Lysmaya, hai fatto un buonissimo lavoro. Molto completo. [...] Ovviamente non è così.
Prima di esprimere il mio giudizio, però, vorrei sapere da mariateresa quanti anni aveva quando lo ha scritto e se la mia impressione iniziale era giusta.
Concordo sul fatto che la Dama ha fatto un ottimo lavoro: ha commentato proprio quello che avrei commentato io! :shock: (bragging...).
E ora sappiamo anche che Mariateresa aveva 15-16 anni quando ha scritto questo pezzo. Quindi, diciamo che è... perdonabile. Ebbene sí... ho esitato a rispondere e a commentare, perché non volevo essere inutilmente "cattivo". Comunque, la mia opinione sincera è che quel pezzo (a parte gli errori grammaticali, le costruzioni lunghe, ripetitive e pesanti) non mi è piaciuto per niente. Ho fatto molta fatica a leggerlo fino alla fine, e mi ha molto annoiato. Voglio sottolineare che, per una quindicenne, promette molto, molto bene! Io me lo sognavo di scrivere cosí bene a 15 anni: sono stato sempre molto impedito, per quanto riguarda lo scrivere. E anche oggi sono un discreto disastro (come mi prenderò cura di dimostrare anche nei prossimi messaggi).
Quindi, Mariateresa, non sentirti offesa se sono stato cosí diretto nel mio giudizio: dopotutto è proprio questo il pregio di questa discussione, e cioè che ci aiutiamo a vicenda fornendoci valutazioni sincere - piuttosto che darci vicendevoli pacche sulle spalle dicendoci "bravo, brava!".
C'è però una cosa, secondo me importante, che vorrei aggiungere: di carattere puramente spirituale. Quando una persona comincia a scrivere, dovrebbe trattare con maggiore rispetto i propri colleghi. Non parlo della critica: la critica è cosa buona e giusta, se è costruttiva. Però, visto che scrivere è cosí difficile, occorre essere davvero oggettivamente degli scrittori ottimi e affermati, per poter dire che si detesta tutta la fantasy italiana, in primis Licia Troisi. Criticare i tuoi (futuri) colleghi avvelena il tuo karma. E rischia di farti scrivere peggio... Licia è una che, come te, si è messa a scrivere per passione, ci ha provato, e le è andata bene. Le è andata bene, credo, proprio grazie alla sua umiltà. Lei non ha strafatto, nei sui scritti, ma si è mantenuta sul semplice. Nemmeno a me piace granché come scrive, ma almeno si fa leggere. Ti suggerirei di imparare la semplicità. Un altro consiglio è di lasciar perdere la correzione di questo scritto, e di scrivere qualcosa di interamente nuovo: tre anni sono tanti, alla tua età, e sicuramente oggi sapresti fare molto meglio, se ti districassi da questo esperimento lasciandotelo alle spalle.
Eliothea e il suo compagno sorvolarono Edimburgo in poco tempo,data la velocità con cui procedevano. La corrente d'aria presto non fu più contro di loro, e i grifoni allora distesero le ali e si lasciarono condurre completamente dal vento,tanto che Gala e Rose dovettero aderire completamente ai loro dorsi per non cadere. (Il primo secondo me si può evitare)Ora gli uccelli filavano come proiettili verso l'estremo nord della città,volando alti e all'ombra delle nuvole (potreati esprimere meglio questo concetto. Sopra le nuvole, coperti dalle nuvole, ecc.) per non essere avvistati.
Improvvisamente,Eliothea deviò bruscamente rotta spostandosi verso un alto colle roccioso privo di alberi e sovrastante una piccola vallata incolta.C'erano delle sporgenze sul terreno,massi molto grandi,e una gran quantità si erba secca.La zona era completamente disabitata, e Rose non l'aveva mai notata prima di allora. I grifoni planarono lentamente su due alte rocce,rallentando il battito delle ali a pochi metri da terra,affondando gli artigli delle lunghe zampe sulle sporgenze e appollaiandosi per far scendere le loro padrone.(non mi quadra, ma forse è solo una mia impressione)
Comunque finora gli aggiustamenti che hai fatto hanno migliorato moltissimo il testo. Vedi, a volte basta solo rileggere. :shock:
Adesso veniamo alla seconda parte, molto più critica della prima data la presenza di un lungo dialogo.
Gala spiccò un salto dal suo grifone e atterrò a terra leggera come un petalo di fiore.Rose,che aveva paura di saltare da quella altezza,provò a mettere i piedi sulla roccia.Trovandola troppo ripida,rimase bloccata sul dorso di Eliothea.:<<Mi sa che devi andare senza di me>>disse a Gala seccata e la fata rispose:<<Ma che dici!Ordina ad Eliothea di farti scendere,ti ubbidirà subito!>> (forse non sono necessari i punti esclamativi e la frase Ma che dici! mi sa troppo artificiale potresti toglierla tranquillamente.) .Rose chiese gentilmente ad Eliothea di farla scendere e l'animale capì al volo.Annuì chinando il capo e spiegò un'ala tendendola verso il basso.Rose ci scivolò sopra e atterrò dolcemente a terra.Si rialzò spolverandosi il vestito e accarezzò le zampe vellutate di Eliothea..
<<Grazie piccola>>disse dolcemente<<ora puoi scendere>>ma Gala le disse:<<No Rose,lei non può venire con noi.Dobbiamo chiedere un permesso speciale al Consiglio dei Saggi.Devi lasciarla qui>> <<Mi dispiace>>disse Rose rivolta alla bestia con aria triste<<ma devi restare qui.Riuscirò a farti venire a Isgard,te lo prometto>>.
Questo brano è proprio necessario? Potresti sostituirlo con più successo con un paragrafo descrittivo-narrativo. Anche volendolo lasciare dovresti, secondo me, aggiustare la frase colorata e scegliere meglio i termini che hai usato.
La bestia annuì comprensiva e le strofinò il muso contro la spalla. Rose si allontanò piano da lei e si avviò con Gala verso il colle.
In cima al colle c'era un grande castello diroccato, con quattro torri dalle mura di sasso (sasso? scegli un materiale e usa quello, gesso, pietra, granito, mattoni di vario genere) sgretolato.
Il castello era circondato da un grande fossato prosciugato, sul quale era abbassato il ponte levatoio.Il cancello di ferro corroso dalla ruggine era aperto, quasi invitasse i visitatori ad entrare. Perfino il portone in legno scuro era semiaperto, quasi completamente scardinato,e i numerosi catenacci e chiavistelli che avrebbero dovuto chiuderlo erano rotti.
Questo brano mi sembra molto confuso. Soprattutto la parte sul cancello. Ce n'è uno di ferro aperto, poi ce n'è un altro o è lo stesso di prima solo che adesso è diventato di legno?
Visto che non hai detto che ci sono diverse cinta murarie, il cancello dovrebbe essere uno, con una grata di ferro, forse? Scegli bene i termini quando fai una descrizioni e proccupati che abbiano una loro coerenza.
Sull'ingresso,davanti al portone,c'era la testa lignea di un animale,dalle fattezze grottesche e irriconoscibili,che giaceva ridotta in frantumi accanto ad un lungo e spesso palo di legno scheggiato.Rose guardò il tutto con profondo timore, perchè quel castello aveva qualcosa di inquietante e sinistro. Gala si accorse subito del suo stato d'animo.:<<Sei stanca?>>le chiese accostandosi a lei,con sguardo preoccupato e voce premurosa.Rose si accorse solo allora della sua presenza. (perchè cosa ha fatto nel frattempo? questa frase non ha un significato preciso e nel contesto è inutile perchè ne hai omesso la causa, potresti spiegarla meglio)
<<Sei stanca?>>le chiese accostandosi a lei,con sguardo preoccupato e voce premurosa.Rose si accorse solo allora della sua presenza.<<No>>rispose subito<<sono fresca come una rosa>> <<C'è qualcosa che non va?>> <<Va tutto bene>> mentì Rose<<stavo solo ammirando il castello.(secondo me potresti eliminare le battute segnate, sono inutili, e abbastanza ripetitive)Forse è meglio che entriamo subito,che dici?>> <<Si,è meglio sbrigarsi>>rispose Gala pensierosa.Sapeva che Rose non le aveva detto la verità ma non voleva rischiare di essere invadente.
Il ponte scricchiolò lievemente sotto di loro quando vi passarono sopra,poichè il legno era pieno di crepe e ammuffito. (molte volte non c'è bisogno di spiegare perchè certe cose succedono. Hai detto già che il castello è in rovina.)
Riuscirono ad arrivare difronte (staccato) al portone con molta difficoltà, reggendosi le une alle altre, e Rose si fermò ad osservarlo da vicino incuriosita.Vi erano enormi fenditure nel legno e trucioli ricoprivano il terreno, oltre la testa d'animale e il palo di legno che Rose aveva notato prima.Si chinò un attimo ad osservare la testa d'animale, ma era troppo logora per essere riconoscibile finanche da vicino (e come ha fatto prima a capire che era un animale?).:
<<Questa è la testa dell'ariete usato per penetrare il castello. Sai, allora i normali non erano ancora completamente estranei alla magia, e anche se la Barriera ora è impenetrabile per loro a quel tempo riuscirono ad infrangerla.>> <<La Barriera?>> <<Si, questa zona si chiama Barriera. La conosco perfino i normali, e per questo la evitano. Anche se è inutile, ormai non possono più vederla, hanno perso del tutto la magia che avevano.Diciamo che qui non siamo né a Isgard né nel mondo dei normali...è una zona di confine, ecco.Pur sempre eretta però con la magia, infatti il castello si vocifera sia abitato dallo spirito di una principessa morta>> <<Sai cosa è successo alla principessa?>> <<Nessuno lo sa con esattezza,si sa solo che è morta all'età di 15 anni in circostanze oscure>> <<Così giovane...>>sospirò Rose.Aveva la stessa età della principessa.Forse che sarebbe morta anche lei a quell'età?.Gala cercò di rallegrarla.:<<Può capitare di morire giovani per malattia>>le disse<<le malattie magiche sono diverse da quelle dei normali e difficili da curare.Molto probabilmente qualche nemico le avrà fatto un sortilegio che poi ha contaminato le linee successive.Non ci pensare,sono le tragedie della vita,e per fortuna sono rare!Dai,entriamo>> <<Va bene>>rispose Rose stancamente,triste per le parole della fata
Mettere i sottotitoli ad un testo per descrivere in modo più veloce e diretto eventi complessi o successi nel passato non mi è mai piaciuto come sistema per riassumere in poche righe ciò che dovrebbe essere scritto in interi capitoli, però è solo un'opinione personale. creare un background ad un'ambientazione è difficile, e più i tuoi personaggi sembreranno onniscienti, più la tua ambientazione sembrerà falsa. Mostra quello che puoi mostrare, fai dire ai personaggi quello che puoi dire, il resto apparirà pian piano.
Considerando che lo hai scrittoa 15 anni, avevo ragione :wub: ^_^ :D :D ; è un buon testo. Sono impaziente a questo punto di leggere qualcosa di più recente. Dovresti essere migliorata parecchio. ^_^
[..]
Ricordo a tutti che i temi sono da considerare indicativi. Non andate a scervellarvi andando a studiare il surrealismo, ma divertitevi usando le strutture fantasiose che più vi piacciono! :shock:
Lord, scusa se ti faccio aspettare. Appena ho tempo leggo bene anche il tuo racconto. Però di una cosa sono contento. Ho capito che cosa intendevi affidandoci il nuovo tema! ^_^ :D :D
Bello, anche se non bellissimo: non è che mi abbia convinto molto... e c'è qualche pecca (secondo me). Aggiungo le mie modifiche... per quello che valgono! :shock:
Quand’ero bambino ho osservato questo dipinto, ma solo un attimo.
E’ stato un attimo lungo e intenso.
Giaceva lì, appeso ad una parete, ed io gli ero di fronte, vagamente cosciente di esserlo, e restavo immobile.
