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La rocca dei silenzi
L di Lupo Solitario
creato il 17 marzo 2005

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Negróre
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Negróre
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Inviato il 22 maggio 2005 13:51

Mi rendo conto che rispondere punto per punto a quanto detto, com'era mia intenzione, non è nelle mie corde in questo momento. E mi scuso fin d'ora.

Ringrazio tanto Kindra per aver giustificato in modo così puntiglioso il suo giudizio finale sul mio romanzo. E' raro trovare qualcuno che impeghi così tanto tempo per qualcosa che non gli è piaciuto.

 

Non riuscendo a ribattere punto per punto, per svariati motivi che potrei riassumere con un "periodo intenso", vorrei rispondere con alcune mie considerazioni, che magari toccheranno alcune delle cose che mi avete scritto.

 

Metto un avviso di SPOILER, per scrivere in libertà.

SPOILER "La Rocca dei Silenzi"

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A volte il senso delle cose non dev'essere urlato.

C'è a chi piace urlarlo, a chi piace dirlo con un tono di voce normale e a chi piace sussurrarlo. Sono il tipo di scrittore che, sempre più, abbandona le urla... forse perché, metaforicamente o meno, chi alza la voce mi indispone.

 

Cosa c'entra tutto questo? C'entra, ad esempio, con le taccole.

Le taccole (o, meglio, cornacchie grigie - mio errore) non sono state inserite nel romanzo come "effetto speciale". Le taccole sono un sottile filo nero che lega i personaggi alla natura tutta, indissolubilmente. Sono presenti per riflettere, non per stupire. Per riflettere sul fatto che certe scienze hanno conseguenze su tutto e che, nel tentativo di combattere il lato oscuro di queste scienze, l'uomo non può e non deve considerarsi solo.

Ancora una volta, l'uomo pecca di presunzione credendo che è l'unico a voler cobattere se stesso. La natura, tutta, ha un suo modo di agire. Questo accade anche e soprattutto nella realtà. In questo romanzo di finzione, come un sussurro, come un battito d'ali nere su sfondo nero, le taccole reagiscono al lato oscuro. Lo fanno in modo naturale, senza "eccessi di protagonismo", che l'autore avrebbe considerato una nota completamente stonata nell'armonia degli eventi.

Nel mio romanzo le taccole vengono "umanizzate", perché parlano - in un modo tutto loro -, anche se i personaggi non le capiscono (e quindi resta lo stacco tra uomo e uccello, la cui comunicazione non può che essere difficile e sorretta dalla volontà ferrea di capire, di capirsi).

E in questo andrebbe ricercato il senso della loro presenza sommessa: rendere giustizia alla natura, lasciandola naturale e quindi plausibile, levando quell'alone soprannaturale che tanto affascina dei corvi dell'horror e della fantasy, ma che io, in questo romanzo, avrei considerato di troppo.

 

Il mio romanzo è, in fondo, una lunga riflessione... che doveva contenere dell'azione, altrimenti sarei stato folle a sperare che qualcuno la leggesse fino all'ultima pagina.

Ma, se si vuole epicità da un romanzo, effetti speciali, stupore dappertutto e soprattutto nel finale, be'... non sono l'autore giusto. Non mi interessa questo genere di fantasy, non mi interessa chiedere tempo e denaro alle persone per intrattenerle e basta. Voglio intrattenerle e farle riflettere. La vita fluisce a valle velocemente. Il tempo necessario per leggere un romanzo non è poco. Il mio modo per dare un valore a quel tempo è tentare di andare oltre l'intrattenimento, pur dando un grande valore all'intrattenimento stesso.

Il mio modo di "andare oltre" abbraccia alcune sensibilità e, forzatamente, ne urta altre (come tutta la letteratura che non punta al solo lato commerciale). Non esistono sensibilità migliori o superiori alle altre. Non vorrei mi si fraintendesse, Kindra e Dama Eowyn.

Semplicemente, non posso e non voglio piacere a tutti.

 

Non ci sono personaggi inutili in questo romanzo. Non dal punto di vista dell'autore. Ci sono personaggi che fanno qualcosa di concreto e altri che, vivendo, influiscono sugli eventi in modo sottile.

Definire Donna Areke inutile è un punto di vista, ma è molto lontano dal mio. Senza l'esistenza di Donna Areke, Lhoss'm non avrebbe agito come ha agito (arrivando, infine, ad uccidere Olo Uvo e finendo per essere confuso e meno accorto di quanto non sarebbe stato altrimenti. Il fatto che Lhoss'm creda alla messinscena di Grèon en'Dhat è una conseguenza del suo "amore" per Donna Areke. Se non fosse stato coinvolto emotivamente, avrebbe reagito diversamente. Questo è il modo "sottile" in cui Donna Areke, per il suo autore, è utile... anche se aborro il termine "utile" applicato a un personaggio).

Lo schema delle cose è più sottile, insomma, il suo senso non è urlato... ma esiste. E va ben oltre il mero intrattenimento, ben oltre.

Il senso è tutto racchiuso in ciò che accade di drammatico. Qualcuno, a lettura terminata, potrebbe pensare sia un libro che annienta la speranza. Non è così: questo libro, per quanto assurdo possa sembrare, la alimenta, la rinvigorisce.

La speranza ha senso di esistere soltanto quando le cose precipitano, quando, insomma, ha senso sperare qualcosa.

La disperazione di Lhoss'm, quando sta chino sul cadavere di Olo Uvo, solo, è soltanto un campanello d'allarme. Davvero è stato tutto inutile? Davvero lottare per qualcosa, sperando di averla vinta, di risolvere la situazione, è così inutile?

Allora basterebbe pensare alla morte per rendere ingiustificato qualsiasi sforzo, qualsiasi romanzo carta straccia, qualsiasi sentimento rivolto al futuro una follia.

La caducità della vita è indiscutibile, ma lasciarsi andare perché tanto, prima o poi, moriremo è una bestemmia.

 

Combattere per migliorare il presente, guardando al futuro, è ciò di cui parla questo romanzo. E lo fa mettendo in gioco la natura. L'uomo, che ne fa parte e che tenta di modificarne gli equilibri. L'uomo che nasce dall'uomo (Mordha) e che per un bizzarro scherzo del caso si ribella contro l'uomo che l'ha avvicinato alla natura, donandogli un fiuto di cui chiunque altro è sprovvisto. La natura (le taccole) che aiuta l'uomo a combattere se stesso, la natura che considera l'uomo parte di sé. La natura che segue il suo corso, perché, in fondo, il fluire degli eventi è un fiume di cui non si può arrestare la corsa.

 

Una piccola risposta, a Mornon: il diritto di famiglia esiste a prescindere dagli eventi. Nel caso di Vòrak è sempre stato la vendetta, è una cosa cui, in pratica, è legata la sua famiglia.

 

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FINE SPOILER

 

 

Grazie per avermi letto, criticato e ancora una volta "ascoltato".

A presto.


K
kindra
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Inviato il 23 maggio 2005 19:50
Non vorrei mi si fraintendesse, Kindra e Dama Eowyn.

Semplicemente, non posso e non voglio piacere a tutti.

 

 

Credo che nessuno possa pensare di piacere a tutti. Tu sai che è così, e in questo dimostri più intelligenza di tante altre persone che si credono superiori agli altri. Allo stesso modo, il mio è un giudizio personale. Il libro non è piaciuto a me, ma questo non deve essere un limite per gli altri.

Per esempio... io detesto Verga. Significa che non sapeva scrivere, o che non incontra i miei gusti?

E se fosse per me Terry Brooks e Weis&Hickman non venderebbero neanche una copia dei loro romanzi. Io sono per il caro vecchio detto "il mondo è bello perché è vario". >_>


M
Mornon
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Inviato il 23 maggio 2005 20:48
sono per il caro vecchio detto "il mondo è bello perché è vario"

 

O avariato <_< Soprattutto vedendo alcuni degli ultimi libri di certi autori... >_>


R
Rozzo
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Inviato il 23 maggio 2005 21:33

mm

devo ammettere che non ero attratto dall'altra tua saga

 

pero' leggendo qui mi sono incuriosito e leggero' al + presto questo libro, poi chissa che non mi venga voglia di leggere anche gli altri >_>


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Morgil
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Inviato il 23 maggio 2005 23:43

E se fosse per me Weis&Hickman non venderebbero neanche una copia dei loro romanzi. Io sono per il caro vecchio detto "il mondo è bello perché è vario".

bè se dipendesse da te ti farei saltare la libreria!!!! <_<<_<^_^^_^

SCHERZO!!!!!!! >_>


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kindra
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Inviato il 25 maggio 2005 12:03
QUOTE (kindra @ May 23 2005, 06:50 PM)

 

E se fosse per me Weis&Hickman non venderebbero neanche una copia dei loro romanzi. Io sono per il caro vecchio detto "il mondo è bello perché è vario". 

 

bè se dipendesse da te ti farei saltare la libreria!!!!

 

E perdere così la quantità d'informazioni che sto fornendo negli ultimi mesi? ^_^


D
Darrosquall
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Inviato il 27 maggio 2005 23:27

che nessuno tocchi kindra perdio!


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Morgil
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Morgil
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Inviato il 27 maggio 2005 23:40

 

E perdere così la quantità d'informazioni che sto fornendo negli ultimi mesi? :D

mi ha fregato! ;) .................sagace! ;):figo::figo:;)


J
Jeyne Westerling
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Jeyne Westerling
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Inviato il 28 maggio 2005 14:07

dal regolamento del forum:

 

Non andate OT (ot significa "off topic" ovvero "fuori discussione"). Ogni post deve avere il suo argomento, se volete cambiarlo postate un messaggio nuovo. La stessa cosa vale per i forum, ogni forum ha i suoi argomenti quindi evitate di postare dove non si deve. È ovvio che ogni tanto in una discussione capiti uno spunto per una divagazione, nel caso succeda si prega tutti quanti di evitare di insistere nell’OT

 

 

6 post OT uno dopo l'altro sono troppi se potete evitare, se proprio dovete segnalateli con il tag [OT] in modo che chi legge la discussione possa passare oltre

 

grazie

 

 

;)


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Darrosquall
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Darrosquall
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Inviato il 04 giugno 2005 17:04

faccio ripartire la discussione visto che ho iniziato la rocca dei silenzi sono a circa 150 pagine. Partiamo dai pregi che ho rilevato. Ci tengo a sottolineare che il mio commento è assolutamente soggettivo,non tecnico perchè non scrivo ma emozionale diciamo.....

Voglio mettere in evidenza la scorrevolezza: Andrea ha trovato la soluzione perfetta sinora nel romanzo; non ci sono pezzi inutili,di riempimento,tutto scorre via molto veloce. La cosa bella è chè riesce lo stesso ad appassionare con il suo stile di scrittura che a me personalmente piace molto e lo reputo approfondito dal punto di vista lessicale. Solo applausi

I personaggi. Mi piacciono,mi piacciono,mi piacciono,solo che i nomi me li rendono un pochettino ostici. Mi appassiona la figura del sicario di cui ancora non si sa molto

La storia. Accattivante,non c'è che dire,ma gia dopo 100 pagine credo di aver capito più o meno il mistero della rocca dei silenzi.

Altro punto a favore sono i dialoghi tra i personaggi: Andrea sei un genio!Sono dei dialoghi assolutamente spontanei,credibili,che sono stati scritti senza pensare a se certe espressioni potevano allontanare un pubblico giovane dalla tua opera. Credo sia l'elemento fondamentale che mi fa apprezzare il romanzo.

 

Un punto negativo l'ambientazione di cui non si sa praticamente nulla,ma è una scelta voluta da negrore stesso e quindi niente da dire(in fondo non si tratta di una saga).

 

Per ora è tutto,grazie se mi leggerai


N
Negróre
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Inviato il 12 giugno 2005 11:14

Ti rispondo al volo, Darrosquall. Per una "chiacchierata approfondita" attendo che tu l'abbia terminato.

 

Il mistero di Ammothàd non è un mistero, né il suo autore ne fa un mistero; è un aspetto della vicenda che sembra misterioso, per via di come agisce Moenias en'Dhat, e che l'autore svela pian piano per coerenza interna. Ma l'autore sa che il lettore può capire l'essenza del mistero a pagina 80, come può capirlo più avanti.

Tutto ruota attorno ai Demoni, ma se c'è un mistero, nel libro, è un altro... e ne riparliamo alla fine.

 

L'ambientazione è volutamente lasciata in disparte... per il futuro. E perché la sua descrizione deve avere un senso nell'economia del romanzo. In questa vicenda sarebbe stata di troppo, sarebbe stato un bell'esercizio di creatività (che comunque ho fatto, perché l'ambientazione esiste eccome!), fine a se stesso, tedioso e che avrebbe allungato il brodo.

Invece volevo un romanzo compatto, in cui nulla fosse orpello. Ne "La Rocca dei Silenzi" contavano la Torre di Dòthrom e Ammothàd. Ed entrambi gli "ambienti" sono descritti a sufficienza, credo.

 

Ti ringrazio di tutte le belle cose che hai scritto.

Tra tutte, mi soffermo su quella relativa ai dialoghi.

Il mio fine è sempre quello di scrivere dialoghi realistici, credibili, spontanei... in cui i personaggi parlano tra loro come accade nella realtà. L'unico modo per farlo è scriverli di getto e poi modificarli il meno possibile.

L'introduzione delle parolacce, cui credo ti riferissi, non è stata fatta "senza preoccupazioni". Ma ho scelto di inserirle e ho difeso questa mia scelta anche contro il parere dell'editor, che le avrebbe levate. Uno schiaffo per molti lettori di fantasy, ma io non ho mai tollerato le mezze misure e il poco coraggio letterario. E, in fondo, sulla copertina di quel libro ci sono il mio nome e il mio cognome. Se tutte le responsabilità ricadono su di me, voglio che il libro rispecchi il mio pensiero.

E il mio pensiero è che quelle parolacce, di cui non ho abusato (compaiono in 4/5 punti del romanzo e basta), sono al passo con il linguaggio utilizzato dal loro autore (molto lontano dal fantasy pomposo alla Tolkien e dalla ricercatezza di certi novelli favolieri: sono diretto e crudo, perché questo è come sento di scrivere).

 

Grazie per la lettura, di cuore, ci risentiamo non appena l'hai terminato.


D
Darrosquall
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Inviato il 12 giugno 2005 21:55

eheheh,si,le parolacce sono stato un bel colpo,molto strano abituato alla aulicità del linguaggio fantasy(passatemi il termine). Cmq mi riferisco in linea generale alla genialità dei dialoghi:ecco,non sembrano costruiti a tavolino,proprio come tu dici,ma sono delle cose che direbbero delle persone che non sanno di essere spiate da uno scrittore che le ascolte. Mi piace questa definizione. Mi mancano un ottantina di pagine,a breve il mio commento recensione


B
Bael il Bardo
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Inviato il 12 giugno 2005 22:20

Premetto che sono solo a metà, ma penso di trovarmi davanti ad un'opera abbastanza riuscita...le premesse erano buone, e a parer mio sono state rispettate: un fantasy che esce dagli schemi, tetro al punto giusto e trucido quanto basta, nel linguaggio così come nell'azione dei personaggi...aspettiamo la fine, ma i presupposti per una bellissima esperienza ci sono tutti ^_^


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Darrosquall
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Darrosquall
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Inviato il 12 giugno 2005 23:10

completamente daccordo. Lo sto pubblicizzando questo libro e credo che continuerò a leggere i romanzi di andrea d'angelo(costassero un pò di meno o facessero edizioni cartonate.... ^_^ )


M
Mornon
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Mornon
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Inviato il 13 giugno 2005 0:23
L'introduzione delle parolacce, cui credo ti riferissi, non è stata fatta "senza preoccupazioni". Ma ho scelto di inserirle e ho difeso questa mia scelta anche contro il parere dell'editor, che le avrebbe levate. Uno schiaffo per molti lettori di fantasy, ma io non ho mai tollerato le mezze misure e il poco coraggio letterario. E, in fondo, sulla copertina di quel libro ci sono il mio nome e il mio cognome. Se tutte le responsabilità ricadono su di me, voglio che il libro rispecchi il mio pensiero.

E il mio pensiero è che quelle parolacce, di cui non ho abusato (compaiono in 4/5 punti del romanzo e basta), sono al passo con il linguaggio utilizzato dal loro autore

 

A mio parere non è stato un errore, ma non solo per quanto da te detto: siamo comunque in un'ambientazione stile medioevale, con avventurieri, guerrieri anche rozzi, violenza. Pretendere un linguaggio "puro", privo di imprecazioni... non mi parrebbe il massimo del realismo ^_^

 

P.S.: adeguatamente mascherate da parole inventate - ma non tanto diverse da quelle vere - e con il significato preciso mai detto esplicitamente, ma sono apparse persino in fumetti della Disney ^_^


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