esemplare, io adesso sto leggendo la seconda parte di venti di morte....lo confermo, migliora ad ogni libro....
Ho finito "I Giardini della Luna" di Erikson che, in effetti, è da un po' che stavo leggendo.
Trama, popoli, razze, il legame divintà-canali-magia li ho trovati molto intriganti e l'autore descrive inaspettatamente bene le scene d'azione. Unica nota dolente è che ho trovato i personaggi non tratteggiati granchè a livello emotivo e, nonostante questo problema, Erikson ha il bruttissimo vizio di far prendere brutte strade proprio a quelli più interessanti sotto questo aspetto.
Ho da pocchissimo iniziato a leggere il secondo libro (sono a circa 60 pagine) e anche se parecchi mi hanno detto che Erikson migliora ad ogni libro, devo dire che finora ho trovato l'inizio del primo romanzo migliore di questo... speriamo migliori.
Il secondo libro ti stupirà favorevolmente! Credimi!! " />
Taras Bul'ba, Gogol'
Romanzo storico ambientato ai tempi della grande polonia, quando le terre ucraine erano sotto il dominio polacco e i cosacchi combattevano un pò contro tutti (tartari, polacchi, turchi). Romanzo breve, d'impatto, violento e per niente patetico. Bul'ba è un vecchio cosacco che si vede arrivare a casa i figli appena usciti dal seminario. Non c'è niente di meglio che organizzare una razzia (meglio ancora una guerra) per festeggiare l'evento e far diventare uomini quelli che sono ancora ragazzi.
La ricerca storica è buona e sono molti gli elementi forniti per approfondire o introdurre una cultura che ci è completamente estranea. Anche se per quel che mi riguarda continuo a pensare che tra le opere corte di Gogol la meglio riuscita è "come litigarono Ivan Ivanovic e Ivan Nikiforic".
Sconsigliato a chi cerca storie d'amore, caratterizzazioni basate su scatole di colori, complotti etc. Consigliato a chi voglia dare un'occhiata a un affresco di cultura estranea.
PS per gli amanti di Asimov (e della fantascienza), consiglio Neanche gli dei " />
Non l'ho ancora finito ma al momento ho sotto le mani L'ombra del vento appena lo finisco ve ne faccio una recensione dettagliata,al momento è un piccolo capolavoro.
Ho finito Memorie di Ghiaccio parte 2 di Steven Erikson.
La seconda parte mantine quel che la prima parte promette, e più. Nel primo libro si sono posizionate le (molte) pedine, nel secondo libro scatta la battaglia senza quartiere.
Il veggente pannion e la sua orribile armata di cannibali e creature credute estinte, assedia la potente cittá di capustan. La cittá stessa é difesa solo da un'armata di mercenari, Le spade grigie, devote a Fener, dio della guerra. La disciplina e l'abilitá delle spade grigie é leggendaria, ma il loro numero é infinitamente inferiore alle forze assedianti. La cittá sembra perduta, ma le forze congiunte dell'esercito Malazan di Dujek un braccio e di Caladan Brood, l'alto comandante delle forze di resistenza del continente Genabackis, sono in arrivo...
Assolutamente terrificante e stupenda la battaglia di Capustan, non ho mai letto niente di simile, e ho dubbi che lo stesso Erikson riesca a ripresentare una battaglia di queste dimensioni senza essere ripetitivo. L'ultima parte del libro é un po al disotto delle aspettative, ma finisce con il botto. In un capitolo lunghissimo, pieno di colpi di scena, ma anche parecchio confuso (conoscendo Erikson, la spiegazione di alcune scene, arriveranno tra uno o due libri ), Erikson sbriglia le tantissime trame e mette (per ora) fine agli accadimenti sul continente di Genabackis.
