My two cents:
Balon ha perfettamente ragione e da un punto di vista prettamente teorico-giuridico e da un punto di vista fattuale. L'Organizzazione delle Nazioni Unite, così come tutti gli altri organi internazionali (in buona parte differentemente rispetto a quelli sovranazionali come l'Unione Europea), non costituisce a nessun livello un governo globale o macroregionale. Organi internazionali come quello citato servono esclusivamente a rendere più certi i rapporti tra gli Stati e a favorire il dialogo; la codificazione pseudogiuridica è prassi relativamente recente e, comunque, decisamente inefficace.
Quanto all'ordinamento giuridico mondiale: non esiste. Esistono, come giustamente riportato, delle consuetudini, che costituiscono fonti primarie di un ordinamento inesistente in quanto nessuno è in alcun modo posto a garante di esse (nessuno ha l'autorità o il potere di fatto di far valere con la coercizione legittima la validità di tali fonti). Le consuetudini internazionali sono ottimi spunti per ogni codificazione teorica (comunque fonte subordinata) e le uniche due funzioni reali sono garantire aspettative in grado di guidare i comportamenti dei singoli Stati, rendendoli meno imprevedibili e, in secondo luogo, fornire una legittimazione, anche se poco più che morale, a tenere determinati comportamenti.
Di fatto l'unica regola valida in campo internazionale, che piaccia o meno, è a tutti gli effetti quella del più forte. Ovviamente questo non deve portarci a dimenticare che non conta solo lo sfoggio individuale di muscoli, quanto piuttosto la capacità di circondarsi di garanzie autoprofilattiche di varia natura (mi sembra alquanto improbabile che qualcuno si deciderà mai ad attaccare militarmente Svizzera o Liechtenstein).
Quanto all'Europa, mi sembra assurdo parlare di una politica più aggressiva dal momento che l'Europa, allo stato attuale delle cose nel panorama internazionale, è poco più di un feto a serio rischio di aborto.
Manca una politica estera comune seria o, quantomeno, capace di prendere le decisioni necessarie a essere percepita come aggressiva (niente di più lontano dalle reali possibilità attuali della PESC), manca una coesione culturale e politica dei Paesi membri. E, comunque, una politica estera aggressiva prevede, salvo che si abbia l'intenzione di rimediare non più di figure meschine, la disponibilità di un esercito di un certo livello e di un certo tipo. Il tentativo è stato fatto ed è fallito miseramente già ai tempi in cui a dover cooperare erano ben pochi Paesi con non pochi punti in comune. Al giorno d'oggi, in seguito all'allargamento di quel mostro ibrido noto come Unione Europea, tale scenario è da considerarsi, a maggior ragione, più che improponibile.
riguardo all'ordinamento internazionale: so bene tutte qst cose, è il mio mestiere. ma d'altra parte è anche vero che, per quanto incerto, è un ordinamento che tendenzialmente esiste da una cinquantina d'anni. o meglio, esisteva, perchè dall'attacco all'iraq la situazione è cambiata. ricordiamoci che, se stiamo parlando di consuetudini, qst sono la base per un ordinamento più cogente, e in ogni caso sono l'unica cosa che abbiamo per mettere un po' d'ordine. mi sembra che tifiate troppo per la semplice legge del più forte.
riguardo la politica imperialista, nemmeno commento.
mi sembra che tifiate troppo per la semplice legge del più forte.
perchè secondo me la legge è l'utile del più forte.
le stesse consuetudini che reggono l'ordinamento internazionale sono sempre state a tutto vantaggio dei paesi ricchi e potenti. E' naturale che spesso le rispettino (sono state "create" da loro e per loro); ma è inutile stupirsi che talvolta non le rispettino, quando queste consuetudini non rispondano più al loro utile
mi sembra che tifiate troppo per la semplice legge del più forte.
perchè secondo me la legge è l'utile del più forte.
le stesse consuetudini che reggono l'ordinamento internazionale sono sempre state a tutto vantaggio dei paesi ricchi e potenti. E' naturale che spesso le rispettino (sono state "create" da loro e per loro); ma è inutile stupirsi che talvolta non le rispettino, quando queste consuetudini non rispondano più al loro utile
non posso, non voglio immaginare un mondo che non abbia una visione etica della legge, che non contempli un fondo di giustiizia. se voi ci riuscite, bene per voi. io non mi arrendo e penso che un mondo, per dirsi civile, non può ignorare la legge o, in generale, il diritto, solo perchè non conviene più. QUESTO è criminale
mi sembra che tifiate troppo per la semplice legge del più forte.
perchè secondo me la legge è l'utile del più forte.
le stesse consuetudini che reggono l'ordinamento internazionale sono sempre state a tutto vantaggio dei paesi ricchi e potenti. E' naturale che spesso le rispettino (sono state "create" da loro e per loro); ma è inutile stupirsi che talvolta non le rispettino, quando queste consuetudini non rispondano più al loro utile
non posso, non voglio immaginare un mondo che non abbia una visione etica della legge, che non contempli un fondo di giustiizia. se voi ci riuscite, bene per voi. io non mi arrendo e penso che un mondo, per dirsi civile, non può ignorare la legge o, in generale, il diritto, solo perchè non conviene più. QUESTO è criminale
Questo non e" criminale, questo e" pensiero razionale!
Non ci sara" mai pace su questo mondo poiche" il conflitto fa parte della nostra vita quotidiana, nel nostro piccolo siamo impegnati ogni singolo giorno a competere in modo conflittuale con quelli che ci stanno intorno.
Troppi sono i motivi d"attrito su scala mondiale: religione, dispute di confini, interessi politici ed interessi economici.
E" sempre valsa la legge del piu" forte e proprio tale legge ha permesso il prosperare di grandi imperi como quello romano, mughal, persiano, cinese, ecc...
Il benessere della nostra nazione e del nostro popolo sono tutto cio" di cui dovremmo interessarci e i mezzi usati per raggiungere tale scopo sono irrilevanti.
Questo non e" criminale, questo e" pensiero razionale!Non ci sara" mai pace su questo mondo poiche" il conflitto fa parte della nostra vita quotidiana, nel nostro piccolo siamo impegnati ogni singolo giorno a competere in modo conflittuale con quelli che ci stanno intorno.
Troppi sono i motivi d"attrito su scala mondiale: religione, dispute di confini, interessi politici ed interessi economici.
E" sempre valsa la legge del piu" forte e proprio tale legge ha permesso il prosperare di grandi imperi como quello romano, mughal, persiano, cinese, ecc...
Il benessere della nostra nazione e del nostro popolo sono tutto cio" di cui dovremmo interessarci e i mezzi usati per raggiungere tale scopo sono irrilevanti.
non possi certo impedirti di pensarla come credi, e nemmeno voglio. sta di fatto che se la pensassero tutti come te allora saremmo in una continua guerra mondiale. io non so quanti anni hai, e che tipo di formazione. per la mia esperienza, però, posso dirti che ho imparato una cosa: la logica del "si è sempre fatto così" è la strada per la stagnazione nella abitudini sbagliate. se non si comincia a capire che non è lo sfruttamento e la prepotenza la strada giusta, allora non abbiamo imparato niente dalla storia, e ci meritiamo l'estinzione. detto qst, mi fermo qui, perchè siamo molto OT.
se vuoi approfondire la discussione, c'è il topic sula democrazia, che di fatto non ha OT. sarò lieto di ocntinuare lì
Skie, intendiamoci, io non "tifo" di certo per una situazione come quella descritta. Prima di iniziare a studiare giurisprudenza il mio interesse principale era, appunto, l'ordinamento internazionale. Purtroppo dopo un minimo di studi di base mi sono reso conto che, in questo settore, più o meno niente di ciò che ritenevo giusto è reale.
Io sarei il primo ad auspicare il rafforzamento di un ordinamento sovranazionale più che internazionale, però la realtà dei fatti è che, moralmente condivisibile o meno, attualmente non ci sono i presupposti perchè ciò avvenga.
Le consuetudini che regolano l'intero svolgimento delle relazioni internazionali sono tutt'altro che statiche e di certo non resteranno le stesse in intervalli di tempo sempre minori (l'evoluzione socio-politica globale ha toccato un picco mai raggiunto di rapidità evolutiva), il che, congiunto con la diminuzione di importanza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, difficilmente può non portare alla conclusione che senza i giochi di forza ancora in atto si sprofonderebbe nel caos.
Etico? No di certo. Auspicabile? Più del caos.
Quanto alla questione georgiana, spero che la Russia sia in grado di capire che è molto meglio cedere a un passo dalla vittoria ottenendo quelle concessioni che scontenterebbero Stati Uniti e compagnia bella entro i limiti della pacifica liceità (nel senso che in questa situazione sarebbe lecito anche un certo uso della violenza), evitando di scombussolare un equilibrio, seppur fragile, in una regione tutt'altro che facilmente gestibile e scongiurando il pericolo (sussistente) dell'installazione di basi militari straniere.
sai è curioso come gli stessi studi ci portino a conclusioni così diverse.
il fatto che non ci sia un ordinamento stabile è fuori discussione, tuttavia, quel minimo che c'è deve essere rispettato, pena il caos totale. se nemmeno consuetdini ormai consolidate vengono rispettate e considerate cogenti, allora siamo sull'orlo del baratro. ed io credo che quelle consuetudini siano ancora considerate cogenti, nonostante l'attuale situazione. la mia idea è che prima o poi le potenze in gioco si renderanno conto che avallare cose come pretese violente di indipendenza porta inevitabilmente allo scontro frotnale con potenze che hanno interessi diversi. il logorio non può durare in eterno, quindi le cose sono 2: o la corda si rompe, oppure ci si attesta ancora sulle consuetudini consolidate negli ultimi 60 anni.
un aspetto fondamentale (secondo me il più fondamentale) di qualsiasi regola è la coercitività. Non rispetti la regola? allora qualcuno che ha la forza ti fa il mazzo.
Nell'ordinamento internazionale, anche se ci sono consuetudine e magari anche qualche trattato, gli unici che hanno la forza sono ancora i singoli Stati. Questo rende fragilissima qualunque regola vada contro gli interessi dei potenti, ed esagaratamente forti le regole che li soddisfano...
L'ordinamento internazionale sarà una cosa seria quando tutti gli Stati rinunceranno alle loro forze militari singole per creare un unico esercito internazionale sotto il controlla delle Nazioni Unite (o sarebbe meglio una nuova versione delle Nazioni Unite).
non so però se sia una cosa auspicabile...
mia idea è che prima o poi le potenze in gioco si renderanno conto che avallare cose come pretese violente di indipendenza porta inevitabilmente allo scontro frotnale con potenze che hanno interessi diversi. il logorio non può durare in eterno, quindi le cose sono 2: o la corda si rompe, oppure ci si attesta ancora sulle consuetudini consolidate negli ultimi 60 anni.
la pace eterna... piacerebbe, ma credo sia un utopia.
Non mi trovo d'accordo con la politica iper-aggressiva teorizzata da Lord Andrew Snowmane, però riconosco che qualche guerricciola di tanto in tanto possa essere salutare.
A chi vorrebbe risolvere tutto con i compromessi e la democrazia (es. lasciamo che siano i popoli a decidere cosa fare) ricordo che spesso le frange estremiste (e spesso l'intera popolazione) non accetta i compromessi e i risultati democratici, dando via a terrorismo, guerriglia, guerre civili.
A questo punto l'unica strada è risolvere la situazione con la violenza (che sia la violenza dei caschi blu, o delle sanzioni internazionli,o della superpotenza di turno, o di una delle fazioni in lotta)
Esiste forse un'altro modo?
la pace eterna è una bella cosa, ma ovviamente è irrealizzabile. cmq la tua idea del diritto è, quantomeno, limitata. provo a spiegarmi in modo semplice, così non la faccio lunga. per quale motivo un ordinamento nazionale è rispettato? perchè lo stato detiene il potere coercitivo? no. semplicemente perchè, se nessuno rispettasse la legge tranne i poliziotti, non ci sarebbero mai uomini bastanti per coercire tutti a rispettarla. la validità di un diritti, invece, sia esso internazionale e consuedtudinario, o nazionale e scritto, sta nel rispetto medio. in italia, per dire, la legge ha forza perchè viene mediamente rispettata, cioè tutti hanno rispetto per la legge, che non deriva solo dalla paura di una punizione (vedi esempio sopra), ma dal fatto che le norme sono da tutti o quasi ritenute vincolanti. per farti un esempio opposto, perchè la legge sulla pirateria informatica è di fatto carta straccia? perchè semplicemente nessuno la rispetta, in quanto non la si ritiene vincolante. ed ecco che in sostanza è una sorta di non legge (ho esagerato l'esempio, ovviamente, ma rende l'idea).
ora, perchè parliamo di un ordinamento internazionale? perchè le consuetudini che formano tale diritto (ma anche trattai importanti) sono rispettati. e non perchè sennò arriva l'onu a punirci, ma perchè gli stati ritengono vincolanti tali consuetudini (per vari motivi).ecco perchè, accettare nuovi modi di comportarsi come consuetudini (es. l'indip. del kosovo, o la guerra preventiva) è pericoloso. non perchè sennò chissà cosa succede nell'immediato, quanto perchè si affermerebbe, col tempo, un diverso diritto internazionale che accetta la secessione armata e la guerra preventiva. un ordinamento internazionale esiste, non scordiamocelo, ed è compito di tutti mantenerlo vivo, proprio perchè più fragile. ma, senza avventurarci in scenari di fantapolitica tipo un governo mondiale, possiamo affermare che ci sono moltissime consuetudini, a partire dai diritti umani in guerra, o in generale l'idea del pacta sunt servanda, che sono ormai cogenti e hanno un loro valore giuridico, indipendentemente dalla forza dell'eventuale repressione, proprio perchè quasi tutti le rispettano, sentendole come vincolanti.
semplicemente perchè, se nessuno rispettasse la legge tranne i poliziotti, non ci sarebbero mai uomini bastanti per coercire tutti a rispettarla. la validità di un diritti, invece, sia esso internazionale e consuedtudinario, o nazionale e scritto, sta nel rispetto medio. in italia, per dire, la legge ha forza perchè viene mediamente rispettata, cioè tutti hanno rispetto per la legge, che non deriva solo dalla paura di una punizione (vedi esempio sopra), ma dal fatto che le norme sono da tutti o quasi ritenute vincolanti. per farti un esempio opposto, perchè la legge sulla pirateria informatica è di fatto carta straccia? perchè semplicemente nessuno la rispetta, in quanto non la si ritiene vincolante. ed ecco che in sostanza è una sorta di non legge (ho esagerato l'esempio, ovviamente, ma rende l'idea).
certo, anche il consenso è molto importante; infatti io ho detto che il potere coercitivo è "un aspetto fondamentale", non "l'unico aspetto".
Nessun ordinamento (dal più tirannico al più democratico) può reggersi senza un minimo di forza o un minimo di consenso
tuttavia il vasto consenso che può esserci in uno Stato come l'Italia o la Francia, con religione, ideali e tradizioni comuni, difficilmente potrà esserci a livello mondiale, dove le differenze, in alcuni campi, sono oggigiorno insuperabili.
Per questo a livello internazionale credo che il potere coercitivo sarebbe più efficace rispetto alle consuetudini, accettate più per convenienza che per sincero consenso (la Cina rispetterebbe i diritti umani in un ipotetico conflitto con il Giappone? bah... non li rispettano neppure gli americani, anche se poi vanno in giro a fare i predicozzi...).
proprio perchè quasi tutti le rispettano, sentendole come vincolanti.
ma nel momento in cui non le sentono più come vincolanti (ultimamente molto spesso), manca un efficace coercizione .
Io rispetto la legge che tutela la vita umana perchè condivido il contenuto di tale legge, ma nel momento in cui non lo condividessi più, ci sarebbe pur sempre il potere coercitivo a tutelarla.
rinnovo la domanda: se frange estemiste potenti, o addirittura interi popoli, non accettano le consuetudini internazionali, o le regole stablite democraticamente dal loro stesso paese, come si fa a ricondurli "all'ordine" senza forme più o meno pesanti di violenza?
comunque: la legge la fa chi ha la forza. Avere la forza non è necessariamente un connotato negativo; in occidente il popolo ha effettivamente acquistato una grande forza consapevolezza, e i risultati si vedono (democrazia, diritti della persona ecc)
Nelle dittature militari contemporanee (ma dove comunque la massa ha un certo peso) le leggi sono molto diverse; e nelle aristocrazie militari del passato (dove uno squadrone di cavalieri pesanti metteva in rotta 1000 contadini, i quali a loro volta erano completamente succubi -consenso e coercizione insieme- della religione) ancora diverse.
A livello mondiale, vale lo stesso discorso. Negli ultimi 60 anni le grandi potenze tutto sommato hanno collaborato al reciproco benessere, e hanno regolato i loro rapporti di conseguenza.
Ma stai pur certo che nel momento (Dio non voglia) in cui il benessere, o la sopravvivenza, di una grande potenza dipenderà dalla sconfitta o dall'occupazione di un altra potenza, le consuetudini che esse stesse hanno elaborato varranno meno di niente.
Per adesso le consuetudini reggono, perchè le vittime delle superpotenze sono ridicoli staterelli praticamente senza sovranità (Tibet, Iraq, Georgia, Afghanistan).
in italia, per dire, la legge ha forza perchè viene mediamente rispettata, cioè tutti hanno rispetto per la legge, che non deriva solo dalla paura di una punizione (vedi esempio sopra), ma dal fatto che le norme sono da tutti o quasi ritenute vincolanti
Ma perché ritenute "naturalmente" vincolanti, o per la pena? È vero quanto dici, che se nessuno le rispettasse le forze dell'ordine non ruscirebbero a perseguire tutti, ma è anche vero che, se uno le viola, non è assolutamente detto che tutti facciano altrettanto; in altri termini, il ragionamento "Se nessuno le rispettasse, allora" diventa valido qualora tutti inizino a non rispettarle, altrimenti il singolo avrà sempre paura della punizione, perché di fatto il "Se tutti lo fanno, non c'è il personale per punire" diventa un'astrazione teorica.
senza avventurarci in scenari di fantapolitica tipo un governo mondiale, possiamo affermare che ci sono moltissime consuetudini, a partire dai diritti umani in guerra, o in generale l'idea del pacta sunt servanda, che sono ormai cogenti e hanno un loro valore giuridico, indipendentemente dalla forza dell'eventuale repressione, proprio perchè quasi tutti le rispettano, sentendole come vincolanti
Perché le sentono vincolanti, o perché temono scenari come quelli da te ipotizzati (o anche meno estremi, ma comunque in quella direzione)? Il punto è, seguo una legge perché la considero vincolante in sé, o perché temo le conseguenze che si avrebbero, anche a lungo termine, non seguendola? Con questo (e con quanto sopra) non voglio dire che nessuno rispetta la legge perché la ritiene giusta, vincolante, ecc., ma non poche volte penso che la questione "Non rubo perché non voglio rischiare la pena" possa essere preponderante. Detto in altri termini, quanti pagherebbero (tutte) le tasse, se non ci fosse una pena in caso di evasione fiscale?
Tra l'altro: dici «per la mia esperienza, però, posso dirti che ho imparato una cosa: la logica del "si è sempre fatto così" è la strada per la stagnazione nella abitudini sbagliate»; però seguire una consuetudine di fatto mi pare la logica del "si è sempre fatto cosí" :blink:
tutto più o meno giusto, anche se sembri interpretare l'adesione alla norma come una specie di condivisione di valore, quando io parlo solo di sentirla come obbligatoria, non come giusta. cmq, torniamo al punto cui mi riferivo qualche messaggio fa: seguire la logica che esprimi tu, in ogni caso appunto logica, ci porta al circolo vizioso per il quale "siccome si è sempre fatto così", allora vanno bene calpestare diritti e doveri e consuetudini, perchè non convengono più. sarebbe ora di stabilizzare definitivamente certe consuetudini, invece di pensare al fatto che ognuno deve fare come più gli conviene, solo così potremo uscire dalla logica del puro interesse.
per rispondere alla tua domanda: certo, minoranze e frange estremiste, persino interi stati, possono ignorare il diritto internazionale e quello interno, e allora è chiaro che ci vuole qualcosa di più efficace dell'attuale onu (i fatti recenti lo mostrano in fondo), ma appunto stiamo parlando di minoranze, non di una rivoluzione generale dell'ordinamento internazionale.
tale rivoluzione avviene invece avallando comportamenti come quello kosovaro o la guerra preventiva, o ancora il comportamento russo e georgiano. perchè, creando qst precedenti, si fonda la base per na unova consuetudine che di fatto ignora la parte buona di quello che sinora si è costruito in 60 anni.
sarebbe ora di stabilizzare definitivamente certe consuetudini, invece di pensare al fatto che ognuno deve fare come più gli conviene, solo così potremo uscire dalla logica del puro interesse.
giusto, ma torno a ripetere che se vogliamo che acquistino un efficacia almeno pari a quella delle leggi nazionali, innanzitutto devo essere sentite come obbligatorie o come giuste dagli interessati, e in secondo luogo deve venir istituito un corpo militare con effettivo potere coercitivo.
tale rivoluzione avviene invece avallando comportamenti come quello kosovaro o la guerra preventiva, o ancora il comportamento russo e georgiano. perchè, creando qst precedenti, si fonda la base per na unova consuetudine che di fatto ignora la parte buona di quello che sinora si è costruito in 60 anni.
è vero che sono precedenti pericolosi.
Però io non stavo facendo un discorso su cosa sia buono e cosa non lo sia; mi limitavo a fare una considerazione: se le consuetudini internazionali sono state create dai potenti per i potenti, in un ottica chiaramente utilitaristica, è naturale che nelle circostanze in cui tali consuetudini si rivelano più dannose che altro (es Iraq, o Georgia) le stesse superpotenze infrangano tali consuetudine (perchè non le ritengono obbligatorie, e perchè non c'è nessuno che li possa fermare)
tutto più o meno giusto, anche se sembri interpretare l'adesione alla norma come una specie di condivisione di valore, quando io parlo solo di sentirla come obbligatoria, non come giusta
Ma hai detto che il rispetto della legge non deriva dal fatto che lo Stato detiene il potere coercitivo, ma dal fatto che le norme sono viste come vincolanti; la mia domanda era, è vista come obbligatoria, o è vista come dannosa se non seguita ("Se rubo, rischio X"); inoltre, anche fosse vista vincolante, non è che sono viste vincolanti perché lo Stato detiene il potere coercitivo; o, in altri termini, perché è prevista una pena? Se cosí fosse, si ritornerebbe al fatto che la maggioranza segue la legge per paura della punizione.
seguire la logica che esprimi tu, in ogni caso appunto logica, ci porta al circolo vizioso per il quale "siccome si è sempre fatto così", allora vanno bene calpestare diritti e doveri e consuetudini, perchè non convengono più
Quello che facevo notare io è che le stesse consuetudini sono di fatto un "si è sempre fatto cosí", quindi tu stai dicendo che non ha senso calpestare il "si è sempre fatto cosí" perché "si è sempre fatto cosí"; da un lato le consuetudini vanno rispettate perché si è sempre fatto cosí, dall'altro non vanno calpestate nonostante si sia sempre fatto cosí. In pratica, mi pare che implicitamente tu stia delineando due "si è sempre fatto cosí", uno condannato perché tale logica "è la strada per la stagnazione nella abitudini sbagliate", l'altro sostenuto perché le consuetudini (ossia dei "si è sempre fatto cosí") sono da seguire.
mh, provo a spiegarmi meglio. allora, il rispetto medio della legge deriva da molte cose, come una accettazione morale. altri le seguono perchè temono una punizione. altri semplicemente perchè la legge è legge, e via così. il fatto che siano ritenute vincolanti però è sempre lo stesso.quello che mi premeva sottolineare è il fatto che, in ogni caso, la legge non è rispettata esclusivamente perchè c'è qualcuno pronto a punirmi. qst vale sia in campo nazionale sia in campo internazionale, e così arriviamo alla seconda questione.
in effetti, potrebbe sembrare una contraddizione, voler salvare delle consuetudini perchè non si vuole la logica del "perchè è sempre stato così", ma ci sono un paio di questioni. la prima, è un giudizio di valore, in base al fatto che le consuetudini instauratesi dopo il 1945 sono in genere consuetudini di collaborazione e pace quindi, rispetto al disvalore che ha una cosa come, per esempio, la guerra preventiva, è meglio la consuetudine vigente. in secondo luogo, appunto, le consuetudini che mi preme "salvare" sono in effetti più nuove, meno consuete, per così dire, essendo in auge da una sessantina di anni, mentre la guerra, la conquista e la sopraffazione vigono da...beh da un sacco di tempo. in questo senso, tornare alla guerra come soluzione e accantonare il diritto perchè non fa comodo, è un ritorno ad una logica antica che ci ha portati all'atomica. terza ed ultima considerazione (lo so che ho detto un paio....ma mi ricordo ora e sono prigro per correggere!) è il fatto che gran parte del diritto internazionale è non solo convenzionale, ma scritto, in trattati firmati ed approvati dai paesi che si impegnano a rispettarli. quindi, almeno per i paesi aderenti, quei trattati SONO vincolanti. e molti trattati, anche se non firmati da tutti i paesi del mondo, sono ormai pacificamente ritenuti trattati cogenti, ossia pongono delle norme che sono vincolanti per tutti (un esempio che fecero nel mio esame di dir. intern. era il trattato onu, o la convenzione di ginevra). quindi, tornare all'idea della legge del più forte semplicemente perchè così è sempre stato, secondo me è un passo indietro di 60 anni abbondanti, mentre dovremmo sforzarci tutti per rendere ancora più condiviso il diritto internazionale già vigente.
ok, ho finito, spero di aver chiarito. diavolo se siete faticosi! :blink: