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Scrittura Creativa
L di Lord Alexander Stone
creato il 17 aprile 2009

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SadSong
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SadSong
Confratello

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Inviato il 02 maggio 2009 16:22

Beh, a me è piaciuto davvero molto. Ma hai riletto, comunque? Secondo me va benissimo scrivere di getto, d'istinto, ma poi occorre anche una rilettura (anzi: dieci). Se non hai nemmeno riletto, beh, allora sei un genio. Ma me lo chiedo perché vedo alcuni refusi ("basto", "lo sapevo", ...).

 

No non ho riletto, ma grazie per avermelo fatto notare, ho corretto ^^

E sono contenta che ti sia piaciuto.. grazie *-*

 

Anzi, chiedo scusa per aver postato solo ora, non sapevo che sarebbe scaduto proprio oggi il tema.

 

 

'Viandante sul mare di nebbia' : Caspar David Friederich

http://www.freewebs.com/moebiusring/e12.jpg

 

'La condizione umana' : René Magritte

http://sogniebisogni.ilcannocchiale.it/med...na_magritte.jpg

 

Viandante è stato un quadro molto importante per il mio percorso scolatisco quest'anno. Lo trovo bellissimo!

E anche 'La condizione umana' mi ha colpito molto (:

Beh, direi che il surrealismo è un ottimo argomento ^^


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 02 maggio 2009 17:18

 

Il Surrealismo

 

Tema immenso, multiforme, che si basa sulla più pura e segreta fantasia.

 

 

Non credo di aver capito bene ciò che ci proponi in questo turno. >_> :(

Se è come credo io, ci lasci la cosiddetta carta bianca, ma la corrente letteraria a cui dovremmo fare riferimento è il surrealismo. O invece dovremmo trattare temi surreali?

Aspetterò il tuo brano per capire. :D ;)

 

 

Passando al commento del brano della new entry SadSong :o faccio na piccola lista di quegli errori che ti saresti risparmiata rileggendo il brano. :(

 

ricerca di quel luogo di cui aveva tanto..

Io avrei scritto del luogo di cui avava tanto...Dettaglio.

 

I suoi antenati vi si recavano quando chiedevano aiuto ai loro Dei. Ormai era rimasto solo un ricordo evanescente del mondo di una volta.

Gli Antichi Dei avevano abbandonato il cuore della gente, ed erano pochi quelli che ancora si recavano nel Parco Degli Dei per pregare.

Il periodo è scritto bene, stona soltanto la risondanza lessicale. Puoi lasciarlo com'è, oppure pensarci dieci minuti e trovare una struttura che elimini questo difetto. La scelta è tua, e va bene in entrambi i casi. ^_^

 

 

La corsa impediva al suo cuore di battere regolarmente,

Non so se ci hai fatto caso, ma questa frase nel significato (non nella struttura grammaticale, sia chiaro) assomiglia molto ai deponenti latino. E' una frase passiva con verbo attivo. Di solito cerco di evitarle perchè perdono un pò d'incisività rispetto alla rispettiva attiva. Hai provato a crearne una alternativa in cui è il cuore ad essere il soggetto della frase principale?

 

arrivando a fermarsi

fermandosi?

 

alcune pietre dell'arco erano ricoperte di soffice muschio, altre si erano smosse a causa del tempo e tra loro spuntavano ciuffi di erba.

 

Dubito che le pietre si muovano a causa del tempo. Magari si saranno mosse a causa delle intemperie, o di un sisma, o saranno state erose dal tempo. Scegli tu. L'importante è che ciò che scrivi abbia una sua coerenza. :(

 

Come vedi sono tutti dettagli eliminabili facilmente ad una seconda lettura. Nemmeno Cusack ha scritto on the road senza rileggere il testo. ^_^ :stralol:


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 02 maggio 2009 17:34

Oh fiammeggiante Thoros, sto diventando un ammiratore delle tue critiche! >_>

 

Ad esempio, qui mi lasci senza fiato:

La corsa impediva al suo cuore di battere regolarmente,

Non so se ci hai fatto caso, ma questa frase nel significato (non nella struttura grammaticale, sia chiaro) assomiglia molto ai deponenti latino. E' una frase passiva con verbo attivo. Di solito cerco di evitarle perchè perdono un pò d'incisività rispetto alla rispettiva attiva. Hai provato a crearne una alternativa in cui è il cuore ad essere il soggetto della frase principale?

Può darsi, eh, ma non ne sono del tutto sicuro. La frase mi suona bene, suona "affannosa", proprio per la sua mancanza di incisività.

 

Qui invece sono proprio sicuro di non essere d'accordo:

arrivando a fermarsi

fermandosi?

Dire "arrivando a fermarsi" rallenta l'azione del fermarsi, la fa durare, l'arresto alla fine di questa corsa mi sembra migliore cosí. Anche il resto della frase sottolinea questa grande inerzia: "Rallentò la sua corsa, arrivando a fermarsi di fronte all'entrata". Correggere in "Rallentò la sua corsa, fermandosi di fronte all'entrata" per me sarebbe un disastro... Si perderebbe la potenza di questa scena.

Come vedi sono tutti dettagli eliminabili facilmente ad una seconda lettura. Nemmeno Cusack ha scritto on the road senza rileggere il testo. :( :D

Eh, sí, dovrebbe proprio rileggere! A meno che non sia - appunto - un genio istintivo: magari Laura è un raro caso in cui una rilettura (troppo razionale) rischierebbe di rovinare la freschezza del testo.


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 02 maggio 2009 18:03

Ad esempio, qui mi lasci senza fiato:

La corsa impediva al suo cuore di battere regolarmente,

Non so se ci hai fatto caso, ma questa frase nel significato (non nella struttura grammaticale, sia chiaro) assomiglia molto ai deponenti latino. E' una frase passiva con verbo attivo. Di solito cerco di evitarle perchè perdono un pò d'incisività rispetto alla rispettiva attiva. Hai provato a crearne una alternativa in cui è il cuore ad essere il soggetto della frase principale?

Può darsi, eh, ma non ne sono del tutto sicuro. La frase mi suona bene, suona "affannosa", proprio per la sua mancanza di incisività.

Tyrion, ma infatti, in questo caso specifico, non ho detto sta male e che deve rifarla. A parte che non potrei neanche volendo. Vsto che non ho alcuna esperienza. Ho chiesto se aveva provato a scriverla in modo diverso, perchè solitamentequesto tipo di struttura fa perdere incisività alla narrazione. Se lo ha fatto volutamente in questo caso ha ottenuto un effetto che a te è piaciuto, quindi tanto di guadagnato, ottima scelta. Se, invece, le è uscita di getto come ha detto lei stessa, magari è una struttura che le viene naturale utilizzare spesso quando scrive, e allora la mia "critica" si trasforma in un consiglio più generico per i prossimi brani che sicuramente SadSong posterà su questi lidi. >_>

 

Qui invece sono proprio sicuro di non essere d'accordo:

 

Dire "arrivando a fermarsi" rallenta l'azione del fermarsi, la fa durare, l'arresto alla fine di questa corsa mi sembra migliore cosí. Anche il resto della frase sottolinea questa grande inerzia: "Rallentò la sua corsa, arrivando a fermarsi di fronte all'entrata". Correggere in "Rallentò la sua corsa, fermandosi di fronte all'entrata" per me sarebbe un disastro... Si perderebbe la potenza di questa scena.

Vale lo stesso discorso di prima. Un effetto può essere voluto o meno. Visto che qua siamo tutti dilettanti allo sbaraglio, che non hanno il metro di paragone delle loro capacità, io preferirei che mi facessero tutte le critiche del mondo, mettendo in dubbio la scelta di ogni singola parola che ho usato in un brano.

In questo spirito io metto in dubbio il lavoro degli altri. Se poi una persona riesce a fare un bel brano senza pensare a ciò che scrive, tanto meglio per questa persona. Se ottiene un risultato senza cercarlo, ancora meglio, però voglio sapere perchè ha scelto quella frase piuttosto che un'altra. Altrimenti che topic sulla scrittura sarebbe? :( :D


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 02 maggio 2009 22:24

Per carità, non volevo assolutamente polemizzare! Ero sincero quando dicevo che ammiro le tue critiche, perché è chiaro che hai notevoli conoscenze tecniche (io non sapevo nemmeno che fossero, i deponenti latini, e non mi ero neppure accorto che quella fosse una frase passiva con verbo attivo). No, volevo solo dire che comunque, secondo me, quelle frasi andavano bene - mi "funzionavano". Lo dico da lettore, mica da scrittore!


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meloth
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meloth
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Inviato il 02 maggio 2009 22:33

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione questo brano tratto dal mio racconto. Anche se ha poco a che vedere con l'opera di Martin, ha una cosa in comune puramente per caso:la barriera >_>

All'epoca non conoscevo nemmeno l'esistenza di Martin, solo ieri mi sono resa conto che abbiamo utilizzato entrambi lo stesso nome per un concetto simile. Spero non stia infrangendo nulla, nel caso fosse così, avvisatemi e togliete il post.

