i grandi pensatori, in ogni caso prediligeva il fine e non il mezzo, e io questo non lo sto mettendo in discussione, non sono dio, per cui... non ho il potere di pensarci personalmente a risolvere le cose a seconda della mia morale e dei miei valori(che poi sarebbe altamente pericoloso per voi... " /> ).
Riguardo Richard Dawkins... non capisco come la sua frase sia antitetica agli scopi che l'uomo dovrebbe o potrebbe prefissarsi, anzi, mi pare che dica proprio che la vita intelligente è tale quando per la prima volta ELABORA una RAGIONE per la propria esistenza.
Negare che l'uomo sia un contenitore di domande assetato di risposte, un essere votato alla conoscenza, quindi, è negare perfino i concetti che altri hanno espresso, giustamente prima di noi, e che noi prendiamo, sempre giustamente anche a riferimento.
Ecco sto dicendo questo, forse attraverso battutelle e ironie ho reso il mio pensiero poco chiaro, ma quello che penso è che l'uomo debba proseguire per la strada della conoscenza, visto che sembra si sia evoluto proprio per quello, e che la conoscenza, implichi responsabilità e potenzialità, ossia potere(inteso in poter agire, possibilità di fare, cioè verbo e non sostantivo, almeno non solo).
Poi come dicevo non abbiamo la palla di vetro... per sapere come sarà il futuro, anche se una certa coscienza collettiva siamo in grado di svilupparla.
Preservare le specie animali e tutte quelle viventi, il più possibile, mi sembra cosa saggia, tutto qui.
Chissà perché Noè s'è tanto impazzito a preservare ogni forma di vita e la possibilità della loro proliferazione.
Si certo è una storiella " />
Alla fine lancio un monito(visto che ho parlato di Noè... mi sento già mezzo prediletto), attenti a non sentirci troppo f***i...
O sennò se proprio dobbiamo, puntiamo in alto... secondo diverse religioni alcuni di noi ce l'hanno fatta... " />
Riguardo Richard Dawkins... non capisco come la sua frase sia antitetica agli scopi che l'uomo dovrebbe o potrebbe prefissarsi, anzi, mi pare che dica proprio che la vita intelligente è tale quando per la prima volta ELABORA una RAGIONE per la propria esistenza.
Non hai capito, o mi sono spiegato male: non c'è uno scopo nell'evoluzione, non è che ci deve portare da qualche parte. È l'evoluzione stessa lo scopo.
Ecco sto dicendo questo, forse attraverso battutelle e ironie ho reso il mio pensiero poco chiaro, ma quello che penso è che l'uomo debba proseguire per la strada della conoscenza, visto che sembra si sia evoluto proprio per quello, e che la conoscenza, implichi responsabilità e potenzialità, ossia potere
Usare i topi come cavie per ricerca di una cura per la malaria o l'AIDS mi pare ricada esattamente nella definizione di "conoscenza, applicata con responsabilità, e applicando il proprio potere".
La stessa Terra potrebbe contenere ancora vita, di qualunque tipo, quando il sole giganteggerà di rosso, e la spazzerà via.
Studiare qualche possibilità di continuazione della specie, visto che già ne siamo coscienti, non sarebbe male.
Considerando che la scadenza è abbastanza di là da venire (5 miliardi di anni, è più che probabile che, quando il Sole morirà, l'uomo sarà già andato via da questo angolo di Via Lattea.
Ma se riguardi i miei interventi non ho mica detto che sono contro la sperimentazione animale a prescindere?
Riguardo la gigante rossa, secondo me saremo estinti molto prima... sennò, come detto, Star Trek
(vedi, io le cose le dico così... è più forte di me, magari per questo divento incomprensibile)
e riguardo lo scopo dell'evoluzione, dovrebbe essere la preservazione della specie, se non sbaglio, sennò che cacchio di evoluzione sarebbe?
La preservazione della specie implica tanti fattori, molti dei quali spiegati bene da Ser Balon, quando disamina le potenzialità umane, e fin qui ci siamo.
Mancherebbe l'appagamento per la propria esistenza... visto che ne siamo coscienti.
Abbiamo e faremo tantissimo progresso tecnico e tecnologico...
Ma posso affermare con quasi assoluta certezza che la specie che più termina la propria vita, per insoddisfazione della qualità della stessa, è l'umanità... nonostante tutto.
Questo è un bel dilemma eh?
Secondo me, l'idea che molti hanno, ed a cui accennava Exall, è che gli animali siano "buoni", mentre l'uomo sia l'unico ad essere "cattivo".
E meno male che avevo cominciato il post dicendo che non stiamo sostenendo l'idea uomo cattivo animale buono...
Piuttosto, gli studi sugli animali mostrano come in molti casi siano tranquillamente in grado di raggiungere la soluzione ad un quesito che richiede un pò di materia grigia. Spesso vengono messi a confronto con bambini e i nostri simili si dimostrano in grado di produrre analoghe soluzioni in tempi anche maggiori. Tra gli esempi principali i polipi. Polipi che come gli scimpanzè si dimostrano capaci di apprendere.
Dunque... come e perché abbiamo preso una direzione tanto diversa dal le altre specie?
Altri animali si dimostrano tranquillamente in grado di utilizzare utensili semplici, se non proprio di fabbricarseli, come ramoscelli lavorati per poter essere infilati in un formicaio per tirarne fuori le formiche. Dov'è che ci siamo differenziati da altri animali? Più o meno nel fatto che è probabile che l'uomo ha la tendenza a mantenerselo il bastoncino e riutilizzarlo.
Per cui, alla fine a parer mio quello che ci differenzia dalle altre specie è una capacità organizzativa maggiore. Capacità organizzativa che ha permesso di organizzare l'istruzione dei cuccioli come nessuna altra specie terrestre può o è in grado di fare.
il mio atteggiamento nei confronti degli animali è quanto di più naturale ci sia.
elimino quelli che possono arrecarmi danno (es. zanzare), evito quelli che mi infastidiscono senza minacciarmi (es. non mi piacciono i cani quindi me ne tengo alla larga, ma non è che li bastono perché abbaiano), uccido (indirettamente) quelli che mi possono dare piacere ma senza esagerare (tanta buona pappa in tavola ma niente sprechi clamorosi) e sfrutto (indirettamente) quelli che possono garantirmi una maggiore probabilità di sopravvivenza contro malattie e simili (es. sperimentazioni).
non ho animali domestici con cui instaurare un amorevole rapporto perché mi trovo troppo bene sia in compagnia deii miei simili sia con me stesso e basta, né mi macchio di episodi di sadismo o violenza gratuita tipo caccia sportiva o collezionismo di farfalle.
praticamente ho lo stesso atteggiamento che qualunque specie animale ha nei confronti di qualunque altra specie animale.
credo che sia l'atteggiamento più corretto (non uso morale perché, come detto, imho la morale è una cosa da uomini, per uomini e tra uomini), nonché quello seguito dalla stragrande maggioranza della popolazione umana, quantomeno per la maggior parte del tempo (che diamine, chi non ha mai schiacciato una formica così tanto per vedere che effetto faceva, magari da bambino? Io sì. Poi ho capito che non si fa).
quanto agli animalisti... credo che, lungi dall'essere moralmente superiori o illuminati o più civili o più previdenti, in un certo senso siano guidati anche loro da un istinto molto naturale.
l'empatia che molti provano nei confronti degli animali è spesso (oso dire: quasi sempre) inversamente proporzionale al numero e/o alla vicinanza all'uomo (quindi uguale nicchia ecologica) dei suddetti animali. Questo i lascia pensare. Essa è massima per i panda e per i delfini e per i passerotti decresce quando si parla di ratti di fogna, bacarozzi e pidocchi e batteri (tra parentesi, aryasnow: i batteri che ammazzi con lo shampoo o il bagnoschiuma spesso non sono per niente pericolosi, anzi convivono a miliardi con noi da sempre, e il loro unico "crimine" è produrre un odore sgradevole. Ma noi li sterminiamo perché vogliamo essere profumati. Poveri batteri insomma. Altro che cavie da laboratorio, è un genocidio quotidiano. E loro sì che sono la base della vita organica, necessari e fondamentali, altro che i porcellini d'india, inutile specie che se si estinguesse sarebbe rimpiazzata dopo 3 giorni da qualche altro arzillo roditore).
Che l'empatia verso le "specie minori", della serie oh caro amico peloso quando sei coccoloso io ti salverò, prerogativa dell'uomo o quasi, sia un astuto stratagemma di madre natura per bilanciare il nostro strapotere e tentare di salvare da estinzione certa un gran numero di specie vulnerabili, o perché scarse numericamente o perché minacciate da un concorrente troppo competitivo che rischia il monopolio? Non me ne stupirei.
io credo che il mio atteggiamento e quello dell'umanità, con le debite eccezioni (tipo la pesca selvaggia con le reti a strascico e altre robe simili) sia naturale e razionale.
credo altresì che anche quello degli animalisti sia un atteggiamento naturale e razionale (sempre con le debite eccezioni: salvare i rinoceronti e gli elefanti dal bracconaggio spietato è ammirevole, sclerare perché in laboratorio dei topi vengono squartati per curare malattie no)
quello che mi sembra fastidioso (sbagliato è una parola grossa in questo caso) è che i secondi sostengona che i primi che siano dei barbari irrazionali mentre loro civili e illuminati. Entrambi in realtà seguono le stesse pulsioni naturali di base, seppur declinate in modo diverso. Anche lasciando perdere la "teoria" dell'empatia, mangiarsi un piatto di aragoste da piacere, salvare le balene da piacere. La prima è una forma di piacere materialistica, immediata, l'altra più astratta, mediata, simile a fare la carità al barbone, tendente all'autogratificazione, ma la pulsione di base imho è la medesima
La mia opinione su bene/male e diritti delle specie l'hanno già espressa balon e lord beric, e l'hanno spiegata probabilmente molto meglio di quanto io saprei fare.
Per ciò che riguarda la superiorità/ inferiorità evoluzionistica o morale, tutto questo è ridicolo. Per giudicare in modo oggettivo ho bisogno di un metro di giudizio, e non ne esistono, per quanto ne so.
Vorrei però mettere in luce un fatto, onde evitare altri commenti sbagliati riguardo al livello di consapevolezza degli animali e a cosa li distingue dall'uomo.
Qualcuno ha avuto l'idea geniale di provare a insegnare a primati come gorilla, scimpanzè e bonobo il linguaggio dei sordomuti, e i risultati sono stati incredibili: alcune scimmie sono arrivate a imparare oltre 10000 parole, ovvero tutte quelle necessarie a spiegare qualunque cosa passi loro per la testa, considerando che un uomo cinese conosce 10000 ideogrammi per scrivere bene. Beh il fatto è che potendo dialogare e discutere con specie differenti dalla nostra si è capito il loro modo di pensare e ragionare, che è praticamente identico agli schemi di un uomo, o perlomeno di un bambino manco troppo piccolo.
Comprendono, ad esempio, la vendetta, la giustizia, l'invidia, la bontà, e possono godere della sofferenza altrui. Parlare di cosa differenzia l'uomo dagli animali a livello di coscienza è privo di senso, perchè non ci sono differenze nette. Possiamo forse conoscere il modo di pensare dei primati, ma a parte che varia tra individui diversi, non abbiamo idea di cosa può passare per la testa di TUTTE le altre specie viventi.
Detto questo, l'unica cosa certa è che tutti pensano al bene di sè stessi innanzitutto, e non c'è coscienza o filosofia o intelletto che tenga. È giusto che sia così, perchè è naturale che sia così.