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La politica e le nuove tecnologie
di Joramun
creato il 16 gennaio 2010

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Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 28 marzo 2015 18:09

Non si può esportare perchè non è la stessa cosa.

Ragioniamo per assurdo. Ipotizziamo che un governo domani si svegli e dica "ok, da adesso in poi con il copyright si cambia: quando un regista/scrittore/musicista/eccetera ha una "idea", la registra e stabilisce quanto lui valuta quella idea (metti 300.000). Una volta raggiunta tale cifra con la vendita di materiale legato all'opera, tutto il di più è fruibile da tutti gratuitamente".

Sai cosa succederebbe con la tua proposta, a parere mio? Che tutti direbbero "aspetto a comprare che tanto lo fa qualcun altro e poi diventa gratis" oppure "visto che esistono le tecnologie per scaricare gratis da subito, che me ne frega di aspettare?" :stralol: Ovvero non cambierebbe nulla. Ah, e gli artisti probabilmente sarebbero incentivati a cercarsi un lavoro più sicuro, per come la vedo io.

Detto questo, per me se un autore vuole regalare le sue opere, deve essere libero di farlo. Chi invece vuole venderle ad un certo prezzo ha diritto di fissare quel prezzo, e tu hai il diritto di non comprare le sue opere. Dire "le voglio lo stesso e le voglio al prezzo che dico io" continuo a vederlo assolutamente come un'ingiustizia.

 

Se ipoteticamente una tale proposta è tutto sommato fattibile per le opere di cui sopra, perchè ciò che tu devi ricompensare è solo l'idea iniziale (anzi incentiveresti ancora di più l'arte, perchè arrivato a quota 300.000 o l'artista si inventa un altra "idea" da registrare o non vede più un soldo), ti renderai conto che essa è del tutto improponibile per oggetti di consumo, perchè ogni nuovo collettore, ogni nuova auto, hanno per la FIAT e per la Lamborghini un costo in sè che esula da quello dell'idea iniziale.

 

Che importa alla FIAT di sviluppare un proprio sistema di collettore che consentirebbe di gestire con un unico oggetto fisico benzina, diesel, gpl e metano se poi il frutto di anni di ricerche deve essere reso pubblico e commerciabilizzabile anche dalla concorrenza? Perché fare ricerca e sviluppo?

I progettisti e gli ingegneri, cioè quelli che effettivamente hanno l'idea, sono già pagati a monte dalla FIAT. L'idea di fatto è già stata "ricompensata"....ma di che state parlando?

 

Ma scherzi? Scusa il tono accalorato, ma è una realtà con cui convivo quotidianamente.

Il costo sostenuto del singolo pezzo prodotto è qualcosa di completamente fuori ambito. Ma tu pensi che FIAT investirebbe nella ricerca e sviluppo di qualcosa se non avesse la garanzia di poter essere la sola a fruire della propria idea? :wacko: E non solo FIAT perché ha politiche industriali miopi. Toyota, Porsche, chiunque.

Parliamo di idee. Se io invento il tetrafuel e devo condividerlo con Ford, diventa una gara a chi riesce a produrlo al costro più basso, giusto? A quel punto io FIAT aspetto che i soldi per l'idea ce li metta Ford, io la copierò e cercherò di industrializzare meglio di Ford. Non dovendo mettere a budget il costo per lo sviluppo del progetto ma potendolo piratare partirò pure avvantaggiato rispetto a chi ha inventato il prodotto perché avrò nel frattempo sostenuto meno spese!

Invece il punto è che se io invento qualcosa per primo, ho il diritto di essere il solo a sviluppare quell'idea e trarne un profitto.

Altrimenti nessuno investirà più su nulla, fidati.

 

Anche se ci sarebbe da vedere cosa si intende per “filantropia”: tra i benefici che si possono trarre da un lavoro ci sono anche quelli psicologici, non solo quelli strettamente monetari.

Non parliamo di figli di papà che possono fare la bella vita e lavorare per diletto. Parliamo di lavora per campare, please. :)

 

Non è un’utopia/distopia: siamo già in un mondo dove tutti possono procurarsi tutto gratis, che piaccia o meno. E finora questa grande morte di tutta la creatività non mi pare si sia verificata.

Forse perché le dimensioni del fenomeno non stanno mettendo in crisi la possibilità delle persone di vivere del proprio lavoro. :)

 

Se scarichi un disco non è così. E non si può nemmeno parlare di danno nel senso di “guadagno mancato”, perché nel caso specifico ci stiamo riferendo a una persona che i soldi per comprarlo non ce li avrebbe lo stesso, quindi anche senza la pirateria non ci sarebbe guadagno in più per l’autore. La perdita per l’autore (diretta e indiretta) è pari a zero, il guadagno per il fruitore c’è ed è gratis. Non viene concretamente danneggiato nessuno né direttamente né indirettamente, c’è solo un guadagno da una parte.[/size][/font][/color]

 

I motivi per cui si sceglie di scaricare un prodotto possono essere:

1) Capire se merita o no di essere acquistato, e quindi comprarlo dopo se lo si ha apprezzato.

2) Non avere proprio soldi per comprarlo

3) Nonostante lo si abbia apprezzato e ci si possa permettere di comprarlo, fare il ragionamento “se posso averlo gratis comunque non lo pago”.

 

Tra questi tre l’unico comportamento che ritengo immorale è il terzo. I primi due assolutamente no. Anzi, per me soprattutto il primo favorisce molto il mondo della creatività invece di danneggiarla.

Ma chi ti da il diritto di usufruire di un bene/servizio che nelle intenzioni del suo proprietario è commerciale (perché connaturato al suo lavoro) che non puoi permetterti? Non venirmi a dire che si può fare perché le tecnologie lo permettono. Ci sono tante cose che le tecnologie permettono e che non si possono/devono fare...

Nella tua logica l'autore viene sostentato da quelli che possono permettersi di pagare per il suo lavoro, mentre chi non può permetterselo ce lo ha gratis? Io domani smetto di lavorare, mantenetemi per favore. Dove devo firmare? :stralol:

 

Il tuo discorso sul guadagno (sociale e culturale) per il fruitore è fuori da ogni logica commerciale. Se il proprietario dell'idea vuole mettere a disposizione gratis il frutto del proprio lavoro faccia pure, se non vuole, se non gli interessa far accrescere culturalmente il mondo ma solo il pubblico pagante, la sua volontà ha il diritto di essere rispettata.

Oppure tu dici che deve esistere un'autorità che dovrebbe obbligare un artista a regalare la fruizione del suo prodotto a chi non può permetterselo?

 

Tra il valutare un prodotto per intero e il valutarlo da un piccolo spezzone appositamente scelto per pubblicità c’è una bella differenza. E’ lo stesso motivo per cui vedere il trailer di un film non ti dà alcuna garanzia sulla sua qualità o mancanza di qualità. Certo, meglio un pezzettino per farsi una minima idea rispetto al niente, ma da qui a dire che da quel pezzettino si capisce davvero se il prodotto merita o meno…

Quando compri una lavatrice ti fai di questi problemi? Provi il prodotto prima di comprarlo?

Certo, la lavatrice è un bene materiale, ma non mi sembra che su questo aspetto ci siano differenze sostanziali...

Anzi, nel caso di un bene materiale, dove compri l'oggetto singolo e in cui ogni lavatrice è diversa in piccolissimi dettagli da tutte le altre, anche della stessa marca e modello, a maggior ragione dovresti pretendere di provare l'oggetto specifico che sei intenzionata a comprare. Lo fai?

 

Non metto in dubbio che siano regolamentati, ma se l’unico scopo di tutto questo discorso è constatare qual è la “risposta ufficiale” allora non c’è la minima ragione di discuterne: la pirateria è illegale, stop, risposta già data.

Mi pare di capire che qui invece stiamo anche dicendo cosa riteniamo più giusto o comunque preferibile. Infatti tu stesso hai detto che ritieni il principio di “proprietà dell’idea” giusto anche eticamente, non solo legale.

Era per indicarti che gli esempi fatti sono casi completamente compresi nella logica dei brevetti, quindi non stressano il modello e l'idea.


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]


AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 29 marzo 2015 11:23
Forse perché le dimensioni del fenomeno non stanno mettendo in crisi la possibilità delle persone di vivere del proprio lavoro.

 

 

Cioè tutte o la maggioranza delle persone che comprano i prodotti scaricabili non lo fanno perché non hanno una connessione a internet o perché hanno troppa paura di essere puniti? Mah, ho qualche dubbio in merito.

 

Ma chi ti da il diritto di usufruire di un bene/servizio che nelle intenzioni del suo proprietario è commerciale (perché connaturato al suo lavoro) che non puoi permetterti? Non venirmi a dire che si può fare perché le tecnologie lo permettono. Ci sono tante cose che le tecnologie permettono e che non si possono/devono fare...

Nella tua logica l'autore viene sostentato da quelli che possono permettersi di pagare per il suo lavoro, mentre chi non può permetterselo ce lo ha gratis? Io domani smetto di lavorare, mantenetemi per favore. Dove devo firmare? :stralol:

 

Il tuo discorso sul guadagno (sociale e culturale) per il fruitore è fuori da ogni logica commerciale. Se il proprietario dell'idea vuole mettere a disposizione gratis il frutto del proprio lavoro faccia pure, se non vuole, se non gli interessa far accrescere culturalmente il mondo ma solo il pubblico pagante, la sua volontà ha il diritto di essere rispettata.

