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Il barrierista e il matrimonio
C di Cersei
creato il 08 febbraio 2005

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Darklady
Bardo Spadaccino dalla corte di Kellgeard
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Darklady
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Inviato il 09 febbraio 2005 9:50
Ogni persona è in sè stessa completa, non è mica una mezza mela... Secondo me poi amare qualcuno e trovartelo in casa 24 ore su 24 è proprio una contraddizione: l'amore non è onnipresenza dell'altro nella tua vita, che anzi finisce per saturare il rapporto... e inoltre: a quel punto è davvero la TUA vita? O sei condannato a vivere come i gemelli siamesi ai tempi prima della chirurgia moderna?

 

La pensavo esattamente in questo modo, dai 15 ai 18 anni più o meno, quando i miei "ragazzi" duravano da Natale a S.Stefano, quando se uno mi chiamava a casa per più di 1 volta ogni 2 giorni lo scagliavo con l'appellativo di "vinavil" dicendogli "Ma sta su da dos!!!" (tradotto--->ma stammi lontano- letteralmente "non starmi addosso").......

Col tempo ho imparato che crescendo si cambia e che tutto ciò che prima ci sembrava imprescindibile, o un principio fondamentale del nostro essere è soggetto a mutazioni più o meno sconvolgenti.

......Guarda che amare qualcuno, decidere di convivere/sposarsi con lui/lei non significa certo che tu sia un una sottospecie di martire e che debba "rinunciare" alla TUA vita per l'altro/a!

So che ora ti sembrerà un concetto assurdo, ma non si può (perchè non ci si riesce, non perché sia impossibile) fare gli "eterni fidanzati" a vita. Ad un certo punto del rapporto senti la necessità di avere un....qualcosa di diverso.... un "posto" che sia solo vostro.

Ora, non sto affermando che sia assodato che anche tu cambi idea, mi piacerebbe solo che tu prendessi in considerazione l'eventuale, remota possibilità che possa accadere. :figo:

 

Kisses :figo:


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MezzoUomo
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Inviato il 09 febbraio 2005 10:12

Il matrimonio ha attualmente perso enormemente di significato.

 

Il suo ruolo era, in primis, garantire la certezza della paternità.

 

In secundis, garantire alla donna, che stava a casa a badare ai figli, che avrebbe avuto diritto ad un assistenza economica anche se il padre dei detti figli andava in giro per il mondo a farsi altre donne.

 

La religione lo ha poi consacrato come Sacramento.

 

Oggi, la religione per molti ha perso di importanza.

 

La certezza della paternità non necessita di matrimonio, per essere provata. Inoltre anche i figli nati fuori da esso sono perfettamente tutelati.

 

Infine, la donna, spesso e volentieri, se la cava da sola e la coppia si divide equamente i carichi di lavoro anche familiari.

 

Il ruolo residuo del matrimonio, quindi, escluso quello religioso che a molti non interessa affatto, è quello di garanzia nei confronti del coniuge più debole economicamente(di solito la donna).

 

Per uno come me, ad eempio, ateo e che ama una donna che tiene molto alla sua indipendenza economica, il matrimonio non ha alcuna funzione pratica.

 

Resta certo intatto il significato simbolico del matrimonio, di impegno preso anche verso terzi, non più meramente privato (con qualche interessante conseguenza sul piano fiscale e legale) e soprattutto di momento di festa, di gioia e di partecipazione dei propri cari ad un evento felice. Per questo, anche agli occhi di persone come me, il matrimonio mantiene un certo fascino.


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Kellendor
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Inviato il 09 febbraio 2005 10:30

Io citerò Groucho Marx (almeno quello di Dylan Dog) che diceva "Non sposatevi! Semmai sponsorizzatevi!" :figo:


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John Redwyne
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Inviato il 09 febbraio 2005 10:32

Le mie esperienze di vita mi portano di più a pensare per la convivenza!!

:figo:

Ma mai dire mai!


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Iskall Ytterligare
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Inviato il 09 febbraio 2005 11:34

Quoto praticamente tutto Mezzo.

 

Conosco gente che non dà valore al matrimonio ma vuole la bella cerimonia, il vestito, la festa...

 

Dear Darklady, questo percorso evolutivo di cui parli penso di averlo già fatto. E cmq nella vita si cambia molto ma resta una coerenza di fondo, no? E perchè non cambierai idea tu? ^^

 

Sul "posto" nella vita, secondo me la vita di coppia è solo uno dei "posti" possibili. Se a una certa età senti che ti manca qualcosa, forse vuol dire che il tuo posto non l'hai ancora trovato... ma mica dev'essere la coppia per forza!

 

Il concetto di eterni fidanzati lo trovo scorretto, perchè fa presupporre nell'assenza del legame matrimoniale la totale mancanza della maturità da adulti, visto che il fidanzamento si fa da ragazzi.

 

Alla fine quoto xay per la storia che è soggettivo se due persone stanno appiccicate sempre oppure si frequentano poco. Imho va a carattere, non a regola generale!

 

Però non tutte le forme di società hanno una forma di matrimonio, ce ne sono che si basano sui liberi rapporti sessuali e i figli sono cresciuti da tutti (spesso sapendo solo chi è la madre) e va così da millenni.

 

Ancora non avete elencato in cosa il matrimonio richiede più responsabilità della convivenza...


M
MezzoUomo
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Inviato il 09 febbraio 2005 11:51
Ancora non avete elencato in cosa il matrimonio richiede più responsabilità della convivenza...

Isky, very simple:

 

Se sei cattolico: molto in qualunque caso.

 

Se sei ateo e tu e la tua partner avete grossomodo lo stesso livello economico: un fico secco.

 

Se sei ateo e tu e la tua partner non avete lo stesso livello economico: molto.


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Kellendor
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Inviato il 09 febbraio 2005 12:08

Credo sia una questione di problemi che possono nascere dalla rottura.

Se rompi una convivenza, devi soolo dividere le cose e ognuno x la sua strada. Se lo fai col matrimonio sono pianti greci dei parenti, e rogne legali.


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Damien Amfar
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Inviato il 09 febbraio 2005 12:09

Secondo me la state facendo più grande di quella che è. Quoto mezzo, soprattutto nell'ultimo messaggio XD

 

 

Quando si pensa che due convivano solo per lasciarsi la certezza di poter fuggire quando si vuole credo che si guardi la cosa in maniera un po' distorta. Due che prendono casa insieme non credo abbiano questa prospettiva, al contrario il tentativo è quello di costruire qualcosa di ancor più impegnativo rispetto al rapporto precedente.

L'idea è proprio quella per cui a ogni coppia (e in particolare ad ogni persona) è congeniale una certa situazione, con un certo equilibrio.

Eterni fidanzati, conviventi, sposati... ognuno può fare quello che gli pare, finchè si vive bene il rapporto.

La questione delle responsabilità interviene, imho, solo alla nascita dei figli, momento in cui il rapporto di coppia si allarga ad una terza persona, che potrebbe (e generalmente è così) avere l'esigenza di avere i genitori sotto lo stesso tetto. Sono loro a decidere, non abbiamo in realtà prove per dire che due genitori che abitano in due case diverse non debbano riuscire a crescere un figlio nella maniera corretta (ipotizzando l'impegno di entrambe le parti).

Di più, i figli di coppie divorziate (civilmente intendo, ovvero con i genitori che rimangono tali e non continuano a litigare come due idioti) "soffrono" più di ogni cosa, imho, il confronto con le altre famiglie, ma soprattutto perchè gli altri bambini, indottrinati con l'idea dei due genitori sotto lo stesso tetto, glielo fanno pesare.

Ora mi pare che la situazione stia cambiando e che pregiudizi del genere sui genitori divorziati comincino a scemare (con somma gioia mia per i dei figli dei divorziati).

 

 

 

 

 

 

Ciauz ^_^


M
MezzoUomo
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Inviato il 09 febbraio 2005 12:18
Credo sia una questione di problemi che possono nascere dalla rottura.

