Ci ritroviamo spesso a rilevare quanto a Martin piaccia slegarsi dall'anima pia quanto dall'anima totalmente dannata, proponendo semplicemente esseri umani. Proprio in virtù di ciò ed evitando al tempo stesso di negare quanto comunque anch'egli abbia fatto delle eccezioni in un unico senso (Walder Frey, The Mountain), mi piacerebbe constatare e analizzare le contraddizioni più grandi delle personalità da lui create e proposte. Quel tipo di contraddizione che permette all'uomo peggiore di avere una parte migliore e viceversa. Pertanto, cominciamo con quattro di loro.
Jon Snow:
Soggetto fedele al proprio onore e che, sulla base degli insegnamenti paterni, è riuscito comunque a creare una propria individualità e indipendenza mentale. Egli persegue il bene, ma nel farlo accetta di macchiarsi. Lo stesso soggetto che esita di uccidere Ygritte e di non assassinare un povero vecchio, non esita poi a ingannare e a minacciare una madre ed il destino del suo figlioletto affinché i piani in atto vadano a buon fine.
Tywin Lannister:
Non ha alcuna esitazione nell'ordinare l'esecuzione di bambini innocenti e compiere le atrocità peggiori affinché la sua Casata cresca in potere e soggezione esercitati, tuttavia tiene Tyrion con sé alla nascita, sia come Lannister che come atto d'amore verso la defunta moglie. Lo stesso sentimento che lo porterà poi ad inaridirsi nell'assenza della persona in questione e a non risposarsi, nonostante un ulteriore matrimonio sarebbe stato utile ad incrementare potere.
Jamie Lannister:
Getta senza problemi e senza alcuna esitazione un bambino innocente da una torre, dopo aver salvato altrettante migliaia di innocenti e di bambini negli anni precedenti. Assalta Ned Stark, uccide chiunque sul suo cammino, ma poi sceglie di salvare una donna a lui sconosciuta da uno stupro. Più di tutti è l'emblema del meccanismo insito nella natura dei soggetti Martiniani. Il più contraddittorio.
Tyrion Lannister:
Si erge a paladino della propria famiglia, ritenendosi implicitamente l'unico Lannister diverso e venendo proposto come tale. Si dissocia dai metodi della sorella, protegge Sansa, eppure poi fa assassinare un cantastorie solo perché l'aveva visto con Shae. Vuole salvare degli innocenti, ma poi assassina atrocemente altri uomini con l'altofuoco.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Che bel topic! Quando arriverai al Mastino, ne avrai, di materiale!
Butto solo lì due cose, giusto come premessa (il tuo post in proposito sarà molto più completo e profondo): Sandor mi ricorda sempre quella frase di (tenetevi forte)... Jessica Rabbit: "Io non sono cattiva: mi disegnano così". Ecco, a me il Mastino dà proprio questa idea: di un uomo a cui non è stato mai chiesto di scegliere chi o cosa essere; uno a cui gli altri -l'essere cresciuto all'ombra di un fratello pazzo furioso, lil contesto sociale in cui è nato, nonchè l'atrocità subita da bambino, che basta ed avanza per far finire all'istante un'infanzia e farti perdere fiducia nell'umanità per il resto dei tuoi giorni- hanno disegnato addosso il ruolo del "cane feroce", del sicario su commissione, dell'uomo senza pietà nè cuore.
Conosciamo bene il momento -per me bellissimo ed emozionante- in cui, nel bel mezzo di una battaglia in cui il fuoco, l'elemento che riapre il trauma del Mastino, è ovunque, improvvisamente Sandor decide di mandare al diavolo tutti, voltare le spalle a tutto quell'intreccio di storie che non gli appartengono e che sono la vita e la storia di altri, non sono la sua, e avviarsi verso qualcosa di nuovo, sconosciuto e tutto da inventare, ma che probabilmente gli somiglierà di più.
