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La politica e le nuove tecnologie
di Joramun
creato il 16 gennaio 2010

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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 24 gennaio 2010 0:23

non si tratta di legalizzare la criminalità, e nemmeno eliminarla.

si tratta di mantenere il conflitto perenne tra criminalità e reazione alla criminalità.

 

se domani sparissero tutti i criminali, la nostra economia subirebbe un tracollo senza pari.

così come se venisse pienamente legalizzata.

 

Ma non è vero, dai! <img alt=" /> Se sparissero tutti i criminali si starebbe meglio, no? Mi sembra così ovvio...

 

Certo, magari ci sarebbe da ristrutturare un po' il Parlamento, con tutti i vuoti che si creerebbero... <img alt=" />

Non credo che il signor Teletrasporto rischierà mai di ritrovarsi povero

ma sì che lo diventerà.

 

Quelli di Firefox stanno benone, no? <img alt=" />

grandi aziende gli ruberanno la sua invenzione, la duplicheranno a tutto spiano e a lui non resterà niente.

 

Ma ti pare che un tipo del genere resta senza lavoro? Solo per inviti a conferenze diventerebbe miliardario...

senza il copyright, domani noi della Barriera potremmo metterci a scrivere il libro finale di ASOAIF, finirlo in 3 mesi e piazzarlo su uno dei siti di Joramun, proprio come i radiohead.

 

noi forse diventiamo ricchi, e Martin probabilmente è fregato.

Ti sembra giusto nei confronti di Martin? ti sembra equo?

 

Ma stai scherzando? E chi prenderebbe per buona la nostra continuazione della storia? Martin scrive il finale lui, e ci porta via i clienti. Ecco, guarda, gli servirebbe da stimolo per terminare l'opera! <img alt=" />

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Ser Balon Swann
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Ser Balon Swann
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Inviato il 24 gennaio 2010 0:54

Se sparissero tutti i criminali si starebbe meglio, no? Mi sembra così ovvio...

 

mica vero.

 

senza crimini, malattie, violenze, fame, freddo e via discorrendo si "starebbe meglio", ma l'economia di scambio subirebbe un tracollo incredibile.

 

perchè lavorare? perchè costruire case? perchè procurarsi cibo? perchè organizzarsi in comunità?

 

ce ne staremmo tutto il giorno a dormire e scopare senza fare niente.

 

 

Quelli di Firefox stanno benone, no?

Firefox è il re della savana, ma chissà quanti se ne è mangiati.

 

e poi scommetto che se mi metto a modificare e smanettare Firefox e poi vendo una mia versione piratata il signor Firefox si incaxxa pure lui. C'avrà anche lui la sua brava licenza, il l'avanguardista Mr. Firefox

 

 

 

 

Ma ti pare che un tipo del genere resta senza lavoro? Solo per inviti a conferenze diventerebbe miliardario...

magari si suicida per la disperazione, invece... il mio nome poteva restare nella storia e invece guarda qui, costretto a vivicchiare facendo conferenze e prendendomi le pernacchie di quelli che pensano che io sia un bugiardo... terribile.

ah, le vittime della rivoluzione...

 

 

 

 

comunque, seriamente: spiegatemi come, chessò, Micheal Mann potrebbe girare un bel film, di livello medio alto, un kolossal ambientato nella Firenze medievale tipo con Kevin Spacey e Jennifer Connelly, pagare il cast, i tecnici, gli effetti speciali/costumi/scenografie e compagnia, pubblicizzarlo, organizzare il lancio, badare a tutte gli aspetti legali (autorizzazioni, passaporti, assicuzioni per gli incidenti eccetera), ammortizzare i rischi e infine distribuirlo a chi i film scaricati fanno ca***e e vuole vederselo in hd sul suo bel televisore 37 pollici... fare questo con il solo aiuto del popolo del Web


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 24 gennaio 2010 2:33

 

 

 

 

comunque, seriamente: spiegatemi come, chessò, Micheal Mann potrebbe girare un bel film, di livello medio alto, un kolossal ambientato nella Firenze medievale tipo con Kevin Spacey e Jennifer Connelly, pagare il cast, i tecnici, gli effetti speciali/costumi/scenografie e compagnia, pubblicizzarlo, organizzare il lancio, badare a tutte gli aspetti legali (autorizzazioni, passaporti, assicuzioni per gli incidenti eccetera), ammortizzare i rischi e infine distribuirlo a chi i film scaricati fanno ca***e e vuole vederselo in hd sul suo bel televisore 37 pollici... fare questo con il solo aiuto del popolo del Web

 

aridaje... chi è che dice che per vedere un film al cinema, o su supporto decente, uno non debba pagare. Lo stesso un libro, se voglio la carta la pago. Finchè gli scaricamenti illegali servono per supportare gli acquisti, non vedo alla fine dove stai il danno. E a questo punto perchè non dare una mano legale a questi "mezzucci"?

 

Per esempio se uno vive in una città grande a sufficienza il problema film non sussiste. Quando è ancora nelle sale se proprio ti interessa te lo guardia al cinema; quando esce in dvd se non vuoi spendere 15 euro lo comrpi usato, o aspetti qualche offerta. Se ne hai bisogno solo per una sera, ci sono gratis le biblioteche che han un sacco di film. Se poi a uno non dan fastidio gli streaming, se li può guardare anche là. Oppure se ne guarda davvero tanti farsi un abbonamento a sky o cose simili. Alla fine coi costi si rimane nella stregua del perfettamente accettabile.

 

Perchè però non cercare di garantire questo anche a chi abita più decentrato? Perchè non promuovere la creazione di bilio-videoteche, non solo nei capoluoghi? Così oltre ai film anche chi non può permettersi tanti libri potrebbe leggere a volontà, e in modo legale.

 

Per la musica il discorso è un po' diverso, ma anche lì qualcosa da fare non mi sembra poi così impossibile. Sempre che non si tratterebbe di regalare i digipack gratis, ovviamente.

