Ci sto lavorando, chiedo pazienza! Alla fine sarà leggibile e decente.
Tornite significa anche ben in carne, il che nei tempi moderni non sposa del tutto l'ideale di bellezza. Comunque, per evitare fraintendimenti, cambierò. Ho inviato il racconto in bozza perchè mi era stato suggerito di affrettarmi da una seconda mail della Mondadori. In pratica, non ero stata ancora presa in considerazione perchè molti altri lavori erano...uhm, come dire...passati avanti. :unsure: Ma siccome Dazieri vuole aiutare i giovani, ha deciso di valutarmi. So che usare l'età giovane per pubblicare di questi tempi è sinonimo di schifezza, ma credo nelle mie capacità e sono sicura che con pazienza e un rigoroso lavoro di revisione produrrò qualcosa che valga la pena di essere letto.
Ci sto lavorando, chiedo pazienza! Alla fine sarà leggibile e decente.
Tornite significa anche ben in carne, il che nei tempi moderni non sposa del tutto l'ideale di bellezza. Comunque, per evitare fraintendimenti, cambierò. Ho inviato il racconto in bozza perchè mi era stato suggerito di affrettarmi da una seconda mail della Mondadori. In pratica, non ero stata ancora presa in considerazione perchè molti altri lavori erano...uhm, come dire...passati avanti. :unsure: Ma siccome Dazieri vuole aiutare i giovani, ha deciso di valutarmi. So che usare l'età giovane per pubblicare di questi tempi è sinonimo di schifezza, ma credo nelle mie capacità e sono sicura che con pazienza e un rigoroso lavoro di revisione produrrò qualcosa che valga la pena di essere letto.
Oh, finalmente ho capito come sono andate le cose.
/me esulta
Se lo avessi detto dall'inizio che le cose stavano così, ti avrei fatto molte meno domande. Solo che fornivi informazioni con il contagocce. Per alcuni di questo forum ciò che hai fatto sarà inaccettabile, ti avverto. Ma se per te è così importante pubblicare adesso, non credo che avresti potuto perdere quest'opportunità. Speriamo che il coraggio paghi. :unsure:
Tornite significa anche ben in carne, il che nei tempi moderni non sposa del tutto l'ideale di bellezza. .
Sì, ma sempre con connotazione positiva :unsure:
Scusa se sono tanto puntigliosa su queste cose, ma quando leggo un libro mi piace che l'uso della lingua rasenti la perfezione :victory:
In ogni caso, in bocca al lupo con la revisione :unsure:
Si, tornite ha un'accezione esclusivamente positiva (come ci conferma il buon demauro: http://demauroparavia.it/46829/tornito ).
Comunque non capisco tutta questa fretta di pubblicare. Ok, hai un'occasione, ma quando sarai una scrittrice migliore avrai meno romanzi che "passano avanti" al tuo, sarai tenuta in maggiore considerazione, avrai del materiale VALIDO. Ci tieni veramente tanto ad essere pubblicata per poi diventare una di quelle tante autrici mediocri apprezzate da poca gente, che finiscono subito nel dimenticatoio, non lasciano un segno ma vanno in giro a vantarsi di aver pubblicato un libro, neanche fossero le nuove Shakespeare? Fossi in te ci penserei due volte, anche tre.
Non è l'unica occasione della tua vita, sei giovane e puoi fare di meglio.
Intanto mi assicuro di aver per lo meno arginato il flusso della concorrenza, poi dovesse andarmi bene presenterò la bella del racconto. In ogni caso si deve fare editing prima di pubblicare. Pubblicare con Mondadori non è una cosa che capita a tutti e facilmente, quindi bisogna saper cogliere subito le opportunità. Credo sarà valutato positivamente, il contenuto è buono. Le descrizioni sono pure buone, anche se vanno sfoltite, e lo sto facendo. L'unico vero problema, del quale non mi ero accorta, è quel capitolo da riscrivere.
Comunque, dovesse andarmi male, che mi importa? Io quando punto ad una meta la raggiungo sempre! Proverò finchè non riuscirò nell'intento.
ps: con che sostituisco tornite? con formose, piene? datemi dei suggerimenti
Aspetta, tu non hai nessun accordo con la Mondadori per pubblicarlo. Non sei stata scoperta da loro e hai deciso di cederglielo così anzichè rifiutare la proposta per avere il tempo di migliorarlo. Per quello che sappiamo sei una fra X aspiranti autori che hanno mandato il proprio lavoro. Potevi mandarlo prima, potevi mandarlo dopo.