Ma qui volevo solo citare due momenti, pieni di inaspettata dolcezza, in cui si intravede per la prima volta qualcosa che si nasconde sotto il Mastino come gli altri l'hanno disegnato e costruito. Il primo, il modo di rapportarsi con Sansa. E' struggente quel suo chamarla"uccellino": nasce come beffa, "Tu sei solo un uccellino delle isole dell'estate ammaestrato a fare bei cinguettii ed essere carino", le dice, o qualcosa del genere, e poi man mano ritorna ma assumendo un significato via via diverso, fino a contenere un imbarazzato, nuovo (per lui) e maldestro affetto. Trovata, da parte di Martin, di grandissima delicatezza e finezza psicologica.
Il secondo, il "sequestro" di Arya. Fatto per denaro, per chiedere un riscatto; almeno ufficialmente se la porta dietro come n ostaggio, come porterebbe un sacco di patate o un carico da consegnare a qualcuno. Ma la sua reazione quando, arrivati dai Frey, si trovano di fronte al massacro, e lui, istintivamente, le dice di non guardare, cerca di proteggerla dal vedere l'orrore... anche questo è un momento stupendo.
Tanto più perchè non banale: ricordiamoci che entrambi i gesti provengono dallo stesso uomo che ha tradito e derubato senza pietà un poveraccio generoso e la sua bambina, che si erano fidati di lui e gli avevano offerto cibo ed ospitalità.
Questa è una delle grandezze di Martin: i personaggi non bianchi o neri ma grigi, o forse, meglio: con parti bianche e parti nere. E la possibilità di scegliere; perlomeno se riescono, prima, a scrollarsi di dosso il ruolo che altri hanno imposto loro. Che significa anche una grande celebrazione del libero arbitrio.
Ma infatti sentitevi liberi di riportare i soggetti e le contraddizioni che preferite, al di là dei 4. La mia era solo un'introduzione.
Sandor Clegane è esattamente il soggetto che nacque nel fuoco. Come il suo volto, egli ha una natura ambivalente. Gli stessi lati della sua faccia si contraddicono e sono l'emblema della sua lotta interiore.
Egli è nei fatti un rassegnato. Proprio come le ustioni segnano ed invadono il suo volto, nel medesimo modo la sua innocenza è stata violata. E in quell'innocenza egli ha provato un senso di smarrimento e impotenza. La stessa impotenza che ha finito per violarlo e assoggettarlo a terzi. Non è l'oro, non è il potere degli uomini ad aver ammaestrato il cane. E' il cinismo ad averlo fatto. Ed una volta che esso chiama, il Mastino risponde. Magari vorrebbe andare altrove, ma risponde e corre verso di esso nel modo più veloce possibile, anche per dimenticare. Dunque il nichilismo diventa per lui, attraverso l'autoconvinzione, l'unico modo per sopravvivere, prigioniero di una vita sbagliata, incomprensibile.
Le aggressioni verbali verso Sansa sono proprio dovute a questa filosofia. Ella rappresenta ciò che egli è già stato: una vittima innocente, priva del potere di difendersi o di fare altrimenti. Ed egli non vuole che le tocchi lo stesso destino, non vuole guardarsi allo specchio rivedendo sé stesso e il bambino marchiato atrocemente in quegli occhi circondati da capelli ramati. No, vuole istruirla alla brutalità della vita. Vuole assassinare le sue illusioni sul nascere, cercando di aprirle gli occhi alla sua stessa visione della vita. Ed ecco perché raccoglie tutti i comportamenti più sbagliati, tutta la brutalità possibile nel relazionarsi a lei. Vuole che attraverso sé stesso ella veda il mondo come lo vede lui. E cominci a odiarlo. E proprio in quell'odio vuole che Sansa trovi la forza necessaria a scoprirsi inviolabile e, finalmente, inarrivabile.
La stessa brutalità è per lui forza portante, deve sostenersi con quell'aggressività, affinché i suoi sentimenti più profondi vengano nascosti ed egli riesca nel compito di agire così verso di lei. Ma in vero quell'innocenza lo spiazza, lo sorprende, lo viola più di quanto lo abbia toccato il fuoco quel giorno.
Il Mastino è vittima dell'ambiente. Di un'esistenza cinica. Un maldestro risultato di vita. Eppure come tutti gli uomini fa conti con il male quanto con il bene. E attraverso il primo agisce per favorire il secondo.
Più di tutti è Shakespeariano. fa***lo i Ser e i titoli. C'è solo il tormento della vita. E le sue contraddizioni.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
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A questo post di JonSnow, se potessi, metterei non uno ma dieci like. Semplcemente stupendo. E alcuni passaggi -sull'innocenza violata, sul voler risparmiare a Sansa quello stesso destino nel solo modo a lui possibile, portandola già sull'altra sponda, quella del cinismo e dei sogni infranti- ... sarò strana io, ma mi hanno commossa.
E' vero: inizialmente appare irritato dall'ingenuità di Sansa, la tratta come una ragazzina sciocca e frivola. E come potrebbe fare altrimenti? Un uomo col passato del Mastino è una di quelle persone che una mia amica, in tutt'altro contesto, definiva "analfabeti affettivi", perchè non hanno avuto, nella loro formazione, la possibilità di sperimentare o comunicare l'affetto, o qualsiasi sentimento appartenga a qeulla sfera. Sansa entra in una crepa nella corazza che il Mastino -e la società- gli hanno incollato addosso, portandolo improvvisamente su un terrreno completamente sconosciuto per lui, su cui non si sa muovere; . Non ne conosce il linguaggio, non conosce altri modi di porsi se non questa apparente ruvida brutalità. Maquello che sa è che vede in lei se stesso bambino, prima della perdita dell'innocenza, prima che la vita, da sogno infantile, diventasse l'incubo di un adulto. E con la brutalità cerca di scuoterla, come si scrolla qualcuno perchè si svegli, perchè apra gli occhi da un sogno. Il Mastino che, non dimentichiamo, è stato massacrato, torturato e devastato per un giocattolo. E ora in Sansa vede il ciclo che sta per ripetersi, il nuovo agnello che sta per essere divorato dal mondo spietato e folle che già ha stritolato lui.
Da notare come tutto ciò collimi perfettamente con la contraddizione di fondo che Martin cela/mostra nei suoi figli di penna:
Sandor uccide un bambino innocente, Mycah, senza ripensamenti e con assoluta brutalità. Ma poco dopo comincia a proteggerne due, con il medesimo ardimento con cui agisce sul campo di battaglia o con una preda. Eppure per il primo non ha avuto il minimo dubbio, non si è fermato, non si è posto il problema dell'innocenza. Paradossalmente si è comportato da cane nel modo più letterale possibile. Mycah altro non era che una preda in fuga. E i mastini sono invitati a nozze nel rincorrerle, agguantarle e poi sbranarle. Ma il tormento ricomincia nel momento in cui si comporta da essere umano.
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« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
23 hours fa, Stella di Valyria dice:Questa è una delle grandezze di Martin: i personaggi non bianchi o neri ma grigi, o forse, meglio: con parti bianche e parti nere.
Come tutte le persone vere. Però il discorso vale solo per alcuni: Cersei è nera che più nera non si può, ad esempio.
Sandor comunque è grigio parecchio scuro. E' onesto, ma è anche una persona abbastanza orrenda.
Allo stesso modo ce ne sono anche di grigio chiarissimo.
Ned Stark: viene sempre associato all'onore alla rettitudine, eppure per quel che ne sappiamo ha messo su una menzogna che lo ha perseguitato per tutta la vita, ha costituito la macchia più grande sul suo onore e gli ha creato problemi nel rapporto con la moglie.
Tywin Lannister: compie ogni azione (orrenda) solo per elevare la propria casata, è quasi ossessionato dal futuro del suo lignaggio, ma non si accorge di quello che i suoi figli sono diventati, tanto che proprio loro saranno la causa prima della vanificazione di ogni suo sforzo.
Stannis Baratheon: per lui razionalità, caratura morale e rettitudine sopra ogni cosa, eppure non esita a seguire i consigli di una pseudo maga e compiere azioni discutibili pur di perseguire i suoi scopi. Lui è una delle incongruenze più grandi per me, tanto che non sono ancora riuscita a formulare un giudizio completo.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
22 hours fa, JonSnow; dice:il tormento ricomincia nel momento in cui si comporta da essere umano.
Già. Il tormento ricomincia nel momento in cui, nella sua corazza auto-difensiva di cinismo, obbedienza critica ed assenza di emozioni che si era costruito per proteggersi da un mondo orribile (e che tu hai descritto così bene) si apre una piccolissima crepa. Ed è il tormento di chi soffre perchè vede rinnovarsi la cosa orribile successa a lui e ritrova una sofferenza che credeva di essersi lasciata alle spalle, ma anche il tormento di chi si trova ad avere di nuovo una sensibilità, a provare pena per un'altra persona. E a lottare, dentro di sè, per scegliere, decidere tra le due nature che nasconde in sè -una delle quali credeva di aver soffocato per sempre, per diventare immune alla sofferenza- e, in sostanza, mettere in discussione ciò che è diventato e ciò che sta facendo della sua vita.
Ripeto, per sottolinearla, una cosa che ho già scritto ieri: il fatto che i personaggi di Martin non siano (quasi) mai monocromi, solo bianchi o solo neri, è anche la celebrazione somma del libero arbitrio. Perchè finchè hai in te una parte, anche minima, del "colore" (o della natura) opposta, fosse anche solo un puntino nero su un foglio bianco, o un puntino bianco su un foglio nero, puoi ancora scegliere cosa essere.
Almeno in teoria, perchè poi tutti sappiamo quanto sia difficile uscire da un binario tracciato, una volta che, su quello, si è preso velocità (vedi Tywin: ha amato tantissimo la moglie; ma poi si è spinto talmente lontano da quel tipo di sentimenti che, per esempio, un improvviso suo slancio di affetto verso Tyrion sarebbe stato sel tutto inverosimile, assurdo.). Infatti non per niente questi grandi cambiamenti in ASoiaf accadono eccome, ma dopo un evento fortemente traumatico (un'amputazione, una serie di torture, una perdita gravissima; o comuqnue qualcosa di talmente destabilizzante che ti toglie da sotto i piedi le fondamenta su cui avevi costruito te stesso, obbligandoti a re-inventarti ripartendo da zero. Ed è in quel momento che il puntino bianco sul foglio nero, di cui parlavo prima, può venir fuori, e può davvero fare la differenza).
E, se vogliamo, il Mastino con i suoi primi segni di crisi è forse l'unico personaggio che fa eccezione: come notava JonSnow nell'ennesimo port bellissimo, lui passa da solo dall'uccidere un ragazzino sconosciuto quasi tagliandolo in due con la spada a cercare di proteggere una ragazzina troppo candida ed ingenua finita, sola, in un mondo di belve. Lui trova da solo il puntino bianco sul foglio nero; dentro se stesso; e questo è perlomeno singolare.
Ma evidentemente la crisi covava in lui come un fuoco sotto la cenere, la corazza che si era costruito -essere crudele per immunizzarsi dalla crudeltà- non era spessa come credeva. E il suo trauma, quello che lo destabilizza, è una cosa minima, sottile, lieve come una foglia che cade: vedere Sansa e riconoscere, in lei, il bambino che, un giorno lontanissimo, aveva solo voluto giocare un po' con un bellissimo giocattolo non suo.
5 hours fa, Gedeont dice:
Come tutte le persone vere. Però il discorso vale solo per alcuni: Cersei è nera che più nera non si può, ad esempio.
Sandor comunque è grigio parecchio scuro. E' onesto, ma è anche una persona abbastanza orrenda.
Secondo me la Cersei dei libri è soprattutto un personaggio patetico.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Sì, è patetica, concordo. Ma la sua personalità è completamente priva di aspetti positivi, in questo senso l'ho definita "nera".
7 hours fa, Lyra Stark dice:Allo stesso modo ce ne sono anche di grigio chiarissimo.
Ned Stark: viene sempre associato all'onore alla rettitudine, eppure per quel che ne sappiamo ha messo su una menzogna che lo ha perseguitato per tutta la vita, ha costituito la macchia più grande sul suo onore e gli ha creato problemi nel rapporto con la moglie.
Tywin Lannister: compie ogni azione (orrenda) solo per elevare la propria casata, è quasi ossessionato dal futuro del suo lignaggio, ma non si accorge di quello che i suoi figli sono diventati, tanto che proprio loro saranno la causa prima della vanificazione di ogni suo sforzo.
Stannis Baratheon: per lui razionalità, caratura morale e rettitudine sopra ogni cosa, eppure non esita a seguire i consigli di una pseudo maga e compiere azioni discutibili pur di perseguire i suoi scopi. Lui è una delle incongruenze più grandi per me, tanto che non sono ancora riuscita a formulare un giudizio completo.
Ecco, Ned.
Eppure Ned non ha proprio macchie o ombre. Anche se vogliamo considerare discutibili le sue azioni per coprire il segreto in questione, lo scopo è comunque nobilissimo. Non c'è mai qualcosa che gli si possa imputare davvero. Forse è l'unico personaggio ''monocromatico'' di ASOIAF per quanto riguarda l'ala positiva, come lo sono Walder Frey e la Montagna per l'altro.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Dal nostro punto di vista si, eppure lui si sente in conflitto con sé stesso. E secondo me questo è il vero contrasto nel suo caso: che a noi appare nobilissimo anche e soprattutto per il suo comportamento nella questione Jon e Lyanna, mentre lui lo vive con senso di colpa e grandissimo conflitto.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Penso che ned (personaggio che amo tantissimo, tra l'altro) sia stato "creato" così anche per una funzione narrativa molto concreta: mettere subito in chiaro ai lettori che, nel mondo di Martin, i "buoni" e gli eroi possono morire. E' un aspetto su cui Martin ha insistito tantissimo, nelle interviste, ci tiene tantissimo e la considera una delle caratteristiche-chiave della sua opera; quindi niente di più facile che abbia creato un personaggio così anche (non solo, eh) per rendere chiaro quel messaggio nei libro.
Io credo che quello di Ned sia più un conflitto morale che una contraddizione nelle sue stesse azioni/intenzioni. Non è come il Mastino che uccide un ragazzino indifeso e poi ne difende due. O Jaime, che salva orde di bambini innocenti per poi gettarne uno da una torre senza pietà.
E' assolutamente lineare nel rimanere fedele a sé stesso senza la minima svolta. Anzi, la contraddizione vi sarebbe stata se Jon si fosse rivelato davvero un suo errore passato, rivelandosi realmente suo figlio. Avremmo avuto la prova che anche Ned è effettivamente caduto in un errore di valutazione umano e in una contraddizione tra la fedeltà e la lussuria con passione. Ma non c'è stato tutto ciò. Ned è a tutti gli effetti eleggibile alla canonizzazione e, ironicamente, per quanto monocromatico, egli non risulta comunque banale.
Un po' contraddittorio semmai è ciò che circonda Ned:
Trionfo su Arthur Dayne - Nota come la sua più grande vittoria - In realtà una sorta di macchia sul suo onore. Una sconfitta.
Jon Snow - Noto come la più grande macchia sul suo onore, una sconfitta - In realtà la sua più grande vittoria (morale e non).
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« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Esatto, nonostante la sua granitica positività, come personaggio tuttavia è anche lui circondato da contraddizioni.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi