Ho appena terminato la lettura di "Il destino dei gemelli", primo volume della trilogia delle Leggende di Dragonlance, ad opera di Margaret Weis e Tracy Hickman.
Raistlin, diventato ormai una Veste Nera, anela a sfidare gli dei stessi. Il suo folle piano può essere fermato solo dal gemello Caramon, ormai l'ombra del possente guerriero di un tempo, e la brillante ma ingenua chierica Crysania, forte nella sua fede in Paladine ma pronta a cadere nella rete delle lusinghe di Raistlin. Con la compagnia non voluta del kender Tasslehoff, i tre tornano magicamente indietro nel tempo, fino ai giorni precedenti il Grande Cataclisma, nella condannata città di Istar...
L'esperienza accumulata nelle Cronache e una maggiore libertà narrativa (questa trilogia, finalmente, non è più scritta dovendo seguire i moduli di gioco) si sentono. La qualità della scrittura è migliore e così lo spessore dei personaggi, almeno quelli principali. La trama ben costruita e dal respiro epico tiene il lettore avvinto fino alla fine.
Purtroppo, si respira ancora una certa immaturità di fondo. Alcune volte, leggendo il testo, si ha la spiacevole sensazione di un'eccessiva rapidità nel succedersi degli avvenimenti o nei mutamenti di umore dei personaggi (critica valida soprattutto per Crysania), unità ad una povera capacità descrittiva degli ambienti.
In definitiva, un miglioramento rispetto alla precedente trilogia, ma siamo di poco sopra la sufficienza.
anche qui migliora, fidati....
Finito con qualche difficotà (non per colpa sua, ma perché un figlio da cullare, cambiare, coccolare, e che ti tiene sveglio metà della notte almeno non ti lascia molto tempo per leggere) L'apprendistato di Duddy Kravitz di Mordechai Richler. Meno noto del best-seller La versione di Barney dello stesso autore, ma anche meno corposo, eppure altrettanto valido. Anzi, forse anche più valido perché, pur essendo più breve, si ritrova tutto quel che ha fatto grande Barney Panofsky, il suo background ebraico, l'ambiente vivo, pulsante, eppure al tempo stesso fortemente classista, il cinema (forse di bassa lega) e lo spettacolo del lago, gli stretti rapporti familiari e non solo...
In verità, Duddy Kravitz è un giovane Barney Panofsky, mosso dalle stesse pulsioni, dalla stessa ambizione, ed apparentemente destinato ad una fine diversa...ma forse solo in apparenza.
Ho terminato qualche giorno fa La spada e il calice libro conclusivo della trilogia "Alla ricerca del sacro graal" di Bernard Cornwell
Thomas arriva a un punto cruciale della sua ricerca della più famosa reliquia del mondo. Il suo viaggio lo porta verso le terre della sua famiglia dove incontra la misteriosa Genevieve, accusata di eresia e condannata al rogo. Ma molti altri sono interessati al graal e dunque le difficoltà non mancheranno.
Devo dire che questo libro è stato più faticoso e noioso da leggere, forse un po' colpa del periodo non proprio rilassato che sto vivendo tra milioni di cose da fare.
Fra tutti e tre di certo il migliore è stato il primo ^^'
Voto: 7/10
Ho appena terminato Il segreto della Genesi di Tom Knox, un romanzo che può ricordare vagamente "Il codice Da Vinci" per il filo conduttore basato su di un'antica verità inconfessabile custodita da sette di iniziati ma che, secondo me, se ne discosta positivamente perchè la trama ed i personaggi, pur senza essere memorabili, sono meno stereotipati.
Il pregio principale del libro è quello di ispirarsi all'interessantissimo e relativamente ancora poco noto sito archeologico di Göbekli Tepe, un complesso megalitico con incredibili bassorilievi situato nel Kurdistan turco, che, in base alle datazioni al Carbonio 14, sembrerebbe risalire al 10.000 a.C.
L'autore (che, a scanso di equivoci, dichiara in apertura come il libro sia un'opera di fantasia) dev'essere rimasto profondamente colpito dalla visita a questo sito e dall'incontro con l'archeologo tedesco che ne segue gli scavi, perchè le parti migliori del romanzo sono ambientate nel Kurdistan turco ed iracheno, mentre la parellela vicenda di cruenti omicidi rituali, che si svolge tra Gran Bretagna ed Irlanda, è assai più banale.
Il romanzo, che spazia fra la misteriosa religione degli yezidi ed il libro di Enoch, a mio giudizio merita la lettura molto di più del celeberrimo (e sopravvalutato) libro di Dan Brown.
