"io penso che se voi siete qui è perchè avete letto i libri del BVZM
che però è un povero cretino che non contribuisce al miglioramento del mondo
passando il suo tempo a scrivere libri inutili che nessuno leggerà perchè
dobbiamo studiare matematica..... "
Aridaje.
Vorrei, per favore, che rispondendomi leggeste quello che ho scritto ;)
Ho parlato di una chiara gerarchia nell'ambito del sapere, parlando delle spade di Roma. Ho attaccato il pregiudizio, non dimostrato, che vuole la cultura classica come atta a formare la mente meglio della matematica, pregiudizio IMHO odioso, stupido, e meramente tradizionale, rinforzato da ragioni storiche, non da studi e neanche da risultati.
Se qualcuno vuole contestare, per favore, lo faccia su quello che ho scritto. Metodi di allenamento della mente, superiorità teorica tutt'altro che dimostrata di greco e latino, utilità pratica delle discipline, ruolo della filosofia moderna e della cultura "moderna" nella nostra economia e nel progresso della nostra società.
Però magari non mettetemi in bocca parole che non ho detto. Se posso essere tremendamente sincero, in genere è il comportamento di chi mi da' una risposta emotiva, e sulle risposte emotive non c'è da discutere, perchè non passano per la ragione. Posso rispettare le emozioni altrui, ma non discuterle, e non posso accettare di avere torto in base ad esse, perchè l'unico sovrano che servo è la ragione, e di emozioni da giudicare e guidare ho già le mie.
Grazie da subito, anche se non intendo rispondere alle obiezioni, perchè come dicevo ho scritto troppo e in larghe dosi risulto indigesto, però almeno contribuireste a non creare una "falsa" identità per questo nome, attribuendomi frasi non mie.
ma tu non hai portato dimostrazioni riguardo alla superiorità della matematica in tal senso.
e il discorso di fondo non cambia, tu chiedi meno cultura classica nelle scuole, quando per risolvere la questione basta che chi non vuole cultura classica vada a fare l'istituto tecnoico o ragioneria.
poi, le spade di roma.. beh, se tu chiami morire in guerra progresso.. a volte credo sarebbe preferibile fare una vita con meno agi che vedere i propri cari crepare in guerra...
e poi, a che serve continuare ad aumentare il sapere tecnico, se questo deve portare a una vita senza più "otium", passata a lavorare tutto il tempo, a inseguire il progresso a tutti i costi.. una volta si credeva che una umanità molto progredita scientificamente avrebbe donato tanto tempo libero alle persone, invece siamo ogni anno più schiavi delle macchine e più costretti a sgobbare come muli.
preferisco stare a leggere Plauto sotto un albero, piuttosto.
Ashan, posso chiederti di rileggere quello che ho scritto?
ma tu non hai portato dimostrazioni riguardo alla superiorità della matematica in tal senso.
Il filosofo di inizio post ha parlato della comprensione dei fatti. Io ho fatto presente come economia, biologia e matematica permettano di capire meglio il telegiornale rispetto a greco o latino.
Vuoi negarlo?
e il discorso di fondo non cambia, tu chiedi meno cultura classica nelle scuole, quando per risolvere la questione basta che chi non vuole cultura classica vada a fare l'istituto tecnoico o ragioneria.
Io chiedo che si capisca cosa è davvero la cultura.
poi, le spade di roma.. beh, se tu chiami morire in guerra progresso.. a volte credo sarebbe preferibile fare una vita con meno agi che vedere i propri cari crepare in guerra...
... abbi pazienza, ma non sei tu l'umanista, fra noi due?
Mi faresti un quadro dell'umanità nel periodo dell'impero romano... diciamo attorno ai tempi di Augusto? Mi diresti chi viveva meglio, se i cittadini romani o le popolazioni barbariche? Mi faresti il quadro delle occupazioni, della cultura e delle condizioni di vita degli uomini che vivevano oltre le mura di cinta di Roma?
Credi che vivessero in pace?