Per me ha ragione Calinn, se te lo pubblicano rischi di ritrovarti l'etichetta di autrice-meteora e sparire. Poi magari farai qualcosa di buono, ma a quel punto ti sarai bruciata. E' una buona idea?
Inoltre questa frase:
mi sa vagamente di onnipotenza. :unsure:Io quando punto ad una meta la raggiungo sempre!
A parte questo, la mia opinione è che l'editing dovrebbe essere un'operazione limitata, una sorta di beta-reading professionale. Così sembra che ti vada bene se anche lo riscrivono, e che quindi non importa se gli mandi cose provvisorie o fatte male. Non penso che di fronte alla prospettiva di un editing così massiccio siano entusiasti...
Non mi ritengo onnipotente, sono solo molto determinata e decisa. Con l'impegno, anche a costo di gettare il sangue, ho sempre ottenuto tutto quello che per me era importante. Mi piego, se devo, ma non mi spezzo difronte a nulla.
Ammetto di aver sbagliato ad inviarlo così presto, ma allora non mi ero accorta di dover apportare così tanti cambiamenti. Purtroppo come ho già detto ho scritto il racconto a pezzi, tra i quali passano intervalli che vanno da mesi ad anni, e quindi ho preso in considerazione nel mandarlo il fatto che i pezzi più recenti andavano bene. Non mi ero resa conto che molti altri erano in stato di bozza!
Che dire, pazienza. Dovessero andarmi male le cose, avrò sempre imparato una lezione importante! :unsure:
pubblicare è niente; quasi chiunque dotato di un minimo talento riesce a pubblicare.
certo se te lo pubblica mondadori è molto buono, anzi buonissimo, qualcosa vendi sicuramente, ma se vendi meno del previsto sei finita. kapput, bruciata in partenza. Se fallisci con mondadori non ti prende più nessuno.
io punterei sulla qualità, piuttosto che pubblicare qualcosa in fretta e furia, perchè se sbagli il primo libro, ed è un libro che ottiene da subito visibilità, è durissima risalire.
Lo so :unsure:
Spero solo che accettino di pubblicarmi e di revisionare tutto inserendo le mie modifiche.
ps: con che sostituisco tornite? con formose, piene? datemi dei suggerimenti
boh, puoi provare con magre, anche se non mi piace molto il suono poi...puoi provare a riscrivere l'intera battuta tipo "Non saranno magre (o aggettivo che preferisci) ma sono dritte, a me piacciono" oppure "A me piacciono, non saranno /sono magre ma sono dritte"...puoi giocartela in tanti altri modi, scegli quello che ti suona meglio :unsure:
Lascio il mio piccolo pensiero... >_>
ho seguito il dibattito di questo thread con grande interesse, osservando la discussione dipanarsi e divenire un interessante esempio di collaborazione attiva e di consiglio reciproco percui mi permetto di inserire la mia opinione... Secondo me, a prescindere da quanto buona sia l'idea ovviamente di essere pubblicati da Mondadori, lanciarsi cosi' con materiale "non pronto" che sicuramente verra' sminuzzato, digerito e ricreato dall'editing (e fidati so di cosa parlo) della casa non e' una mossa molto felice.
Purtroppo rischi proprio di essere abbinata a quei nomi (gradisci la galanteria del non citare...) che tanto detesti o addirittura di vedere il tuo lavoro reso UGUALE a quelli.
Se il tuo desiderio e' quello di creare un'opera organica e profonda (comprendo a pieno come le tue esperienze ti guidino, ho sofferto anch'io per la stessa situazione...) ti posso solo consigliare di ricordare che Maestro Tolkien e i suoi pari non pubblicavano mai in fretta...
Vedi Martin...
Per il resto : IN BOCCA AL LUPO, da qualcuno che cova una saga fantasy da 15 anni...
Alla fine ho comunque letto il tuo primo estratto.
Non è per niente il mio genere, la scrittura è troppo ingenua e si vede l'inesperienza, è tutto detto in modo molto banale (a volte anche poco convincente).
Però, al di là di tutto questo, ti segnalo alcuni dei (secondo me) errori specifici:
inciampando nei sassi quasi ogni cinque o sei passi, ma lui la salvava dalle cadute dirigendola abilmente con la mano
Cioè... ti mmagini una che mentre cammina ogni 5 passi inciampa e deve essere "salvata"? Sembra davvero una con dei problemi, non solo imbranatina >_>
Piuttosto dì che è inciampata 2-3 volte lungo il tragitto, tho.
Ma poi scusa, lui la salva "dirigendola"? Non mi sembra un termine appropriato, al massimo "sorreggendola".
Rose esitò appena prima di commentare, ancora immersa nel racconto del canto, che sembrava essersi materializzato davanti i suoi occhi per effetto di qualche strano incanto
Questa ripetizione di "canto" fa un bruttissimo effetto-filastrocca.
E poi, in generale, ci sono parecchie ripetizioni brutte da leggere. Adesso non sto a segnalartele tutte, ma ricontrolla bene.
Te ne faccio notare ancora una molto evidente...
Lei piangeva, il capo chino sulle ginocchia. Voleva che fosse davvero tutto un brutto sogno, voleva risvegliarsi nel suo letto e scoprire di avere ancora opportunità per realizzare i suoi sogni. E invece tutto quello era vero, paradossalmente vero. Quante volte aveva sognato quel momento da bambina? Tante, e si era sempre detta che sarebbe riuscita a trovare il suo principe, l’unico uomo della sua vita. Non immaginava che quel sogno si sarebbe trasformato in una così dura realtà.
Poi...
Questa, approssimativamente, è la canzone:
Approssimativamente? Mi sembra che la canzone gliela canti tutta, bene per intero. Di tanto "approssimativo" non ci vedo molto.
In generale, ci sono un sacco di avverbi, aggettivi, parole aggiunte inutilmente, che sarebbe meglio evitare e sembrano essere messe lì tanto per riempire spazio.
ammise con sincerità ed un largo sorriso
Se ammette una cosa, è chiaro che lo fa con sincerità. Aggiungere "con sincerità" è assolutamente inutile e brutto da leggere, specialmente se poi dici "ed un largo sorriso". Scrivi semplicemente "ammise con un largo sorriso". Ma in realtà sarebbe meglio anche evitare "largo". Secondo me dovresti resistere alla tentazione di infilare più aggettivi che puoi. Spesso essi non dicono niente di speciale, non fanno altro che aumentare il senso di banalità e di "scrittura per riempire lo spazio".
lo fissò intensamente con i suoi grandi occhi da cerbiatto
Al di là della questione banalità-non banalità, a me che questa parte provoca anche un fastidioso effetto di passaggio di punti di vista.
Tutto questo tuo estratto sembra essere narrato strettamente dal punto di vista di Rose. Se ti metti a descrivere i suoi occhi o il suo sguardo invece sembra che il punto di vista cambi bruscamente, passando ad uno esterno a lei (quello del tipo o del narratore onnisciente), e poi torni di colpo ad essere quello di Rose. Insomma, per me fa un brutto effetto.
Se vuoi parlare dei suoi occhi, ti consiglio di farlo in un'altra occasione o trovare un altro espediente per farlo. Se vuoi esprimere i suoi sentimenti parlando dello sguardo, ti suggerisco comunque di farlo in un altro modo.
Che dire? Mi pento di aver mandato la brutta copia a Mondadori, mi pento di aver postato la brutta copia del capitolo. Ho già corretto tutte le imperfezioni che mi sono state segnalate, e molte altre ne sto correggendo. Spero di finire entro la fine di Maggio, ma temo sarà difficile. La scuola incombe su di me, per non parlare dei doveri domestici...ma alla fine sono sicura che riuscirò ad organizzare bene tutto il materiale! >_>
ps: userò l'espressione non sono magre ecc...è la più convincente. Grazie! :unsure:
Se ammette una cosa, è chiaro che lo fa con sincerità. Aggiungere "con sincerità" è assolutamente inutile e brutta da leggere
Non necessariamente, dipende dal perché lo ha scritto: scrivere "ammise con sincerità" può essere utile per enfatizzare la sincerità e per spostare l'attenzione su di essa; "ammise" dice che ammette, "ammise con sincerità" sottolinea la sincerità dell'ammissione.
Ovvio, deve adattarsi alla situazione, l'enfasi deve avere un senso, e non sono cose di cui abusare: se tutti ammettono con sincerità la valenza rafforzativa viene meno; ma di per sé non è sbagliato.
Non mi uccidete perchè scoccio, ma vorrei dei pareri sul prologo della seconda parte del racconto, o non posso continuare con la stesura(non riesco a smettere di scrivere il seguito, è più forte di me). Vorrei sapere se è abbastanza coerente e realistico. Criticatemi pure, tanto è in fase di modifica! >_>
ps:se vi siete stancati di me, potete anche ignorarmi, non mi offendo.
Le vie di Parigi erano deserte quel 31 Maggio 1786, immerse in un inquietante e insolito silenzio. La piazza principale era gremita di persone, borghesi e povera gente, accorsa per assistere alla condanna. Aspettavano con trepidante attesa l'arrivo della ladra, ognuno bisbigliando parole incomprensibili all'orecchio del compagno. Le guardie stavano in allerta, osservando con circospezione la folla immensa del popolo, occasionalmente facendo indietreggiare qualcuno che si era avvicinato troppo. Tutto quell'interessamento era strano, soprattutto per una contessa. Anche se ormai Jeanne Valois tutto era, meno che una nobildonna. Eppure un tempo il suo nome era sulle labbra di tutte le donne nobili, e in tutti i salotti francesi non c'era persona che parlasse di lei senza lodarne grazia e intelligenza.
Jeanne guardò la massa informe di straccioni che la circondava, gli occhi neri pieni di disprezzo e di odio. Lei non era come loro, si era elevata sopra le loro miserevoli teste da quando aveva scoperto la magia. Figlia di prostituta, ecco come solevano chiamarla quei vermi. No, lei era nobile, donna libera da tutto e tutti. Con il suo denaro aveva ottenuto titolo, amore, lusso e soprattutto indipendenza. La stessa indipendenza che in quel momento, mentre era trascinata da due soldati verso la piazza, le dava la forza di affrontare quell'umiliazione.
I soldati scaraventarono la donna a terra, come fosse un sacco di sterco. Lei rovinò nella polvere, battendo col viso sul pietriccio. Senza nemmeno un urlo o un'imprecazione, si alzò sulle ginocchia, il viso emaciato grondante di sangue. Una delle guardie avanzò verso di lei, brandendo un ferro incandescente con la punta a forma di V. Jeanne lo fissò come una cagna rabbiosa, pronta a dar battaglia. Non avrebbe permesso che la privassero della sua dignità di nobile per colpa dei capricci della regina, a costo di morire. Si issò in piedi e si slanciò in avanti, ringhiando ferocemente. I due uomini alle sue spalle l'afferrarono per i boccoli fulvi ormai sfatti, trattenendola a viva forza. La donna urlò furiosa, dimenando invano le braccia esili. Uno dei due che la teneva per i capelli le diede un calcio alla schiena, forzandola a piegarsi in avanti. Ci volle l'aiuto di una terza guardia per mantenerla mentre il simbolo incandescente veniva impresso a marchio sul suo petto, a designare il suo stato di ladra. Quando il dolore ebbe il sopravvento sulla sua ferocia, e quando il suo grido d'angoscia si estinse, la trascinarono al carcere della Salpetrière. La sbatterono in una cella buia e maleodorante, assieme alle altre sgualdrine.
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Londra, 23 Agosto 1791
"Meglio la morte che l'umiliazione" si disse Jeanne, i passi dei soldati francesi che si avvicinavano sempre di più. Non era fuggita dal carcere per perdere nuovamente la libertà, preferiva finire la sua vita da donna nobile che da donna schiava. Aprì le imposte della finestra, montò sul davanzale, spiccò il salto nel vuoto. "Non avrò pace senza vendetta"pensò mentre precipitava verso terra. Il drappello la trovò sfracellata al suolo, il corpo mostruosamente contorto e il viso segnato da una sinistra smorfia di astio rabbioso. Al suo collo, brillava un filo di diamanti dal taglio impeccabile. Qualcuno fece per prenderlo, ma il generale lo bloccò. :<<Non toccarla! Era una strega!>>esclamò con terrore, portando via i suoi uomini dalla strada. Il corpo di Jeanne fu buttato in una fossa comune, e non ci fu alcun funerale. Nessuno desiderava ricordarla.