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L di Lord Alexander Stone
creato il 04 maggio 2009

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meloth
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meloth
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Inviato il 04 luglio 2009 15:32

Intendo il gallese, non l'elfico di Tolkien. Comunque la scena è questa, nel caso qualcuno voglia leggerla(non siete obbligati).

Fece ancora qualche passo, seguendo l'inebriante fragranza, fermandosi innanzi ad una villa. Montò sul muretto di pietra che ne circondava il perimetro, poi scavalcò l'inferriata e penetrò all'interno di un ampio giardino. Avanzò continuando a fiutare l'aria, i sensi rapiti dalla scia di quel dolcissimo profumo. Si fermò ai piedi di un albero, fissando per un attimo la sagoma del balcone che si stagliava al di sopra della sua testa. Posò le mani sulla corteccia ruvida, poi pronunciò:<<Coeden>>.

Le radici dell'albero fuoriuscirono dal terreno, strisciando silenziosamente verso il muro di fronte. Si inerpicarono lungo la parete, assicurandosi saldamente al bordo marmoreo della balconata. Il cavaliere si aggrappò alle terminazioni di una radice, si tirò su con uno scatto e si appigliò a quella successiva. Raggiunse rapidamente il parapetto, si issò sulle braccia e con un balzo fu all'interno dell'edificio. Le imposte della finestra erano spalancate, e il dolce aroma lo invitava ad entrare.

ps:le radici strisciano, il rumore è ridotto al minimo. Il cavaliere controlla la loro crescita, infonde loro energia. Questa è una magia molto difficile e impossibile per un umano. Il cavaliere non lo è(anche se non è un elfo). Rientra nella categoria dei"miracoli". Ora spiego cosa intendo per miracolo. Ci sono delle tesi scientifiche che guardano al miracolo non come ad un prodigio sovrannaturale, ma ad un fenomeno sporadico e insolito. Può avvenire solo una volta ogni tanto. Questa tesi fu abbracciata dagli umanisti, soprattutto da Pomponazzi, ma rigettata dai razionalisti e dagli empirici(soprattutto da Hume). Effettivamente, una magia del genere è possibile solo in determinati casi. Bisogna dare all'albero(coeden in gallese significa albero) una grandissima energia, e solo le creature del piccolo popolo o altre non umane possono farlo. Ma la cosa è molto limitata, sia per il fatto che ogni cosa è dotata di anima e protetta da una ninfa che ne ordina la crescita, sia perchè la raccolta di energia richiede molto tempo.

 

pps:Iskall, ho capito cosa vuoi dire. Ma per fare cambiamenti mi ci vuole tempo, e non è facile convincermi. Come vedi, alla fine raccogliendo altri pareri ho dovuto cambiare per forza. Il che non vuol dire sempre male. Ho una sola grande amica, Sara, e non mi fa mai i complimenti. Una di quelle persone che ti dicono in faccia la verità, critica e giudiziosa. Se la scena le piace lo dice e basta, senza buttarsi in lodi esagerate. Se non le piace ne fa un'analisi precisa. E mi convince sempre a cambiare, non c'è nulla da fare ^_^



joramun
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joramun
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Inviato il 04 luglio 2009 16:04
Effettivamente, una magia del genere è possibile solo in determinati casi. Bisogna dare all'albero(coeden in gallese significa albero) una grandissima energia, e solo le creature del piccolo popolo o altre non umane possono farlo. Ma la cosa è molto limitata, sia per il fatto che ogni cosa è dotata di anima e protetta da una ninfa che ne ordina la crescita, sia perchè la raccolta di energia richiede molto tempo

Ma se nella scena le radici crescono all'istante.......E poi che ci azzecca la ninfa?Che fine ha fatto l'evocazione della "dea della terra"?Si tratta della ninfa di cui sopra?E in che modo il fatto che la ninfa protegge la pianta complicherebbe la situazione?Perchè la magia è impossibile per un umano?


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meloth
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meloth
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Inviato il 04 luglio 2009 16:19

Prima di fare una magia che riguarda un elemento naturale in particolare, ci si deve rivolgere col pensiero o alla dea di tale elemento o ad una ninfa. In questo caso, poichè il cavaliere non ha come elemento la terra, deve entrare nello specifico e rivolgersi direttamente alla ninfa. L'evocazione è fatta via pensiero per i più esperti, e spesso è contenuta nello stesso incantesimo(ho spiegato già 'importanza del nome in quanto essenza della cosa). La ninfa ordina le leggi o i processi naturali ai quali la pianta è sottoposta. Se tale ordine si contrappone al flusso di energia ricevuto e alle intenzioni di chi ha evocato la magia, allora non se ne fa nulla. Gli esseri umani non hanno sviluppato un'intimità tale con la natura da poter effettuare magie simili, nè possiedono l'energia necessaria. Possono avere un elemento primario, ma non riusciranno mai a sfruttarne tutte le potenzialità. Spero di essere stata chiara.