Eliothea e il suo compagno sorvolarono Edimburgo dopo poco tempo,data la velocità con cui procedevano.Rose riconobbe subito la città,le case ravvicinate e l'aria pungente,i prati ben tenuti coperti di brina,gli alti campanili delle chiese.L'orologio di una chiesa segnava le 11,30.Rose informò Gala dell'ora,e la fata spronò i grifoni ad andare più rapidamente.I grifoni allora distesero le ali e si lasciarono condurre completamente dal vento forte,tanto che Gala e Rose dovettero aderire completamente ai loro dorsi per non cadere.Ora gli uccelli filavano come proiettili verso l'estremo nord della città,superando pareti rocciose e zone di boschi,verso gli aspri monti che circondavano quel luogo come una corona.Rose non c'era mai stata e in realtà conosceva poco di Edimburgo oltre la casa di sua nonna nel centro della città.Poco prima l'aveva passata,chiedendosi se sua nonna che era una strega l'avesse scorta o sapesse che era in viaggio.Lei sapeva molte cose,e tutte erano verità altamente scomode sulle persone,ma cose vere.Rose dubitava che si trattava di semplice intuito,come sua nonna le aveva sempre ripetuto con aria modesta.No,Rose pensava che si trattava di un senso della vista e dell'udito incredibilmente acuti,perchè sua nonna sapeva ascoltare e vedere con molta attenzione.Non sapeva se sarebbe stato un suo potere,ma Rose che era già molto sensibile avrebbe apprezzato ereditare il dono della preveggenza.Per un attimo si immaginò circondata da persone,vestita con scialli sgargianti e ingioiellata,mentre scrutava attenta in una di quelle sfere di cristallo che si vedevano nei film e nei tendoni dei veggenti truffatori.Rise al pensiero,non riuscendo proprio a immaginarsi la visione di lei che fa premonizioni e profezie.Chissà però,poteva scoprire molte sorprese nel mondo magico ad aspettarla,e aveva la spiacevole sensazione che non tutte erano buone.Improvvisamente,Eliothea deviò bruscamente rotta spostandosi verso un alto colle roccioso privo di alberi e sovrastante una piccola vallata incolta.C'erano delle sporgenze sul terreno,massi molto grandi,e una gran quantità si erba secca.La zona era completamente disabitata,cosa che si deduceva dall'aspetto antico e dall'asprezza del territorio.Ma non era solo quello il motivo per cui il colle e la valle erano disabitati.La magia infatti rendeva quel luogo incantato introvabile per i normali,che non ne traevano alcun vantaggio per quanto riguardava il settore turistico.In cima al colle c'era un grande castello composto da mura di pietra molto alte e quattro torri disposte ognuna in direzione di un punto cardinale.Sulle torri sventolavano degli stendardi dallo sfondo bianco immacolato con una rosa rossa come icona.Il castello era circondato da un grande fossato prosciugato,che in tempi antichi conteneva una gran quantità d'acqua lacustre.Il ponte levatoglio era abbassato sul fossato e il cancello di ferro corroso dalla ruggine era aperto.Sembrava quasi che l'edificio invitasse i visitatori ad entrare tranquillamente senza alcun problema.Perfino il portone in legno di noce non era chiuso,ma semi aperto,e i numerosi catenacci e chiavistelli che avrebbero dovuto chiuderlo erano rotti,e le schegge di rubini incastonate ai bordi erano scalfite.Sull'ingresso,davanti al portone,c'era la testa di un animale di legno intagliato,piuttosto grottescamente,che giaceva ridotta in piccole scheggie accanto ad un lungo e spesso palo di legno.Rose guardò il tutto con sguardo rapito e interrogativo,perchè non aveva mai visto un castello così bello in vita sua.Però quel castello aveva qualcosa di strano,che non sapeva descrivere.

Qull'aria di dimora abbandonata,quell'atmosfera di mistero misto a romanticismo,sembrava cantare di una storia d'amore triste e tragica,come quelle del medioevo.Rose s'incupì e Gala se ne accorse.:<<Sei stanca?>>le chiese la fata accostandosi a lei,con sguardo preoccupato e voce premurosa.Rose riemerse dal flusso dei pensieri e si accorse solo allora della sua presenza.:<<No>>rispose subito<<sono fresca come una rosa>> <<C'è qualcosa che non va?>> <<Va tutto bene>>mentì Rose<<stavo solo ammirando il castello.Forse è meglio che entriamo subito,che dici?>> <<Si,è meglio sbrigarsi>>rispose Gala pensierosa.Sapeva che Rose non le aveva detto la verità ma non voleva rischiare di essere invadente.Infondo,ci sono cose che non si vogliono far sapere nemmeno alla più cara delle amiche.Ognuno ha i propri segreti,e se Rose ne avesse avuto la voglia Gala era sicura che le avrebbe detto cosa la turbava.Gala diede dei colpetti al suo grifone per dirgli di atterrare e lo stesso fece Rose.I due allora si tuffarono immediatamente in una rapida picchiata verso terra,e le ragazze tenendosi saldamente ai grifoni presero a urlare di spavento.Era come precipitare da più di 30 metri d'altezza,con la sensazione di stare per schiantarsi sul suolo da un momento all'altro.Ma il contatto col suolo non avvenne in modo violento.I grifoni planarono lentamente su due alte rocce,rallentando il battito delle ali a pochi metri da terra,affondando gli artigli delle lunghe zampe sulle sporgenze e appollaiandosi per far scendere le loro padrone.Gala spiccò un salto dal suo grifone e atterrò a terra leggera come un petalo di fiore.Rose,che aveva paura di saltare da quella altezza,provò a mettere i piedi sulla roccia.Trovandola troppo ripida,rimase bloccata sul dorso di Eliothea.:<<Mi sa che devi andare senza di me>>disse a Gala seccata e la fata rispose:<<Ma che dici!Ordina ad Eliothea di farti scendere,ti ubbidirà subito!>>.Rose chiese gentilmente ad Eliothea di farla scendere e l'animale capì al volo.Annuì chinando il capo e spiegò un'ala tendendola verso il basso.Rose ci scivolò sopra e atterrò dolcemente a terra.Si rialzò spolverandosi il vestito e accarezzò le zampe vellutate di Eliothea..<<Grazie piccola>>disse dolcemente<<ora puoi scendere>>ma Gala le disse:<<No Rose,lei non può venire con noi.Dobbiamo chiedere un permesso speciale al Consiglio dei Saggi.Devi lasciarla qui>> <<Mi dispiace>>disse Rose rivolta alla bestia con aria triste<<ma devi restare qui.Riuscirò a farti venire a Isgard,te lo prometto>>.La bestia annuì comprensiva e le strofinò il muso contro la spalla.

Rose si allontanò piano da lei e si avviò con Gala verso il castello.Il ponte levatoio scricchiolò lievemente sotto di loro quando vi passarono sopra,poichè il legno era pieno di crepe e molto vecchio.Il cancello di ferro battuto era arrugginito e scalfito,ma non piegato,e due statue a forma di grifone d'oro con occhi di rubini torreggiavano in cima a due pilastri che affiancavano il portone di legno.Questo era,oltre che aperto,cigolante e a pezzi.Vi erano enormi spacchi nel legno e trucioli e scheggie ricoprivano il terreno oltre la testa d'animale e il palo di legno che Rose aveva notato prima.Si chinò un attimo ad osservare la testa d'animale e,per quanto fosse irrimediabilmente logora e rovinata,le sembrò essere la testa di un uccello.:<<Questa è la testa dell'ariete usato per penetrare il castello. Sai, allora i normali non erano ancora completamente estranei alla magia, e anche se la Barriera ora è impenetrabile per loro a quel tempo riuscirono ad infrangerla.>> <<La Barriera?>> <<Si, questa zona si chiama Barriera. La conosco perfino i normali, e per questo la evitano. Anche se è inutile, ormai non possono più vederla, hanno perso del tutto la magia che avevano.Diciamo che qui non siamo né a Isgard né nel mondo dei normali...è una zona di confine, ecco.Pur sempre eretta però con la magia, infatti il castello si vocifera sia abitato dallo spirito di una principessa morta>> <<Sai cosa è successo alla principessa?>> <<Nessuno lo sa con esattezza,si sa solo che è morta all'età di 15 anni in circostanze oscure>> <<Così giovane...>>sospirò Rose.Aveva la stessa età della principessa.Forse che sarebbe morta anche lei a quell'età?.Gala cercò di rallegrarla.:<<Può capitare di morire giovani per malattia>>le disse<<le malattie magiche sono diverse da quelle dei normali e difficili da curare.Molto probabilmente qualche nemico le avrà fatto un sortilegio che poi ha contaminato le linee successive.Non ci pensare,sono le tragedie della vita,e per fortuna sono rare!Dai,entriamo>> <<Va bene>>rispose Rose stancamente,triste per le parole della fata.


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 03 maggio 2009 0:46

Per carità, non volevo assolutamente polemizzare! Ero sincero quando dicevo che ammiro le tue critiche, perché è chiaro che hai notevoli conoscenze tecniche

Tyrion figurati, ho capito che dicevi sul serio facendomi i complimenti. Ti ringrazio, ma esageri. :shock:

Già che c'ero, preò, volevo solo spiegarti meglio perchè avevo fatto quelle "critiche", pur risultando magari troppo esigenti in quel caso particolare. Quindi quando posterò il prossimo brano, appena capisco cosa ci ha chiesto di scrivere Lord Alexander, devi essere cattivissimo. :shock: :wub:

 

No, volevo solo dire che comunque, secondo me, quelle frasi andavano bene - mi "funzionavano". Lo dico da lettore, mica da scrittore!

E così faccio io, visto che quelle poche cose che so, sono reminiscenze delle scuole superiori, e chiaramente lasciano il tempo che trovano. Però visto che il topic è scrittura creativa, lo scopo sarebbe quello di migliorare capendo i propri errori. Io segnalo tutto ciò che mi fa sorgere dubbi, poi l'autore ci pensa su e decide. ^_^

 

@Mariateresa.

Adesso è tardi e sinceramente ho dato solo una lettura veloce al tuo brano. Ci sono delle cose che mi piacciono e altre che non mi hanno entusiasmato. Visto che sei molto giovane però sarebbe interessante sapere quanti anni avevi quando lo hai scritto, così per curiosità. La protagonista ha 15 anni. Tu lo hai scritto a quell'età? Domani lo leggo con calma.


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lysmaya
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lysmaya
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Inviato il 03 maggio 2009 4:45

Vorrei sottoporre alla vostra attenzione questo brano tratto dal mio racconto. Anche se ha poco a che vedere con l'opera di Martin, ha una cosa in comune puramente per caso:la barriera :shock:

All'epoca non conoscevo nemmeno l'esistenza di Martin, solo ieri mi sono resa conto che abbiamo utilizzato entrambi lo stesso nome per un concetto simile. Spero non stia infrangendo nulla, nel caso fosse così, avvisatemi e togliete il post.

Eliothea e il suo compagno sorvolarono Edimburgo dopo (forse "in" sarebbe più opportuno) poco tempo,data la velocità con cui procedevano(si potrebbe anche eliminare, visto che ripete solo il concetto già espresso).Rose riconobbe subito la città,le case ravvicinate e l'aria pungente,i prati ben tenuti coperti di brina,gli alti campanili delle chiese.L'orologio di una chiesa(ripetizione) segnava le 11,30.Rose informò Gala dell'ora,e la fata spronò i grifoni ad andare più rapidamente.I grifoni(ripetizione) allora distesero le ali e si lasciarono condurre completamente dal vento forte,tanto che Gala e Rose dovettero aderire completamente ai loro dorsi per non cadere.Ora gli uccelli(i grifoni si possono definire "uccelli"?) filavano come proiettili verso l'estremo nord della città,superando pareti rocciose e zone di boschi,verso gli aspri monti che circondavano quel luogo come una corona.Rose non c'era mai stata e in realtà conosceva poco di Edimburgo(prima, però, hai detto che ha riconosciuto subito la città, dunque le era molto familiare, se riusciva ad orentarsi così bene dall'alto, prospettiva non esattamente usuale) oltre la casa di sua nonna nel centro della città.Poco prima l'aveva passata,chiedendosi se sua nonna(ripetizione)che era una strega l'avesse scorta o sapesse che era in viaggio.Lei sapeva molte cose,e(in teoria non si dovrebbe mettere una virgola prima di una "e", se la Dama non ricorda male) tutte erano verità altamente scomode sulle persone,ma cose vere.Rose dubitava che si trattava(che si trattasse, semmai) di semplice intuito,come sua nonna le aveva sempre ripetuto con aria modesta.No,Rose pensava che si trattava(che si trattasse, come prima... Una volta è distrazione, due no...) di un senso della vista e dell'udito incredibilmente acuti,perchè sua nonna sapeva ascoltare e vedere con molta attenzione(la frase non risulta molto chiara, nè scorrevvole, sembra alquanto pasticciata).Non sapeva se sarebbe stato un suo potere,ma Rose che era già molto sensibile avrebbe apprezzato ereditare il dono della preveggenza.Per un attimo si immaginò circondata da persone,vestita con scialli sgargianti e ingioiellata,mentre scrutava attenta in una di quelle sfere di cristallo che si vedevano nei film e nei tendoni dei veggenti truffatori.Rise al pensiero,non riuscendo proprio a immaginarsi la visione di lei che fa premonizioni e profezie(modi e tempi verbali...).Chissà però,poteva scoprire molte sorprese nel mondo magico ad aspettarla,e(come prima...) aveva la spiacevole sensazione che non tutte erano buone(modi e tempi verbali, ancora una volta...).Improvvisamente,Eliothea deviò bruscamente rotta spostandosi verso un alto colle roccioso privo di alberi e sovrastante una piccola vallata incolta.C'erano delle sporgenze sul terreno,massi molto grandi,e una gran quantità si erba secca.La zona era completamente disabitata,cosa che si deduceva dall'aspetto(non spiegare, descrivi: è molto più d'effetto e non spezza il ritmo) antico e dall'asprezza del territorio.Ma non era solo quello il motivo per cui il colle e la valle erano disabitati.La magia infatti rendeva quel luogo incantato introvabile per i normali(tanto valeva chiamarli "Babbani"),che non ne traevano alcun vantaggio per quanto riguardava il settore turistico.In cima al colle c'era un grande castello composto da mura di pietra molto alte e quattro torri disposte ognuna in direzione di un punto cardinale.Sulle torri sventolavano degli stendardi dallo sfondo bianco immacolato con una rosa rossa come icona(stemma?).Il castello era circondato da un grande fossato prosciugato,che in tempi antichi conteneva una gran quantità d'acqua lacustre(ovvio che un tempo contenesse acqua, visto che lo defisici "Prosciugato"... Poi specifichi "acqua lacustre", perchè?).Il ponte levatoglio(levatoio, ma questo era solo un errore di battiturra, vero?) era abbassato sul fossato(inutile specificazione) e il cancello di ferro corroso dalla ruggine era aperto.Sembrava quasi che l'edificio invitasse i visitatori ad entrare tranquillamente senza alcun problema(altra cosa piuttosto ovvia e ripetitiva).Perfino il portone in legno di noce non era chiuso,ma semi aperto(non era più lineare dire che il portone era socchiuso?),e(ancora, come prima) i numerosi catenacci e chiavistelli che avrebbero dovuto chiuderlo erano rotti,e(ancora, come prima) le schegge di rubini incastonate ai bordi erano scalfite.Sull'ingresso,davanti al portone,c'era la testa di un animale di legno intagliato,piuttosto grottescamente,che giaceva ridotta in piccole scheggie(se è ridotta in piccole schegge, come sifa a capire che era una testa?) accanto ad un lungo e spesso palo di legno.Rose guardò il tutto con sguardo rapito e interrogativo,perchè non aveva mai visto un castello così bello in vita sua.Però quel castello[/b](ripetizione) aveva qualcosa di strano,che non sapeva descrivere.

 

Al momento la Dama non ha tempo di controllare anche il resto del pezzo, perciò ha segnato le cose che, a suo modesto parere, non vanno nella prima parte... Critci migliori di lei (Tyrion Hill, Prete Rosso, a voi l'onore :shock: ) sapranno dire se ha evidenziato correttamente o meno...

Solo una domanda: hai postato questa parte di racconto solo per aver utilizzato il nome "Barriera" (in inglese, comunque è "The Wall"), o era il tuo testo per l'argomento della settimana? :wub:


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zack86sq
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zack86sq
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Z

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Inviato il 03 maggio 2009 10:10
Al momento la Dama non ha tempo di controllare anche il resto del pezzo, perciò ha segnato le cose che, a suo modesto parere, non vanno nella prima parte... Critci migliori di lei (Tyrion Hill, Prete Rosso, a voi l'onore :shock: ) sapranno dire se ha evidenziato correttamente o meno...

 

Lysmaya, hai fatto un buonissimo lavoro. Molto completo. Io ci aggiungo una revisione completa della punteggiatura, oltre le parti che hai già citato. A volte si tralascia questo particolare, soprattutto agli inizi, credendo che qualsiasi scelta si faccia non pregiudichi la riuscita di un buon lavoro. Ovviamente non è così.

