Mi sa che devo specificare la mia posizioneLa tua posizione è chiara.
Accetti che il traduttore si prenda la libertà di intervenire sul testo purché non contrasti con quanto scritto da Martin. C'è però una contraddizione in questo ragionamento: sono proprio queste libertà a portare all'errore. È proprio perché Altieri non è l'autore che ogni volta corre il rischio di prendere una cantonata. In alcuni casi gli va bene, in altri gli va male.
Prendo sempre come esempio i primi capitoli del Trono di Spade (così non abbiamo problemi di spoiler). Mi scuso se posso sembrare off-topic, ma senza esempi è difficile spiegarsi. E finché si rimane sul vago si può dire tutto e niente.
.......
non quoto tutto per non appesantire
mamma mia......
cmq complimenti per l'analisi.... effettivamente gli errori sono tantini. :figo: :D :D
io ho riletto il dominio in italiano per essere sicuro di non aver sbagliato nulla, ma ormai sono a buon punto con affc in inglese, quindi essenzilmente mi tocca poco questa cosa.........
certo che si potrebbe stare un po' più attenti
quello che mi ha sorpreso di più, avendo io letto solo le edizioni in italiano sono che fino al portale delle tenbre uno dei sette dei veniva chiamato Estraneo nel dominio viene chiamato Sconosciuto.
Non è questione di traduzione ma di coerenza con la storia
Grazie Brandon mi hai tolto un grosso dubbio pensavo di essermi rin*****onito...invece è qualcun'altro che lo è.. :figo:
Vado un'ultima volta OT sugli esempi fatti da Ilyn, poi direi che per argomenti come questi ci si potrebbe spostare sul topic della traduzione in generale e lasciare questo topic al Dominio.
Su Robb che dice "gli Estranei gli hanno preso lo sguardo", lo dice anche in inglese. E in entrambi i casi si può interpretare con Robb che fa il saputello con Bran, o si difende dall'analisi razionale di Jon con una frase a effetto. Robb ha pur sempre 14 anni.
Sul metalupo, un lettore dell'edizione italiana può immaginare che Theon abbia visto il metalupo e sia lui, attraverso le sue parole, a informare il lettore del suo stato di albino. Si tratta di un trucco letterario comunissimo. Martin nell'originale non lo ha usato, Altieri sì (oppure ha dimenticato un pezzo). Ma il risultato non è grave, secondo me.
Su Tommen ora non ricordo il passaggio, invece sul velo sono pienamente d'accordo sul fatto che si tratti di un errore che da fastidio, perché è una contraddizione. Sull'unicorno ormai sappiamo tutti la storia.
In ogni caso, come detto a inizio post, credo sia meglio tornare IT, e spostare questo discorso al topic sulle traduzioni in generale.
Su Tommen ora non ricordo il passaggio, invece sul velo sono pienamente d'accordo sul fatto che si tratti di un errore che da fastidio, perché è una contraddizione. Sull'unicorno ormai sappiamo tutti la storia.
In ogni caso, come detto a inizio post, credo sia meglio tornare IT, e spostare questo discorso al topic sulle traduzioni in generale.
Ok...vi seguo nell'altro topic.
L'esempio di Tommen è si fastidioso...ma sono cose che capitano: alla fine l'effetto è simile aquello degli errori che popolano i film.
Per me non intaccano il valore del libro: ovvio che simili errori sarebbe meglio che non ci fossero.
Ho seguito con interesse questa discussione, dato che ho già letto AFFC in originale e stavo rileggendolo in italiano.
Generalmente sono abbastanza tollerante sulle varie piccole imprecisioni, ma certi errori li trovo imperdonabili , come per esempio il seguente :
1aa2535ca236f460eb16001b50906867'1aa2535ca236f460eb16001b50906867
Alla fine del suo secondo capitolo, Cersei ha un'accesa discussione con
ser Kevan. In italiano il capitolo si chiude con la frase :
<< E ha anche un padre, suppongo>>
Mentre nella versione originale è :
<< and his father too, I think>>
Io non sono un traduttore professionista, ma credo proprio che andava
tradotto con << E ha anche SUO padre, suppongo >>, che di sicuro è 100
volte più efficace, oltre che fedele al testo originale.
Purtroppo chi non ha letto la versione originale non saprà mai cosa si è
perso.
SPOILER DOMINIO
29cb8c18aeddfd66d1fcac5df9a47e1e'29cb8c18aeddfd66d1fcac5df9a47e1e
....e poi tradurre il nome che Arya si da in onore di Catelin......è pazzesco...... ;)
Ecco, proprio qui volevo arrivare. Chiedo scusa per il post un po' antico, ma avevo fatto questa domanda già in un altro topic (ovviamente OT <_< )
Già quando avevo letto la traduzione, senza pensare all'originale, l'avevo trovata brutta, poi riflettendo sulla parola inglese e andando poi ad accertarmene ho potuto constatare che c'è davvero un errore!
Secondo me ciò che secca di più, nel Dominio, è il fatto che molti nomi siano stati improvvisamente tradotti in italiano, con la conseguenza che i poveri tardi come me fanno più fatica a cogliere il filo del discorso.
La traduzione (vedi spoiler) è davvero un grosso errore che pregiudica anche tutto il significato di quella scelta. Chissà cosa comporterà nei prossimi sviluppi... <_<
Però va detto che quel doppio senso é difficile da rendere come traduzione. Il tizio dice ad arya "gatto, si ce ne sono già tanti in giro". Capite che se in italiano arya diceva cat, cos'avrebbe detto poi il tizio, "ci sono tanti cat in giro"?
Però va detto che quel doppio senso é difficile da rendere come traduzione. Il tizio dice ad arya "gatto, si ce ne sono già tanti in giro". Capite che se in italiano arya diceva cat, cos'avrebbe detto poi il tizio, "ci sono tanti cat in giro"?
uhm, lei poteva rispondere "cat", e il tizio poteva rispondere "gatto, sì ce ne sono già tanti in giro", non è comunque il massimo, però...
Però va detto che quel doppio senso é difficile da rendere come traduzione
Una noticina-ina-ina a piè di pagina, una riga giusto per spiegare il gioco di parole, no?
Va bene che Martin, in questo caso, gioca probabilmente sul diminutivo di Catelin, sulla scelta di Arya, sulla parola gatto e sul racconto fattole da Syrio sui tanti gatti che sivedono nottetempo in giro per Braavos...
Generalmente sono abbastanza tollerante sulle varie piccole imprecisioni
Se le "piccole" imprecisioni sono realmente poche, e sparse quà e là, è un caso. Ma la bravura di un traduttore si vede anche dalle piccole cose, vedi la frase conclusiva di Kevan, ma vedi anche quest'esempio:
Bronn a Meryn Trant e Boros Blount: "You won't dirty with blood..." - ossia "non vorrete sporcare di sangue..."
in italiano diventa "sarebbe un peccato sporcare di sangue..."
Piccineria? Forse...ma nel primo caso l'ironia è più pesante, e contiene un insulto più sottile e tagliente.
uhm, lei poteva rispondere "cat", e il tizio poteva rispondere "gatto, sì ce ne sono già tanti in giro", non è comunque il massimo, però...
Si ci avevo pensato pure io.
Quanto alla note a piè di pagina non concordo, il lavoro del traduttore deve essere il più trasparente possibile. Se metti una nota a piè di pagina poi magari ne metti altre e non finisci più... Cmq nella trilogia dei gemelli di DragonLance c'erano le note a piè di pagina.
uhm, lei poteva rispondere "cat", e il tizio poteva rispondere "gatto, sì ce ne sono già tanti in giro", non è comunque il massimo, però...
Si ci avevo pensato pure io.
Quanto alla note a piè di pagina non concordo, il lavoro del traduttore deve essere il più trasparente possibile. Se metti una nota a piè di pagina poi magari ne metti altre e non finisci più... Cmq nella trilogia dei gemelli di DragonLance c'erano le note a piè di pagina.
mah! credo che le note a volte sono necessarie, proprio per valorizzare un opera, per far notare elementi che specie in una traduzione possono andar persi .. ma a volte par di chiedere troppo! ;)
Forse questa era davvero la volta buona in cui una piccola frase aggiunta sarebbe stata funzionale. Ad esempio, Arya e l'uomo gentile normalmente parlano due lingue diverse. L'uomo poteva quindi risponderle "Cat, gatto nella tua lingua, sì ce ne sono tanti ecc ecc...".
Secondo me nel caso di Cat e nel caso dei giochi di parole la nota a piè pagina è la soluzione migliore.
Molto bello questo topic! In generale io sono più del partito che vede il traduttore come un "secondo autore" specialmente se, come in questo caso, è a sua volta scrittore. Ad esempio, ho sempre apprezzato moltissimo la versione italiana del Signore degli anelli, che è molto personale (e, a mio parere, ben riuscita). Nel caso specifico delle Cronache, il traduttore farebbe meglio non solo a mantenersi il più possibile fedele all'originale ma anche a consultarsi (esiste l'e-mail) con lo scrittore quando pensa di alterare qualcosa, per il semplice fatto che l'alterazione insignificante oggi potrebbe diventare macroscopica incoerenza domani con il prosieguo della saga. Certamente, se ci si concede più libertà la traduzione diventa più facile e il risultato più scorrevole ed io sono profondamente favorevole a questo; ugualmente, non mi sembra giusto non farsi venire nemmeno un dubbio su cosa significhi "auburn" quando basta aprire il dizionario per sincerarsene. Sì, è vero che il lavoro è tanto, ma anche i soldini che sborsano i lettori sono tanti e suppongo che anche il compenso percepito dal traduttore sia proporzionale, perciò non capisco come sia giustificabile il fatto che basti aprire il libro, leggere un capitolo e trovare un'interpretazione azzardata o addirittura un errore. Non è per fare il venale, ma io ho una reazione differente se leggo una brutta traduzione su uno dei mitici romanzi da 1000 lire della Compagnia del Fantastico (li ricordate? C'erano Howard, Van Vogt, Burroughs, Lovecraft...) o se la leggo su un romanzo Mondadori (pagato caro: in edizione economica , € 8,40). In un caso, mi immagino una piccola redazione dove un uomo solo deve fare tutto, nell'altro penso di potermi aspettare (visto il nome della casa editrice) che ci sia una revisione accurata del lavoro fatto dal traduttore.
Evidentemente, questa revisione viene fatta in maniera superficiale (i cambiamenti dei nomi e altre amenità, tipo il mitico e già citato "auburn", sono le tipiche cose che un revisore dovrebbe filtrare) e visto il prezzo finale dell'opera, la maggior parte degli utenti che sono consapevoli di questa scarsa cura, giustamente se la lega al dito. Non è giusto però prendersela con il solo traduttore: se si tratta di una casa editrice seria, il suo lavoro deve essere controllato: non si tratta di un optional, è un passaggio obbiligato (almeno in teoria). Spiace dirlo, ma evidentemente questo succede quando si pensa solamente al profitto e non alla qualità di quello che si manda in stampa (stupidamente, perché poi si perdono lettori, come me che non mi sogno nemmeno di pagare quelle cifre quando posso avere l'originale per molto meno in un'edizione più bella senza nemmeno fare lo sforzo di andare a comprarmelo in libreria, per giunta).
Non è per fare il venale, ma io ho una reazione differente se leggo una brutta traduzione su uno dei mitici romanzi da 1000 lire della Compagnia del Fantastico (li ricordate? C'erano Howard, Van Vogt, Burroughs, Lovecraft...) o se la leggo su un romanzo Mondadori (pagato caro: in edizione economica , € 8,40). In un caso, mi immagino una piccola redazione dove un uomo solo deve fare tutto, nell'altro penso di potermi aspettare (visto il nome della casa editrice) che ci sia una revisione accurata del lavoro fatto dal traduttore.
E' l'immagine che avevo in testa anche io prima di conoscere il mondo della scrittura da un punto di vista più vicino all'interno, quale quello che ho ora (ho detto più vicino, non vicino e basta eh ;) )
Invece anche in Mondadori c'è un uomo che deve fare tutto da solo a quanto pare.
Adesso ha dovuto farsi affiancare da un'altra persona per impossibilità a proseguire il lavoro in solitaria.
Sui compensi non ti so dire, ma in Italia al di fuori dei nomi da top ten, ho idea che non sia facile la situazione.