Finito La maschera e le tenebre, ultimo della trilogia di Kushiel di Jacqueline Carey. All'altezza dei precedenti, sempre piacevole e stilisticamente accattivante. Qualche calo di tensione qua e là, compensato però da momenti di grande pathos. La Carey scrive davvero bene e la trama non è mai banale. Non so se e quando inizierò a leggere la successiva quadrilogia (?) di Imriel, ma è un'opzione che non escludo.
La seconda trilogia è molto più banale e noiosa della prima (che ho adorato): il protagonista è uno dei più antipatici e noiosi caratteri che abbia mai incontrato. Comunque leggila e dimmi tu cosa ne pensi.
Io al momento sto leggendo Tartarughe divine di Terry Pratchett: giudizio sospeso.
Amo questo autore ma questo libro è confuso, come se avesse avuto una buona idea ma non fosse riuscito a renderla.
Aspetto la fine e riporterò un commento.
La seconda trilogia è molto più banale e noiosa della prima (che ho adorato): il protagonista è uno dei più antipatici e noiosi caratteri che abbia mai incontrato. Comunque leggila e dimmi tu cosa ne pensi.
certo non mi stai invogliando... " />
non so, per il momento ho altre letture in mente, in futuro chissà " />
La mano sinistra delle tenebre di Ursula K. Le Guin.
Questo romanzo, datato 1969, è considerato uno dei must dei lettori di fantascienza, vincitore di tutti i premi. Il motivo sta soprattutto nella tematica sessista affrontata, tramite l'invenzione di un mondo, Inverno (dal clima non proprio piacevole), popolato da una razza umana androgina. Gli abitanti di Inverno assumono un sesso definito solo una volta al mese e possono alternativamente risultare sia femmine che maschi. Questo ha evidentemente un impatto sociale rilevante e ne risulta un pianeta quasi privo di guerre, in quanto nessuno è 'libero come un maschio libero' perché chiunque potrebbe trovarsi a portare figli. La storia è narrata attraverso Genly Ai, inviato dell'Ecumene, giunto su Inverno per guidare l'annessione del pianeta alla comunità dei pianeti umani.
Quanto ho scritto finora è tutto ciò che mi ha spinto a leggere il libro ma è anche purtroppo solo quello che vi ho trovato di buono. L'idea è originale ed interessante, gli spunti di riflessione sono notevoli, ma c'è sempre qualcosa che non mi convince del tutto nei romanzi della Le Guin: i personaggi mi risultano senza spessore e non riesco ad affezionarmi; i posti descritti, anche se vengono enfatizzati nelle loro caratteristiche estreme, mi appaiono come non luoghi e non riesco a viverli; la storia mi sembra procedere sempre lentamente e i colpi di scena arrivano senza pathos.
In definitiva, ottima idea, realizzazione appena sufficiente. " />
Dopo averla sospesa per qualche giorno, ho finalmente terminato di leggere "La guerra dei gemelli", secondo volume della trilogia delle Leggende di Dragonlance, ad opera di Margaret Weis e Tracy Hickman.
Fuggiti dalla città di Istar, condannata a subire la furia degli dei, Raistlin, Caramon e Crysania si trovano proiettati avanti nel tempo di circa un centinaio d'anni. Raistlin, sfruttando le conoscenze apprese cento anni prima da Fistandantilus, intende infatti trovare in quest'epoca il Portale che gli consentirà, insieme a Crysania, sempre più plagiata dal mago, di andare a sfidare la stessa dea Takhisis. Caramon vuole solo tornare nel suo tempo. I due gemelli però si renderanno conto che i loro desideri contano poco davanti al possente flusso del tempo, che minaccia di legarli ad uno storico evento che potrebbe ucciderli. Nel frattempo, il kender Tasslehoff scopre che esistono posti e persone dei quali perfino un kender può provare paura...
Il secondo volume delle Leggende di Dragonlance si rivela una delusione. La trama aveva tutte le potenzialità per essere avvincente, soprattutto per l'elemento del paradosso temporale presente, ma è stata sfruttata male. Molti momenti importanti sono affrontati sbrigativamente e i personaggi di contorno restano bidimensionali, a parte un paio di eccezioni. Crysania diventa peggiore persino rispetto al primo libro, diventando una figura praticamente di contorno per evidenziare lo scontro sempre più deciso tra i gemelli. Senza contare che la sua verosimiglianza psicologica quasi non esiste e che sovente sfiora il ridicolo: i momenti "ti voglio ma non posso" con Raistlin sono di una desolazione unica, tanto da avermi fatto dire più volte "Ma una bella sollazzata prima di partire per sto viaggio no, eh?". Sono in pratica Raistlin e Caramon a reggere il volume e, dei due, è il mago che domina incontrastato la scena: non c'è che dire, uno dei migliori cattivi che abbia mai visto. Peccato, perchè le potenzialità per rendere Caramon un protagonista quasi alla pari (il buono che matura) c'erano tutte. Tasslehoff si vede poco e, per quel poco che c'è, si rivela amorfo. Per giunta, mi rendo sempre più conto di come il kender altro non sia che un modo elegante (ma non troppo) per infilare nei romanzi ogni sorta di deus ex machina.
In definitiva, uno dei peggiori romanzi del ciclo. Confido che il finale migliori la situazione, perchè finora il giudizio sulla serie, nel suo complesso, resta negativo.
Manu che strano...la guerra dei gemelli è uno dei libri che preferisco delle leggende " />
Mi dispiace che non ti piaccia...mi sento anche in colpa per avertelo consigliato io ^^'
Ma almeno sono felice che tu concordi sul fatto che Raistlin è un grandissimo personaggio " />
Io invece ho terminato L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon
Nella Barcellona degli anni 40, Daniel, figlio di un libraio, entra in possesso di un libro intitolato L'ombra del vento scritto da un certo Julian Carax. Rimasto entusiasta del romanzo, il giovane inizia a cercare gli altri libri dell'autore, ma scopre che tutte le copie sono andate bruciate.
Inizia allora una ricerca sulla sorte dell'autore che porterà il protagonista e altri suoi compagni all'interno di una storia fatta di sparizioni, fughe, morti, amori contrastati che si intrecciano con quelli di una città sconvolta dalla guerra e dal franchismo.
E' stata una lettura davvero piacevole, una delle migliori di quest'anno.
Voto: 8/10
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Appoggio in pieno! Raistlin personaggio mitico! " />la guerra dei gemelli è uno dei libri che preferisco delle leggend
Comunque...come annunciato qualche giorno fa, scendo ad annunciarvi la verità di Om, il dio cornuto.
Tartarughe divine di Terry Pratchett
Omnia è un regno nel deserto governato da una casta di sacerdoti che seguono il culto del Dio Om. Qui abita Brutha apprendista prete, un ragazzo lento la cui passione è coltivare meloni. Dall'altra parte c'è Vorbis capo degli esquisitori convito che per estirpare l'eresia dal mondo servano un buon paio di tenaglie possibilmente roventi. E' il tempo dell'arrivo del quinto profeta che porterà la parola di Dio, ma a Omnia si stà diffondendo una voce, una Parola, un'idea "LA TARTARUGA SI MUOVE".
Pratchett affronta il tema religioso, che aveva appena sfiorato negli altri romanzi, sfrutttando mondo Disco per mostrare quali follie sono state fatte e si fanno per la religione. L'idea è buona e lui è bravo al suo solito ma ....qualcosa non funziona! C'è la solita ironia, ma velata di una tristezza che ti accompagna per tutta la lettura, si sorride ma sempre con mestizia. Il romanzo scorre eppure sembra sia fermo, accade di tutto ma sembra non succeda niente.
E' un romanzo pervaso da una delicatezza immensa nel mostrare la crescita psicologica di Brutha da fedele ottuso a credente critico, ti affezioni a lui tuo malgrado, e all'ultima pagina capisci che non sarà uno di quei personaggi che dimenticherai...però il resto? Il resto mi sembra tirato un po'lì, i personaggi si confondo, spuntano un po' a casaccio e non restano impressi (menzione a parte per Santo Ungulate). Anche le situazioni sembrano assurde, ma non nell'assurdità logica pratchettiana, ma come se in mezzo ci fossero altre storie non raccontate.
Tutto sommato resto della mia idea iniziale: aveva una buona idea ma non è riuscito a renderla!
Comunque è un libro da leggere, se non altro perchè sono curiosa di vedere cosa ne pensate.
Voto: 6/7
Ho appena finito di leggere "La sfida dei gemelli", ultimo volume della trilogia delle Leggende di Dragonlance, ad opera di Margaret Weis e Tracy Hickman.
Raistlin ha finalmente varcato il Portale ed è andato nell'Abisso per sfidare Takhisis, portando con sè un'inconsapevole Crysania, mentre Caramon e Tas, sfruttando il potere del congegno per viaggiare nel tempo, finiscono in un futuro alternativo terribile. Nello stesso tempo, sul mondo reale, Kitiara si prepara a muovere sull'indifesa città di Palanthas, mentre Tanis e i difensori della città tentano di fermarla e contemporaneamente di fermare il folle piano di Raistlin. Sarà la resa dei conti finale tra le forze del bene e quelle del male.
Il terzo volume della trilogia si rivela per fortuna migliore del precedente e al livello del primo. Gli avvenimenti si succedono rapidi e donano alla storia un ritmo avvincente, sebbene questo vada a volte a scapito della verosimiglianza della storia. Raistlin assurge qui alla sua gloria finale, sebbene avrei apprezzato di più vedere la sua lotta contro Takhisis, invece che sentirmela raccontare in poche righe: show, don't tell! Peccato anche per il poco spazio dedicato alla sua scena clou con Crysania e a quella finale col gemello, avrebbero meritato maggiore spazio. Caramon si rivela in questo romanzo un personaggio molto interessante, al pari del primo volume, ma anche lui soffre del poco spazio dedicato. Degni di nota Dalamar ed Elistan, mentre tutti gli altri personaggi, Tanis compreso, hanno solo il ruolo di comparse. Se non altro, Tas evita di assumere il suo solito ruolo di deus ex machina, il che è un bene, ma il discorso finale su quante belle avventure abbia intrapreso, è penoso. Molto bella la battaglia, ma anch'essa avrebbe meritato più spazio. Per quanto riguarda lo stile, qui esso risulta molto più accurato e scorrevole: considerando che questo libro è stato (secondo dichiarazioni degli autori) scritto in un solo mese, mi viene da rimpiangere il fatto che questi tempi stretti non siano stati possibili anche per i romanzi precedenti. Visto il risultato, sarebbe stato un bene. Credo che se gli eventi narrati qui e nel romanzo precedente fossero stati divisi tra i due romanzi, accorciati (la guerra a Thorbardin) o allungati (la guerra a Palanthas) a seconda dei casi, rifiniti il giusto, ne sarebbero venuti fuori due romanzi decisamente migliori e l'equilibrio della trilogia sarebbe stato ottimale.
In definitiva, un romanzo discreto, che chiude degnamente le avventure degli eroi della Guerra delle Lance, ma che non riesce a risollevare più di tanto il livello di quello che resta un ciclo fantasy di livello medio, senza andare mai oltre.
Ho finito di leggere: La mano sinistra di Dio di Paul Hoffman ... non racconto la trama ma soltanto che a 50 pagine dalla fine ho iniziato a capire di essermi invischiato in qualcosa di più di un libro singolo .... l'ho comprato per caso ... a dire il vero mi era capitato almeno altre 4 volte in mano prima dell'acquisto e non l'avevo preso ... alla 5 mi son deciso ed ho fatto molto bene, è il primo di una trilogia. Tutto è ambientato e raccontato molto bene, alcune spunti originali!
Voto: 8/10
Ho appena terminato la lettura di "Anni senza fine" (titolo originale "City), il capolavoro di Clifford Simak.
I Cani, specie dominante del pianeta Terra, ricordano un tempo leggendario in cui forse visse una creatura chiamata Uomo. Una creatura che forse ebbe a che fare con loro e con i Robot, gli unici altri abitanti della Terra rimasti. Negli otto racconti che compongono il romanzo, antiche leggende sulle quali fior di studiosi Cani si sono scervellati, viene narrata quest'epica storia, fino alla sua sorprendente conclusione.
Il romanzo di Simak è fondamentalmente, come è tipico della fantascienza di quegli anni (l'opera è del 1952), un romanzo di idee. La potente, difficile e suggestiva idea veicolata dal romanzo è il suo signore e padrone, al servizio del quale si trovano lo stile (evocativo e a tratti complesso), i personaggi (funzionali ma nulla di più, a parte il robot Jenkins) e l'ambientazione (con la casa dei Webster che finisce per essere più importante persino della Terra che la contiene). E' una fantascienza capace di far riflettere il lettore e di condurlo per mano in territori audaci del pensiero, a patto che egli sappia andare oltre una certa freddezza dei personaggi e uno stile decisamente vecchio. Gli otto racconti, preceduti dalle considerazioni del narratore canino, sono leggeri e scorrevoli, così come la premessa e l'epilogo (a tutti gli effetti due capitoli aggiuntivi).
In definitiva, un vero e proprio classico della fantascienza, che ogni vero appassionato di scifi dovrebbe leggere almeno una volta nella vita.