Se vincesse il no, se vincesse il sí (premetto: non conosco l'affidabilità della fonte):
Primo quesito: http://giandany.interfree.it/referendum/ref1/index.htm.
Secondo quesito: http://giandany.interfree.it/referendum/ref2/index.htm.
Terzo quesito: http://giandany.interfree.it/referendum/ref3/index.htm.
Quarto quesito: http://giandany.interfree.it/referendum/ref4/index.htm.
Sull'equiparare embrione e Uomo già nato: http://www.lucacoscioni.it/node/1977.
Qualunque cosa si scelga bisognerà comunque fare dei sacrifici, bisogna solo scegliere quali. Forse il referendum fa le domande sbagliate. Forse sarebbe meglio chiedere cosa preferiamo lasciare morire. O lasciamo tutto com'è o sacrifichiamo qualcosa per salvare il futuro, no?
Son convinto che su sti temi così delicati avrebbero dovuto dibattere scienziati e ricercatori e si sarebbe arrivati ad una decisione sicuramente più rappresentativa di quello che oggi serve veramente per progredire.
più che d'accordo
Qualunque cosa si scelga bisognerà comunque fare dei sacrifici, bisogna solo scegliere quali.
più che d'accordo
Ciao a tutti,
come se ci fossero ancora dei dubbi in merito:
Referendum fecondazione, il ministro per le Parti opportunità
interviene a Catania. "Contraddizioni palesi con la 194"
Prestigiacomo: "Se vincono i no cambieremo la legge sull'aborto"
CATANIA - "Se vinceranno i no al referendum, bisognerà cambiare la legge sull'aborto". Il ministro per le Pari opportunità Stefania Prestigiacomo interviene in una riunione di Donne per il sì a Catania e annuncia la strategia dei referendari: "Dopo il referendum sulla procreazione assistita, il prossimo obiettivo sarà una revisione della legge sull'aborto. Le incongruenze della 194 che regola l'interruzione della gravidanza, sono grandi come una casa. All'articolo 1, la legge sulla procreazione attribuisce una soggettivà ad un embrione che è composto da qualche cellula, mentre la legge sull'aborto permette di interrompere una gravidanza di un feto di 4, 6 mesi. E' un'incongruenza palese: se congelare un embrione di 48 ore significa intervenire su una persona, allora l'aborto è un omicidio".
"Ignorare le contraddizioni fra la 40 e la 194 è strumentale. Non capisco - ha detto il ministro - perchè il fronte del no non ha il coraggio di trarre le conseguenze logiche e giuridiche della propria impostazione sulla legge 194. Forse perché è argomento troppo impopolare e capace di incidere concretamente sul quorum?"
(5 giugno 2005)
Questo è molto preoccupante...
La frontiera più assurda sarebbe una vittoria dell'astensione, in maggioranza dovuta alla posizione cattolica (non me ne voglia Franz e la sua astensione altrimenti motivata ), in grado quindi di ribaltare il verdetto (contrario alla posizione cattolica del tempo e anche a quella attuale) sull'interruzione di gravidanza. Tutto questo in una possibilità di maggioranza nel paese assolutamente plausibile (per i conti che vi ho proposto nel post di risposta a Vaina).
Sarebbe la vittoria del dogma sull'intelletto, sto rabbrividendo, è talmente contrario ai principi democratici che mi viene voglia di votare sì per rappresaglia.
Ciauz
Non dimentichiamo che l'astensione è scelta anche da chi, non andando a votare, lo fa perchè non reputa corretto fare un referendum su temi del genere, non solo dai cattolici.
Ho messo un disclaimer sulla posizione di Franz, che è proprio questa, e ho parlato di maggioranza astensionista proprio per questo Ale.
Ciauz
Due considerazioni.
Il referendum è abrogativo. Il "no" lo si può esprimere anche con l'astensione. Non vedo perchè debba essere così deficente da andare a votare per un referendum che a mio parere non dovrebbe avere ragione d'essere.
La democrazia non si fa a colpi di referendum.
Noi cattolici in Italia siamo oramai pochissimi. Lo si evince anche da questo forum, che mi sembra specchio abbastanza fedele della società odierna, dove siamo pochini.