Ricordo ancora come mi smarrii al suo interno … Mi sentivo lì, nel mondo fantasioso e riflessivo creato dall’autore, forse sognavo di esserci già stato … o forse semplicemente lo sentivo.
Lo ammiravo.
Era un grande prato, con rari cespugli. Una sterminata distesa che non finiva più e nella quale camminavo, mentre le montagne si stagliavano, lontane e massicce, lievemente avvolte dalla nebbia. Montagne azzurrine e senza un sentiero che sembravano disegnate da una mano abile. Lì, appena prima di un fiume dalle acque celesti, si ergeva un immenso bicchiere di vetro trasparente, debolmente illuminato dai riflessi di un sole piccolo e nascosto (filtrato?) dalle nuvole. La sua superficie piatta era liscia al tatto, come uno di quelli per il vino. Sembrava un normalissimo bicchiere di cristallo, tranne per il semplice (mi sembra superfluo) fatto che era enorme.
Guardavo in alto, ma non riuscivo a vederne la fine, perché poi si confondeva oltre una nuvola, forse di passaggio, che sembrava essersi incastrata (incastrata?! Una nuvola? Va bene surrealismo - ma qui sei ancora in una parte descrittiva, tradizionale... Io comunque avrei detto che la nuvola era prodotta dal bicchiere stesso - ma questo non c'entra ovviamente), e che continuava ad essere sfiorata (vedi oltre...) dal vento.
Proprio alla base del bicchiere, o forse un po’ più in là, c’era un fantasma, il fantasma di un curioso pittore. Chi sei? avrei voluto chiedergli, ma non era una persona vera, perché c’era qualcosa nel suo modo, o forse nel suo essere, che mi sembrava impossibile, quasi fosse una pura sensazione.
In silenzio, l’uomo sfiorava (il verbo "sfiorare" è abbastanza speciale - non usiamolo troppo spesso...) elegantemente la sua tela, usando colori invisibili.
E le montagne si arricchivano di nuovi riflessi azzurrini, e qui e lì cresceva qualche cespuglio, e il fiume si ornava (ornava?!) di un nuovo flusso.
Era solo un’immagine della mia mente, però lasciai che non sfumasse (non va bene... non la lasciai sfumare, ad esempio, si integrerebbe con "era solo un'immagine della mia mente". Poi, tutto è al passato prossimo + imperfetto indicativo, quindi perché "lasciai"?) e la modellai, davanti a me.
Magritte era lì e sorrideva alla tela e al paesaggio che continuava a sorgere dal suo cuore, mentre questo (il paesaggio? Il cuore?) batteva, veloce e appassionato (eh?).
Ho visto il suo sguardo perso e le dita corte che continuavano ad esplorare l’opera, invadendola dei colori d’un cielo, e di una nuvola rimasta impigliata (non mi va proprio giù questa nuvola "solida", che s'incastra e s'impiglia - ma qui ammetto che siamo nella parte surrealista del testo) in un grande bicchiere lucente, fragile come il mio cuore che respirava piano quell’atmosfera lontana.
E per un solo attimo, pensai di averlo sfiorato (rieccolo). Non con una mano, che continuava a rimanere inerte in tasca insieme all’altra (nella stessa tasca?) , ma con un pensiero. Si, un pensiero volò dalla mia mente e salì, turbinante di colori, vicino al bicchiere. Lui lo vide e si disse ma questo non è un mio pensiero.
Allora si accorse di me.
-Ciao-
La sua voce era gentile.
I suoi capelli striati di grigio giacevano sotto il suo elegante cappello da passeggio.
Alcuni mi hanno sempre detto che uno dei modi di salutare è alzare il cappello. Lui ha fatto così, e l’ha infilato ad un appendiabiti che prima non c’era. Ha guardato il sottile filo colorato dei miei pensieri che ora girava intorno al suo bel bicchiere e sembrava volesse chiedermi ‘carino. E’ tuo?Me lo presti?’
E invece mi ha domandato:
-Non hai mai osservato un mio quadro prima di questo, non è vero, figliolo?
Sembrava divertito, e io continuavo a guardarlo, meravigliato.
La mia voce è risuonata senza che aprissi bocca.
-No- ho risposto, con voce un po’ imbarazzata –No, mi dispiace-
L’uomo ha allargato il sorriso e ha sfiorato (numero quattro...) la tela con un pennello.
-Ah, tu si che sei un ragazzo fortunato- mi ha detto, e si è pulito le dita sporche di colore sul vestito –C’è tanta gente che osserva i miei dipinti- e qui i suoi occhi sono brillati (hanno brillato) di una scintilla di tristezza –Eppure non mi vede, no, non mi nota mai.
Io ho tratto un respiro profondo.
-Perché?- ho chiesto, e per la prima volta ho visto i suoi occhi guardarmi.
-Perché nessuno si perde dentro- mi ha risposto, e io ho cercato di capire. –Nessuno. E finisco per sentirmi molto solo.
Mi è rimasto silenziosamente accanto, vagando attorno al quadro sostenuto dal treppiede.
-Mi dispiace. Però potremmo diventare amici, noi due- gli ho chiesto (?), desideroso.
Magritte si è fermato. Forse avrà pensato ‘ma tu guarda!’.
Una grande felicità l’ha invaso (che ne sai? Show, don't tell) ed era quasi una lacrima, quella che s’ingrossava nei suoi occhi.
Ha sorriso comprensivo. –Ma certo, piccolo.-
Poi si è fatto appena appena più serio e incuriosito. –Pochi sono arrivati fino qui, e tu ci sei venuto da solo… ma… come?
-Io… io non lo so- ho risposto. Lui ha alzato lo sguardo e mi ha guardato, negli occhi, le borse della pelle ampie e cadenti. Ha fatto un altro gran sorriso.
-Non mi aspettavo di meglio, ragazzo.
Ha riposto i pennelli, tranquillo, mentre il suo corpo si dileguava e rimanevano solamente i suoi contorni, fino a quando non è scomparso del tutto.
