Ho visto negli ultimi giorni:
Amsterdam, bello e strano, con tantissimi attoroni che anche solo il gioco "guarda chi c'é" valeva la visione.
The Pale blue Eyes, sempre con Christian Bale. Piú che godibile, ma ad avermi sorpreso é stato scoprire che il bravissimo attore che interpreta il (non facile) ruolo di Edgar Allan Poe altri non é che Dudley Dursley, il "cugino" di Harry Potter. Mi fa piacere vederlo interpretare una parte impegnativa come quella, segno che al di lá dello stupidotto si tratta evidentemente di un buon attore.
Lift, heist movie che mi ha divertito ed intrattenuto per i primi 75% del film, e frustrato per l'intero finale, perché assolutamente, atrocemente irrealistico, surreale e mal fatto.
Ho rivisto Oppenheimer, questa volta insieme a mia moglie. Confermo la mia prima impressione, il film mi é piaciuto davvero molto, al di lá dell'autoindulgenza tipica di Nolan che riesce peró a farsi perdonare alcune evidenti forzature.
Rimane sempre un piacere vedere come Nolan riesce a rinnovare il linguaggio cinematografico ad ogni suo film, giocando con il montaggio, la struttura, le idee e la resa. In un periodo di grande stanchezza creativa come questo, che dopo la rivoluzione tecnologica degli anni 90 e il suo raffinamento degli anni 2000, si é un pó impantanato in magaproduzioni abbastanza superficiali e convenzionali, é bello sapere che il cinema ha ancora qualcosa di nuovo da dire, nuovi linguaggi da proporre, nuove sensazioni da suscitare. Sono purtroppo pochi i registi che hanno il talento, la visione e soprattutto l'autonomia per poter sperimentare con grossi budget, e quando succede io me ne rallegro, al di lá della completa riuscita o meno del risultato.
Dune - Parte 2 (2024) di Denis Villeneuve
Film stilisticamente molto simile al primo e di cui ripropone grosso modo gli stessi pregi e difetti. Tra i primi: la raffinatezza della regia, la fotografia, il sonoro, la colonna sonora (e vabbè, a me piace) e il tono fluviale da blockbuster come si faceva una volta. Tra i secondi: la solita freddezza dei personaggi e la scarsa capacità espressiva di Timothée Chalamet. Guardandolo tra l'altro mi sono accorto di quante analogie ci siano con SW di Lucas, anche se in realtà sarebbe il contrario visto che Lucas prese spunto dai romanzi di Herbert. Ad esempio:
Sono interessanti le anticipazioni - sempre tenendo a mente che Herbert scrisse il primo libro nel 1965 - dei sommovimenti che avrebbero interessato il mondo islamico e in particolare l'Afghanistan negli anni successivi.
In definitiva un buon mattonazzo di fantascienza a cui sarebbe molto utile un terzo capitolo che chiuda in maniera più definitiva la storia. Se non erro, primo e secondo film adattano il primo romanzo di Herbert e il regista ha dichiarato di avere interesse ad adattare anche il secondo, Dune Messiah.
Voto: 8
Dune II
Concordo con quanto detto da Euron Gioiagrigia.
Come per il primo, anche in questo vedo una grande attenzione per l'estetica, cosa in cui Villeneuve ci sa fare sicuramente. Idee visive interessanti e le scene d'azione funzionano. Devo dire che il tema del predestinato non mi fa impazzire affatto, e nella esecuzione ho visto tutti gli stereotipi del genere (dagli sguardi spiritati alle litanie solo superficialmente "religiose"), ma se il libro, che non conosco, parla di questo, c'é poco da fare.
Ma ci sono state tante cose che non mi hanno fatto impazzire, proprio come nel primo:
-Il protagonista é troppo, troppo passivo. Salvo un paio di occasioni, non fa altro che essere trasportato come una valigia da un punto A ad un punto B. Non il massimo per un protagonista, e il fatto che sia monoespressivo non aiuta.
-I personaggi sono quasi tutti buchi neri di carisma. Villeneuve sembra, nel dirigire gli attori, un pó come Shamayalan: non sa cosa fargli fare, e alla fine sembrano statue di cera.
-I dialoghi sono atroci, sia nel contenuto che nella messa in scena: il film alterna azione e dialoghi, solo che quando si arriva a questi, il film praticamente si congela. I dialoghi sono (quasi senza eccezzione) tutti inscenati nello stesso modo: due persone che parlano, dicono poco o nulla, campo e controcampo con primissimo piano sul volto sofferente, in una scena estremamente statica (una duna, un tavolo, una grotta). Anche durante un dialogo, almeno ogni tanto,sarebbe bello che l'azione continuasse: mostrali mentre spostano casse di viveri, o mentre accendono un fuoco, o mentre scalano una parete per raggiungere un posto di guardia. Mostrali mentre preparano un campo, mentre cucinano qualcosa, mentre cacciano la cena. Falli argomentare punti di vista diversi, fai una conversazione a 3 o 4 voci, rendi la scena dinamica in qualche modo. Invece no: dialoghi ripetitivi, piatti, e noiosissimi nella messa in scena.
-Il film é troppo lungo. Non ho nulla contro i film di 3 ore, ma deve esserci carne al fuoco per 3 ore e qua non c'é. Dura cosí tanto solo perché si passa metá del tempo ad osservare primi piani sofferenti dei vari protagonisti.
-La colonna sonora é... bah, solo marginalmente meno irritante del primo film
Stimo Villenevue: non ci sono mica piú tanti Autori nel cinema ad alto budget, e lui é certamente tra i migliori. Ma non riesco a farmelo totalmente piacere (nonostante la sua predilezione per la fantascienza).
A parte questo, mi auguro vivamente che ci sará un terzo capitolo perché é chiaro che questo finale un finale non é.
EDIT:
per dirla in altri termini: la sensazione che ho io con Villeneuve, sia in questi che anche in BLadeRunner e Arrivale, é che questo regista concepisca i suoi film come una sequenza di immagini potenti che vuole ricreare. E questo va bene fino a quando non deve popolare queste scene con dei personaggi e animarle con dei dialoghi, e questo non é qualcosa che evidentemente gli viene naturale.
Quindi, un ipotetico confronto con un Kubrick di 2001 o un Scott di Blade Runner, a Villeneuve manca la capacitá visionaria (> quella estetica) del primo, e le capacitá narrative del secondo, che oltre che belle immagini ha anche creato personaggi memorabili.
Di conseguenza, mi pare che i suoi film riescano solo "a metá".
Per sua stessa ammissione, Villeneuve odia i dialoghi e preferisce le suggestioni visive. Solo che, rivedendo intanto il suo primo Dune, davvero si tratta di film immensamente dilatati dove succede davvero poco.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Lyra Stark ha scritto:Per sua stessa ammissione, Villeneuve odia i dialoghi e preferisce le suggestioni visive.
Ah, ecco, ci avevo preso dunque...
Ed é per questo che lo considero un regista un pó sopravvalutato. E questo é il suo limite.
Che non vuol dire che non possa fare ottimi film o essere annoverato tra i migliori in circolazione...
Dune Parte 2 non è un film perfetto, ad esempio il finale è piuttosto frettoloso, ma l'ho apprezzato molto. A me non hanno pesato le due ore e mezza di film, sono praticamente volate: ho sentito di più il peso delle tre ore di Oppenheimer, che però è un film che reputo superiore.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
A me Dune II è piaciuto tantissimo (già avevo amato il primo, che è sì molto più introdduttivo e meno denso di fatti, ma probabilmente perchè in generale non mi dano fastidio le introduzioni, specie quando si tratta di storie "ampie").
La cosa che più apprezzo e la matericità, il poter credere che Arrakis e tutto il resto che viene messo in scena sia vero e concreto e non solo frutto di buona cgi.
Ho anch'io delle perplessità su alcune scelte, che rendono molto accelerate alcune parti (ad esempio, personaggi che si spostano in un batter d'occhio da un punto all'altro, nello specifico da un capo del pianeta all'altro^^). Ma non credo siano cose che rendano il film meno bello, così come non ho trovato freddi o poco carismatici i personaggi.. Lady Jessica, per dirne una, parla poco e fa quasi tutto con lo sguardo, ma caspita se ha carisma.
Gli Harkonnen sono tutti ben caratterizzati nella loro spietatezza e follia, così come è descritto in modo efficace il pericolo del fondamentalismo religioso
Neanche a dirlo, tutte le scene con i vermi delle sabbie sono incredibili e meritano la visione in sala. Però è da quando sono uscita dal cinema che continuo a chiedermi
In generale, molto curiosa di vedere il seguito, che mi auguro sia d'obbligo.
ryer ha scritto:Neanche a dirlo, tutte le scene con i vermi delle sabbie sono incredibili e meritano la visione in sala. Però è da quando sono uscita dal cinema che continuo a chiedermi
ma come fanno Fremen a scendere da quel coso in corsa senza ammazzarsi??
Secondo Frank Herbert
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
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George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
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It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
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Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
Ecco, diciamo che magari nel film almeno un accenno ci sarebbe stato, per rendere meno vaga la cosa (idem per l'importanza della Spezia, volendo).
Ma appunto, questa è visione di Villeneuve, che da autore sceglie di dare enfasi a certi aspetti piuttosto che ad altri :)
Trovo che Dune 2 abbia un buon ritmo anche se nel finale l'imperatore è sconfitto troppo velocemente; basta vedere come i sardaukar abbiano dismesso tutte le loro peculiarità per capire che si voleva fare veloce.
Io però ho trovato alcuni punti della trama poco chiaro e anche leggendo su Wikipedia la trama dei libri non mi ci sono raccapezzato. Vabbè che anche il piano di attirare gli atreides su arrakis è logicamente difettoso ( a meno che nel libro ci siano dettagli in più non trasferiti nel film)
Es.
Non so voi, ma ho trovato che la scena migliore sia la lunga sequenza sul pianeta degli harkonnen, che ha richiesto una serie di accorgimenti particolari ( telecamere a ir per dirne una) . Il risultato è tanto inquietante quanto magnifico. Bastano i giochi di luce ( bellissimi i fuochi artificiali che si comportano come coloranti dispersi nell'acqua) per farti rendere conto di che folle distopia sia quel mondo e i suoi abitanti corrotti come i 3 harkonnen. Insomma, non sarà facile esportare la democrazia su giedi prime
osservatore dal nord ha scritto:Io però ho trovato alcuni punti della trama poco chiaro e anche leggendo su Wikipedia la trama dei libri non mi ci sono raccapezzato. Vabbè che anche il piano di attirare gli atreides su arrakis è logicamente difettoso ( a meno che nel libro ci siano dettagli in più non trasferiti nel film)
Es.
Nel film, che senso ha inserire l'info sul nonno materno di Paul senza contestualizzarla ?Le bene gesserit volevano eliminare gli atreides quanto l'imperatore eppure nel film precedente chiedono che Paul e Jessica fossero risparmiati.
Secondo me
e
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
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Jacaerys Velaryon ha scritto:e
l'obiettivo delle Bene Gesserit era eliminare Leto, in quanto personaggio scomodo, ma tenendo in vita la linea di sangue degli Atreides.
Esatto, senza contare che Jessica è una Bene Gesserit, quindi non avrebbero mai acconsentito a sacrificarla.
ryer ha scritto:Ma appunto, questa è visione di Villeneuve, che da autore sceglie di dare enfasi a certi aspetti piuttosto che ad altri :)
Per come la vedo io il limite di Villeneuve è proprio questo: grossa e meticolosa attenzione ad alcuni aspetti come quelli visivi e tecnici su cui non ho nulla da rimproverargli, e minore attenzione su altri come banalmente i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi che continuano, anche ripensando al film, a sembrarmi freddi e più pedine di una storia più grande che veri interpreti della propria storia. Io mi sono goduto questo film al cinema così come il precedente proprio per la messa in scena faraonica, ma non mi è venuta voglia di andare a rivederli. Per quanto il paragone possa sembrare blasfemo, parlando di film visti in sala ho provato emozioni maggiori e più spontanee guardando John Wick 4.
Euron Gioiagrigia ha scritto:Per come la vedo io il limite di Villeneuve è proprio questo: grossa e meticolosa attenzione ad alcuni aspetti come quelli visivi e tecnici su cui non ho nulla da rimproverargli, e minore attenzione su altri come banalmente i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi che continuano, anche ripensando al film, a sembrarmi freddi e più pedine di una storia più grande che veri interpreti della propria storia.
Spezzo una lancia a favore di Villeneuve su questo aspetto: l'idea di personaggi "pedine" è in parte giustificata dalla storia stessa, fondata sul tema della preveggenza e sulle manipolazioni delle Bene Gesserit.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
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George Orwell (Nineteen Eighty-Four)