Prima di esprimere il mio giudizio, però, vorrei sapere da mariateresa quanti anni aveva quando lo ha scritto e se la mia impressione iniziale era giusta.

 

Questo pomeriggio mi dedico alla lettura della seconda parte. Promesso. :shock:


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Alexander
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Alexander
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Inviato il 03 maggio 2009 10:52 Autore

Bene ragazzi, ecco a voi un mio racconto surrealista scritto qualche tempo fa.

Non ho avuto quasi mai l'occasione di proporne a qualcuno la lettura, quindi spero non ci siano troppe mancanze.

 

Il racconto -omonimo al quadro di Magritte a cui si riferisce, la Corda Sensibile- presenta un punto di vista di bambino, che quindi libera con la sua mente fresca e aperta la sua fantasia alla sola vista di quel meraviglioso quadro.

 

http://www.panoptikum.net/optischetaeuschu...de-sensible.jpg

 

Quand’ero bambino ho osservato questo dipinto, ma solo un attimo.

E’ stato un attimo lungo e intenso.

 

Giaceva lì, appeso ad una parete, ed io gli ero di fronte, vagamente cosciente di esserlo, e restavo immobile.

Ricordo ancora come mi smarrii al suo interno … Mi sentivo lì, nel mondo fantasioso e riflessivo creato dall’autore, forse sognavo di esserci già stato … o forse semplicemente lo sentivo.

 

Lo ammiravo.

 

Era un grande prato, con rari cespugli. Una sterminata distesa che non finiva più e nel quale camminavo, mentre le montagne si stagliavano, lontane e massicce, lievemente avvolte dalla nebbia. Montagne azzurrine e senza un sentiero che sembravano disegnate da una mano abile. Lì, appena prima di un fiume dalle acque celesti, si ergeva un immenso bicchiere di vetro trasparente, debolmente illuminato dai riflessi di un sole piccolo e nascosto dalle nuvole. La sua superficie piatta era liscia al tatto, come uno di quelli per il vino. Sembrava un normalissimo bicchiere di cristallo, tranne per il semplice fatto che era enorme.

 

 

 

Guardavo in alto, ma non riuscivo a vederne la fine, perché poi si confondeva oltre una nuvola, forse di passaggio, che sembrava essersi incastrata, e che continuava ad essere sfiorata dal vento.

 

 

Proprio alla base del bicchiere, o forse un po’ più in là, c’era un fantasma, il fantasma di un curioso pittore. Chi sei? avrei voluto chiedergli, ma non era una persona vera, perché c’era qualcosa nel suo modo, o forse nel suo essere, che mi sembrava impossibile, quasi fosse una pura sensazione.

In silenzio, l’uomo sfiorava elegantemente la sua tela, usando colori invisibili.

 

 

 

E le montagne si arricchivano di nuovi riflessi azzurrini, e qui e lì cresceva qualche cespuglio, e il fiume si ornava di un nuovo flusso.

Era solo un’immagine della mia mente, però lasciai che non sfumasse e la modellai, davanti a me.

 

Magritte era lì e sorrideva alla tela e al paesaggio che continuava a sorgere dal suo cuore, mentre questo gli batteva, veloce e appassionato.

 

Ho visto il suo sguardo perso e le dita corte che continuavano ad esplorare l’opera, invadendola dei colori d’un cielo, e di una nuvola rimasta impigliata in un grande bicchiere lucente, fragile come il mio cuore che respirava piano quell’atmosfera lontana.

 

E per un solo attimo, pensai di averlo sfiorato. Non con una mano, che continuava a rimanere inerte in tasca insieme all’altra, ma con un pensiero. Si, un pensiero volò dalla mia mente e salì, turbinante di colori, vicino al bicchiere. Lui lo vide e si disse ma questo non è un mio pensiero.

 

 

Allora si accorse di me.

 

 

-Ciao-

La sua voce era gentile.

I suoi capelli striati di grigio giacevano sotto il suo elegante cappello da passeggio.

Alcuni mi hanno sempre detto che uno dei modi di salutare è alzare il cappello. Lui ha fatto così, e l’ha infilato ad un appendiabiti che prima non c’era. Ha guardato il sottile filo colorato dei miei pensieri che ora girava intorno al suo bel bicchiere e sembrava volesse chiedermi ‘carino. E’ tuo?Me lo presti?’

E invece mi ha domandato:

-Non hai mai osservato un mio quadro prima di questo, non è vero, figliolo?

Sembrava divertito, e io continuavo a guardarlo, meravigliato.

La mia voce è risuonata senza che aprissi bocca.

-No- ho risposto, con voce un po’ imbarazzata –No, mi dispiace-

L’uomo ha allargato il sorriso e ha sfiorato la tela con un pennello.

-Ah, tu si che sei un ragazzo fortunato- mi ha detto, e si è pulito le dita sporche di colore sul vestito –C’è tanta gente che osserva i miei dipinti- e qui i suoi occhi sono brillati di una scintilla di tristezza –Eppure non mi vede, no, non mi nota mai.

 

Io ho tratto un respiro profondo.

-Perché?- ho chiesto, e per la prima volta ho visto i suoi occhi guardarmi.

