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Educazione nel mondo
I di Iskall Ytterligare
creato il 27 maggio 2008

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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 02 aprile 2011 20:41

Non capisco questo voler far dipendere il valore letterario di un opera dal contesto storico e dalla rappresentazione che questa ne da.Fra 100 anni anche i libri di Moccia saranno " uno spaccato di un determinato periodo vissuto da noi come abitanti della Penisola Italica"...facciamo studiare anche "3 Metri Sopra il Cielo" nei licei?

E il valore letterario intrinseco all'opera,quello analizzando il quale dovrei imparare ad utilizzare le tecniche di scrittura in maniera adeguata....che fine fa?

 

Perdona la domanda, ma siamo sicuri che quando si esalta "I promessi sposi" perchè è uno spaccato importante della nostra storia e bla bla ci si stia riferendo al suo valore letterario e non al suo valore storico? Perchè io ho sentito molti dire che i loro prof mettevano in risalto il valore storico del libro, ma appunto si parlava di valore storico, non letterario, che era sempre un'altra cosa. In sostanza, per mia esperienza personale e per sentito dire, i prof hanno sempre esaltato il romanzo di Manzoni per il suo valore letterario E per quello storico.

 

Onestamente non ho idea del perchè si faccia una cosa del genere.....si tratta,tutt'al più,di un simpatico arricchimento del proprio bagaglio culturale,che nulla ha a che fare con l'imparare a suonare uno strumento musicale.Potrei sapere a menadito tutte le cose che hai elencato te,e non essere comunque in grado di tirare fuori dal pianoforte neppure il più banale dei "FraMartino Campanaro".

Per far ciò c'è un unico modo:scorticarsi le dita a sangue sui tasti del pianoforte a furia di esercitarsi,e padroneggiare scale,accordi ecc...strumenti,appunto.Non nozioni.

 

Concordo, il modo migliore per imparare a suonare uno strumento è la pratica costante. L'ho visto fare a mio fratello quando ha imparato a suonare la chitarra. Però gli ho anche visto leggere (per sua iniziativa e per stimolo da parte dell'insegnante) articoli e altro sul web relativo a chitarristi famosi, concerti storici e chitarre leggendarie.

 

Lo studio della Letteratura (non solo Italiana) dovrebbe servire a tutt'altro.Non è un guru o una guida spirituale... >_>

Dovrebbe servire per dare agli studenti gli strumenti per poter costruire i contenuti e le opere che caratterizzeranno la cultura di domani.Cosi com'è ora serve solo a produrre (nel migliore dei casi) una massa acritica che adora e conosce a menadito la cultura del passato.

 

Concordo in parte. Lo studio della letteratura dovrebbe dare agli studenti le capacità per capire le opere attuali/passate e saperne produrre di altre, ma è anche vero che per alcuni la letteratura è ANCHE una forma di guida personale, un modo per capire le proprie radici o semplicemente per soddisfare dei propri bisogni "spirituali". Uso il termine in senso molto ampio, riferendomi tanto a coloro che hanno perso una persona cara e leggono romanzi di esperienze simili per trarne conforto quanto a quelli che invece sono molto legati al proprio territorio e si appassionano alla letteratura prodotta da autori locali, tanto per fare un paio di esempi banali. In sostanza, lo studio della letteratura dovrebbe permettere di fare entrambe le cose.

 

Aggiungo inoltre una piccola nota di colore. Quando studiavo all'università, la mia professoressa di letteratura inglese del 3° e 4° anno, che era stata a lungo negli States, mi disse che il metodo di studio anglosassone della letteratura è radicalmente diverso dal nostro. Da loro, si da molta importanza al testo, alla sua analisi, alla sua comprensione e alle discussioni su di esso. Il contorno storico e teorico viene naturalmente affrontato, ma in misura minore rispetto a noi. Questo, se da un lato produce esaurimenti nervosi a non finire (la lista di testi da leggere ed analizzare per un esame ad Harvard, tanto per dire, era lunga alcune pagine...), dall'altro permette di avere studenti (che poi magari diventano professori o scrittori) ferrati sui testi e la loro produzione come da noi non se ne vedono.


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