11 hours fa, ziowalter1973 dice:Abbassare le tasse non è vietato.. Il cattivissimo fascistone donald trump ha abbassato le tasse e imprenditori e lavoratori usa stanno festeggiando..
Il paragone con gli Stati Uniti ha poco senso, perchè in quel paese si è ormai consolidato un modello di welfare di tipo anglosassone. Ed ha ancora meno senso nel momento in cui Trump, di questo modello, ne è la manifestazione più estrema ed ideologica; tra l'altro la sua manovra prevede di tagliare l'aliquota fiscale per le aziende dal 35% al 20%, e di abbassare l'aliquota massima per le fasce ad alto reddito dall'attuale 39.6% al 35% (più o meno quello che ha proposto Berlusconi ieri), quindi vorrei proprio sapere quali sarebbero questi lavoratori che stanno "festeggiando" per un abbassamento delle tasse ai più ricchi.
Aggiungo a quanto esposto da joramun nel post precedente che la classe imprenditoriale americana non è quella italiana.
L'efficacia di un'azione politica - e per inciso non approvo le mosse di Trump - dipende in modo pesante dal contesto in cui è calata.
Funziona così: donald abbassa le tasse alle imprese, le imprese assumono e il nuovi lavoratori sono felici. La classe imprenditoriale italiana esiste e ha i suoi alti e bassi ma se ogni impresa viene ostacolata l' economia non decolla.
5 minutes fa, ziowalter1973 dice:Funziona così: donald abbassa le tasse alle imprese, le imprese assumono e il nuovi lavoratori sono felici.
Ma è certificata dai fatti questa felicità dei lavoratori, oppure è una tua ottimistica deduzione? Perchè a me non risulta da nessuna parte questo assioma che, se le tassi di meno, le aziende assumono gente. Senza contare che, ripeto, la riduzione delle tasse non riguarda i ceti meno abbienti ma le aziende e le fasce di reddito più alti, e bisogna poi vedere dove si vanno a rimediare (leggi "cosa si taglia") i soldi.
Tra l'altro in un contesto in cui gli Stati Uniti sono già in una fase di forte crescita, e gli indicatori dell'occupazione erano tornati a salire ben prima dell'elezione di Trump.
La felicità dei neo lavoratori è data dal fatto di avere un lavoro e magari poter accedere ad un' assicurazione sanitaria. Le aziende assumono se possono a meno che non siano di quelle completamente automatizzate. Se gli usa fossero stati in ripresa prima dell' arrivo di trump bisognerebbe capire perchè non abbiano votato la clinton molto più affine ad un obama uscente.
E' sempre un parlare delle stesse cose.
L'infelicità e l'insoddisfazione degli italiani deriva da una sola cosa. Siamo con le pezze ar c**o. Girano (relativamente) pochi soldi. Negli altri posti si sta sempre meglio e da noi si sta sempre peggio, o comunque si vivacchia. Non che moriamo certamente di fame, anzi, il tenore di vita resta sempre ottimo (e più allarghiamo l'orizzonte temporale, più ci sarebbe da stappare champagne), ma ci stanno superando a destra e manca. Arranchiamo.Ci rode.
Tale percezione corrisponde a un problema reale, concreto? Sì.
Le ragioni concrete sono due: siamo un paese ingolfato da tasse e burocrazia. Questi sono i mali principali. Ce ne sarebbero altre ma sono praticamente irrilevanti.
La soluzione sarebbe doppia, semplice, anche un bambino scemo la vede (e infatti le proposte che vengono fatte sono sempre riconducibili a quanto segue).
1) Burocrazia e tasse sono il MALE: male necessario ma da limitare quanto più possibile. Ergo la soluzione togliere tasse e tagliare la burocrazia. Via, taglio netto, alla trump, alle conseguenze pensiamo dopo, in stile nodo gordiano.
2) Burocrazia e tasse possono essere anche il BENE, ma devono essere rese efficienti, razionali. Quindi rendiamo burocrazia e sistema tributario efficiente con riforme serie.
Peccato però che nessuna delle due soluzioni sia praticabile.
La prima perché, se saltano le tasse, salta il welfare monster, che per quanto inefficiente è onnipresente nella nostra vita, e se finiscono pure per strada un paio di milioni di inutili dipendenti pubblici (o una delle due cose), scoppia la rivoluzione. E nessuno vuole le rivoluzione. Ridurre il debito pubblico è una barzelletta, il primo che riduce seriamente il debito pubblico lo dovrà fare nascosto in un bunker difeso da supersoldati che sparano alzo zero sulla folla inferocita.
La seconda perché ci vorrebbe una riforma di ampio respiro, scritta da gente seria, competente, e dotata di strumenti tecnico-legislativi adatti per poterla attuare. In altre parole, ci vorrebbe un chirurgo armato di strumenti di precisione. Invece abbiamo dei cuochi armati di cacciavite. Anche se il cuoco si rivelasse contropronostico un genio della medicina, sarebbe comunque inutile, perché il sistema di leggi e regolamenti è arrivato un tale livello di degenerazione che non se ne viene fuori. Datemi un bisturi. Ecco un cacciavite arrugginito. E anche ammettendo che il sistema di leggi e regolamenti possa essere in qualche modo usato a fin di bene, è pur sempre un cuoco quello che sta operando, e quindi probabilmente farà un macello. In altri termini, non abbiamo la classe dirigente adatta, né gli strumenti idonei.