-Perché nessuno si perde dentro- mi ha risposto, e io ho cercato di capire. –Nessuno. E finisco per sentirmi molto solo.

 

 

Mi è rimasto silenziosamente accanto, vagando attorno al quadro sostenuto dal treppiede.

 

 

-Mi dispiace. Però potremmo diventare amici, noi due- gli ho chiesto, desideroso.

Magritte si è fermato. Forse avrà pensato ‘ma tu guarda!’.

Una grande felicità l’ha invaso ed era quasi una lacrima, quella che s’ingrossava nei suoi occhi.

Ha sorriso comprensivo. –Ma certo, piccolo.-

 

Poi si è fatto appena appena più serio e incuriosito. –Pochi sono arrivati fino qui, e tu ci sei venuto da solo… ma… come?

-Io… io non lo so- ho risposto. Lui ha alzato lo sguardo e mi ha guardato, negli occhi, le borse della pelle ampie e cadenti. Ha fatto un altro gran sorriso.

-Non mi aspettavo di meglio, ragazzo.

Ha riposto i pennelli, tranquillo, mentre il suo corpo si dileguava e rimanevano solamente i suoi contorni, fino a quando non è scomparso del tutto.

 

 

L’ho incontrato tante altre volte, il mio amico, ma questo è stato il nostro primo incontro che ha dato vita a una lunga, profonda, insostituibile amicizia che conserverò nel mio cuore per sempre.

 

 

E in quei pochi attimi fantastici che ci vediamo, abbiamo imparato a parlarci e confidarci.

Lui mi vede crescere e io lo vedo sempre alle prese con quel quadro, che continuerà a dipingere in eterno, e insieme siamo felici. Perché la nostra felicità è un’onda che si rinnova continuamente, e l’importante è starci vicino e sfiorarci.

 

Forse io e René non ci siamo mai conosciuti, ma ci siamo sfiorati e capiti e ci conosciamo bene e la nostra, credetemi, è una vera magia, e dentro scalda.

 

 

Ricordo a tutti che i temi sono da considerare indicativi. Non andate a scervellarvi andando a studiare il surrealismo, ma divertitevi usando le strutture fantasiose che più vi piacciono! :shock:


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meloth
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Inviato il 03 maggio 2009 12:10

Ringrazio davvero molto per le correzioni! :shock: Senza di voi, forse ci avrei messo molto a riconoscere quegli orrori! Sono davvero orripilata da tutte quelle imprecisioni :shock: Purtroppo questo pezzo non l'ho mai rivisto dall'ultima volta che l'ho scritto, perchè è uno dei primi brani scritti e risale a circa 2 se non 3 anni fa. Mi capita spesso di revisionare i pezzi nuovi, e di dimenticare o sorvolare su quelli vecchi. Se non avessi postato il brano, non mi sarei mai accorta dei suoi numerosi difetti. Ora devo revisionarlo, tenendo conto dei vostri suggerimenti. Sarà dura, ma lo renderò decente. E dopo dovrò dare un'occhiata al seguito. Pensavo di aver finito con l'editing, invece devo ricominciare. Meglio così, posso migliorare! :wub:

Posterò a breve il brano ripulito


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Alexander
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Alexander
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Inviato il 03 maggio 2009 12:26 Autore

Rileggendo il brano che ho postato qui sopra, mi sono accorto che ci sono alcune parti che non scorrono come altre e ho notato delle forme verbali che potrebbero essere semplificate. Conto sulla vostra esperienza da lettori per consigli sulla sintassi e sull'atmosfera che spero di essere riuscito a creare almeno in parte... :shock:


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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 03 maggio 2009 12:33

questo giro passo...


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meloth
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meloth
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Inviato il 03 maggio 2009 12:39

Eliothea e il suo compagno sorvolarono Edimburgo in poco tempo,data la velocità con cui procedevano. La corrente d'aria presto non fu più contro di loro, e i grifoni allora distesero le ali e si lasciarono condurre completamente dal vento,tanto che Gala e Rose dovettero aderire completamente ai loro dorsi per non cadere.Ora gli uccelli filavano come proiettili verso l'estremo nord della città,volando alti e all'ombra delle nuvole per non essere avvistati.

Improvvisamente,Eliothea deviò bruscamente rotta spostandosi verso un alto colle roccioso privo di alberi e sovrastante una piccola vallata incolta.C'erano delle sporgenze sul terreno,massi molto grandi,e una gran quantità si erba secca.La zona era completamente disabitata, e Rose non l'aveva mai notata prima di allora. I grifoni planarono lentamente su due alte rocce,rallentando il battito delle ali a pochi metri da terra,affondando gli artigli delle lunghe zampe sulle sporgenze e appollaiandosi per far scendere le loro padrone.Gala spiccò un salto dal suo grifone e atterrò a terra leggera come un petalo di fiore.Rose,che aveva paura di saltare da quella altezza,provò a mettere i piedi sulla roccia.Trovandola troppo ripida,rimase bloccata sul dorso di Eliothea.:<<Mi sa che devi andare senza di me>>disse a Gala seccata e la fata rispose:<<Ma che dici!Ordina ad Eliothea di farti scendere,ti ubbidirà subito!>>.Rose chiese gentilmente ad Eliothea di farla scendere e l'animale capì al volo.Annuì chinando il capo e spiegò un'ala tendendola verso il basso.Rose ci scivolò sopra e atterrò dolcemente a terra.Si rialzò spolverandosi il vestito e accarezzò le zampe vellutate di Eliothea..<<Grazie piccola>>disse dolcemente<<ora puoi scendere>>ma Gala le disse:<<No Rose,lei non può venire con noi.Dobbiamo chiedere un permesso speciale al Consiglio dei Saggi.Devi lasciarla qui>> <<Mi dispiace>>disse Rose rivolta alla bestia con aria triste<<ma devi restare qui.Riuscirò a farti venire a Isgard,te lo prometto>>.La bestia annuì comprensiva e le strofinò il muso contro la spalla. Rose si allontanò piano da lei e si avviò con Gala verso il colle.