Roma impose una pace. Una pace terribile, comprata al costo di moltissime vite, ma che comunque beneficiò grandemente i cittadini dell'impero. Roma costruì terme e introdusse un'igiene come non si era vista prima. Le vite si allungarono, la ricchezze permise l'accumulo di conoscenza. Roma veniva invidiata da tutti i suoi vicini, e in molti cercarono di riprendere il suo nome e la sua grandezza (perfino nel mondo Arabo).
E fece tutto questo grazie ai suoi ingegneri. Alle strade che abbattevano i costi di trasporto delle merci, al codice legale uniforme sul mondo romano, alla romanitas che era prima di tutto tecnica e scientifica. E bellica.
Scusami, ma la tua affermazione sul "crepare in guerra" mi sembra un pò superficiale. La fai come se ci fossero state tantissime alternative all'epoca, come se l'Europa non avesse avuto TEMIBILISSIMI predoni, a nord e a sud e a oriente. La fai come se ci fosse stata effettivamente una scelta.
Ti chiedo scusa da subito, ma mi sembra qualunquista, non analizza il periodo storico, non analizza la situazione. Che, forse i celti erano pacifici e tranquilli...? Le popolazioni della penisola italica non guerreggiarono mai fra loro prima di Roma?
Dai...
e poi, a che serve continuare ad aumentare il sapere tecnico, se questo deve portare a una vita senza più "otium", passata a lavorare tutto il tempo, a inseguire il progresso a tutti i costi..
Guarda caso, oggi si lavora per otto ore al giorno, a occidente. Chi lavora di più lo fa per fare carriera. Vogliamo confrontare questo dato con l'occupazione di un operaio durante la rivoluzione industriale, o con quella di un contadino preindustriale? Perchè i contadini cinesi oggi vanno nelle città, per farti un esempio moderno
Di nuovo, su che basi ti muovi? Da dove prendi i tuoi dati? Mi sembra che siano obiezioni francamente campate in aria.
Se oggi hai tempo libero, lo devi proprio alla tecnologia che ha abbassato il costo basilare dei fattori indispensabili alla vita. Senza i quali saresti un cacciatore/raccoglitore, e lavoreresti tre/quattro ore al giorno senza medicina e con un tenore di vita meno di un centesimo del nostro, oppure un agricoltore schiavo della terra.
Ma ti prego di non credere a quello che scrivo. Studia l'evoluzione dei metodi produttivi, facts and figures, e poi fatti la tua, di opinione.
una volta si credeva che una umanità molto progredita scientificamente avrebbe donato tanto tempo libero alle persone, invece siamo ogni anno più schiavi delle macchine e più costretti a sgobbare come muli.preferisco stare a leggere Plauto sotto un albero, piuttosto.
Se oggi i libri costano poco lo devi alla produzione industriale e alla conoscenza tecnica. A Gutenberg e a quelli che seguirono. Se le tue scarpe costano poco e non sei costretto ad andare scalzo fino all'albero, lo devi alla conoscenza tecnica. Se sei adeguatamente nutrito, lo devi alla conoscenza agricola, biologica, chimica.
Ma lungi da me il contestare la tua scelta. Vai, caccia da solo gli animali, scuoiali, fanne vestiti e cibati delle loro carni. Compra un campo e prova a coltivarlo secondo i metodi che conosci e che ti vengono naturali, senza l'uso della chimica. E, ovviamente, non comprare i libri in libreria. Prendili in prestito in biblioteca e fanne la copia a mano, per avere un'idea del costo in termini di tempo. Anche la carta va fatta a mano, in natura non si trova.
Questo tanto per far capire COSA è il progresso. La pancia piena e i libri economici fanno bene all'anima, non al progresso monetario e basta. Prima le casse piene, dopo i filosofi, e solo quando questi ultimi si metteranno al servizio dell'uomo, invece di pretendere il contrario.