Quindi ecco la terza soluzione.
Siamo un vicolo cieco. E' impossibile uscirne con i mezzi ordinari. Il sistema è fallato. E' come cercare di risolvere un solitario senza una carta.
La scelta si riduce quindi a due prospettive.
Votare un partito che ci accompagni in un garbato declino fino all'inevitabile implosione (PD o Silvio&C.)
Votare un partito che acceleri il declino e con le sue idee folli ci conduca a passi da gigante alla suddetta implosione (M5S o Lega).
De gustibus.
Ma alla fin fine l'orizzonte degli eventi è uno, ed è inevitabile: l'implosione.
Se la salvezza arriverà (e potrebbe arrivare, eh) non sarà certo farina del sacco di Di Maio, Renzi o Salvini, ma sarà riconducibile a strane congiunzioni astrali in campo internazionale e tecnologico, campi sui quali non abbiamo il ben che minimo controllo.
Quindi il 4 marzo sarà una data, a tutti gli effetti, totalmente irrilevante.
%d/%m/%Y %i:%s, Ser Balon Swann dice:E' sempre un parlare delle stesse cose.
L'infelicità e l'insoddisfazione degli italiani deriva da una sola cosa. Siamo con le pezze ar c**o. Girano (relativamente) pochi soldi. Negli altri posti si sta sempre meglio e da noi si sta sempre peggio, o comunque si vivacchia. Non che moriamo certamente di fame, anzi, il tenore di vita resta sempre ottimo (e più allarghiamo l'orizzonte temporale, più ci sarebbe da stappare champagne), ma ci stanno superando a destra e manca. Arranchiamo.Ci rode.
Tale percezione corrisponde a un problema reale, concreto? Sì.
Le ragioni concrete sono due: siamo un paese ingolfato da tasse e burocrazia. Questi sono i mali principali.
Io invece credo che i 2 grandi mali che rovinano il paese e impediscono di mettere il turbo siano l'evasione fiscale e la corruzione. Senza questi, o con una politica seria di contrasto, per lo meno la questione tasse sarebbe molto ridimensionata. Quanto alla burocrazia, sono d'accordo che andrebbe snellita.
Ma ovviamente nella propaganda elettorale questo tipo di tematiche non può essere gridata troppo forte ahimè.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
I mali del paese sono le politiche anti imprese, una magistratura che fa come gli pare e piace con le aziende e i vari dirigenti, tasse, tasse e ancora tasse. Una buona parte degli italiani sogna di trasformare i dipendenti privati in pubblici o di aumentare questi ultimi ma nessuno che spieghi dove si vadano a prendere i soldi. La spesa pubblica negli ultimi anni ha visto parecchi commissari alla spending review ma nessuna azione è stata compiuta dopo aver consegnato le relazioni.
%d/%m/%Y %i:%s, Lyra Stark dice:Io invece credo che i 2 grandi mali che rovinano il paese e impediscono di mettere il turbo siano l'evasione fiscale e la corruzione. Senza questi, o con una politica seria di contrasto, per lo meno la questione tasse sarebbe molto ridimensionata. Quanto alla burocrazia, sono d'accordo che andrebbe snellita.
Le cose non sono in contrasto: tasse, corruzione, evasione e burocrazia sono tutti problemi enormi, e intrecciati fra loro.
@Ser Balon Swann la questione non è chi dovrebbe apportare cambiamenti e riforme, è come. Le resistenze sono fortissime, chiunque volesse operare una qualsiasi modifica sostanziale si troverebbe davanti un muro che renderebbe impossibile qualunque azione. Secondo me è questo il più grosso problema del nostro paese, siamo tutti bravissimi a invocare cambiamenti ma per gli altri perché nessuno vuole rinunciare ai propri privilegi, grandi o piccoli che siano. Le varie categorie che vengono ciclicamente incolpate (magistrati, politici, immigrati, la Boldrini) sono solo comodi capri espiatori.
E' passato qualche annetto da quando Giolitti diceva che governare gli italiani non è difficile, è inutile ma la situazione è sempre la stessa.
Quoto e sottoscrivo! Hai proprio centrato il punto.
Per quanto riguarda il mio intervento poco sopra io credo che le tasse siano così alte a causa dell'evasione perciò è questa più problematica che non le tasse in sè.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Io invece credo che i 2 grandi mali che rovinano il paese e impediscono di mettere il turbo siano l'evasione fiscale e la corruzione. Senza questi, o con una politica seria di contrasto, per lo meno la questione tasse sarebbe molto ridimensionata. Quanto alla burocrazia, sono d'accordo che andrebbe snellita.