In cima al colle c'era un grande castello diroccato, con quattro torri dalle mura di sasso sgretolato.Il castello era circondato da un grande fossato prosciugato, sul quale era abbassato il ponte levatoio.Il cancello di ferro corroso dalla ruggine era aperto, quasi invitasse i visitatori ad entrare. Perfino il portone in legno scuro era semiaperto, quasi completamente scardinato,e i numerosi catenacci e chiavistelli che avrebbero dovuto chiuderlo erano rotti.Sull'ingresso,davanti al portone,c'era la testa lignea di un animale,dalle fattezze grottesche e irriconoscibili,che giaceva ridotta in frantumi accanto ad un lungo e spesso palo di legno scheggiato.Rose guardò il tutto con profondo timore, perchè quel castello aveva qualcosa di inquietante e sinistro. Gala si accorse subito del suo stato d'animo.:<<Sei stanca?>>le chiese accostandosi a lei,con sguardo preoccupato e voce premurosa.Rose si accorse solo allora della sua presenza.:<<No>>rispose subito<<sono fresca come una rosa>> <<C'è qualcosa che non va?>> <<Va tutto bene>>mentì Rose<<stavo solo ammirando il castello.Forse è meglio che entriamo subito,che dici?>> <<Si,è meglio sbrigarsi>>rispose Gala pensierosa.Sapeva che Rose non le aveva detto la verità ma non voleva rischiare di essere invadente.

Il ponte scricchiolò lievemente sotto di loro quando vi passarono sopra,poichè il legno era pieno di crepe e ammuffito. Riuscirono ad arrivare difronte al portone con molta difficoltà, reggendosi le une alle altre, e Rose si fermò ad osservarlo da vicino incuriosita.Vi erano enormi fenditure nel legno e trucioli ricoprivano il terreno, oltre la testa d'animale e il palo di legno che Rose aveva notato prima.Si chinò un attimo ad osservare la testa d'animale, ma era troppo logora per essere riconoscibile finanche da vicino.:<<Questa è la testa dell'ariete usato per penetrare il castello. Sai, allora i normali non erano ancora completamente estranei alla magia, e anche se la Barriera ora è impenetrabile per loro a quel tempo riuscirono ad infrangerla.>> <<La Barriera?>> <<Si, questa zona si chiama Barriera. La conosco perfino i normali, e per questo la evitano. Anche se è inutile, ormai non possono più vederla, hanno perso del tutto la magia che avevano.Diciamo che qui non siamo né a Isgard né nel mondo dei normali...è una zona di confine, ecco.Pur sempre eretta però con la magia, infatti il castello si vocifera sia abitato dallo spirito di una principessa morta>> <<Sai cosa è successo alla principessa?>> <<Nessuno lo sa con esattezza,si sa solo che è morta all'età di 15 anni in circostanze oscure>> <<Così giovane...>>sospirò Rose.Aveva la stessa età della principessa.Forse che sarebbe morta anche lei a quell'età?.Gala cercò di rallegrarla.:<<Può capitare di morire giovani per malattia>>le disse<<le malattie magiche sono diverse da quelle dei normali e difficili da curare.Molto probabilmente qualche nemico le avrà fatto un sortilegio che poi ha contaminato le linee successive.Non ci pensare,sono le tragedie della vita,e per fortuna sono rare!Dai,entriamo>> <<Va bene>>rispose Rose stancamente,triste per le parole della fata


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Inviato il 03 maggio 2009 12:46

Grazie per i consigli Prete ^^

 

Il periodo è scritto bene, stona soltanto la risondanza lessicale. Puoi lasciarlo com'è, oppure pensarci dieci minuti e trovare una struttura che elimini questo difetto. La scelta è tua, e va bene in entrambi i casi. happy.gif

Per quel periodo lì, sì mi sono accorta che non era granchè, per il fatto che si ripeteva la parola dei.. solo che sul momento non sapevo come cambiarla allora l'ho postato lo stesso così ^^'

Per quanto riguarda l'espressione "arrivando a fermarsi", il mio intento era quello espresso da Tyrion.. nel senso che ho scritto quel passaggio proprio per enfatizzare il fatto che rallenta sempre più, tanto che arriva a fermarsi proprio davanti all'entrata.

Inoltre, grazie per il consiglio sulla frase del battito del cuore, proverò a farne una in cui, come dici tu, è il cuore ad essere il soggetto.

Poi, la prossima volta, prima di postare, vedrò di rileggere prima, così magari mi evito anche gli errori di battitura XD

 

Alexander, il tuo testo è davvero stupendo, complimenti *-*


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