Se tutti rispettiamo le regole, non c'è bisogno di regole
Sí e no: se tutti rispettano le regole in quanto ci sono, se non ci fossero non le rispetterebbero, quindi il bisogno della loro presenza ci sarebbe ugualmente, no?
bè, se tutti rispettassero le regole vuol dire che ormai le danno per scontate e diventano una realtà quotidiana, non più regole imposte, quindi inutili. Siccome tutti le rispettano è come se non esistessero perchè non c'è nessuno che dimostra la loro esistenza infrangendole
è difficile fare esempi perchè nn è mai successo alcun simile, ma ci provo: ad esempio nella costituzione italiana non c'è scritto che l'italiano è la lingua ufficiale dello stato (si stava discutendo se metterlo o no, non so se sia già stato fatto), perchè era una cosa che tutti rispettavano e data per scontata. (è un esempio nn troppo pertinente). Se la regola è rispettata da tutti, non c'è bisogno che sia fatta presente nel sistema giuridico...insomma quoto ale, nn vorrei ripetere cose già dette :P
se io voglio commettere un crimine, non l'ho ancora commesso, quindi non ho violato le regole; quindi perché lo stato non dovrebbe assecondare il mio istinto di commetterlo?Di per sé, se si vuole che lo stato assecondi gli istinti, come scegliere quali assecondare, e quali no?
Credo che lo Stato dovrebbe assecondare gli istinti che sono funzionali alla propria autoconservazione.
I buoni e i cattivi in senso assoluto non esistono (in questo concordo con Xaytar, tutti abbiamo prima o poi infranto qualche regola ... e se siamo stati scoperti ne abbiamo giustamente pagato le conseguenze) ma non sono d'accordo sull' evitare di considerare certe azioni molto vicine alla bontà assoluta o alla malvagità assoluta e ritengo che le seconde vadano punite.
Il discorso sulla funzionalità della trasgressione al cambiamento della societa è corretto, resta da sottolineare il fatto che non sempre cambiamento è sinonimo di miglioramento.
Mi lascia assai perplessa la valenza prevalentemente (se non esclusivamente) positiva che di solito viene data al termine cambiamento: non sono favorevole all'immobilismo ma nemmeno a variazioni rapide e frequenti perchè secondo me queste ultime contengono il seme di una mala pianta assai pericolosa: il caos.
probabilmente tantissimi al posto di Erika e Omar avrebbero agito come loro
Probabilmente tantissimi altri avrebbero pensato di agire in quel modo ma non lo avrebbero fatto fino a quando varrà il principio che quel tipo di azione è sempre e comunque irrimediabilmente sbagliata e che certe azioni si possono e si debbano senza ombra di dubbio considerare "male assoluto".
Se nei casi che sfociano in azioni come questa la punizione non risulta essere un deterrente efficace credo che lo sia nella maggior parte dei casi potenziali.
E non mi importa affatto di essere considerata parte di una società ipocrita per quest'opinione
Non ti considero ipocrita :P
semplicemente ritengo che, al posto dei due tizi in questione o di tanti altri criminali, una percentuale significativa di altre persone avrebbero commesso lo stesso gesto: perchè non sono stati dei pensieri devianti di quelle persone a farli agire così (cmq non nella maggior parte dei crimini, ho preso erika ed omar come esempio quando forse invece la causa del loro gesto era psicologica), un motivo non psicologico, ma dell'apparato socioculturale in cui sono inglobati, della situazione insomma. Una sorta di "vittime delle circostanze" che ovviamente non li giustifica, perchè avrebbero potuto scegliere un azione migliore, ma che riporta i criminali alla realtà da quel velo d'orrore che i media insistono a propinarci...
se tutti rispettassero le regole vuol dire che ormai le danno per scontate e diventano una realtà quotidiana, non più regole imposte, quindi inutili
Fino a un certo punto: questo vale per chi è vissuto fino a quel momento, ma le regole dovrebbero rimanere scritte per i nuovi venuti; e sempre nell'ipotesi che qualcuno le infranga.
Credo che lo Stato dovrebbe assecondare gli istinti che sono funzionali alla propria autoconservazione
Opinabile che la vendetta sia funzionale all'autoconservazione, direi, soprattutto se non mette definitivamente fuori gioco il reo... serve a soddisfare il desiderio, appunto, di vendetta, ma alla sopravvivenza - almeno in società come quelle odierne?
Infatti le regole rimarrebbero, ma verrebbro considerate come ovvietà. Le regole, se vengono presentate come tali, fanno nascere negli individui il desiderio di infrangerle, quindi sarebbe impossibile essere giunti ad una situazione di completo rispetto di esse. Se le regole vengono rispettate da tutti significa che nessuno le considera tali e non trova un motivo valido per infrangerle. Questo sarebbe dovuto anche all'educazione, infatti le nuove generazioni verrebbero educate a vivere secondo esse, siccome sono state presentate loro come unico esempio di vita.
le nuove generazioni verrebbero educate a vivere secondo esse, siccome sono state presentate loro come unico esempio di vita
Vero, ma queste nuove generazioni, se le regole non fossero scritte, non avrebbero né pene in caso di infrazioni, né qualcosa che gli dica in modo completo cosa si può fare e cosa no (vivendo le assimili, a spiegarle magari non pensi a qualcosa), da cui penso che, comunque, averle scritte avrebbe una sua utitlità.
hai ragione mornon, quello accadrebbe sicuramente conoscendo la natura umana...noi però siamo partiti dall'assunto (impossibile) in cui tutti rispettano sempre le regole, e quindi questo pericolo nn c'è... cmq penso che una cosa del genere sia impossibile :P
noi però siamo partiti dall'assunto (impossibile) in cui tutti rispettano sempre le regole, e quindi questo pericolo nn c'è
Personalmente avevo inteso quell'assunto come "Tutti quelli esistenti nel periodo in cui le regole ci sono": se io nasco quando non ci sono, non essendoci nulla mi impone di seguirle, no? E ipotizzare che tutti lo seguano può anche significare che lo fanno per "semplice" rispetto della legge.
Se sparissero, anche con l'ipotesi fatta ci sarebbe quel pericolo, secondo me, in quanto chi arriva dopo l'eliminazione non avrebbe metro di confronto e di apprendimento (salvo le altre persone, ovvio, ma, come detto, proprio per il fatto che queste altre persone hanno assimilato le regole potrebbero non dirle, dandole per scontate, magari nemmeno pensandoci. Capita a oggi che uno non si ricordi tutte le regole, se fossero assimilate a quei livelli...).
Lord, ma è questo il punto, a mio avviso... Se abbiamo una società immobile in un mondo in evoluzione, mi sembra evidente che questa società non è in grado di adattarsi...Infrangere una regola significa porne in discussione la validità... E se questo il più delle volte è dannoso, può capitare che sia invece vitale, per far capire che quella regola era ormai sorpassata e inadeguata! Altrimenti, se tutti si fossero sempre adeguati alla legge preesistente, magari ci sarebba ancora la struttura tribale del neolitico...
L'atto dell'infrazione di per sé non è dannoso: lo diventa quando la società si rende conto (o decide ) che non apporta miglioramenti alla società stessa...
Ma una società che non riceve una spinta interna al cambiamento è difficile che possa riuscire ad adattarsi solo grazie alle influenze provenienti dall'esterno, credo...
Si ho capito il tuo punto di vista... però non concordo sul fatto che una società che rispetta le regole sia sinonimo di immobilismo evolutivo...escludendo tutti i crimini più gravi ed efferati (che poi sono quelli che desidererei venissero sradicati: omicidio volontario, stupro, rapina, pedofilia, ecc.), per i quali credo siamo tutti daccordo ad escluderli dalla sfera della legalità, rimangono delitti (tra i quali molti neanche considerati reati) per i quali non credo sia strettamente necessaria una violazione affinchè il legislatore intervenga per modificare l'ambito della norma in questione. Le spinte interne in una società evoluta e democratica come (si suppone che sia) la nostra dovrebbero essere notevoli e diversificate (stampa, gruppi politici, parlamento), tali da essere in grado di poter intervenire per correggere il tiro. Certo mi rendo conto dell'utopia (come convenivo già con xaytar) però ritengo sia una cosa su cui riflettere. Anche perchè, non abbiamo un metro di giudizio preciso per valutare l'iniquità di una legge (a parte quello di costituzionalità); e comunque - ripeto - ci sarà sempre un zoccolo duro (rappresentato dai crimini più gravi del vivere sociale) di delitti la cui violazione mai potrà condurre alla loro legalizzazione.
A questo punto propongo di sostituire alla troppo generica "regole", le parole "crimini maggiormente antisociali"...
ciao, ciao
Lord, è solo questione di forma mentis... La stampa, i gruppi politici, il parlamento, una volta constatato che le regole sono rispettate alla perfezione, che cosa possono fare? Semplicemente sta andando tutto bene, no?
Il dissenso è necessario!
Lord, è solo questione di forma mentis... La stampa, i gruppi politici, il parlamento, una volta constatato che le regole sono rispettate alla perfezione, che cosa possono fare? Semplicemente sta andando tutto bene, no?Il dissenso è necessario!
sono daccordo con te Beric, il dissenso è necessario. Mi stavo interrogando sul modo in cui esprimere tale dissenso (alternativo alla violazione di una legge).
Mi spiego meglio: anche se va tutto bene (leggi: apparentemente non c'è alcuna violazione di leggi) una legge può comunque creare malcontento tra gli 'utenti'. Un malcontento sparuto verrà ovviamente ignorato. Un malcontento diffuso (pur se la legge viene rispettata) dovrà pur essere - prima o poi - preso in considerazione.
Per restringere un pò il campo (mi rendo conto che siamo ai confini con l'utopia), sto riflettendo sulla possibilità di una società in cui non esistano particolari tipi di reati (o, comunque, siano ridottissimi) come lo stupro (in tutte le sue forme), l'omicidio volontario, ecc.; quei reati cioè sui quali dovremmo essere tutti concordi nel ritenere che la loro commissione provoca un enorme danno alla società, piuttosto che una 'spinta al cambiamento'.
Boh, forse mi sto solo facendo troppe pippe mentali
ciao, ciao
un mondo senza quei crimini sarebbe un'utopia, anche se la speranza è l'ultima a morire :P è doveroso che lo stato si impegni per cancellarli (o meglio, limitarli, perchè cancellarli vorrebbe dire cambiare il nostro essere uomini) e in quanto membro di una società anche io mi impegno contro di essi
tranquillo, nn ti stai facendo pippe mentali :P sono discussioni interessanti e utili, dal mio punto di vista
Oggi ho visto un libro, scritto da una delle vittime del mostro di Marcinelle, all'epoca dodicenne. Lei si è salvata, patendo una prigionia di ottanta giorni in cui ha subito di soprusi, violenze e altro. Lei si è salvata, altre no.
Tutto questo, dopo che il reo era stato liberato per buona condotta dal carcere dove era detenuto per violenza su minori...