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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T

Bannato
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Inviato il 04 luglio 2009 16:32

Con "leggi fisiche" io mi riferivo a come funziona il mondo, e in tal senso è la "dualità" che ho visto fare; torno a ripetere: non dico che sia necessariamente cosí, sto solo spiegando come spesso ho visto intendere la magia.

Ma se fosse cosi', allora dovresti ammettere che la magia e' fuori dal mondo, non e' parte di esso. Cosa che ti ho gia' chiesto, e non mi pare tu abbia risposto.

Inoltre, il concetto di fondo non cambia: anche riferendosi alle leggi fisiche come a quelle dei modelli, se partiamo dal presupposto che la magia sia un altro modello, che può portare ad altri risultati, continua a essere ovvio che esca dalle leggi del modello fisico: se è un altro modello che porta ad altri risultati, ovviamente esce da quelle leggi.

Allora, di due modelli fisici alternativi, uno dei due lo possiamo chiamare "magia"? Newton e' fisica, e Einstein e' magia? A me pare assurdo.

Non è questione di confusione tra modello e reatà, non credo di averla; sto solo dicendo che, una volta inserite le leggi magiche tra le leggi fisiche, non ha senso parlare di una magia che rispetti le leggi fisiche, perché qualunque magia lo farà automaticamente. Al massimo si può parlare di una magia che rispetti le leggi fisiche da noi realmente percepite.

Che e' esattamente il punto di partenza del mio discorso - va a controllare...

Per citarmi: "se inserisci la magia in tali leggi, allora qualunque cosa non le infrangerà"; cosa su cui tu hai concordato.

Ma per forza ho concordato - dato che era quello che dicevo dall'inizio! ^_^

Ma, allora, parlare di creare un sistema che non infranga le leggi della fisica perde di significato. Non lo dico come critica, è solo una conseguenza della visione.

Idem come sopra. Per me e' implicito che la magia sia semplicemente una "tecnologia" in piu', che essendo parte del mondo (di un mondo immaginario, certo, ma anche del nostro - perche' no?) non e' ovviamente in contrasto con la fisica. Non puo' esserlo. Come dire che la fisica e' un modello incompleto della realta' (lo e', sappiamo benissimo che lo e'), e la magia ne sarebbe un'aggiunta, un completamento. Scusa, questa e' esattamente la ragione per cui ho postato il mio primo messaggio in questa sotto-discussione...


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Erin
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Erin
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Inviato il 04 luglio 2009 16:42

Salve a tutti i barrieristi,

vorrei proporre ora un brano scritto da me. A dire il vero si tratta di uno spin-off di un'avventura di d&d fatta da me e da altri amici barrieristi. Esso riguarda il mio pg, una maga di nome Laylath, e un necromante di nome Grey legati da profonda amicizia sin da bambini. Esso si basa su un libro dall'influenza malvaglia che aveva condizionato la vita del giovane necromante e che, dopo l'ultima battaglia del gruppo, quando Grey è senza sensi per i troppi poteri usati, cerca di prendere possesso della mente di Laylath.

Gli altri pg che appaiono, Indoril e Simralin sono altri 2 componenti del gruppo. Gli altri pg sono invece di background.

Purtroppo il brano è lunghetto e quindi lo posterò in più parti :unsure:

 

Laylath perplessa aprì la massiccia porta di legno davanti a lei, sorprendendosi di come fosse così leggera e allo stesso tempo pesante. La verità era che tutto il suo corpo e il suo istinto le gridavano di correre via da quel posto finchè era in tempo. Dall’altra c’era quell’ultimo richiamo che le rimbalzava dentro l’anima, feroce come lo sbattere delle onde su uno strapiombo sul mare.

Alla fine il richiamo ebbe la meglio. La porta si aprì quanto bastava per permetterle di sgusciare dentro.

Era una biblioteca, una delle più grandi che avesse mai visto. Sul fondo della stanza, le cui pareti erano interamente ricoperte da librerie stracariche di volumi e pergamene, vi era un ampio camino dove ardeva un potente fuoco. Davanti ad esso vi era una pesante scrivania di legno massiccio, completamente sgombra ad eccezione di un libro.

Laylath si guardò intorno per qualche istante, mentre tutta la stanza faceva altrettanto con lei. Dalle tre finestre sulla parete destra vide che aveva iniziato a piovere, il cielo ridotto a una massa di grigio piombo.

