Il Silmarilion mi risulta sia stato pubblicato dal figlio, chi sa se il padre lo avrebbe mai fatto.....
Di questi tempi si trovano in vendita anche i vari saggi/pubblicazioni accademiche di Tolkien (era un professore universitario giusto?) che personalmente non ho letto, ne intendo leggere.
C'è una grossa differenza da sottolinere, Tolkien era un Inglese Martin è un americano. Traduzioni a parte, si vede dal lessico e dal modo di scrivere, rispetto a Martin anche già la Rowling usa un registro linguistico più alto, o più inglese.
Poi beh, se mi chiedete cosa preferisco leggere....Tolkien di sicuro.
Il Silmarillion è stata la prima opera iniziata da Tolkien ma non l'ha mai considerata finita, completa, perfetta. Aveva eccome intenzione di pubblicarlo ma non è mai riuscito a esserne soddisfatto. Dopo la morte, il figlio Christoph (che è il destinatario delle più interessanti lettere di Tolkien riguardo al mondo) ha deciso di pubblicare le ultime versioni del lavoro del padre. Non quello che JRR avrebbe voluto pubblicare, ma di certo sarebbe stato più contento così che a non pubblicare niente.
In pratica Il Silmarillion è l'opera incumpiuta di cui noi abbiamo solo una "traccia".
Finirla e pubblicarla era l'obiettivo di Tolkien.
Se pensiamo alla grandezza de Il Signore degli Anelli, immaginatevi come sarebbe stato Il Silmarillion compiuto... " />
E quanto al diverso stile di scrittura... mi pare abbastanza ovvio. Martin è un uomo di oggi, con un backgroud diverso da quello di Tolkien, e non sono paragonabili.
Non perchè uno è meglio dell'altro ma perchè sono proprio diversi.
Era professore, ma uno di quelli che si vorrebbe sempre avere: i suoi stessi studenti se lo ricordano per la cultura e per come sapeva trasmettere la materia (ma perché a me non sono capitati, eh?). Era un uomo che sapeva dividere la sfera lavorativa dal resto. E cmq le sue opere accademiche meritano...se sei interessato alla materia, ovviamente.(era un professore universitario giusto?)
Il Silmarillion, come lo conosciamo noi, è solo l'ultima versione di un work in progress mai concluso. Probabilmente sarebbe stato pubblicato se, a suo tempo, la Harper Collins avesse rispettato i patti e non si fosse fatta spaventare dalla mole dei libri....credo che non si siano mai morsi le mani a sufficenza, dopo.Il Silmarilion mi risulta sia stato pubblicato dal figlio, chi sa se il padre lo avrebbe mai fatto.....
Direi di limitare il dibattito ad un confronto tra Martin e Tolkien, non alla vita opera morte e miracoli del Professore.
E' una scelta difficile anche perché si confrontano scrittori di due epoche diverse: Tolkien è stato il fondatore del genere fantasy, così come Omero lo fu per il poema epico-mitologico. Confrontare Tolkien e Martin è come mettere a confronto Omero con i grandi tragici greci del V secolo a.C, per esempio Sofocle.
Non è possibile dire chi è più bravo, perché le loro opere sono troppo diverse. Tolkien è più "mitologico" nel Silmarillion e più epico nel "Signore degli anelli". Martin è più concreto, ci mostra un mondo non troppo diverso da quello del medioevo reale: con guerre di potere, eccidi, violenza, anche volgarità, miseria e squallore, ma proprio per questo è più bravo degli altri autori di fantasy, perché scrive un'opera per adulti, matura, originale, forte nei toni e nei colori e avvicente come nessun'altra.
Tolkien va ammirato, perchè è stato il primo a creare un mondo meraviglioso, così complesso che bisognava imparare la lingua degli elfi per capire molte frasi, e leggere gli alberi genealogici, la successione dei re della stirpe di Numenor, le gesta degli elfi, dei nani, degli hobbit oltre che degli uomini.
Martin ha saputo fare il passo successivo, e cioè rendere il più concreto possibile il suo mondo fantastico, facendoci entrare il denaro (assente in Tolkien), il sesso (tabù in Tolkien) e la consapevolezza che nella storia degli uomini nessuno è mai completamente innocente. E' molto più difficile capire quali sono i buoni e i cattivi nel mondo di Martin. I suoi cattivi non sono orchi repellenti, ma, per esempio, donne bellissime come Cersei. Direi che Martin ha fatto fare un salto di qualità al genere fantasy, cosa che, a mio parere, non è stato capace di fare Jordan. Ma qui bisognerebbe aprire un altro topic.
ciao " />
chiedo umilmente perdono.Direi di limitare il dibattito ad un confronto tra Martin e Tolkien, non alla vita opera morte e miracoli del Professore.