Non manovriamo, noi cattolici, le trame d'Italia, non abbiamo nemmeno i numeri per far fallire la votazione. Se arriviamo ad essere il 20% degli italiani, è dir tanto. Se il referendum non raggiungerrà il quorum, lo si dovrà a moltissimi altri italiani che, non perchè irretiti o gabbati da Ruini & Co., ma per decisione propria, hanno deciso di astenersi.
Posto, per curiosità, una lettera che un mio amico mi ha mandato, a proposito del Referendum. Lui si asterrà dal voto. E' stato criticato da alcuni, ritendendo la sua una scelta "anti-democratica". Ecco la sua risposta, che mi ha fatto pervenire per presa di conoscenza.
Una parte di italiani decide, per scelta personale, di non andare a votare
per abbassare volutamente il quorum (una scelta, per inciso, garantita dalla
Costituzione: un "doppio no", per usare le parole degli astensionisti), ed
un'altra parte sostiene che la scelta degli astensionisti vada "contro gli
interessi della Repubblica". Non debbo, e non voglio, stare a giustificare
le scelte che maturano nella coscienza di ciascuno, mi limito ad invitarvi a
ricordare il risultato degli ultimi 17 (diciassette, avete letto bene)
referendum
(http://www.sir.glauco.it/pls/sir/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=615
), in nessuno dei quali si è riusciti a raggiungere il quorum. Ora, leggendo
i dati, emergono alcuni punti.
1. I referendum del 1993 riescono ad avere una percentuale di votanti del
76,9%: 8 quesiti, 8 SI'. Votano 3 italiani su 4.
2. I referendum del 1995, ben 12, segnano un calo significativo: si passa
al 57% dei votanti.
3. A partire dal 1997 nessun referendum riesce a raggiungere il quorum (vi
si avvicina solo quello del 1999, col 49,6%).
Ecco invece la considerazione personale, che parte da questi dati: i
referendum del 1995 segnano l'inizio della decadenza, l'inizio
dell'indifferenza degli italiani nei confronti dell'istituto referendario.
Mi ricordo ancora abbastanza bene quella tornata referendaria: parecchie, e
molto pesanti, furono le critiche ai referendari per aver proposto ben 12
referendum in un colpo solo. Tutti i partiti (ma qui potrei sbagliarmi, di
sicuro ricordo bene quelli di sinistra per aver letto ai tempi la
dichiarazione di voto espressa da L'unità e Liberazione, organi ufficiali di
partito) diedero indicazione a quali referendum votare sì, a quali no o
meglio ancora astenersi. L'astensione al voto referendario, in Italia, è
stata a turno proposta da tutti i partiti politici, eccezion fatta per i
Radicali (che probabilmente voterebbero SI' a prescindere dal referendum,
essendo la loro - unica? - ragion d'essere proprio quella del referendum).
Ho detto (scritto) che i referendum dovrebbero essere proposti col
contagocce e possibilmente essere comprensibili anche per la casalinga di
Voghera. In caso contrario, a mio parere, si corre il rischio di assistere a
referendum di finta democrazia e di non vedere più raggiungere il quorum:
cosa sbagliata e contro i nostri stessi interessi. Sono consapevole del
fatto che i 4 quesiti proposti il 12 e 13 giugno possano essere compresi da
una parte minoritaria della popolazione. Il MIO voto è anche una
dichiarazione politica, CONTRO i Radicali ed il loro modo di intendere i
referendum: degli ultimi 17 referendum (escludo i 4 di questa tornata), a
mio parere solo poco meno della metà avrebbero avuto ragione di essere
proposti.
Mi rendo ben conto che lo sport nazionale italiano è quello di "dar contro"
a qualcuno, addossare le colpe agli altri ecc... Io non voglio dare la colpa
ai radicali per il trend negativo che stanno assumendo i referendum
(esistono una moltitudine di altri elementi contingenti quali ad esempio la
sfiducia crescente degli italiani verso la politica); mi limito ad esprimere
il mio punto di vista, e soprattutto invito TUTTI a parlare con parenti,
amici e conoscenti per far conoscere il referendum ed i suoi perchè:
esattamente quello che sto facendo, anche se cinicamente la cosa non mi
converrebbe visto che mi auguro che questi referendum non passino. A mio
parere, c'è una differenza abissale tra l'astensionismo "vacanziero", che va
realmente "contro gli interessi della Cosa Pubblica", e l'astensionismo
"consapevole", di chi col suo gesto (non certo meno meditato di un SI')
vuole che si abbassi il quorum perchè considera il referendum in questione
un attacco particolarmente grave alla società. Chi non comprende questa
differenza, sempre a mio parere, si preclude la possibilità di analizzare
obiettivamente la situazione e solitamente nutre un rancore ingiustificato
ed eccessivo verso chi, comunque sia, attraverso un percorso personale ha
fatto una scelta. Io stesso ho sempre votato ai referendum ed alle varie
elezioni, magari anche scegliendo il NO; per questa tornata, vista la
"gravità" dell'argomento, mi permetto il lusso di fare una scelta che ad
alcuni sembrerà estremista ed irresponsabile, convinto comunque di agire
secondo coscienza.
Concludo. Sono stato a sentire con pazienza la voce di chi vuole convincere
me e quel 15, 20% di cattolici (sono ottimista?) ad andare a votare: per il
NO, ma votare comunque. Mi permetto di ricordare che rimane un 60% (sono
pessimista?) di popolazione che all'argomento rimane estranea e
fondamentalmente indifferente: forse sarebbe più opportuno cercare di
coinvolgere queste persone, piuttosto che far cambiare idea ha chi ne ha già
formata una. L'astensionismo è una sconfitta anche per me, se non è vissuta
nella consapevolezza del gesto.
......in italia i cattolici sono pochi?
Questa cosa vi risulta?
Ciao
Noi cattolici in Italia siamo oramai pochissimi. Lo si evince anche da questo forum, che mi sembra specchio abbastanza fedele della società odierna, dove siamo pochini.
A me sembra l'esatto opposto, soprattutto se consideri la composizione classica dei gruppi di lettori (tendenzialmente culturalmente più elevati e con preponderanza della Sinistra). Direi comunque che questo forum non è molto rappresentativo (età autoselezionate, gusti autoselezionati etc etc), statisticamente fa schifo.
Il "no" lo si può esprimere anche con l'astensione
No, c'entra un cacchio che il referendum è abrogativo, il "no" lo si esprime col "no", l'astensione è ben altra cosa. Mi pare che ci siano un tot di argomenti in ballo che non sono stati adeguatamente, neanche marginalmente a dire la verità, confutati e che portano a questa conclusione. Continuare a ripetere questa frase non la rende più veritiera.
Non manovriamo, noi cattolici, le trame d'Italia, non abbiamo nemmeno i numeri per far fallire la votazione. Se arriviamo ad essere il 20% degli italiani, è dir tanto.
Stai scherzando?! Da dove viene 'sto vittimismo? Ma se al funerale di GPII c'erano MILIONI di persone, che hanno ritenuto necessario addirittura andare a Roma per rendere omaggio al Papa! Direi che è una proxy abbastanza buona (tolti tutti coloro che da non cattolici sono andati per l'uomo GPII, non più di un terzo direi...) di quanto il Papa e la chiesa cattolica abbiano ancora socialmente importanza nel contesto italiano. Perchè si parla del Papa ogni domenica, ad ogni sua uscita pubblica?! Perchè fa moda? Non credi farebbe più audience un servizio su Costantino se i cattolici in Italia fossero solo il 20%?!
Non commento la lettera che hai postato perchè non credo che addossare la colpa ai radicali sia una soluzione di alcun tipo. A cosa porta? Sono d'accordo con te che il referendum sia la forma sbagliata per intervenire in questo campo ma credo che la protesta a riguardo sia la scheda bianca, non l'astensione, che è stata progetta per altri fini (come detto e "dimostrato" in precedenza. Ovviamente dimostrato a meno di controargomentazioni).
Ciauz
Da cattolico e catechista, vi assicuro che i cattolici, anche quelli che magari vanno solo in Chiesa giusto per tradizione (e che quindi non conteggerei...), sono veramente pochi!!!
Il diritto all'astensione è un diritto democratico in un referendum abrgativo. E' sancito dalla Costituzione tramite lo stabilimento del quorum. E mi avvalgo, come molti, di questo diritto. Se non ti va bene, chiedi di rivedere la Costituzione Italiana, ma non prendertela con me se il mio "no" lo esprimo con l'astensione.