Oppure tu dici che deve esistere un'autorità che dovrebbe obbligare un artista a regalare la fruizione del suo prodotto a chi non può permetterselo?

 

Il diritto deriva dal semplice fatto che qualcuno ci guadagna senza danneggiare nessuno. I concetti di danno e beneficio per me sono (a livello etico) i principi di base più razionali che ci siano per poter dire se qualcosa è giusto o sbagliato. Sotto questo aspetto, mi sembra molto più immorale impedire a qualcuno una cosa che gli fa bene e che non danneggia nessuno. Significa danneggiare (tramite la mancanza di beneficio) qualcuno per il puro gusto di farlo.
Se smetti di lavorare per farti mantenere dalla comunità, stai diminuendo i benefici che offri alla comunità e gravando su di essa con maggiori costi. Quindi stai facendo un danno. Se scarichi una cosa che non compreresti in ogni caso non stai danneggiando nessuno.
Che poi il proprietario possa non essere interessato ad accrescere culturalmente il mondo cosa vuol dire? Anche il mondo allora può non essere interessato ad adeguarsi ai “diritti”/capricci del proprietario. Perché, a livello morale, soddisfare il capriccio di quel proprietario dovrebbe essere più giusto della crescita culturale del mondo?
No, non ho mai detto che debba esistere un'autorità che obblighi gli artisti. 1) Ho parlato di singoli comportamenti moralmente giusti e moralmente sbagliati, senza tirare in ballo ciò che dovrebbero fare le autorità. 2) Perché al massimo si parlerebbe di non impedire, non di obbligare. Quindi l’esatto contrario del “dovrebbe esistere un’autorità”. Al massimo.

 

 

Quando compri una lavatrice ti fai di questi problemi? Provi il prodotto prima di comprarlo?

Certo, la lavatrice è un bene materiale, ma non mi sembra che su questo aspetto ci siano differenze sostanziali...

Anzi, nel caso di un bene materiale, dove compri l'oggetto singolo e in cui ogni lavatrice è diversa in piccolissimi dettagli da tutte le altre, anche della stessa marca e modello, a maggior ragione dovresti pretendere di provare l'oggetto specifico che sei intenzionata a comprare. Lo fai?

 

Idealmente, per me tutto dovrebbe avere la possibilità di essere provato prima di essere comprato. In questo modo chi paga spende i suoi soldi ricavandone effettivamente in cambio un beneficio e non rischiando di buttarli nella spazzatura. Inoltre si favoriscono i prodotti più meritevoli.
Nella pratica ovviamente bisogna vedere se e fino a che punto questo è fattibile. Non è questione di “pretendere”. Se la possibilità di provare non c’è pazienza, al fruitore non resta che decidere se rischiare o fare a meno del prodotto. Ma se uno invece ha la possibilità di provare per scegliere il prodotto migliore, senza danneggiare nessuno, non trovo nessun motivo per cui non dovrebbe farlo, a livello etico. E' una sua scelta. Anzi, agendo così fa pure una cosa buona per la società, facendo guadagnare l’azienda di lavatrici migliore e non quella che si fa più pubblicità. E sì, questo discorso varrebbe anche per le lavatrici, se ci fosse la possibilità di moltiplicarle all'infinito a costo zero, materializzarsele in casa gratuitamente e provarle prima di comprare. Se poi uno, dopo aver provato e apprezzato il prodotto, continua ad usarlo senza pagare mai, il discorso cambia.

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Seth Heristal
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Inviato il 29 marzo 2015 15:19

Dalle mie parti le lavatrici hanno la garanzia :D


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Seth Heristal
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Seth Heristal
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Inviato il 29 marzo 2015 15:36

Secondo me la soluzione migliore per questo tipo di problemi è quella storica e anche attualmente presente. Diritti soggetti a decadenza. Stimola la creatività e non impedisce per troppo tempo alla collettività di trarne vantaggio.

 

Poi tutto sta nella durata dei termini (per la proprietà industriale, limite massimo di 20 anni diciamo, che corrisponde al tempo di "messa in pratica" delle nuove soluzioni ingegneristiche più all'avanguardia come quelle aerospaziali, ma la generalità degli altri settori il tempo potrebbe essere la metà; per la proprietà intellettuale io direi cinque anni e non più, termine unico e totale).

E anche e sopratutto nella loro assoluta IMPROROGABILITÀ (servirebbe una legge costituzionale in Italia per un minimo di sicurezza...)


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