Oh, finalmente ho finito di leggerlo anche io.
In capo a tre mesi di faticosissima lettura, non per la lingua ma per il soggetto, che ha demolito la mia voglia di leggere, sono riuscito ad avere ragione di quest'ultima fatica di Martin e ancora più grande fatica per noi lettori, per giungere alla conclusione che non ne valeva la pena. Se già AFfC mi aveva lasciato freddo, questo ADwD mi lascia francamente perplesso. Inconcludente è dire poco. Sconclusionato. Con evidenti falle narrative ed errori non corretti da Martin. Un libro scritto in fretta (!!!!!) per una pubblicazione che non giungeva mai. Si capiscono tutti gli errori, tutte le mancanze di smussature in un'ottica di pubblicazione "frettolosa" e riparatrice.
Ma non si può perdonare che in quasi 1000 pagine la storia non sia proceduta che di pochi passi, e che il lettore venga gratificato, dopo 959 pagine, di FINALI APERTI!?!? Ma questa è una soluzione dozzinale da serietta televisiva di serie B alla sua prima stagione. Lo stesso Martin che insultava i finali di BSG e di Lost. Non ho parole per tanta sfrontatezza. Naturalmente non si può immaginare che un libro solo chiuda i giochi, non quando non è l'ultimo della serie, e non quando Martin ha aperto così tante piste da perdercisi.
Ma in 959 pagine ci si aspetterebbe che vengano almeno approfonditi alcuni se non tutti dei punti narrativi lasciati aperti a partire dai capitoli precedenti. E invece non solo non vengono sviluppati, e a volte si torna indietro (come negli inutili capitoli di Cersei), ma gli stessi punti di vista su cui si doveva strutturare la narrazione di questo volume (Tyrion, Jon e Daenerys) si rivelano inconcludenti e sconclusionati. L'unico PdV che porta a una chiusura soddisfacente, almeno sul piano della costruzione di un senso narrativo, è quello di Jon. Gli altri sono tutti lasciati a metà.
Sembra, ed è paradossale dirlo di un libro di 1000 pagine gestato in 6 anni, un libro lasciato a metà.
E anche senza la metà mancante, quello che queste 1000 pagine contengono è mancante, abbozzato.
Ci si sarebbe aspettato di sapere almeno cosa è successo a Rickon, a Sandro Clegane, a Loras Tyrell, mentre nessuno ancora l'ha capito. Cosa è capitato a Brienne? AFfC finisce in un modo, e qui la si sente nominare come se fosse intervenuto un gap temporale, o meglio un episodio non narrato. NON ancora narrato, per lo meno. Ed ecco un altro dei punti oscuri di questo libro: nei precedenti volumi, si presupponeva che tutto avvenisse in contemporanea. QUi invece si cominciano a sperimentare estranianti salti indietro (lasciamo perdere la prima metà del libro, che per sua sventura avviene in "contemporanea" al 4° capitolo della saga). Il che fa pensare che anche in futuro si dovrà tornare indietro per capire cosa è successo.
Insomma, non voglio eccedere in giudizi troppo severi per un libro che pare partorito con tanta fretta, ma il vero problema a questo punto sembra la capacità di Martin di gestire la sua storia. Non lo so, non ho più fiducia, e se sei anni di attesa l'avevano sfibrata, la delusione provata leggendo queste faticose 1000 pagine ha scandalizzato ogni mio timore, rivelando cose che forse non volevo sapere sul conto di Martin scrittore.
Peccato, perchè in alcune (e ahimè troppo rare) pagine si tornava a respirare quel senso di fresca epica avventurosa e di politica ben intrecciata che tanto trasuda da tutti e tre i primi libri, frutto evidentemente della stessa vena e di una stessa fase creatrice, indubbiamente più felice. Ma prevale il senso di fatica, proprio da parte di Martin.
Avrei preferito leggere un Martin rinunciatario, piuttosto che un Martin affaticato e che stenta a raccapezzarsi nel proprio tessuto, dimostrando di non sapere vivere all'ombra del proprio mito. Peccato.
PS (piuttosto che aggiungere altri post): ma che senso ha la politica nuova (iniziata già con AFfC, a dire il vero, per quanto in maniera vestigiale) di nominare i capitoletti con un epiteto invece che con il nome del PdV, come è sempre stato?
A parte personaggi inutili come Areo Hotah, o invece l'unica serie di epiteti sensata (quelli di Reek, che vorrò sapere come verrà tradotto, vista l'abbondanza di giochi di parole che il nomignolo comporta... ma già temo l'impoverimento del testo; importante perchè i frequenti cambi di nome segnano il progressivo ritorno da Reek a Theon), gli altri a che servono? A volte pare addirittura che sia una specie di titolo del capitolo (il fantasma di Winterfell, ad esempio), cosa quantomai lontana dall'originale idea di Martin di fare parlare i capitoli attraverso i nomi, non dando loro una chiave di lettura preventiva. QUando non addirittura ridicola, o sarcastica: perchè chiamare il punto di vista finale del povero Quentyn "L'ammaestratore di draghi"? Ma lo prendi per il c**o? O vuoi fare credere cn un giochetto fasullo al lettore che Quentyn riuscirà nell'intento, quando invece sortisce l'effetto opposto? Non credo che Martin pensasse questo. Ritengo solo che questa politica sia già di per sè sintomatica di tutta una serie di cambiamenti che riguardano lo smarrimento di progetti iniziali.
Leggo pareri contrastanti, sia qui che su altri forum anche stranieri oltre che tra le recensioni di lettori su Amazon.
Secondo me i giudizi troppo negativi sono ingiusti, si è trattato di un libro all'altezza delle aspettative, certo non il migliore della serie, tuttavia Martin ha retto abbastanza bene allo sforzo di scrivere il suo libro più difficile, perchè collocato al centro di tutta la saga, con tutta la sua dovizia di trame e sottotrame. E' evidente che non ci si poteva aspettare di avere risposte definitive, né grossi passi avanti risolutivi, in fondo mancano ancora due libri!
Se dovessi darne una descrizione mataforica, parlerei di respiro: con i primi tre libri abbiamo assistito ad una lunga "inspirazione", che ha prodotto i suoi massimi effetti qualitativi con ASOS; poi con AFFC e ADWD siamo entrati in una sorta di fase di "apnea" narrativa, dove appunto sembra di assistere ad uno stallo continuo, mentre in realtà le tessere del puzzle, raggiunto il punto di massima dispersione, iniziano a ricomporsi e alcuni personaggi cominciano a riunirsi; da qui in poi mi aspetto un sempre più piacevole e liberatorio, processo di "espirazione" con gli ultimi due libri, che penso saranno molto avvincenti.
Tornando a ADWD, mi sono piaciuti soprattutto i capitoli di Theon, e non l'avrei mai detto all'inizio, è stato una piacevole sorpresa. Anche Barristan mi ha colpito positivamente, mi ha un po' annoiato invece Quentin, povero sfigato...
Una piccola critica che mi sento di rivolgere a Martin è il possibile abuso delle morti presunte: è un espediente che ha iniziato ad utilizzare un po' troppo spesso, vorrei che riuscisse a tenere alto il pathos anche senza dover continuamente ricorrere ai colpi di scena, altrimenti anziché un pregio dell'autore rischiano di diventare un limite.
Martin ha detto che per lui è una questione di gioco di identità, legata al fatto che una persona a volte percepisce la propria identità come qualcosa di strettamente legato al proprio ruolo. Quindi si tratta di identità dal punto di vista del personaggio, non di verità assolute, nè di osservazioni da parte dell'autore. Il capitolo di Quentyn è chiamato così perché evidentemente lui in quel capitolo si sente, o si persuade di essere, un ammaestratore di draghi. Tutto è visto dal PdV, anche il titolo.PS (piuttosto che aggiungere altri post): ma che senso ha la politica nuova (iniziata già con AFfC, a dire il vero, per quanto in maniera vestigiale) di nominare i capitoletti con un epiteto invece che con il nome del PdV, come è sempre stato?
A parte personaggi inutili come Areo Hotah, o invece l'unica serie di epiteti sensata (quelli di Reek, che vorrò sapere come verrà tradotto, vista l'abbondanza di giochi di parole che il nomignolo comporta... ma già temo l'impoverimento del testo; importante perchè i frequenti cambi di nome segnano il progressivo ritorno da Reek a Theon), gli altri a che servono? A volte pare addirittura che sia una specie di titolo del capitolo (il fantasma di Winterfell, ad esempio), cosa quantomai lontana dall'originale idea di Martin di fare parlare i capitoli attraverso i nomi, non dando loro una chiave di lettura preventiva. QUando non addirittura ridicola, o sarcastica: perchè chiamare il punto di vista finale del povero Quentyn "L'ammaestratore di draghi"? Ma lo prendi per il c**o? O vuoi fare credere cn un giochetto fasullo al lettore che Quentyn riuscirà nell'intento, quando invece sortisce l'effetto opposto? Non credo che Martin pensasse questo. Ritengo solo che questa politica sia già di per sè sintomatica di tutta una serie di cambiamenti che riguardano lo smarrimento di progetti iniziali.
A me questa scelta non piace tanto (o meglio, a volte ci può anche stare, ma in altri casi elimina inutilmente i vantaggi tecnici dati dal titolo basato sul nome), ma uno straccio di senso ce l'ha.
Ed ecco un altro dei punti oscuri di questo libro: nei precedenti volumi, si presupponeva che tutto avvenisse in contemporanea. QUi invece si cominciano a sperimentare estranianti salti indietro (lasciamo perdere la prima metà del libro, che per sua sventura avviene in "contemporanea" al 4° capitolo della saga). Il che fa pensare che anche in futuro si dovrà tornare indietro per capire cosa è successo.
tipo? io non ne ricordo a dire la verità... " />
più che altro alcuni eventi non sono spiegati (la battaglia tra Bolton e Stannis, Brienne e zombie Cat) ma non credo che si dovrà tornare indietro.. verrano spiegati attraverso dialoghi, racconti, testimonianze, come sempre...
Non è nemmeno detto che ci sia stata una battaglia tra Bolton e Stannis, tu ti fidi ciecamente di Ramsay?
Ed ecco un altro dei punti oscuri di questo libro: nei precedenti volumi, si presupponeva che tutto avvenisse in contemporanea. QUi invece si cominciano a sperimentare estranianti salti indietro (lasciamo perdere la prima metà del libro, che per sua sventura avviene in "contemporanea" al 4° capitolo della saga). Il che fa pensare che anche in futuro si dovrà tornare indietro per capire cosa è successo.
tipo? io non ne ricordo a dire la verità... " />
più che altro alcuni eventi non sono spiegati (la battaglia tra Bolton e Stannis, Brienne e zombie Cat) ma non credo che si dovrà tornare indietro.. verrano spiegati attraverso dialoghi, racconti, testimonianze, come sempre...
tipo il capitolo in cui vengono ilberati i draghi, visto prima dal punto di vista di Barristan Selmy e poi di Quentyn. Mi rendo conto che sono in simultanea, ma in ogni caso stabilire una gerarchia narrativa e temporale fa sì che la narrazione del secondo riporti indietro le lancette. E' un escamotage narrativo che non sopporto, e proprio da Martin non me lo aspettavo.
Per non parlare del primo capitolo in cui ricompare Cersei: sembra essere tornato indietro rispetto alle acquisizioni dell'ultimo di AFfC. Mboh, secondo me Martin ha perso un po' la palla.
Altre incongruenze sono presenti a valanga, compresa una chicca gustosa, che non so quanti abbiano notato: nello stesso capitolo in cui Tyrion perviene alla già di per sè inspiegabile soluzione che il Giovane Griff sia Aegon (neanche un cervello sommato tra Spock e Sheldon Cooper avrebbe potuto giungere a una simile conclusione), poche pagine prima della sconvolgente deduzione di Tyrion, Martin si lascia sfuggire un "the prince" per parlare del Griffino. Lol, un demone non piccolo tra le pagine di martin.
Su Quentyn / Barristan hai ragione, anche se a me non ha dato per niente fastidio.
Su Cersei non capisco proprio a cosa tu ti riferisca " /> L'ultimo capitolo di AFfC su Approdo del Re è quello in cui Cersei viene arrestata, mentre qui sta in cella: mi pare pacifico che questo sia successivo.
Quanto infine a Tyrion, sì che lo avevo notato, e mi pare anche che se ne fosse discusso qui. Penso che fosse voluto, anche se narrativamente non è il massimo: Tyrion rivela al lettore la sua scoperta solo alla fine del capitolo, ma è chiaro da quel passaggio che la scoperta per lui era già vecchia... e quindi nella sua testa lo chiamava già principe. Non elegantissimo, comunque.
o il capitolo in cui vengono ilberati i draghi, visto prima dal punto di vista di Barristan Selmy e poi di Quentyn. Mi rendo conto che sono in simultanea, ma in ogni caso stabilire una gerarchia narrativa e temporale fa sì che la narrazione del secondo riporti indietro le lancette. E' un escamotage narrativo che non sopporto, e proprio da Martin non me lo aspettavo.
beh anche la battaglia delle acque nere è descritta in simultanea da Davos, Sansa e Tyrion, con (minimi) sbalzi temporali, e le nozze rosse sono descritte da Cat e Arya in simultanea, e mi pare anche l'arresto di Eddard/massacro degli uomini del nord .
forse l'effetto "flashback" era meno evidente, ma ti dirò... io invece mi aspettavo proprio una cosa del genere per l'evento saliente del libro (il famigerato nodo di meeren)
su Aegon... beh dai non era così impossibile arrivarci.
il miglior amico di Rhaegar, dato per morto da dieci anni, è vivo. Ohibò, e già qui ti salta la mosca al naso.
E' in contatto con due tra i peggiori intrallazzatori del mondo, Varys e Illyrio. Il quale ti ha spiegato per filo e per segno di come Daenerys sia bella e brava e buona e di come sarebbe bello se ritornasse sul trono di spade, per la salvezza di Westeros e del genere umano.
E infine, questo ex-morto amico dei filo-targaryen, ha con sé un bel giovane dagli occhi violetti, con precettori, guardie del corpo e septe al suo servizio.
non dico che bastasse fare due più due, ma ci si può arrivare.
Più che altro, è uno dei colpi di scena più anticlimatici della storia della letteratura.
poi sul fatto che martin dia l'idea di non saper bene dove andare a parare, e che ci siano più incongruenze del solito, sono d'accordo.
Inoltre qualcosa gli é stato rivelato giá da Haldon Halfmaester, come premio della sua vincita a Cyvasse. Mi é sembrato di capire che nel capitolo precedente a quello della "scoperta" di Tyrion, lui gli aveva detto che Aegon fosse un principe, no?
Inoltre qualcosa gli é stato rivelato giá da Haldon Halfmaester, come premio della sua vincita a Cyvasse. Mi é sembrato di capire che nel capitolo precedente a quello della "scoperta" di Tyrion, lui gli aveva detto che Aegon fosse un principe, no?
Si, anche io credevo che Tyrion lo avesse scoperto in questo modo. Infatti, mi pare che dopo l'episodio guardi Aegon con occhi diversi, ed e' in una di queste circostanze che salta fuori la parola 'the prince'. In pratica, lui lo sapeva, ma non lo ha mai 'rivelato' al lettore (Eddard Stark docet)...
Saluto il vecchio amico Doran...
ero sicuro che anche a lui 'sto libro...
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Uhm, sono rimasta indietro coi commenti,
JON X: Il capitolo peggiore di Jon finora. Tutta la descrizione del matrimonio di Alys l’ho trovata inutile e noiosa: i soliti rituali di Melisandre (che se ripetuti oltre il necessario diventano noiosi e perdono di pathos), i soliti personaggi di contorno, e in particolare questa Alys continua a sembrarmi un personaggio un po’ spento. Le ultime tre pagine del capitolo però mi sono piaciute.
DANY VIII: Sicuramente meglio di Dany VII, posso anche dire che mi è piaciuto. All’inizio c’è una piccola parte noiosa con il riassuntino sotto forma di ricordo di cose accadute prima, ma dopo si migliora, con dei buoni dialoghi Dany-Ben Plumm, Dany-Barristan, Dany-Quentyn. Anche il finale funziona abbastanza.
THEON: Fantastico, uno di quei capitoli che da soli valgono la lettura del libro. Finalmente si fanno considerevoli passi avanti nella storyline di Theon, ma è bello anche il modo. Scritto molto bene, lento ma teso, con la descrizione di tutto quello che succede mentre si avvicina il momento della fuga e della fuga stessa. Mi sono lamentata svariate volte della cattiveria monodimensionale di Ramsay, ma devo ammettere che questo capitolo funziona e fa temere per la sorte dei personaggi anche grazie a questa crudeltà estrema. Ci sono anche dei bei momenti da un punto di vista introspettivo, specialmente quando Theon ripensa agli Stark come a dei parenti (in ACOK era tutto desideroso di essere accolto dei suoi parenti naturali, solo ora si rende conto che gli Stark alla fine sono stati i parenti più “veri” che abbia avuto). Solo una piccola critica: Jeyne mi sembra fin troppo stupida a mettersi a strillare per l’uccisione delle guardie, considerando quello che ha passato e il terrore che dovrebbe avere a non essere ripresa.
DANY IX: Bello anche questo, il livello si alza considerevolmente. Mi ha divertito la descrizione dei combattimenti nelle fosse di Meeren (a tratti un po’ troppo riassuntiva, ma in questo caso è anche comprensibile). La parte finale con Drogon è una gran svolta, una scena di un certo impatto. Direi che è anche uno dei rarissimi casi in cui un colpo di scena è davvero inaspettato e perfettamente logico al tempo stesso.
JON XI: Un altro ottimo capitolo, soprattutto dopo che si sono superate le prime pagine. Strano che mi sia piaciuto pur non portando avanti la trama quasi per niente. E’ bello proprio da un punto di vista introspettivo e tematico, inoltre è scritto molto bene. Mi è piaciuto il dialogo con Selyse, é forse il momento in cui finora Selyse mi è piaciuta di più in assoluto, è meno piatta macchietta del solito. Ma in generale è ben strutturato tutto il conflitto che c’è alla base del dialogo. Ho apprezzato anche il fatto che dopo Val faccia la st****a con Shireen: meglio darle un lato un po’ antipatico, altrimenti sembra una di quelle eroine guerriere costruite a tavolino per attirare simpatie. Ben descritta l’atmosfera della salita sulla Barriera e riuscito anche il passaggio introspettivo: un breve momento che racchiude parecchio della drammaticità del personaggio, prima che inizi un nuovo dialogo. Quest’ultimo (tra Jon e altri GdN) è molto interessante, pur trattando cose che si conoscevano già. C’è un serrato gioco, con scambi di battute abbastanza brevi tra parti contrapposte, in cui la situazione viene ripresentata in tutta la sua difficoltà e complessità. Insomma, non è che il capitolo aggiunga particolari cose in più rispetto a quelle che si sapevano già, ma riesce a sintetizzare tutto il quadro talmente bene da essere per me interessante sia emotivamente che intellettualmente.
CERSEI: La condizione di Cersei è resa discretamente, ma avrebbe potuto essere più d’impatto se non fosse stata riassunta. I dialoghi col septon e con Kevan mi hanno divertita abbastanza. Capitolo utile per riagganciarsi alla fine di AFFC (anche in questo caso non ha senso tagliare la storyline di Cersei com’è stato fatto, ma non è un problema del capitolo in sè).
Ciao a tutti, sono Raya, ma siccome non riesco più a recuperare nick e pass vecchi per motivi vari, ho dovuto cambiare identità.
Volevo dirvi che... ce l'ho fatta!!! ho iniziato ADWD a settembre, l'ho abbandonato per tre mesi e negli ultimi dieci giorni, libera dal lavoro, mi sono imposta di finirlo.
un libro che veramente è un diesel: stenta a partire (alcune linee narrative - Tyrion e Quentyn - imho non decollano proprio mai), poi dà timidi segnali di vita, poi sembra calare di nuovo e, invece, miracolosamente, arriva la svolta: la storia inizia a ingranare, prende velocità, credibilità, consistenza narrativa e arriva infine a tagliare il traguardo. Un buon libro? No, ma infinitamente meno peggio di quanto le prime 200 pagine mi avessero fatto temere. Diciamo che siamo più o meno al livello di AFFC.
POV riusciti: Reek su tutti (da solo, vale il libro intero, imho davvero una delle linee narrative meglio riuscite, più intense, drammatiche e devastanti di tutta ASOIAF), Asha, Arya, Victarion, prologo ed epilogo.
POV così così: Jon, Dany (Meereen è un mattone sullo stomaco, ma il vecchio Barristan ha tutta la mia più profonda ammirazione), Bran, Cersei.
POV no: Tyrion, Quentyn, i Martell a Dorne, Jaime (non per il personaggio, ma per l'assoluta inutilità di quel capitolo solitario, piazzato lì senza senso, e dell'ennesimo cliffhanger da feuilleton di serie B... ma per favore!).
Un plauso a parte per: 1) Wun Wun 2) i dragozzi 3) Bloodraven 4) Moqorro (quindi non tutti i sacerdoti di RutRoll sono incapaci come Melisandre...).
Adesso, un po' per volta, andrò a leggermi le discussioni specifiche aperte qui in torre del re perché alcune cose mi sono poco chiare e voglio capire se sono l'unica ad averle giudicate tali o se i dubbi sono comuni.
Un saluto a tutti e - con il solito ritardo - buon 2012!
Ciaooo " />
Avevo letto ADWD nei giorni successivi l'uscita in luglio. Ora, approfittando delle vacanze e dell'uscita della prima parte in Italiano, ho letto i Guerrieri del Ghiaccio per poi continuare l'opera in inglese, completando quindi la mia seconda lettura di ADWD.
I capitoli di Tyrion, che nella prima lettura avevo trovato indigesti, mi sono apparsi sotto luce più favorevole. Invece la maggior parte della storyline di Daenerys continuo a ritenerla poco piacevole, mal gestita e capace solo di rendermi ancor più odioso un personaggio mai apprezzato.
Per quanto riguarda Jon Snow il giudizio rimane complesso: i capitoli rendono egregiamente il suo nuovo ruolo di Lord Comandante, ma al contempo da ADWD mi aspettavo di più delle continue dispute sui razionamenti e sull'integrazione dei bruti (non a caso nel prologo con il POV di Varamyr diffuso qualche anno fa compariva un esercito di Estranei, non una manciata di zombie... segnale che l'azione è "slittata").
Sugli altri personaggi il mio giudizio è generalmente buono, spiccano Davos e Theon.
In definitiva questa seconda lettura ha migliorato un poco il mio giudizio su ADWD, il cui vero difetto, a mio avviso, è la mancanza di 150-200 pagine finali. Un conto è lasciare le vicende in sospeso nell'ambito di una saga, altra cosa è fare come Martin qui, che interrompe la narrazione poco prima della risoluzione di nodi decisivi, come la situazione attorno a Meeren e Winterfell. Queste situazioni lasciate in sospeso rischiano inoltre di rallentare considerevolmente il prossimo libro, a meno che Martin non le risolva "gordianamente" nelle prime pagine, scelta che personalmente mi lascerebbe l'amaro in bocca.
Altre incongruenze sono presenti a valanga, compresa una chicca gustosa, che non so quanti abbiano notato: nello stesso capitolo in cui Tyrion perviene alla già di per sè inspiegabile soluzione che il Giovane Griff sia Aegon (neanche un cervello sommato tra Spock e Sheldon Cooper avrebbe potuto giungere a una simile conclusione), poche pagine prima della sconvolgente deduzione di Tyrion, Martin si lascia sfuggire un "the prince" per parlare del Griffino. Lol, un demone non piccolo tra le pagine di martin.
Forse mi sbaglio io, ma ricordo perfettamente il finale del capitolo di Tyrion precedente a questo, per intenderci quello della scommessa con Haldon e delle tartarughe che gli escono dal di dietro ... Ecco non è forse possibile che proprio Haldon possa aver detto qualcosa a Tyrion sulla reale identità di Griff il giovane dopo aver perso la scommessa a cyvasse?