Aahahaha
Non devo prendermela?! Tu (intendo il tuo fronte) cerchi di imporre una tua idea con un mezzo che non è in nessun modo democratico (a cui si aggiunge peraltro la possibilità di ribaltare il referendum sull'aborto, come si diceva qualche post fa) sfruttando un mero vizio di forma, senza sostenere questa posizione su delle basi che non siano "così posso vincere" e io non dovrei prendermela?! Io me la prendo eccome, a me fa ribrezzo che ancora ci sia una coscienza sociale e un sentimento democratico così poco sviluppati.
Sui cattolici: non credo che la tua esperienza diretta possa rappresentare un'indagine rigorosa
Ciauz
http://www.scuoladieducazionecivile.org/meneg01b.htm
Dal punto di vista statistico, data la metodologia adottata, la ricerca non si presenta come il frutto di una elaborazione o di una proiezione matematica partendo da una rilevazione su un campione limitato di persone, ma essa illustra piuttosto una serie di dati raccolti – come si è già detto – attraverso l’indagine sul campo. In tale ottica, l’Enciclopedia delle religioni in Italia congeda il dato – molte volte ripetuto, ma che almeno dagli anni 1980 non è mai stato vero – secondo cui le minoranze religiose in Italia rappresentano globalmente l’uno per cento della popolazione. In molti casi le statistiche sono difficoltose, tuttavia l’Enciclopedia delle religioni in Italia giunge ad affermare che, fissati in 57.440.000 il numero totale dei cittadini italiani, la percentuale di coloro che manifestano una identità religiosa diversa dalla cattolica è dell’1,92 per cento (corrispondente a circa 1.100.000 cittadini italiani); se invece si considerano i residenti sul territorio (e quindi anche gli immigrati non cittadini italiani) – valutati tra i cinquantanove e i sessanta milioni, cifra comunque più incerta a causa del fenomeno dell’immigrazione clandestina – la percentuale di appartenenti a minoranze religiose sale intorno al 3,50 per cento, corrispondente a poco meno di due milioni di unità. Balza immediatamente all’occhio il dato relativo ai pentecostali in Italia: essi infatti, con i loro 250.000 fedeli – di cui 140.000 membri delle Assemblee di Dio in Italia – rappresentano la presenza più rilevante della galassia protestante nel nostro Paese, che globalmente totalizza 363.000 fedeli. Così come non può passare sotto silenzio il dato relativo ai testimoni di Geova, che contano oltre 220.000 proclamatori – con una proporzione di un proclamatore ogni 252 cittadini circa – , ma se si considerano anche i partecipanti alla Cena del Signore si raggiungono le 406.676 unità. Di tutto rilievo anche le 100.000 persone gravitanti attorno ai movimenti del potenziale umano e certamente interessante il dato relativo ai 10.000 fedeli dell’Associazione La Missione – Luigia Paparelli, un gruppo cattolico "di frangia", ovvero non in comunione con la Chiesa cattolica. Intorno ai 13.500 sono stimati gli aderenti ai gruppi appartenenti alla vasta area che specialisti americani chiamano dell’"antica sapienza" (ancient wisdom), una sigla comoda per identificare realtà diverse nel mondo della ricerca delle tradizioni arcaiche. All’interno di questo mondo solo alcuni gruppi – la Società Teosofica Italiana, l’Associazione Antroposofica, l’AMORC, il Lectorium Rosicrucianum, alcuni gruppi gnostici ispirati all’esoterista colombiano Samael Aun Weor (1917-1977) e forse in futuro i Gruppi di Pratica di Tensegrità di Carlos Castaneda (1925?-1998) o la Religione Raeliana – superano, raggiungono o, considerati i tassi di crescita, possono aspirare a raggiungere i mille membri. Fonte di discussioni senza fine – anche politicamente condizionate – è la stima dei musulmani in Italia: i musulmani cittadini italiani, secondo le rilevazioni che l’Enciclopedia delle religioni in Italia riporta, sono infatti circa 10.000, ma questo numero è destinato a variazioni nel caso di più rapido accesso alla cittadinanza di musulmani immigrati. Visto il fenomeno dell’immigrazione clandestina, sono naturalmente molto più incerte le statistiche relative alle minoranze religiose se si considerano anche gli immigrati non cittadini; pur prendendo in considerazione i dati forniti da altre ricerche, su una base di calcolo diversa l’opera giunge a identificare in circa 580.000 i musulmani presenti in Italia, clandestini esclusi.
http://www.uaar.it/documenti/controinformazione/01.html
Statistiche sulle religioni
nel mondo
RELIGIONI NEL MONDO
CATTOLICI NEL MONDO
ATEI NEL MONDO
RELIGIONI IN ITALIA
LINK
RELIGIONI NEL MONDO
Vi sono due opinioni comuni da sfatare: che la fede sia patrimonio della quasi totalità del genere umano, e che la religione cattolica sia la religione nettamente predominante. Non è così.
