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L di Lord Alexander Stone
creato il 04 maggio 2009

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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 17 giugno 2009 21:42

io ho già detto per pm che per me la questione del fattaccio è chiusa :lol:


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 17 giugno 2009 21:43

Disposti a perdonarmi? Se si, esporrò le mie domande.

ps:e dai, perdonatemi...come fate senza di me, il troll femmina più interessante del forum? :wub:

Spara le domande, che aspetti. Sono curioso. :lol:



AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera
Guardiani della Notte
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AryaSnow
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Guardiani della Notte

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Inviato il 17 giugno 2009 21:45

Ritorno per avere chiarimenti, e CHIEDO SCUSA. Ho sbagliato ad andarmene così di fretta, e mi dispiace. :lol: Sono molto impulsiva, ma quando sbaglio so tornare sui miei passi. Disposti a perdonarmi? Se si, esporrò le mie domande.

ps:e dai, perdonatemi...come fate senza di me, il troll femmina più interessante del forum? :wub:

Assolutamente sì, ti "perdono" più che volentieri ^_^

Adesso leggo il tuo ultimo brano, dai.


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Qhorin Halfhand
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Qhorin Halfhand
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Inviato il 17 giugno 2009 21:47

Gente, cerchiamo di rimanere in IT e lasciamo certe polemiche ad altri "luoghi" :lol:


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meloth
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meloth
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Inviato il 17 giugno 2009 22:10

Allora, vorrei sapere cosa significa esattamente scrittura immatura, con un esempio concreto. Poi cosa si intende per similitudini da 1 media? E perchè sbaglio ad usare gli aggettivi?

 

Per rendere tutto più criticabile, posto il prologo(la versione buona, non la bozza della Cittadella) dove uso diversi aggettivi. Fatemi esempi su questo.

 

La sacerdotessa di Irminsul si svegliò al canto dell'usignolo. Giaceva sulla soffice lettiga della torre ovest, l'esile corpo avvolto da morbide pelli e inondato dai raggi argentei della luna. Si alzò e con passo leggiadro avanzò verso la finestra centrale, scrutando pensierosa nel buio della notte. La pioggia aveva cessato di cadere da poco, lasciando il posto al sereno.Tutta l'isola era immersa in un dolce silenzio, il cielo era limpido e la brezza notturna fresca e leggera. La dama colse una delle rose rampicanti che correvano lungo le mura del castello e ne annusò il delicato profumo, ripensando ai giorni lontani della sua gioventù, quando pioggia e sole non avevano alcuna importanza per lei. Trasse un lungo sospiro, un sospiro denso di tristezza e nostalgia. Era stanca, e non di tutti quei secoli di vita, ma di quegli ultimi attimi pesanti come un'eternità.

Il fruscio di passi la fece voltare indietro, lo sguardo ancora perso in ricordi remoti come l'abisso del tempo.La figura di suo figlio si andò delineando sotto i raggi lunari, bella e imponente.

La sacerdotessa gli sorrise dolcemente, poi gli andò incontro e tese una mano delicata verso il suo volto pallido e provato.

:<<Ti stavo aspettando da tempo. Come mai hai tardato?>>gli chiese premurosa.Il figlio posò la propria mano su quella della madre,poi rispose malinconico:

<<La malattia mi ha sorpreso ancora, mamma. Credevo di essermi liberato, invece sono ancora suo schiavo.Temo che presto dovrò andare via>>

<<Vorrei che i miei poteri bastassero per farti guarire,ma così non è. Mi sento tanto inutile>>replicò la donna accorata, sfuggendo al tocco di lui e tornando alla finestra.

Restarono in silenzio per diverso tempo, lei con gli occhi fissi nel buio, lui in piedi fissando la luna calante. Poi la voce della dama ruppe quel profondo silenzio.

:<<Il tempo della profezia è giunto, nuovi e grandi poteri si sono risvegliati.I cambiamenti sono già in atto, tutta la Madre Terra è in fermento.Il mondo sta mutando, e la fine del mio popolo è vicina>>

<<Di cosa stai parlando, mamma?>>chiese turbato il ragazzo, avvicinandosi alla madre e cingendole le spalle <<Non devi avere paura di nulla, sei la sacerdotessa di Irminsul>>la rassicurò poi.

