Per scrivere una grande storia non conta solo l'originalità della trama, contano molte altre cose...
Vado un attimo OT
e cmq in ogni settore il giudizio della massa è il giudizio sbagliato perke coincide con la relatività.[...] (ecco perke avevo detto k nn intendevo addentrarmi in tale argomento, in quanto non porta da nessuna parte dato k PRIVO DI LOGICA e quindi di nessuna utilità per la discussione)
Scusa ma non riesco proprio a capire questo ragionamento, sarà che secondo me, la figura del genio-incompreso non esiste più da quando la tv ha iniziato a funzionare. Magari alcune opere di valore possono rimanere sconosciute per un pò, ma alla fine qualcuno le darà alle stampe e se valgono, si vede sempre.
Per fare un esempio: secondo il tuo ragionamento io non dovrei tenere conto delle milioni di persone che negli ultimi giorni hanno celebrato la bravura ed il talento di Pavarotti e formarmi un opinione personale (che non può andare olrte un giudizio puramente soggettivo) o valutare l'opinione di pochi critici, esperti. Magari proprio di quel critico che ha detto che Pavarotti tecnicamente metteva in difficoltà le orchestre, che non rispettava le pause sugli spartiti,ecc. Quindi, visto che la lirica non è il mio genere anche se mi sono formato un giudizio di base emozionale, potrei fidarmi di un critico e dire che Pavarotti non era sto granchè..(Chiaramente questo è un paradosso, però funzionale).
Bah, mi lascia perplesso... " />
Ritornando IT
Se ci pensi, qursto non è poco.Del resto, Martin cosa fa di tanto originale (la mancanza di originalità è una delle critiche più frequanti rivolte al SdA) oltre che romanzare in maniera suberba gli eventi delle grandi guerre combattute in epoca medievale tra le varie casate nobiliari per la conquista del potere?
In effetti come ho già detto in altri post anche fuori da questo topic, la grandezza di Martin non è nè l'originalità dei personaggi, nè lo stile, seppur lui sia bravissimo e concreto,soprattutto.
La sua forza è nella materia che tratta. Mi spiego. Egli è bravissimo a muovere le sue pedine, come se fosse un Dio, e a tenere insieme le trame che si intrecciano su Westeros fino al momento giusto. E' bravissimo nel dare a frasi apparentemente scontate, significati reconditi, e nel muovere i suoi personaggi in un Grande Disegno che per ora solo lui conosce fino in fondo. Per un giudizio sugli altri livelli della saga dovremo aspettarne la fine. Però già questo mi sembra un ottimo punto di partenza..ciauz " />
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La morte di una persona è comunque un discorso che va trattato a sé, perché può generare un'ondata di apprezzamenti concentrata in un piccolo periodo, apprezzamenti che possono venire anche da chi disprezzava e/o criticava la persona, quando era in vita.secondo il tuo ragionamento io non dovrei tenere conto delle milioni di persone che negli ultimi giorni hanno celebrato la bravura ed il talento di Pavarotti e formarmi un opinione personale (che non può andare olrte un giudizio puramente soggettivo) o valutare l'opinione di pochi critici, esperti
Non so esattamente cosa intendesse nel dire quello, ma da una certa ottica mi pare un'osservazione sensata: di Tolkien a volte si critica la mancanza di originalità, "Perché cos'ha fatto, se non riscrivere/attingere da miti già esistenti?"; per lo stesso motivo, ci si potrebbe chiedere cos'ha fatto Martin, se non riscrivere la nostra Storia.Se ci pensi, qursto non è pocoDel resto, Martin cosa fa di tanto originale (la mancanza di originalità è una delle critiche più frequanti rivolte al SdA) oltre che romanzare in maniera suberba gli eventi delle grandi guerre combattute in epoca medievale tra le varie casate nobiliari per la conquista del potere?
quoto il prete
Se ci pensi, qursto non è poco.
Forse hai frainteso. Per me non è poco quello che ha fatto Martin del quale - per inciso - apprezzo e seguo la sua opera. Dico solo che, per me, non è sufficiente per giudicarlo migliore di Tolkien; perlomeno secondo la mia idea di letteratura. Come diceva alcuni post fa Mezzuomo, la profondità dell'opera Tolkieniana (anche limitata solo al Signore degli Anelli) non è neanche lontanamente paragonabile a quella di Martin.
In effetti come ho già detto in altri post anche fuori da questo topic, la grandezza di Martin non è nè l'originalità dei personaggi, nè lo stile, seppur lui sia bravissimo e concreto,soprattutto.
La sua forza è nella materia che tratta. Mi spiego. Egli è bravissimo a muovere le sue pedine, come se fosse un Dio, e a tenere insieme le trame che si intrecciano su Westeros fino al momento giusto. E' bravissimo nel dare a frasi apparentemente scontate, significati reconditi, e nel muovere i suoi personaggi in un Grande Disegno che per ora solo lui conosce fino in fondo. Per un giudizio sugli altri livelli della saga dovremo aspettarne la fine. Però già questo mi sembra un ottimo punto di partenza..ciauz
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su questo concordo; è grande in questo utilizzo di tecniche narrative, probabilmente il migliore in attività. Ma la Storia _non_ è unica, nè possiede una profondità letteraria nel senso chiarito sopra e non credo, onestamente, che l'acquisirà proprio perchè è differente l'impostazione che l'autore stesso ha dato alla sua opera (già soltanto il fatto che viene pagato a numero di parole ne è una conferma).
Per questo, rispondendo all'interrogativo iniziale Martin non è meglio di Tolkien, fermo restando che può piacere di più.