L’ho incontrato tante altre volte, il mio amico, ma questo è stato il nostro primo incontro, che ha dato vita a una lunga, profonda, insostituibile (non mi piace...) amicizia che conserverò nel mio cuore per sempre.
E in quei pochi attimi fantastici che ci vediamo, abbiamo imparato a parlarci e confidarci.
Lui mi vede crescere e io lo vedo sempre alle prese con quel quadro, che continuerà a dipingere in eterno, e insieme siamo felici. Perché la nostra felicità è un’onda che si rinnova continuamente, e l’importante è starci vicino e sfiorarci (di nuovo...).
Forse io e René non ci siamo mai conosciuti, ma ci siamo sfiorati (ancora?!) e capiti e ci conosciamo bene e la nostra, credetemi, è una vera magia, e dentro scalda (troppo celebrativo... si è già capito).
Non c'entra l'età dello scrittore, si può sempre migliorare, basta sperimentare e non illudersi mai di sapere già tutto. Incomincio ad avere seri problemi con questo brano maledetto :shock: , perchè qualsiasi cosa faccia non migliora molto. Due sono le possibili soluzioni:o lo rivedo ancora, riducendolo al minimo indispensabile, o lo elimino. Davvero non vorrei arrivare a quest'ultima soluzione, quindi proverò con la prima per ora. Ma temo che alla fine lo dovrò cancellare e sostituire con altro. Non è la prima volta che mi capita. Il problema è che ho dovuto creare un castello vecchio, ma dalle fattezze scozzesi, e per farlo ho mischiato vari elementi dei castelli di quella zona. Non potevo fare altrimenti ai fini della storia, ma non tutti gli elementi sono fatti per essere combinati. La mia storia è stata in continua evoluzione per anni, e molte cose scritte anni fa non coincidono col resto. All'interno di uno stesso brano, infatti, ci sono pezzi rivisti a distanza di parecchio tempo gli uni dagli altri. Fra scuola e famiglia(non ho avuto una situazione familiare molto serena) non ho mai avuto il tempo di adattare ad ogni cambiamento tutte le varie parti. Ma non è un problema. Se Mondadori dovesse accettare la mia pubblicazione, mi farò assistere dall'editor e revisionerò tutto!
Per l'ultima volta, provo a migliorare il testo. Vi prego di avere pazienza, il vostro aiuto è prezioso. Se non dovesse quadrarmi, lo taglierò e lo sostituirò con qualcos altro.
Eliothea e il suo compagno sorvolarono Edimburgo in poco tempo,data la velocità con cui procedevano. La corrente d'aria presto non fu più contro di loro, e i grifoni allora distesero le ali e si lasciarono condurre completamente dal vento,tanto che Gala e Rose dovettero aderire completamente ai loro dorsi per non cadere.
Improvvisamente,Eliothea deviò bruscamente rotta spostandosi verso un alto colle roccioso privo di alberi e sovrastante una piccola vallata incolta.C'erano delle sporgenze sul terreno,massi molto grandi,e una gran quantità si erba secca.La zona era completamente disabitata, e Rose non l'aveva mai notata prima di allora. I grifoni planarono lentamente su due alte rocce,rallentando il battito delle ali a pochi metri da terra,affondando gli artigli delle lunghe zampe sulle sporgenze e appollaiandosi per far scendere le loro padrone.Gala spiccò un salto dal suo grifone e atterrò a terra leggera come un petalo di fiore.Rose,che aveva paura di saltare da quella altezza,provò a mettere i piedi sulla roccia.Trovandola troppo ripida,rimase bloccata sul dorso di Eliothea.:<<Mi sa che devi andare senza di me>>disse a Gala seccata e la fata rispose:<<Ma che dici, ordina ad Eliothea di farti scendere. Ti ubbidirà subito>>.Rose chiese gentilmente ad Eliothea di farla scendere e l'animale capì al volo. Annuì chinando il capo e spiegò un'ala tendendola verso il basso.Rose ci scivolò sopra e atterrò dolcemente a terra.Si rialzò spolverandosi il vestito e accarezzò le zampe vellutate di Eliothea..<<Grazie piccola>>disse dolcemente<<ora puoi venire anche tu>>ma Gala le disse:<<No Rose,lei non può venire con noi.Dobbiamo chiedere un permesso speciale al Consiglio dei Saggi.Devi lasciarla qui>> <<Mi dispiace>>disse Rose rivolta alla bestia con aria triste<<ma devi restare qui.Riuscirò a farti venire a Isgard,te lo prometto>>.La bestia annuì comprensiva e le strofinò il muso contro la spalla. Rose si allontanò piano da lei e si avviò con Gala verso il colle.
In cima al colle c'era un grande castello diroccato, con quattro torri dalle mura di sasso sgretolato.Il castello era circondato da un grande fossato prosciugato, sul quale era abbassato il ponte levatoio. Sull'ingresso,davanti al portone di legno scardinato,c'era la testa lignea di un animale,dalle fattezze grottesche e irriconoscibili,che giaceva ridotta in frantumi accanto ad un lungo e spesso palo di legno scheggiato.Rose guardò il tutto con profondo timore, perchè quel castello aveva qualcosa di inquietante e sinistro. Gala si accorse subito del suo stato d'animo.:<<C'è qualcosa che non va?>>le chiese accostandosi a lei,con sguardo preoccupato e voce premurosa :<<Va tutto bene>>mentì Rose<<stavo solo ammirando il castello.Forse è meglio che entriamo subito,che dici?>> <<Si,è meglio sbrigarsi>>rispose Gala pensierosa.Sapeva che Rose non le aveva detto la verità ma non voleva rischiare di essere invadente.
Il ponte scricchiolò lievemente sotto di loro quando vi passarono sopra, ma riuscirono comunque ad arrivare difronte al portone incolumi. Rose si fermò ad osservare da vicino la testa di animale che aveva notato prima, molto incuriosita. Purtroppo era troppo logora per essere riconoscibile finanche da vicino.:<<Sembra la testa di un ariete>>commentò infine Rose, rimettendo l'oggetto al suo posto<<Probabile>>affermò Gala<<allora i normali non erano ancora completamente estranei alla magia, e anche se la Barriera ora è impenetrabile per loro a quel tempo riuscirono ad infrangerla e ad attaccare il castello.>> <<La Barriera?>> <<Si, questa zona si chiama Barriera. La conosco perfino i normali, e per questo la evitano. Anche se è inutile, ormai non possono più vederla, hanno perso del tutto la magia che avevano.Diciamo che qui non siamo né a Isgard né nel mondo dei normali...è la zona di confine tra i due mondi più importante. Sai che si vocifera che il castello sia abitato dallo spirito di una principessa morta?>>aggiunse poi la fata, con un sorriso malizioso sulle labbra. Adorava spaventare le persone. <<Cos' è successo alla principessa?>>chiese Rose senza scomporsi, facendo scomparire quel sorrisetto dal viso dell'amica. <<Nessuno lo sa con esattezza,si sa solo che è morta all'età di 15 anni in circostanze oscure. Questo è l'unica certezza storica su di lei>>rispose Gala, visibilmente delusa<<Così giovane...>>sospirò Rose.Aveva la stessa età della principessa.Forse che sarebbe morta anche lei a quell'età?.Gala cercò di rallegrarla.:<<Può capitare di morire giovani per malattia>>le disse<<le malattie magiche sono diverse da quelle dei normali e difficili da curare.Molto probabilmente qualche nemico le avrà fatto un sortilegio che poi ha contaminato le linee successive.Non ci pensare,sono le tragedie della vita,e per fortuna sono rare!Dai,entriamo>> <<Va bene>>rispose Rose stancamente,triste per le parole della fata
Non c'entra l'età dello scrittore, si può sempre migliorare, basta sperimentare e non illudersi mai di sapere già tutto. Incomincio ad avere seri problemi con questo brano maledetto ^_^ , perchè qualsiasi cosa faccia non migliora molto. Due sono le possibili soluzioni:o lo rivedo ancora, riducendolo al minimo indispensabile, o lo elimino.
L'età c'entra fidati. Cambia la sensibilità, hai fatto nuove esperienze.
Non migliora di molto perchè, a parte gli errori grammaticali e qualche frase eliminata, non hai modificato praticamente nulla. I concetti, le frasi, lo stile, le descrizioni e i dialoghi sono rimasti gli stessi. Se non ti piacevano prima non ti piaceranno nemmeno adesso. :shock:
Ora due sono le cose, o ti piace, a parte gli errori che ti abbiamo segnalato non trovi altro da aggiungere. Oppure non ti piace, ma non sei ancora pronta per fare l'editing. Il tuo "livello" non è salito molto rispetto a quando hai scritto questo brano e trovi con difficoltà i punti in cui può essere migliorato. Tutto questo per dire che sei ancora immatura.
Davvero non vorrei arrivare a quest'ultima soluzione, quindi proverò con la prima per ora. Ma temo che alla fine lo dovrò cancellare e sostituire con altro. Non è la prima volta che mi capita. Il problema è che ho dovuto creare un castello vecchio, ma dalle fattezze scozzesi, e per farlo ho mischiato vari elementi dei castelli di quella zona. Non potevo fare altrimenti ai fini della storia, ma non tutti gli elementi sono fatti per essere combinati. La mia storia è stata in continua evoluzione per anni, e molte cose scritte anni fa non coincidono col resto. All'interno di uno stesso brano, infatti, ci sono pezzi rivisti a distanza di parecchio tempo gli uni dagli altri.
Allora se la situazione è questa dovresti prendere la bozza che hai, metterla da parte e riscrivere tutto. Così otterrai un duplice vantaggio: far collimare tutti i dettagli e uniformare lo stile che sicuramente si è evoluto negli anni.
Fra scuola e famiglia(non ho avuto una situazione familiare molto serena) non ho mai avuto il tempo di adattare ad ogni cambiamento tutte le varie parti. Ma non è un problema.
Non è un problema per te, forse. Ma per i lettori che devono capire ciò che scrivi è "il" problema. Ammiro molto la tua passione, la voglia di correggere i tuoi errori e di migliorarti, ma se non sei abbastanza matura da gestire un progetto di grandi dimensioni, forse è il caso che abbondoni questo progetto per un pò, finchè non avrai consolidato le tue basi, e ti concentri su storie più brevi, una serie di racconti per esempio, in modo da farti bastare il tempo che hai a disposizione per migliorare. Un racconto da 20-25 cartelle può essere scritto in un paio di settimane, revisionato e completato, se si ha la giusta ispirazione. Non saltare i primi passi, secondo me non ti conviene.
Se Mondadori dovesse accettare la mia pubblicazione,
Scusa ma non avevo capito che tu avessi spedito questo racconto alla Mondadori. Io pensavo fosse uno dei tuoi primi lavori. Buttato lì a 15 anni, tanto per scrivere. :shock:
mi farò assistere dall'editor e revisionerò tutto!
Revisionare per revisionare, lo vuoi un parere spassionato?
Se la storia, il suo contenuto, ti sembra originale, diverso da ciò che c'è attualmente sul panorama italiano, insomma, se ne vale la pena, riscrivilo da capo. Crea i presupposti perchè la tua idea diventi una bella storia e poi mandala in giro. Sennò butta tutto e srivi una storia nuova.
Farai un favore a te stessa e alla Mondadori. :wub:
Sono sicuro che una rilettura mi avrebbe fatto evitare tutte le sbavature che hai evidenziato, Tyrion. Grazie per il tuo aiuto... sono d'accordo per tutte le correzioni, inoltre potevo rendere meglio, molto meglio l'atmosfera. Cercherò di lavorare molto più attentamente sul prossimo tema... sono piuttosto impegnato in un particolare progetto... :shock:
Per quanto riguarda i sinonimi, hai pienamente ragione.
L’ho incontrato tante altre volte, il mio amico, ma questo è stato il nostro primo incontro, che ha dato vita a una lunga, profonda, insostituibile amicizia che conserverò nel mio cuore per sempre.non mi piace...