Lei si voltò lentamente, il viso colmo di un'amara consapevolezza.:

<<Il tempo scorre, le cose cambiano, il vecchio lascia il posto al nuovo>>disse con amarezza al figlio<<e quantunque io sia immune al tempo, non lo sono ai suoi mutamenti. Non più, in questo mondo avvolto dalla tenebra. Però il mutamento può verificarsi in meglio, anche se per me sarebbe comunque la fine.Isgard ha ancora una speranza, e quella speranza si trova nella profezia>>

<<Ma la profezia è perduta>>replicò lui

<<No, c'è qualcuno che la conserva, qualcuno che come me ha memoria del tempo in cui fu fatta. Vai da Myrddin, cercalo ovunque egli sia, in questo mondo come nell'altro. Lui è l'unico che sa. Ti prego, fallo per me>>

<<Si mamma, lo farò. Potrei mai rifiutare un favore alla donna che mi ha allevato in tutti questi anni?>>rispose il giovane baciando il capo della sacerdotessa.

Si avviò verso le scale della torre, quando sua madre lo fermò con un gesto della mano. Era la prima volta che piangeva dopo tutti quei secoli di vita.:

<<Comunque vadano le cose, ricorda sempre che ti ho amato come se fossi figlio mio>>. Lui calò il capo in segno di assenso e sparì alla sua vista.

 

ps:ho impaginato bene sta volta? Mi sembra di si


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 17 giugno 2009 22:22

come impaginazione va molto meglio :lol:

 

ora non ho proprio tempo di stare ulteriormente al pc, ti rispondo solo alla questione scrittura immatura:

 

un esempio concreto che al momento mi viene in mente è la caatterizzazione che la troisi fa del suo personaggio nihal. utilizzo proprio lei perchè so per certo che il libro lo hai letto, quindi puoi capire cosa intendo.

E' chiaro che nelle intenzioni dell'autrice il personagigo di nihal dovesse mostrare una sua evoluzione, il suo passaggio da bambinetta ad adolescente e via dicendo, ma non c'è riuscita.

Il personaggio ti fa cariare i denti e l'evoluzione che fa sembra una cosa da fiction della rai. Si leggono quattro stereotipi, il personaggio risulta monocorde e noioso. Male intenzioni dell'autrice era tutt'altre!

 

Per immaturità intendo quando ti poni un obiettivo ma per "imperfezione della lingua" non ci riesci. Tu sei giovane, sei ai primi tentativi di scrittura, ti sei posta degli obiettivi molto alti ed è normalissimo che ancora tu non ci sia riusciuta.

Non descrivi col tono adatto le varie situazioni, quella di gwyneth per esempio ha un tono eccessivamente drammatico e infarcito di aggettivi che paiono usciti da uno stilnovista. Oltretutto ti ripeti un po' nell'usarli.

Hai detto che questo è l'unico pezzo in cui vuoi presentare il personaggio, ma non ottieni l'effetto voluto: ce ne sono troppi e il testo ne viene appesantito e imbruttito.

Non ahi raggiunto il tuo obiettivo, come hai fatto adesso non "funziona". prova in un altro modo.

 

Stessa cosa per la scena di sesso: se non pensi di poterla racconatre bene, non puoi passare da una narrazione iperdettagliata a una scarnissima e poi tornare a quella dettagliata nel giro di mezza facciata.

Se ritieni di non poter scrivere qualcosa che non sia volgare o che ti piaccia, non ce la mettere, modifica un po' la storia, magari dì che il fattaccio era avvenuto prima, o è cosa consueta.

Se la lasci così suona immaturo: chi legge pensa che l'autore non è stato capace di scrivere una scena decente o è troppo pudico per farlo, rendendo lo stile narrativo incoerente (o sei particolareggiato o non lo sei, non puoi farlo solo quando ti fa comodo).

 

ora devo andare, ritornerò:wub:


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Qhorin Halfhand
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Qhorin Halfhand
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Inviato il 17 giugno 2009 22:59

ps:ho impaginato bene sta volta? Mi sembra di si

 

 

Adesso si :lol:


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meloth
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meloth
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Inviato il 17 giugno 2009 23:00

Ora è tutto molto più chiaro, grazie ^_^

Ovviamente la scrittura deve matura, e dovrà sempre adattarsi alle varie situazioni che man mano si presentano. Io amo sperimentare, ma devo passare bene al setaccio tutto quanto. Ci riuscirò, anche se cercherò di non rinunciare troppo allo stile...me lo permettete di dire che mi piace quel tipo di linguaggio? :lol: Lo so, è un difetto, ma mi piace...perdonatemi almeno questo ;)

Però controllando ho aggiustato degli aggettivi fuori posto, perchè abbondavano troppo quelli riferiti al fisico di lei e alla sua "delicatezza", dato che andando avanti dovrò riprendere il suoi aspetto per forza. Ma per non rinunciare al tono drammatico, ho alternato a fanciulla serva e sguattera. La scena di violenza non la voglio troppo forte, e non perchè mi scandalizzo(gli orchi si daranno non poco da fare nelle orge... :wub: ),ma perchè la voglio scarna.


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 18 giugno 2009 18:22

allora, se sei d'accordo per spiegarti alcune cose riguardo gli aggettivi e le scelte lessicali in sè, i riferirò solo al brano con gwyneth, finora è il migliore che hai postato.

 

Sulla scena di sesso, il fatto è che leggendola si sente lo stacco tra la parte precedente e il resto, non è questione di descrivere una scena scarna. Col resto della narrazione si avverte quasi un "balzo".

 

Sulla scrittura in sè, vedrò di essere quanto più chiara possibile:

non è un problema se un autore sceglie un tono o un registro linguistico rispetto che un altro, da quello che ho capito tu vorresti che la tua storia avesse un tono meno informale, più "medievale". Ho ben capito?

 

Per questo penso utilizzi spesso aggettivi e termini "poetici" diciamo, espressioni come "lieve canto" e simili per cercare di dare alla scena un'aura più romantica (da non intendere in senso amoroso, eh).

 

Innanzitutto dovresti essere più personale quando utilizzi questo tono: per lo più utilizzi accoppiate "standard" tra oggetti e relativi aggettivi, quali appunto "vita sottile" per esempio, diciamo che come espressione è molto tipica, se noti nei libri quando qualcuno vuole dire che una ragazza ha una bella vita si dice che questa è sottile.

il problema più grave è che comunque di fondo tu non stai utilizzando questo tono più romantico, anzi in alcuni pezzi che hai postato non c'è proprio. Non basta che inserisci qua e là delle espressioni più soavi, anzi se fai così suonano male, ottieni un brutto effetto.

O sei sempre più distaccata e meno imformale, o lasci perdere.

 

 

Nei brani che hai postato qui spessissimo utilizzi accoppiate fatte per descrivere situazioni e personaggi. Sarebbe meglio se provassi a variare un po', anche perchè non esistono solo gli aggettivi espliciti per descrivere le cose. Un esempio di aggettivo implicito è quando anax dice che ha bisogno di ragazze carine, non si dice direttamente che qwyneth è bella, ma in questo modo il lettore lo capisce ugualmente ^_^.

 

Molto spesso poi gli aggettivi li utilizzi in coppia e sono quasi sinonimi, quindi tanta vale che ne metti uno solo, e la lettura ne guadagna in scorrevolezza. Anche perchè alcune parole hanno insito in sè una sfumatura di significato che le descrive: ad esempio, quando dici "lieve canto", potresti benissimo eliminare quel lieve, dato che "canto" ha già una venatura positiva -_-.

 

Altra cosa a cui devi fare attenzione sono i passaggi superflui, va bene sì descrivere, ma alcuni dettagli non servono nè alla storia nè sono interessanti per il lettore: per esempio nelle frasi iniziali parli di una serva intenta a distribuire i pasti, e poi poco dopp accenni di nuovo a questo. Dato che per la trama è irrilevante cosa stia facendo di preciso gwyneth, l'importante è che si capisca che sta lavorando da serva, una delle due frasi è di troppo.

 

Visto il tipo di problemi che hai è per questo che bene o male tutti ti abbiamo consigliato di allenarti anche con pezzi autoconclusivi e brevi (anche in parallelo col romanzo, eh), perchè è molto più facile per te maneggiare il pezzo e capire cosa non va:un conto e avre sottomano 20 mila caratteri, spulciarli e risistemarli finchè il risultato non è buono, un conto è farlo con un intero libro ;).

Con un pezzo breve capisci subito se è coerente, se hai sbagliato qualcosa coi punti di vista, se i dialoghi suonano naturali, se il linguaggio che hai usato va bene, etc.

 

 

Una curiosità: ma il licantropo l'hai chiamato così in riferimento al wanax/anax?

Se è così, forse stona un po' chiamare col nome greco di padrone un personaggio che ha il ruolo di un padrone, in un mondo poi dove la gente il greco lo capisce >_>...mà vabbè qua sto facendo le pulci -_-


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meloth
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Inviato il 18 giugno 2009 18:59

Io non voglio dare un tono medievale alle storie, non voglio dare loro nessun tono in particolare. Scrivo usando il lessico che più mi ispira un determinato personaggio. Gwynneth è dolce, indifesa, il suo canto è lieve. Un nano è rozzo, piuttosto spiccio, il suo canto è tuonante o arrangiato. Il canto di un uomo qualunque, privo di personalità degna di nota, è un canto e basta. Mi piace questo modo di procedere, e lo userò ancora. Per esempio, quando parlano Rose e suo nonno(nel secondo libro ma non ci sono ancora giunta) si nota molto che lei è stata abituata ad esprimersi correttamente e con una certa delicatezza, mentre lui...beh, non usa uno dei migliori linguaggi. Così come il contadino che vende la giumenta a Rose.

