Fantasy abbastanza realistico allora...credevo che i fantasy storici fossero quelli che hanno di contorno la nostra storia più o meno reale (nel senso 'come ce l'hanno raccontata').
Ma forse quelli sono i romanzi storici in generale... ">
Beh mi sto perdendo...comunque Martin vs Cornwell -> Martin!
Perché sia un fantasy storico non deve necessariamente essere ambientato nel nostro mondo (altrimenti potrebbe esserlo anche Il Signore degli Anelli, tra parentesi), ma deve avere, in breve, caratteristiche di realismo (solitamente inteso relativamente a un periodo medioevale), che di norma vengono a mancare nel fantasy.
perdonate l'imprecisione " /> , era ciò che impropriamente tentavo di dire anch'io, ma calcavo sulla differenza di genere tra la poesia epica come modello per Tolkien e il romanzo storico come modello di riferimento di Martin
Se la metti così sono più d'accordo. Hanno scritto entrambi un romanzo "fantasy" venendo da esperienze e passioni diverse. Tolkien per l'epica e le fiabe, Martin per la storia, il cinema e, secondo me, anche il teatro (Shakespeare). Anche l'atteggiamento è ovviamente diverso: il primo aveva l'hobby della scrittura, per il secondo è un lavoro. In ogni caso se davvero Martin viene pagato per quanto scrive, allora è da ammirare di più visto che scrive davvero poco rispetto a molti altri autori.
Non possiamo dimenticare a mio avviso una cosa: le epoche storiche nelle quali vivono i due autori. Tolkien usò in maniera sapiente la fiaba e il racconto fantastico per parodiare le vicende che si stavano delineando in Europa e nel mondo, come ad esempio l'unione delle due torri come l'alleanza tra la Germania nazista (Sauron) e l'Italia Fascista (Saruman).
Martin non ha fini di denuncia sociale, la sua opera è solo puro intrattenimento...
Per me non sono quindi sovrapponibili le due cose
In realtà Tolkien ha sempre ripudiato certi paralleli politici. La sua opera è imho metafora del conflitto fra bene e male, non di un particolare conflitto umano.
Invece in Martin vedo anche elementi sociali, per esempio la denuncia della guerra: anche gli eserciti dei "buoni" Stark portano con sè feriti, mutilati, razzie, stupri, saccheggi e crudeltà varie. Infatti non mi sono sorpreso nel leggere nel suo blog dichiarazioni anti-bush
Invece concordo con chi fa paralleli fra Martin e autori di romanzi storici, tolti i capitoli di Dany e Bran (soprattutto all'inizio) i suoi romanzi son più simili a romanzi storici che a fantasy, la differenza è che sono ambientati in westeros
Anche etichettando come 'fantasy' le opere dei due autori (e va bene, alla fine i generi servono), c'è troppa differenza.
Di epoca, di stile, di intenti.
Il divario più grosso, come è già stato detto in qualche modo, è l'epoca.
Paragonare un'opera di metà secolo scorso con una storia del 2000 è problematico.
E lasciamo stare il 'fantasy', per altri 'generi' letterari è uguale.
Nel giallo/noir, Dashiell Hammett non scrive esattamente come Ellroy, ed è normale.
Nel fanta/horror, Lovecraft (vabeh, questo è molto indietro) non scrive come S.King.
Rendiamoci conto che cinquant'anni di differenza un po' contano.
indubbiamente il periodo storico influenza moltissimo, così come le esperienze personali...
"I racconti di Sebastopoli", di Tolstoj, è certamente vecchio, e così anche i racconti di Lovecraft, ma li trovo ugualmente belli, anche più di altri autori recenti. "Tifone", per esempio, è un romanzo abbastanza breve, di fine ottocento, ma conserva ancora quello stile bello, insieme a un tono un po' materialista del prossimo novecento; questi racconti supererebbero, secondo i miei gusti, quelli di autori più recenti, come King (che io apprezzo, ma ci sono cose, del suo scrivere, che mi fanno storcere il naso).
Insomma, mi sembra che la distanza temporale influisca, sì. Ma la verità è che i pareri dei lettori sono diversi - più corrotti, secondo me, dal materialismo di questi tempi e dal cinema e altri media.
P.S. Mi avete fatto venir voglia di affrontare questo argomento - in modo più approfondito o almeno più chiaro - sul mio blog. " />
beh,povero King... confrontarlo con Tolstoj è proprio cattiveria
Come confrontare Chrisopher Paolini con Ludovico Ariosto...
Si diciamo che questo confronto non s'ha da fà!
Oltre a quanto giustamente già detto (Tolkien non è che apprezzasse l'allegoria, per dirla eufemisticamente), le due Torri non sono necessariamente quelle: è un'interpretazione data, ma Tolkien stesso si dice dubbioso. Nemmeno Tolkien aveva fini di denuncia sociale, anzi alla fin fine il fulcro di tutto erano le lingue.l'unione delle due torri come l'alleanza tra la Germania nazista (Sauron) e l'Italia Fascista (Saruman).
Martin non ha fini di denuncia sociale, la sua opera è solo puro intrattenimento
già, il suo fulcro era la civiltà degli Eldar che aveva creato...
Piú che la civiltà degli Eldar, gli stessi linguaggi (non solo elfici): tutto parte da lí, prima ancora che nasca la Terra di Mezzo.
Sono d'accordo con chi reputa impossibile il paragone Martin-Tolkien. Ma aggiungo che non sono d'accordo con chi(pochi in questo sito) afferma l'inesorabile superiorità di Tolkien verso qualsiasi altro autore fantasy. In alcuni siti se ti permetti anche solo di paragonarlo ad altri rischi il linciaggio, Tolkien è diventato una sorta di messia intoccabile e secondo me è un po' esagerato fatto salvo che senza di lui probabilmente non sarebbe esistito il fantasy moderno.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »