@ziowalter1973 ma dire autor* african* non equivale a dire autor* con la pelle nera. Intendo: non sono sinonimi, né coincidono perfettamente. La letteratura africana è una cosa, gli autori e le autrici di razza nera sono un'altra cosa.
33 minuti fa, Metamorfo ha scritto:Il fatto che non ci siano stati molti autori africani in letteratura è dovuto anche qui a chiare motivazioni socio-economiche, ma le cose stanno lentamente cambiando,
Sì, esatto. Dore che letteratura africana non ha prodotto finora o non sta producendo molto non penso sia corretto. Piuttosto ne sappiamo poco e questo perché solo da pochi anni l'editoria sta esplorando davvero questo territorio letterario.
C'è anche il fatto che genericamente si ignorano le origini africane di autori e autrici già molto famosi o famose. Penso a Doris Lessing (bianca, zimbawanese di adozione, premio Nobel per la letteratura) e a J. M. Cotzee (bianco, sudafricano e anche lui Premio Nobel per la letteratura).
Autori e autrici di origine africana e di un certo spessore ce ne sono: da Chiamanda Negozi Aidichi (nera e nigeriana) a Damon Galgut (bianco e sudafricano). Ma poi come "colorati" (tra l'altro, davvero vogliamo usare questo aggettivo?) ci sono anche gli indiani tipo Salman Rushdie, i turchi come Orhan Pamuk, gli afghani come Khaled Hossein, i cinesi come Mo Yan, ecc. Tutti nomi che magari dicono poco ai non appassionati di libri, ma vi garantiscono che sono dei pezzi da 90 (basta guardare quali editori scelgono di pubblicarli nel nostro Paese e i relativi sforzi promozionali)
Rischiamo di dare una definizione generica a qualcosa che oggettivamente noi (io per prima eh) non conosciamo così bene.
2 minuti fa, Metamorfo ha scritto:Resta il fatto che il messaggio "siamo tuti razzisti e sessisti" non lo fanno passare: è l'interpretazione di una parte.
Sono d'accordo. A una multinazionale (Amazon, Disney, Netflix, ecc.) non interessa fare polemica per fare polemica e neppure aprire il dialogo a nuovi temi sociali. A una multinazionale interessa fare soldi. Il concetto del "basta che se ne parli" è vero e non è vero, perché con la sovrabbondanza di contenuti che abbiamo a disposizione oggi si rischia che, a forza di chiacchiere e polemiche, l'utenza sia sazia del prodotto prima ancora di iniziare a consumarlo. Per cui, no, non penso che sia un modo per richiamare l'attenzione e fare pubblicità a questo o quel contenuto multimediale. Direi che è una mossa per cercare di ampliare la propria quota in un mercato sovraffollato, andando all'attacco delle nicchie non coperte e/o non soddisfatte.
Poi, francamente, non vedo perché da una parte vada bene che una fazione "polemizzi su colore della pelle, genere, ecc.. perché stufa di ripetere sempre le stesse cose" mentre lo stesso non vada bene per la controparte, li "hanno tutto l'interesse", l'idea che anche dall'altra parte taglino corto con "razzista, sessista, ecc" perché stufi di ripetere sempre le stesse cose non viene neanche presa in considerazione. Ed è qui che è entrano in gioco dei giudizi più rigidi perché, per quanto non li condivida, è innegabile che la base di partenza è solida: perché il compagno Baliano di Ibelin va bene mentre Anna Bolena "abbronzata" no? Perché nel primo caso il non accettare la cultura del XII secolo e aggiornarla per renderla più in linea con l'evoluzione avvenuta nella società moderna va bene mentre aggiornare l'aspetto degli attori all'evoluzione "etnica" della società non vada più bene, "è un chiaro esempio di cancel culture, vogliono privarci della nostra storia, ecc..." A suo tempo non è che ci sia stata tutta questa presa di coscienza, non molti hanno detto:"prima sbagliavamo ma ora vogliamo che i film storici lo sia di nome e di fatto" (ed anche qui, comunque, sarebbe stato sempre curioso come il livello di melanina abbia posto l'attenzione sul realismo storico mentre in passato il grande pubblico si faceva andar bene le peggio storture).
Personalmente non condivido certe conclusioni molto rigide ed estreme di @joramun ma mi risulta difficile non vedere il loro punto di partenza ne di vedere come abbia comunque delle basi piuttosto solide.
(Tradotto: non credo che sul forum ci siano utenti sessisti/razzisti/ecc.., almeno non tra gli utenti stabili, però certe posizioni involontariamente prestano il fianco a certe interpretazioni)
E se vedo che hanno preso un'attrice afroamericana per fare la Sirenetta, non ho motivo di pensare che "mi stanno dando del razzista!" o "vogliono cancellare la mia cultura!", e posso invece pensare "bene, tanto non cambia niente il colore della pelle della sirenetta ai fini della storia e almeno qualche ragazzina nera sarà contenta di avere un'eroina in più che le somiglia da quel punto di vista".
In questo senso, la scelta di Disney può essere interpretata in modi differenti, quindi non è un messaggio univoco come è stato detto.
Stessa cosa la penserei se facessero un film su Pollicino e avesse due madri o due padri; o se il cacciatore di Biancaneve fosse gay.
L'idea che aziende con migliaia di dipendenti siano composte esclusivamente da persone con l'anima nera che quasi rifiuterebbero soldi che non provenissero dalla sofferenza altrui è sicuramente conveniente per una certa narrativa ma è fondamentale sbagliata, basta cercare il marcio in tutto, molte cose non sono né più né meno di come vengono presentate, non c'è bisogno di cercare il gonbloddo alle loro spalle.
Nel mio ultimo post ho distinto le etnie africane e afroamericane perchè a parte il colore della pelle hanno poco e niente in comune. Sull' etnia africana io intendo qualcuno che è nato e vive in africa da qualche parte tra il cairo e città del capo oppure tra addis abeba e freetown. Gli afroamericani sono un altro paio di maniche per mille altre ragioni.
5 ore fa, Manifredde ha scritto:Faccio notare che reputare un pó tutti razzisti e sessisti tira molto, @Joramun alla mia domanda se mi ritenesse tale non ha ancora risposto, ad esempio (ha evidentemente fiutato la trappola ), cosa questo significhi lo lascio decidere a voi...
Questo perchè quello che portava le cose sul personale ero io.
By the way...io ritengo tutti razzisti e sessisti, me compreso, perchè ritengo che razzismo, sessismo e mentalità patriarcale non siano l'equivalente morale della focomelia o della psoriasi, cose che ti colpiscono e ti segnano a vita e da allora sarai sempre "il razzista". Cosi come razzismo non è solo il tizio del KKK col cappuccio in testa o il Traini di turno. Ho scritto diverse volte che se il razzismo fosse solo questo sarebbe stato eradicato dalle nostre società da tempo. Resiste e continua ad infestarle perchè si tratta di qualcosa di subdolo, che il più delle volte chi lo agisce lo agisce in maniera inconsapevole.
L'altro giorno mi sono fermato al benzinaio, e al tizio credo pakistano (sulla cinquantina) che era alla pompa del GPL ho detto "scusa mi fai il pieno". Se fosse stato un pari età italiano gli avrei probabilmente dato, per un meccansimo del tutto inconscio, del "lei". Si tratta di una cavolata, fatta senza pensare, ma quello è razzismo, ci sono pochi ca***.
Non essere consapevoli del complesso gioco di potere e privilegi che comporta la semplice fortuna dell'essere nati bianchi e uomini nella società occidentale, e anzi, nel momento in cui determinate minoranze giungono a mettere in crisi questo modello di società e di dinamiche, inalberarsi e offendersi gridando al PC o al "povero uomo bianco" è razzismo, ci sono pochi ca***.
Significa essere persone turpi, degne del più bieco disprezzo? NO, ASSOLUTAMENTE NO, nel momento in cui di questo elemento si ha consapevolezza e si attua una riflessione critica sui propri atteggiamenti. Si, se ce ne si sbatte la mazza e si pretende di negare tali evidenti dati storici e sociali per inalberarsi nella posizione di bianco offeso perchè adesso deve dividere con tutti gli altri quel gradino più alto su cui fino a poco tempo fa era da solo.
31 minuti fa, ziowalter1973 ha scritto:Nel mio ultimo post ho distinto le etnie africane e afroamericane perchè a parte il colore della pelle hanno poco e niente in comune. Sull' etnia africana io intendo qualcuno che è nato e vive in africa da qualche parte tra il cairo e città del capo oppure tra addis abeba e freetown. Gli afroamericani sono un altro paio di maniche per mille altre ragioni.
Secondo me, è proprio la distinzione che non ha senso in questo contesto.
Innanzitutto non esiste un'etnia "afroamericana": si tratta di persone di origine africana che vivono negli USA o nel continente americano da X generazioni. La differenza tra le persone nere che vivono in paesi africani e le persone nere che vivono da generazioni in America e sono quindi a tutti gli effetti americani è di tipo culturale, linguistica, ecc. ma non fisica o somatica. Davvero qui consiglio la lettura di "Americanah" di Adichi grazie al quale questo concetto diventa chiarissimo
Altro tema: "etnia africana" è un po' generico. Tralasciando le molteplici differenze culturali e tradizionali (in fondo l'Africa è un continente) e il fatto che ci sono persone africane al 100% che hanno la pelle bianca, e focalizzandosi inoltre esclusivamente sugli africani con la pelle nera, non si può fare a meni di osservare che non sono tutte nere allo stesso modo - e questo vale anche per gli afroamericani: un nigeriano è mediamente più scuro di un tunisino.
Posto quindi la pelle in sé non significa nulla, cosa resta? La domanda del perché gli autori e le autrici dalla pelle nera che hanno avuto successo sono meno rispetto ai bianchi e perché dal continente africano sono arrivati pochi capolavori?
A mio parere, la risposta alla prima domanda sta nella discriminazione razziale o razziale e sessuale (nell'elenco ci sono anche complessivamente meno autrici bianche rispetto agli autori bianchi).
La risposta alla seconda domanda ha invece a che fare con la "ignoranza" culturale di cui dicevo prima. Possiamo anche chiamarlo snobismo. Noi non conosciamo la letteratura africana, perché le opere da quel continente stanno iniziando solo da pochi anni ad entrare nel nostro mercato. Come può un'opera diventare universale e un autore e un'autrice avere un successo planetario se nessuno li conosce?
Agli autori e alle autrici afroamerican* è "andata meglio" rispetto ai colleghi e alle colleghe african* perché hanno trovato un solo ostacolo, la discriminazione razziale, non anche il mancato accesso al mercato.
6 minuti fa, joramun ha scritto:By the way...io ritengo tutti razzisti e sessisti, me compreso, perchè ritengo che razzismo, sessismo e mentalità patriarcale non siano l'equivalente morale della focomelia o della psoriasi, cose che ti colpiscono e ti segnano a vita e da allora sarai sempre "il razzista".
Secondo me però una cosa è essere razzisti, sessisti ecc., un'altra è avere comportamenti o atteggiamenti razzisti, sessisti ecc.. Un individuo razzista/sessista ha stabilmente comportamenti e opinioni razzisti/sessisti, non se ne fa alcun problema, non li riconosce come tali neppure quando viene fatto notare e in alcuni casi li reputa perfettamente conformi e adeguati. Nel momento in cui, invece, una persona riconosce il proprio atteggiamento come razzista/sessista, se ne pente, cerca di correggersi o di rimediare ecc. non penso sia più corretto usare l'etichetta di "razzista/sessista".
33 minuti fa, joramun ha scritto:L'altro giorno mi sono fermato al benzinaio, e al tizio credo pakistano (sulla cinquantina) che era alla pompa del GPL ho detto "scusa mi fai il pieno". Se fosse stato un pari età italiano gli avrei probabilmente dato, per un meccansimo del tutto inconscio del lei. Si tratta di una cavolata, fatta senza pensare, ma quello è razzismo, ci sono pochi ca***.
Forse lo é. Anche per questo, ad esempio, e fin da piccolo, mi sono sempre assicurato che non avrei MAI dato del tu a qualcuno in base alla nazionalitá/colore/status etc: quando lo faccio, é solo per venirgli incontro linguisticamente nel caso siano evidenti difficoltá di comprensione dell'italiano. (Do del lei anche quando faccio l'elemosina per dire... e spesso mi domando se non lo faccio, al contrario, "per prendere le distanze". Come vedi, non prendo sottogamba i miei potenziali bias)
Perché io cosí li chiamo: bias. tu chiami razzismo quello che molti (me compreso) considerano un bias naturale (e spesso non culturale): il bambino DEVE fidarsi dei genitori innanzitutto, poi dei fratelli e dei nonni, poi degli appartenenti alla propria famiglia, poi della propria tribú e della propria terra etc etc. Ne va della sopravvivenza.
E cosa, se non l'aspetto (forse per i cani sarebbe l'odore?) determina questa "vicinanza"? É quindi piú che normale "diffidare" del diverso, avere un "bias" per lo straniero, per l'altro. L'importante (nel mondo contemporaneo, multietnico, globale) é non farsi guidare da questi bias, si sono sviluppati per contesti diversi, sono obsoleti. Ma ce li ho, e non passeró la vita a chiedere scusa per questo. E, se permetti, considerando che "razzista" é la parola che si usa per il KKK, si potrebbe magari evitarla per "gli altri", anche solo per semplificare la discussione, che le sfumarure esistono e il mondo non é bianco e nero.
33 minuti fa, joramun ha scritto:Questo perchè quello che portava le cose sul personale ero io.
Diciamo che mi sarebbe piaciuto sentirti dire "si sei un razzista", e vedere cosa sarebbe successo dopo, oppure sentirti dire "no non lo sei" e allora proseguire le mie argomentazioni senza continue accuse.
Ma immaginavo che non avresti abboccato... c'ho provato, diciamo
EDIT: prima che mi accusi di aver usato l'esempio della pompa di benzina etc, la mia frase iniziale non era per dire "io sono meglio", ci mancherebbe, ma solo per anticipare quanto affermo dopo: al di lá dei bias, si possono prendere accorgimenti e questo dovrebbe bastare per non essere "razzisti".
Poi, siccome alle societá perfette non credo piú da tempo (e nessuno dovrebbe farlo), ci tocca vivere nella migliore che riusciamo a creare, c'é poco da fare, e 6mld di persone diverse hanno 6mld di idee su come questa deve essere. Se non si accetta questo, si puó buttare via il villaggio globale e tornare alle tribú...
1 ora fa, Manifredde ha scritto:u chiami razzismo quello che molti (me compreso) considerano un bias naturale (e spesso non culturale): il bambino DEVE fidarsi dei genitori innanzitutto, poi dei fratelli e dei nonni, poi degli appartenenti alla propria famiglia, poi della propria tribú e della propria terra etc etc. Ne va della sopravvivenza.
E cosa, se non l'aspetto (forse per i cani sarebbe l'odore?) determina questa "vicinanza"? É quindi piú che normale "diffidare" del diverso, avere un "bias" per lo straniero, per l'altro.
No. Sarebbe normale se fossimo, appunto, cani. Ma siccome cani non siamo, abbiamo il DOVERE di prendere consapevolezza di questi bias e di lavorare affinchè non offuschino il nostro giudizio e i nostri comportamenti verso il prossimo. Cosi come di prendere consapevolezza della posizione di privilegio in cui 500 anni di storia ci hanno posto relativamente agli altri popoli che abitano questo pianeta, e che nelle nostre società occidentali fanno della semplice fortuna di nascere "bianchi", una condizione di vantaggio.
Farsi venire un'ernia ogni volta che in una serie c'è un attore di colore di troppo o nel posto "sbagliato" lavora nella direzione esattamente opposta.
1 ora fa, Maya ha scritto:Secondo me però una cosa è essere razzisti, sessisti ecc., un'altra è avere comportamenti o atteggiamenti razzisti, sessisti ecc.. Un individuo razzista/sessista ha stabilmente comportamenti e opinioni razzisti/sessisti, non se ne fa alcun problema, non li riconosce come tali neppure quando viene fatto notare e in alcuni casi li reputa perfettamente conformi e adeguati. Nel momento in cui, invece, una persona riconosce il proprio atteggiamento come razzista/sessista, se ne pente, cerca di correggersi o di rimediare ecc. non penso sia più corretto usare l'etichetta di "razzista/sessista".
Ma sostanzialmente è quello che sostengo anche io, al netto delle forzature fatte per semplificare ed arrivare al nocciolo della questione.
19 ore fa, joramun ha scritto:Significa essere persone turpi, degne del più bieco disprezzo? NO, ASSOLUTAMENTE NO, nel momento in cui di questo elemento si ha consapevolezza e si attua una riflessione critica sui propri atteggiamenti. Si, se ce ne si sbatte la mazza e si pretende di negare tali evidenti dati storici e sociali per inalberarsi nella posizione di bianco offeso perchè adesso deve dividere con tutti gli altri quel gradino più alto su cui fino a poco tempo fa era da solo.
"Com'è umano lei"
15 minuti fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:
"Com'è
umanopopperiano lei"
Fixed.
Il 20/9/2022 at 18:01, osservatore dal nord ha scritto:L'eredità dell'impero britannico e come valutarla https://www.corriere.it/oriente-occidente-federico-rampini/22_settembre_20/funerali-ultimo-impero-gran-bretagna-cina-russia-f78a92ca-38c1-11ed-82bb-ebbcf266f7f2.shtml
Sul perché le grandi imprese americane appoggino molto le posizioni discusse qui, si può trovare qualcosa qui
E qui https://m.youtube.com/watch?v=Ug2W4g3o1l4
Video e articolo molto interessanti. Rampini è considerato un intellettuale controverso, specie sul tema del PC, ma che gli si sia ragione o torto (in parte o integralmente) non trovo dica cose banali.
L'attrice per il live action di Biancaneve e i sette nani ha origini colombiane. Sarà considerata abbastanza bianca, o ci sarà ancora polemica?
Giuro che se non fosse per questa discussione non verrei neanche a sapere di certe polemiche, reali o potenziali che siano.
Le uniche polemiche che ho visto vertono sul fatto che non è credibile come donna più bella della regina cattiva essendo quest'ultima interpretata da Gal Gadot ().
Ma magari è ancora presto...