Per quanto riguarda i personaggi, non ho mai visto (ma neanche lontanamente) un accumulo di power-players tanto impressionante. Il 75% dei personaggi in gioco potrebbero essere in grado di distruggere il pianeta. Ormai quasi tutti sono dotati di poteri divini, o sono diventati delle divinitá. Degni di nota, soprattutto Ben lo Svelto, che con le sue trovate riesce sempre a dare una piaga imprevista agli eventi, il comandante Kallor, cattivo per ecellenza, poi Paran e tutti gli arsori di ponti, per come sono resi (a tratti mi ricordano la serie TV Band of Brothers), il grande Whiskeyjack (l'Eddard Stark di Erikson?)e l'immenso Anomander Rake, intorno al quale aleggia sempre una sensazione di infinito.
Memorie di Giaccio parte 2 é un grande libro, visto da solo il migliore della serie finora, ed il miglior libro fantasy mai letto, (escludendo Martin, ovviamente). Allegandolo invece al parte 1 e vedendolo quindi come edizione originale ingelese, secondo me La Dimora Fantasma (secondo libro della serie) resta il migliore.
Voto: considerando tutto, gli dó un 9,5, come avevo dato a La Dimora Fantasma.
Ora sono curioso del quarto libro della serie, La Casa delle Catene, che a detta di alcuni é il libro migliore della serie, a detta di altri invece lo é stato Memorie di Ghiaccio. Vedremo. ">
per me il libro migliore, dopo averlo letto, è venti di morte...decisamente coinvolgente....
Ho appena letto "Il dominio della regina" ma credo che dovrei discuterne in qualche topic apposito " />
Molto in generale, posso dire che ho trovato un esubero di personaggi nuovi di cui avrei potuto tranquillamente fare a meno; inoltre non ho grande interesse
nelle lotte di successione della famiglia Greyjoy o dei reggenti di Dorne.
Molto meglio del Portale delle Tenebre dal punto di vista della trama, ma forse qui c'è stata un'evoluzione un po' troppo lenta e inframmezzata. Alcune storyline hanno bisogno fisiologico di trovare un punto d'arrivo.
Poco fa ho appena finito di leggere "Le frasi celebri nella storia d'Italia", di Antonello Capurso, edito da Mondadori.
Questo agile libro di 400 pagine, nonostante l'apparente mole scorre rapido. Le frasi che hanno segnato la storia italiana, "da Vittorio Emanuele II a Silvio Berlusconi" (come recita il sottotitolo), conducono il lettore attraverso gli eventi che hanno fatto il nostro Paese, lasciandolo comunque libero di scegliere se procedere rigorosamente in ordine cronologico o se saltare anche interi capitoli. Dalle mie amate "Qui si fa l'Italia o si muore" (Giuseppe Garibaldi, 15 maggio 1860) e "La divisione Acqui non cede le armi" (Antonio Gandin, 14 settembre 1943) fino a frasi che hanno segnato gli anni più recenti, come il "Di' una cosa di sinistra" (Nanni Moretti, 27 marzo 1998) e "Meno tasse per tutti" (Silvio Berlusconi, 13 maggio 2001), ce n'è per tutti i gusti. Io ho letto il libro in ordine cronologico ed è stato molto piacevole ripassare la storia e la politica dell'Italia, ma credetemi, potrete gustarvi questo volume anche aprendo una pagina a caso e leggendo. L'unico neo è nelle ultime pagine del volume, a mio giudizio un po' troppo celebrative nei confronti di Berlusconi e prive di quell'imparzialità che mi è sembrato mostrare nelle pagine precedenti.
In definitiva, non certo un saggio storico-politico imprescindibile, ma certamente un volume interessante.
Appena terminato di rileggere "Nessun dove", di Neil Gaiman, edito da Fanucci.
Richard Mayhew è un tranquillo impiegato londinese, dalla vita tranquilla e anonima, finché una sera non aiuta una misteriosa ragazza apparsa all'improvviso davanti a lui, come spuntata dal nulla. Porta, questo il nome della ragazza, viene da Londra Sotto, e ha un disperato bisogno di aiuto...
Basato sull'omonima serie televisiva, "Neverwhere" (questo il titolo originale dell'opera) è un urban fantasy assolutamente delizioso, capace di trascinare il lettore in una Londra parallela a quella reale, Londra Sotto appunto, ma ugualmente viva, credibile e affascinante. Certamente l'ambientazione è il punto di forza di questa storia, ma anche i personaggi si difendono degnamente. Se Richard e Porta svolgono tutto sommato bene il loro ruolo ma nulla di più, è il Marchese di Carabas il vero mattatore delle pagine: Gaiman ha creato un rogue davvero memorabile. Buoni anche i due cattivoni Mr Croup e Mr Vandemar, mentre la tanto decantata Hunter è quasi solo una comparsa. La storia è ben costruita e procede in maniera scorrevole, con la giusta dose di colpi di scena.
Nel complesso, un fantasy davvero piacevole, caldamente consigliato a tutti gli amanti del genere e in special modo a chi apprezza le opere di quel geniaccio di Neil Gaiman.
Deludente La verità sul caso D. di Fruttero e Lucentini con l'inconsapevole aiuto di Charles Dickens. O meglio, il testo base iniziale è l'ultimo romanzo di Dickens, l'incompiuto Il mistero di Edwin Drood (l'autore morì dopo averne completato solo la metà): per risolvere il caso i due autori italiani raccolgono a Roma, in un convegno specializzato, tutti i giudici ed investigaori della storia della letteratura (incluso un immancabile colonnello dei carabinieri) e per cinque giorni leggono tutti i capitoli del libro e ne discutono, fino ad estrapolare una possibile soluzione al caso letterario, ed una spiegazione ad un caso parallelo.
L'idea è anche originale, e forse pure divertente, ma il risultato è quello di uno smisiotto (concedetemi il dialetto veneto, rende molto di più dell'italiano) dove troppa roba viene buttata tutta insieme, così che nessuna delle figure emerge come potrebbe, magari con qualche artificio letterario, e se ne ottengono dialoghi relativamente poveri, deboli anche quando dovrebbero essere carichi di forza polemica, e spiegazioni magari plausibili ma zoppicanti. Il peggio arriva alla fine, con la deviazione dal "caso Drood" al "caso Dickens".
In definitiva, un libro utile a chi vuole leggere una buona traduzione dell'ultimo incompiuto del grande autore inglese, ma poco altro.
"Dalla parte delle bambine" di Elena Gianini Belotti... dico solo che ogni essere umano, femmina o maschio, vecchio o giovane, chiunque sia e qualunque cosa faccia nella sua vita, dovrebbe leggerlo e ricordarselo bene.
La vendetta del longobardo di Marco Salvador
Il giovane franco Evaldo, assiste al massacro di suo padre e alla conseguente ascesa al potere di Pipino, padre di Carlo Magno. Costretto a fuggire in Italia, per trovare rifgio presso la famiglia di sua madre, nel regno longobardo, inizia ad aprezzare la cultura e il modus vivendi di questa popolazione nordica. La sua vita avventurosa lo fará viaggiare per tutta l'Italia, fino ad approdare a Lucca alla corte di Desiderio, Duca di Tuscia. In questa cittá florente e ricca Evaldo si puó preparare per raggiungere il suo sinistro obiettivo: uccidere Pipino e vendicare i suoi cari.
Libro ambientato nell'Italia dell'ottavo secolo dopo cristo, "La vendetta del longobardo" l'avvento di Desiderio, ultimo re longobardo e il successivo declino del regno. I punti in comune di questo libro con il primo "Il longobardo" sono parecchi, anche se non si tratta di un vero e proprio sequel. "La vendetta del longobardo" é molto realistico, vero punto di forza di Salvador, l'analisi storica e storico/geografica é davvero accurata, e offre un sacco di spunti piacevoli a chi, come me di questo periodo ne sa poco o niente (anche se dopo aver letto il libro mi sono fiondato su wikipedia e mi sono letto tutta la storia longobarda ). Anche questo libro é scritto a mó di cronaca, e la trama scorre che é una bellezza (anche meglio di quella del primo libro). È il tipo di libro che ti fa immergere completamente nella lettura, e le ore passano senza che neanche te ne accorgi.
Assolutamente consigliato agli amanti dei romanzi storici. Consigliato a chi vuole saperne di più dell'Italia del primo medioevo. Infine consigliato a tutti gli altri, che vogliono leggere qualcosa di diverso. Insomma un libro adatto a tutti, piacevole da leggere (non é neanche lunghissimo), pieno di spunti interessanti che offrono la possibilitá di ampliare la propria cultura generale.
I poeti morti non scrivono gialli
Jan Y. Nilsson, uno dei più grandi e meno venduti poeti svedesi contemporanei viene ucciso alla vigilia della firma del contratto del suo primo romanzo giallo - in realtà un giallo sui generis, che affonda le radici nella realtà del mondo finanziario e scopre molti affari poco puliti, denunciando persone e poteri forti. Sembra tutto semplice, ma il commissario Martin Barck, poliziotto e poeta dilettante, s'imbatte in diverse possibili piste, moventi, e potenziali assassini: Nilsson è davvero stato ucciso da qualcuno che si sentiva minacciato dal suo romanzo? O c'è dell'altro, che le complesse relazioni del poeta non permetto di rivelare subito, ma che in breve offrono una serie di diverse interpretazioni? Sono solo coincidenze o c'è davvero premeditazione?
L'autore, Bjorn Larsson, già noto per La vera storia del pirata Long John Silver, ha sottotitolato ques'ultimo libro una specie di giallo, perché in realtà l'elemento del mistero è debole, chi sia il colpevole s'intuisce in fretta (ma mancano le prove), e l'attenzioneè in realtà puntata più sui protagonisti sopravvissuti e forse a rischio di morte loro stessi che sull'agnizione e la scoperta. Splendida la beffa finale dell'ultimo capitolo.
E' da parecchio che non vi aggiorno sulle mie letture. " />
Direi che la fetta più importante della torta è costituita dalla lettura della Saga di Elric di Melnibonè di Michael Moorcock: ho letto i tre volumi che la compongono.
Elric è l'ultimo sovrano della razza dei melniboneani, un popolo ormai in decadenza che per secoli ha dominato sul mondo, ma che ora si trova ridotto a vivere sull'ultima roccaforte dell'impero: l'isola del drago. I Melniboneani sono un popolo molto diverso dai Regni Giovani che da qualche secolo si sono affacciati sul mondo: sono una razza che si considera superiore e hanno stretti legami con le divinità del Caos, controparte dei Signori della Legge.
Elric è albino e di salute cagionevole, il suo corpo deve far uso di droghe per tenersi in forze. Ciononostante è l'imperatore di diritto. Un'altra caratteristica lo distingue dal resto del suo popolo, contento di vivere in quell'ultima roccaforte dorata: lui prova sentimenti quali rimorso e dubbi. E' per questo che si trova decisamente fuori posto in mezzo alla sua gente, sicura del proprio potere e senza alcun dubbio che gli annebbi la mente.
Elric è diverso e lo dimostrerà. Ma non nel modo in cui lo può dimostrare un eroe a cui ci abitua la maggior parte dei romanzi. Effettivamente lui è per me un antieroe. Si trova non per sua volontà ad essere l'esecutore di un fato che riguarda tutto il mondo e questo solo dopo lunghi anni di avventure amare che lo rendono sempre più consapevole di essere la marionetta di qualcosa che non riesce a controllare.
Leggere questi tre volumi è stata davvero una strana esperienza. In primis per il personaggio: non mi è mai capitato di vedere uno come lui...da un lato mi lasciava sempre con la bocca aperta per tutto quello che era in grado di fare, dall'altro l'avrei preso a schiaffi per quello che non ha fatto pur avendone la possibilità. Le sue avventure sono brevi ed autoconclusive per la maggior parte dei libri e stringono piano piano il cerchio verso l'ultimo libro che secondo me è l'apoteosi del personaggio che finalmente si scatena in tutta la sua potenza come era giusto che fosse.
Il finale un pò me l'aspettavo ed è assolutamente geniale la frase finale.
Lo stile è buono e fluido...molto semplice rispetto ad altre cose da me lette. Solo la seconda parte del primo libro scorre davvero lentamente e ti serve un pò di volontà per andare avanti, ma il resto delle avventure si legge assai agevolmente.
Voto totale alla saga 8,5 (I volume 7, II volume 8,5, III volume 9)
Sto poi continuando la mia immersione in Zafon, un autore che da quando ho letto l'Ombra del vento mi ha davvero fatto innamorare.
Ho dunque letto Marina (voto 8)e Il principe della nebbia (voto 8-)
Nel primo libro, Oscar incontra Marina, una ragazza che vive con il padre in una villa ormai in decadenza. Insieme i due ragazzi scoprono che in un vecchio cimitero una donna completamente vestita di nero va a portare una rosa ogni ultima domenica del mese in una tomba dove nella lapide c'è incisa solo una farfalla nera. Un giorno i due decidono di seguirla e si trovano in una sorta di serra piena di strane marionette che però sembrano fatte con pezzi di persone...ed in una vecchia scrivania c'è un album di foto con persone afflitte da gravi malformazioni fisiche. Con queste scoperte vengono coinvolti in una storia triste e crudele, della lotta contro la morte e la malattia di una persona. Ovviamente nel pieno clima che Zafon riesce splendidamente a creare.
In Il principe della Nebbia, Max e la sua famiglia durante la seconda guerra mondiale si trasferiscono in un piccolo paese sull'oceano andando ad abitare in una villa costruita da un medico che aveva perso il figlio di appena nove anni parecchio tempo prima. La prima cosa che colpisce il ragazzo è che poco lontano dalla villa ci sia un parco con delle strane statue, rappresentanti membri di una compagnia circense con al centro un pagliaccio...che tuttavia sembra non essere proprio una statua in quanto si muove. Conosciuto Roland, un ragazzo del posto, Max viene piano piano a scoprire la verità su quelle statue e sul destino della famiglia che prima occupava la villa...un destino che coinvolge diverse persone vicine al ragazzo.
Anche questo libro, sebbene siano solo 135 pagine riesce a coinvolgere appieno. Anzi in qualche modo mi ha agghiacciato più di Marina...l'unica pecca è che il pagliaccio mi porta a fare un paragone con It che un pò stona XD
Ho finalmente letto un libro che mi incuriosiva da tempo: Il profumo di Patrick Süskind, originale fiaba nera ambientata nella Francia del XVIII secolo, scritta (e tradotta) straordinariamente bene.
Con una prosa raffinata, densa e scorrevolissima l'autore riesce a descrivere vividamente lo sfondo storico in cui fa muovere il protagonista Jean Baptiste Grenouille, un "orco" al tempo stesso ripugnante e patetico, e gli sfortunati personaggi che incrociano il suo percorso di "invisibile".
Consigliatissimo.
Un altro romanzo che ho letto di recente è Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti: ambientato in località immaginarie che potrebbero trovarsi ovunque fra i "non luoghi" della pianura padana, percorre la settimana di un trio di emarginati (uno dei quali padre di un tredicenne) che si arrabattano per sopravvivere e per inseguire le proprie disperate ossessioni, finendo invischiati in una storia che sembra presa di peso dalla truculenta cronaca nera che tiene banco su stampa e TV.
I personaggi sono ben caratterizzati, la narrazione, scorrevole, ha qualche spunto stilisticamente originale ma la vicenda alla fine risulta piuttosto inconcludente e il tutto finisce per essere un po' troppo stereotipato.
Decisamente dopo "Io non ho paura" mi aspettavo qualcosa di più da Ammaniti... almeno sul piano della sintesi, perchè le oltre quattrocento pagine di questo romanzo sono veramente troppe.