"Rose riuscì ad ottenere da un contadino una giumenta robusta, di quelle impiegate nel lavoro dei campi. :<<Non è molto veloce>>le disse l'uomo, soppesando le monete visibilmente soddisfatto di aver concluso quel buon affare<<ma mi possano cascare le palle degli occhi e quelle di sotto se non è forte! E nella monta è eccezionale! Niente a che vedere con mia moglie>>borbottò poi cupo, guardando con disapprovazione la donna poco lontana". Rende bene l'idea? Non è che sia scorretto, solo si adegua al personaggio. Nemesis ad esempio come cavaliere e vivendo con gli elfi si esprime con cadenze molto medievali, e in generale un po' tutti gli elfi, ma Iambe e il maestro di Rose spesso e volentieri si lasciano sfuggire molte parole non proprio educate. Questo, abbinato a situazioni serie e personaggi seri, lo uso per spezzare e sdrammatizzare. I nani sono i più sboccacciati, e sono simpaticissimi. Mentre gli orchi sono solo volgari e basta. I demoni sono sensuali...Altair piace per questo a Rose >_>

Comunque ho già eliminato i troppi riferimenti alla bellezza di Gwynneth, l'ho detto. Ora scorre meglio. Riguardo i passaggi superflui, io li metto per evitare gli inforigurgiti o l'essere troppo sintetici. Sono due cose che non mi piacciono, quindi prima parlo di una scena solo con accenni, poi ne approfondisco qualche dettaglio. Del resto, ho solo detto che posò la pietanza al tavolo destinato, nulla di più. L'ho ritenuto importate, perchè era la sua ultima consegna.


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Seetharaman Toral
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Inviato il 18 giugno 2009 19:28

aspè, un conto è dare un diverso registro a ogni personaggio, cosa giustissima e che va fatta. Un romanzo dove tutti parlano allo stesso modo, dal sommo saggio al bebè, è un brutto romanzo.

 

MA qua non si tratta di dialoghi, io mi sto riferendo al narratore in sè. E qua non è gwyneth che sta narrando. Hai scelto di utilizzare un narratore esterno, esso non può cambiare registro lingiustico a seconda del personaggio che c'è in quel momento sulla scena.

 

Sugli aggettivi, era un discorso un generale. Tendi a usarne davvero tanti, ti suggerisco quando scrivi un pezzo di rileggerlo togliendone qualcuno e vedere se la frase esprime lo stesso quello che volevi.

Non devi sommergere di informazioni il lettore, devi cercare di rendere con meno parole possibili quello che vuoi dire.

Questo non significa assolutamente che devi fare un riassunto.

Una descrizione breve può essere molto più efficace di una lunga 40 pagine, qui sta anche la tua abilità.

 

Anche quando narri una scena, nemmeno qui devi riassumere, ma cercare di raccontare quello che effettivamente serve alla storia e al lettore, per questo suggerivo in generale di non soffermarsi troppo su eventi marginali quali, nel caso di questo brano, le faccende domestiche.

Semplicemente avendolo letto ho notato che quelle prime righe scorrono meglio senza quella frase e si capisce lo stesso tutto quello che volevi. Poi ovviamente non significa che devi tagliarlo, fa pure come ti pare. Tutti questi sono solo suggerimenti.

 

Ah, prima avevo dimenticato una cosa: se vuoi che questa scena sia realistica, non puoi fare rompere il naso a gwyneth. Hai descritto anax ome un pappone che ci tiene che la merce gli faccia fare soldi, è assurdo che le spacchi la faccia. Nessuno vorrebbe una prostituta con gli abit sporchi di sangue e a brandelli, ma peggio ancora se ha il naso rotto.


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Inviato il 18 giugno 2009 21:15

Non per essere sempre sulla difensiva...ma una tipa col naso rotto te la fai lo stesso, una tutta sporca e vestita brutta difficilmente >_>


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 18 giugno 2009 22:25

insomma...una sporca si può lavare, una col naso appena rotto sta lì con la faccia gonfia e il naso a pezzi che cola sangue >_>

 

era solo per far notare che se lo fai agire così anax risulta il più stupido dei papponi -_-


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Inviato il 18 giugno 2009 22:32

Oh, ma lo è...grosso e cazzaccio, come i meloni giganti che non sanno di niente >_> -_-


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 18 giugno 2009 22:44

ma infatti come personaggio non sa di niente >_>

 

Comunque se poi presenterai altri lupi nel resto del romanzo magari curali un po' nella caratterizzazione, come ha detto il prete rosso già un po' li hai delineati decentemente, completa l'opera -_-


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