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Commenti sul libro che ho appena letto....
P di Polgara
creato il 18 gennaio 2008

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texdionis
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Inviato il 18 luglio 2011 15:45

Ho appena terminato la lettura di "Anni senza fine" (titolo originale "City), il capolavoro di Clifford Simak.

 

 

Letto tempo fa, un vero capolavoro! http://www.labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/rolleyes.gif

 

 

Io ho terminato un paio di giorni fa un numero di Urania che cercavo da tempo (dal 2006) contenente due romanzi brevi dell'ottimo quanto sottovalutato autore francese anni '30 Jacques Spitz, Le mosche e L'uomo elastico. La Sf catastrofica è uno dei generi che più mi appassiona e sono rimasto davvero soddisfatto da questa lettura. In particolare molto bello il finale de "Le mosche".

 

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Inviato il 20 luglio 2011 13:57

Ieri sera ho finito di leggere "Abissi d'acciaio", di Isaac Asimov, primo volume del ciclo dei robot.

La New York del futuro è, come tutte le altre Città di una Terra sempre più sovrappopolata, un enorme complesso urbano progettato secondo le più rigide norme comunitarie, per garantire la sopravvivenza dei milioni di essere umani che la abitano. E' un posto duro dove vivere, anche perché i robot, come avviene ormai ovunque sulla Terra, stanno progressivamente togliendo posti di lavoro agli umani. Per contrasto, alla periferia della città, sorge Spacetown, l'enclave degli Spaziali, dove tutto è spazio, sicurezza, libertà e arroganza: fieri della loro cultura dei Mondi Esterni, gli Spaziali non si fanno scrupoli a sbattere in faccia ai terrestri la loro accettazione totale dei robot. Nessuna meraviglia che, col forte sentimento antirobot e antiSpaziali che cova nella popolazione terrestre, un giorno venga ritrovato a Spacetown il cadavere di un eminente scienziato degli Spaziali. E' un caso delicato, che rischia di compromettere le già fragili relazioni tra la Terra e i Mondi Esterni. Per questo il caso viene affidato al miglior poliziotto della Città, Lije Bailey, al quale viene affiancato un poliziotto di Spacetown, R. Daneel Olivaw. Il problema è che quella R. sta per "robot" e Lije, da bravo terrestre, odia i robot. Inizia una delle indagini più strane, nella quale l'intelligenza umana e quella positronica dovranno collaborare per impedire che la Terra venga danneggiata forse irreparabilmente.

Con questo romanzo, Asimov diede vita ad una delle coppie più celebri della fantascienza, il cinico ed emotivo detective umano Lije ed il freddo e razionale R.Daneel Olivaw. I due, ben caratterizzati e complementari l'uno con l'altro, sono i dominatori incontrastati della scena, mentre tutti gli altri personaggi sono ridotti al ruolo di semplice comparsa, inclusi la moglie ed il figlio di Lije. E' soprattutto il robot a catturare l'attenzione del lettore. Asimov si riallaccia a tutta una tradizione precedente di creature superiori create dall'uomo (vedi il Frankestein di Mary Shelley), ma se ne discosta nel momento decisivo della ribellione di queste al loro creatore. I robot di Asimov non sono i soliti "cattivi" di tutta quella tradizione, ma sono lo specchio fedele dell'uomo, del quale mostrano tutti i limiti e le debolezze, e riescono a farlo grazie al fatto di non potersi ribellare. Le tre famose leggi della robotica, inventate da Asimov, sono la ragione del successo dei suoi robot e una delle più grandi invenzioni della fantascienza.

Personaggi e robot a parte, il romanzo funziona bene anche a livello di ambientazione, una New York claustrofobica nella quale il genio di Asimov da sfogo ad uno dei principali piaceri di uno scrittore di scifi: creare mondi. Dove l'opera forse traballa è nello stile, asciutto e scorrevole ma gravato da un numero forse eccessivo di situazioni di infodumping (vedi la pallosissima spiegazione sul nome della moglie di Lije) e da dialoghi che a volte risultano fin troppo forzati.

Nel complesso, questo resta tuttavia un ottimo romanzo di fantascienza e anche un giallo interessante, nonché una pietra miliare della science fiction. Da leggere obbligatoriamente per tutti gli amanti del genere.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 20 luglio 2011 18:21

Nel complesso, questo resta tuttavia un ottimo romanzo di fantascienza e anche un giallo interessante, nonché una pietra miliare della science fiction. Da leggere obbligatoriamente per tutti gli amanti del genere.

 

 

Ti invidio, potessi tornare al periodo in cui ho iniziato a leggere Asimov, che bello, era un'avventura. :)

 

Se ti è piaciuto e se vuoi leggere tutta la saga galattica (comprensiva della famosa Trilogia della Fondazione) sappi che hai davanti a te una quindicina di libri. Poi di lui hai alcuni libri di raccolte di racconti (sui robot, ma non solo), alcuni libri a sé stanti (fra cui dei veri e propri capolavori, tipo Neanche gli Dei e La Fine dell'Eternità), eccetera...insomma se vuoi ne hai di libri suoi da leggere, io sono a quota 31 e ancora potrei continuare volendo. <img alt=" />

 

In ogni caso prenditi almeno Il Sole Nudo e I Robot dell'Alba, troverai gli stessi personaggi e lo stesso tipo di ambientazione. Per qualsiasi dubbio cronologico consulta wiki, puoi seguire l'ordine indicato qui:

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Isaac_Asimov#Ciclo_dei_Robot_2

 

Oppure chiedi pure senza problemi. :)

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 22 luglio 2011 14:34

Ho appena terminato di leggere "Il sole nudo", di Isaac Asimov, secondo volume del ciclo dei robot (grazie dell'avviso Tavajigen, ero già a conoscenza dei rapporti tra i cicli asimoviani e ho anche letto quello stupendo della Fondazione, ma ti ringrazio comunque per le informazioni e la disponibilità).

Il detective umano Elijah "Lije" Baley e quello robot R. Daneel Olivaw, del pianeta Aurora, tornano a collaborare ancora una volta per risolvere un intricato caso di omicidio. Questa volta il delitto si è consumato sul pianeta di Solaria, considerato da tutti perfetto e dotato di un equilibrio invidiabile tra popolazione umana (poca) e robotica (tanta). Questo rende tuttavia il delitto ancora più strano, perché il dubbio che assale Baley è che l'omicida possa essere un robot...

Ancora una volta, Asimov trascina il lettore in un futuro dove l'umanità convive fianco a fianco coi robot, vincolati dalle Tre Leggi della Robotica a servire l'uomo, ma capaci di porre tutta una serie di problemi sulla società umana. Questa volta l'ambientazione non è una sovraffollata metropoli terrestre, ma uno dei più ricchi e famosi Mondi Esterni, Solaria, e Asimov è un maestro nel dipingere le contraddizioni di un mondo ritenuto perfetto ma in realtà debole quanto la Terra stessa. Ottima ancora una volta la prova dei due personaggi principali, sebbene in questo romanzo Baley sia più presente in scena rispetto ad Olivaw. Ne guadagna la psicologia del personaggio, che, alle prese con l'incubo del contatto con l'aria aperta, rivela tutta una serie di sfumature caratteriali davvero interessanti, in grado di contribuire al quadro rivelato nel romanzo precedente. Ridotti a semplici comparse gli altri personaggi, per quanto quello di Gladia riveli un certo interesse, specialmente in rapporto a Baley. Ben strutturato l'elemento giallistico del romanzo, con un finale degno di Poirot. Lo stile è ancora una volta il punto debole di Asimov: dialoghi forzati e infodumping continuano a rendere la lettura un'esperienza non così gradevole come trama e ambientazione potrebbero suggerire.

Nel complesso, un romanzo migliore del precedente, ma gravato di difetti che possono precluderne la lettura a chi non sia un vero appassionato della scifi o a chi non capisca che Asimov, più che uno scrittore, era uno scienziato e un divulgatore scientifico. Se si superano questi due punti, l'opera diventa perfettamente godibile e caldamente consigliata a tutti.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 25 luglio 2011 15:46

Appena terminata la lettura di "I robot dell'alba", di Isaac Asimov, terzo volume del ciclo dei robot.

Su Aurora, il pianeta più potente dei Mondi Esterni, è stato commesso un crimine insolito: l'uccisione di un robot. Elijah Baley, insieme al partner robot R. Daneel Olivaw, viene chiamato ad indagare. Il caso appare senza soluzioni e ad inquietare Elijah c'è anche l fatto che un suo eventuale fallimento nell'individuare il colpevole avrebbe gravi conseguenze per la Terra e, forse, per la stessa umanità. Perché al di là dell'omicidio in sé stesso, la questione cruciale sul piatto è a chi toccherà colonizzare la galassia: all'uomo o ai robot?

Con questo volume terminano le avventure di una delle coppie più famose della fantascienza. Asimov dà qui il meglio di sé per caratterizzare i suoi eroi, anche se, come nel precedente volume, è sempre Elijah ad essere al centro dell'attenzione. I personaggi secondari soffrono sempre di una certa piattezza, ma nel complesso sono descritti in maniera migliore rispetto agli altri romanzi. L'elemento robotico acquista ancora più importanza e Daneel non è più l'unico robot a dominare la scena. Ne deriva, in definitiva, una ricchezza di voci che rendono il romanzo molto interessante. La trama è costruita in maniera quasi perfetta (forse un po' troppo affrettato il finale) e scorre che è un piacere. In particolare, l'elemento giallistico (chi ha ucciso il robot?) e quello fantascientifico (a chi toccherà colonizzare la galassia?) si fondono benissimo insieme e la lettura diventa interessante sia per gli amanti del mistery che dalla science fiction. Purtroppo, permane il punto debole di Asimov, ovvero i dialoghi forzati ed una scrittura a volte fin troppo fredda e artificiosa, che alterna inspiegabilmente momenti ottimi (il dialogo finale tra Elijah ed un robot) ed altri pessimi (l'unica scena di sesso presente finora nel ciclo).

Nel complesso, un ottimo romanzo di fantascienza e un buon giallo, degna conclusione della parte del ciclo dei robot dove è presente Elijah Baley. Consigliato a tutti gli amanti della fantascienza di qualità.


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Inviato il 03 agosto 2011 17:06

Essendomi scordato di recensire il penultimo libro letto, metterò qui la sua recensione, insieme a quella dell'ultimo libro.

Tre giorni fa ho finito di leggere "I robot e l'impero", quarta e ultima parte del ciclo dei robot di Isaac Asimov.

Sono passati più di cento anni dalla morte di Elijah Baley e gli uomini della Terra, come previsto, hanno iniziato a colonizzare la galassia. Qualcuno però, su Aurora, non è ancora rassegnato però ad una Terra protagonista dell'espansione e farà di tutto per precipitarla in un nuovo disastroso isolamento. Toccherà alla pluricentenaria Gladia fermare questo complotto, con l'aiuto dei robot Daneel e Giskard, ormai in possesso di nuovi ed inquietanti poteri...

Asimov abbandona in questo romanzo il suo straordinario personaggio, il detective Elijah, e la tradizionale struttura dei suoi precedenti romanzi, incentrati su un singolo protagonista assistito da Daneel. In questo romanzo, la struttura è più corale ed il lettore segue l'intera vicenda attraverso i punti di vista di molteplici personaggi. Tra questi, acquistano notevole importanza i due robot, Daneel e Giskard, vero e proprio punto di collegamento tra questo ciclo e quello della Fondazione, che qui s'intravede in maniera chiara. La trama è ben costruita, ma siamo lontani dai gialli precedenti, essendo qui tutto orientato all'indagine e alla speculazione scientifica. I dialoghi, come al solito, risultano forzati e l'infodumping è sempre presente.

Nel complesso, un romanzo meno interessante dei precedenti, che può piacere solamente ai lettori interessati ai collegamentri tra le saghe asimoviane e agli appassionati di robot.

 

Ieri ho finito di leggere "I frutti dimenticati", di Cristiano Cavina, edito da Marcos y Marcos.

Un trentenne sta per diventare padre, ma le cose con la futura moglie non vanno troppo bene. All'improvviso, dopo anni di totale assenza, spunta il padre, che il protagonista non ha mai incontrato. Sarà un tuffo nel passato e l'occasione per ammettere cose mai espresse prima.

Con il suo consueto mix di comicità e serietà, Cristiano Cavina ci racconta ancora una volta una storia profondamente autobiografica, immersa in quello straordinario scenario che è il suo paesino natale, Casola, situato tra gli Appennini emiliani. Come già era accaduto in "Un'ultima stagione da esordienti", l'autore ci immerge nel suo passato per raccontarci una storia ricca di protagonisti affascinanti, eventi memorabili e importanti lezioni di vita. Lo stile è scorrevole come pochi, i dialoghi arguti e profondi al punto giusto, l'ambientazione impareggiabile.

In definitiva, un piccolo gioiellino della narrativa, particolarmente indicato per tutti quelli per i quali la parola "padre" ha ancora un significato importante.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 09 agosto 2011 17:52

Causa problemi di pc, posto ancora una volta la recensione degli ultimi due libri letti, non avendo avuto il tempo di farla libro per libro.

 

Il primo volume in questione è "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?", di Philip K. Dick, edito da Fanucci, dal quale è stato tratto quel capolavoro del cinema che è "Blade Runner".

In un futuro prossimo, l'umanità si è espansa nello spazio e la Terra è sempre meno abitata. Quasi tutte le specie animali sono scomparse e gli uomini, nel tentativo di mantenere il legame col loro passato, ne acquistano copie elettriche. Il problema delle copie di esseri viventi è però ben più serio, perchè per colonizzare lo spazio l'uomo è costretto ad usare androidi praticamente indistinguibili dagli esseri umani, androidi che a volte scappano sulla Terra e che devono essere ripresi...

Lo confesso, ho affrontato questo libro con negli occhi le immagini di uno dei migliori film che abbia mai visto, quel "Blade Runner" citato prima, e sono stato deluso dal libro. La potenza visiva del libro è decisamente inferiore ed i personaggi non sono minimamente all'altezza delle loro controparti filmiche. Dove il libro riesce ad essere superiore al film è nella riflessione centrale sottesa a tutta l'opera: dove finisce una macchina e dove inizia un essere umano?

Nel complesso, un romanzo di fantascienza che piacerà molto a chi non ha mai visto il film, ma che risulterà appena sufficiente a chi ha potuto gustare il capolavoro di Ridley Scott.

 

Il secondo volume è "Lotteria dello spazio", anche questo scritto da Philip K. Dick ed edito dalla Fanucci.

Nel futuro, la società umana vive secondo le regole del Minmax, un sistema probabilistico che, secondo le leggi del caso, è in grado di proiettare in qualunque istante una persona qualsiasi al governo del mondo, facendola diventare il Quizmaster, cioè la più alta carica governativa del Sistema Solare. Quando la carica passa nelle mani del mite Cartwright, inizia una sequenza di avvenimenti che porteranno a capire come in realtà il caso c'entri ben poco col Minmax...

Il primo romanzo di Dick è un'opera che presenta spunti di riflessione interessanti e una trama ben costruita, ma risulta fin troppo piatta a livello di ambientazione, personaggi e dialoghi, a volte fin troppo artificiosi.

In definitiva, un'opera interessante, ma priva di quelle qualità che si possono trovare nelle opere successive.


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Inviato il 15 agosto 2011 17:54

Causa solito problema col pc, ecco di nuovo le recensioni di due libri.

 

Il primo libro è "La svastica sul sole", di Philip K. Dick, edito da Fanucci.

Le potenze dell'Asse hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e gli USA sono ora divisi in due sfere d'influenza: la costa orientale è sotto il controllo del Reich, mentre quella occidentale è sotto l'influenza dell'Impero nipponico. Mentre le persone cercano di vivere come possono in un mondo che sembra avviarsi sempre più verso la follia, un paio di libri sembrano racchiudere tra le loro pagine il destino del mondo: uno è l'I-Ching, il millenario testo cinese che permette di prevedere il futuro, mentre l'altro è un misterioso romanzo nel quale si narra di come, in realtà, l'Asse abbia perso la guerra...

In quest'opera ucronica, Dick fa ampio sfoggio delle sue qualità narrative, realizzando un romanzo dove ambientazione, personaggi e trama funzionano come un meccanismo ben oliato. Contrariamente alla sintesi, non si tratta di un romanzo dove l'elemento storico alternativo è preminente: i cenni agli episodi alterati del passato restano appunto tali e non c'è pericolo di ritrovarsi tra le mani un saggio di storia camuffato da romanzo. E' invece la tematica degli universi paralleli, in un certo senso, a dominare le pagine, rendendo l'opera estremamente godibile e ricca di suspense fino alla fine.

In definitiva, un bel romanzo ucronico che mantiene ben più di quello che promette, consigliato a tutti gli amanti della storia alternativa ma anche a chi apprezzi semplicemente una bella storia di persone comuni alle prese con eventi più grandi di loro.

 

Il secondo romanzo è "Cronache del dopobomba", sempre scritto da Philip K. Dick e pubblicato dalla Fanucci.

In un mondo dove infine la Bomba è caduta e ha ridotto tutto quanto a vaste lande radioattive, i superstiti delle varie comunità cercano di tirare avanti come possono, mentre dallo spazio arriva la voce dell'unico uomo rimasto in orbita, lontano da quel mondo così devastato eppure profondamente legato ad esso.

Dopo un inizio piuttosto confuso, dovuto a salti temporali non sempre molto chiari, il romanzo assume ben presto un ritmo veloce, concentrandosi sulle vicende di un pugno di superstiti di una piccola comunità statunitense. I personaggi risultano stereotipati e l'ambientazione non è niente di eccezionale, ma la trama è interessante, nonostante la presenza di un elemento soprannaturale che stona decisamente col taglio scifi del romanzo. E' proprio questo elemento, unito ad una certa fretta nel trattare parti che sarebbero risultate importanti ai fini di una migliore comprensione del romanzo, che rende il romanzo una lettura non molto piacevole rispetto alle premesse.

Nel complesso, un romanzo carino, ma evitabile.


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Eddard Seaworth
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Inviato il 17 agosto 2011 22:51

appena terminato Lontano dal pianeta silenzioso di C.S. Lewis - sì, proprio l'autore delle Cronache di Narnia e grande amico di Tolkien ha scritto un libro di fantascienza "classica" (dei suoi anni) in cui trovano spazio le sue concezioni metafisiche e religiose, mescolate alla fantasia ed al timore del futuro, alla realtà degli avvenimenti che sopravvenivano ed alle possibili implicazioni. Elwin Ranson, professore di folologia ed amico dell'autore, viene rapito da due scienziati e trasportato sul pianeta Malacandra per esservi sacrificato agli abitanti: sfuggito ai rapitori, Ranson riuscirà non solo a sopravvivere ed a conoscere davvero quegli abitanti e quel mondo, ma anche a scoprire perché la terra è divenuta il "pianeta silenzioso" che da millenni non comunica più on l'universo e si avvia ad un destino spaventoso.


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Inviato il 20 agosto 2011 11:27

Quest'estate mi sono tra l'altro ributtato sulla Asgard Saga (link 1) e (link 2) e (link 3), il progetto multimediale sulla mitologia nordica, avviato dal maestro del fantasy teutonico, Wolfgang Hohlbein, e dalla nota Heavy Metal band Manowar.

 

Il primo libro, Thor, uscito l'anno scorso é stato piacevole da leggere, ma da quel momento le difficoltá che i Manowar hanno incontrato con il loro cambio di formazione (e altre cose non note al pubblico), hanno un po' bloccato l'incedere del progetto. Peccato perchè l'EP di promozione della saga e il primo libro promettevano bene, e giravano voci della realizzazione di una graphic novel.

Intanto per non far scadere il tutto, Wolfgang Hohlbein, ha deciso di scrivere e pubblicare un secondo libro, ambientato sempre nella mitologia nordica, ma che con il primo libro "Thor" non ha proprio niente a che fare.

È dichiaratamente un libro fantasy per ragazzi, ed é intitolato "Die Tochter der Midgardschlange" (la figlia del serpente di Midgard, per ora é stato pubblicato solo in lingua originale).

 

Il romanzo parla della ragazza Katharina, cresciuta in un borgo sul Reno, nella Germania medievale. Il borgo viene ataccato e distrutto da vichinghi e Katharina viene rapita da loro. Scoprirà presto, che non tutti gli uomini del nord sono uguali, e che ci sono anche stabilimenti pacifici dei Normanni in Germania. Tuttavia l'azione bellica ha risvegliato antiche inimicizie e rischia di trascinare le comunità pacifiche in una guerra senza quartiere. Nel corso del conflitto Katharina scopre chi é veramente, e quale è il suo ruolo nella faccenda.

 

Sembrerebbe una trama interessante, e invece, forse complice la necessià di pubblicare un libro per la asgard saga in fretta e furia, il libro si é rivelato incespicante e senza senso. La lettura parte bene, l'argomento é interessante, ma tra il voler aggiungere suspence in modo forzato ed informazioni storiche esatte (religione, descrizioni di cittá medievali in Renania), sembra che Hohlbein abbia perso il timone e anche la voglia di scrivere questo libro. Dopo le prime 100 pagine, appunto, la trama praticamente non prosegue, e annega in una brodaglia confusa di informazioni. Ho davvero dovuto sforzarmi di leggere le centinaia di pagine assolutamente inconcludenti, per arrivare ad un finale tiepido e piatto.

Per caritá, va tenuto conto che, a differenza di "Thor" é un libro per ragazzi, e le informazioni storiche sono veramente degne di nota, ma nel complesso il libro non merita la sufficenza. Non lo consiglio neanche agli amanti di Hohlbein, e trovo un peccato che uno scrittore che ha uno standard qualitativo piuttosto alto (Hagen di Tronje é e resterá sempre uno dei miei libri preferito, un vero masterpiece del romanzo storico con elementi fantasy, e la caratterizzazine dei personaggi principali é molto martiniana) si abbassi a pubblicare un libro del genere.

 

Consigliato solo ai fan dell'Asgard saga.

Il mio voto é 4,5/10.

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

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Team Greyjoy

 

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#SaveSerBalzo!

Fondatore del comitato di quelli che venerano Nina Gold :ninja:

Co-ideatore del comitato pro-mozzarelloni headbangers (in cerca di nuovo mozzarellone headbanger) :huh: 

Appartente al comitato di protesta: Merret Frey stava solo bevendo!! >_>

 

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Inviato il 20 agosto 2011 18:57

Ospedale da combattimento, James White.

 

Piacevole sorpresa estiva. In pieno spazio sorge una base spaziale destinata a fornire l'abiente idoneo a curare tutte le possibili specie, ricreandone le condizioni climatiche.

Ma non è difficile che interventi sanitari possano avere inattese conseguenze politiche. E così può capitare di ritrovarsi invischiati in una guerra non voluta.

 

La lettura è piacevole e i militari non sono gorilla senza cervello in quanto militari.

 

Consigliato.


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Inviato il 21 agosto 2011 12:53

Le luci di Avardale, Mary Corran.

 

Dunque dunque, di certo non è misogino, ma di sicuro permea misandria. Anticlericale, o meglio direi anticattolico. I personaggi sono talmente caatterizzati che dopo le prime quaranta pagine già sapevo cosa avrebbero pensato. La storia non è niente di che, anzi il libro da la continua impressione di brodo allungato.

 

Da una buona spiegazione sul perché il fantasy è spesso considerato lettura di serie B.

 

Sconsigliato.

 

Dimenticavo, la cosa migliore del libro è la copertina.


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Inviato il 21 agosto 2011 15:29

Armata di quello sforzo di ispirazione che ho aspettato per tanto tempo, tra luglio e agosto mi sono fatta prestare l'intera saga di Harry Potter e ho portato a termine la lettura.

 

A dire il vero avevo già avuto un primo approccio con questi libri, avendo letto Harry Potter e la pietra filosofale tempo fa e non trovandoci altro che un libro per bambini, carino, ma infantile.

Comunque ho ripreso anche quello (anche per il piacere di leggerlo dal cartaceo e non dal pc).

La storia penso che, tra film e libri, la conoscano più o meno tutti.

In un mondo dove vi sono sia maghi che babbani (non maghi), l'undicenne Harry Potter scopre di essere un mago parecchio famoso in quanto avrebbe provocato la caduta di Colui che non deve essere nominato, Lord Voldemort...il tutto appena neonato. L'unico ricordo lasciato da questo scontro, che ha causato la morte dei genitori del ragazzo, è una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. A undici anni un mago inizia la sua istruzione ad Hogwarts, celebre scuola di magia, ed è qui che Harry incontra i suoi primi veri amici Ron ed Hermione. Nel corso dei sette libri (che teoricamente corrispondono a ciascuno dei 7 anni previsti nella scuola) accadono diversi avvenimenti che portano alla rinascita del signore oscuro, il cui destino è strettamente connesso con quelli di Harry, e alla decisiva battaglia.

 

Ho notato un evidente stacco tra i primi due libri, palesemente infantili (avevano anche i disegnini...), soprattutto il primo e gli altri...con il terzo libri (il prigioniero di Azkaban) che funge da punto di cambiamento, a metà tra i primi e i successivi. La trama diventa man mano più complessa e cupa, perdendo i tratti infantili che l'avevano caratterizzata. Anche lo stile diventa più maturo ed infatti ho notato che mentre i primi due li ho letti tutti d'un fiato, per gli altri necessitavo di pause.

La storia di per sè non è male, niente di eccezionale ma decente, in diversi punti buona.

Per quanto concerne i personaggi proprio non mi sono riuscita ad affezionare al trio di punta (Harry, Ron, Hermione). Ho apprezzato maggiormente, anzi lo reputo il personaggio migliore della saga, Severus Piton. Nell'ultimo libro mi ha suscitato particolare interesse anche Silente, un uomo più complicato di quanto credessi.

Nel complesso è stata una lettura abbastanza gradevole. Di certo ha aggiunto molti dettagli e personaggi che nei film mancavano (come è ovvio che succedesse).

 

Voto coplessivo: 7,5


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Dev Greyjoy
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Inviato il 21 agosto 2011 20:54

l'ultimo libro letto è l'illiade di Baricco chiaramente non riassume completamente l'opera originale,semplicemente limita a spostare il punto di vista della narrazione dalla prima alla terza persona è a rendere un po più scorrevole un testo altrimenti piuttosto arcaico(anche le altre traduzioni italiani sono comunque nel migliore dei casi dei bei malloppi da leggere) se siete appassionati di mitologia greca decisamente da leggere.

 

Voto : 6


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Peppo
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Inviato il 22 agosto 2011 1:47

Ho finito "I Giardini della Luna" di Erikson che, in effetti, è da un po' che stavo leggendo.

Trama, popoli, razze, il legame divintà-canali-magia li ho trovati molto intriganti e l'autore descrive inaspettatamente bene le scene d'azione. Unica nota dolente è che ho trovato i personaggi non tratteggiati granchè a livello emotivo e, nonostante questo problema, Erikson ha il bruttissimo vizio di far prendere brutte strade proprio a quelli più interessanti sotto questo aspetto.

 

 

Ho da pocchissimo iniziato a leggere il secondo libro (sono a circa 60 pagine) e anche se parecchi mi hanno detto che Erikson migliora ad ogni libro, devo dire che finora ho trovato l'inizio del primo romanzo migliore di questo... speriamo migliori.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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