Finito di leggere ieri sera.. è stato bellissimo potersi tuffare di nuovo, dopo tanti anni, nella narrazione martiniana.. personalmente mi sono piaciuti moltissimo quasi tutti i capitoli, soprattutto quelli di Tyrion lungo la Rhoyne che hanno riempito un bel buco nell'ambiente di Essos con tutte le notizie e le descrizioni, stupendi davvero.. e poi, finalmente delle cartine complete! Era da quando ho iniziato a leggere Erikson che non facevo così tanto la spola tra le pagine che leggevo e le cartine all'inizio del libro!
Capitoli di Dany un pò sottotono, spero si animino nei 2/3 di libro mancanti..
Due sentimenti principali:
tristezza, immaginando i lunghi mesi aspettando di poter leggere le altre due parti di ADwD (per non parlare degli anni per leggere TWoW :| )
odio profondo per la Mondadori
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Già da un pò di tempo ho finito di leggere il libro. Mi sono piaciuti i capitoli del libro e mi ha sorpreso l'arrivo di un nuovo personaggio, Aegon. Poi non so se credere se sia veramente lui, lo si scoprirà nei prossimi libri. Poi mi hanno colpito anche i capitoli di Tyrion; di Daenerys di come ha cercato di governare Mereen, anche Jon Snow, Bran e Reek/Theon.
E adesso si deve aspettare altri due libri di "a dance with dragons". Non mi piace la scelta della mondatori che ha diviso il libro in tre, lasciandoci, per esempio in sospeso del destino di Davos, che già si era sentito nello scorso libro.
A me ha dato un po fastidio il suo nuovo modo di contare, two-and-twenty, invece di 22. Come é stato tradotto in italiano?
Questo mi pare che ci fosse già...almeno per le età dei personaggi. Mi ricordo un five-and-thirty (possibile che partisse addirittura nel primo libro, per Ned, alcuni xxx-and-forty, il 23 di Dondarrion credo, e anche qualcosa quando si parla di soldi.
Comunque, ci si abitua: non è niente rispetto alle migliaia contate come centinaia-per-decine quando parla di fanti e cavalleria ;)
Piccola premessa: sono un lettore relativamente nuovo, ho cominciato a leggere la saga ad inizio estate dopo essere rimasto abbagliato dalla serie televisiva, ma ho letteralmente divorato tutto quello che sono riuscito a trovare che la riguardi (tra l`altro, non le ho trovate io o davvero non ci sono discussioni sui comic book di Dunk&Egg? Io li ho trovati piuttosto appassionanti!). Leggendo un pò di forum in giro ho però capito piuttosto bene una cosa: Daenerys è un pò il pomo (o uno dei pomi) della discordia fra i fan, che tendenzialmente si dividono fra chi la ama e chi non la può vedere neppure in cartolina e trova detestabile qualsiasi cosa la riguardi, faccia, dica, pensi o provi. Questi due estremi mi pare raggiungano quasi il fanatismo, in certi punti. Ora farò coming out, dichiarando il mio amore per Dany, dovuto proprio al modo in cui Martin ha costruito il personaggio, descrivendone la crescita, il "risvegliarsi del drago", e la sua implacabile e quasi maniacale determinazione, intrecciata però al suo essere una ragazza attraversata da pulsioni e visioni adolescenziali e infiammata da fuoco Targaryen nelle vene. Detto ciò, ammetto di essere di parte, e di aver amato i suoi capitoli anche in questo libro, pur essendo più lenti e intrisi di manovre e ragioni politiche rispetto al solito. Allo stesso modo dubito che i detrattori del personaggio possano avervi visto le cose che ho visto io, o che ho provato. In effetti penso sia questione di empatia che si prova col personaggio. Con Dany l`ho sempre provata, ho vissuto con lei la passione con Drogo, il dolore per le perdite, la voglia di rinascere, le tensioni per il futuro incerto, i dubbi e lo struggimento per la contrapposizione fra gli sforzi per ottenere gli scopi che le fanno da faro e le danno la forza di proseguire nel suo viaggio (inteso nel senso di "quest")e il voler rimanere fedele a se stessa e al proprio dirompente desiderio di libertà e giustizia. Quindi ho sentito sulla pelle l`esacerbarsi di queste tensioni nel suo ruolo di regina, l`orrore e il senso di colpa per i draghi, ho patito con lei il peso delle morti fra i liberti, ho pianto con lei mentre abbraccia Missandei scossa dai singhiozzi per il fratello, sentito il risvegliarsi della passione insita nella sua natura, la disperazione di una situazione senza via d`uscita, a meno di non ignorare un senso di responsabilità troppo grande per le sue spalle. Però non dubito che chi non abbia mai empatizzato con Dany non abbia trovato in questi stessi capitoli niente che lo emozionasse altrettanto, e che quindi non possa apprezzarli, perchè in effetti nell`economia generale apportano poco o niente alla trama, che non potesse essere semplificato come "nel frattempo, Meereen è sempre più nella ca**a". Io però me li sono goduti :)
Ritengo però che, come ho già letto in alcuni thread del forum, i capitoli di Daeneris e Jon acquistino rilievo, sia da soli sia in parallelo, dal punto di vista di uno dei macrotemi che attraversano tutta la saga, ovvero il potere, il suo significato, la sua gestione dopo averlo ottenuto, il modo di viverlo e concepirlo. E penso di essere stato aiutato dal fatto di aver letto appena un mese prima "A feast of crow", o meglio le sue controparti italiane, nel cogliere in pieno il parallelismo con il regno di Cersei, che mi sembra sia stato rilevato anche da altri utenti del forum. Soprattutto i capitoli delle due regine mi sono sembrati i riflessi distorti gli uni degli altri, in maniera così lampante da spingermi a pensare fermamente che la "regina più giovane e più bella" della profezia di Maggie la Rana non possa che essere Daenerys, nonostante la nostra cara Lannister abbia fatto il possibile per perdere tutto ben prima che Dany potesse metterci mano :)
La contrapposizione fra una modalità di regnare in cui il potere viene percepito come diritto e strumento per affermare e mettere se stessi al centro di ogni cosa, senza freni nel disporre e giocare con le vite di chiunque pur di affermare il proprio dominio, e un`altra in cui ci si trova a vivere nella tensione fra le ragioni di stato e la fedeltà a se stessi, in tutte le varie sfaccettature che Martin descrive e mette abilmente in gioco, riesce a far percepire sia la differenza sia il parallelo fra le due regine, entrambe impulsive e orgogliose, e a mostrare chiaramente cosa possiede Daenerys e, invece, manca totalmente a Cersei: la capacità di empatizzare con le persone di cui sono le regnanti, di non perdere mai di vista nè loro nè il senso di responsabilità che il dominarle comporta, al di là del diritto di disporre di loro. Questo ha un costo, come mettono in luce sia Dany sia, a suo modo, Jon, ovvero di rendere le cose estremamente più difficili e complesse, e di tormentarli con l`assenza di risposte e soluzioni semplici, che invece a Cersei non sembrano mancare. Abbiamo però visto chiaramente come la mancanza di lungimiranza di tali "soluzioni semplici" l`abbiano condotta verso una rapida rovina. Sono curioso di vedere come si evolverà la situazione di Jon e Dany in questo senso, anche se, conoscendo un pò Martin, dubito che la differente sensibilità dei nostri regnanti adolescenti porti ad un loro radioso futuro. Forse, però, ad un maggiore senso di se stessi e a nuove capacità nell`affrontare le difficoltà a venire. Una cosa in comune a tutti e tre, anche se con modalità profondamente diverse, all`isolamento a cui porta il potere, e alla necessità avvertita di allontanare le persone più vicine, e che possono mettere a repentaglio il proprio ruolo di "persona di potere", perchè fanno parte della persona vera e animata da sentimenti sotto la corona. Con un riflesso sulla "repressione" anche della propria parte più istintiva, a volte espressa fisicamente (la reclusione dei draghi, il progressivo distacco di Jon dalla sua simbiosi con Spettro). Decisioni che, credo, avranno le loro conseguenze negative.
Molto interessante anche Tyrion, sul quale condivido le riflessioni di chi vi vedono una caratterizzazione più complessa del personaggio. E ho anche la sensazione che la "deriva zombie" possa non essere tanto una deriva, quanto un ampiamento del quadro. Infatti mi sono chiesto quale relazione esista fra morbo grigio, erba fantasma di Asshai e Non-morti generati dagli Estranei, dato che mi sembra di percepire un quadro dietro a tutte queste possibili manifestazioni della medesima forza. Forse aprirò un thread specifico su questa cosa, potrebbe essere interessante, che dite?
Ok, stacco il megapezzone :) Byez!
Anche io l'ho finito ieri... molte idee buone, ma "arronzate" come dicono dalle mie parti... Ottima l'idea di Aegon, ma concordo, gestita malissimo e presentata peggio. Dany sembra un incrocio tra Cappuccetto Rosso e Moana Pozzi, diversissima dal personaggio sofferto dei libri precedenti. Tyrion anche sembra diverso. Jon è l'unico personaggio passabile, forse si salva anche Theon...
Mi chiedo: non è che l'impegno per la serie TV ha fatto abbassare un pò la guardia allo zio sui libri?
:DDany sembra un incrocio tra Cappuccetto Rosso e Moana Pozzi
No, credo semplicemente dipenda dal fatto che ha voluto fare due libri sui quali mancava una visione organica. I primi tre erano ben pensati e studiati. Questi due... raffazzonati e tirati inutilmente per le lunghe.