Cosa dire di Martin...
Innanzitutto il linguaggio: è crudo ed anche volgare... ma credo che sia parte fondamentale del suo successo.
In questo modo i suoi personaggi prendono vita, sono più reali, più vivi... è più facile per il lettore immedesimarsi e amarli. Voglio dire.. chi non ama le colorite esternazioni di Tyron? " />
Altra differenza notevole è lo scopo. De Il Signore degli Anelli sappiamo quasi subito qual è lo scopo finale: distruggere l’Anello.
Martin invece preferisce lasciare la trama oscura e moltissime possibilità aperte: il lettore potrà solo ipotizzare e qualche volta indovinare. Basta leggere le innumerevoli ipotesi formulate qui nel forum. " />
E poi ci sono i cattivi. In Martin nessuno dei personaggi è descritto come senza macchia, nessuno è il perfetto cavaliere, i suoi personaggi nascono esattamente come noi: sono figli di un’epoca e di una certa educazione. Sono coerenti con l’impostazione della storia, agiscono perfettamente in sintonia con loro stessi. Alcuni di loro non provano rimorso non perché malvagi ma solo perché agire in quel determinato modo è sempre stata la norma. Ecco, negli ultimi libri e per determinati personaggi, Martin sta scavando più a fondo: alcuni stanno vivendo una trasformazione, o semplicemente si stanno facendo delle domande che prima mai si erano posti.
In Tolkien invece i cattivi hanno avuto sì una profonda evoluzione ma sono ben delineati. Non puoi sbagliarti.
Infine consiglio di andare a rileggere (ma va bene anche la trasposizione nel film) la risposta di Gandalf a Frodo quando questi si chiede perché Bilbo non uccise Smeagol avendone avuta l’opportunità.
La risposta che elargisce Gandalf è una grande, grandissima lezione di vita. Qualcosa che andrebbe ricordato sempre, ogni giorno.
Ecco, forse la più evidente differenza tra Tolkien Martin, è proprio questa.
In Tolkien c’è un insegnamento, non è solo una storia. Martin è puro, bellissimo divertimento.
Forse, proprio per questo motivo, è molto difficile fare un confronto fra i due autori.
Piccola parentesi:
Quasi assente, ma presente; nel senso, non appare molto, ma appare ed è attestato.il denaro (assente in Tolkien)
Anche contando solo la figura attuale (ossia, non la storia completa del personaggio), Gollum e Boromir non mi paiono né cattivi, né buoni, cosí come Denethor; poi si potrà discutere sulle differenti impostazioni e quantità, sui margini piú o meno definiti, ma dire che in Tolkien non ci si possa sbagliare, che ci sia questa dicotomia, non mi pare esattoIn Tolkien invece i cattivi hanno avuto sì una profonda evoluzione ma sono ben delineati. Non puoi sbagliarti
Mah, su questo non sono tanto d'accordo.Ecco, forse la più evidente differenza tra Tolkien Martin, è proprio questa.
In Tolkien c’è un insegnamento, non è solo una storia. Martin è puro, bellissimo divertimento.
Se provassimo a leggere tra le righe di ciò che scrive Martin senza limitarci ad ammirarne i bellissimi fuochi d'artificio, potremmo scovare diversi insegnamenti anche nelle Cronache. O forse insegnamento non è la parola più adatta, forse si tratta di semplici opinioni personali o sensibilità a certi argomenti, ma di sicuro c'è dell'altro oltre all'intrattenimento puro. Il modo in cui descrive la guerra e quello in cui tratteggia le donne (e non mi riferisco certo ad Arya, Asha o Daenerys) è ad esempio molto significativo.
mah...metterli a confronto mi sembra irrispettoso, quanto meno per tolkien. vedete, le differenze tra i due cicli sono enormi, insormontabili. nel sda tolkien crea un mondo epico, coerente, credibile nella sua impossibilità. più che la storia, poi, tutto sommato abbastanza prevedibile nello svolgimento, conta il contorno, mai come in tolkien. ha inventato delle lingue, perfettamente parlabili. ha inventato un background che chi ha letto anche il silmarillion può capire meglio. ha creato un universo e le sue diramazioni. senza dimenticarci che il tolkien era un fine uomo di cultura, docente a oxford e cambridge, che conosceva il latino, il greco, il gaelico, le lingue nordiche. riguardo la storia, poi, citerei asimov: "quello che distingue il sda dalle altre opere di fantasy è l'intelligenza. la storia non riguarda un guerriero semplice e buono che combatte l'intrigante e geniale cattivo. il sda è il trionfo dell'intelligenza". detto da uno che dell'intelligenza, nei romanzi, ha fatto uno stile, direi che è tutto quanto abbiamo bisogno di sapere.
martin...martin è il mio nuovo amore. un storia che ha basi e sviluppi completamente diversi, imprevedibili, accattivanti. anche la lunghezza è enormemente differente rispetto al sda. potremmo dire che, paragonando le 2 opere ad un film, tolkien ha fatto un lungometraggio, martin sta scrivendo una soap (nel senso della lunghezza). anche lo sviluppo della trama, in martin, è molto, come dire, televisivo. colpi di scena ad ogni capitolo, azione, dialoghi taglienti e spesso dalle battute brevi. ci sono anche i tipi principali: il buono frescone, il brutto intelligente e sarcastico, la bellissima un po' facile..... insomma, un'opera scritta magistralmente, strutturata in modo eccelso, coinvolgente, godibile.
ma il sda è un'altra cosa. qui entriamo nelle opere senza tempo.
Inutile metterli a confronto per stabilire chi sia meglio di chi: scrivono cose diverse, in epoche diverse e con stili diversi, e non basta certo il terreno del fantasy per accomunarli. Fantasy, lo dice la parola stessa, è fantasia, per cui il mondo creato da un autore e il modo di narrarlo può non avere assolutamente niente in comune con un altro autore. Io personalmente amo entrambi allo stesso livello ma per motivi fondamentalmente differenti. Di Martin mi piace seguire le evoluzioni e gli intrighi, di Tolkien adoro la sua abilità descrittiva e la sua straordinaria capacità di proiettarti in un altro mondo. Non è poi vero che Martin sia più "realistico" di Tolkien, o è vero per un verso e non è vero per un altro. Lo possiamo sentire più realistico perché scrive e di conseguenza fa comportare i propri personaggi in modo più vicino a noi e alla nostra sensibilità, ma se si tratta della costruzione di un mondo, anzi di un universo, allora decisamente io dico che Tolkien sta ancora alcune lunghezze avanti. Chi di noi leggendo TLOTR non si è sentito trasportato nella Terra di Mezzo a tal punto da arrivare a pensare che esistesse davvero, tanto era maniacale la cura con cui venivano delineati i dettagli culturali, geografici e storici di quel luogo? Se devo dirvi la verità, spesso mi ritrovo a pensare, anzi, a sperare che la Terra di Mezzo esista veramente.
Forse la differenza basilare sta in questo: Tolkien si è basato su un mondo da lui creato, mentre il fulcro delle Cronache sono i personaggi usciti dalla mente di Martin. Sono due cose ben diverse.
impossibile fare un confronto.... ci sono troppi anni di differenza, anni in cui il fantasy è cresciuto ed è cambiato,
in più è cambiato il linguaggio, il modo di vedere le cose.....
meglio pascoli o ungaretti??? entrambi sono poeti, ma sono completamente diversi.
se poi si passa a chiedere cosa si preferisce dico il SDA, ma questo è un altro discorso " />
Anch'io sono d'accordo che sia inutile confrontarli, in quanto troppo diversi.
Ma se posso dire la mia, non sono d'accordo invece, sul fatto che Tolkien abbia "inventato" il Fantasy. Ai tempi della pubblicazione del Sda, parecchi libri fantasy erano gia stati pubblicati (p. es. le Cronache di Narnia). Per non parlare poi di Verne ( "> ), Wells e Lovecraft (che si possono anche NON considerare fantasy in senso stretto, ma sono pur sempre racconti fantastici).
Diciamo che Tolkien é riuscito a creare un sottogenere del fantasy, il High fantasy, ed é riuscito a imporre dei cliché allo stesso (p. es. un mondo fatto di umani, elfi, nani e orchi, o la presenza di maghi). Tantissimi libri da allora sono stati pubblicati secondo questo rigore, e quindi si puo dire che Tolkien ha imposto un (sotto)genere. Ma non che abbia inventato il fantasy.
Ok, adesso bastonatemi pure. ">
E perchè? Non dici niente che non dicesse lo stesso Tolkien, che si lamentava che il "fantastico" con cui aveva a che fare era o particolarmente datato, o di bassa lega con qualche eccezione.Ok, adesso bastonatemi pure.
Tolkien ha rivoluzionato il fantasy dell'epoca, sottraendolo a quello che era considerato un genere di serie B, ha rivoluzionato gli eroi strappando l'esclusività del ruolo al gigante tuttomuscoli particolarmente abile con la spada (vedi gli eroi di Howard), ha creato un mondo in cui far nascere, vivere e concludere la sua storia. Se questo lo chiamate poco...