Se rompi una convivenza, devi soolo dividere le cose e ognuno x la sua strada. Se lo fai col matrimonio sono pianti greci dei parenti, e rogne legali.

Insomma.....io e la mia ragazza viviamo insieme da 18 mesi, stiamo insieme da più di 3 anni, facciamo dei progetti, conosciamo bene le rispettive famiglie....secondo te se ci lasciamo è 'sta passeggiata di salute?

 

Mentre nelle stesse identiche condizioni, solo per essere passati davanti al Sindaco a dire "Sì", e solo per dover cacciare fuori qualche mille euro di bolli e dover passare davanti al Presidente del Tribunale....se ci lasciamo è 'na tragedia?

 

Boh...................

 

 

Per Damien e per tutti: se c'è una elemento per il quale, dal punto di vista legale, il matrimonio non cambia niente è quello degli eventuali figli.

 

Un figlio, che sia stato concepito in un matrimonio, in una convivenza o in una sveltina nel bagno di una discoteca, gode sempre degli stessi diritti.

 

Il matrimonio cambia ESCLUSIVAMENTE i rapporti tra i coniugi


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Damien Amfar
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Inviato il 09 febbraio 2005 12:26

So perfettamente qual'è la tutela legale che è riconosciuta i figli. Ma non stavo parlando di quello.

La legge non può obbligarti ad educare un figlio nel migliore dei modi, al più può importi di pagare l'assegno di mantenimento.

Io stavo parlando di un cambiamento nel rapporto di coppia che interviene alla nascita dei figli. Perchè nel bene di questa terza persona il rapporto UMANO può venirne modificato. Lungi da me parlar di legge, in realtà, paradossalmente, è l'ultimo dei problemi.

 

 

 

 

Ciauz ^_^


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Iskall Ytterligare
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Inviato il 09 febbraio 2005 13:55

Damien, ti quoto al 200% nel tuo penultimo post.

 

Stavolta non mi dispiaccio di non saper fare i quote perchè tanto dovrei quotare tutte le 15 righe che hai scritto...

 

^_^


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Yaenrhys
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Inviato il 09 febbraio 2005 21:03
dicendogli "Ma sta su da dos!!!" (tradotto--->ma stammi lontano- letteralmente "non starmi addosso").......

Emiliana?

 

Scusate l'OT, ma una compatriota non s'ha da nascondere...! ;)^_^:)^_^


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Morrighan
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Inviato il 10 febbraio 2005 9:20

le coppie non sono unite dal matrimonio... le coppie sono unite dal MUTUO PER LA CASAAAAA!!! ;)

 

Diffida non di un uomo/donna che non ti vuole sposare, ma da uno/una che non vuole cointestare il mutuo... ^_^

 

Scherzi a parte... l'opinione strettamente personale (nel senso di solo per quel che riguarda me) è che non vedo differenza fra convivenza e matrimonio. Se e quando troverò il pover uomo che vuole passare la sua vita con me (e già lo compiango) penso che lascerò scegliere a lui, fermo restando che non ho intenzione di passare due mesi a spaccarmi la testa sulla lista degli invitati. E ovviamente, se è credente, dovrà venire a patti con il fatto che per me il matrimonio religioso non ha significato, non essendo io credente.

 

Per allargare un po' il discorso: non sono molto convinta della motivazione portata da molti "favorevoli" al matrimonio che ritengono che il matrimonio denoti più responsabilità della convivenza. Trovo che la pensino così perchè riflettono sugli altri una loro personale convinzione ("se voglio stare con te per tutta la vita, allora ti sposo" o meglio "non voglio stare con te tutta la vita, perciò non ti sposo"). Per una persona che non vede differenza fra i due, questa posizione è quasi incomprensibile...

 

Poi non metto in dubbio che ci sia anche chi convive per lasciarsi una via di uscita... ma non credo, ora come ora, che sia una cosa generalizzabile a tutti quelli che non sono interessati al matrimonio

 

Piccole note sparse, non cito direttamente quelli a cui mi riferisco perchè mi sono letta tutto il thread in fila e non trovo più i messaggi (e mi si incrociano gli occhi):

 

-il "matrimonio" in senso largo (cioè la costruzione di una coppia monogama duratura, indipendentemente dal tipo di "contratto") è nata per consentire il sostentamento sicuro dei figli (che ci mettono 15-20 anni a diventare indipendenti, contro i 2-3 di qualsiasi altra specie, salvo poche eccezioni). Mi pare che, matrimonio o no, salvo casi "aberranti", il sostentamento dei figli dipenda comunque da due persone, anche se queste non stanno più assieme

 

-si, si trovano veramente tutti i tipi di “contratto matrimoniale”: mi viene in mente da memorie universitarie che esiste una popolazione in nuova zelanda dove il matrimonio non esiste, le donne hanno un’estrema libertà sessuale e gli uomini convivono con le sorelle e ne allevano i figli, così hanno la certezza che i figli che allevano abbiano almeno una piccola parte del loro patrimonio genetico…. *hihihi* ragazze, sto organizzando un charter per quell’isola, chi si vuole unire….

 

-Piccola provocazione: il matrimonio religioso, inteso come rito e come concetto di indissolubilità, è nato abbondantemente DOPO l’anno mille… non è un precetto religioso, è un’interpretazione della Chiesa. Prima di quell’epoca il prete non era minimamente interessato a come e quando e perché si sposassero le persone. E il matrimonio poteva essere sciolto….

 

'ao, Mor


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Darklady
Bardo Spadaccino dalla corte di Kellgeard
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Guardiani della Notte

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Inviato il 10 febbraio 2005 10:24
Dear Darklady, questo percorso evolutivo di cui parli penso di averlo già fatto. E cmq nella vita si cambia molto ma resta una coerenza di fondo, no? E perchè non cambierai idea tu?

 

Quoto in pieno..... E poi.....Why not? .... Mai dire mai nella vita! ^_^

 

 

le coppie non sono unite dal matrimonio... le coppie sono unite dal MUTUO PER LA CASAAAAA!!!

:smack:

Parole Sante!! ^_^^_^

 

 

OT

 

Emiliana?

 

No, Pavese. :D

Ma il dialetto non cambia di molto, soprattutto se sei della zona di Piacenza. ;)

 

Kisses ^_^


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Inviato il 11 febbraio 2005 14:31

Un paio di idee.

 

Lo Stato non può obbligare ad educare un figlio nel migliore dei modi. Per fortuna. La tutela economica basta e avanza. Soprattutto se pensate a certi ragazzini educati all'interno di matrimoni.

La volontà di educare nel modo migliore i propri figli deve essere alla base della scelta di farne. Ma in questo caso non ci sono matrimoni o convivenze che tengano.

 

L'idea di Yskall di convivenza uguale prigione, nel senso di vivere 24 ore al giorno con un'altra persona è vera. Soprattutto sei hai un solo bagno e sei in ritardo per uscire e andare al lavoro :( .

Un rapporto a due, regolamentato o no, richiede sacrifici. Se sei in grado di rinunciare ad un po' del tuo spazio a favore del prossimo, allora forse riesci a mandare avanti una relazione. Altrimenti lascia perdere. E' qui la maturità che entra in gioco. Capire che non si esiste solo noi, ma esistono anche gli altri.

In piccolo la vita di coppia è lo specchio della società civile. Ognuno si limita per convivere con gli altri.

 

Quanto alla percentuale di divorzi in crescita la cosa ha solo un significato positivo. Prima del 1974 il divorzio era un po' difficile. Quindi si stava sposati lo stesso e il più debole soffriva in silenzio.

Dopo il 1974 alle coppie che non riuscivano più a convivere è stato permesso di separarsi. Ottimo. Purtroppo, una cultura cattolica predominante rendeva comunque difficile l'affermazione di questa pratica. Gli anni passano e l'idea del divorzio prende piede e sempre più i matrimoni che non funzionano finiscono divorzio.

Questo non vuol dire che il matrimonio non funziona. Significa che alcuni matrimoni non funzionano. Fortunamente in questi casi la legge permette di porre loro un termine.


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