Quello che io contesto è l'attuale immobilismo, perchè visto che esistono mezzi facili e impuniti per scaricare illegalmente non si cerca di invogliare all'acquisto del legale, senza semplicemente minacciare di staccare la spina? A me andrebbe anche bene che sui siti ufficiali trovassi da scaricare grautitamente chessò, mezzo album e basta, e pagare il cd appena uscito sui 15 euro (edizione normale,se poi è doppio/triplo/con ammenicoli vari vabbè) in negozio. Ma attualmente o uno sgancia 18/25 euro a seconda della zona o nada.

Addirittura ricordo che quando stavo al paesello il negozio di cd locale non era nemmeno capace di ordinare i cd che volevo io, dato che con i fornitori di alcuni generi non trattava proprio, e non parlo di molti anni fa, e sono sicura che ancora oggi non potrei comprare certi cd lì.

Ma è un esempio idiota quello del mezzo album, di mezzi protrebbero essercene quanti se ne vuole.

 

Alla fine se la gente scrocca è perchè avverte una sporporzione eccessiva tra quello che paga e quello che ottiene. Nel senso, non è vero che tutti vogliono semplicemente avre tutto gratis. E' che per la maggior parte della gente fare tutto legalmente non è economicamente possibile, e non si parla dei poveri in canna. Quando questa sproporzione non la si avverte, la gente paga tranquillamente. Io per esempio se trovo un bel cd a 10 euro lo accatto al volo, è un prezzo giusto per un cd di almeno 10 brani di cui mi piacciano tutti. Ma se lo vedessi a 20 euro, beh... magari uno ogni tanto... ma molto ogni tanto. Purtroppo i negozi "fisici" le offerte su generi che non siano su mtv le fanno raremente e comunque solo su gruppi molto conosciuti. Per tutto il resto si parla sempre di 18 euro in su.

Tu quando vedi libri di neanche 200 pagine scritte a caratteri giganti pagine venduti a venti euro non pensi "ma è un furto"? Coi cd è lo stesso, gli attuali prezzi sono da ladrocinio, a parte poche eccezioni dovute a zona geografica e genere (a milano se volessi farmi la discografi di madonna ci riuscirei senza problemi senza spendere troppo, per dire; in provincia già sarebbe più difficile).

 

Se però i conusmatori fossero supportati nell'acquisto legale, mi andrebbe bene che a quel punto si dicesse " e lo scrocco no!"... a quel punto sarebbe solo tirchieria da parte della gente. Ma se i prezzi sono quello che sono, non vedo perchè la gente dovrebbe miracolosamente smetterla di ricorrere alla pirateria.

Alla fine il mercato librario insegna: quando c'è vasta gamma di prezzi e soprattutto buona accessibilità alle edizioni economiche varie, il mercato dell'illegale non è che decolli. I lettori ebook o comunque i pdf scaricabili da emule ci sono da un po', eppure non conosco tanta gente che scarichi e basta. anzi, conosco pochissima gente che legga più di un pdf l'anno. Eppure su emule c'è di tutto.

Se però tutti i libri costassero dai venti euro in su, il discorso sarebbe diverso. Per fortuna anche chi abita moto decentrato ha buone opportunità di procurarsi libri senza spendere eccessivamente. Se poi uno sta in città protrebbe anche comprare un libro nuovo all'anno e prendere il resto nelle biblioteche.

 

Ma evidentemente di garantire a quanta più gente possibile libri, film e musica non interessa. Mi sembra la stessa storia delle mensa della mia facoltà: quest'anno raddoppieranno le tariffe perchè tanto se anche perdono il 50% degli abbonati ci gudagneranno la stessa cifra, e considerando che ne perderanno meno del 50%, a garantire meno abbonamenti ci guadagnano pure di più rispetto a prima. Che poi lasceranno svariati studenti senza mensa a loro non gliene frega niente <img alt=" />



joramun
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joramun
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Inviato il 24 gennaio 2010 3:09 Autore

e poi scommetto che se mi metto a modificare e smanettare Firefox e poi vendo una mia versione piratata il signor Firefox si incaxxa pure lui. C'avrà anche lui la sua brava licenza, il l'avanguardista Mr. Firefox

 

Se la licenza di Firefox e` uguale a quella di linux puoi fare una cosa del genere in maniera totalmente legale,anzi l`obiettivo dichiarato degli sviluppatori e` proprio questo.Si tratta di software open source,che puoi prendere ,riarrangiare e riprogrammare quanto ti pare.....l'unico vincolo e` (e qui sta il meraviglioso capovolgimento di ogni logica di profitto...... <img alt=" /><img alt=" /><img alt=" /> ) che anche tu non puoi esigere denaro per il prodotto finito.

senza il copyright, domani noi della Barriera potremmo metterci a scrivere il libro finale di ASOAIF, finirlo in 3 mesi e piazzarlo su uno dei siti di Joramun, proprio come i radiohead.

Dove,avendo come unico avvocato difensore le proprie qualita,tale finale verrebbe trattato per la ciofeca che e`.Di conseguenza Martin potrebbe scrivere in tutta tranquillita scrivere il suo finale,vendere il libro su Amazon (dove,per qualita intrinseche del mezzo di distribuzione,avrebbe un costo molto minore) e guadagnare i suoi bei soldini..........mentre quelli di Mondadori arano i campi. <img alt=" /><img alt=" /><img alt=" />

comunque, seriamente: spiegatemi come, chessò, Micheal Mann potrebbe girare un bel film, di livello medio alto, un kolossal ambientato nella Firenze medievale tipo con Kevin Spacey e Jennifer Connelly, pagare il cast, i tecnici, gli effetti speciali/costumi/scenografie e compagnia, pubblicizzarlo, organizzare il lancio, badare a tutte gli aspetti legali (autorizzazioni, passaporti, assicuzioni per gli incidenti eccetera), ammortizzare i rischi e infine distribuirlo a chi i film scaricati fanno ca***e e vuole vederselo in hd sul suo bel televisore 37 pollici... fare questo con il solo aiuto del popolo del Web

Non molto diversamente da come farebbe ora suppongo:va dalla Warner o dalla Universal,si fa produrre i film,lo manda nelle sale cinematografiche,fa i soldini che merita di fare e,dopo un po (piccola differenza col modus operandi attuale),il film finisce in qualche portale sul modello di Film Rewiew,dove te lo puoi gustare comodamente dal salotto di casa (so che e` sconvolgente,ma anche su Internet ci sono i filmati in HD),in maniera perfettamente legale,previa visione di un paio di minuti di pubblicita.

ok, come i messaggi subliminali della Disney.

ma io rimango dell'idea che siano goliardate di qualche programmatore/disegnatore burlone, piuttosto che un GRANDE DISEGNO COMPLOTTISTA ideato dai massimi vertici dell'azienda...