Io chiedo che si capisca cosa è davvero la cultura.
beh, su questo si può anche chiudere la discussione per quel che mi riguarda.
si parla su due livelli totalmente diversi.
il progresso scientifico serve, ma è necessario che lo si faccia tutti?
ripeto, chi ama la tecnica studi la tecnica, le scuole per farlo CI SONO.
perchè però si dovrebbe togliere tempo all'arte e alla filosofia? la scuola ha il dovere di insegnare di tutto, poi ognuno scelga la specializzazione che preferisce.
poi tu preferisci la matematica, e ok, ma non la pensano tutti come te, e arrogarsi il diritto di dire QUESTA E' LA VERA CULTURA è davvero pretenzioso. mi accusi di qualunquismo, ma tu che continui a negare che la tecnica è indissolubilmente legata ad altri tipi di sapere, il loro sviluppo è stato complementare, e non sto a ripetere le argomentazioni già portate da tanti altri prima.
i saperi tecnici non mancano, è inutile diminuire il tempo dedicato ad altri tipi di sapere.
Scusami, ma il discorso iniziale non riguardava quale sapere servisse per capire il mondo che ci circonda?
Per rispondere velocemente, per capire il mondo tecnico serve la conoscenza tecnica. Più del greco.
Questa la mia tesi.
E sì, sicuramente nego che tecnoscienza e discipline umanistiche si evolvano insieme. Nella pratica, così non è, e te lo diranno diversi filosofi, che lamentano come la mano che stringe la spada non si sia evoluta velocemente quanto la spada stessa.
Brevemente
Vuoi dimostrarmi, tu, che il greco e il latino stimolano il ragionamento più di matematica? Sei un ingegnere, quindi non penso che mi dirai qualcosa del genere, perchè sai benissimo quanto matematica, analisi in particolare, apra la mente.
Lascia andare le difese tradizionali, lascia andare la tradizione. Ciò che non si regge con le sue gambe non merita di essere difeso.
Io ho fatto il classico e ora studio ingegneria. Ti assicuro che il greco e il latino (ma soprattutto il greco) necessitano della stessa capacità di analisi e dell'intuizione necessaria per la matematica. E la dimostrazione l'avresti semplicemente studiando il greco (dato che mi pare tu abbia studiato fortissimamente matematica). ;)
Bene ^_^ Allora diamo per buono che, per te, il greco richieda la stessa capacità di analisi.
Perchè greco, e non matematica da subito? Visto che il primo non ha applicazioni reali e la seconda ne ha a dozzine?
Per altro, come ci insegna la buona Vipera di Dorne, questo mito dello studente del classico che stravince a ingegneria non lo vedono tutti dappertutto...
Modifica: ho studiato un po' di matematica ma il mio vero amore è l'informatica :) E per me la programmazione è il codice divino con cui fu fatto l'universo... vedo dio seduto al suo piccì 286 che ottimizza le routine per l'orbita degli elettroni... *sbav*
Ad ogni modo, ho scritto troppo in questo topic. Chiedo scusa all'autore e mi ritiro in buon ordine, dicendo che per me il problema dell'Italia non sta nel fatto che non si leggano Leopardi o De Martino.
Con chi volesse proseguire, sono disponibile in privato in ogni momento.
Mamma mia, questa discussione cresce a dismisura!
Io non capisco perchè lo studio del greco escluda quello della matematica. Sono entrambe discipline formative che sviluppano processi logici e analitici. Le applicazioni della matematica sono infinite, lo studio della lingua greca ci consente di capire profondamente la cultura greca che tanto ha significato per noi. (e mi pare che tu tra le discipline umanistiche salvavi la storia nevvero? :D )
Io sono profondamente contraria alla specializzazione dei saperi.
Ad ogni mondo e scusate il piccolo OT fammi difendere il mio amato Leopardi, che è stato non solo il più grande poeta della nostra letteratura imho, ma anche una mente eccelsa capace di spaziare da trattati di astronomia a quelli di filologia. Le domande di senso che rivolge al mondo che lo circonda, sono quelle che chiunque, pastore-filosofo-ingegnere-informatico si pone in quanto appunto uomo. Il problema dell'Italia non starà tutto in questo, ma dimenticare la cultura umanistica significa dimenticare, appunto di essere uomini.
Ed anche vero che per capire il mondo tecnico serve la conoscenza tecnica, ma per provare almeno a capire il mondo non basta.
Ho attaccato il pregiudizio, non dimostrato, che vuole la cultura classica come atta a formare la mente meglio della matematica, pregiudizio IMHO odioso, stupido, e meramente tradizionale, rinforzato da ragioni storiche, non da studi e neanche da risultati.
Grazie da subito, anche se non intendo rispondere alle obiezioni, perchè come dicevo ho scritto troppo e in larghe dosi risulto indigesto, però almeno contribuireste a non creare una "falsa" identità per questo nome, attribuendomi frasi non mie.
E' un pregiudizio esistente, è vero. Ma ribadisco, la formazione migliore imho è quella capace di abbracciare i vari ambiti di studio, a livello di scuola secondaria, ma anche universitario per quanto possibile.
Io ti volevo rispondere pubblicamente, se ti va di rispondermi ma non di scrivere qui,tu fallo pure privatamente.
:D
quoto Lyra, soprattutto per questo
E' un pregiudizio esistente, è vero. Ma ribadisco, la formazione migliore imho è quella capace di abbracciare i vari ambiti di studio, a livello di scuola secondaria, ma anche universitario per quanto possibile.
un mio professore di epistemologia (Telmo Pievani, consiglio i suoi trattati, ottima sintesi tra sapere scientifico e filosofico...) lamentava il fatto che non ci siano esami di filosofia o di epistemologia nei corsi di laurea in biotecnologie, proprio perchè chi ha in mano mezzi di manipolazione della realtà così grandi spesso non sa come gestirli al meglio...
ecco chi è il professore in questione:
TELMO PIEVANI
Filosofo della scienza, dopo la laurea all’Università degli studi di Milano con Giulio Giorello si è specializzato negli Stati Uniti dove ha condotto ricerche in filosofia della biologia e teoria dell’evoluzione sotto la direzione di Niles Eldredge e di Ian Tattersall presso l’American Museum of Natural History e la Columbia University di New York. E’ stato prima ricercatore ed è ora professore di Epistemologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli studi di Milano-Bicocca.
Ha pubblicato 42 articoli scientifici su riviste internazionali e italiane. La sua prima monografia, Homo sapiens e altre catastrofi. Per un’archeologia della globalizzazione (Meltemi, Roma, 2002), ha raggiunto la terza edizione. Insieme a Fulvio Carmagnola e Marco Senaldi ha fondato il Grico – Gruppo di Ricerca su Immaginario, Evoluzione e Conoscenza presso l’Università degli studi di Milano Bicocca, all’interno del quale dirige il Laboratorio di Filosofia della Biologia. Dal 2003 è coordinatore scientifico del Festival della Scienza di Genova, per la parte relativa a convegni e conferenze. E’ segretario del Comitato Scientifico Internazionale della Enciclopedia Storica della Cultura Italiana (Grandi Opere Utet – De Agostini), diretta da Luigi Luca Cavalli Sforza (Stanford University).
E’ membro dell’International Research Group on Evolutionary Hierarchy Theory diretto da Niles Eldredge (American Museum of Natural History di New York). Già coordinatore della redazione scientifica della rivista Pluriverso (RCS Libri, Milano) dal 1996 al 2001, è co-autore di Il management dell’unicità (Guerini, Milano, 1999; con G. Varchetta), Pulp Times (Meltemi, Roma, 2003; con F. Carmagnola) e Sotto il velo della normalità (Meltemi, Roma, 2004; con P. Barbetta, M. Capararo).
Svolge docenze presso: Centro Milanese di Terapia della Famiglia, Master in Comunicazione della Scienza dell’Università degli studi di Milano (Istituto di Fisica Generale e Applicata), Master in Informatica per Umanisti dell’Università degli studi di Milano Bicocca (Dipartimento di Informatica), Master in Esperti dei Processi Formativi dell’Università degli studi di Milano Bicocca, Trento School of Management dell’Università degli studi di Trento e Rovereto.
Ha curato l’edizione italiana di opere di Richard Dawkins, di Niles Eldredge, di Stuart Kauffman, di Ian Tattersall, di Susan Oyama, di Kim Sterelny, di Edward O. Wilson e di altri filosofi della biologia ed evoluzionisti. E’ il curatore dell’edizione italiana del testamento scientifico del biologo e paleontologo di Harvard Stephen J. Gould: La struttura della teoria dell’evoluzione (Codice Edizioni, Torino, 2003).
come vedi, perfetta sintesi tra sapere scientifico e filosofico, ascoltare le sue dissertazioni scientifiche è, oltre che davvero istruttivo, anche estremamente piacevole.. e nonostante la sua grande cultura scientifica parte con basi umanistiche, che usa per esaminare la scienza sotto vari punti di vista. Questo per me è sapere "a tutto tondo", questa è vera Cultura ;)
Scusami, ma il discorso iniziale non riguardava quale sapere servisse per capire il mondo che ci circonda?
Per rispondere velocemente, per capire il mondo tecnico serve la conoscenza tecnica. Più del greco.
Questa la mia tesi.
E sì, sicuramente nego che tecnoscienza e discipline umanistiche si evolvano insieme. Nella pratica, così non è, e te lo diranno diversi filosofi, che lamentano come la mano che stringe la spada non si sia evoluta velocemente quanto la spada stessa.
il fatto che molti matematici e fisici fosseo anche filosofi forse qualcosa vorrà dire....
a leggere il tuo discorso di prima mi sembrava di leggere il paragone tra Atene e Sparta....
ma siamo davvero tornati così indietro???
tu dici che per capire il mondo che ci circonda serve più la tecnica,
ma qui parliamo del mondo, non del mondo tecnico....
come puoi ridurre tutta la realtà umana a tecnica???
il latino serve a palrare meglio in italiano, il greco a capire da dove vengono molte parole.
ma forse per te sono tutti dettagli assolutamenti inutili....
io vengo da un liceo scientifico e ora studio fisica, come ho già detto,
ma giuro che non riesco assolutamente a comprendere il tuo punto di vista....
se davvero si facesse come dici tu si arriverebbe ad una piattezza di pensiero preoccupante,
tanto varrebbe diventare degli automi altamente scientifici ma incapaci di qualunque altro
tipo di pensiero..... diventerebbe una civiltà altamente progredita, questo è certo, ma a che prezzo?
Ferdinà in crociata contro la reale utilità degli studi umanistici a scuola, un classico :)
Intervengo per dire che:
- Fè si appoggia a prescindere ma in questo caso ha anche ragione, incredibile ma vero. ;)
Odio usare il multiquote, perciò andrò a memoria, analizzando la situazione per punti per non dilungarmi e diventare illeggibile(anche perché di parole ne avete già speso in abbondanza voi.)
- Gli studi classici aprono la mente e la formano, rendendo più facile dopo studiare argomenti scientifici. Assunto sbagliato!O perlomeno, la facilità di studio deriva principalmente dalla facilità di lettura,e l'amore per la lettura non può essere imposta né indirizzata, è innata.
Si studia Leopardi, Dante, Petrarca, Marino e compagnia. Perchè? A che giova ai fini applicativi?
A questo punto portiamo a scuola anche Remedy Lane dei Pain Of Salvation, che esprime molto di più rispetto a un Goethe qualsiasi. Sempre in riguardo all'apertura mentale. Ma che utilità hanno questi studi? Diventare insegnanti o scrittori per ricominciare il circolo vizioso?
La letteratura, così come la musica e il cinema, è un bene di consumo. La scuola deve formarti per aprirti le porte nel mondo del lavoro, le passioni del tempo libero si coltivano in altre sedi. Questo è il mio pensiero.
già, ma se nessuno studia musica, letteratura e queste cose inutili
i tuoi svaghi cosa fai, te li costruisci da solo???
se nessuno studia per diventare un regista, o un attore,
i film chi li fa???
le passioni si coltivano in altre sedi, come????
un regista non può girare un film dalle 8 alle 23 di sera perchè prima deve
andare a "lavorare veramente", idem per tutti gli esempi affini.
La scuola deve formarti per aprirti le porte nel mondo del lavoro, le passioni del tempo libero si coltivano in altre sedi. Questo è il mio pensiero.
Che triste una scuola che ti forma unicamente al lavoro...
Tu vuoi vivere per lavorare?
Io no.
Io voglio lavorare per vivere.
Personalmente ritengo utile a livello personale una formazione completa, che mi permetta di esprimere in ogni campo le potenzialità del cervello umano di cui sono dotato.
Atrofizzarne una parte perché sono poco spendibili sul mercato non mi piace proprio per nulla.
Sono fortemente dell'opinione che la scuola abbia anche il compito di formare le persone.
esatto, quoto drogon: e a questo punto la domanda diventa più ampia: a che serve la scuola?
la scuola non è "preparazione al lavoro", è preparazione alla vita: e nella vita non c'è solo il lavoro, ma ci sono un sacco di altre cose.
e scusate se lo dico dopo anni che studio formazione, neh?
per comprendere meglio li mondo serve la tecnica? ok, ma io se avessi mai un figlio vorrei che imparasse anche arte e letteratura, non solo meccanica e fisica. le passioni spesso nascono a scuola, non date per scontato che se uno sa tanto di "tecnica" in generale poi si metta da solo ad interessarsi di pinacoteche, musica classica eccetera.
faccio un esempio: io sento in me una grande carenza a livello musicale, a livello proprio di basi, dato che non ho mai suonato uno strumento. A scuola, dove andavo io, musica era fatta davvero male, e c'era solo alle medie. se potessi, io inserirei un programma serio di musica a scuola, anche al liceo, perchè la conoscenza musicale è formativa, anch'essa apre la mente, studiando le sue forme, le sue componenti, facendo ascolti ragionati.
la riforma moratti ha fatto bene alla scuola? No, e uno dei motivi era la eccessiva professionalizzazione che portava, nella sua formulazione iniziale, tanto che imponeva una scelta troppo precoce del percorso di studi definitivo.
ecco lord beric, mi hai anticipata di qualche minuto.. ^^"
Scusami, ma il discorso iniziale non riguardava quale sapere servisse per capire il mondo che ci circonda?
Per rispondere velocemente, per capire il mondo tecnico serve la conoscenza tecnica. Più del greco.
Questa la mia tesi.
E sì, sicuramente nego che tecnoscienza e discipline umanistiche si evolvano insieme. Nella pratica, così non è, e te lo diranno diversi filosofi, che lamentano come la mano che stringe la spada non si sia evoluta velocemente quanto la spada stessa.
il fatto che molti matematici e fisici fosseo anche filosofi forse qualcosa vorrà dire....
a leggere il tuo discorso di prima mi sembrava di leggere il paragone tra Atene e Sparta....
ma siamo davvero tornati così indietro???
tu dici che per capire il mondo che ci circonda serve più la tecnica,
ma qui parliamo del mondo, non del mondo tecnico....
come puoi ridurre tutta la realtà umana a tecnica???
il latino serve a palrare meglio in italiano, il greco a capire da dove vengono molte parole.
ma forse per te sono tutti dettagli assolutamenti inutili....
io vengo da un liceo scientifico e ora studio fisica, come ho già detto,
ma giuro che non riesco assolutamente a comprendere il tuo punto di vista....
se davvero si facesse come dici tu si arriverebbe ad una piattezza di pensiero preoccupante,
tanto varrebbe diventare degli automi altamente scientifici ma incapaci di qualunque altro
tipo di pensiero..... diventerebbe una civiltà altamente progredita, questo è certo, ma a che prezzo?
Ehm, guarda che il mondo là fuori E' il mondo tecnico.
Questa epoca è dominata dalla scienza, quindi se non capisci la scienza non capirai quest'era.
Sapessi quanti insegnanti di italiano ho beccato, di questo genere. "ma non è ammissibile, questa è manipolazione genetica, se si permette questo presto chiederanno anche il colore degli occhi dei nascituri...".
Deduzione dubbissima sul referendum delle staminali di una insegnante di italiano, un'amica, che conosco, ma, benedetta donna, ti rendi conto che: a) la deduzione è dubbia, b) sono 5000 anni che il genere umano cerca di fare ingegneria genetica sui figli e che al momento gli viene permesso di fare molto di più?
Era, ed è, una donna passionale e intelligente ma non capisce veramente, IMHO, come la scienza non faccia altro che dare risposte nuove e migliori a bisogni eterni. Perchè non è una tecnica.
Guarda caso, il mio italiano è più che passabile (avevo 9 alle superiori, e mi viene detto che scrivo e parlo bene...), senza che io abbia mai studiato greco e latino.
E' una questione, piuttosto misera, di senso comune. Nel mondo romano impari almeno la legge romana, a parlare un tot di latino, e possibilmente a far di conto.
Nel mondo della tecnologia impari a capire la tecnologia, la studi, la rispetti, e la metti al primo posto, perchè SENZA LA TECNOLOGIA NON C'E' COMPRENSIONE DEL MONDO DELLA SCIENZA.
E questo prescinde da qualunque impegno lavorativo. Pure la donna che ti pulisce il pianerottolo (a cui va tutto il mio rispetto, visto che amo la pulizia e le persone che lavorano davvero invece di parlare e basta) farebbe bene a capire economia e biologia, se vuole sapere chi votare o cosa votare alle elezioni o ai referendum.
Mentre non gliene frega un accidenti di Leopardi. Nè gliene dovrebbe fregare... riprendo la Bibbia, non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Quindi, non solo bisogna andare oltre il pregiudizio classico, bisogna RIBALTARLO, e se non si fa è solo per una questione di tradizione. Quaunque analisi onesta vi dirà quello che vi dico io, che la scienza aiuta a capire il mondo scientifico (l'unico mondo) meglio della letteratura. Ora lo si può negare per una questione di classe e rintarsi su posizioni vecchie e stantie (le stesse per cui soffrì Turing nella scuola inglese) o accettare che le cose cambiano.
Per dirla in termini umanistici, panta rei.
Spero sia chiaro che se non studi arte, letteratura o filosofia, sicuramente non sarai in grado di produrne a tua volta, sospendendo completamente queste branche del sapere umano.
Premesso questo... Che mondo vorresti, esattamente?
Spero sia chiaro che se non studi arte, letteratura o filosofia, sicuramente non sarai in grado di produrne a tua volta, sospendendo completamente queste branche del sapere umano.
Premesso questo... Che mondo vorresti, esattamente?
Secondo te i primi filosofi e i primi scrittori si sono fatti un percorso di formazione classico?
Fra i più grandi filosofi del mondo ci fu un certo Socrate, che non aveva fatto studi di sorta, era un popolano. A studiare si erano messi Aristotele e Platone, che infatti rompono.
Ah. I graffiti sulle grotte dei Cro Magnon sono considerati arte dagli studiosi d'arte.
Beric, con tutto il rispetto per la persona, per tutti i punti filosofici che abbiamo in comune dagli altri topic, qui stai toppando. Te lo dico onestamente e senza nascondermi dietro ai sofismi. L'umanità non smetterà mai di produrre arte o letteratura. Sono i nostri meccanismi di espressione e sono indipendenti dal loro studio. Se vuoi vado avanti con altri esempi, ma spero non ce ne sia bisogno.
Voglio un mondo in cui sia la ragione a governare. Voglio un mondo realmente democratico, vale a dire un mondo in cui la gente capisce quello che legge, si informa, e ha una forte partecipazione alla vita pubblica reale, e non a quella onirica che filtra attraverso i loro preconcetti.
Questo si ottiene solo studiando quello di cui si parla. Facendosi le idee fondamentali di genetica, di storia, di ANTIstoria, di economia, di matematica, di tecnologia in generale. Nel mondo della scienza, la comprensione viene dalla scienza.
E una volta che capirai l'economia capirai le ragioni dietro a moltissime scelte politiche, andando oltre l'ideologia di copertura, che è un insulto all'intelligenza e l'origine di troppe morti.