Mia cara bambina, che cosa ci fai qui? - le disse una voce suadente nella sua mente

“Chi sei?” chiese lei, restando sorpresa di come la sua voce risultasse infantile e sperduta.

Non è tardi per te? - continuò la voce

Laylath mosse dei passi verso il centro della stanza. C’era qualcosa che non andava. Perché la stanza le sembrava più grande? Fissò il pavimento e vide con meraviglia che i suoi piedi non indossavano più gli stivali, ma le morbide scarpine che usava quando era piccola. Con orrore spostò lo sguardo ai suoi vestiti: era uno degli ampi grembiuli che le faceva indossare sua madre. La sua voce non le era sembrata infantile…lei era tornata bambina.

“Che sarebbe questo scherzo?” disse minacciosa, risultando ovviamente ridicola

Piccola bambina, dovresti saperlo che ci sono cose riservate solo alle persone grandi -continuò la voce assumendo il tono di gentile rimprovero - Saresti dovuta restare in camera tua, a letto. Certe ore sono per discorsi da adulti.

“Io sono grande!” protestò lei, pestando involontariamente un piede a terra come una bambina capricciosa (o lo era davvero?)

Torna a letto e non ti accadrà nulla, fai la brava

Invece di rispondere Laylath avanzò nella stanza. Non sapeva bene cosa fare, dato che niente era fuori posto. Allora la sua attenzione si rivolse al libro che giaceva nella scrivania. Corse fino a lì, si mise in punta di piedi e riuscì ad afferrarlo. Quasi in gesto di vittoria lo sollevò sopra la sua testa.

Nonostante fosse parecchio voluminoso l’aveva sollevato con grande facilità, ma ora iniziò a sentire un forte peso che le faceva tremare le mani.

La voce sospirò nella sua mente e assunse il tono desolato di un genitore che vede il figlio disobbedire nonostante il rimprovero.

Credevo che tu fossi più brava del tuo fratellino – disse - ma evidentemente mi sbagliavo. Adesso dovrò punire anche te.

 

Gli occhi di Laylath continuavano ad essere fissi nel vuoto, le pupille innaturalmente dilatate e la bocca socchiusa in un silenzioso rantolo.

“Svegliati! Svegliati!” continuò a scuoterla Indoril. Arrivò anche a darle uno schiaffo, ma lei rimase immobile, inginocchiata a terra, accanto a Grey.

Simralin, che teneva sulle ginocchia la testa del necromante, orribilmente deformata dall’uso dei suoi poteri (per non parlare dello strazio che era il corpo), scosse la testa.

“Lascia stare Indoril…è in un mondo che noi non possiamo vedere”

“Non puoi riportarla indietro?”chiese cupo il drow lasciandola. Immediatamente la maga si accasciò, come una bambola di pezza lasciata scivolare dal letto.

“Non conosco la forza che la tiene via dal nostro mondo - ammise con tristezza la druida -Posso solo ipotizzare che sia in qualche modo legata a quello che è successo a Grey…potrebbe essere lui stesso a tenerla lontana”

“Ma lui è morto?”

“Io…non lo so Indoril. L’ultima battaglia è stata cruenta e…forse non doveva usare tutto quel potere. Non respira, è vero…però. Ti prego Indoril, aspettiamo almeno che passi la notte…”

“Va bene”concesse il drow, sperando che nessuno li trovasse.

 

La voce nella sua testa era sparita dopo aver lanciato quella minaccia.

Laylath guardò attorno a se, temendo di vederne comparire all’improvviso il proprietario. Non si rendeva nemmeno conto di tenere il libro ancora sollevato tra le braccia: il peso era di nuovo normale.

Ebbe un terribile secondo di vertigine mentre la stanza intorno a lei si distorceva. Ritornò immediatamente stabile, lasciandole solo un vago senso di nausea nello stomaco. Ma adesso non era più la stessa biblioteca: questa le era molto più familiare. Le pareti erano lo stesso colme di libri, ma Laylath riconosceva le copertine e la disposizione dei testi; le librerie erano in legno di noce, finemente intagliato, e in sommità ad ogni libreria c’era uno stemma di famiglia. Lo stemma della sua famiglia.

Il cielo che si vedeva dalle alte finestre era azzurro e illuminava la stanza di una dolce luce primaverile. Alla scrivania sul fondo sedeva un uomo chino su delle pergamene, le dita macchiate di inchiostro, il cui odore arrivò alle narici di Laylath, sommergendola di piacevoli ricordi.

Nigel Elerav alzò la testa: non poteva avere ancora trent’anni, o nel caso li aveva superati da poco. I capelli erano ancora castani, senza alcuna striatura di grigio. Le sorrise.

“Laylath, piccolo tesoro, cosa ci fai qui?”

Era come obbedire a un gesto automatico che non si compie da anni: come riprendere in mano un vecchio giocattolo e ricordarsi come funziona. I suoi piedini iniziarono a percorrere il pavimento ricoperto di morbidi tappeti. Con una risatina deliziata, Laylath si ritrovo in braccio al proprio padre. Teneva ancora stretto quel libro. Non costituiva un impaccio…perché lasciarlo cadere?

Era così rassicurante ritrovarsi di nuovo in grembo all’adorato genitore: qualsiasi pensiero scomparve dalla sua mente, mentre si lasciava crogiolare dall’abbraccio paterno.

“Che cosa tieni tra le braccia, piccola mia?”le chiese l'uomo con gentile curiosità

Laylath si morse il labbro, come colta in flagrante: non voleva che il padre sapesse di quel libro. A dire il vero nemmeno lei sapeva cosa conteneva, quali parole vi erano scritte. Ma provava una morsa allo stomaco all’idea che qualcun altro potesse saperlo. Il libro aveva una conoscenza che doveva avere solo lei…nemmeno suo padre.

“Niente”rispose sbrigativamente, nascondendo il libro tra le sue braccia.

“Laylath…”iniziò il padre

“E’ mio! E’ mio!” strillò lei disperata dall’idea che glielo prendesse e non glielo facesse leggere. E, ancora peggio, lo leggesse lui.

“Non fare i capricci e dammi questo libro. Da come lo nascondi credo proprio che sia una cosa non adatta a una bambina piccolina come te”

Fu questione di un attimo. Come l’uomo allungò la mano per prenderle il libro, la bocca scattò in avanti. Con orrore Laylath sentì il sapore del sangue, mentre osservava incredula il padre che ritirava la mano sanguinante con una smorfia di dolore. Il mondo parve crollarle addosso: lei non aveva mai compiuto un simile gesto di ribellione nei confronti del padre. Mai!

Con un singhiozzo soffocato saltò giù dal suo grembo e scappò al centro della stanza. Solo allora osò girarsi verso il genitore che ancora si premeva al petto la mano ferita

“Papà…io…”disse con voce rotta

“Laylath, per amore degli dei, dammi subito quel libro. E’ pericoloso, piccola. Ti farà male”non c’era rimprovero nella sua voce, ma solo una forte preoccupazione dettata dall’amore di un padre verso la sua unica figlia.

Tutto questo però non venne recepito dalla bambina. Le uniche parole che gli rimbombarono in testa furono "Dammi subito quel libro". Era chiaro, suo padre voleva rubarle le conoscenze che invece erano suo diritto. Si sentì tradita, proprio da colui che l’aveva sempre incoraggiata verso gli studi. La rabbia prese il sopravvento

“Non te lo darò mai! Sei cattivo! Ti odio, papà, ti odio!!”

Corse verso la porta mentre sentiva, alle sue spalle, il rumore di una sedia che veniva spostata. Suo padre si muoveva verso di lei. Perché la porta non si apriva? Aveva bisogno di entrambe le mani per forzarla, ma non voleva mollare il libro.

La testa iniziò a girarle…e fu buio.

 

^_^


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Mornon
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Mornon
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Inviato il 04 luglio 2009 17:50
Ma se fosse cosi', allora dovresti ammettere che la magia e' fuori dal mondo, non e' parte di esso

Sarebbe una logica conseguenza; non a caso ho detto (almeno, mi pare di averlo fatto) che probabilmente una simile visione viene dal fatto di dire "fisica" avendo in mente quella del nostro mondo, da cui "magia" sarebbe ciò che mette in grado di violare le leggi della nostra fisica.

 

 

di due modelli fisici alternativi, uno dei due lo possiamo chiamare "magia"? Newton e' fisica, e Einstein e' magia? A me pare assurdo

Non so, sei tu che hai detto: "Quindi la magia sarebbe una diversa interpretazione del mondo, una specie di modello fisico alternativo"; io mi rifacevo a quello.

 

 

Per me e' implicito che la magia sia semplicemente una "tecnologia" in piu', che essendo parte del mondo (di un mondo immaginario, certo, ma anche del nostro - perche' no?) non e' ovviamente in contrasto con la fisica. Non puo' esserlo. Come dire che la fisica e' un modello incompleto della realta' (lo e', sappiamo benissimo che lo e'), e la magia ne sarebbe un'aggiunta, un completamento. Scusa, questa e' esattamente la ragione per cui ho postato il mio primo messaggio in questa sotto-discussione

Tu hai detto "ha ragione a voler connettere la magia alla fisica: anche se naturalmente cosi' si da' l'obbligo di conoscere bene quest'ultima"; il mio punto è che, se la magia è fisica, allora non è necessario conoscere bene la fisica: un Uomo vola per magia? Nessun problema: dà contro alla fisica del nostro mondo, ma comunque non darebbe contro alla fisica di quello.