"nell'Europa dell'Est, in Cina e gran parte del resto dell'Asia oltre il 90% delle copie di software è pirata [...] Secondo Orlando Ayala, responsabile commerciale Microsoft per America Latina, Sud−Est asiatico, Pacifico del Sud, India, Africa e Medio Oriente, il valore di mercato del softwareillecito si aggira intorno alle decine di miliardi di dollari l'anno. Dice: 'Più che piangerci sopra, ne ho l'acquolina inbocca, perché se riusciamo a recuperare anche una frazione di quelle mancate vendite, è tutto guadagno'".

Estratto da Fortune del 18 agosto 1997.

ripeto, non me ne frega niente sul COME ottieni il prodotto, downlovers, radiohead gratis eccetera: se le leggi vengono rispettate, il proprietario ha il suo ritorno economico, e si ritiene soddisfatto, tutti sono felici e nessuno dice niente.

 

però se il proprietario invece vuole, per i mille motivi che possono esserci, usufruire della tutela del copyright (legittimo, no?) e vendere il suo prodotto in un altro modo (legittimo, no) tu hai due opzioni

1. comprarlo alla sue condizioni e consumarlo (e di riflesso appoggiando la sua scelta di mercato, che dunque adotterà anche in futuro)

2. non comprarlo e non consumarlo (e di riflesso penalizzando la sua scelta di mercato, che dunque abbandonerà in futuro scegliendone una più redditizia)

A me invece frega quasi solo del COME:decidi di permettere la fruizione del tuo album previo pagamento?

Benissimo.......devi essere solo te,la qualita delle tue canzoni e il resto del mondo che ti ascolta. e ti giudica.Se sei un artista di m**da devi finire nel dimenticatoio,non sbattuto in prima posizione grazie a MTV che manda i tuoi video a ripetizione.

Se sei bravo,le aziende pubblicitarie inizieranno ad interessarsi al tuo sito,ti proporranno di ospitare i loro banner e la loro pubblicita sul tuo sito e tu inizierai a guadagnare (e i soldi andranno tutti a te).

Oh parlo di cose possibilissime gia oggi,eh....non di utopistiche visioni del futuro.

 

A me non frega niente se il signor teletrasporto vuole o meno farsi pagare per la sua invenzione.Interessa che nel momento in cui vien fuori il signor Teletrasporto 2.0,che decide di mettere a disposizione la sua migliorata invenzione in maniera diversa piu conveniente e "libera",possa farlo senza che ci siano leggi e leggine che avvantaggiano a vario titolo e a prescindere il signor Teletrasporto.


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 24 gennaio 2010 9:14

Se sparissero tutti i criminali si starebbe meglio, no? Mi sembra così ovvio...

 

mica vero.

 

senza crimini, malattie, violenze, fame, freddo e via discorrendo si "starebbe meglio", ma l'economia di scambio subirebbe un tracollo incredibile.

 

Ma no: si farebbero altre cose.

 

Non capisco questa tua "logica": quella di affrontare un problema sperando di non risolverlo mai. A me sembra aberrante... <img alt=" />

perchè lavorare?

 

Già, in effetti: perché? Si potrebbe sempre giocare. Oggi abbiamo molto più tempo libero (dal lavoro) che nei secoli passati - il trend è quello...

perchè costruire case?

 

Beh, se il clima fosse sempre ideale, perché si dovrebbe farlo?

perchè procurarsi cibo?

 

Se ce lo coltivano e portano in tavola dei robot non servirebbe.

perchè organizzarsi in comunità?

 

Perché è bello stare insieme?

ce ne staremmo tutto il giorno a dormire e scopare senza fare niente.

 

Beh, e cosa ci sarebbe di male? Si farebbero anche altre cose comunque. Scrivere libri, dipingere, esplorare lo spazio...

 

In ogni caso, il tuo discorso sta diventando surreale. <img alt=" />

 

Il vero punto è che, "se non esistessero i criminali", si libererebbero enormi risorse umane per lavorare ad altri, e ben più utili, progetti umani.

 

Mi ricordi quell'economista che diceva "speriamo che quest'anno ci siano più incidenti, così aumenterà la crescita economica". Ma c'è una bella differenza fra una crescita economica basata su questo, e una basata sul progresso e l'innovazione tecnologica. Alla fine quelle società che seguono la seconda strategia se la cavano meglio. Spero di non avere bisogno (ancora) di spiegarti perché...


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Ser Balon Swann
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Inviato il 24 gennaio 2010 12:01

l'unico vincolo e` (e qui sta il meraviglioso capovolgimento di ogni logica di profitto...... ) che anche tu non puoi esigere denaro per il prodotto finito.

non mi sembra un vincolo da poco

 

Non molto diversamente da come farebbe ora suppongo:va dalla Warner o dalla Universal,si fa produrre i film

ah, ecco. La Warner e la Universal... io avevo capito che gli intermediari dovevano sparire.

 

Beh, e cosa ci sarebbe di male? Si farebbero anche altre cose comunque. Scrivere libri, dipingere, esplorare lo spazio...

niente, si starebbe da Dio, ma sarebbe un economia di me**a... lentissima, ridottissima.

 

dai, lo capisci benissimo anche tu.


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Inviato il 24 gennaio 2010 12:59

Commento veloce: è stato detto che tante cose comportano un lavoro senza essere ripagate, per esempio lo sport fatto per passione. Questo è verissimo, ma non considera una cosa: in tale esempio il produttore e il fruitore sono la stessa persona, ed è lei stessa a scegliere di affrontare tale cosa senza essere pagata.

Per gli autori che scelgono di mettere le loro opere disponibili gratuitamente autore e fruitore sono due persone diverse, ma di nuovo è l'autore, colui che produce il lavoro, a decidere.

Scaricare qualunque cosa indiscriminatamente invece nega questo: non è piú l'autore a decidere le condizioni di fruizione della sua opera, ma il fruitore che si arroga il diritto di stabilire se e quanto pagare. Anche perché, per quanto sia vero che produrre un'opera non ha un costo economico alto e che il lavoro di approfondimento si può fare anche per passione, in un'opera tale lavoro c'è, cosí come la (si spera) professionalità dell'autore. Che sono cose che, se l'autore vuole farsi pagare... non vedo perché non dovrebbe avere il diritto di fare tale scelta.

Ora, da parte mia sono perfettamente d'accordo col discorso di scaricare per valutare l'opera e poi pagare solo se ne vale la pena, il problema è che molte persone ragionano sullo scaricare per poi non pagare mai; non solo: ci sono autori che mettono le loro opere disponibili gratuitamente sui propri siti, semplicemente un po' dopo (si parla di settimane o mesi, non anni) l'uscita in libreria. Nonostante questo, c'è chi le scarica in quel primo periodo; questo, a mio parere, mostra una totale mancanza di rispetto verso l'autore: si scarica l'opera illegalmente senza pagarla persino quando si sa che basterebbe aspettare a dir tanto un paio di mesi per poter fare la stessa cosa legalmente e col beneplacito dell'autore.

Per quanto sia meritevole che determinati autori decidano di rendere disponibile gratuitamente il loro lavoro, personalmente credo che tale scelta debba essere loro, non di chi vorrebbe fruire delle opere; perché sono loro ad averci messo lavoro, ricerca, professionalità, tempo, ecc. Essendo frutto del loro lavoro, trovo giusto che siano loro a decidere le condizioni per fruirne; al massimo, mi trovo concorde - come detto - con lo scaricare l'opera per valutarla, nell'ottica di "Se mi piace la compro; se non mi piace la elimino".

 

Su Firefox, la licenza ha anche altri vincoli; per esempio, "Nello specifico il team di Mozilla ha dichiarato che chiunque intenda distribuire il software prodotto da loro usando i nomi originali è tenuto ad usare solo i loghi e i marchi originali (che sono marchi registrati), senza inoltre poter includere modifiche al programma che non siano state approvate del team di sviluppo ufficiale" (Wikipedia), il che è il motivo per cui è nato IceWeasel.


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Inviato il 24 gennaio 2010 13:56

Beh, e cosa ci sarebbe di male? Si farebbero anche altre cose comunque. Scrivere libri, dipingere, esplorare lo spazio...

niente, si starebbe da Dio, ma sarebbe un economia di me**a... lentissima, ridottissima.

 

dai, lo capisci benissimo anche tu.

 

No, non lo capisco, e ti ho spiegato perché. Ma anche se avessi ragione tu (cosa falsa), se "si sta da Dio" e l'economia si riducesse al minimo, beh, chissenefrega dell'economia, scusa... Non ci sarebbe più bisogno di un'economia, evidentemente.

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Inviato il 24 gennaio 2010 14:53

Scaricare qualunque cosa indiscriminatamente invece nega questo: non è piú l'autore a decidere le condizioni di fruizione della sua opera, ma il fruitore che si arroga il diritto di stabilire se e quanto pagare.

 

Qualche commento al discorso che hai fatto:

 

Per prima cosa vorrei farti notare che neppure nell'economia attuale è l'autore (o chi produce lavoro, in generale) a "decidere" le condizioni di fruizione della sua opera. Nell'economia di mercato le condizioni di fruizione sono dettate... dal mercato. <img alt=" /> I prezzi non si decidono a caso, ma sono il risultato di un equilibrio fra produttore e fruitore. Se qualcosa costa troppo, il fruitore non la compra. Allora il produttore (se può) abbassa il prezzo (e se non può, il prodotto sparisce dal mercato in quanto "inutile"). Quindi, come vedi, anche il fruitore "decide". Decide esattamente quanto decide il produttore. Sono pari.

 

C'è un'eccezione importante a quello che ho detto: in una parola, il monopolio. In assenza di competitori, è solo il monopolio che decide. Nel caso di beni essenziali come l'acqua, o la cultura, può decidere di fare prezzi altissimi. Oppure può decidere di abbassare enormemente la qualità del prodotto - tanto il fruitore non ha scelta, non ci sono competitori. Le leggi anti-trust esistono proprio per combattere questo male. (Prevengo una tua possibile obiezione: nel caso di beni non essenziali, il fruitore torna a poter "decidere" liberamente a quale prezzo è disposto a comprare... Verissimo, ma in questo caso il monopolio semplicemente non si forma, o se si forma non offre un vantaggio economico al produttore rispetto a una situazione dove sia presente competizione).

 

Paradossalmente, ci sono anche leggi che proteggono alcuni monopoli. Come mai? Perché in un regime di libero mercato monopoli e cartelli sono instabili. Nei cartelli basta uno dei componenti che sgarri, e si sfascia tutto. È un equilibrio fortemente instabile. Nel monopolio "naturale", la barriera d'entrata per nuovi competitori si abbassa non appena il monopolio esagera con i prezzi, o esagera con la scarsa qualità. In altre parole, anche in assenza di competitori effettivi, ma solo potenziali, il monopolio tende a comportarsi "bene". In generale però (e arrivo alla conclusione) il monopolio chiede aiuto alla politica per eliminare i competitori: ergo, leggi ad hoc per proteggere il monopolio, sottraendolo alle leggi di mercato. Così il monopolio torna a poter fare il bello e il cattivo tempo.

 

Veniamo all'arte, alla musica, ai libri. Il copyright è, anche se in scala minore, una di queste leggi a protezione di un monopolio. Ci si chiede come mai un CD di musica debba costare più di 20 euro, quando a produzione ne costa solo 2 (non ci credo BTW: costerà al massimo 50 cents). Risposta: monopolio. Solo la casa editrice XYZ può stampare i lavori di ABC. Sicuramente il copyright ha avuto le sue ragioni di esistere, ma oggi questo tipo di monopolio sta crollando. E sta crollando a causa di una tecnologia che rende obsolete le case editrici: e non è solo il fruitore "non pagante" a farlo crollare: sono gli autori stessi, che mettono in rete le loro opere e si fanno pagare direttamente. Il fruitore paga un decimo di quello che pagava prima, e l'autore guadagna dieci volte tanto (perché non ci sono intermediari). Le case editrici non servono più a nulla.

 

E le cose tornano a essere "giuste": il prezzo viene deciso, insieme, da autore e fruitore. Fine del monopolio, trionfo del libero mercato (quello vero, non quello delle multinazionali).

 

 

AGGIUNTA:

Vedo ora questo. Ecco un bell'esempio di come il monopolio delle case distributrici decide che cosa possiamo vedere e che cosa no. Per fortuna c'è internet.



AryaSnow
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Guardiani della Notte
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AryaSnow
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Guardiani della Notte

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Inviato il 24 gennaio 2010 15:05

Scaricare qualunque cosa indiscriminatamente invece nega questo: non è piú l'autore a decidere le condizioni di fruizione della sua opera, ma il fruitore che si arroga il diritto di stabilire se e quanto pagare. Anche perché, per quanto sia vero che produrre un'opera non ha un costo economico alto e che il lavoro di approfondimento si può fare anche per passione, in un'opera tale lavoro c'è, cosí come la (si spera) professionalità dell'autore. Che sono cose che, se l'autore vuole farsi pagare... non vedo perché non dovrebbe avere il diritto di fare tale scelta.

"Non dovrebbe averne il diritto" per il semplice motivo che tale diritto comporterebbe una situazione generale per altri versi peggiore.

Se decidi di pubblicare la tua opera, metti in conto che tanti la scaricheranno gratuitamente e poi, se l'opera piace, un certo numero di essi probabilmente te la pagherà anche. Altri invece la leggeranno, ma non vorranno pagartela perchè a loro ha fatto schifo (giustamente). Altri non te la pagheranno perchè non hanno soldi (nulla di male nemmeno in questo: se non hanno soldi non ti avrebbero pagato nemmeno se non fosse stata disponibile gratis. Non ci perdi niente tu, cambia solo che sono più felici loro ad aver ela tua opera. Se ti dà fastidio pure questo, sei str***o tu e ti sta bene :-P), altri ancora perchè non hanno voglia e basta (in questo caso sbagliano loro, a patto che tu abbia fatto prezzi decenti). Puoi guadagnarci di più o di meno, a seconda di quanti decidono di comprare. Pubblicando, sei conscio di tutte queste eventualità (anche se l'unico caso in cui scaricare senza pagare è moralmente sbagliato è il terzo) e accetti tale situazione. Se scrivere non ti piace abbastanza per accettarlo, non lo fai a lasci spazio a chi evidentemente ha più passione di te.

Lo so benissimo che questo sistema fa meno comodo all'autore. Ma tendo a preferire questo a una situazione in cui, in difesa del principio "l'ho inventato io, quindi voglio che ne fruisca solo chi mi paga quanto chiedo io", si ha: 1)l'obbligo si pagare (un mucchio di soldi) per una cosa che non sai se è bella o se fa schifo. 2)l'obbligo di pagare prezzi assurdi in generale. Tanti non possono permetterselo e quindi ci sono molte persone felici e colte in meno. Un livello culturale generale più basso, perchè quasi nessuno può farsi una cultura decente provando un buon numero di prodotti. 3)l'impossibilità totale o quasi di avere prodotti fuori catalogo o difficilmente trovabili sul mercato. Della serie "non ve li vendiamo, ma vi vietiamo pure di procurarveli in altri modi, ahah". Assurdo. 4)In più, se si volesse davvero far rispettare la legge, ci sarebbe un controllo in stile dittatura, con dure punizioni (anche ingiuste, perchè io posso scaricare qualcosa solo perchè non la trovo nei negozi, ad esempio. O semplicemente perchè prima di comprarla la voglio provare).

 

Tra l'altro il lavoro svolto dall'autore non è affatto proporzionale alla quantità di gente che ne fruisce. Questa è una differenza enorme rispetto ai beni più materiali. Per dare due computer a due persone io spendo il doppio di quanto spenderei dandone uno a una persona sola. Invece per i prodotti artistici e riproducibili gratuitamente la spesa è sempre la stessa, sia che ne giri una copia sia che ne girino 3 miliardi.

 

L'ideale sarebbe una situazione che:

- permetta a tutti di provare a valutare bene prima di comprare

- permetta a tutti di avere tutte le opere mai prodotte, al di là delle decisioni delle case discografiche/editrici ecc di ristamparle o meno.

- permetta a tutti di fruire dell'arte e farsi una cultura, anche a chi non ha tanti soldi.

- obblighi coloro che hanno i soldi, nel caso reputino il prodotto buono, a ricompensare l'autore.

Questo sarebbe un mondo perfetto e per ora non vedo alcun modo per realizzarlo con certezza perfettamente.

Tra le prospettive possibili, tendo a preferire quella di cui ho parlato. C'è il rischio che molti, pur avendo i soldi sufficienti per farlo, non comprino, e questo è sbagliato e un peccato. Ma mi sembra comunque l'opzione meno peggio. Mi sembra meno peggio della situazione che vorrebbe adesso la legge, che è quella che ho illustrato poco sopra.


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Mornon
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Inviato il 24 gennaio 2010 15:06

vorrei farti notare che neppure nell'economia attuale è l'autore (o chi produce lavoro, in generale) a "decidere" le condizioni di fruizione della sua opera. Nell'economia di mercato le condizioni di fruizione sono dettate... dal mercato. <img alt=" /> I prezzi non si decidono a caso, ma sono il risultato di un equilibrio fra produttore e fruitore. Se qualcosa costa troppo, il fruitore non la compra. Allora il produttore (se può) abbassa il prezzo (e se non può, il prodotto sparisce dal mercato in quanto "inutile"). Quindi, come vedi, anche il fruitore "decide". Decide esattamente quanto decide il produttore. Sono pari

Vero, ma se il produttore preferisce non venderlo, piuttosto che abbassare il prezzo, si tiene tutte le copie e non abbassa il prezzo. Il senso del mio discorso è che a mio parere la scelta tra gratuito e a pagamento dev'essere dell'autore, non del lettore; e se poi il secondo valuterà che l'opera non vale il prezzo... o il primo si adatta, o non vende l'opera. Ma la scelta dev'essere dell'autore.

 

non è solo il fruitore "non pagante" a farlo crollare: sono gli autori stessi, che mettono in rete le loro opere e si fanno pagare direttamente. Il fruitore paga un decimo di quello che pagava prima, e l'autore guadagna dieci volte tanto (perché non ci sono intermediari)

Sono perfettamente d'accordo, ma quanto dici comprende il concetto "L'autore mette in vendita le opere e il fruitore le compra"; quello che non mi trova d'accordo è "Il fruitore decide se e quanto pagare l'opera, a prescindere dal fatto che l'autore abbia deciso di renderla disponibile a pagamento o gratuitamente".

Del resto, il diritto d'autore non è "Solo la casa editrice XYZ può stampare i lavori di ABC"; quello dipende dal contratto che viene fatto (per esempio, i Wu Ming pubblicano con una casa editrice e mettono le stesse opere gratuitamente su Internet). Si può benissimo cambiare contratto, e quindi rendere l'opera disponibile da piú parti, pur mantenendo il diritto d'autore.

 

"Non dovrebbe averne il diritto" per il semplice motivo che tale diritto comporterebbe una situazione generale per altri versi peggiore.

Se decidi di pubblicare la tua opera, metti in conto che tanti la scaricheranno gratuitamente e poi, se l'opera piace, un certo numero di essi probabilmente te la pagherà anche. Altri invece la leggeranno, ma non vorranno pagartela perchè a loro ha fatto schifo (giustamente). Altri non te la pagheranno perchè non hanno soldi (nulla di male nemmeno in questo: se non hanno soldi non ti avrebbero pagato nemmeno se non fosse stata disponibile gratis. Non ci perdi niente tu, cambia solo che sono più felici loro ad aver ela tua opera. Se ti dà fastidio pure questo, sei str***o tu e ti sta bene :-P), altri ancora perchè non hanno voglia e basta (in questo caso sbagliano loro, a patto che tu abbia fatto prezzi decenti)

Il mio discorso non nega quanto dici: ovvio, nel pubblicare devi mettere in conto che ci sarà chi scaricherà l'opera e non te la pagherà pur avendola apprezzata; questo non implica però in alcun modo che tale atto sia in sé giusto, né che il diritto di scegliere se l'opera sia da fruire gratuitamente o a pagamento sia dell'autore. E, personalmente, resto convinto lo sia: lui ha creato l'opera, lui ha tale diritto.

Personalmente, trovo che il diritto di scegliere se l'opera debba essere fruibile a pagamento o gratuitamente non sia del lettore, ma dell'autore.

Con quanto sopra, sottolineo nuovamente che sono d'accordo con l'idea "La scarico, se mi piace la compro se non mi piace la elimino"; quello che non mi trova d'accordo è chi la scarica e non la compra anche se gli è piaciuta.

 

l'unico caso in cui scaricare senza pagare è moralmente sbagliato è il terzo

Opinabile; mi rendo conto che in caso ci sia mancanza di soldi il discorso si complica, e credo meriterebbe una trattazione a parte, però personalmente credo sia comunque da considerare che chi ha creato l'opera non viene pagato nonostante il suo lavoro sia stato fruito. L'autore cui non ta bene una simile cosa è str***o? Può essere, ciò non toglie che, avendo creato lui l'opera, per me è giusto che sia lui a stabilire le condizioni di fruizione.

Il discorso sarebbe diverso con cose vitali (se per esempio non si hanno soldi per comprarsi da mangiare), Ma vedersi ogni film che interessa, leggersi ogni libro che interessa, non rientra in tali cose.

Inoltre, bisogna valutare cosa si intende con "non avere i soldi": conosco gente che va ogni Sabato a ballare a un centinaio di chilometri di distanza; che spende magari quaranta Euro per mangiare la sera in un pub (non ogni sera, ma sono comunque quaranta Euro); e cosí via. Certo, poi non ha i soldi per comprare i libri che vorrebbe; ma non perché non abbia i soldi, quanto perché consciamente decide di spenderli altrimenti. Questo secondo te in che caso rientrerebbe? Per me non nel terzo, perché per prendere un libro basterebbe rinunciare a un Sabato in discoteca (o andare in una discoteca piú vicina). E si avanzerebbero pure dei soldi.

Da notare che le opere fuori diritto d'autore ci sono, e sono tante; basta guardare tutte quelle per cui è scaduta.

 

Poi si può discutere che l'attuale struttura sia da cambiare; per esempio, trovo abbastanza assurdo che il diritto d'autore si estenda a decine d'anni dopo la morte dell'autore stesso. Ma che esista in sé per me è giusto.

Il discorso delle opere fuori produzione è ancora diverso, e dipende piú dalla tipologia di contratto (se la casa editrice non vuole piú produrla, l'autore non può scegliere di farlo altrimenti), che dal diritto d'autore.

Ma, soffermandoci sulle opere in produzione, personalmente ritengo valido quanto sopra detto; gli altri casi meriterebbero un discorso a parte, che in prima approssimazione forse si può riassumere con "È il diritto d'autore; se la casa editrice non vuole piú produrre l'opera, l'autore dovrebbe avere il diritto di renderla disponibile altrimenti".


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Mornon
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Inviato il 24 gennaio 2010 15:56

Per andare sul pratico; questa è una bozza di diritto d'autore con la quale mi direi d'accordo:

 

- esiste il diritto d’autore, e dura cinque/dieci anni dalla data di pubblicazione (idealmente sarebbe la vita dell'autore, ma diminuiamo il tempo per venire incontro a chi non vuole pagare, senza annullarlo per tutelare anche l'autore);

- possibilità di scaricare il primo/i primi capitoli di un libro (o i primi N minuti di un film) per valutare l’acquisto; se non si compra, il file va eliminato;

- se ho un libro cartaceo, ho tutto il diritto di averne una copia elettronica (della stessa opera: se ho La Divina Commedia commentata da Tizio in cartaceo, non ho diritto di avere in elettronica quella commentata da Caio, essendo un’opera diversa);

- per i film, si possono scaricare dal momento in cui vengono trasmessi in televisione non a pagamento, per quanto trasmesso dalla televisione (in altri termini: viene trasmesso il film, puoi scaricarti il film, ma non l’immagine del DVD con extra e tutto);

- abolizione o ristrutturazione della SIAE (i diritti devono tornare agli autori, non ha senso che in pratica siano della SIAE; che come tutti sanno significa "Società Italiana Autorizzata Estorsioni").

 

Stante quanto sopra, scaricare al di fuori delle condizioni permesse è illegale (pena da definire, il concetto però è che non si può fare).

Sottolineo che è una bozza, ovviamente sarà migliorabile; ma come concetti come la vedreste?

 

Aggiunta: Il primo punto darebbe anche qualcosa in piú - nello specifico il non dover aspettare per fruire l'opera - a chi decide di pagarla; cosa - il dare loro qualcosa in piú - che personalmente non reputo spagliato.



AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 24 gennaio 2010 16:24

Personalmente, trovo che il diritto di scegliere se l'opera debba essere fruibile a pagamento o gratuitamente non sia del lettore, ma dell'autore.

Come ho già detto, rispetto all'applicazione della legge attuale preferisco che tale diritto non ci sia.

 

Con quanto sopra, sottolineo nuovamente che sono d'accordo con l'idea "La scarico, se mi piace la compro se non mi piace la elimino"; quello che non mi trova d'accordo è chi la scarica e non la compra anche se gli è piaciuta.

Visto che ora è vietato scaricarla persino per vedere se piace, e visto che non vedo modo di stabilire scientificamente se a qualcuno è piaciuta per obbligarlo a comprare dopo, viste tante altre cose che ho elencato, preferisco la libertà totale di scaricare.

 

Opinabile; mi rendo conto che in caso ci sia mancanza di soldi il discorso si complica, e credo meriterebbe una trattazione a parte, però personalmente credo sia comunque da considerare che chi ha creato l'opera non viene pagato nonostante il suo lavoro sia stato fruito.

E non vedo proprio cosa ci sia di male <img alt=" />

 

L'autore cui non ta bene una simile cosa è str***o? Può essere, ciò non toglie che, avendo creato lui l'opera, per me è giusto che sia lui a stabilire le condizioni di fruizione.

Per me no. In questo caso è un "diritto" moralmente sbagliato, perchè la sua unica utilità è il soddisfacimento di un sentimento moralmente sbagliato e concretamente dannoso per tante persone. Quindi tale diritto non ci dovrebbe essere.

 

Il discorso sarebbe diverso con cose vitali (se per esempio non si hanno soldi per comprarsi da mangiare), Ma vedersi ogni film che interessa, leggersi ogni libro che interessa, non rientra in tali cose.

Se c'è la possibilità di estendere a diritto di tutti anche beni non vitali (e IMHO comunque piuttosto importanti), meglio ancora.

 

Inoltre, bisogna valutare cosa si intende con "non avere i soldi": conosco gente che va ogni Sabato a ballare a un centinaio di chilometri di distanza; che spende magari quaranta Euro per mangiare la sera in un pub (non ogni sera, ma sono comunque quaranta Euro); e cosí via. Certo, poi non ha i soldi per comprare i libri che vorrebbe; ma non perché non abbia i soldi, quanto perché consciamente decide di spenderli altrimenti. Questo secondo te in che caso rientrerebbe?

Non si possono stabilire queste cose matematicamente, sono cose molto indefinite e soggettive.

Una discriminante importante è "se questa opera fosse stata disponibile solo a pagamento, l'avresti comprata?" In questo caso, non comprandola (pure avendola apprezzata), fai un danno danno all'autore (cioè, l'autore guadagna meno di quanto guadagnerebbe se l'opera non fosse stata disponibile gratis). In caso contrario invece non lo danneggi in nessun modo, perchè quei soldi non li avrebbe avuti lo stesso. E' chiaro che non è una cosa che si può stabilire dall'esterno, ma solo la persona stessa può rispondere a questa domanda :-P

Un altro criterio è guardare più semplicemente quanto è ricca quella persona. Ma in ogni caso non sono cose calcolabili dall'esterno, perchè comunque non puoi stabilire scientificamente se a lui un'opera è piaciuta o meno e quindi se aveva il "dovere morale" o meno di comprarla.

E' una questione morale che può conoscere con certezza solo la singola persona.

 

- possibilità di scaricare il primo/i primi capitoli di un libro (o i primi N minuti di un film) per valutare l’acquisto; se non si compra, il file va eliminato;

Io voglio che l'opera sia bella tutta, non solo la prima parte :-P

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Tyrion Hill
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Inviato il 24 gennaio 2010 16:38

Quindi, come vedi, anche il fruitore "decide". Decide esattamente quanto decide il produttore. Sono pari

Vero, ma se il produttore preferisce non venderlo, piuttosto che abbassare il prezzo, si tiene tutte le copie e non abbassa il prezzo. Il senso del mio discorso è che a mio parere la scelta tra gratuito e a pagamento dev'essere dell'autore, non del lettore; e se poi il secondo valuterà che l'opera non vale il prezzo... o il primo si adatta, o non vende l'opera. Ma la scelta dev'essere dell'autore.

 

Se ne vuoi fare una questione accademica e/o teorica come al solito, Mornon, ti posso anche dare il contentino: hai ragione, decide l'autore. Uno può scrivere un romanzo, e poi accenderlo e fumarselo (indovina la citazione <img alt=" /> ). Ma nella pratica, nei fatti, un autore che decidesse di "tenersi tutte le copie" piuttosto che abbassare il prezzo è semplicemente un cretino. E siccome cretino non è, abbassa il prezzo. Quindi di fatto decide anche il fruitore.

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Inviato il 24 gennaio 2010 16:55

Visto che ora è vietato scaricarla persino per vedere se piace, e visto che non vedo modo di stabilire scientificamente se a qualcuno è piaciuta per obbligarlo a comprare dopo, viste tante altre cose che ho elencato, preferisco la libertà totale di scaricare

Vero, non è possibile obbligare chi ha apprezzato l'opera a comprarla, ciò non toglie che a mio parere il concetto sia giusto; e sí: ora è vietato scaricarla anche per quello, ma pensavo fosse ovvio che, nel parlare di un'ipotetica situazione in cui quello è possibile, mi stessi mettendo in un'ipotetica situazione in cui quello è possibile.

Il tuo discorso annulla totalmente il diritto dell'autore a decidere le condizioni di fruizione dell'opera (cosa che verrebbe decisa dal singolo lettore) e il suo diritto a guadagnare, se l'opera piace (cosa che piú che un diritto dell'autore sarebbe una concessione del lettore). Magari per te sarà giusto, per me no; pur considerando le esigenze del fruitore, non reputo sia giusto ignorare in un simile modo i diritti dell'autore.

 

Opinabile; mi rendo conto che in caso ci sia mancanza di soldi il discorso si complica, e credo meriterebbe una trattazione a parte, però personalmente credo sia comunque da considerare che chi ha creato l'opera non viene pagato nonostante il suo lavoro sia stato fruito.

E non vedo proprio cosa ci sia di male
De gustibus, di male io ci vedo appunto che chi ha creato l'opera non viene pagato nonostante il lavoro sia stato fruito (e apprezzato; metto sempre quest'ipotesi); è un'annullare determinati diritti dell'autore, cosa che personalmente non reputo sia corretto.

 

Per me no. In questo caso è un "diritto" moralmente sbagliato, perchè la sua unica utilità è il soddisfacimento di un sentimento moralmente sbagliato e concretamente dannoso per tante persone. Quindi tale diritto non ci dovrebbe essere

E per me è sbagliato che il fruitore possa decidere se e quanto pagare a prescindere di cosa vuole il creatore dell'opera, che nel processo viene totalmente ignorato; non vedo perché dovrebbe essere il fruitore ad avere il diritto di decidere una simile cosa, né considero giusto che tale diritto vada a lui.

Inoltre, ripeto che le opere non protette da diritto d'autore sono tante; quindi la scelta "O paghi o non leggi" è una falsa scelta, che ignora la terza possibilità: o fruisci opere non protette dal diritto d'autore.

 

Non si possono stabilire queste cose matematicamente, sono cose molto indefinite e soggettive

Vero; ciò non toglie che per me uno che scelga coscientemente di spendere tutti i suoi soldi in Sabati in discoteca a cento chilometri di distanza e cene fuori poi non può venirmi a dire "Vorrei il tal libro, ma non ho i soldi"; li aveva, ha scelto di spenderli in altre cose. Avrebbe potuto mangiare fuori una volta di meno, o mangiare di meno (nota: non si parla di rinunciare al sostentamento, ma di non spendere da solo quaranta Euro in una sera in un locale dove una pasta per due ne costa dieci/dodici), o non andare un Sabato in discoteca, o andare in una che non fosse a cento chilometri di distanza (tutti casi veri); ha scelto di non fare cosí, quindi ha valutato quelle cose piú importanti dell'avere il libro. La scelta è sua, ma poi ne accetti le conseguenze; se valuta il libro cosí poco da non poter rinunciare a spendere quaranta Euro in un pub una singola volta, non vedo perché dovrebbe avere il diritto di scaricarlo gratis (salvo che l'autore decisa cosí).

 

Una discriminante importante è "se questa opera fosse stata disponibile solo a pagamento, l'avresti comprata?" In questo caso, non comprandola (pure avendola apprezzata), fai un danno danno all'autore (cioè, l'autore guadagna meno di quanto guadagnerebbe se l'opera non fosse stata disponibile gratis). In caso contrario invece non lo danneggi in nessun modo, perchè quei soldi non li avrebbe avuti lo stesso

Ha comunque un mancato guadagno: qualcuno ha fruito della sua opera e non ha avuto un corrispettivo. Personalmente, pur se diverso in natura lo considero comunque un danno all'autore.

 

Comunque, il fatto che se l'opera sia piaciuta o no non sia dimostrabile scientificamente non cambia il mio discorso; se infatti guardi la mia ipotetica bozza, aggira direttamente il problema (1) inserendo una scadenza del diritto d'autore che non renda impossibile leggere gratuitamente un'opera scritta da un autore ancora in vita; e (2) inserendo la possibilità di scaricare anteprime (un tot di capitoli), da cui valutare l'opera.

 

Tutto quanto sopra anche per un altro motivo: è vero che gli autori continuano a vivere nonostante si scarichi, ma è anche vero che questo capita perché c'è chi paga l'opera. In altri termini, chi non li paga, nemmeno se ha apprezzato l'opera, vive sulle spalle di quelli che li pagano; senza i quali, l'opera dopo magari non sarebbe stata scritta.

Magari per te è giusto; per me no.

 

 

Se ne vuoi fare una questione accademica e/o teorica come al solito, Mornon, ti posso anche dare il contentino: hai ragione, decide l'autore. Uno può scrivere un romanzo, e poi accenderlo e fumarselo (indovina la citazione <img alt=" /> ). Ma nella pratica, nei fatti, un autore che decidesse di "tenersi tutte le copie" piuttosto che abbassare il prezzo è semplicemente un cretino. E siccome cretino non è, abbassa il prezzo. Quindi di fatto decide anche il fruitore

Non ne voglio fare una questione accademica, non a caso ho mandato una bozza pratica (su cui aspetto eventuali commenti), e non è questione di avere un contentino (di cui onestamente non mi importa nulla); il punto è che per me il fruitore non decide il prezzo, piuttosto influenza la decisione dell'autore. Che, certo, in base al comportamento del fruitore potrà decidere (e, se è intelligente, deciderà) di abbassare il prezzo, ma comunque è una decisione sua. L'autore decide, il fruitore influenza tale decisione.

Poi, il concetto è lo stesso? Bene: chi se ne frega della differenza terminologica, l'importante è il concetto. Io non sto dicendo che il fruitore non influenzi in alcuni modo, ma la differenza con l'altro caso, in cui il fruitore decide se e quanto pagare ignorando totalmente l'autore, che in tale processo decisionale potrebbe anche non esistere, per me è enorme.

Del resto, tu stesso dici che anche il fruitore decide; nell'ipotesi in cui si possa scaricare tutto senza pagare nulla, sarebbe solo il fruitore a decidere. Per qualcuno è giusto, per altri io; io sono tra i secondi.


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