Un essere umano su cinque non crede in nessuna religione: se a questi aggiungiamo i non praticanti e i praticanti non consenzienti di religioni imposte, si arriva quasi a un 50 per cento di persone che regolano la propria esistenza prescindendo da dogmi e dottrine.
Quanto alle singole credenze, la frammentazione è incredibile ed è figlia, come è facile constatare, più di particolari eredità storico-politiche che di una libera e ponderata scelta dell’individuo: valga per tutti l’esempio dell’America Latina, “fortino” della religione cattolica, prodotto della colonizzazione ispano-portoghese e della conversione forzata dei nativi.
Non esistono statistiche convergenti: la fede, contrariamente a quanto affermano i vari leader religiosi, ha una dimensione individuale e come tale non sempre facilmente identificabile. Inoltre le varie confessioni tendono a “barare” sulle cifre reali dei propri fedeli.
In questa sede diamo i dati percentuali tratti da una fonte cristiana (2001 World Christian Trends), sicuramente non sospettabile di simpatie verso atei e agnostici.
Cristiani(*)
1.999.563.838
33,0%
Musulmani(**)
1.188.242.789
19,6%
Atei e non religiosi
918.248.462
15,2%
Induisti
549.583.323
9,1%
Seguaci delle religioni cinesi
384.806.732
6,4%
Buddhisti
359.981.757
5,9%
Seguaci delle religioni etniche
228.366.515
3,8%
Seguaci delle nuove religioni
102.356.297
1,7%
Sikh
23.258.412
0,4%
Ebrei
14.434.039
0,2
Seguaci dello spiritismo
12.333.735
0,2%
Altri
273.873.101
4,5%
TOTALE
6.055.049.000
100,0%
(*)di cui:
Cattolici
1.057.328.093
17,5%
Protestanti
342.001.605
5,6%
Ortodossi
215.128.717
3,6%
Anglicani
79.649.642
1,3%
Altri
305.455.781
5,0%
(**)di cui:
Sunniti
1.002.542.801
16,3%
Sciiti
170.100.000
2,8%
Altri
15.599.988
0,2%
Secondo il Vaticano nel 1997 56.258.000 italiani erano cattolici, pari al 98% della popolazione: una percentuale da classico della fantascienza (smentita, come abbiamo visto, dalle statistiche redatte a opera di alcune sue organizzazioni).
In realtà la cifra è, come al solito, gonfiata dal metodo di calcolo della Chiesa (per il già menzionato problema della “bonifica statistica” vai a questa pagina). Secondo l’ennesima fonte cattolica (in questo caso lo studio Il fenomeno religioso oggi, pubblicato dalla Pontificia Università Urbaniana) i cattolici sarebbero meno dell’80%, seguiti da un 18% di atei.
Il "no" lo si può esprimere anche con l'astensione
Di certo si può, non è illegale; se poi sia o meno rispettoso, se sia un abuso, ecc., è un altro discorso.
Non vedo perchè debba essere così deficente da andare a votare per un referendum che a mio parere non dovrebbe avere ragione d'essere
Questo è comunque diverso da non andare perché si vorrebbe il no.
Se arriviamo ad essere il 20% degli italiani, è dir tanto
Anche fosse, col 20% di astensionismo cronico farebbe già il 40%, non è poco
una scelta, per inciso, garantita dalla ostituzione: un "doppio no", per usare le parole degli astensionisti
Infatti nessuno nega che sia garantita, si sta solo dicendo che astenersi per sostenere il no è un abuso di questo strumento, pensato in tutt'altro modo.
Da cattolico e catechista, vi assicuro che i cattolici, anche quelli che magari vanno solo in Chiesa giusto per tradizione (e che quindi non conteggerei...), sono veramente pochi
Nella tua zona, hai basi per parlare in generale?
Il diritto all'astensione è un diritto democratico in un referendum abrgativo. E' sancito dalla Costituzione tramite lo stabilimento del quorum
Infatti quello che si sta dicendo è che è stato inserito per tutt'altra ragione.