Ma ovviamente nella propaganda elettorale questo tipo di tematiche non può essere gridata troppo forte ahimè.
l'evasione fiscale sicuramente, ma è appunto una delle conseguenza di un sistema tributario assurdo (esosissimo, iniquo e allo stesso tempo lassista, dissipatore pieno di buchi e scappatoie per i furbetti. Una schifezza inenarrabile)
la corruzione è spesso conseguenza della volontà di aggirare le regole tributarie o il sistema di controlli/adempimenti ecc. (imposti appunto da un sistema burocratico e regolamentare assolutamente folle).
Come diceva Gedeont, fanno tutte parte dello stesso, malefico intreccio.
Una lotta contro questi due fenomeni (anche inasprendo le pene e dando pieni poteri a una task force di magistrati esaltati come Davigo) sarebbe parzialmente inutile, se non si vanno a risolvere i problemi da cui nascono.
Oltre a scatenare la rivoluzione anche qui, se ci mettiamo a segare le gambe a tutti i professionisti che evadicchiano e alle pubbliche amministrazioni che fanno cose sottobanco bisogna essere pronti a una reazione devastante, a una perdita di consenso enorme.
E nessun partito ora come ora ha le spalle abbastanza larghe e le palle abbastanza grosse per fare una cosa del genere. Neanche lontanamente.
18 hours fa, Ser Balon Swann dice:1) Burocrazia e tasse sono il MALE: male necessario ma da limitare quanto più possibile. Ergo la soluzione togliere tasse e tagliare la burocrazia. Via, taglio netto, alla trump, alle conseguenze pensiamo dopo, in stile nodo gordiano.
Non concordo. Il problema è che le tasse non si trasformano in servizi di qualità per il cittadino. Altri paesi hanno tassazioni paragonabili a quella italiana, ma da quel gettito fiscale tirano fuori università gratuite e di eccellenza, sanità gratuita e di eccellenza, welfare solidale, bonus familiari, infrastrutture, eccetera. Noi paghiamo ma ci torna indietro poco o nulla.
Dire che il nostro sistema fiscale sia da riformare è sacrosanto, ma costituisce il punto di partenza. "Riformarlo come" è il grande tema in ballo.
La sanità da noi è ancora a livelli altissimi, nonostante tutto. Non è poco o nulla, anzi è moltissimo, è solo che ci siamo abituati. Istruzione, a tutti i livelli, e infrastrutture sono invece delle note molto dolenti.
CitaNon concordo. Il problema è che le tasse non si trasformano in servizi di qualità per il cittadino. Altri paesi hanno tassazioni paragonabili a quella italiana, ma da quel gettito fiscale tirano fuori università gratuite e di eccellenza, sanità gratuita e di eccellenza, welfare solidale, bonus familiari, infrastrutture, eccetera. Noi paghiamo ma ci torna indietro poco o nulla.
Dire che il nostro sistema fiscale sia da riformare è sacrosanto, ma costituisce il punto di partenza. "Riformarlo come" è il grande tema in ballo.
neanch'io, sei dell'opzione 2, come il 50% degli italiani.
Ma la cosa bella è che irriformabile. Perché non è un problema superficiale. E' un problema strutturale dello Stato italiano. Tutto nel nostro sistema contribuisce a rendere assurdamente inefficiente il nostro sistema di tassazione. Leggi, burocrazia monster, sistema di welfare affetto da gigantismo, governi traballanti, processi lenti e scappatoie, sprechi, corruzione.
Lo stato italiano è esattamente come un jenga all'ultimo stadio.
Se tocchi un tassello portante (ovvero: mi spari una riforma strutturale di quelle pesanti), crolla tutta la baracca, in un effetto a cascata.
Ci vorrebbe un mago del jenga (e non ce ne sono all'orizzonte), con alle spalle un partito abbastanza solido, compatto e lungimirante (e non ce ne sono all'orizzonte) pronto a prendersi le responsabilità se per caso la scelta è sbagliata - o non ha effetti positivi immediati - (e chi glielo fa fare).
Questo la sanno tutti ai massimi livelli.
Quindi nessuno tocca nessun tassello. Proclamano di farlo, certo, ma invece si limitano a muoverlo di qualche centimetro, ritirando la mano impauriti alla minima vibrazione.
Ma è proprio evidente.
Provate a fare l'esperimento mentale di un governo che inizia a fare riforme strutturali e sul lungo termine (anche sagge e ben scritte) su tassazione, burocrazia e welfare. Iniziano a farsi sentire i primi effetti.
Provate a pensare cosa succede in quel partito. In parlamento. Sulla normativa. Nelle piazze, su internet e nei giornali. Nei sindacati. Negli uffici pubblici. Pensate a tutte le connessioni che ci sono. I malcontenti, il problema del consenso, i vari poteri che si opporrebbero, le leve che si possono usare per depotenziare la riforma.
Non se ne esce.
A questo bisogna aggiungere quelle formazioni politiche che sfrutterebbero l'inevitabile malcontento generato da simili riforme per soffiare sul fuoco con il solo scopo di acquisire consenso.