PazienzaNon sono per niente d'accordo.
Dipende. Se stai scrivendo un romanzo d'appendice a puntate si. Il suo presupposto si basa proprio sul creare delle aspettative tali da farti leggere il seguito il giorno/settimana/mese successivo.Un romanzo deve avere un inizio e una fine, ma questo fatto non c'entra con quando è uscito.
Ma se lasci passare 6 anni da una puntata all'altra allora come feuilleton fa decisamente schifo.
Certo, a distanza di anni il gap temporale non ha più importanza, e allora entrano in ballo altri elementi (e questi nel caso specifico di ADWD lo condannano miseramente).
ADWD non doveva uscire. Non così come è uscito. E forse neppure AFFC. Solo che se una volta uno può essere tollerante, la seconda volta uno si stufa.
Rischiando di non leggerla mai?Anche perché in caso contrario avrei letto la saga solo quando sarebbe stata terminata, perché sarebbe ovvio che l'attesa peggiorerebbe le cose.
Ovviamente se qualcuno come Oggettivista non si è mai interessato alle storyline di Jon, Dany e Bran e ha sempre odiato le ambientazioni dell'est, è ovvio che per la maggior parte si romperà a leggere ADWD e su questo c'è poco da discutere.
Sarà che io ho la "fortuna" di apprezzare grossomodo tutti i personaggi principali, chi più chi meno.
Pure io apprezzo tutte le storyline. Non apprezzo leggere un libro di un autore che dopo essere stato giustamente osannato per le sue qualità si sta Jordanizzando.
Di questo passo saranno le nebbie del tempo a inghiottire Walder Frey, non una spada di acciaio di Valrya impugnata da uno Stark.
Per i personaggi, la questione è diversa. Parliamo della versione romanzata del gap, una fase in cui molte personalità sarebbero rimaste congelate, in assenza di eventi clamorosi che le modellassero. Per dare ai personaggi una parvenza di evoluzione, quindi, Martin è intervenuto artificialmente: li ha fatti smarrire per poi farli tornare come prima. Stesso punto di arrivo, ma con l'illusione di un cambiamento. Vale per molti.
Sono perfettamente d'accordo. Il famoso gap di 5 anni era concepito per una situazione assolutamente statica in cui sarebbero accadute pochissime cose; il fatto che lo zione abbia sentito la necessità di descrivere quegli eventi porta direttamente alla conseguenza di avere dei capitoli a volte banali e dispersivi. Solo alla fine con l'avvicinarsi dei veri cambiamente si coglie l'inizio di una nuova evoluzione.
Peraltro credo che alcuni archi narrativi siano importanti per giustificare l'evoluzione dei personaggi e dare loro una credibilità: Jon e Dany in particolare funzionano molto bene quando vediamo i loro fallimenti nel gestire il potere per mancanza di esperienza o incapacità di compromesso.Saranno capitoli nioiosi da leggere ma hanno una loro coerenza tematica, e tra l'altro umanizzano di più i loro personaggi.
Da un lato io sarei ancora più drastico, perché per me AFFC e ADWD formano un blocco unico: non 1000, ma più di 1600 pagine di transizione tra la prima e la seconda parte della saga. Certo, 1000/1600 pagine sono tantissime. ADWD da solo raggiunge quasi la lunghezza del Signore degli Anelli, e questo dice molto...ma già le 1000 pagine di ASOS erano qualcosa di sproporzionato rispetto a quello a cui siamo abituati. Facendo parte della stessa storia di ASOS, direi che le 1000/1600 pagine rimangono eccessive, ma di poco. Non è un eccesso terribile. Sarebbe un discorso molto diverso se dopo un ASOS di 300 pagine avessimo avuto una transizione del genere. E sono anche convinto che se la saga fosse già pubblicata per intero, la penseremmo diversamente.Non dico certo che non ha senso una transizione. Dico che non trovo stimolante, da lettore, scoprire che la quasi totalità delle pagine è dedicata ad essa.
Non perdiamo il senso delle proporzioni: sono mille pagine, un'enormità. Mille pagine sgravate dalla premessa e da diversi personaggi, eppure non sono bastate. Per me, questo è eccessivo.