Neanche a me. Nemmeno un pò. Abbandono definitivamente l'atmosfera per entrare nel banale.
Lord, scusa se ti faccio aspettare. Appena ho tempo leggo bene anche il tuo racconto. Però di una cosa sono contento. Ho capito che cosa intendevi affidandoci il nuovo tema!
buona produzione, milord. :shock:
A questo punto dovrò riscrivere il brano d'accapo. Non mi piace, non si sposa bene con le altre parti del racconto. Posso fare sicuramente di meglio :shock:
Sono sicuro che una rilettura mi avrebbe fatto evitare tutte le sbavature che hai evidenziato, Tyrion. Grazie per il tuo aiuto... sono d'accordo per tutte le correzioni, inoltre potevo rendere meglio, molto meglio l'atmosfera.
Sono convinto che con una rilettura il risultato sarebbe stato fantastico - però non ha molta importanza: in fin dei conti i nostri scritti sono solo un punto di partenza qualsiasi per poter discutere dei tipici ostacoli che possiamo incontrare nella scrittura. Penso che tu abbia avuto una idea davvero straordinaria ad aprire questa discussione, che comincio a trovare la più interessante e riuscita di tutto il Forum.
Ora però è giunto il tuo momento di ricambiare! :shock: Mi raccomando, sii impetoso, e non guardare in faccia nessuno! Il mio piccolo componimento si dovrebbe intitolare "Coscienza", immagino...
Non so se questo sia propriamente "surrealismo", ma ci ho provato! :shock:
Il tuo brano ha un che di inquietante (effetto voluto, suppone la Dama)...
Ma è ora di mettersi al lavoro...
Latuacoscienza preme, al buio, dentro latuatesta, contro latua(la ripetizione è intenzionale? Dà l'idea di qualcosa che procede come su una scala, cadendo gradino per gradino verso qualcosa di sempre più pesante, ma appesantisce anche la frase...)faccia, sentendolaall'incontrario("al contrario" forse sarebbe più elegante, per quanto ancora non sembra la cosa giusta... "Alla rovescia, forse? Ma non è la stessa cosa... "Da dentro", potrebbe essere...). Si incunea nella fossa del naso, nelle conche delle guance, e(è un errore che spesso fa anche la Dama, per questo presta così attenzione alla cosa: non dovrebbe esserci la virgola prima di una "e")preme come aria dura sulla pelle di un pallone rosa. Non ci devi pensare, non ci devi pensare,se no("altrimenti" non suona meglio?)impazzisci. Ma la senti. Allora cerchi di cacciarla via, giù, da altre parti - vedi se è possibile. Questo può distrarre. Ecco, ci stai riuscendo, un suo pezzo - pezzo? - è scivolato ingobbendosi come un feto dentro la tua spalla destra. Ma la pressione sul viso, dietro ai tuoi occhi immobili, c'è ancora - solo appena un po' più leggera. Non può essere, pensi, e(come prima)pensare riporta subito tutto come prima.Allora ci riprovi, e(di nuovo... una volta può rallnetare la frase, ma farlo sempre risulta un errore...)il fluido maledetto scopri di poterlo spingere("scorpi di poter spingere il fluido maledetto")fino al guanto della mano, fin dentro le dita,(aggiungere un "ne" potrebbe essere utile?)tocca le punte. Ti guardi le dita come in sogno. Giri e rigiri lentamente la mano. Prima a destra. Poi a sinistra. Grossi lombrichi rosa riempiti di coscienza. E ti senti pensare, di nuovo, che è impossibile. Ma gli organi interni - stomaco, fegato, vene, carne? Dentro di te c'è solo il vuoto, il vuoto riempito dalla coscienza, che preme. Preme. Pensi ai libri di biologia che hai studiato - ma è proprio ora che la coscienza si mette a premere feroce, rabbiosa, dicendo no, io esisto. Ti affretti a escluderestomaco, fegato, vene e carne(biologica e macabra ripetizione... Sintetizzare con un "tutto", potrebbe snellire un po')dai tuoi pensieri. Vorresti chiedere scusa al fluido cieco prigioniero della tua forma, ma il caos interno non ti lascia prendere direzioni cosí banali. La coscienza vuole spaccare, uscire. E finalmente morire.
Nel complesso il pezzo è buono, con il suo inqueitante mescolarsi di fisico e metafisico (reso materiale, per giunta)... La Dama si è permessa di far qualche correzione, si spera siano buone...
è un errore che spesso fa anche la Dama, per questo presta così attenzione alla cosa: non dovrebbe esserci la virgola prima di una "e"
Non è necessariamente vero, dipende dalla situazione, dal significato, ecc. La virgola prima di una E può benissimo esserci, non è automaticamente un errore.
Ti affretti a escludere stomaco, fegato, vene e carne(biologica e macabra ripetizione... Sintetizzare con un "tutto", potrebbe snellire un po')
Ma generalizzerebbe, togliendo il senso di esclusione successiva (prima escludo una cosa, poi l'altra, ecc.) e l'attenzione sui singoli elementi; piuttosto, suggerirei di non mettere le virgole, se non è importante che l'attenzione si focalizzi sui singoli elementi: "Ti affretti a escludere stomaco fegato vene e carne" o "Ti affretti a escludere stomaco fegato vene carne".
Se scruti nell'abisso, l'abisso scruta in te.
La tua coscienza preme, al buio, dentro la tua testa, contro la tua faccia, sentendola all'incontrario (rendi la coscienza una sensazione, ma perchè al buio? Il vuoto che descrivi poi non è certamente il buio) . Si incunea nella fossa del naso, nelle conche delle guance, e preme come aria dura sulla pelle di un pallone rosa. Non ci devi pensare, non ci devi pensare, se no impazzisci. Ma la senti. Allora cerchi di cacciarla via, giù, da altre parti - vedi se è possibile. Questo può distrarre. (?) Ecco, ci stai riuscendo, un suo pezzo - pezzo? - è scivolato ingobbendosi come un feto dentro la tua spalla destra. Ma la pressione sul viso, dietro ai tuoi occhi immobili, c'è ancora - solo appena un po' più leggera. Non può essere, pensi, e pensare riporta subito tutto come prima.Allora ci riprovi, e il fluido maledetto scopri di poterlo spingere fino al guanto della mano, fin dentro le dita, tocca le punte. Ti guardi le dita come in sogno ( non c'è bisogno di aggiungere questo dettaglio. La dimensione lo crea da sé) . Giri e rigiri lentamente la mano. Prima a destra. Poi a sinistra. (queste due frasi possono essere soppresse: i verbi usati per esprimere il movimento ci sono e bastano, altrimenti rischi di appesantire il tutto) Grossi lombrichi rosa ( ! ) riempiti di coscienza. E ti senti pensare (sei sicuro che questa forma verbale sia la più appropriata?) , di nuovo, che è impossibile (come ho già detto, la dimensione crea da sé quello che specifichi con alcune frasi inutili) . Ma gli organi interni - stomaco, fegato, vene, carne? Dentro di te c'è solo il vuoto, il vuoto riempito dalla coscienza, che preme. Preme. Pensi ai libri di biologia che hai studiato - me è proprio ora che la coscienza si mette a premere feroce, rabbiosa, dicendo no, io esisto. Ti affretti a escludere stomaco, fegato, vene e carne dai tuoi pensieri. Vorresti chiedere scusa al fluido cieco prigioniero della tua forma, ma il caos interno non ti lascia prendere direzioni cosí banali. La coscienza vuole spaccare (questo termine stona un pò con il contesto, ma forse anche questo è un effetto voluto) , uscire. E finalmente morire.
Difficile da commentare. Molto difficile.
Nel complesso è un esperimento di rarissima originalità. In alcuni punti confonde, barcollando per qualche attimo di lettura su dettagli che distraggono e rendono ancora più difficile la (parziale) comprensione.
Il tuo brano ha un che di inquietante (effetto voluto, suppone la Dama)...
Effetto voluto, sicuramente. :shock: Inquietante perchè interagisce in una particolare dimensione inconscia e con un pensiero nichilista che in effetti fa venire leggermente i brividi...
Concordo con gli altri, il tuo racconto ha un che di inquietante Tyrion °-°
Però a me è piaciuto molto!
Io non sono sicura di aver afferrato il reale concetto di Surrealismo e il pezoz che ho scritto, tra l'altro, non mi piace nemmeno, sembra quasi scritto a caso ._.
Lo posto lo stesso, magari col vostro aiuto riesco a farne venire fuori qualcosa di buono ;]
Come sarebbe vivere in una bolla di sapone?
L'acqua fresca scorre sulla mia pelle, il profumo del bagnoschiuma si libera nell'aria e la spuma mi colora di bianco le braccia. Soffio delicatamente tra le mani insaponate e una bolla leggera si libera nell'aria calda. La osservo e ci vedo dentro un mondo.
Come sarebbe vivere tra pareti che riflettono i colori dell’arcobaleno?
Volgi lo sguardo al cielo e vedi mille riflessi, da cui possono nascere frutti ricolmi di succo o nuvole soffici come panna montata. Un pensiero appena abbozzato e all’improvviso eccolo lì, prendere forma proprio davanti ai tuoi occhi come in un sogno. Un tramonto infuocato, poi tutto cambia e l’acqua fredda dell’oceano ti circonda.
Come sarebbe vivere in un mondo all’apparenza tanto fragile, eppure indistruttibile?
Un tocco leggero e la bolla scompare, ma chi ci vive sa che l’occhio umano non può vedere oltre quello che ha di fronte. Risate cristalline echeggiano come in una grotta talmente profonda da non vederne l’uscita; un battito di mani, ed ecco nascere all’improvviso milioni di farfalle colorate.
Chiudo l’acqua e avvolgo il corpo in un asciugamano morbido.
Mi sento strana, come se avessi fatto un lungo viaggio.
Una sfera colorata passa davanti ai miei occhi. Con un dito sfioro appena la sua linea delicata e all’improvviso svanisce, come se non fosse mai esistita.
Come sarebbe vivere in una bolla di sapone?
Grazie a tutti per i vostri commenti, e grazie soprattuuto alla Dama perché mi offre lo spunto per precisare alcune cose...
Premetto che, forse, se il brano è risultato un tantino "inquietante" è perché ho cercato di descrivere una situazione che in effetti ho... tentato varie volte. In altre parole, il momento surreale è... reale! :wub: In effetti la "coscienza" mi fa un po' paura. Non la capisco. Ma lasciamo perdere le mie intime follie, e torniamo al più simpatico terreno dello scrivere (o tentare di farlo):
La tua coscienza preme, al buio, dentro la tua testa, contro la tua (la ripetizione è intenzionale? Dà l'idea di qualcosa che procede come su una scala, cadendo gradino per gradino verso qualcosa di sempre più pesante, ma appesantisce anche la frase...)
Quello che volevo era sottolineare che questo è un racconto in seconda persona singolare (e ho anche evitato ovunque di usare aggettivi che potessero identificare il sesso del soggetto, cosí che tutti potessero identificarsi senza "disturbi"). So che di racconti in seconda persona ne esistono, anche se si tratta di esempi rari... Ma evidentemente qui ho esagerato. Credo che sia un errore tipico dello scrittore inesperto: non avere fiducia nel lettore, e quindi mettersi a spiegare troppo le cose. E come vedi, anche saperlo non è sufficiente a non caderci! :shock:
faccia, sentendola all'incontrario("al contrario" forse sarebbe più elegante, per quanto ancora non sembra la cosa giusta... "Alla rovescia, forse? Ma non è la stessa cosa... "Da dentro", potrebbe essere...).
È vero che "al contrario" sarebbe meglio. Forse ho ascoltato troppo "Azzurro" di Celentano...
Si incunea nella fossa del naso, nelle conche delle guance, e(è un errore che spesso fa anche la Dama, per questo presta così attenzione alla cosa: non dovrebbe esserci la virgola prima di una "e") preme come aria dura sulla pelle di un pallone rosa.
Credo che questo valga solo nelle "liste" (pane, salame, formaggio e insalata). Ma in questo caso la lista è terminata, e la frase continua: "Si incunea nella fossa del naso, nelle conche delle guance, e preme...". Anche negli esempi più avanti "e" marca l'inizio di una sotto-frase. Comunque è vero che mi piace aggiungere una virgola prima della "e" anche nelle liste... Secondo me non ci sta male... :shock:
Non ci devi pensare, non ci devi pensare, se no("altrimenti" non suona meglio?) impazzisci.
Probabile... Io dico sempre "se no". Un po' dialettale, immagino.
Ma la senti. Allora cerchi di cacciarla via, giù, da altre parti - vedi se è possibile. Questo può distrarre. Ecco, ci stai riuscendo, un suo pezzo - pezzo? - è scivolato ingobbendosi come un feto dentro la tua spalla destra. Ma la pressione sul viso, dietro ai tuoi occhi immobili, c'è ancora - solo appena un po' più leggera. Non può essere, pensi, e(come prima) pensare riporta subito tutto come prima.
Allora ci riprovi, e(di nuovo... una volta può rallnetare la frase, ma farlo sempre risulta un errore...) il fluido maledetto scopri di poterlo spingere("scorpi di poter spingere il fluido maledetto")
Eh, sí, certo. Questo l'avevo fatto apposta. Poi sono stato a guardare la frase a lungo, tentennando, volendo correggerla proprio come dici tu. Il punto è che volevo enfatizzare al massimo "il fluido maledetto", perché a questo punto dello scritto avevo in testa solo "il fluido maledetto, il fluido maledetto" - ossessivo proprio - e quindi dovevo metterlo all'inizio della frase. Ora sono ancora meno sicuro che sia stata una buona idea... è chiaro che la frase contorta infastidisce.
fino al guanto della mano, fin dentro le dita, (aggiungere un "ne" potrebbe essere utile?)
Ehm... dove?
tocca le punte. Ti guardi le dita come in sogno. Giri e rigiri lentamente la mano. Prima a destra. Poi a sinistra. Grossi lombrichi rosa riempiti di coscienza. E ti senti pensare, di nuovo, che è impossibile. Ma gli organi interni - stomaco, fegato, vene, carne? Dentro di te c'è solo il vuoto, il vuoto riempito dalla coscienza, che preme. Preme. Pensi ai libri di biologia che hai studiato - ma è proprio ora che la coscienza si mette a premere feroce, rabbiosa, dicendo no, io esisto. Ti affretti a escludere stomaco, fegato, vene e carne(biologica e macabra ripetizione... Sintetizzare con un "tutto", potrebbe snellire un po') dai tuoi pensieri.
No, no, dovevo ripetere. È una ossessione. Ho letto il commento di Mornon su questa lista (a proposito, hai visto che qui la virgola prima della "e" non ce l'ho messa?): ho trovato la sua intuizione fantastica: è vero, le virgole andrebbero tolte tutte!
Mah, che devo dire? Sono contento che vi sia un po' piaciuto, perché qui ci avevo messo parte di me. Adesso però non mettetevi a pensare che sono un povero pazzo psicopatico! ^_^
Credo che questo valga solo nelle "liste" (pane, salame, formaggio e insalata)
Non è questione di liste, ma di significato e contesto: cosa si vuole dire, il registro usato, ecc.
dico sempre "se no". Un po' dialettale, immagino
In Italiano esiste; esiste anche la forma unita, "sennò".
è chiaro che la frase contorta infastidisce
Se raggiunge lo scopo, lasciala; l'Italiano è una lingua altamente pleonastica, l'importante è sapere cosa si sta facendo. "Il fluido maledetto scopri di poterlo spingere" sottolinea il fluido, il fatto che si scopre di poter spingere quello, molto piú di "Scopri di poter spingere il fluido maledetto". Nella prima frase il fluido è centrale, nella seconda... è secondario, è mero oggetto della scoperta.
fino al guanto della mano, fin dentro le dita, (aggiungere un "ne" potrebbe essere utile?)
Ehm... dove?
Immagino dopo: "ne tocca le punte".
a proposito, hai visto che qui la virgola prima della "e" non ce l'ho messa?
Ed è giustissimo: metterla spezzerebbe il ritmo, darebbe l'idea di una scoperta lenta, isolerebbe l'ultimo elemento al pari di tutti gli altri; la scoperta, il ritmo del testo, invece mi sembra affannato, mettere virgole lo rovinerebbe solo.
le virgole andrebbero tolte tutte
Anche la E, se vuoi: "stomaco fegato vene carne". Il lettore arriva lí, e senza nemmeno accorgersene è già alla fine della lista, non c'è stato nulla che lo ha fatto soffermare su di essa.
Che dirti, Laura? Ho trovato il tuo pezzo principalmente... sexy! :shock: Scusa, lo so, sono solo un vecchio porco... :shock: Nel complesso comunque mi è piaciuto meno del tuo precedente. Credo che l'incanto sia rovinato dalle domande ("Come sarebbe vivere in una bolla di sapone?"), che forse potrebbero essere tolte tutte - tranne l'ultima, che è da brivido, perché detta appena la bolla è scomparsa. Il pezzo contiene delle immagini stupende - delle intuizioni veramente originali. Le elenco qui sotto (anche se, estratte dal contesto, pèrdono):
La cosa bella dei tuoi scritti credo di averla capita: ti fidi del lettore (prima accennavo appunto al fatto che, secondo me, questo è importante). Soprattutto nella frase delle farfalle colorate. Moltissimi (me incluso) avrebbero scritto una cosa tipo "bolle come milioni di farfalle colorate". Invece tu hai detto solo "milioni di farfalle colorate". Perché è ovvio che sono le bollicine, e quindi non occorre dirlo. Sei molto attenta. Davvero apprezzabile!
@mornon: Certo, anche la "e" va tolta! Concordo anche sul resto...