concordo sull'ottusità di vorak,insopportabile come personaggio
Allora, posto senza leggere la discussione perchè non ne ho il tempo, ignorate debitamente ogni cosa che sia già stata sviscerata in precedenza e scusate per la ripetizione. Sarò, volutamente, prolisso
Ho finito il libro proprio stamattina (al mare ) ma l'ho perlopiù letto nella rilassata attenzione del mio divano
E' il primo libro che leggo di Andrea e devo dire che sono rimasto colpito (anche se non so se andrò a leggermi le 7 Gemme ).
Prima di svaccarmi in spoiler dò un giudizio sommario: il libro è ben scritto e costruito, non lasciato agli entusiasmanti momenti d'ispirazione ma neanche ad una fredda progettazione razionale. A me è piaciuto più per il tentativo, imho riuscito, di andare oltre i clichè della fantasy classica che per la trama in sè stessa (che non mi ha entusiasmato eccessivamente).
Entro nello specifico e SPOILERO alla grande
Allora, sui personaggi credo sia necessario fare dei discorsi specifici.
Thal Dom Djew (Negrore ti chiedo scusa da subito e per tutto il post, gli accenti li ignorerò volutamente per evitare di fare cacchiate colossali ) è molto ben tratteggiato, turbolento, inquieto e mai soddisfatto, alla ricerca di un'equilibrio impossibile e utopico. Lotta, coerentemente, contro quello che ritiene sbagliato, rimanendo anche accecato dalle proprie convinzioni e quindi chiuso rispetto alle posizioni alternative (penso ad Asseena). Ma l'Uomo è così, e questo è quindi un pregio, per il libro, più che un difetto. Se Thal Dom pecca in qualcosa è certamente il suo avere ricordi della sola spedizione ad Ammothad con Ghona e compagnia cantando. Insomma, mi ha lasciato un po' perplesso il suo passato.
Mordha è, nella sua voluta astrattezza, perfetto. Di certo il personaggio che più mi ha colpito e che più ha da far riflettere. E' assurdo per essere un uomo, ma realistico, per essere quello che è. Enfatizza quella che è la classica domanda dell'Uomo: "dove vado e da dove vengo?" ridicolizzandola però un pochino, visto quanto Mordha, e l'eventualità che rappresenta, manchi di ogni tipo di appiglio e di riferimento. Rabbrividisco a pensare quanto possa essere difficile vivere consci in questa maniera.
Il resto dei personaggi, secondo me, risulta decisamente appiccicato e finto. Il fatto che siano secondari è evidente, ma non credo sia necessario renderli in maniera così monocorde (Vorak: vendettavendettavendetta, Lesha: ossessioneossessioneossessione, Muelm: insicuroinsicuroinsicuro). E' per questo, penso, che l'impressione che danno non sia altro che quella di pg di D&D sfruttati per l'occasione.
L'intreccio secondo me è buono. Intendiamoci, non mi ha fatto saltare sulla sedia per i colpi di scena, ma non penso fosse quello l'intento. In questo senso un po' mi ha dato fastidio il forzare Thal Dom al "non dire e non pensare" cose che il lettore non dovrebbe sapere. Anche perchè, imho, non ce n'era bisogno, i pregi stanno altrove.
Ok l'alone di mistero di Thal Dom con Vorak&Co. (che non condivido ma trovo plausibilissimo) ma non l'alone di mistero di Thal Dom con Thal Dom
Il finale, inteso nel "senso di Khellendros" , non l'ho apprezzato granchè. L'impressione che dà è più di apertura verso sviluppi futuri (per quanto lo svelare l'Auriga cassi un po' quest'idea) che non di definizione della situazione (per la serie: i cattivi continueranno ad imperversare e forse qualcuno continuerà a combatterli... forse... o forse no >) ).
La storia di Leshà invece prende una piega interessante, come quella di Muelm (che finisce sempre un po' sbattuto a rivolgersi a qualcuno), per quanto trattata in maniera superficiale. Lo stesso vale anche per altre sottotrame, dalla morte di Thal Dom a Lhoss'm (quel tizio è un grande, il Raven è spettacolo ).
Geniale il Signor Craak e tutta lo stormo
In ultimo lo stile. E' molto coinvolgente e fluido, per quanto in alcuni momenti barcolli un pochino nella visione centrata su un personaggio solo. Ci sono dei passaggi (ma sono pochissimi, tipo un paio) che rimangono un po' ostici proprio perchè si perde un po' il senso del "soggetto", del "fulcro" dell'azione. Dettagli, imho
In conclusione, faccio i complimenti ad Andrea e lo ringrazio per la bella lettura e per il modo in cui interpreta la fantasy, implorandolo di continuare così, rispondendo a tono, e rilanciando, ai bestseller senz'anima di una certa fantasy mondiale
Ciauz
a me sta venendo voglia di rileggerlo
Andrea,non vorrei sembrare indelicato visto che ho letto le esternazioni nel tuo sito personale. Ecco,ti volevo chiedere: hai reiniziato a scrivere oppure dovrai rivedere le scadenze dei tuoi prossimi romanzi?Con rispetto assoluto parlo eh
Il tempo è poco, il caldo molto... mi riservo di rispondere per bene a Damien non appena sarò tranquillo. Intanto ti ringrazio di cuore, Damien, per avermi letto.
Rispondo rapidamente alla tua domanda, Darrosquall: ho aggiornato il mio sito. La risposta è lì. E, tranquillo, non hai posto una domanda scomoda; naturalmente ti ringrazio lo stesso per il tatto con cui l'hai posta... di questi tempi il rispetto non è una cosa così frequente.
A quanto scritto nel mio sito, aggiungo quanto segue, perché mi pare non sia chiaro: io non ho contratti con scadenze precise. L'Editrice Nord fa firmare un contratto per il libro che va in pubblicazione (come tutte le case editrici); sono rari i casi in cui un autore sottoscriva un contratto che preveda, chessò, una serie di dieci libri denominata "Libri Malazan dei Caduti".
La conseguenza è che non esistono date da rivedere. Quelle che vedi nell'homepage del mio sito, sono indicative e io le metto per dare un'idea dei progetti che ho per l'anno in corso. La dicitura "In lavoro" non è casuale... è qualcosa su cui sto lavorando, insomma. Ma il "2005" non significa che entro la fine dell'anno quei progetti saranno ultimati.
Per chiarire ulteriormente la questione, come in ogni casa editrice che non lavori soltanto per la gloria (esiste?), ogni autore deve "passare l'esame", insomma. E l'esame per una casa editrice è un esame dei risultati commerciali, forzatamente.
E, Darrosquall, che io passi quell'esame, per come sta messo il mercato del fantastico in Italia, ancora più quando il tuo nome è chiaramente italiano, non è affatto scontato.
Scrivo, insomma, ma senza sapere nulla del mio futuro d'autore. L'unica cosa che so è che non smetterò di scrivere. Se qualche altro mio lavoro vedrà la luce degli scaffali delle librerie italiane, be'... questo non lo so e non va dato per certo.
ok,molto chiaro negròre,grazie per la risposta
Scrivo, insomma, ma senza sapere nulla del mio futuro d'autore. L'unica cosa che so è che non smetterò di scrivere. Se qualche altro mio lavoro vedrà la luce degli scaffali delle librerie italiane, be'... questo non lo so e non va dato per certo.
Io spero continuino a pubblicarti!
Allora, Damien, rispondo alla tua opinione.
Per scrivere in libertà,
SPOILER "La Rocca dei Silenzi"
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Anzitutto, non condivido affatto il giudizio sui personaggi (pur accettando la tua opinione, ovviamente). Qui nessuno è secondario, a meno che non si faccia un paragone con Thal Dom. C'è chi emerge di più chi emerge di meno, ma non li ho affatto trattati da secondari. Piuttosto, li ho tratteggiati, perché approfondire ogni singolo personaggio avrebbe richiesto un ritmo completamente diverso, a detrimento della scorrevolezza (a mio avviso).
Capisco che possano apparire monocordi, ma a mio avviso lo sono soltanto in parte e per chiare esigenze di copione. Tuttavia, non credo affatto risultino piatti come personaggi di D&D... se così è, ho fallito completamente nel mio intento (cosa che non credo, ma è soltanto la mia opinione; ho avuto parecchie conferme, ma anche queste sono soltanto opinioni; ognuno ha la sua ).
Circa l'alone di mistero di Thal Dom con Thal Dom, vorrei mi riportassi un esempio, perché mi pare un'affermazione strana. Vorrei discutere nel merito, se ricordi qualche passaggio.
Il finale: mai negato che vi sia un seguito alla Rocca. Ma è un seguito molto molto diverso da ciò che ci si potrebbe attendere. Il finale non è lì per annunciare un seguito, che non ha bisogno di essere annunciato (basta scriverlo e riuscire a pubblicarlo, perché non sono certo quelle 4 righe finali a cambiare la sostanza di un libro autoconclusivo). Quelle poche righe finali, semplicemente, chiudono il cerchio.
Se avessi voluto annunciare un seguito, l'avrei fatto in modo più ampio.
E' semplicemente una questione di coerenza interna e di onestà intellettuale nei confronti del lettore, a cui dico: "Be', a dir la verità gli Omm non sono soltanto Ammothàd..."
Felice che le taccole (cornacchie grigie) ti siano piaciute. Pare che questa parte della vicenda abbia fatto centro con quasi tutti (e ne sono molto felice, perché affettivamente è una parte importante per me).
Naturalmente, Damien, questo mio ribattere è tutto fuorché un voler aver ragione. Non metto minimamente in dubbio o in discussione la tua opinione. Anzi! Magari discutendone viene fuori qualcosa di costruttivo.
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FINE SPOILER
Comunque, Damien, la strada che ho intrapreso è questa e non me la farà cambiare nessuno: fantastico o meno, un romanzo deve dire qualcosa, oltreché raccontare una storia.
E io non sono capace di scrivere diversamente.
Che poi riesca nell'intento, be'... questo responso spetta sempre ai lettori.
Grazia ancora di cuore per avermi letto.
Alla prossima!
Non metto minimamente in dubbio o in discussione la tua opinione
E perchè no, magari sbaglio
SPOILERS
non li ho affatto trattati da secondari. Piuttosto, li ho tratteggiati
Per forza di cose nella vicenda emergono dei personaggi che sono centrali, fondamentali (parlo in generale). In questo caso io li ho identificati in Thal Dom e Mordha (e magari sbaglio) quindi per comodità TUTTO il resto è secondario. O addirittura terziario (tipo Uvo). Non intendevo dire che sono comparse, semplicemente sono molto meno approfonditi e complessi di quanto non siano Thal Dom e Mordha. Che poi sia:
per chiare esigenze di copione
Va benissimo.
Però.
Dici che i "secondari", definiti nel modo in cui ho descritto sopra, sono monocorde soltanto in parte, ma io faccio fatica a ricordare un passaggio di Lesha (che è una di loro ad avere una soggettiva) in cui non emerga la relazione con Maar, o di Muelm in cui non compaia il riferimento al suo sentirsi inadeguato e incapace. Magari è la mia memoria che fa cilecca, ma le parti in cui si intravede qualche altro aspetto della loro personalità mancano.
Forse a quel punto sarebbe stato meglio concentrarsi di più su Thal Dom, Mordha e, magari, Lhoss'm (che tra i secondari è quello che ha di certo più "potenzialità", imho) con i relativi intrecci della Torre. In poche parole, avere meno punti di vista, meno soggettive, ma più curate e approfondite.
Poi, anche qui, de gustibus.
In ogni caso.
Il valore della Rocca si regge, imho, in maniera preponderante sul tema aldilà degli intrecci della trama, in questo senso un Thal Dom fatto male sarebbe stato un problema, mentre una Lesha un po' assurda (tutto ai miei occhi ovviamente) non è poi un gran difetto
Spero di aver chiarito meglio, mi dispiace tu dica:
se così è, ho fallito completamente nel mio intento
perchè non è caratterizzando male Vorak (o un altro dei membri del "party") che avresti potuto fallire. Almeno, imho.
Circa l'alone di mistero di Thal Dom con Thal Dom, vorrei mi riportassi un esempio, perché mi pare un'affermazione strana. Vorrei discutere nel merito, se ricordi qualche passaggio.
Eh, dovrei rileggermi il libro, è passato un po' da quando l'ho finito
Ho cercato un pochino (e in mezzo a 400 pagine è un po' dura )ma non sono riuscito a rintracciare i passi di cui parlavo nel post. E' assolutamente possibile che sia stata una mia impressione del momento
Comunque se mi venisse in mente più o meno il punto e lo ritrovassi nel testo te lo verrò a dire
Sul finale sostanzialmente c'è ben poco di cui discutere, anche per la brevità. A me quel "Quello scioccò non ha capito nulla" suona più come un "non ha capito chi sono io, che Greon è coinvolto etc etc" che non "non ha capito quanto altro stiamo combinando in giro per le Terre", probabilmente perchè la frase è contestuale ad una rivelazione (il coinvolgimento di Devenn con gli Omm).
Buon agosto
Ciauz
Allora, ti rispondo al volo, ho pochissimo tempo, ma ci tengo a chiarire prima di partire per la Grecia, anche perché ho la certezza di essermi spiegato male.
SPOILER "La Rocca dei Silenzi"
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Il mio "ho fallito completamente nel mio intento" era riferito soltanto alla caratterizzazione dei personaggi. E, sottolineo, ho subito specificato tra parentesi che non lo credo.
Ora, per non schierarmi a favore di me stesso a priori, ti dirò in modo schematico perché non credo affatto che i personaggi siano monocordi e perché credo la loro caratterizzazione, seppur tratteggiata, abbia arricchito il romanzo e non "sbilanciato il suo potenziale" (espressione strana, ma nella fretta mi viene soltanto questa, perdonami).
Muèlm non è soltanto insicuro. E' anche orgoglioso di far parte della Torre di Dòthrom, affezionato al suo maestro e lo difende, con fermezza e anche in modo ottuso. Inoltre, s'innamora di Leshà e, dopo essersi avvicinato con dolcezza, si dimostra anche molto forte, lasciandola andare senza troppe storie.
Leshà non prova soltanto ed esclusivamente l'amore per Màar. E' anche capace di provare sentimenti per chi le sta attorno. Per la povera Darija. Per Muèlm. Per Thal Dom e Mordha. Si dimostra, insomma, anche con i suoi stessi pensieri, una persona sensibile che sente il prossimo. E che tenta di fare del suo meglio per aiutarlo (in quanti modi tenta di aiutare Muèlm, con dolcezza prima di Ammothàd, con altruismo durante la fuga da Ammothàd, con fermezza una volta fuori da Ammothàd, quando le appare ottuso).
Dèwera, il personaggio meno rappresentato, non si dimostra soltanto dura come il granito. In un'occasione, per un attimo cade il suo velo e la si scopre insicura, bisognosa d'amore.
Vòrak è molto più ossessionato di tutti gli altri messi assieme. Ma in questo caso, davvero il più monocorde, la cosa è voluta ed è, a mio avviso, assolutamente verosimile. Tuttavia Vòrak diviene rabbioso, cosa che invece prima della morte dei fratelli non è, perché prima è evidentemente ironico, sarcastico e tranquillo. Diventa bellicoso, una furia, per ragione d'affetti e per ragioni di cultura. E' monocorde forzatamente e in questo caso è l'unico modo realistico per far comprendere la sua furia.
Lhoss'm è molte cose, oltreché ironico e quasi disinteressato, quasi spocchioso, si dimostra in varie scene molto socievole, determinato, riflessivo, arguto, debole negli affetti e, quindi, di conseguenza, vendicativo, meno arguto di prima e più facile da manipolare, eccetera. Un personaggio che, per quanto s'è visto, ha mostrato molto di sé.
Grèon è determinato, un uomo che ama il potere, che si considera al di sopra degli altri. Ma anche lui non è monotematico e ha debolezze personali, che ruotano attorno al padre.
E altre cose ancora... lista troppo lunga, non posso passare in rassegna ogni personaggio. Il concetto è che tutto questo viene raccontato.
A tutti questi, vanno aggiunti Thal Dom e Mordha, che, certo, sono più sfaccettati, uno perché nasce come il naturale protagonista (ma Thal Dom non vuole essere il solo, da un certo punto del romanzo in poi cede gradatamente il passo, fino a uscire di scena), l'altro perché è talmente prepotente e affascinante, talmente controverso e contraddittorio, che si prende spazio a forza di silenzi.
Personalmente, credo la tua opinione dipenda troppo dai pensieri dei personaggi e non abbia tenuto conto delle loro numerose "sfumature di narrazione" (frasi dirette, azioni, atteggiamenti, eccetera), disseminate nelle scene. In questo ho fallito con te, nel senso che non sono riuscito a farti vedere parti perlopiù nascoste dei personaggi con pochi tratti veloci (veloci, ma a mio avviso pur sempre evidenti).
Il fatto che fossero dei tratti, ripeto, era una necessità di copione, perché altrimenti il romanzo sarebbe stato meno scorrevole, meno immediato e d'impatto, meno compatto, cosa quest'ultima che invece era uno dei miei obiettivi principali.
Spero d'aver spiegato il mio punto di vista sui personaggi.
Aggiungo soltanto che, di assurdo, non ve n'è nemmeno uno. Be', il solo Mordha da un punto di vista umano... ma tu sai perché e nel contesto lo credo plausibile.
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OK, ho detto ciò che mi premeva. La prossima è davvero dopo le meritate vacanze.
Grazie ancora, Damien, per l'interessante scambio d'opinioni. Sono sempre costruttivi (aiutano a riflettere: credere d'aver fatto bene non significa credere di non potersi migliorare).
ho la certezza di essermi spiegato male
Credo di aver capito meglio la tua posizione. Immaginavo fosse un discorso del genere e ora ne ho la certezza. Per inciso, la mia posizione continua a essere quella di qualche pagina fa, non perchè trovi il tuo discorso sbagliato (al contrario è totalmente coerente) ma solo perchè la tua è una scelta autoriale che non condivido (nel senso che, personalmente, da autore, non l'avrei fatta). E questo non perchè sia sbagliata in assoluto, ma semplicemente perchè non riflette il mio modo di scrivere (cosa che, probabilmente si è riversata anche sul mio definire difetti queste stesse cose nella pagine precedenti). In poche parole ho valutato quelle caratterizzazioni nell'ambito di una concezione di scrittura che non è loro.
Quello che dici dei personaggi è totalmente vero ed è sensibile. Nel senso che si hanno quei lampi che citi per crearsi un'idea più completa del personaggio in tutti i casi che elenchi (oltre a quelli che non elenchi ). A livello letterario però io credo che il lampo (l'azione, il gesto, il commento) non sia sufficiente e per questo prediligo una trattazione più profonda di un numero minore di personaggi.
Questo semplicemente perchè al medesimo comportamento possono corrispondere un'infinità di cause e di modi d'essere (viziati magari da un sentimento o da una contingenza).
Un po' la storia della carità, di chi la fa spinto da sincera compassione e di chi invece la sente come un obbligo sociale, quindi imposto dall'esterno. La distinzione tra apparire ed essere se vogliamo
Buone vacanze
Ciauz
cominciato durante il viaggio di ritorno dalla sardegna...
butto giù le prime impressioni dopo 5 capitoli, magari sono utili magari no, male che vada avrò sprecato 2 minuti di post
positivamente impressionato da:
lo stile
introspezione e caratterizzazione pg, almeno dei principali (finora)
la suddivisione della magia (notturna, diurna, crepuscolare), anche se ancora non si è spiegato nulla, sembra prevedere delle originali differenze rispetto al fantasy classico
il capitolo 4 (che in alcuni momenti mi ha fatto "incacchiare" perchè mi sembrava mio )
negativamente impressionato da:
perchè uomo è con la minuscola e Elfo con la maiuscola?
capitolo iniziale scontato, ma probabilmente necessario.
in alcuni tratti ho notato un narratore onnisciente o cmq delle spiegazioni affrettate date dal narratore di ciò che fanno e pensano i personaggi (capitolo 3, secondo pezzo dei nani), ma solo in quelle due o tre pagine l'ho trovato fastidioso.
presto posterò commenti più dettagliati, per adesso promette bene e soprattutto riesce a dare una cosa che ultimamente i libri fantasy non riuscivano a darmi: la voglia di continuare la lettura
ancor meglio, ho cominciato a leggere il commento finale dell'autore, e solo quello merita la lettura completa del libro
io ne ho letti solo due capitoli, e l'unica impressione assolutamente positiva è l'atmosfera molto dark. Per il resto personaggi molto scontati, primo capitolo mooooolto D&D, motivazioni ancora nulle per andare nella rocca. Ma questi sono per forza di cose giudizi privi di valore in quanto derivano dal 10% del romanzo e suppongo molte questioni saranno chiarite.
Quello che invece mi ha proprio colpito negativamente è lo stile, che credo si manterrà così per il resto libro. Molto verboso, ogni verbo ha il suo avverbio, ogni sostantivo il suo aggettivo, e mi sa che prima o poi salteranno fuori particelle per caratterizzare gli articoli e la punteggiatura. Qualcuno qui diceva che era rimasto colpito dal fatto che le frasi trasudavano l'impegno ed il conivolgimento dell'auore. Credo sia proprio vero, ma secondo me questo è un difetto. Trovo una cosa scritta bene quando la mano dell'autore non si sente. Quando quello che "trasuda" è la naturalezza. Al momento sta cosa manca
la suddivisione della magia (notturna, diurna, crepuscolare), anche se ancora non si è spiegato nulla, sembra prevedere delle originali differenze rispetto al fantasy classico
Sotto questo aspetto penso sarebbe interessante sapere eventuali differenze dalla divisione di Dragonlance
Due cose al volo, per il resto attendo che finiate il romanzo.
1. Magia diurna, notturna e crepuscolare. Ci sono due battute che chiariscono quanto questa visione sia soltanto una delle possibili nel mio mondo e, sottolineo, molti non la condividono.
Pag. 22 - «Se Magia Diurna, Notturna o Crepuscolare non lo sai, vero, Moenias?»
[...]
«Non condivido questa tua suddivisione, le Magie sono molte. Comunque è vero, Donna Areke. Ma il dilemma è ben più complesso, temo», asserì il vecchio.
Il più sapiente non concorda su questa suddivisione (trovandola semplicistica) e lo sottolinea.
Quindi, nessun parallelo con la magia di Dragonlance (nemmeno nella pratica, perché un incantesimo non viene dimenticato dopo essere stato pronunciato - limitazione che ho sempre trovato assurda: se si sa qualcosa, si sa e basta... semmai manca la forza di mettere in pratica ciò che si sa. E questo è un altro paio di maniche. Che combattere con Magie sia mentalmente stancante è abbastanza normale, come è stancante fisicamente menare fendenti con armi bianche).
2. Al di là dell'opinione personale sul mio stile, che non discuto (e ci mancherebbe!), l'importante è che non si confonda la "naturalezza" con il "manicheismo" più squallido di certi romanzi (molti fantasy) o con la "piattezza" espressiva di certe traduzioni.
Molti romanzi che ho letto sono stati giudicati scorrevoli, quando a me sono sembrati manichei (e, in questo, dimostrano l'abilità dell'autore... ma a me la furbizia nella narrativa non piace. Mentre in letteratura non esiste). Troppi autori blandiscono il lettore, ma stilisticamente non lasciano davvero nulla (sono stilisticamente pavidi). Preferisco un autore stilisticamente fastidioso, che uno privo di stile.
In che senso stile manicheo?
O è un lapsus e intendevi manierismo?!
Ciauz