In campo cinematografico potrebbe farsi un paragone tra Blade Runner e Star Wars:
il primo ha una profondità che i sei episodi messi insieme riescono nemmeno ad intravedere, ciò però non toglie per forza meriti alla saga: sono soltanto opere diverse per le quali è sbagliato cercare un paragone "qualitativo", o - perlomeno - farlo soltanto su un piano "emotivo".
difatti nessuno con un minimo di intelligenza le confronterà mai per dire quale è meglio dell'altra...
Spero proprio di no, gli unici paragoni che reggono sono quelli soggettivi perchè lì non si può obiettare; però con questi non se ne fa di strada.difatti nessuno con un minimo di intelligenza le confronterà mai per dire quale è meglio dell'altra...
Ciauz " />
noto una certa ironia...difatti nessuno con un minimo di intelligenza le confronterà mai per dire quale è meglio dell'altra...
Bé dai.. Forse 7 pagine di thread su questo confronto non portano delle conclusioni, però sono state scritte cose interessanti.
Da parte mia posso solo dire che, quando voglio "fuggire" dalla quotidianità, l'universo fantastico in cui mi immagino di essere è quello di Tolkien, dove non sono il lavoro e i soldi a muovere il mondo, dove il progresso non esiste, dove sai distinguere il male dal bene.
L'universo di Martin, invece, in questo senso è così simile al nostro che non riesce ad essere una "realtà alternativa". Un paio di draghetti non cambiano molto le cose...
D'altra parte, solo Martin può ipnotizzarmi al punto da farmi leggere ogni suo nuovo volume in pochissimi giorni. Unisce una buona abilità narrativa a una incredibile capacità di gestire una fitta serie di trame parallele, e soprattutto riesce a rendere immediata l'azione come se fosse un film.
no no nulla di quanto tu abbia notato è intenzionale, non voglio dare dello stupido a nessuno " /> , anzi ho qui trovato persone di grande cultura ed intelligenza...comunque quello che tu dici si riflette in quanto sintetizzato prima: Tolkien è poesia epica, Martin è romanzo storico...due generi di narrativa completamente differenti nei quale uno rifugge dalla banalità e dalla volgarità del quotidiano mentre l'altro lo usa come base per la propria narrazione...
È una delle osservazioni più giuste che abbia letto in questo topic. Molti giudizi non ne tengono conto, e questo è il motivo per cui alcuni aspetti delle Cronache vengono a mio avviso fraintesi.[Martin] ha spostato il centro della storia da Dio all'Uomo!
Non condivido il resto purtroppo, ma non si può volere tutto dalla vita :-P Ne avevo parlato in un'altra discussione, e secondo me l'epica del SdA è solo di contorno, fa da sfondo. In realtà il genere di cui trovo sia più debitore è la fiaba. Le Cronache invece non capisco come possano essere definite romanzo storico: sono fantasy in tutto e per tutto.
la Storia in Martin è lo scheletro di quel mondo, ricordi ke la sua base è stata la "Guerra delle Due Rose"?
L'epica in Tolkien è pienamente tangibile e si mischia come hai giustamente sottolineato con la fiaba, ma dire che l'epica è solo un contorno per me è errato...
Le Cronache invece non capisco come possano essere definite romanzo storico: sono fantasy in tutto e per tutto.
Concordo. Romanzo storico è una storia inventata in un contesto storico avvenuto realmente. Il contesto storico delle cronache non è avvenuto relamente, è inventato.
Diciamo che le cronache sono un fantasy molto più legato alla realtà rispetto agli altri, ma pur sempre un fantasy.
Per fare un esempio: secondo il tuo ragionamento io non dovrei tenere conto delle milioni di persone che negli ultimi giorni hanno celebrato la bravura ed il talento di Pavarotti e formarmi un opinione personale (che non può andare olrte un giudizio puramente soggettivo) o valutare l'opinione di pochi critici, esperti. Magari proprio di quel critico che ha detto che Pavarotti tecnicamente metteva in difficoltà le orchestre, che non rispettava le pause sugli spartiti,ecc. Quindi, visto che la lirica non è il mio genere anche se mi sono formato un giudizio di base emozionale, potrei fidarmi di un critico e dire che Pavarotti non era sto granchè..(Chiaramente questo è un paradosso, però funzionale).
Io non ho detto assolutamente questo ma ho affermato che tra gli elementi da tenere conto per formarsi una propria opinione nei confronti di qualcuno, quello delle masse è sempre il giudizio meno competente. Invito quindi a considerare fattori e giudizi più competenti riguardo a quello delle masse per giungere ad una determinata conclusione. Perché se nel caso di Pavarotti le masse ci hanno visto giusto, di certo in altri migliaia di casi ci hanno visto sbagliato e ne sono un esempio tutte le superstar del ca**o del giorno d'oggi che non sanno neanche leggere uno spartito musicale.
Bé dai.. Forse 7 pagine di thread su questo confronto non portano delle conclusioni, però sono state scritte cose interessanti.
Concordo eh eh.
Piú che un romanzo storico, sono un fantasy storico.Le Cronache invece non capisco come possano essere definite romanzo storico: sono fantasy in tutto e per tutto
Perché sia un fantasy storico non deve necessariamente essere ambientato nel nostro mondo (altrimenti potrebbe esserlo anche Il Signore degli Anelli, tra parentesi), ma deve avere, in breve, caratteristiche di realismo (solitamente inteso relativamente a un periodo medioevale), che di norma vengono a mancare nel fantasy.