E, sì, la storia (il gap romanzato, in realtà) l'ho trovata prevedibile a grosse linee, una volta capito il meccanismo. La quasi totalità è riassumibile in appena tre/quattro idee, ripetute di volta in volta con personaggi e situazioni differenti.
Anche sulla prevedibilità sono d'accordo, ma solo in parte. In un romanzo del genere anche conoscendo la trama a grandi linee rimangono un sacco di sorprese e dettagli meno prevedibili che rendono la lettura più coinvolgente. Inoltre mi piacerebbe sapere quanto ognuno sapeva delle anticipazioni e dei capitoli che erano già stati letti da Martin alle convention o pubblicati per intero sul suo sito. Annoiarsi conoscendo già il contenuto delle prime 300-400 pagine o non sapendo niente è diverso.
I capitoli di Dany in primis, lei è sempre peggio, un personaggio che ho mal sopportato in AGOT, che ho cominciato a detestare in ACOK e ASOS, e che ora disprezzo visceralmente. Una ragazzina stupida, e a cui finisce sempre tutto bene. O perché ha avversari patetici, o perché ha una fortuna sfacciata. Le sue vicende mi sembravano esattamente come una partita a uno dei vari videogame della Total War, con il giocatore umano ebete che per sopperire alla propria idiozia ha impostato la difficoltà al minimo e ha pure attivato i trucchi: chiaramente il giocatore, essendo ebete, non riesce a gestire decentemente nemmeno l'unica città che gli resta, e quindi l'economia comincia a collassare, la popolazione gli si rivolta contro e gli eserciti nemici si avvicinano. Allora l'intelligenza artificiale, che è stata impostata su difficoltà minima e che perciò vuole la vittoria del giocatore, deve letteralmente ingegnarsi per non fargli perdere la partita. Decide quindi di far fermare gli eserciti fuori dalle mura della città senza attaccare, accetta i vari stupidissimi trattati di pace proposti dal giocatore, e gli offre del tempo prezioso per permettergli di risollevarsi. Però, giusto per fargli vedere che il nemico non si sta girando i pollici e basta, effettua anche qualche tentativo di assassinargli il capofazione, in modo da tenerlo sempre apparentemente sulle spine. In realtà, tuttavia, l'IA non vuole che questi tentativi riescano per davvero, perché come detto spera nella vittoria del giocatore, e quindi li fa fallire appositamente... e come potrebbe non fallire l'avvelenamento di una ciotola di locuste al miele? Il giocatore comunque non ce la fa, è troppo ebete per vincere la partita onestamente, e dunque attiva i trucchi: immunità alle malattie e tre draghi invicibili.
Questa è la definizione migliore che io abbia mai sentito dei capitoli di Dany! " /> se già prima era il personaggio di cui leggevo meno volentieri, ora veramente è diventata insopportabile: inizio a pensare che il motivo per cui mi è piaciuto, e tanto, AFFC sia stato fondamentalmente la sua assenza. Meglio le peripezie di Brienne (perlomeno è un personaggio con cui un minimo di empatia è possibile) che i problemi di governo (o le cotte adolescenziali) di Dany.
Ho cercato di seguire tutto il resto della discussione e penso che probabilmente parte del mio disappunto, in verità neanche così enorme, verso ADWD sia dovuto, come qualcuno ha detto, alla lunga attesa; allo stesso tempo, anche cercando di guardarlo senza preconcetti e senza attacchi da fangirl (il mio odio per Dany, il mio amore per gli Stark e Jaime).. era così difficile cercare di chiudere almeno qualche sottotrama che era in sospeso da AFFC? Per l'appunto Jaime&Brienne, o anche l'arrivo di Victarion. O almeno risparmiarsi i troppi cliffhanger finali (Dany, Jon, Theon Stannis & co)? Penso che un buon lavoro di editing, anche a costo di un'attesa di qualche altro mese (tanto ormai...), sarebbe stato risolutivo o almeno avrebbe lasciato un senso di minore delusione...
Finito.
Per la prima volta lho letto in inglese e, dal punto di vista della scrittura, mi ha fatto unimpressione migliore. Dialoghi ottimi, forza delle descrizioni, introspezione dei personaggi sempre di alto livello.
Il mondo Martiniano viene svelato sempre più: ormai ogni angolo della mappa è stato mostrato.
Le note dolenti riguardano lo sviluppo degli eventi. La visuale si allarga troppo e il ritmo rallenta: troppe sottotrame, troppi personaggi, troppi eventi collaterali e non indispensabili.
Come per AFFC si avverte in qualche passaggio un senso di brodo allungato, e un fastidioso virare verso la soap opera. Tyrion sballottato da una parte all'altra senza scopo (se non quello di mostrare lOriente); Dany continuamente alle prese con i suoi doveri e suoi amori adolescenziali. Almeno i capitoli di Jon sono più interessanti, perché i problemi si rinnovano e sembrano meno ripetitivi.
Come farà il buon Martin a tirare le fila di tutte le decine di sottotrame in due soli libri? Di certo dovrà accelerare parecchio il ritmo, perché se proseguisse con quello degli ultimi due libri, gliene servirebbero almeno altri 5.
Comunque, nonostante qualche piccola macchia, ASOAF rimane sempre il miglior fantasy (e non solo) in circolazione.
ps: questo è anche il libro più fantastico: tartarughe giganti, draghi in azione, preti rossi sempre più presenti, qualche trucchetto e incantesimo di Melisandre svelati (anche qualcosa dei muta-faccia), il corvo dai tre occhi, i fanciulli della foresta, ecc.
Una cosa che mi ha infastidito è che Martin abbia avuto necessità di introdurre un altro cattivo cattivo, dopo la fine dei Guitti Sanguinari. Mi riferisco al Bastardo di Bolton, ovviamente
A me è piaciuto molto, soprattutto i capitoli di Bran e Jon, che ha fatto ciò che doveva per prepararsi alla guerra con gli Estranei.
Se muore devvero Martin lo raggiungerà nei 7 inferi molto presto http://www.labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/jaqen2.gif
Non direi. Che Ramsay Snow/Bolton fosse un personaggio simile lo si capiva già da ACOK, non è certo una sorpresa, al di là del fatto che sia un buon personaggio o meno.Una cosa che mi ha infastidito è che Martin abbia avuto necessità di introdurre un altro cattivo cattivo, dopo la fine dei Guitti Sanguinari. Mi riferisco al Bastardo di Bolton, ovviamente
Infatti già da come è stato presentato in ACOK mi pare difficile avere il dubbio "ma forse non è poi così cattivo..." " />
Più che altro, è averlo più presente che dopo un po' stufa.
Ramsay è uno dei personaggi meno credibili della saga
fino a quando rimaneva sullo sfondo
con le sue oscene imprese avvolte in un alone di mistero e diceria
poteva stare ancora in piedi
ma visto da vicino
è ridicolo
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Ramsay è uno dei personaggi meno credibili della saga
fino a quando rimaneva sullo sfondo
con le sue oscene imprese avvolte in un alone di mistero e diceria
poteva stare ancora in piedi
ma visto da vicino
è ridicolo
Ecco, infatti non mi riferivo al momento in cui entra in scena, ma al suo stesso entrare in scena. Non voglio arrivare a definirlo ridicolo, ma forzato sì: in questo senso, prende il posto dei Guitti e della Montagna, come cattivone sadico e fuori di testa.
Evidentemente, serve a Martin per disegnare la parte cruenta e crudele, ma il rischio è scivolare nel macchiettistico e nel poco reale.
Non era necessario.
Meglio, molto meglio, il cattivo alla Bolton padre.
beh i serial killer ci sono... e ramsay bolton è un serial killer.
sono d'accordo che stufa e non c'era bisogno che l'antagonista principale di adwd fosse uno psicopatico maniaco (ci sono tipologie di cattivi molto più interessanti) ma non so mica quanto "irreale" sia...
Sì, ma i serial killer non conducono eserciti in battaglia, essendo degli psicotici fatti e finiti
Ramsay è proprio un personaggio da romanzetto di serie B, ecco
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Essere sadici e totalmente cattivi significa essere psicotici. Ramsay Snow non mi sembra proprio così. E' capace di razionalità e non ha una percezione della realtà alterata. E' psicopatico e sadico, piuttosto. Non penso che ciò escluda la possibilità di essere in posizioni di potere alte (a maggior ragione in una società dove le posizioni di potere sono date più dalla nascita che dal merito).
Comunque un personaggio così cattivo magari può anche essere interessante se ben approfondito. Ma non è il caso di Ramsay...