La necessità di conoscere bene la fisica nasce quando si vuole collegare la magia alla fisica del nostro mondo, facendo sí che la prima non modifichi le leggi della seconda; e allora ha senso la divisione "fisica" e "magia", in quanto con "fisica" si intende quella del nostro mondo, con "magia" qualcosa del mondo della finzione.

Forse a un certo punto si sono mischiati i due discorsi, ma nel dire che la distinzione fisica/magia è necessaria perché abbia senso parlare di un sistema magico coerente con la fisica intendevo questo: o c'è qualche distinzione (fosse anche solo quella detta nel paragrafo precedente), o il sistema magico è automaticamente coerente con la fisica, essendone parte.

 

 

Premetto che non ho letto il brano originale.

 

“A me sembri un ragazzo simpatico. Il villaggio ti accoglie a braccia aperte” gli stava spiegando Grande Puffo “Ma sei pur sempre un esterno

In generale, ricontrollerei la punteggiatura nel passaggio da discorso e narrato; qui, per esempio, metterei un punto almeno dopo "Puffo", visto il "Ma" maiuscolo.

Controllerei anche le maiuscole, in tali passaggi, se non c'è un motivo per cui a volte dopo la chiusura del discorso c'è una minuscola ("gli allungò") e a volte una maiuscola ("Svuotò").

 

 

“Grazie infinite” lo raccolse e lo aprì

Metterei un soggetto ("Il folletto"?), separando inoltre discorso e narrato; per esempio: «“Grazie infinite”; il folletto lo raccolse e lo aprì»; oppure, inserendo "rispose" o simili, come: «“Grazie infinite”, disse il folletto, raccogliendolo e aprendolo».

 

 

“La ringrazio di nuovo” ma quella domanda lo offese un po’. “Non c’è problema. La calligrafia è molto chiara”

È voluta la sensazione di incompletezza? Mi spiego: "ma" fa pensare che ci sia qualcosa cui la frase dopo si oppone, quasi un "rispose gentilmente" sottinteso, mentre invece non c'è nulla.

 

 

Solo in mezzo alla piazza, pietre di uguali dimensioni erano incastrate a contornare una forma circolare

Toglierei la virgola, la sua presenza mi ha fatto inizialmente interpretare la frase come se quel "solo" si riferisse al folletto (del tipo: "[il folletto,] solo in mezzo alla piazza").

 

 

dal taschino tirò fuori uno fazzoletto, ripulì il bidone dalla scia di cenere

"E ripulì"? Nel mettere la virgola invece della congiunzione che effetto vuoi ottenere, se qualcuno?

Secondariamente, potresti mettere "dal" maiuscolo.

 

 

sentì qualcosa avvolgersi intorno alla parte superiore della testa [...] giunse al folletto privato della vista come un boato

Immagino che lo abbiano bendato? Per come detto, l'impressione avuta è che qualcosa gli si fosse avvolto sulla fronte o sul capo; se lo stanno bendando, perché non "sentì qualcosa bendarlo" o "avvolgersi intorno agli occhi"?

 

 

1) Le mani gli venivano legate

2) per un tempo che gli sembrò non finire

1) Vennero?

2) "Non finire mai"? Senza "mai", ma può essere solo dovuto a usi locali, la frase mi sembra incompleta.

 

Curiosità: alla fine perché si sono convinti che fosse una spia?


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 04 luglio 2009 18:14

Intendo il gallese, non l'elfico di Tolkien. Comunque la scena è questa, nel caso qualcuno voglia leggerla(non siete obbligati).

 

ora ho il tempo di fare solo un post veloce, ma una curiosità: perchè il gallese dovrebbe essere l'elfico, nel tuo mondo gli elfi sono una popolazione del galles :unsure: ?

 

sulla magia, rimane comunque al di là delle leggi fisico-chimico-biologiche come la stai ponendo. Perciò se il sistema magico che decidi di applicare consente di fare queste cose nessun problema, però sappi che così rientra più nelle leggi del "nostro" mondo ^_^.



joramun
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joramun
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Inviato il 04 luglio 2009 19:48
Prima di fare una magia che riguarda un elemento naturale in particolare, ci si deve rivolgere col pensiero o alla dea di tale elemento o ad una ninfa. In questo caso, poichè il cavaliere non ha come elemento la terra, deve entrare nello specifico e rivolgersi direttamente alla ninfa. L'evocazione è fatta via pensiero per i più esperti, e spesso è contenuta nello stesso incantesimo(ho spiegato già 'importanza del nome in quanto essenza della cosa). La ninfa ordina le leggi o i processi naturali ai quali la pianta è sottoposta. Se tale ordine si contrappone al flusso di energia ricevuto e alle intenzioni di chi ha evocato la magia, allora non se ne fa nulla. Gli esseri umani non hanno sviluppato un'intimità tale con la natura da poter effettuare magie simili, nè possiedono l'energia necessaria. Possono avere un elemento primario, ma non riusciranno mai a sfruttarne tutte le potenzialità. Spero di essere stata chiara.

Però ancora non ho capito se questa che mi hai appena spiegato è l'impostazione magica originale del romanzo,oppure se l'hai aggiunta ora...... ^_^

Nel primo caso non mi spiego come mai tu abbia inserito la scena dell'arrampicata corda alla mano,quando potevi partire subito con la storia delle ninfe.

Se è vero il secondo caso,non capisco come tu possa pensare di rielaborare ora tutto il sistema magico del tuo romanzo......dovresti riemttere mano a metà libro,perchè per forza di cose le differenze si faranno sentire.

 

E sarebbe anche il caso di chiedersi quali peculiarità stai dando al tuo romanzo......che motivo avrei io lettore di scegliere il tuo fra la miriade di titoli adolescenzial-fantasy di cui sono zeppe le librerie?Ha un intuizione particolare,uno stile inconsueto (tipo quello di Martin per le Cronache,o quello di Stoker per Dracula)?Propone delle idee inedite?Si evince chiaramente la tua volontà di distaccarti dalla miriade di scrittori di cui sopra,inserendo in esso idee e concetti nuovi?

Te lo chiedo perchè da lettore la mia risposta a queste domande sarebbe un nettissimo NO........la storia dei nomi è interessante,ma allo stato attuale sembra ripresa pari pari da "Il Nome del Vento" di Rothfuss.Per non parlare della storia degli elementi (acqua di quà,fuoco di là,terra di sù,vento di giù,luce e ombra....brrrrrr..... :unsure: ),che è presente in praticamente tutti i manga e in buona parte del fantasy adolescenziale.

Sono cose che più volte ti sono state fatte notare:il fatto di dare quei nomi ai protagonisti può sembrare ridicolo se non dai una spiegazione organica e specifica.Tolkien da ad Aragorn l'appellativo di Granpasso perchè frà i Raminghi è quello che conosce meglio la Terra di Mezzo,avendo viaggiato più di tutti.La tua protagonista perchè si chiama Rose Heart?Perchè ti piacciono le rose?Spiacente,non basta..........

 

Tu però hai un modo tutto tuo di ribattere agli appunti che ti vengono fatti,rispondendo solo a quello che ti va di rispondere o a quello che ti fa comodo rispondere, e ignorando completamente il resto.....e ciò è molto snervante.


Q
Qhorin Halfhand
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Inviato il 04 luglio 2009 19:54

Salve a tutti i barrieristi,

vorrei proporre ora un brano scritto da me. A dire il vero si tratta di uno spin-off di un'avventura di d&d fatta da me e da altri amici barrieristi. Esso riguarda il mio pg, una maga di nome Laylath, e un necromante di nome Grey legati da profonda amicizia sin da bambini. Esso si basa su un libro dall'influenza malvaglia che aveva condizionato la vita del giovane necromante e che, dopo l'ultima battaglia del gruppo, quando Grey è senza sensi per i troppi poteri usati, cerca di prendere possesso della mente di Laylath.

Gli altri pg che appaiono, Indoril e Simralin sono altri 2 componenti del gruppo. Gli altri pg sono invece di background.

Purtroppo il brano è lunghetto e quindi lo posterò in più parti :unsure:

 

[cut...]

 

 

 

 

Te l'ho già detto e qhonfermo.

Mi piace un sacco ^_^

 

E poi Indoril è sempre il numero uno, anche quando appare per pochi istanti ^_^


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Lochlann
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Inviato il 04 luglio 2009 21:04
Tolkien da ad Aragorn l'appellativo di Granpasso perchè frà i Raminghi è quello che conosce meglio la Terra di Mezzo,avendo viaggiato più di tutti.La tua protagonista perchè si chiama Rose Heart?Perchè ti piacciono le rose?Spiacente,non basta..........

è vero, però i protagonisti si chiamano anche Frodo figlio di Drogo (ma non di Dany eh! :P ) e Peregrino (detto Pipino tra l'altro) figlio di Paladino :unsure:

con questo vorrei dire che la cosa nn è poi così importante, imho..


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

200s6pw.jpg

"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

2ajc9r8.jpg

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Inviato il 04 luglio 2009 21:35
però i protagonisti si chiamano anche Frodo figlio di Drogo (ma non di Dany eh! :P ) e Peregrino (detto Pipino tra l'altro) figlio di Paladino

Considera però due cose: la prima è che dietro i nomi di Tolkieni ci sono degli sviluppi linguistici; la seconda, la diversità linguistica: in Inglese nomi come "Drogo" non hanno gli ovvi rimandi che hanno in Italiano :unsure:


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Inviato il 04 luglio 2009 21:40

Assolutamente verissimo. Resta il fatto però che Tolkien non spiega mica questo retroterra linguistico nel SdA, anche se c'è (e non sempre accade), quindi al lettore che cosa gliene frega? La cosa importante, all'atto pratico, è l'opera nel complesso, dato che anche se il nome magari ti suona strano o fanciullesco, il fatto ha un peso relativo, sempre imho.. :unsure:


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

200s6pw.jpg

"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

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Inviato il 04 luglio 2009 22:04
Assolutamente verissimo. Resta il fatto però che Tolkien non spiega mica questo retroterra linguistico nel SdA, anche se c'è (e non sempre accade), quindi al lettore che cosa gliene frega?

Non spiegare quel retroterra non toglie che Tolkien aveva dei motivi per segliere quei nomi e che scriveva in Inglese; e in Inglese nomi come "Drogo" non hanno i rimandi che troviamo noi italiani. Personalmente, non trovo il paragone calzante (salvo sostenere che la maggioranza del lettori non capirebbe parole come rose e heart, cosa che farebbe riavvicinare le due cose).

Inoltre, non è stato detto che la protagonista non debba assolutamente chiamarsi "Rosa Cuore", ma che, secondo chi ha discusso quell'aspetto, per dare un simile nome dovrebbe esserci un motivo. Questo motivo, in Tolkien, erano i suoi linguaggi.


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Lochlann
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Inviato il 04 luglio 2009 22:13
Assolutamente verissimo. Resta il fatto però che Tolkien non spiega mica questo retroterra linguistico nel SdA, anche se c'è (e non sempre accade), quindi al lettore che cosa gliene frega?

Non spiegare quel retroterra non toglie che Tolkien aveva dei motivi per segliere quei nomi e che scriveva in Inglese; e in Inglese nomi come "Drogo" non hanno i rimandi che troviamo noi italiani. Personalmente, non trovo il paragone calzante (salvo sostenere che la maggioranza del lettori non capirebbe parole come rose e heart, cosa che farebbe riavvicinare le due cose).

Inoltre, non è stato detto che la protagonista non debba assolutamente chiamarsi "Rosa Cuore", ma che, secondo chi ha discusso quell'aspetto, per dare un simile nome dovrebbe esserci un motivo. Questo motivo, in Tolkien, erano i suoi linguaggi.

Quello che dici di Tolkien è verissimo, così come il fatto che se dai un nome ci dovrebbe essere un motivo preciso (magari c'è?!) ma come dico da 3 post :unsure: la cosa alla fin fine non conta poi molto, nell'economia dell'opera (almeno per me, magari per altri sarà determinante, mah)

Ripeto, al lettore comune, che non fa una ricerca filologica per andare a trovare i retroscena "tolkeniani", secondo me, motivo o non motivo, non cambia nulla. ^_^

 

Per me è il lettore la cosa centrale, e quindi se nella mia idea il motivo della scelta del nome della protagonista non incide molto nel far piacere l'opera, la cosa non è indispensabile.


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

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"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

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AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 05 luglio 2009 10:00

Erin, ti segnalo un po' di cose che da brava rompiscatole sul momento ho notato.

Si tratta principalmente di ripetizioni e troppe parole inutili, secondo me.

 

Laylath perplessa aprì la massiccia porta di legno davanti a lei

Mi pare abbastanza evidente che sia davanti a lei =P

 

Dall’altra c’era quell’ultimo richiamo che le rimbalzava dentro l’anima, feroce come lo sbattere delle onde su uno strapiombo sul mare.

Se hai parlato delle onde, si capisce già che lo strapiombo e sul mare. In particolare, i paragoni usati per descrivere qualcosa di veloce o comunque "adrenalinico" stanno meglio se più possibile accorciati, IMHO.

 

era un ampio camino dove ardeva un potente fuoco. Davanti ad esso vi era una pesante scrivania di legno massiccio, completamente sgombra ad eccezione di un libro.

Un po' troppi aggettivi, che così sembrano inseriti un po' "tanto per". Mi viene da togliere quel "potente" (anche perchè già di per sè come accostamento al fuoco che arde non mi fa impazzire...)

 

Mia cara bambina, che cosa ci fai qui? - le disse una voce suadente nella sua mente

“Chi sei?” chiese lei, restando sorpresa di come la sua voce risultasse infantile e sperduta.

Non è tardi per te? - continuò la voce

Forse è meglio cercare un modo per evitare la seconda ripetizione.

 

Fissò il pavimento e vide con meraviglia che i suoi piedi non indossavano più gli stivali, ma le morbide scarpine che usava quando era piccola. Con orrore spostò lo sguardo ai suoi vestiti: era uno degli ampi grembiuli che le faceva indossare sua madre. La sua voce non le era sembrata infantile…lei era tornata bambina.

"con orrore" subito dopo di "con meraviglia" non ci sta tanto bene. forse è meglio cambiare la struttura o anche toglierlo proprio: non è necessario e non so se mi convince addirittura "orrore" come sentimento per la situazione, sembra che abbia visto qualcosa di schifoso.

 

Simralin, che teneva sulle ginocchia la testa del necromante, orribilmente deformata dall’uso dei suoi poteri (per non parlare dello strazio che era il corpo), scosse la testa.

 

Lascia stare Indoril…è in un mondo che noi non possiamo vedere”

“Non puoi riportarla indietro?”chiese cupo il drow lasciandola. Immediatamente la maga si accasciò, come una bambola di pezza lasciata scivolare dal letto.

 

La voce nella sua testa era sparita dopo aver lanciato quella minaccia.

Laylath guardò attorno a se, temendo di vederne comparire all’improvviso il proprietario.

"il proprietario" fa troppo "formale" come termine nel contesto. Forse è meglio "la fonte", ad esempio.

 

Ebbe un terribile secondo di vertigine mentre la stanza intorno a lei si distorceva. Ritornò immediatamente stabile, lasciandole solo un vago senso di nausea nello stomaco.

Un secondo forse è un po' troppo poco per focalizzare l'attenzione su tale situazione, "dei secondi" mi sembra meglio. Inoltre, se la sensazione di vertigine è durata pochissimo, è superfluo scrivere che "immedietamente" dopo tutto tornò normale.

 

Ma adesso non era più la stessa biblioteca: questa le era molto più familiare. Le pareti erano lo stesso colme di libri.

 

Nigel Elerav alzò la testa: non poteva avere ancora trent’anni, o nel caso li aveva superati da poco. I capelli erano ancora castani, senza alcuna striatura di grigio.

Il secondo "ancora" è evitabilissimo: se poi si dice "senza striature di grigio", è già chiaro che l'attenzione sui capelli castani c'è per evidenziare la giovinezza. E già prima si è parlato dell'età...

 

"Che cosa tieni tra le braccia, piccola mia?”le chiese l'uomo con gentile curiosità

Laylath si morse il labbro, come colta in flagrante: non voleva che il padre sapesse di quel libro. A dire il vero nemmeno lei sapeva cosa conteneva, quali parole vi erano scritte. Ma provava una morsa allo stomaco all’idea che qualcun altro potesse saperlo. Il libro aveva una conoscenza che doveva avere solo lei…nemmeno suo padre.

“Niente”rispose sbrigativamente, nascondendo il libro tra le sue braccia.

Anche in altre frasi vicine si ripete "braccia"o "abbraccio": il primo "tra le braccia" non mi paice tanto sia perchè la ripetizione si può evitare, sia perchè forse suona un filino formale e distante per il padre che si rivolge alla figlia. "Cosa tieni qui, piccola mia?" secondo me ad esempio è più appropriato, per tutti questi motivi.

 

Fu questione di un attimo. Come l’uomo allungò la mano per prenderle il libro, la bocca scattò in avanti.

E' ovvio che allunga la mano per prendere il libro, dopo tutto quel parlarne =P

 

“Laylath, per amore degli dei, dammi subito quel libro. E’ pericoloso, piccola. Ti farà male”non c’era rimprovero nella sua voce, ma solo una forte preoccupazione dettata dall’amore di un padre verso la sua unica figlia.

Tutto questo però non venne recepito dalla bambina. Le uniche parole che gli rimbombarono in testa furono "Dammi subito quel libro".

Uhm... il pdv è della bambina, no? Così sembra un po' che il narratore onnisciente si intrometta. Si può anche esprimere dal suo pdv al differenza tra le parole e come la bambina le ha vissute, ma fatto così sa troppo di narratore onnisciente.

 

Comunque, al di là di queste correzioni, il testo è carino, mi piace abbastanza ^_^

I contenuti non sono male e sono trasmessi bene.

 

PS: due pagine prima c'è il mio testo... vorrei ricevere qualche parere in più, se a qualcuno va. Lo ricordo perchè si è imboscato subito e magari nessuno lo vede più, weee :unsure:


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