No, credo semplicemente dipenda dal fatto che ha voluto fare due libri sui quali mancava una visione organica. I primi tre erano ben pensati e studiati. Questi due... raffazzonati e tirati inutilmente per le lunghe.
infatti sta alllungato un bel pò la storia. Speriamo che si velocizzi adesso, ci ha già messo tanti anni per scrivere solo 5 libri.
a me, che pure ho apprezzato questo libro (in realtà ADWD nella sua interezza, non solo la sua prima parte) sta venendo il leggerissimo sospetto che lo zio si sia un pochino stancato della sua 'creatura'. come se gli fosse venuta un po a noia, diventando più un dovere (di completare la storia) che un piacere (nel scriverla). un mero esercizio di stile più che la passione della narrazione.
Il problema è esattamente questo. Ma è un'impressione solo mia o i personaggi sono "scaduti"? Altro che le figure tragiche a tutto tondo dei primi libri, qui sembrano recitare diligentemente una parte. Stannis non si riconosce più, e così Tyrion e Daeneris. Quelli che conoscevo io erano... veri.a me, che pure ho apprezzato questo libro (in realtà ADWD nella sua interezza, non solo la sua prima parte) sta venendo il leggerissimo sospetto che lo zio si sia un pochino stancato della sua 'creatura'. come se gli fosse venuta un po a noia, diventando più un dovere (di completare la storia) che un piacere (nel scriverla). un mero esercizio di stile più che la passione della narrazione.
E poi... scusate ragazzi ma vogliamo parlare di Piccoli targaryen crescono?
A me piacciono molto i colpi di scena, ma li devi preparare, non puoi presentare di punto in bianco Satomi dei Beehive che ti dice "Amici, concittadini, romani, gente di inaudita viulenza e sprupusitata ferocia, veniamo con questa mia addirvi che diversamente da quanto precedentemente comunicato i fratelli Targaryen (che siamo noi) sono ancora vivi...". Anziché perdere tempo in inutili lungaggini, peraltro francamente abbastanza noiosette (qualcuno ha capito che sta facendo Bran?...), forse valeva la pena di impegnarsi un pò di più per presentare questo nuovo personaggio, farlo scoprire a poco a poco prima del colpo di scena anziché imporlo "dall'alto". Non so se riesco a spiegare quello che voglio dire.
Nel corso degll'ultimo decennio la notorietá delle Cronache é aumentata a dismisura. La mia impressione é che giochi vari, repliche, miniature e altri gadget, e soprattutto la crescita esponenziale del suo fandom/delle loro aspettative, ampliate dalla sempre maggiore importanza di internet, abbiano un po soffocato e stufato Martin. Insomma, immaginatevi di occuparvi delle cronache per otto ore al giorno, sapendo che di nuovo non avete raggiunto la meta che vi siete prefissati, anzi, avete realizzato che di lavoro da svolgere ce n'é più del giorno prima. In più secondo me Martin é una persona che non riesce a delegare. Buona cosa per quanto riguarda la qualitá e la supervisione dei suoi prodotti, non tanto buona cosa per il suo carico di lavoro e fattore stress emotivo.
Che cerchi di evadere dal diktat impostogli dalle cronache, lo si nota dall'accanimento con cui segue i suoi vari progetti paralleli dalle Wild Cards, alle antologie varie. Ma anche questo é un circolo vizioso, perché il tempo che dedica a questi progetti, gli viene a mancare da dedicare alle cronache, il che peggiora la sua situazione sul fronte cronache, il che a sua volta aumenta la sua tendenza a tuffarsi in progetti paralleli.
Insomma, io credo che lo zio Martin sia stufo delle cornache. E lo si nota in Dance (che a me comunque é piaciuto). ;)
C'é anche da dire, che secondo me la serie TV, e come é stata accolta ha rinvigorito in Martin la voglia di cronache, e questo mi fa sperare bene per il futuro. :D
Alla fine il vero banco di test sarà il prossimo libro. Questo qui è uscito come me lo aspettavo dopo aver letto AFFC (forse pure peggio considerate le carrambate e gli zombipiccioni). La parziale giustificazione che ho dato è che è dipeso dall'esser frutto di un riarrangiamento inizialmente non pensato.
Con il prossimo libro dovremmo invece tornare nei piani originali, e potremo finalmente vedere se la resa sarà quella di un tempo, o effettivamente è inutile aspettarsi di più.
Nel corso degll'ultimo decennio la notorietá delle Cronache é aumentata a dismisura. La mia impressione é che giochi vari, repliche, miniature e altri gadget, e soprattutto la crescita esponenziale del suo fandom/delle loro aspettative, ampliate dalla sempre maggiore importanza di internet, abbiano un po soffocato e stufato Martin. Insomma, immaginatevi di occuparvi delle cronache per otto ore al giorno, sapendo che di nuovo non avete raggiunto la meta che vi siete prefissati, anzi, avete realizzato che di lavoro da svolgere ce n'é più del giorno prima. In più secondo me Martin é una persona che non riesce a delegare. Buona cosa per quanto riguarda la qualitá e la supervisione dei suoi prodotti, non tanto buona cosa per il suo carico di lavoro e fattore stress emotivo.
Che cerchi di evadere dal diktat impostogli dalle cronache, lo si nota dall'accanimento con cui segue i suoi vari progetti paralleli dalle Wild Cards, alle antologie varie. Ma anche questo é un circolo vizioso, perché il tempo che dedica a questi progetti, gli viene a mancare da dedicare alle cronache, il che peggiora la sua situazione sul fronte cronache, il che a sua volta aumenta la sua tendenza a tuffarsi in progetti paralleli.
Insomma, io credo che lo zio Martin sia stufo delle cornache. E lo si nota in Dance (che a me comunque é piaciuto). ;)
C'é anche da dire, che secondo me la serie TV, e come é stata accolta ha rinvigorito in Martin la voglia di cronache, e questo mi fa sperare bene per il futuro. :D
Mi sento di quotare il tuo discorso, ho avuto anche io queste impressioni; però sinceramente non la capisco bene come cosa. Cioè finire le Cronache dovrebbe essere per lui l'unica cosa da fare, non solo come lavoro, ma proprio come possibilità per entrare per sempre nella storia della letteratura fantasy, non so se al fianco di Tolkien, ma se non al fianco poco sotto.
La grossa attesa dei fan dovrebbe essere la sua forza, scrivere e ricevere apprezzamenti o gioia in cambio dai lettori deve essere a quei livelli una cosa stupenda, una vera e propria "droga"; per dire: io mi sentivo al settimo cielo un giorno che un ragazzo che conoscevo pochissimo mi ha fatto i complimenti per un racconto che ho scritto (:D), immagino cosa possa voler dire questa sensazione moltiplicata per 1 milione o 1 miliardo. :)
Chiaro che non sono al suo posto e non capisco quindi le dinamiche e la dimensione della cosa, le aspettative e il relativo stress che ti arriva, però non capisco nemmeno come si possa entrare in questo sistema...cioè gli passa la voglia proprio nel momento in cui scrivere per lui non è più un lavoro per vivere, ma è il sistema per entrare nella leggenda; boh mi sembra un po' un controsenso, dovrebbe essere proprio il contrario, dato che ora è libero dagli obblighi di guadagno.
C'è da considerare sicuramente anche la dimensione enorme della storia, che forse gli è sfuggita di mano, soprattutto per scelte difficili come quella che ha portato alla creazione di AFFC e di ADWD; però può capitare di rischiare in un'impresa del genere, e magari di fallire, l'importante è non perdere di vista l'obbiettivo finale.
Spero che ora, superata questa divisione degli eventi data dai due libri, possa riprendere in mano tutte insieme le varie dinamiche ed andare dritto a testa bassa, magari spinto anche dal successo della serie tv.
Poi tutte le altre iniziative è giusto che le porti avanti, ci mancherebbe altro, una mente creativa come la sua non può restare "relegata" solo sulle Cronache (sebbene siano un mondo così vasto che se volesse potrebbe anche scrivere altri 10 libri, magari sul passato di Westeros, sull'arrivo dei Targaryen o su altro, SBAV :D), però forse dovrebbe gestire meglio il suo tempo, le sue priorità. I primi tre libri, i più belli, li ha scritti a 2 anni di distanza l'uno dall'altro, i due dopo uno a 5 anni e l'altro a 6. Sei anni per scrivere un libro è sicuramente troppo tempo, anche se è lungo e anche se ha trovato delle difficoltà; vuol dire che forse non gli ha dedicato il tempo che poteva dedicargli.
Scusate la lungaggine, ma questo argomento mi sta particolarmente a cuore, se mai dovessi avere la possibilità di parlare con Martin, fra mille domande possibili gli chiederei proprio questa cosa qui, in modo da capire cosa gli succede, come lo affronta da quando si alza la mattina a quando va a letto la sera e quanto sia difficile per lui vivere in questa situazione. :)
Ma tu quale intendi, quello di Martin non ancora uscito o la seconda parte della traduzione italiana?Alla fine il vero banco di test sarà il prossimo libro. Questo qui è uscito come me lo aspettavo dopo aver letto AFFC (forse pure peggio considerate le carrambate e gli zombipiccioni). La parziale giustificazione che ho dato è che è dipeso dall'esser frutto di un riarrangiamento inizialmente non pensato.
Con il prossimo libro dovremmo invece tornare nei piani originali, e potremo finalmente vedere se la resa sarà quella di un tempo, o effettivamente è inutile aspettarsi di più.