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Commenti sul libro che ho appena letto....
P di Polgara
creato il 18 gennaio 2008

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Inviato il 06 febbraio 2017 8:37

Non essendo riuscito a terminare la saga della Torre Nera, e preso da altre attivitá, erano MESI che non leggevo assolutamente nulla. Ma quando in biblioteca é arrivato "L'incredibile cena dei fisici quantistici" potevo farmela scappare? Chiaramente no! Ecco che quindi ieri sera mi sono immerso in questa affascinante lettura con un entusiasmo che non ricordavo da anni. Non l'ho ancora finito, ma il libro é estremamente affascinante.

Gabriella Greison ha romanzato l'ultimo atto di quello che nell'anetoddica scientifica é uno dei congressi piú citati in assoluto, il Solvay del '27: é qui che per alcuni giorni si ritrovarono alcuni dei fisici piú importanti dell'epoca (tra quelli impegnati nella neonata fisica quantistica) per fare il punto della situazione su teorie che sembravano difficili, confuse ma estremamente rivoluzionarie. C'erano tutti: da Einstein a Bohr, da Born alla Curie, da Heisenberg a Schödringer, da Ehrenfest a Pauli. E poi Compton, Dirac, de Broglie, Planck etc etc etc

 

E la fama, questa specifica edizione del Solvay l'ha raggiunta in particolare per via del duello intellettuale che si é venuto a creare tra Einstein e Bohr, con il primo che tirava fuori continue obiezioni alla fisica dei quanti, in particolare l'indeterminazione e l'interpretazione probabilistica, e Bohr, che le smontava una ad una fino alla resa (temporanea) di Einstein.

 

Il libro racconta, come se fossimo lí con loro, l'ultima cena del congresso. Si sofferma sui particolari della sala, presenta i commensali come se fossero i personaggi di un romanzo, descrivendone i tic e le manie, le conversazioni scientifiche come quelle piú mondane, le amicizie e le rivalitá. E a molti di loro dedica alcune pagine di approfondimento: chi erano, dove sono nati, come sono cresciuti, come venivano considerati, le loro conquiste e le loro sconfitte.

 

A tutti quelli che sono affascinati dalla storia della scienza e che come me amano in particolar modo il primo quarto del 900 (quindi, la nascita della meccanica quantistica), questo é un libro che mi sento certamente di poter consigliare. Non é un libro introduttivo all'argomento peró: é una parentesi, fatta per affascinare quelli che dello sviluppo del pensiero scientifico amano anche i personaggi, amano vedere come vivevano e come si relazionavano.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 11 febbraio 2017 12:57

34057-george-r-r-martin-i-canti-del-sogn

I canti del sogno - Volume secondo - 2016 - George RR Martin

 

E infine, con questo I canti del sogno, volume secondo, finalmente sono stati pubblicati in italiano tutti i racconti di George Martin, tratti dalla sua monumentale antologia RRetrospective.

Ho letto con entusiasmo i tre libri precedenti tratti dall'opera originale (Le Torri di Cenere, I re di Sabbia, e Canti del Sogno, volume primo) e devo dire che quest'ultima parte non mi ha deluso, anzi l'ho trovata superiore all'ultimo libro pubblicato, perché é più vario (il primo era concentrato soprattutto sui racconti horror), perchè correlato da due saggi autobiografici e perché contiene due sceneggiature ci mostrano la fase hollywoodiana di Martin.

 

Il libro viene introdotto dal saggio autobiografico Un Cuore in Conflitto, in cui Martin introduce i primi quattro racconti:

1) La tratta della pelle, vincitore del World Fantasy Award, un avvincente horror/thriller sui lupi mannari, racconto che avevo giá letto come graphic novel (peraltro trasposto molto bene).

2) Sotto assedio, che riprende il racconto storico La fortezza, che Martin aveva scritto in gioventù, ma che non era stato pubblicato, e lo elabora in chiave storia alternativa/fantascienza. Non sono riuscito a farmelo piacere del tutto, la trama mi sembra un po' tirata per i capelli, sicuramente il più fiacco del libro.

3) Varianti perdenti, l'unico racconto di Martin, che riprende il suo passato da scacchista (e ci offre una panoramica dell'ultima fase del suo matrimonio? :blink:), un avvincente racconto fantascientifico in cui una squadra di scacchi si re-incontra dieci anni dopo il suo ultimo torneo per giocarsi il proprio futuro. Per me il migliore del lotto.

4) I ritratti dei suoi bambini, invece é un fantasy/mystery che ci fa percorrere le opere di uno cinico e inacidito scrittore. L'ultima opera mi ha fatto davvero accapponare la pelle. E bravo Martin!

 

La seconda parte é introdotta dall'interessantissimo saggio autobiografico Il canto delle sirene di Hollywood. Forse il brano del libro che ho letto con maggiore interesse, perché ci offre uno sguardo nella Hollywood degli anni 80 e di come venivano (vengono?) macellate le sceneggiature prima di andare in onda. Seguono due sceneggiature originali di Martin:

1) Ai confini della realtà – “L’altra strada” - Puntata scritta per la popolare serie Ai confini della realtà, riesce a costruire una certa suspance, ma in veritá ha un finale abbastanza banale. Sicuramente perfetto per lo schermo e per quei 20 minuti scarsi di intrattenimento che dovrebbe offrire.

2) Porte - invece, é stato un progetto importante della carriera di Martin, a cui ha dedicato due anni e passa della sua vita. È al fallimento di Porte che "dobbiamo" il ritorno alla prosa e la scrittura delle Cronache del Ghiaccio e del Fuco. Se Porte fosse andato in onda, George Martin probabilmente sarebbe diventato un affermato scrittore/producente Hollywoodiano.

I due protagonisti di Porte si muovono tra realtà parallele utilizzando dei portali, e sono cacciati da uno spietato alieno oscuro. Interessanto lo scenario post apocalittico, ci mostra un nuovo lato del multitalentuoso George Martin. Purtroppo questa sceneggiatura ci mostra i limiti dello storytelling audiovisivo, sebbene la trama sia convincente, i protagonisti, dei quali ci vengono mostrati gli stati d'animo e i pensieri con il contagocce, risultano, in certi passaggi stereotipati e impacciati. Sicuramente una fattore che un buon attore può compensare, ma si nota che Martin non riesce a dispiegare tutta la sua bravura in questo format limitato.

 

I Canti del Sogno, Volume secondo, conclude quindi degnamente il percorso iniziato nel lontano 2007 con I Re di Sabbia. I racconti ivi contenuti sono sicuramente validi, non gli avanzi scartati dai precedenti tre volumi. La forza di questo libro secondo me, lo ripeto, é la maggiore varietà di generi, e il valora aggiunto dato dai due brani autobiografici.

 

Un libro che si può benissimo leggere anche da solo, ma non ne consiglierei l'acquisto, perché nel frattempo i quattro libri tratti da Rretrospective sono stati ripubblicati, questa volta in due volumi, e correlati da altri saggi autobiografici ed estratti da altre opere, come i Viaggi di Tuf o la serie Wild Cards e sono quindi più complete.

Consigliato a tutti i fan di Martin, consigliato a tutti i fan dei racconti validi di tutti i generi. ^_^

 

Voto 8,5/10

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

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Team Greyjoy

 

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Inviato il 13 febbraio 2017 8:28

Ho terminato la lettura di "L'incredibile cena dei fisici quantistici" e confermo l'ottima impressione che ne ho avuto e che ho giá espresso alcuni giorni fa. Il libro é, chiaramente, scritto da qualcuno che ammira, idolatra addirittura, alcuni dei personaggi che vi sono descritti.

Le uniche debolezze di questo libro sono, a mio avviso le seguenti 2:

1) Il congresso Solvey del '27 é ricordato per il duello Einstein/Bohr. Questo peró non viene raccontato: non si descrivono gli esperimenti mentali che Einstein escogitó per smantellare la meccanica quantistica, e le risposte con cui Bohr mostrava gli errori di Einstein (compreso, in un caso, l'aver ignorato gli effetti relativistici!). Il focus del romanzo é un altro, ma al lettore ideale di questo libro avrebbe certamente interessato anche questo aspetto, e il romanzo stesso offriva il contesto migliore per presentarlo nella maniera piú intrigante. Forse una occasione mancata.

2)La scrittrice avrebbe forse potuto aggiungere un capitoletto finale per descrivere brevemente come si é evoluta la questione (ancora in parte irrisolta) della misura, sostanzialmente alla base del conflitto tra Einstein e Bohr. In particolare, non é con Solvey che Einstein ha cessato di attaccare la meccanica quantistica: l'ultimo suo grande tentativo é stato con il paradosso EPR.

Penso quindi che il libro avrebbe potuto (molto rapidamente) descrivere EPR, e poi mostrare come Bell abbia ideato il suo teorema per mettere sotto esperimento il realismo/la non localitá della MQ, e poi Aspect, implementando il teorema, abbia definitivamente dimostrato la non localitá della MQ, negando EPR e quindi, in sostanza, l'ipotesi di Einstein.



Lady Monica
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Lady Monica
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Inviato il 13 febbraio 2017 11:33

Per una persona che di fisica non ci capisce un'acca, il libro è leggibile?


È Frittella il nostro Re

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You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.

 

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La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )

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Inviato il 13 febbraio 2017 12:53

Assolutamente si: é un libro sui personaggi, sono rimasto anzi sorpreso di quanto poco ci sia di "scienza". Riguarda le persone, le loro caratteristiche, i loro rapporti. É sostanzialmente un romanzo, molto piú che un libro di divulgazione. Bisogna capire peró se possa interessare a qualcuno che é completamente a digiuno di queste cose, visto che immagino (ma potrei tranquillamente sbagliare) che il percorso sia: mi intriga la fisica->leggo di fisica->incontro i personaggi->voglio saperne di piú.

 

Peró ripeto: se pensi che ti possa interessare, leggilo pure in quanto non richiede alcuna dimestichezza con i concetti scientifici di cui si parla (e non ne saprai di piú una volta finito il libro).

Diciamo che potrebbe esser un pó come il film su Lautrec: non devi conoscere l'arte francese dell'800 per apprezzarlo, ma non ne saprai di piú dopo averlo visto :ehmmm:


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Inviato il 16 maggio 2017 15:01

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A crown of swords (Ruota del tempo vol.7)

 

 

Rand Al Thor inizia a riunire le nazioni per lo scontro finale, seda ribellioni, conquista troni e anche qualche cuore. Elayne e Nynaeve sono alla ricerca della coppa dei venti, "sorvegliate" da un recalcitrante Mat, che, come al solito, ne passa di cotte e di crude.

 

 

Questo capitolo della mastodontica saga della ruota del tempo ha i suoi alti e bassi. Ero già stato messo in guardia che la saga avrebbe subito un calo dopo il quinto libro e dopo il finale al fulmicotone del sesto. Uomo avvisato mezzo salvato, infatti suono riuscito a barcamenarmi tra capitoli carichi di azione e altri in cui invece per intere pagine viene analizzata la dolcificazione del te con il miele.

Qualche tasselo importante per la trama principale viene smosso e il finale, al solito é veramente avvincente. A detta di chi ha letto tutta la saga, le cose dovrebbero ancora peggiorare con l'8 e il 9 e considerando che sono a metà saga, la cosa non é che mi faccia gran piacere, ma sicuramente non riusciró a mollare a questo punto.

 

Continua a piacermi il modo di scrivere di Rigney/Jordan, ha un inglese un po' antiquato ma molto descrittivo, e ciò lo aiuta a rendere credibile il suo immenso (per tempo e dimensioni) mondo. I personaggi sono realizzati bene, anche se sono un tantinello frustrati e hanno qualche blocco psicologico :stralol:. E, ovviamente, come in quasi tutte le saghe fantasy da Harry Potter e il SDA, i protagonisti sono condannati alla sofferenza e alla rinuncia dei piaceri della vita. Tutto questo rende un po' frustrante la lettura, ma, appunto non é solo un problema della Ruota del tempo.

 

Il libro non si può leggere come opera a se stante, bisogna per forza passare dai sei libri precedenti.

 

Voto 6,5/10


 

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Inviato il 18 maggio 2017 10:32

Ho.appena finito di leggere la.saga di mistborn di sanderson,che dire davvero una trilogia fantastica...tanta azione,misteri e colpi di scena...con un finale davvero bello che va a concludere una bellissima opera che entra di diritto nella mia top 5.

 

 

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Inviato il 08 giugno 2017 19:07

Ho appena finito "l'Assiro" di Nicholas Guild, davvero un ottimo lavoro per chi apprezza i romanzi storici di un certo spessore. Mi ha ricordato molto Martin come stile di scrittura


STA USCENDO IL MIO ROMANZO STORICO! TIENITI AGGIORNATO SULLA PAGINA UFFICIALE
https://www.facebook.com/UltimoPaleologo/

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Inviato il 28 agosto 2017 20:13

Siiii!! Dopo tanti mesi, finalmente sono riuscito a leggere un nuovo romanzo (grazie alla ferie estive!). Ci ho messo un pò a sceglierlo e alla fine, non avendo trovato nulla che mi convincesse appieno (cercavo un fantasy o un sci-fy classici), mi sono portato in ferie un libro che mi è capitato tra le mani: La zona morta, di Stephen King.

Ora, con King è un pò come giocare alla rulette (scusate la battuta, comprensibile a chi ha letto il libro): un paio di libri li ho amati, un paio detestati. Però ne ha scritti talmente tanti che se iniziassi ad apprezzarlo, ne avrei da leggere per anni :ehmmm:

 

E la Zona morta mi ha convinto! Come per il suo altro libro che ho amato (22/11/63), anche in questo si respira l'aria degli anni 60/70, periodo che King evidentemente conosce a ama, tanto da renderlo in maniera molto efficace. I personaggi sono convincenti e ben approfonditi (non come in the dome), e la storia scorre asciutta e concreta. Alla fine si ha forse la sensazione che non sia poi successo "così tanto", però non l'ho vissuto come una occasione mancata: il libro mi ha intrattenuto in maniera piacevole e di questo gli sono grato.

Sono certo che leggerò altro di King.


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Inviato il 20 settembre 2017 10:28

Eaters of the dead (Michael Crichton)

 

Comprato come edizione tascabile, causa ritardo aereo in messico, ormai 9 anni fa e da allora conservato nelle profondità della libreria, riscoperto in tarda primavera e divorato in poche settimane, (in alternanza con altri due libri). Le vicende non mi erano nuove, ho visto più volte il film "il 13esimo guerriero", che tutto sommato mi era sempre piaciuto.

La trama estrapolata da un manoscritto (un falso storico, costruito con maestria dall'autore), narra delle vicende di Ibn Fadlan, ambasciatore del Califfo di Baghdad in missione dal re dei bulgari, che viene "scelto" da un gruppo di vichingi per essere il 13esimo guerriero di una spedizione, che dovrebbe liberare un re danese dalla minaccia di terribili creature cannibali.

 

Questo libro esalta l'enorme versatilità di Crichton, che passa dai libri storici alla fantascienza, senza perdere credibilità e riuscendo ad essere sempre avvincente. Sebbene scritto con un inglese tutt'altro che attuale, e nello stile di un resoconto cronologico, il romanzo si legge con facilità, complice uno stile di scrittura semplice ed efficiente.

 

Consigliatissimo a tutti gli amanti dei racconti storici, ma é un romanzo che può benissimo essere affrontato anche da chi non aprezza il genere. Un must per tutti i fan di Crichton!

 

Voto 7,5/10

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

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Inviato il 20 settembre 2017 11:09

Uhm, ricordo che avevo guardato con molto interesse il film sperando in un fantasy e ritrovandomi con un film "storico" (non mi piacciono granché). Peró amo un certo Crichton (quello dei primi anni) e non mi dispiacerebbe vederlo alle prese con qualcosa di diverso da quello a cui mi ha abituato.


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Inviato il 27 settembre 2017 15:19

Ho appena finito di leggere Nicolas Eymerich, inquisitore di Valerio Evangelisti. 

 

In breve, la trama di dipana in 3 sottotrame diverse, in 3 diverse epoche, una nel futuro, una nel presente e una nel passato. Se quanto avviene nel presente fornisce le spiegazioni fantascientifiche per quel che viene dopo, quanto ambientato nel futuro subisce le conseguenze della sottotrama principale, ambientata nel '300 nel regno di Aragona. Protagonista di questa parte della storia, è Eymerich, inquisitore duro, severo, pratico, misogino, scostante ma allo stesso tempo autorevole quando serve, sfrontato e pronto a tutto pur di ottemperare al suo incarico. Simpatizzare con Eymerich è difficile, la sua religiosità e la sua vocazione sembra spesso la conseguenza di un suo modo di essere, un modo per giustificare e trovare riscontro del suo odio misto a paura per tutto quello che vede come impuro, biologico, animalesco, selvaggio: la malattia lo ripugna, i fregi moreschi lo indignano, rifugge la plebe quando può e disprezza gli ordini mendicanti come i Francescani; è a suo agio nella cella spartana, da solo, in mezzo agli inni e all'incenso. Riesce a farsi temere o ammirare ma difficilmente prova empatia per un altro essere umano

e l'unico per il quale a un certo punto manifesta una certa empatia è il re, nel momento il cui questi accetta di anteporre il bene del regno all'amore per la figlia, un senso del dovere in cui Eymerich probabilmente riconosce sé stesso.

D'altra parte è difficile non farsi affascinare da questo personaggio, dalla determinazione e i nervi saldi che dimostra e anche dal fatto che, forte delle sue convinzioni, non le ritratta davanti a nulla. Quando in città inizia a delinearsi la presenza di una strana setta, farà di tutto per ristabilire l'ordine.

 

Ho trovato la scrittura a tratti un po' scarsa, ma niente di atroce e il romanzo si legge comunque benissimo. Certe trovate sono davvero belle, e l'ambientazione medievale mi è piaciuta molto. Penso che andrò avanti a leggere gli altri libri della serie.


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Lyra Stark
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Inviato il 27 settembre 2017 18:04
Il 20/9/2017 at 10:28, Timett figlio di Timett dice:

Eaters of the dead (Michael Crichton)

 

Comprato come edizione tascabile, causa ritardo aereo in messico, ormai 9 anni fa e da allora conservato nelle profondità della libreria, riscoperto in tarda primavera e divorato in poche settimane, (in alternanza con altri due libri). Le vicende non mi erano nuove, ho visto più volte il film "il 13esimo guerriero", che tutto sommato mi era sempre piaciuto.

La trama estrapolata da un manoscritto (un falso storico, costruito con maestria dall'autore), narra delle vicende di Ibn Fadlan, ambasciatore del Califfo di Baghdad in missione dal re dei bulgari, che viene "scelto" da un gruppo di vichingi per essere il 13esimo guerriero di una spedizione, che dovrebbe liberare un re danese dalla minaccia di terribili creature cannibali.

 

Questo libro esalta l'enorme versatilità di Crichton, che passa dai libri storici alla fantascienza, senza perdere credibilità e riuscendo ad essere sempre avvincente. Sebbene scritto con un inglese tutt'altro che attuale, e nello stile di un resoconto cronologico, il romanzo si legge con facilità, complice uno stile di scrittura semplice ed efficiente.

 

Consigliatissimo a tutti gli amanti dei racconti storici, ma é un romanzo che può benissimo essere affrontato anche da chi non aprezza il genere. Un must per tutti i fan di Crichton!

 

Voto 7,5/10

Ma sul serio ti è piaciuto?

Ho letto molti romanzi di Crichton e lo apprezzo come scrittore ma in questo caso era un po' pesantino e anche la "costruzione" non credo rendesse agevolissimo il racconto. 

L'unica nota di interesse è appunto l'ambientazione storica ma lo ritengo uno dei suoi lavori peggiori.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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Inviato il 27 settembre 2017 18:26

The help di Kathryn Stockett

 

Finora non ho mai recensito nulla in questi lidi ma questo libro, regalatomi, mi ha veramente "preso" come non accadeva da tempo.

È la storia di Skeeter, ragazza bianca di una famiglia agiata del Mississippi che sognando di fare la scrittrice decide di raccogliere le testimonianze delle donne di servizio di colore della sua città come denuncia contro il razzismo. Si svolge negli anni 60. 

Dal romanzo è stato tratto anche l'omonimo film con Emma Stone, Viola Davis, Bryce Dallas Howard, Jessica Chastain e Octavia Spencer. 

La narrazione, a PoV diversi e incrociati, è avvincente (l'ho letto praticamente tutto d'un fiato) così come la scrittura è scorrevole e ben curata. 

Il vero pregio del libro è quello di toccare temi come il razzismo ben radicato negli stati del Sud, della condizione femminile, dell'amicizia in modo ironico e toccante insieme senza mai risultare stucchevole o melodrammatico. L'ambientazione è interessante e alla fin fine si può dire che nonostante la vicenda si collochi negli anni 60 appaia molto attuale in certi frangenti.

L'unica nota negativa secondo me è il finale un po' troppo frettoloso, e

Il fatto che la nemesi principale risulti un po' caricaturale e dotata di troppo potere. Forse sarebbe stato più verosimile un confronto tra fazioni di più persone che non un singolo Vs tutti gli altri personaggi. 

Altra perplessità il fatto che alla protagonista alla fine dei conti vada tutto liscio come l'olio, cosa che puzza un po' di fiaba e forse è il vero dettaglio che fa perdere valore e credibilità a tutto il resto.

 


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

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Inviato il 28 settembre 2017 8:51
14 hours fa, Lyra Stark dice:

Ma sul serio ti è piaciuto?

Ho letto molti romanzi di Crichton e lo apprezzo come scrittore ma in questo caso era un po' pesantino e anche la "costruzione" non credo rendesse agevolissimo il racconto. 

L'unica nota di interesse è appunto l'ambientazione storica ma lo ritengo uno dei suoi lavori peggiori.

Si, mi é piaciuto perché é un'ambientazione storica particolare, e un modo originale di narrare una storia (attraverso una cronaca). In più io non ho fatto fatica a leggerlo, i capitoli sono brevi e sintetici, e il libro é veramente corto. Quasi ai livelli di una una novella, più che un romanzo.

Di Crichton avevo letto La Sfera e Timeline (mi manca Jurassic Park...), il primo mi é piactiuto molto, il secondo un po' di meno. Comunque é impressionante con quale facilità questo autore riesca a cambiare genere, concetto e anche modus operandi.


 

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